Era arrivato soltanto domenica a Ischia per passare le ferie insieme alla moglie e al figlio di tredici anni, ma ora aspetta solo un traghetto che lo riporti sulla terra ferma. Gionata Del Pupo, consigliere comunale della Lega Nord a Tolentino, ha rivissuto nuovamente ieri sera il dramma del terremoto che poco più di un anno fa aveva lesionato la sua abitazione.
"Ieri sera eravamo nel ristorante dell'albergo a Forio, un locale che si trova addirittura qualche metro sotto terra, quando improvvisamente è andata via la corrente. Qualche frazione di secondo e ha iniziato a tremare tutto. Non si sono accese neanche le luci di emergenza: so soltanto che, senza capire come, ci siamo trovati sulle scale con gente che urlava e siamo stati letteralmente trascinati di fuori".
La famiglia di Gionata Del Pupo ha passato la notte all'addiaccio: "Abbiamo dormito tutti di fuori, tutti avevamo paura a rientrare in albergo. Con noi c'era anche una comitiva di Rigopiano dove c'erano anche diversi ragazzi che hanno fatto amicizia con mio figlio: sono sconvolti, non fanno altro che piangere. L'ottanta per cento delle persone che erano qui in villeggiatura se ne sta andando. Anche noi, non appena troveremo un traghetto disponibile, vogliamo andare via".
In quella zona a poco più di cinque chilometri da Casamicciola, fortunatamente, non ci sono stati crolli nè feriti. "Da quello che sappiamo, i danni ci sono stati a Casamicciola e i crolli hanno interessato soprattutto case vecchie. Per quello che mi riguarda, dopo l'esperienza che avevamo vissuto a Tolentino, posso dire che sono rimasto perplesso quando è stata diffusa una magnitudo 3.6: sicuramente era molto più forte, anche se non è durato più di dieci secondi. Però in quei secondi abbiamo rivissuto tutta la paura di un anno fa a Tolentino".
Allarga troppo la curva mentre percorre in bici la discesa di via dei Velini e all'incrocio con Montanello finisce contro il guard rail e rimane incastrato.
E' la disavventura capitata questa mattina a Macerata a un giovane di colore. Il ragazzo ha fatto tutto da solo: non è riuscito a mantenere l'equilibrio e sbandando ha terminato la sua corsa proprio in mezzo al guard rail.
Prontamente soccorso, sul posto sono intervenute un'ambulanza e un'automedica: il giovane è stato trasportato in ospedale. Le sue condizioni non sarebbero gravi. I rilievi sono stati svolti dalla polizia locale di Macerata.
Tanta paura, ma fortunatamente conseguenze fisiche non gravi, per un incidente che si è verificato intorno alle 13.50 di oggi all'altezza dello svincolo di Morrovalle della superstrada 77.
Per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale, sono entrate in collisione una Fiat Punto e una Mercedes Classe A che proveniva dalla direzione opposta, entrambe guidate da due donne. Nell'urto, la Punto si è ribaltata e la 29enne alla guida del mezzo è rimasta ferita.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che accompagnato la giovane in ospedale a Civitanova per accertamenti: le sue condizioni non sono gravi.
(foto d'archivio)
Grave investimento intorno alle 17 di oggi a Tolentino nella zona di Palazzo Europa, di fronte ai giardini John Lennon.
Una donna di 80 anni di Tolentino, che abita poco distante dal punto in cui è avvenuto il fatto, è stata travolta mentre attraversava la strada da una Lancia Y condotta da una donna del posto. La signora al volante si è subito fermata per soccorrere l'anziana e nel giro di pochissimo sul posto sono intervenuti i sanitari del 118.
La donna è stata trasportata all'ospedale di Macerata: le sue condizioni sono gravi. Per i rilievi, sul posto è intervenuta la polizia locale
Allarme per una partita di droga probabilmente tagliata male. Dopo i casi di overdose di Porto Recanati e Tolentino dei giorni scorsi, questo pomeriggio intorno alle 17 si è verificato un nuovo caso a Civitanova.
Un uomo sui 35 anni di nazionalità italiana si è infatti accasciato a terra per un'overdose davanti all'ingresso della stazione poco dopo le 17.
Sul posto sono intervenuti un'automedica e un'ambulanza della Croce Verde.
