È partita da qualche giorno “Centro ospitalità bambini”, l’iniziativa voluta da Poltrona Frau per agevolare i dipendenti del sito di Tolentino con bambini in età scolare obbligatoria tra i 6 e 13 anni. L’iniziativa è nata per andare incontro in modo concreto ai collaboratori che, a seguito della recente attività sismica e della rimodulazione degli orari delle scuole, si trovano in difficoltà logistiche e organizzative per la gestione del propri figli.L’azienda ha messo a disposizione in via sperimentale fino al prossimo 7 dicembre un servizio di ospitalità che si svolge in due turni: uno al mattino dalle ore 08.00 alle ore 12.30 e uno nel pomeriggio dalle 14.00 alle 18.00, di ogni giorno feriale. Il servizio prevede attività di doposcuola ed intrattenimento, che si tengono presso il Poltrona Frau Museum, sotto la supervisione di educatori e animatori. Nell’area libreria del Museo sono stati posizionati un grande tavolo per svolgere compiti, tappeti e tavolini bassi per facilitare le attività ludiche e ricreative. Al momento la risposta è stata molto positiva con circa 20 bambini iscritti che, hanno la possibilità di dedicarsi alla spensieratezza e allo svago. L’iniziativa è stata apprezzata sia dai bambini, quindi, sia dai loro genitori, che, nonostante gli inevitabili disagi personali e familiari hanno proseguito l’attività lavorativa senza alcuna sospensione. Visto il successo, l’azienda sta valutando la possibilità di estendere l’iniziativa fino a prima dell’inizio delle vacanze natalizie. È una attività importante che conferma l’attenzione e la sensibilità di Poltrona Frau nei confronti dei dipendenti e il suo importante ruolo all’interno del territorio di appartenenza.
Per la sistemazione del cavalcavia ferroviario alla fine di viale Vittorio Veneto, per circa un mese si viaggerà a senso unico alternato.Infatti, a seguito della richiesta presentata dalla Rete Ferroviaria Italiana, Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, con la quale si comunicavano lavori di urgenza di ripristino danni sottovia a travi incorporate, a seguito dei recenti eventi sismici, che verranno eseguiti dall'Impresa Railway Enterprise , il Comando di Polizia Locale ha ritenuto necessario, al fine di evitare pericoli alla pubblica e privata incolumità, emettere una ordinanza con la quale da lunedì 28 novembre 2016 per una durata di circa 24 giorni e comunque fino al termine dei lavori, è disposta la chiusura al traffico veicolare e pedonale di entrambe le corsie del sottovia tra viale Vittorio Veneto, viale della Repubblica, via Rovereto.Nello specifico, nella prima fase verrà chiusa la corsia di marcia direzione Viale Vittorio Veneto e successivamente nella seconda fase verrà chiusa la corsia di marcia direzione Viale della Repubblica. Tale modifica alla circolazione stradale in entrambe le direzioni, dovrà essere regolamentata con impianto semaforico mobile o con movieri. Lungo il tratto interessato dai lavori, l'apposizione della segnaletica mobile di cantiere è a carico della ditta esecutrice dei lavori che provvederà anche alle necessarie deviazioni di traffico fino al ripristino della completa fruibilità della sede stradale.
I carabinieri di Saltara hanno arrestato due ragazzi della provincia di Macerata in flagranza di reato per possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e condotti in carcere in attesa della convalida dell'arresto. I due, un 22enne di Montecosaro e un 21enne di Pollenza, erano in auto con due ragazze nel parcheggio di una discoteca dove era in programma un rave party. Quando i militari hanno aperto la portiera, il passeggero ha buttato fuori dall'abitacolo un involucro.E' scattata una perquisizione e i carabinieri hanno rinvenuto complessivamente 30 grammi di ketamina, dieci grammi di hascisc e una ingente somma di denaro, sproporzionata in relazione al fatto che nessuno dei quattro aveva un'occupazione, ritenuta provento di spaccio. Allertati i carabinieri del Maceratese, che hanno effettuato perquisizioni domiciliari a casa degli arrestati, sequestrando altra ketamina, altro denaro e materiale per confezionare le dosi. (Ansa)
Rinviata a domani l'ispezione cadaverica sui corpi di Noemi Avicolli, studentessa 19enne di Unicam, e Lucia Pietrangelo, nonna e nipote decedute a seguito dell'incidente stradale avvenuto sabato sera sulla A1, nei pressi di Arezzo, mentre rientravano da Milano a Isernia (qui).Il medico legale, incaricato dalla Procura aretina, ha dovuto rinviare, per altri impegni professionali, l'esame fissato per oggi e necessario prima del nulla osta ai funerali. Rinviato anche l'intervento chirurgico agli arti per Giovanni Avicolli, il giornalista, figlio e padre delle vittime, ricoverato al San Donato di Arezzo dopo l'incidente. Il 56enne guidava l'auto su cui viaggiava anche suo fratello minore che è stato dimesso. La famiglia Avicolli era andata a Milano per partecipare alla laurea di Matteo, fratello maggiore di Noemi. (Ansa)
