E' passato più di un anno dal terremoto, ma ancora fa molto parlare, probabilmente perché molto di quello che era stato promesso non è stato ancora fatto. Ad interessarsi anche Luciana Litizzetto, comica, conduttrice, cabarettista italiana, che durante uno dei suoi monologhi all'interno del programma "Stasera CasaMika" andato in onda ieri sera su Rai2, ha proprio parlato del sisma. Un discorso generale, fatto con ironia ma allo stesso tempo serietà, incanalando tutta l'attenzione degli spettatori. E' partità dalle paure in generale, passando dall'olio di palma fino ad arrivare agli attacchi terroristici per poi concludere con il sisma.
La paura del terremoto, una paura reale, vera e concreta, presente in Italia, che la Litizzetto definisce come una presenza costante .
"Hai paura quando la terra trema, ma hai paura anche per il dopo, perchè non sai cosa accadrà dopo quegli istanti. Sono molti anni dal sisma a L'Aquila e più di un anno da quello ad Amatrice e ancora molta gente non ha una casa. Troppi inverni, troppi mesi: troppo tutto: non avere una casa è un'angoscia infinita. Pensiamo alla nostre case, piene di ricordi e di oggetti, un luogo di radici e di fondamenta che da un minuto all'altro hai piu. Se la casa crolla crolliamo noi, andiamo giù, in mille pezzi e ci sbricioliamo; la nostra storia diventa maceria crollano. La memoria, il presente e persino un'ipotesi di futuro spariscono"
Un discorso toccante, denso di significati, che ha fatto ammutolire uno studio televisivo intero, ma anche a tutti coloro che erano davanti allo schermo, rapiti dalle parole della conduttrice, la quale ha rivolto un pensiero a tutti coloro che non hanno più un tetto sotto cui ripararsi, il loro tetto, i loro effetti personali, coloro che si sono svegliati in una camera d'albergo lontani dai loro luoghi. Poi la Littizzetto si è rivolta ai politici italiani, direttamente al Primo Ministro Gentiloni.
Bisogna ripartire dal tetto, subito. Anzi prima di subito, dal momento che dovrebbe essere la priorità dei nostri politici. Andate nelle Marche: ad Amatrice, Visso, Tolentino, Castelluccio. Andate a conoscere le persone, state li due settimane a contatto con i luoghi. Perchè la politica è servizio. Non si può dare la colpa alla burocrazie: la burocrazia è lo Stato e lo Stato siete voi, voi che vi sedete e prendete decisioni. Quanto costa un F35? 100 milioni di euro? Non potremmo comprare quattro aerei in meno? Con una cifra del genere si potrebbero costruire circa 2 mila di casette"..
In collaborazione con i Frati Cappuccini e i produttori di Visso, il progetto "Vissosteniamo&friends" ha organizzato una cena che si terrà sabato 2 dicembre presso il Convento dei Frati Cappuccini di Recanati.
Il progetto è nato dall'iniziativa di alcuni ragazzi di Visso, tra cui Christian Mocci, Alessandra Grasselli e altri ragazzi del "bronx", nome che loro stessi hanno dato al campo roulotte in cui vivono da più di un anno a seguito del sisma.
"Vissosteniamo" ha l'obiettivo di ripromuovere il territorio del comune di Visso e di tutto l'Alto Nera, duramente colpito dal sisma dell'ottobre 2016, che da sempre ha attirato un gran numero di turisti sia per le bellezze artistiche e naturali, sia per alcune eccellenze gastronomiche. Per questo si intende promuovere feste, eventi di qualsiasi tipo che possano incentivare lo sviluppo economico e culturale del territorio, che facciano conoscere le attività commerciali che cercano faticosamente di riprendere una situazione lavorativa di normalità attraverso la valorizzazione di prodotti locali, delle tradizioni e della conoscenza dell'ambiente montano dei Sibillini.
La solidarietà non si ferma. Questa volta a dare il proprio contributo è stata la ditta "Tontarelli", l'azienda di castelfidardo che produce casalinghi in plastica.
L'azienda, che aveva già mostrato la propria vicinanza ai terremotati lo scorso anno, ha deciso di donare un kit di loro prodotti ai vissani che rientreranno nelle casette. Il sindaco Giuliano Pazzaglini ha ringraziato con un post scritto nel suo profilo Facebook Sergio e Chiara Tontarelli.