Scene da far west questa mattina a Civitanova. Intorno alle 12,30, in viale Matteotti in corrispondenza dell’ingresso dei giardini, un uomo è sceso dalla sua Rénault seminando il panico con una mazza da baseball.
Destinatario dell’insano gesto il conducente di una Fiat Panda di Civitanova che, a quanto pare, provenendo dalla piazza XX Settembre non avrebbe dato precedenza all’altro automobilista. La reazione è stata spropositata.
Il proprietario della Rénault si è fiondato fuori dall’abitacolo dell’auto e, armato di una mazza da baseball, ha dato la caccia all’altro conducente che, nel frattempo, se l’era data a gambe parcheggiando in malo modo la propria macchina sul marciapiede dei giardini. A niente è valsa la fuga: poco dopo, infatti, è stato raggiunto. Il conducente della Renault, accecato dall’ira, ha sferrato parecchi colpi al torace, ad una spalla e in altri punti del corpo al possessore della Panda.
Qualcuno ha provvidenzialmente chiamato i soccorsi e in breve sul posto sono arrivati i sanitari in ambulanza con la quale il ferito è stato trasportato in ospedale. In un secondo momento, il conducente della Rénault è tornato dove era parcheggiata la Panda e ne ha mandato in frantumi i vetri con la stessa mazza con cui aveva violentemente colpito la vittima della sua aggressione.
Sul posto i carabinieri e la polizia municipale che ha provveduto a ripulire la carreggiata dai vetri e a riposizionare uno dei pali all’ingresso posteriore dei giardini. La posizione dell'aggressore è al vaglio delle autorità inquirenti.
Un gesto assurdo. Un atto folle contro uno degli esemplari più belli e rari di aquila reale presenti nelle Marche. A denunciare il fatto è il dottor Jacopo Angelini, delegato Wwf Italia per la Regione Marche.
"E' stato recuperato dall'Enpa di Fabriano un giovane di aquila reale, appena involatosi il 28 luglio 2017 nel parco regionale Gola della Rossa e di Frasassi, ritrovato sparato nella zona di Albacina di Fabriano.
Le lastre radiografiche effettuate dalla clinica veterinaria Sant'Anna di Fabriano hanno evidenziato nel cranio e nel corpo numerosi pallini di piombo per la caccia e tale situazione con rischi neurologici e di avvelenamento da piombo rischia di far morire il giovane di aquila reale,che fa parte della popolazione di aquila reale dell'appennino umbro-marchigiano, che studio da oltre 30 anni.
Questo grave atto di bracconaggio deve essere represso e chiediamo ai carabinieri forestali di effettuare indagini di polizia giudiziaria per trovare il colpevole che deve essere condannato duramente. Il Wwf si costituirà parte civile in un eventuale processo e a chi darà informazioni utili per trovare il colpevole pensa di dare una ricompensa economica. Dopo gli incendi che hanno colpito questa estate il parco del San Bartolo e il Conero questo è un ennesimo attacco alla biodiversità dei parchi della regione Marche.La coppia di aquila reale del parco Gola della Rossa e di Frasassi è l'unica della provincia di Ancona ed è rara e preziosa per gli equilibri degli ecosistemi appenninici".
Ancora un grave investimento questa mattina a Macerata. Intorno alle 10 in corso Cairoli un anziano di 90 anni è stato travolto mentre attraversava sulle strisce pedonali da un furgone.
Il conducente del mezzo si è subito fermato per soccorrere il ferito e sul posto in breve sono arrivati i sanitari del 118. Viste le gravi condizioni in cui versava l'anziano, è stata allertata l'eliambulanza da Ancona. I rilievi sono stati effettuati dalla polizia locale.
Nella notte fra domenica e lunedì, i carabinieri della Compagnia di Tolentino hanno svolto uno specifico servizio di contrasto alla guida in stato di ebbrezza alcolica lungo la strada provinciale 78, in occasione della serata conclusiva del Festival del Vino Cotto di Loro Piceno.
A finire nei guai è stata una donna di 48 anni residente del Maceratese la quale, fermata nel territorio di Urbisaglia, al controllo con l'etilometro, è stata trovata con un tasso alcolemico nel sangue pari a 1,49 grammi per litro, ben superiore al minimo consentito dalla legge. Alla donna è stata ritirata la patente e per lei è scattata anche la denuncia penale alla competente autorità giudiziaria.