Agevolazioni tariffarie per le utenze ricadenti nei comuni colpiti dal sisma. E’ quanto l’Aato 3 Macerata chiede all’ AEEGSI (Autorità per l’energia Elettrica, il gas ed il sistema idrico), dopo il violento terremoto che ha profondamente colpito molti comuni maceratesi, soprattutto con riferimento ai comuni montani e pedemontani.Un ulteriore aiuto concreto, dunque, dopo la sospensione delle bollette di luce, gas e acqua emesse a partire dal 26 ottobre 2016 per tutte le utenze che si trovano nei comuni danneggiati dal sisma.Nel cratere sismico, infatti, ben 32 comuni sui 48 totali che appartengono all’ATO 3 di Macerata: Acquacanina, Apiro, Belforte del Chienti, Bolognola, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Cingoli, Corridonia, Fiastra, Fiordimonte, Fiuminata, Gagliole, Macerata, Montecavallo, Muccia, Pievebovigliana, Pieve Torina, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, San Severino, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Ussita,Visso.“E’ indubbio - spiega Francesco Fiordomo Presidente dell’Aato 3 Macerata - che il sisma abbia provocato un impoverimento del tessuto produttivo locale con conseguente compromissione delle fonti di reddito primarie e, solo grazie ad un efficace meccanismo di agevolazioni tariffarie, da estendere per un congruo periodo temporale, sarà possibile diminuire le ripercussioni negative dovute agli eventi sismici sui bilanci delle famiglie”.L’Ente, dopo una lettera inviata all’ AEEGSI, andrà in missione a Milano per incontrare i responsabili dell’autorità ed ottenere un importante risultato per tutta la comunità maceratese.L’AEEGSI (Delibera n. 618/2016), infatti, a seguito degli eventi sismici del 26 e 30 di ottobre del 2016 che hanno colpito tutto il maceratese, ha disposto la sospensione del pagamento delle bollette per la fornitura di energia elettrica, gas e quelle relative al servizio idrico integrato.“Mi preme ringraziare tecnici e operai – dice il Presidente dell’AAto 3 Francesco Fiordomo – che in questi giorni drammatici stanno lavorando incessantemente per garantire il servizio idrico. Le aziende di gestione operanti nel territorio montano (ASSEM di San Severino Marche e ASSM di Tolentino), in stretto coordinamento con le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la Protezione Civile si sono prontamente attivate per garantire un adeguato livello dei servizi idrici, non solo nei comuni direttamente gestiti ma in tutte le realtà duramente colpite dal terremoto”.
A far sentire il proprio calore alla popolazione terremotata di Caldarola, ieri, è stato il comune di Busca (CN) che, sentite le necessità della cittadina, ha portato in dono diversi giochi per esterni dedicati ai bambini, gazebo, tavolini e panchine in legno. Altro materiale sarà spedito nei prossimi giorni.I cittadini di Busca, inoltre, hanno donato al Sindaco Luca Maria Giuseppetti una felpa della squadra di Volley che milita in B1 per una sorta di gemellaggio con il volley caldarolese da sempre fiore all'occhiello della realtà sportiva del posto, 8 casse di mele, prodotto tipico del territorio cuneese e un libro dedicato alla cittadina.Tutti insieme hanno pranzato nel tendone Molise e poi hanno visitato la zona rossa. Durante il sopralluogo hanno potuto constatare la violenza del sisma e i danni inferti anche alle storiche chiese, letteralmente messe in ginocchio, in modo particolare San Martino, San Gregorio, il Castello Pallotta e il Monastero.Infine, durante i saluti di commiato hanno promesso di rispondere con altrettanta solerzia e calore ad ogni futura richiesta del territorio e fatto i complimenti per la gestione della situazione emergenziale.Partita la delegazione di Busca, il sindaco ha effettuato un sopralluogo con i tecnici per valutare lo stato delle cose all'interno del container che sarà adibito ad urna elettorale per il referendum del prossimo 4 dicembre, un altro tassello per riportare un segno di normalità e avvicinare ancora di più i caldarolesi al loro paese, a tal proposito il sindaco ci tiene ancora una volta a salutare quelli che sono ancora fuori esprimendo il desiderio di riaverli quanto prima a Caldarola.
Sale sul tetto della casa terremotata in località Casavecchia di Pieve Torina per mettere una copertura provvisoria, ma scivola e precipita a terra. E' successo questo pomeriggio, quando un uomo originario di Roma ha raggiunto Pieve Torina con l'intento di apporre un telo sul tetto della sua casa danneggiata dal sisma.Improvvisamente, mentre era intento a posizionare la copertura, l'uomo ha perso l'equilibrio ed è precipitato a terra. A trovarlo sono state le forze dell'ordine che, in giro per i consueti controlli, hanno notato la porta dell'abitazione aperta. Sono entrati e, dalla parte opposta a quella che dà sulla strada, hanno trovato l'uomo riverso a terra. Immediatamente sono scattati i soccorsi e sul posto sono intervenuti i sanitari del 118: le condizioni del ferito sarebbero gravi, ma non verserebbe in pericolo di vita.