"Dopo l'aiuto che ci hanno dato l'anno scorso- scrive Pazzaglini -, anche con la partecipazione dei dipendenti della società che in parte ho incontrato ieri, hanno deciso di donare un kit di loro prodotti ai Vissani che rientreranno nelle casette... Come dico sempre in questo dramma è emersa la parte migliore dell'Italia... Il buon cuore degli Italiani... Sarà dura ma ce la faremo..."
Da lunedì 20 novembre arriva nei cinema delle Marche, e poi in tutta Italia, il docufilm "La Botta Grossa" (Leggi qui ).
Il regista Sandro Baldoni racconta con le immagini il dramma del terremoto nelle terre marchigiane. Quella del 30 ottobre del 2016 è stata la scossa più forte in Italia degli ultimi 40 anni e Baldoni mostra come la popolazione l'ha vissuta.
Un racconto da dentro il terremoto, fatto da chi è rimasto fuori casa, come lo stesso regista. Un road-movie tra Marche e Umbria, da Porto Sant'Elpidio a Tolentino, Visso, Ussita e Macereto per giungere a Norcia, tra strade dissestate, tra villeggiature forzate al mare, scuole improvvisate, palestre divenute studi di psicologi, alternanze tra mondo web e racconti di anziani.
Il docufilm, prodotto da Acqua su Marte con Rai Cinema, con il sostegno di Lombardia Film Commission, arriva nelle sale italiane distribuito da Luce-Cinecittà.
Giulia, la prima bimba di Visso nata dopo il terremoto, arriva oggi in paese, dopo un lungo periodo trascorso in ospedale: è nata prematura il 25 settembre scorso, nel nosocomio di Macerata, poi è stata ricoverata al pediatrico di Ancona e poi nell'ospedale regionale di Torrette. I genitori, Romina e Giulio Fattori, dopo le scosse vivevano in roulotte, e Giulia, di fatto, è nata già 'sfollata'. La consegna delle casette da parte del Consorzio Arcale è in ritardo, e la famiglia starà per qualche giorno in una sistemazione provvisoria. Il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini assicura però che la Sae dei Fattori ''è pronta''.
''Manca la verifica di un impianto - dice all'ANSA - ma la consegna è questione di pochissimi giorni. Ed entro il 25 novembre contiamo di consegnare tutte le 40 casette del campo sportivo''. Come la Regione Marche, Pazzaglini ha più volte contestato ''i forti ritardi nei lavori di Arcale'', che si è aggiudicato l'appalto della Protezione civile nazionale. (Ansa)
Il Tg5 fa un passo indietro e, dopo il servizio di inizio settimana che puntava il dito contro il Consorzio Stabile Arcale, responsabile secondo l'assessore alla Protezione Civile Sciapichetti addirittura di non trovare gli operai da mandare nei cantieri, nell'edizione delle 20 di ieri ha indicato come causa dei ritardi le regioni e la protezione civile, responsabili di aver rallentato i provvedimenti.
Lunedì è prevista la prima neve e per tante, troppe persone che hanno perso qualsiasi cosa nel terremoto dello scorso anno, questo sarà il secondo inverno senza un vero tetto sopra la testa. Non quello della propria abitazione (per quelle case chissà quanto ci vorrà per ricostruirle) ma almeno quello di un prefabbricato, quelle soluzioni abitative d'emergenza che chiamiamo "SAE". Visto che di emergenza si tratta, ci si aspetterebbe di vederle pronte in tempi brevissimi, cosa che invece non sta accadendo.
Le SAE montate avrebbero dovuto essere 3702, ma nella realtà ne sono state consegnate solo 1103. Questo significa che solo una famiglia su tre affronterà il secondo inverno disponendo di una casa sufficientemente protetta, seppure di emergenza. Purtroppo in alcuni comuni la situazione è ancora più difficile: a Ussita, zero casette su 87 previste, a Visso, zero su 238, a Castelsantangelo sul Nera, 11 su 63 e a Pieve Torina, 40 su 208. Nonostante ciò, la protezione civile si dimostra ottimista e garantisce che per per dicembre si dovrebbe arrivare a consegnare l'80% delle case previste.