Nel corso dello stesso servizio, complessivamente i militari hanno fermato 182 autovetture e controllato i conducenti, oltre ad 87 passeggeri. Sono state elevate due contravvenzioni e sottratti in tutto venti punti dalle patenti.
E' successo verso metà pomeriggio nella concessione 31, quando una disattenzione è stata fatale ad un quarantenne che si è allontanato per qualche minuto lasciando il marsupio incustodito sotto l'ombrellone. Nonostante la spiaggia fosse quasi deserta, anzi, forse proprio per questo motivo, qualcuno di passaggio è riuscito ad appropriarsi del borsello senza essere notato e al suo ritorno, il proprietario, non ha potuto fare altro che arrendersi all'evidenza.Il marsupio rubato conteneva una decina di euro, le chiavi della macchina, di casa e uno smartphone Samsung Galaxy S7 ma quello che dà più fastidio non è il danno economico ma il dover ricostruire la rubrica e soprattutto, come spesso accade a chi non si organizza con un sistema di backup, la perdita di tutte le foto contenute nel telefonino che spesso, possono avere un valore affettivo davvero notevole.
Sono 17 le richieste di rinvio a giudizio della procura di Ancona per il crac miliardario della vecchia Banca Marche e della controllata Medioleasing. I reati ipotizzati vanno dalla bancarotta fraudolenta all'ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Le conclusioni della Procura (il procuratore Elisabetta Melotti e i pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli) sono state sottoposte a luglio al Gup Carlo Cimini.
Il giudice per le indagini preliminari fisserà l'udienza entro 2-3 mesi. Fra gli ex vertici e funzionari per i quali i pm chiedono il processo ci sono l'ex dg di Banca Marche Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa. Rispetto ai 18 indagati che a gennaio avevano ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno sollecitato l'archiviazione completa delle accuse solo per l'ex vice direttore generale di Bm Leonardo Cavicchia. Mentre per Claudio Dell'Aquila (ex vice dg di Bm fino al 2009 e presidente del Cda di Medioleasing fino al 2013) la procura ha chiesto di archiviare gli addebiti relativi al default di Bm, e di rinviare il manager giudizio per le accuse relative a Medioleasing. Il difensore di Dell'Aquila, l'avv. Riccardo Leonardi, aveva depositato 100 pagine di memorie e 40 documenti nel tentativo di dimostrare l'insussistenza totale delle accuse: ma per ora l'ex funzionario Bm è stato ritenuto estraneo solo alle accuse relative alla gestione dei crediti di Banca Marche. Resta al vaglio della Procura la posizione di altri funzionari della banca e imprenditori coinvolti nell'indagine 'madre', che ha riguardato più di 40 persone; per alcuni era stata ipotizzata anche l'accusa di associazione per delinquere, ora caduta.
Al momento dunque rischiano un processo Giuseppe Michele Ambrosini (ex presidente Bm), Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Giuseppe Barchiesi (dg Medioleasing), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (Cda Bm), Massimo Bianconi (ex dg), Bruno Brusciotti (cda Bm), Lauro Costa (presidente Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D'Angelo (Cda Bm e presidente del collegio sindacale di Medioleasing), Stefano Gioacchini (Nucleo tecnico Medioleasing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Tonino Perini (vice presidente Bm), Marco Pierluca (Cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente del collegio sindacale di Bm), Stefano Vallesi (vice dg di Bm e membro del Cda Medioleasing), oltre a Dell'Aquila. Uno degli indagati, stando a indiscrezioni, avrebbe chiesto di patteggiare.
Secondo la procura, il patrimonio di Banca Marche, dichiarata insolvente nel marzo del 2016, sarebbe stato distrutto anche con ''operazioni dolose'': una sessantina i finanziamenti nel mirino degli inquirenti. Soldi concessi tra il 2007 e il 2012, con "abuso di poteri e violazione di doveri", stando all'accusa, per "conseguire un ingiusto profitto a danno della società", in una "strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi". Le difese respingono gli addebiti, sostenendo che non vi fu dolo nella gestione creditizia della banca, che non vi sarebbe alcun elemento per contestare la bancarotta e alcuna rilevanza di rapporti personali per gli affidamenti. (Ansa)
Allarme nel primo pomeriggio di oggi a Tolentino per una persona trovata riversa all'interno di un'auto parcheggiata nei pressi dello svincolo della superstrada 77 Tolentino Est.