Un appello accorato. La legittima richiesta di non essere dimenticati. A lanciarlo è la dottoressa Nadia Moreni, abitante di Muccia che nella sua qualità di farmacista locale ben interpreta anche lo sgomento di chi vuole continuare ad espletare il suo prezioso servizio alla popolazione pur tra mille difficoltà.I ritardi nell'arrivo dei moduli, per non parlare dell'oscura tempistica delle pubblicizzate casette di legno, stanno allontanando le speranze di ripresa e soprattutto il ritorno della popolazione da quello che sempre più sembra un esodo forzato e senza prospettive."La mia situazione" spiega la dottoressa Moreni "è la stessa di molte altre degli abitanti dei piccoli comuni limitrofi, Pievebovigliana, Pieve Torina, Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita...Mi sento di lanciare questo appello perché, ad un mese dal sisma, l'attenzione mediatica che ci era stata riservata è decisamente diminuita.Purtroppo non possiamo dire che siano diminuite anche le nostre necessità... anzi, le situazioni drammatiche sono aumentate con l'aumentare della consapevolezza che "la normalità a cui eravamo abituati" forse non tornerà più... le nostre vite sono radicalmente cambiate in quei pochi secondi e sarà davvero dura ritornare come eravamo.Ero stata intervistata il 31 ottobre da un referente AGI e tuttora continuo la mia battaglia. Non potrei fare altrimenti... il mio servizio costante ai clienti, soprattutto in questo momento di maggiore bisogno, è imprescindibile.L'emergenza non è affatto finita. Sono riuscita ad ottenere dalla Federfarma nazionale un piccolo container da posizionare nell'area allestita a Muccia e in cui trasferirò l'attività di somministrazione dei farmaci. La stessa area diventerà il nuovo centro del paese, ospitando anche la scuola elementare, il municipio, l'ufficio postale, la banca e l'ambulatorio medico...Nonostante ciò, ad un mese dal sisma, parlare di normalità è davvero difficile. La gente che è tornata dalla "deportazione" lungo le coste è davvero poca. Questa spiacevole situazione" dice ancora la dottoressa Moreni "ha fatto sì che molti abbiano scelto definitivamente di trasferirsi altrove: chi per aprire la propria attività commerciale (chi aveva la struttura danneggiata ha pensato che visto la scarsità di clienti, sarebbe stato inutile acquistare/noleggiare un container), chi per iscrivere i propri figli alle scuole di Loreto, Recanati, Civitanova Marche, ed evitare che essi frequentino l'anno scolastico in un tendone.La situazione di incertezza che ci pervade ci fa sentire davvero abbandonati dalle istituzioni. Ancora non sappiamo quando verranno consegnati moduli abitativi, figuriamoci le casette di legno. Chi può, si sta organizzando a proprie spese acquistando o costruendosi una casetta sul proprio terreno. Gli altri, come ho detto prima, si sono già trasferiti in cerca di un "nuovo futuro" - altrove.Un'altra immensa emergenza è quella degli anziani non autonomi. Molte case di riposo/accoglienza sono state lesionate e hanno lasciato senza tetto i propri ospiti, come mia madre Felicetta: costretta a letto da metà ottobre per una frattura al bacino, è stata inizialmente spostata in una mensa (ormai in disuso - della ditta che stava eseguendo i lavori della superstrada) e poi trasferita in una sala convegni insieme a molti altri sfollati. Purtroppo tale sistemazione non è definitiva, il responsabile della struttura ha già posto un termine al suo soggiorno forzato e Felicetta, che ora inizia a muovere i primi passi con il girello, non riesce ancora a trovare un tetto sicuro dove poter stare tranquilla. Così come lei anche molti altri suoi analoghi, i cui parenti hanno la casa lesionata e non possono permettersi di ospitare i loro cari, non avendo loro stessi un posto dove andare. Aiutateci a fare in modo che su questa nostra situazione possa riaccendersi un faro".