Oggi, 7 novembre 2017, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornata a visitare il cratere maceratese.
Questa volta la prima tappa è stata a Pieve Torina. Dopo una breve visita presso il centro del paese il Presidente della Repubblica si è intrattenuto a parlare con gli abitanti in primis con Fernanda una signora di 93 anni la quale ha ringraziato il presidente di essere venuto e gli ha presentato la sua pro nipotina Greta, figlia di sua nipote Maria Francesca. Al capo dello Stato ha fatto molto piacere avere in braccio la bambina per qualche minuto.
Subito dopo il Presidente della Repubblica ha fatto un giro per le SAE e si è trattenuto presso una coppia di anziani Raffaele e Giuseppina prendendo un caffè e ha chiesto alla coppia come si trovavano nella casetta. Molto contente le persone presenti che hanno detto a Mattarella: "È un piacere averla qui" e quest'ultimo ha risposto "Sono molto contento di vedervi".
Salutando le persone ed i bambini delle scuole, Mattarella ha ricevuto in regalo un libro fotografico da parte di Don Candido Pelosi, uno dei parroci di Pieve Torina e il sacerdote ha dichiarato di essere molto felice per questa giornata così importante. Finita la visita a Piev Torina, Sergio Mattarella è partito alla volta di Castelsantangelo sul Nera e Visso.
Soddisfatto il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci ha detto "La visita del Presidente della Repubblica è un motivo di orgoglio per Pieve Torina e sono grato al Capo dello Stato di aver scelto questo territorio in modo da rendersi conto le criticità che stiamo vivendo e che deve affrontare la popolazione. Mattarella si è fatto portatore delle richieste che ho rivolto in funzione di una ripartenza per evitare che le zone montane si desertificano, sulla scorta di questo una grande accoglienza da parte della popolazione con la sobrietà e la dignità da parte chi ha perso tutto".
La questione delle SAE per i terremotati lunedì era finita sui tg nazionali. Una sorta di scandalo nazionale, condito da diverse spiegazioni, non ultima quella che le ditte responsabili della posa delle casette non avrebbero personale a sufficienza per montarle.
Il consorzio fiorentino Arcale, affidatario di una fetta del maxi appalto Consip, è finito sul banco degli imputati. A fronte delle 1521 casette da consegnare, ad oggi ne sarebbero state fornite solamente poco più di 250. E a dire questo a Il Giornale è l'assessore regionale Angelo Sciapichetti: "il Consorzio Stabile Arcale ci ha detto che non trova operai da mandare quì". Su 1500 SAE, in tutta la regione ne sono state consegnate 260. E mentre è già partito lo scontro a suon di carte bollate tra l'amministrazione regionale e le ditte, per la prima volta il presidente del Consorzio Stabile Arcale Giorgio Gervasi, spiega la sua versione dei fatti. Che non collima affatto con quella della Regione.
Lo abbiamo incontrato all'Hotel Cosmopolitan di Civitanova, dove ha accettato di raccontarci la versione di Arcale, mostrandoci anche tutti i documenti in suo possesso.
"Siamo vittime di una strumentalizzazione politica, non posso pensare a niente di diverso. Arcale è l'ultima ruota del carro ed è facile che diventi il capro espiatorio di tutta la vicenda": esordisce così Gervasi che poi inizia a snocciolare numeri.
"Sono state consegnate 537 Sae al primo novembre. In cinque giorni ne sono state consegnate altre settanta. Abbiamo al lavoro nei cantieri circa 500 persone: non abbiamo mai dichiarato di non avere operai sufficienti per portare avanti il lavoro. Nel mese di novembre contiamo di consegnare fra 350 e 400 Sae".
Da cosa dipendono i ritardi allora? "I ritardi dipendono dai tempi di urbanizzazione delle aree, dalla scelta delle aree e dalla burocrazia che deve rispettare dei passaggi formali. Le urbanizzazioni, infatti, vengono realizzate con il Codice degli appalti in regime ordinario e non di emergenza. E' stata una scelta politica: noi avevamo segnalato fin dall'inizio che avrebbe potuto comportare gravi problemi. E i problemi sono arrivati.