A dare l'allarme è stato un altro automobilista che dopo aver parcheggiato si è accorto che nella macchina accanto c'era una persona che non dava segni di vita. Sul posto sono intervenuti nel giro di pochissimo tempo i sanitari del 118.
Le condizioni dell'uomo, un 40enne del posto, sono apparse in un primo momento gravissime. Poi, i medici sono riusciti a stabilizzarlo, una volta compreso che a causare il malore era stata un'overdose. L'uomo è fuori pericolo: per lui non c'è stata neanche necessità di ricovero in ospedale. Fondamentale per salvarlo, però, è stata la tempestività dei medici.
Grave infortunio sul lavoro questo pomeriggio a Tolentino.
I fatti si sono verificati intorno alle 15 nello stabilimento della Mondi Tolentino srl in via Giovanni Falcone, nella zona industriale Le Grazie.
Per cause in corso di accertamento, un uomo di 58 anni, C.G. di Gela, ha riportato un trauma da schiacciamento del torace. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 che, vista la situazione, hanno allertato l'eliambulanza.
L'elicottero, proveniente da Fabriano, è atterrato in uno spiazzo a pochi metri dall'azienda. Le condizioni del ferito sono gravissime: è in pericolo di vita.
Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, l'uomo mentre era impegnato nelle opere di rifacimento del tetto del capannone della Mondi a bordo di un cestello ad un'altezza di circa 5 metri da terra, è andato accidentalmente con il corpo a sbattere contro una trave di cemento armato rimanendo schiacciato fra la trave stessa e i comandi del cestello.
E' stato arrestato a Camerino il presunto autore di un efferato omicidio compiuto a Budoni in Sardegna. I carabinieri della Compagnia di Siniscola in provincia di Nuoro, a seguito di indagini dettagliate, avevano localizzato a Camerino il presunto omicida.
A questo punto sono entrati in azione i militari di Camerino che hanno rintracciato l'uomo e lo hanno arrestato. In manette è finito Simone Delussu, 19 anni.
L'omicidio della commerciante era avvenuto il 10 aprile scorso. La donna, Lu Xian Cha, 37 anni, era stata uccisa nel suo negozio a Budoni, sulla costa nordorientale della Sardegna. Le modalità dell'omicidio erano particolarmente cruente. La donna era stata infatti accoltellata al petto, alle braccia, alle gambe, alla gola e alla faccia: la lama infine le aveva trapassato il volto.
Dopo il giorno dell’omicidio Simone Delussu si era trasferito a Camerino per lavorare nell’ovile dello zio, aiutandolo nel pascolo delle pecore.
Ma tutto parte da quella sera del 10 aprile 2017 quando la Compagnia di Siniscola fu allertata da alcuni budonesi che avevano trovato il corpo, immerso in una pozza di sangue, della giovane cinese proprio all’interno del suo negozio nel quale trascorreva tutta la sua giornata lavorativa, per poi tornare a casa la sera dai suoi due bambini e dal marito, anche lui commerciante che si dedicava invece quotidianamente agli affari di un altro loro negozio di abbigliamento nel centro di Posada. Alla notizia, la famiglia cadde nello strazio e, dopo la commemorazione della giovane donna che aveva visto la partecipazione di tutta la comunità cinese della Sardegna e di tutta la popolazione di Budoni ad una fiaccolata in sua memoria, decise di abbandonare l’isola per tornare in Cina immersa nel suo dolore.
Ma da quel giorno, sono scattate le indagini per riuscire a scovare l’autore di quell’atroce delitto: forsennati sono stati i primi giorni dall’accaduto per risalire all’identità dell’omicida, per poi proseguire con tenacia e precisione verso l’obiettivo.
Le prime testimonianze, i rilievi tecnici sulla scena del crimine, la ricostruzione dei momenti prima dell’evento grazie alle telecamere acquisite in tutto il paese hanno permesso di arrivare alla soluzione del caso: ma andiamo per ordine.
