Caso Ramadani, perseguita e violenta la ex fidanzata: condanna confermata a 5 anni
Stalking e violenza sessuale sulla ex fidanzata, che poi ha tentato di uccidere: confermata dalla Corte di Appello di Ancona la condanna a 5 anni di reclusione, arrivata in primo grado, per il trentacinquenne macedone Shevalj Ramadani.
L'uomo sarà, inoltre, costretto al pagamento di un risarcimento danni pari a 50mila euro nei confronti dell'ex fidanzata Alina Emilia Pavel. La condanna faceva riferimento al secondo filone del processo a suo carico, visto che Ramadani era già stato condannato a otto anni (leggi qui) per tentato omicidio, in occasione dell'atroce aggressione ai danni di Alina, di cui si era reso protagonista la sera del 17 novembre 2018 a Civitanova Marche.
Prima di quella notte da incubo, Alina era già stata colpita con un'arma da taglio al seno sinistro (ottobre 2017), si era vista puntare contro una pistola (marzo 2018), oltre che inviare ripetutamente messaggi minatori su Whatsapp, sino a subire rapporti sessuali non voluti. L'uomo non accettava la fine della loro storia d'amore.
Ramadani è stato ritenuto colpevole, nel periodo che va dal 2017 al 17 novembre 2018, dei reati aggravati di violenza sessuale, stalking e lesioni personali (articolo 612 bis, commi I e II).
“Non posso che essere soddisfatto - ha dichiarato l'avvocato Oberdan Pantana, difensore di Alina - È un ulteriore segnale lanciato dal sistema giudiziario italiano nei confronti di coloro che vigliaccamente commettono violenza contro una donna pensando di uscirne impuniti. L'auspicio è che episodi del genere non accadano mai più. Alina sul suo corpo patisce ancora le conseguenze della terribile aggressione subita, a seguito della quale ha fatto ritorno in Romania, e lì si trova tutt'oggi".
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