“Ho perso mia madre lo scorso anno, Liana un mese fa. Mi sento mutilato, senza due madri ho davanti una vita da orfano”. Vittorio Sgarbi, il critico d’arte più famoso d’Italia, parla a cuore aperto nella Giornata in ricordo di Liana Lippi, l’ex soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggisti delle Marche scomparsa a 72 anni a causa di un male incurabile. La Città di San Severino Marche ha dedicato a questa sua illustre concittadina, donna di grande cultura e profonda conoscenza, una serata al teatro Italia preceduta da una santa messa celebrata dal cardinale Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona – Osimo, originario di Serripola di San Severino Marche. Lo stesso Menichelli ha portato in sala poi la sua testimonianza insieme al sindaco, Rosa Piermattei, all’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, al direttore della Direzione generale educazione e ricerca del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e già soprintendente delle Marche, architetto Francesco Scoppola, al presidente della Fondazione Salimbeni, professor Stefano Papetti, all’ex sindaco di Civitanova Marche, Ivo Costamagna.“La professoressa Liana Lippi – ha ricordato nel suo saluto d’apertura il sindaco Piermattei – ha dato molto a questa comunità. Ho avuto poco tempo per conoscerla ma è stato sufficiente per capire la sua bontà, la sua voglia di dare e di fare, il suo impegno per far conoscere al mondo i tesori d’arte settempedani”.“Purtroppo ci accorgiamo delle persone che ci stanno vicine quando non sono più abbracciabili – ha sottolineato, invece, il cardinal Menichelli per aggiungere subito dopo – Liana era una persona che prendeva le cose di petto, ci lavorava cercando di essere sempre fedele al suo compito. Era di una onestà e di una rettitudine molto particolari, queste doti erano la sua caratteristica. E poi aveva un grande amore per questa città”.“La professoressa Lippi – ha fatto eco l’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, monsignor Brugnaro – è stata una delle prime persone che mi hanno raccontato delle bellezze di San Severino Marche. Nelle ultime settimane di vita, piagata dalla malattia, l’ho vista piangere e mi ha fatto piangere ma aveva ritrovato una profonda fede”.Commosso il ricordo dell’ex collega di lavoro, il soprintendente Francesco Scoppola: “Liana aveva qualcosa di speciale, non pensava né alla popolarità né al lustro. Liana era attenta all’interesse generale e lo faceva anche nel dubbio, aveva anche il dubbio di sbagliare talvolta. Oggi avrebbe detto smettetela di ricordarmi e vediamo che si può fare per le Marche”. Di una figura “portatrice di valori e non di dogmi - ha invece parlato l’ex primo cittadino di Citanova Marche, Ivo Costamagna – Ha fatto iniziare l’attività politica a Vittorio Sgarbi, sapeva che con lui la città di San Severino Marche sarebbe entrata in un circuito internazionale”.Il primo degli abbracci più sentiti in sala lo riserva a Liana Lippi l’amico “professore” Stefano Papetti: “Ho conosciuto la prima volta Liana – confida – nella condizione sfortunata di insegnante della figlia. Poi è nato il sodalizio a tre con lei e Sgarbi. Un sodalizio che funzionava perché Sgarbi immaginava la storia, Liana la metteva in pratica e poi arrivavo io a fare da mediatore e riparare. E’ stata sempre una situazione di squilibrio – equilibrio che ha perfettamente funzionato. Il terremoto ha risparmiato Liana dal veder rovinati monumenti e opere d’arte ma ci ha privato di una mente che ci avrebbe offerto un grande aiuto”. Papetti, Libbi e Sgarbi hanno organizzato, a San Severino Marche e non solo, tantissime mostre di successo.A chiudere la serata all’Italia è stato, da ultimo, il ricordo più atteso, quello dell’amico di sempre Vittorio Sgarbi: “Ho voluto personalmente questa serata, ho sentito discorsi sottili e laici – ricorda Sgarbi, prima di sottolineare subito dopo – La vostra città, la città di San Severino Marche è anche la mia. Il 3 novembre dello scorso anno ho perso mia madre, Liana l’ho persa un mese fa. Mi sento mutilato, senza due madri ho davanti una vita da orfano. Con lei mia madre si amava, lei poteva essere la sua supplente. Molte cose le ho dimenticate, lei era un pezzo della mia memoria. E’ una mutilazione grande”.Sul palco e nella sala del teatro Italia c’erano gli amici di sempre. Con loro anche le figlie di Liana, Michela e Cristina e l’amata nipotina. La città di San Severino Marche ha già deciso che alla professoressa Lippi saranno tributate altre iniziative nel segno dell’arte e della cultura, settori cui lei ha dedicato la vita intera.
Grande impegno da parte del corpo della Polizia municipale del Comune di San Severino Marche in questo periodo di emergenza terremoto. In aiuto alla struttura, coordinata dal comandante Sinobaldo Capaldi, da alcuni giorni sono arrivate pattuglie inviate dalla Regione Emilia Romagna che si avvicenderanno per un periodo dandosi il cambio ogni settimana.Uomini e mezzi sono utilizzati per il pattugliamento dinamico del centro storico e delle tantissime frazioni del Comune. La prima pattuglia di supporto, facente parte del corpo di Polizia Municipale dell’Unione Pedemontana Parmense e composta dall’ispettore capo Stefano Sassi e dall’agente scelto Matteo Pio Impagnatiello, è stata salutata al momento della partenza dal sindaco, Rosa Piermattei, che ha ringraziato gli agenti per la preziosa opera prestata a favore della popolazione colpita dal terremoto.