Importanti sono stati i momenti di sopralluogo sulla scena del crimine: l’Autorità Giudiziaria, nella persona del Procuratore Capo della Procura di Nuoro, Dott. Andrea Garau, il medico legale, Dott. Mingioni, la Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Nuoro e i militari della Compagnia di Siniscola hanno effettuato un rigorosissimo sopralluogo sulla scena del crimine, senza che alcuna traccia venisse tralasciata. Dopo un primo esame, l’ipotesi che ha convinto maggiormente tutti gli inquirenti è che ci si trovasse di fronte ad una rapina, poi sfociata nel sangue, nonostante la ferocia dell’omicida e le numerose coltellate nel corpo della donna potessero indurre a pensare che quello fosse un omicidio premeditato, che potesse essere un regolamento di conti o un omicidio di carattere passionale. Ma le tracce di sangue, il coltello lasciato sulla scena del crimine, il registratore di cassa fuori posto e molti altri piccoli indizi lasciavano far presupporre che l’assassino volesse prima derubare la donna e, sfuggitagli la situazione, ucciderla poiché ormai lo aveva visto in volto.
Gli inquirenti sono tornati più volte sulla scena del crimine per capire come fosse fuggito il ragazzo, dove si potesse essere nascosto e hanno iniziato a ragionare sulle varie ipotesi su quale fosse il suo luogo di provenienza, cioè se fosse una persona del posto o uno straniero.
Prezioso l’apporto di alcuni testimoni che hanno dato un identikit dell’assassino, che hanno visto la sua via di fuga e ne hanno descritto nel dettaglio la corporatura e i vestiti che aveva indosso.
Per i Carabinieri di Siniscola era un buon punto di partenza, ma non sufficiente: il possesso di un buon identikit è risultata una buona base, ma ancora lontana dal dare un nome a quel volto, poiché nessuno lo conosceva. Lineamenti sardi, caratteri spiccatamente mediterranei, ma nessuno lo aveva mai visto prima a Budoni.
Le zone limitrofe al luogo dell’omicidio sono state scandagliate palmo a palmo fino ad arrivare ad un’importante scoperta: a poca distanza dal negozio, sono stati trovati dei pantaloni, gettati in mezzo a dei rovi. Dalla loro posizione e dalla loro particolarità dovevano per forza essere quelli dell’assassino.
Proprio grazie a questi pantaloni si è riusciti a capire tutti gli spostamenti effettuati dall’assassino prima di andare a commettere il suo omicidio: dalla visione dei filmati, grazie a quei pantaloni molto particolari, si è potuto capire cosa aveva fatto qualche ora prima a Budoni, ma ancora non si era riusciti ad arrivare a dare un nome a quel volto e a quella persona.
Importanti novità sono emerse dai rilievi tecnici nella fase del sopralluogo, poiché grazie al lavoro svolto dal RIS di Cagliari si è riusciti a stabilire che i tamponi su alcune macchie di sangue trovate nel negozio, legate a quanto trovato nei pantaloni, hanno permesso di trovare il profilo del DNA dell’assassino.
Profilo del Dna e volto, ma ancora nessun nome dell’omicida.
A questo punto sono giunte in soccorso dei militari della Compagnia di Siniscola le risultanze tecniche derivanti dal traffico telefonico che si è sviluppato il 10 aprile 2017 sul Comune di Budoni. Un lavoro imponente si è presentato agli occhi dei Carabinieri, che hanno dovuto controllare e scandagliare oltre 400mila attività telefoniche sviluppate in solo quel giorno. Ma alla fine è arrivato il risultato sperato: una telefonata poco prima dell’omicidio è stata effettuata da un cellulare nei pressi del negozio d’abbigliamento e il suo proprietario era molto compatibile con tutte le altre risultanze investigative, ovvero del volto e dei rilievi tecnici e cosa ancor più importante la conferma derivata dall’esito del matching del Dna. Grazie alle celeri risultanze elaborate dal reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari è stato possibile agli investigatori avere l’assoluta certezza che il Dna di Delussu fosse proprio quello dell’assassino.
Ragazzo di genitori separati che per un breve periodo è stato ospite della zia proprio a Budoni, con il padre agricoltore a Irgoli e la mamma trasferitasi a Reggio Calabria con un nuovo compagno. Dopo questo suo inspiegabile gesto, curiosi sono stati i suoi spostamenti: partito subito alla volta della penisola è stato infine accolto dallo zio per cercare di dimenticare questa orrenda, quanto inutile azione.
