"Bambini e liceali nello stesso edificio: a Camerino la scuola è di tutti"
Dopo il terremoto del 24 agosto molte scuole sono state dichiarate inagibili, fra queste anche l’istituto Comprensivo Betti di Camerino, ma l'impegno delle istituzioni ha fatto sì che ogni bambino e bambina avesse il suo primo giorno di scuola.
Ecco il racconto e il ringraziamento di una mamma, Antonella Gamberoni, che ha visto nell'entusiasmo di suo figlio il buon lavoro svolto.
"Il 20 settembre è iniziata la scuola per mio figlio che frequenta la seconda classe della scuola secondaria di primo grado a Camerino presso l’istituto Comprensivo Betti.
L’edificio scolastico, come è noto, è stato dichiarato inagibile dopo il terremoto che ha colpito l’Italia Centrale il 24 agosto scorso.
Impegnativa è stata la ricerca di un altro edificio che potesse ospitare le nove classi della scuola media Boccati.
La ricerca si è conclusa grazie alla disponibilità della Provincia ad ospitare gli alunni nel nuovo plesso scolastico a San Paolo.
Leonardo è tornato a casa dopo il primo giorno di scuola entusiasta in quanto – a suo dire – la scuola, ed in particolare la sua classe, è molto più bella di quella che l’ospitava in precedenza.
Credo di intercettare il pensiero di molti genitori nel ringraziare la Provincia che – seppur dovendo mediare alcune difficoltà per tutti noi incomprensibili – ha dato la disponibilità al Comune dei locali, il Sindaco, e il Dirigente Scolastico del Plesso Betti che con determinazione hanno cercato di individuare strutture sicure per i nostri figli .
In particolare, però, mi sento di ringraziare il Prof. Rosati Dirigente dei Licei di Camerino che, vista la mancanza di disponibilità, nonostante il mancato utilizzo, di alcuni locali al primo piano in uso ad altro istituto scolastico, comprendendo il gravissimo disagio degli studenti, delle famiglie, del Dirigente Dott. Maurizio Cavallaro e dell’Amministrazione Comunale, si è mostrato da subito disponibile alle varie soluzioni che si presentavano e che, tutte, comportavano, per la scuola che dirige, grandi sacrifici di spazi e dunque di attività didattiche. Il prof. Rosati, nonostante i Licei di Camerino siano in costante crescita e dunque abbiano necessità di spazi, ha rinunciato alla disponibilità di alcuni locali che aveva ottenuto dall’istituto Tecnico e che avrebbero dovuto ospitare le classi del liceo sportivo, per consentire l’inizio dell’anno scolastico agli alunni delle medie.
Ha compreso la difficoltà, l’emergenza e la necessità che i bambini tornassero a scuola anche per normalizzare una situazione che, è indubbio, li ha provati.
Certamente un numero importante di alunni in più creerà delle difficoltà. Il primo giorno di scuola, per esempio, molti genitori degli alunni più piccoli hanno voluto – giustamente – visitare la scuola per vedere dove i loro figli avrebbero trascorso i prossimi mesi. Leonardo mi ha detto che oggi, il secondo giorno di scuola, per l’ingresso nelle proprie aule hanno usufruito delle scale dei Licei e non di quelle dell’istituto Tecnico come il giorno precedente. Evidentemente non sono tollerati da tutti in egual misura. Naturalmente l’ingresso di 180 bambini crea un po’ di confusione, ma se una scuola non è aperta ai bambini che scuola è?
Chi ama la scuola sa attribuire ad essa tutta l’importanza che ha, comprende quale bene primario essa sia e riesce a superare le difficoltà dovute all’emergenza comprendendo come ogni edificio scolastico è, prima di tutto, degli studenti di qualsiasi ordine e grado e a loro apre le porte senza remore facendoli sentire nella propria scuola.
Con questo spirito il Preside Rosati ha iniziato l’anno scolastico con i suoi alunni delle superiori e con gli alunni delle medie, insieme al Dirigente Dott. Cavallaro. Ringrazio entrambi per aver pensato prima di tutto ai nostri figli e per la collaborazione che hanno saputo creare nell’esclusivo interesse degli alunni.
Ringrazio anche il corpo docente delle scuole superiori, essendo certa che sapranno comprendere che in quell’edificio dovranno convivere le esigenze didattiche – anche molto diverse per ovvi motivi – di una scuola secondaria di primo grado e di una scuola secondaria di secondo grado. Ciò sconvolgerà senz’altro le abitudini, gli equilibri ed anche modalità consolidate di insegnamento.
Con spirito di collaborazione si potranno risolvere tutte le difficoltà e sono certa che tale collaborazione caratterizzerà l’anno scolastico e magari da questa forzosa convivenza potranno nascere anche delle opportunità".
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