Sconcerto e cordoglio nell'ambiente universitario di Camerino per l'improvvisa e tragica scomparsa di Noemi Avicolli, studentessa diciannovenne di Unicam originaria del Molise morta in un tragico incidente stradale dove ha perso la vita anche la nonna Lucia Pietrangelo di 81 anni.Il tragico incidente si è verificato in Toscana in autostrada, all'altezza dell'area di servizio di Lucignano ovest, sulla corsia sud: coinvolta l'auto a bordo della quale si trovavano Noemi e i suoi familiari e un autotreno. Fatale probabilmente la nebbia.La famiglia Avicolli aveva appena festeggiato a Milano la laurea del fratello di Noemi: in macchina c'erano, oltre alla 19enne, anche la nonna e il papà Giovanni Avicolli, giornalista che lavora al Consiglio Europeo di Bruxelles. Mentre stavano facendo ritorno a casa, sulla A1 il tragico schianto.Anche l'Associazione IoNonCrollo si stringe nel dolore per l'improvvisa scomparsa di Noemi "che sin da subito si è unita a noi e ci è rimasta affianco in questo momento, e della nonna Lucia. Lo stesso vogliamo fare noi con i loro cari, basiti e profondamente addolorati per questa notizia terribile".
Anche la storica barbieria di piazza della Libertà a Tolentino viene costretta a chiudere i battenti per le conseguenze del terremoto.Dopo 44 anni di ininterrotta attività (ma la barbieria era lì anche da prima), il titolare Ivano Farroni deve abbandonare il suo locale dichiarato inagibile, ma non si ferma e già da martedì prossimo è pronto a ripartire in una nuova location. E domenica mattina, ha fatto le ultime barbe in piazza spostando una poltrona all'esterno del locale, ormai in fase di trasloco."E' un dolore grandissimo. Qui lascio un pezzo di cuore" dice con un pizzico di emozione Farroni "perchè in questo locale nel 1972 ho iniziato a lavorare come apprendista barbiere e da allora ho sempre esercitato qui. Il terremoto ci costringe a lasciare una storica sistemazione, punto di riferimento per tanti tolentinati, ma non ci perdiamo certamente d'animo: da martedì siamo pronti a ricominciare e abbiamo attrezzato un nuovo locale in viale Bruno Buozzi 50, a fianco della gelateria Hola. Sono certo che i nostri affezionati clienti ci seguiranno anche nella nuova sistemazione". [video width="640" height="352" mp4="http://picchionews.it/wp-content/uploads/2016/11/IMG_6335.mp4"][/video]
Sono tante le persone che sto conoscendo e tante le cose che ho visto nei giorni trascorsi con la gente nei luoghi disastrati. Un’umanità composita, ma ricchissima di storie. Piccole, magari apparentemente insignificanti, in condizioni normali. Ma che assumono un valore straordinario ed inestimabile in situazioni particolari come questa del terremoto. Storie che, vivendole in prima persona, ti entrano dentro la carne viva. Ti accompagnano, di ritorno in macchina, nell’ormai sbiadita luce della sera e ti inducono a riflettere su di un sacco di cose.Quella che sto per raccontare è una di queste ed è capitata proprio l’altro giorno a Castelsantangelo. Siamo lì già dal mattino presto perché vorremmo vedere e documentare le condizioni della strada che sale fino al valico e quindi condurre a Castelluccio. Chiediamo ai vigili e pazientemente aspettiamo che il nostro “angelo custode” ci prenda in consegna, come ogni volta, per accompagnarci in quella zona rossa. Incontriamo pure i geologi della Sapienza, immersi fino alla vita nelle acque del Nera. Ci salutiamo, lei mi fai i complimenti per il pezzo dell’altra volta (stavolta si lasciano fotografare), quindi vado a “molestare” i tecnici della regione appena dieci metri più in alto, intenti nella stessa operazione.I vigili del fuoco ci danno appuntamento per le 14.30. Con puntualità svizzera siamo lì all’orario convenuto, ma la sorpresa e l’amarezza prendono subito il sopravvento. Con il cambio turno, sono cambiate pure le modalità. Insomma per oggi salta tutto. Imbarazzati i vigili del fuoco ci dicono che c’è un recupero oggetti nella parte alta del paese e se i proprietari ci autorizzano possiamo assistere. Partiamo dal campo base con tre mezzi: noi con i vigili del fuoco e loro in automobile. Un loro conoscente ha portato pure un furgone per portare via gli oggetti più grandi. La strada più breve è impraticabile per pericolo di crolli, quindi occorre passare dalla frazione di Nocria. Al volante della campagnola c’è Claudio di Pistoia, nemmeno trent’anni, al suo fianco Tomislav di Prato, solo un paio di anni di meno. Saliamo su per la strada, di qua e di là i grossi massi caduti dalla montagna ci costringono ad una specie di gimkana. In alto svetta il Monastero di san Liberatore, completamente inagibile. Da nemmeno troppo lontano da dove ci fermiamo, possiamo vedere un notevole crollo del muro di cinta. Poi parte la processione silenziosa verso la casa, e guidata