Devo precisare che le urbanizzazioni fanno capo alla Regione. Il Comune pensa solo alla scelta delle aree. Da lì in poi fa tutto capo alla Regione. Noi dal momento in cui ci vengono consegnate le aree, abbiamo sessanta giorni per consegnare a nostra volta le Sae. A questo punto, la Regione deve completare la parte finale delle urbanizzazioni di secondo livello prima che i cittadini possano prendere possesso della casetta. Se non ci consegnano le aree, come fanno a dire che la colpa dei ritardi è la nostra?".
Nello specifico, Gervasi spiega, ad esempio la situazione di San Severino. "A San Severino il 19 giugno inizia l'urbanizzazione. Per il 4 settembre doveva essere consegnata tutta l'area per permettere il montaggio delle oltre 100 Sae previste. Invece, il 4 settembre ci viene consegnato un primo pezzo di area per 29 Sae; il 18 settembre un secondo pezzo per circa altre 40 Sae e, infine il 9 ottobre l'ultima area. Ci è voluto il tempo dal 4 settembre al 9 ottobre per prendere possesso dell'intera area. Il primo lotto di Sae è stato consegnato il 3 novembre, un secondo sarà consegnato il 17 novembre. Il terzo e ultimo sarà consegnato per l'8 dicembre. A quel punto, dipenderà dal tempo necessario a completare le urbanizzazioni di secondo livello. Per quanto ci riguarda, cercheremo di accontentare il sindaco che ci ha chiesto di poter consegnare il terzo lotto con qualche giorno di anticipo per consentire a tutti i suoi concittadini di poter entrare nelle casette prima di Natale. Ce la metteremo tutta".
Altra nota dolente: la questione Visso, dove il sindaco ha più volte detto di voler portare in giudizio Arcale per i ritardi. "Porto l'esempio dell'area Visso Cesare Battisti. Il progetto esecutivo è stato approvato il 19 maggio. L'urbanizzazione è iniziata il 13 luglio e l'area è stata consegnata ad Arcale il 30 ottobre. Come ribadisco, noi a quel punto abbiamo 60 giorni per consegnare le Sae e successivamente sono necessarie le opere di urbanizzazione secondaria. E' responsabilità di Arcale se le casette non arriveranno per Natale? Per farci entrare nell'area sono passati novanta giorni. Del ritardo dal 2 agosto al 30 ottobre, chi ne risponde? Questi che vi dico sono dati ufficiali della Protezione Civile, non di Arcale".
La Regione dice che applicherà delle penali. Si è vociferato anche di una possibile revoca dell'incarico ad Arcale. "Sì, ci hanno applicato delle penali che ritengo illegittime per ritardi di 5, massimo 10 giorni e le abbiamo contestate. Spesso, per accelerare i lavori consentiamo alle imprese delle urbanizzazioni di entrare nelle aree mentre noi stiamo lavorando, con comprensibili disagi per i nostri operai. Vedremo se la Regione vorrà trovare una soluzione bonaria, ma noi siamo pronti ad andare davanti a un giudice. La questione della revoca, invece, è assolutamente improponibile. Qualora venisse percorsa questa strada, ci si troverebbe di fronte al blocco totale delle Sae per mesi e mesi. Comunque, appare evidente che il problema non sono i dieci giorni di ritardo di Arcale, ma i tre mesi per la consegna delle aree".
In questo quadro, ora va considerata anche la possibilità che arrivino pioggia e neve a rallentare ulteriormente i lavori e di conseguenza la consegna delle casette. E il rischio concreto di aspettare ancora per diversi mesi la consegna delle Sae.
Niente casette per Natale a Visso. La brutta notizia, che in realtà era nell'aria già da qualche settimana, è stata ufficializzata questa mattina dal sindaco Giuliano Pazzaglini.
"Terminato l’ultimo sopralluogo" scrive Pazzaglini "non posso che prendere atto e comunicare a tutti che per Natale non riusciremo a consegnare nessuna area, esclusa, forse, quella del campo sportivo.
La prossima settimana organizzerò degli incontri in località da individuare per aggiornare gli assegnatari e per valutare le azioni da fare.
Oltre a quella legale nei confronti del consorzio, su cui stiamo lavorando e alla quale eventualmente potrebbero aderire anche i privati, la discussione verterà anche su quali altre azioni compiere.