L’operazione, oltre all’arresto di Simone Delussu, ha visto l’esecuzione di altre 6 perquisizioni domiciliari nei confronti di parenti e conoscenti del ragazzo alla ricerca di elementi utili per l’indagine e nella circostanza, prezioso è stato il contributo fornito dalle Compagnie di Nuoro, Ottana, Bianco e Camerino, che hanno permesso il buon esito dell’indagine.
Paura per un ragazzo che è arrivato gonfio, dopo la mezzanotte, a causa di una reazione allergica da cibo, davanti allo stabilimento G7 davanti agli occhi sbalorditi degli astanti.
Qui è stato soccorso dall'autoambulanza della croce verde allertata x il soccorso. Sul posto l'auto medica e la polizia.
Il ragazzo è stato portato in ospedale
Disavventura per Cesare Paciotti, finito in ospedale dopo un incidente in moto.
Lo stilista intorno a mezzogiorno era a bordo della sua due ruote e stava percorrendo la strada che dalla città alta scende verso Civitanova quando, per cause in corso di accertamento, è andato a scontrarsi con un'utilitaria che proveniva dalla parte opposta.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e la polizia stradale. Paciotti è stato trasportato in ospedale per accertamenti: le sue condizioni non destano preoccupazione.
È morta a causa di un male incurabile. Antonella Redaelli si è spenta all'età di 50 anni nella sua abitazione di Chieti: era giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale locale.
La Redaelli, che da tempo lottava con un male incurabile, ha continuato a lavorare, frequentando il suo ufficio, fino a poco meno di due mesi fa. Prima di approdare nel capoluogo teatino aveva prestato servizio a Macerata come pubblico ministero.
La Redaelli lascia il marito e tre figli.
Nel primo pomeriggio di ieri la Polizia Stradale è intervenuta in via Custoza dove un individuo aveva perpetrato due furti in altrettante abitazioni allontanandosi con una bicicletta.
Nella circostanza era stato visto scappare da un cittadino che nel tentativo di fermarlo aveva ingaggiato una colluttazione nel corso della quale riportava lesioni successivamente giudicate guaribili in alcuni giorni. Durante la colluttazione il ladro, minacciando di colpirlo con una coltellata senza peraltro mostrare alcuna arma, era riuscito a divincolarsi scappando a bordo di una bicicletta. Il soggetto veniva descritto come un uomo di carnagione scura, presumibilmente di origine nord africana che era scappato a bordo di una bicicletta della quale è stata fornita la descrizione. Subito veniva diramata la nota di ricerche del malvivente che dopo alcuni veniva individuato dagli agenti della “Volante” all’altezza dei semafori di Corso Umberto I. La perquisizione effettuata ha permesso di rinvenire nel cestello della bici numerosi oggetti risultati rubati poco prima tra i quali due macchine fotografiche, due orologi, un ipod e un telefono cellulare Samsung. Non sono stati ritrovati invece alcuni monili in oro e alcuni orologi di cui l’uomo si è probabilmente disfatto prima dell’arrivo della Polizia.
L’uomo, di origini tunisine residente a Civitanova Marche è stato deferito all’A.G. per il reato di furto aggravato.
Incidente sulla statale a Porto Potenza nei pressi del Santo Stefano.
Una moto e due auto coinvolte, ad avere la peggio il motociclista, L.T. che è rimasto inerme sull'asfalto. Lo scontro si è verificato intorno alle 19.40. Sul posto vigili del fuoco e 118. Il centauro è stato trasportato all'ospedale di Civitanova.
Verso le ore 10 di questa mattina la polizia stradale è intervenuta a Macerata a seguito di una lite tra un’80enne ed il figlio di 50 anni per motivi legati all’attività commerciale di quest’ultimo.
Al momento dell’intervento l’aggressore, che aveva minacciato il figlio con una mazza, si era allontanato dal luogo. Dalle informazioni raccolte sul posto, gli agenti hanno appreso che l’anziano era possessore di alcune armi da fuoco motivo per cui si è proceduto all’immediato ritiro delle stesse (5 pistole e un fucile da caccia) a scopo cautelativo.
La posizione dell’80enne è al vaglio dell’A.G.. Sono inoltre in corso ulteriori accertamenti sotto il profilo della detenzione delle armi per le quali sono state riscontrate delle irregolarità nelle pratiche relative alla detenzione.