dai vigili del fuoco. I proprietari sono lì per la prima volta e non sanno, se non dai racconti di qualche amico, come è conciata la loro abitazione. Sono marito e moglie piuttosto anziani, c’è la loro figlia con il marito ed il loro figlio quindicenne. Tre generazioni che camminano sull’erba bagnata, scavalcano recinti e scansano pietre per poter recuperare qualche bene. Noi restiamo indietro in disparte. Una secca svolta a sinistra e ci appaiono due abitazioni costruite in aderenza. Alla prima è crollato interamente il tetto. Il crollo ha provocato danni pure alla seconda casa. Ma la seconda casa – che sarebbe poi quella dei signori – è completamente sventrata. Praticamente manca la facciata davanti. Si vede il letto ed il pavimento sottostante è visibilmente pericolante. Aspettiamo dai vigili l’ordine di dietro front. In queste condizioni già sostare nei pressi dell’edificio può essere pericoloso. La signora anziana ha i capelli biondi ed indossa un piumino imbottito beige. Dice che a lei interessano solo due fichi di alabastro. Sono un ricordo importante. Ha la voce rotta e quando comincia a raccontare quello che per lei rappresentano, si commuove. C’è un silenzio pesante, la tensione emotiva, si taglia con il coltello. Ci guardiamo negli occhi con i vigili del fuoco, poi Claudio di Pistoia ci fa un cenno come a dire: “aspettate” ed in un balzo è dentro al primo piano. È un susseguirsi di sguardi, espressioni, volti che non pronunciano una sillaba. Abbiamo tutti netta la sensazione che pure il suono di una parola potrebbe far crollare da un momento all’altro tutto l’edificio. Solo il click della macchina fotografica rompe, ogni tanto, quel surreale silenzio che ci ha stretto a tutti un nodo alla gola.Quindi Claudio esce e si dirige verso Tomislav. Parlottano tra di loro poi, assieme e contemporaneamente, scompaiono dentro quel buco nero che li ingoia.Si sentono rumori, i passi degli scarponi rimbombano. Ecco Tomislav con un comodino. Esce impolverato, cammina tra le pietre e lo appoggia sul giardino. Rientra dentro, chiede alla signora dove deve andare. Nell’armadietto che gli è stato indicato non trova niente. Però – dice – è caduto ed il contenuto potrebbe stare per terra. Claudio è salito al secondo piano. Cerca un album fotografico con un portamatite. Entrambi degli inizi del secolo scorso. Sta bene attento a non appoggiarsi sul pavimento. Da fuori si vede tutto. E sappiamo che se dovesse venire anche una piccola scossa, per quei due ragazzi potrebbe essere fatale.Le scosse nel silenzio delle zone rosse fanno paura. Sono un colpo secco che vibra, più o meno lungo. Poi ti paralizzi per un po’ come un cane da caccia. Aspetti di sentire un rumore di ciottoli che cadono e l’odore di polvere di pietra. Per esorcizzare la paura, riprendi a camminare e ci fai qualche battuta sopra. Loro due però stanno ancora dentro, accidenti... E pensi che dovrebbero starci il meno possibile. E allora mandi al diavolo le regole, le direttive impartite, le disposizioni di sicurezza da rispettare. Ci guardiamo negli occhi con il ragazzo del furgone e ci mettiamo pure noi a lavorare. Un passamano veloce e silenzioso. Con i vigili che ci ordinano di allontanarci, mentre continuano a passarci sedie e scatole di plastica.Infine eccolo Tomislav con i due fichi di alabastro. Claudio, di sopra ha trovato pure l’album fotografico e la scatola di legno. Escono tutti impolverati, ma sorridono.La signora si lancia al collo di Tomislav per abbracciarlo in un pianto dirotto. Tutti guardano altrove, si sentono solo i singhiozzi ed il tirare su con il naso. Fa freddo e cielo è coperto da una leggera foschia.Poi la signora prende l’album fotografico. È uno di quelli vecchi con la copertina di pelle e le pagine nere. “Questo è il primo proprietario di questa casa – ci dice, indicando la prima foto, adesso che si è pure calmata un po' – questo è il secondo e quindi il terzo che è mio padre. I fichi di alabastro sono il ricordo di mio bisnonno per l’acquisto di questa casa ed io sentivo il dovere di trasmettere questi oggetti a quelli che vengono dopo di me.” Il nipote gironzola lì attorno e, da quell’altezza forse ignaro di tutto, guarda il panorama di sotto di un paese devastato dalle scosse di terremoto. Sua madre raccoglie una pietra dalle macerie e se la mette in borsa. Strappo un ramo di rosmarino piantato proprio vicino alle mura castellane crollate e le dico che potrebbe piantarlo a Roma e riportalo qui il giorno che avrà riparata la casa. Mi sorride e mi dice che forse il rosmarino non attecchisce una volta strappato dalla terra.Le rispondo che se anche non è vero, ci deve credere: qui oggi, grazie a Caudio di Pistoia e Tomislav di Prato ho visto il passato diventare futuro. La speranza va coltivata. A volte ne vale la pena...