Come sempre la mia lealtà è nei confronti della popolazione quindi do disponibilità piena a realizzare qualunque iniziativa si decidesse di intraprendere.
In attesa di comunicare date e luoghi chiedo a tutti di diffondere la notizia che stiamo organizzando".
Una nuova struttura per i commercianti e gli artigiani di Visso. Questa mattina infatti, è stato presentato il progetto della nuova struttura, che sarà donata da Enrico Bracalente, imprenditore calzaturiero nonché amministratore unico del brand NeroGiardini, presente all'evento insieme al sindaco Giuliano Pazzaglini. L'impianto avrà una grandezza di circa 200 metri quadrati e al suo interno saranno poi sistemate le attività commerciali, ad esempio quelle dei prodotti tipici, enogastronomici e molto altro. Il costo complessivo è di circa 150mila euro.
Tenendo conto delle condizioni climatiche, i lavori inizieranno al più presto nell'area all'ingresso di Visso, presso l'area ex-Park Hotel, ovvero una posizione strategica e facilmente raggiungibile. Un grande gesto, quindi, quello fatto da Bracalente rivolto a tutti i commercianti che da più di un anno stanno lavorando in condizioni pessime o che, peggio ancora, hanno perso la loro attività.
Domani 3 novembre alle ore 11 il dottor Alessandro Bracalente, amministratore unico della B.A.G. srl titolare del brand Nero Giardini, terrà una conferenza presso la sede provvisoria del comune di Visso (locali ex piscina comunale).
Durante il convegno il dottor Alessandro Bracalente illustrerà le modalità di donazione per la realizzazione di una sala polifunzionale a servizio degli artigiani e commercianti vissani duramente colpiti dal sisma dello scorso anno.
Ad un anno esatto dalla violenta scossa del 30 ottobre 2016 che ha devastato il centro Italia, al Tg5 di ieri è andato in onda un servizio sulla situazione attuale a Visso ed Ussita, evidenziando come la ricostruzione sia ostaggio della burocrazia e pochissime casette siano state consegnate, alla vigilia del secondo inverno.
"Il 30 ottobre del 2016, in pochi istanti, Visso si è trasformata in un cumulo di macerie. I rappresentanti delle istituzioni promisero che in qualche mese sarebbero state costruite 237 casette. A un anno esatto dal sisma che ha devastato il centro Italia, Visso, uno dei comuni più colpiti, non ne ha vista arrivare nemmeno una, provocando la solita querelle a colpi di carte bollate fra i vari enti coinvolti, a cominciare dalla regione che accusa la ditta che si è aggiudicata l'appalto, il consorzio fiorentino Arcale, chiamato a gestire una porzione del maxi appalto Consip, per produrre e posizionare 780 casette, nel quadrante tra Visso, Ussita, Pieve Torina e Castelsantangelo sul Nera. Ne sono arrivate solo 30, Visso e Ussita sono a zero".
Mentre si assiste al solito rimpallo di responsabilità, il sindaco di Visso, Giuliano Pazzagliani, non nasconde la rabbia a causa della burocrazia che richiede nove passaggi diversi quando nel post terremoto de l'Aquila era tutto in mano alla protezione civile. "E' il terremoto della burocrazia - afferma il primo cittadino - hanno reso più complesse le procedure invece di semplificarle". A bloccare decine delle ricostruzioni contribuisce addirittura un regio decreto del 1904 che nessuno fra parlamento e governo ha preso mai preso l'iniziativa di abrogare. Il sindaco chiede una legge speciale da un anno ed ora pensa addirittura di costituire una class action per denunciare il consorzio.
Le telecamere della storica trasmissione itinerante di Rai 1, condotta nella sua edizione domenicale da Daniela Ferolla e Patrizio Roversi, sono tornate nel maceratese per l'anniversario del terremoto. Nella puntata di ieri, i due inviati hanno raccontato il post terremoto sia dal versante umbro che da quello marchigiano, con servizi da Norcia, Preci e Castelluccio per Daniella Ferolla e dal lato marchigiano, Patrizio Roversi ci ha mostrato quanto sta succedendo a Visso, Pieve Torina, Camerino e Tolentino.
La puntata è iniziata con una ricognizione dall'elicottero con Roversi ed il giornalista Carlo Cambi che hanno sorvolato il maceratese evidenziando i problemi delle piccole imprese agricole e zootecniche, che non essendo in un sistema "a rete" hanno difficoltà anche a ricevere gli aiuti, perché devono essere raggiunte singolarmente una per una. Si fa notare inoltre come i terremoti abbiano sconvolto l'equilibrio idrico della zona, con delle fonti che sono scomparse.
Camerino dall'alto sembra quasi integra, dicono gli inviati, per via dei muri perimetrali quasi intatti, quando in realtà tutto il centro storico è zona rossa e le devastazioni sono all'interno delle costruzioni. Si passa poi alle gole del Nera, con la famosa strada interrotta da più di un anno perché allagata dal fiume che ha subito una deviazione a causa del terremoto. Strada fondamentale per l'economia della zona, dalle produzioni tipiche al turismo dell'alta Valnerina che fortunatamente si sta riaprendo in questo periodo, anche se con passaggi contingentati per il momento. Il volo in elicottero è terminato a Visso, il cuore dei Sibillini, dove c'era la sede del parco. La città è rasa al suolo ed è completamente zona rossa dice Carlo Cambi. In collegamento dalla zona rossa di Camerino, si parla di smaltimento delle macerie con il direttore generale del Cosmari Giuseppe Giampaoli, il quale spiega tutti i passaggi che occorrono affinché i resti di edifici sia storico-artistici che privati vengano rimossi e trattati e quasi totalmente recuperati, destinando allo smaltimento solamente tra l'uno e l'uno e mezzo percento. Sempre a Camerino, la puntata prosegue all'interno del pastificio, che con il suo nuovo stabilimento è uno dei simboli della rinascita.
A Pie' Casavecchia, frazione di Pieve Torina, Roversi ha incontrato il signor Attilio, un allevatore di capi bovini che non ha mollato, resistendo allo scorso inverno con la stalla inagibile e che ne ha ricevuta solamente la scorsa primavera, una provvisoria. La puntata si è chiusa dal santuario di Macereto, dove l'architetto Nicoletta Gandolfi ha parlato di prevenzione, spiegando la necessità di predisporre dei dispositivi come cordoli, catene e tiranti, che riescano a proteggere in maniera significativa dagli effetti del terremoto e con due allevatori, Michela Paris e Stefano Riccioni, che nonostante la casa e la stalla distrutte dal sisma, si sono rimboccati le maniche ed hanno più che decuplicato il numero di pecore in loro possesso, passando da 26 a 350, nell'intento di rilanciare la razza "Sopravvissana".
E' possibile rivedere l'intera puntata collegandosi al sito Raiplay, tramite il seguente link: http://www.raiplay.it/video/2017/10/Linea-verde-Marche-Umbria-ricomincio-da-qui-cba459ed-f6df-43b4-bcb1-4ee932f469d0.html .
Wired e ActionAid presentano “Immersi nel Cratere”, un reportage interattivo a 360° che trasporta il pubblico nelle condizioni di vita in Centro Italia a oltre un anno dalla prima scossa di terremoto. Quattro testimoni incarnano la capacità di reagire al disastro, accompagnando lo spettatore in un’esplorazione immersiva, raccontando speranze, paure e aspettative. “Immersi nel Cratere” è un racconto in prima persona, uno storytelling, senza mediazioni di alcun tipo. Il reportage interattivo, disponibile online sulla homepage della testata Wired, è aperto da una panoramica del Monte Vettore, che permette all’utente di porsi nella condizione migliore per proseguire l’esperienza. L’utente potrà muoversi in questo spazio e cliccare sulle foto dei personaggi presenti per accedere ai reportage che raccontano la storia dei protagonisti. Ogni storia, della durata di circa quattro minuti, approfondisce un aspetto specifico legato al post-sisma. Gli spettatori viaggeranno insieme a Maurizio, dirigente scolastico di Camerino che è riuscito a garantire lo svolgimento delle lezioni anche durante l’emergenza; Stefano, fornaio di Arquata del Tronto con un grande amore per la sua terra e il suo lavoro; Assunta, tessitrice di Campotosto che sta facendo tutto il possibile per proseguire la sua professione nel paese in cui è cresciuta; Martina, giovane di