Malore o gesto volontario, ma anche la pista dell'overdose: sono queste le ipotesi al vaglio dei carabinieri dopo il rinvenimento questa mattina a Macerata del corpo senza vita di una studentessa di 22 anni, H.E.A., di famiglia non italiana ma nata a Pesaro, iscritta al corso di Mediazione Linguistica dell'Università del capoluogo.La ragazza è stata trovata morta in una delle stanze al primo piano del collegio universitario gestito dall'Ersu in via Martiri della Libertà. A dare l'allarme è stato il padre della 22enne che da ieri sera non riusciva a mettersi in contatto con la figlia. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta trovando il corpo senza vita della giovane. Malgrado l'intervento immediato dei sanitari, per la ragazza ormai non c'era più niente da fare.I carabinieri hanno dato avvio alle indagini, escludendo fin da subito l'ipotesi dell'omicidio.
Nel tardo pomeriggio di ieri 25 novembre 2016, i Carabinieri di Camerino guidati dal Capitano Vincenzo ORLANDO, nel corso di specifici servizi antisciacallaggio, di concerto con il superiore Comando Provinciale di Macerata, su tutto il territorio colpito dalle recenti scosse sismiche, hanno individuato e successivamente bloccato un’autovettura Volkswagen Golf con a bordo cinque persone, tre uomini e due donne, tutti di origine romena e residenti fuori regione, che erano stati notati aggirarsi con fare sospetto, prima nei comuni di Pioraco e Castelraimondo e successivamente in quello di Matelica.Immediatamente identificati e sottoposti a perquisizione personale e veicolare, i Carabinieri hanno trovato a bordo del mezzo diversi prodotti specifici per autoveicoli (lattine di olio motore, liquido lavavetri, additivi vari per carburanti) che da successivi accertamenti risultavano provento di un furto perpetrato qualche ora prima presso un distributore di benzina situato nella zona di Pioraco. Gli stranieri, pertanto, tutti gravati da diversi precedenti di polizia, specie per reati contro il patrimonio, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Macerata per furto aggravato in concorso e sottoposti, tramite la Questura di Macerata, alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno, per tre anni, in tutto il territorio colpito dal terremoto. La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario.
Si terrà lunedì 28 novembre presso l’Aula magna dell’Istituto tecnico Agrario di Macerata l’incontro del progetto “Contraffazione? Io non compro il falso” organizzato dall’Adiconsum di Macerata con la collaborazione della Camera di commercio di Macerata e la partecipazione del Colonnello Amedeo Gravina, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Macerata. All’iniziativa, che inizierà alle ore 11.00, saranno presenti gli studenti dell’Istituto tecnico agrario.Alessandra Fioravanti dell’Adiconsum di Macerata descriverà l’iniziativa e il ruolo dell’ Adiconsum in riferimento al fenomeno della contraffazione, alle conseguenze dal punto di vista sanzionatorio, economico e sociale per il consumatore e illustrerà i motivi per non acquistare un falso. Claudia Guzzini, responsabile Area Tutela del mercato della Camera di commercio Macerata, spiegherà le funzioni della CCIAA sulla sicurezza dei prodotti con particolare attenzione al fenomeno della contraffazione nel settore agroalimentare e l’etichettatura corretta dei prodotti alimentari. Il Colonnello Gravina parlerà dell’azione di contrasto messa in atto dalla GdF facendo riferimento anche a casi concreti verificatisi nel territorio.Dai questionari rivolti ai giovani degli istituti di II grado, è emerso che i giovani acquistano in maniera automatica, oppure on-line, tenendo in considerazione il basso prezzo e la marca, e senza alcuna riflessione in merito al gesto che compiono. È dunque necessario rendere il consumatore sempre più consapevole e responsabile negli acquisti di beni, fornendo strumenti di conoscenza che permettano lo sviluppo del senso critico e quindi forme di prevenzione e di autotutela, nonché alimentando il senso civico di ognuno su un fenomeno che riguarda non solo lo sviluppo della nostra economia, ma che attiene direttamente alla salute del consumatore.La forza del contrasto, per raggiungere risultati visibili, necessita a priori di un’azione sinergica a livello provinciale, una ampia alleanza tra imprese, soggetti sociali e associazioni di categoria, consumatori e forze dell’ordine, finalizzata ad un forte investimento culturale per accrescere la cultura della legalità, della salute e della sicurezza, mettendo in atto azioni comuni di prevenzione.
Ancora gesti di generosità verso i cittadini di Tolentino vittime del sisma. Nei giorni scorsi il carabiniere Vito Capone, in servizio presso la Stazione di Sarnano, accompagnato dal Maresciallo Lorenzo Ceglie, ha consegnato e donato presso il punto raccolta e stoccaggio aiuti in piazza della Libertà, dieci scatoloni di vestiario invernale e diversi piumoni, raccolti dai componenti del Coro della chiesa San Domenico a San Vito dei Normanni.