Visso con la passione per il pattinaggio artistico a cui ha dovuto rinunciare dopo il crollo del palazzo del ghiaccio. “Immersi nel cratere” intende portare lo spettatore dentro la realtà delle zone colpite, dove le comunità stanno cercando di riappropriarsi dei loro territori e ricominciare a vivere nonostante le molte difficoltà. A oltre un anno dalla prima scossa del 24 agosto 2016, la ricostruzione non è ancora cominciata e lo stato di emergenza è stato prolungato fino al 28 febbraio 2018. La rimozione delle macerie procede molto a rilento, mentre il numero degli sfollati è di 30mila. Per quanto riguarda ActionAid, l'intervento è cominciato subito dopo le prime scosse del 24 agosto, che hanno colpito il Centro Italia. Forte dell’esperienza maturata a seguito dei terremoti dell’Aquila nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012, attraverso il progetto SIS.M.I.CO. ActionAid intende garantire informazione trasparente, ascoltare i bisogni delle comunità e agevolare il dialogo con le istituzioni, nonché monitorare la gestione dell’emergenza e della successiva ricostruzione. L’intervento è strutturato su quattro pilastri fondamentali: una piattaforma informativa (http://terremotocentroitalia.info), l’attività con le scuole, il supporto alle comunità e all’associazionismo, i servizi alla cittadinanza. Per saperne di più sul lavoro di ActionAid nel Centro Italia: https://www.actionaid.it/terremoto-centro-italia-nostro-intervento
A un anno dalle violente scosse del 26 e del 30 ottobre 2016 che hanno devestato il centro Italia, il telegiornale di Mediaset è tornato a visitare i luoghi colpiti dal sisma per raccogliere l'esasperazione e la rabbia dei residenti, di cui molti ancora nelle roulotte.
Le telecamere di Canale 5 mostrano quello che era l'ex campo sportivo in cui sta sorgendo un piccolo villaggio di casette di legno che accoglieranno però solo una parte degli sfollati. "Roulotte e SAE si fronteggiano a cielo aperto - come racconta l'inviato - sono due facce della stessa medaglia, l'emergenza del dopo terremoto".
Chi vive nei caravan nel frattempo sta perdendo la speranza e dalle parole di signora intervistata traspare delusione mista a rassegnazione, quando dice che non è poi così sicura di avere una casetta entro l'inverno imminente ormai alle porte.
La situazione delle Soluzioni abitative in emergenza relativa al comune di Visso è purtroppo solamente di 40 consegnate a fronte di una richiesta di 230 e gli intervistati, oltre a dire che bisogna avere tanta pazienza, fanno presente come in un anno si sarebbe potuto e dovuto fare di più, dato che ci sono ancora persone in roulotte, container cumulativi o addirittura sfollata al mare.
Prevista dai meteoreologi, puntualissima la prima neve della stagione questa mattina ha fatto la sua comparsa sui Sibillini. Una prima "spolverata", accolta con piacere dagli osservatori esterni e con qualche malumore da chi rischia di dover trascorrere un altro inverno da terremotato in condizioni precarie.
Sempre diretto e concreto, il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini ha espresso tutto il disagio di chi abita nelle zone di montagna, allegando a un suo post una foto delle zone innevate dalla coltre bianca che si è posata questa mattina.
"Questa è la situazione nelle nostre montagne. E nemmeno una casetta è stata consegnata.
Perché la procedura individuata per la loro realizzazione può essere definita solo come ridicola in una situazione di emergenza.
Perché creare un cratere con 140 comuni tutti uguali ha senso solo se lo scopo e farsi clientele, non gestire un'emergenza (per il terremoto del Friuli, da tutti indicato come quello meglio gestito, furono individuate tre fasce).
Perché chi ha fatto le istruttorie delle aree pur di non prendersi nemmeno un minima (infinitesimale) responsabilità ne ha bocciate alcune che poi sono state considerate idonee.
Perché chi ha fatto i bandi di gara per le aree li ha fatti come se fosse un procedimento ordinario.
Perché il consorzio Arcale ha dimostrato di non essere in grado di mantenere gli impegni assunti per contratto e nessuno sembra in grado di rimediare a ciò.