Dopo la chiusura per inagibilità dello stabile del reparto di Dialisi di Tolentino a causa del sisma del 30 ottobre, i pazienti si sono spostati a Macerata per continuare le loro cure.Lunedì, 28 novembre, dopo circa venti giorni di lavoro, riaprirà il reparto riallestito nella parte agibile così da poter offrire ai 48 pazienti la possibilità di poter rimanere a Tolentino e non spostarsi a Macerata. Un esempio di efficienza e buona amministrazione in un periodo di emergenza.Già da due settimane per i pazienti era possibile passare la notte in ospedale a Tolentino dopo la dialisi grazie al rifacimento di una porzione di impianto dell’acqua in tempi ripidissimi. Bisogna tener presente che molti dei pazienti sono persone anziane e alcuni senza una casa a cui far ritorno perché crollata o inagibile. Aver potuto offrire un letto dopo la terapia è stato un grande aiuto per queste persone.“Vedere il reparto chiuso per inagibilità è stato un gran dolore” spiega il primario, dottor Sopranzi “Avevamo inaugurato il reparto poco più di un anno fa e non è stato facile affrontare la situazione di emergenza, ma grazie ad un ottimo lavoro di collaborazione tra il direttore Maccioni, l’ufficio tecnico e le aziende che si sono incaricate dei lavori, nel giro di poco tempo abbiamo di nuovo riportato i pazienti a Tolentino”.La difficoltà dei lavori, svolti in tempi rapidissimi, è dovuta al fatto che il reparto è stato trasferito in una palazzina che ospitava uffici e ambulatori medici. La dialisi, oltre ad avere macchinari complessi, necessita di una predisposizione di un’impiantistica particolare per poter effettuare la terapia.“La collaborazione tra le varie figure a lavoro subito dopo il sisma, ha permesso di limitare i disagi per i pazienti e i loro familiari” continua il dottor Sopranzi “fortunatamente una stanza è rimasta agibile ed è stata messa in funzione dopo una settimana dalla grande scossa. Non sappiamo quando potremmo riaprire l’ala inagibile, ma ora ciò che conta è che per una volta si deve sottolineare una buona notizia, una buona sanità che si è impegnata per essere efficiente”.Intanto, ieri sera sono stati risolti in brevissimo tempo i problemi causati dal malfunzionamento di un ascensore all'ospedale di Macerata. Il guasto è stato segnalato alle 18.23 e l'ascensore è stato liberato alle 18.45. Il normale funzionamento è stato ripristinato alle 19.40. Un esempio di efficienza, con la persona liberata in 22 minuti e il guasto riparato in 55 minuti, consentendo di tornare alla normalità in brevissimo tempo.
Oggi, come noto, ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita nel dicembre del 1999 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che invita ogni anno i governi, le organizzazioni internazionali e le Istituzioni ad organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in questo giorno.In linea con le in iniziative già promosse dalla Polizia di Stato contro la violenza sulle donne connesse al progetto denominato “…questo non è amore”, si è colta l’occasione della ricorrenza per dare seguito all’attività della Questura di Macerata su questo delicato fronte con l’obiettivo diffondere una sempre più incisiva cultura della legalità e di avvicinare progressivamente le vittime di questi reati.Nella convinzione infatti che quello della violenza sulle donne sia un fenomeno culturale che va affrontato e combattuto attraverso una corretta informazione rivolta alle persone e soprattutto ai giovani, questa mattina personale specializzato della Questura di Macerata in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne ha incontrato gli studenti del liceo scientifico "Galileo Galilei" di Macerata.Presenti all’incontro, il Dirigente della Squadra Mobile di Macerata Vice Questore Aggiunto Dr. Alessandro Albini, l’Avv. Bianca Verrillo del Centro Anti violenza nonché personale specializzato della sezione reati contro la personale della Squadra Mobile e della Divisione Anticrimine.Agli studenti, che si sono mostrati molto interessati agli argomenti trattati, è stato illustrato il progetto promosso dalla Polizia di Stato “… questo non è amore” e quali sono ad oggi gli strumenti messi in campo dalle Istituzioni ed in particolare dalla Polizia di Stato, per la prevenzione ed il contrasto al triste fenomeno della violenza sulle donne.Altre iniziative promosse dalla Polizia di Stato su questo tema sono in programma anche per il prossimo mese di Dicembre sia a Macerata che in altri comuni della provincia.
L’appello al primo cittadino, Romano Carancini, arriva da Facebook. In via Marchetti ignoti avvelenano i gatti lasciando esche lungo la strada. Un pericolo, non solo per i mici ma anche per i bambini che possano venirne a contatto.A mettere in luce il pericolo per gatti e persone anche il dottor Raul Brambatti che chiede l’intervento del sindaco per trovare i colpevoli e punirli “in modo esemplare come prevede la legge”.Anche l’associazione Zampa Amica ha lanciato l’allarme sul gruppo Facebook “Sei di Macerata se…” denunciando la morte dell’ennesima vittima felina con una polpetta avvelenata, mercoledì scorso, sempre nella zona tra via Marchetti e via De Amicis.