Perché viviamo nella repubblica delle banane e le persone comuni non contano mai niente".
Soltanto ieri, Pazzaglini aveva sottolineato l'anomalia del fatto che nelle aree Sae di domenica non si lavorasse... "Non mi aspettavo che si lavorasse di notte come indicato... Ma che nelle aree SAE si dovesse lavorare anche la domenica mi sembrava il minimo... A quanto pare però è più importante il lavoro di baristi, cuochi, bagnini, camerieri, commessi e tanti altri rispetto a quello di chi lavora per la protezione civile".
Si è concluso domenica 22 ottobre il social tour solidale #ripartidaisibillini2, che aveva preso il via mercoledì scorso. Cinque giorni pieni di iniziative ed incontri nelle zone colpite dal sisma, con la partecipazione gratuita e volontaria di oltre 20 tra blogger e instagramer provenienti da Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria ed Emilia Romagna.
La seconda edizione del progetto, ideato da Luca Tombesi ed avviato lo scorso anno prima delle scosse di fine ottobre, ha toccato le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e ha visto la collaborazione di Confcommercio Marche Centrali, IgersItalia, IgersMarche, Associazione Italiana Travel Blogger ed Associazione Sibillini Segreti e Sapori, tutte realtà che già nel 2016 si erano impegnate per la riuscita di un evento nato per aiutare le strutture ricettive e le attività turistiche maggiormente danneggiate.
Importante, in questa edizione, il contributo di Andrea Salvatori del circuito Rifugi dei Sibillini, di Giancarlo Ricottini del Rifugio di Tribbio e dell'Università di Camerino.
I quattro itinerari tematici hanno coinvolto le località di Roccafluvione, Montemonaco, Montefortino, Comunanza, Amandola, Cessapalombo, Caldarola, Belforte, Serrapetrona, Valfornace, Muccia, Camerino, Montecavallo, Visso, Pievetorina e Fiastra, con tappe anche a Foligno, Sellano e Cerreto di Spoleto.
In occasione del pranzo solidale, tenutosi ieri a Fiastra, i partecipanti a #ripartidaisibillini2 hanno raccolto fondi da destinare al progetto "Adotta una Stalla", che da quasi un anno sta sostenendo gli allevatori dell'area. In rappresentanza del gruppo di volontari di Sant'Elpidio a Mare era presente Rossano Orsili, che ha ringraziato per il sostegno e per la continua vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Anche Paolo Romagnoli, tra gli organizzatori del festival IlluminAmatrice, ha voluto partecipare al pranzo, ricordando l'importanza del fare rete tra le 4 regioni del centro Italia ed invitando blogger e instagramer a continuare lungo questo percorso di condivisione.
“Anche quest'anno - commenta Tombesi - siamo riusciti ad aggregare un gruppo che ha sposato in pieno la filosofia del progetto e che è riuscito, attraverso immagini suggestive, a veicolare le eccellenze di questa parte importante delle Marche. Voglio ringraziare le strutture che ci hanno ospitato e tutte quelle persone che ci hanno guidato alla scoperta dei Sibillini, permettendoci di conoscere peculiarità enogastronomiche, paesaggistiche e culturali che meritano ancora più visibilità. Un grazie speciale ai volontari del Gruppo Protezione Civile Beni Culturali Legambiente Marche ed al Comune di Amandola per averci fatto conoscere i rispettivi lavori di recupero e messa in sicurezza dei beni culturali nella fase post terremoto”.
Un ringraziamento per l'impegno ed il lavoro svolto da tutti, anche da parte del Direttore Confcommercio Marche e Marche Centrali, Prof. Massimiliano Polacco: "Da tempo oramai supportiamo progetti digitali volti alla promozione e valorizzazione del nostro territorio. Affiancare il lavoro offline, con strumenti social, diventa sempre più importante per raggiungere gli obiettivi di crescita in termini turistici di arrivi e presenze”.
Il Comune di Visso assume dipendenti in varie pozioni e parte un esposto indirizzato alla Corte dei Conti. A darne notizia lo stesso sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini che commenta l'accaduto dicendo di essere rimasto basito.
Un esposto anonimo "anche se - commenta il sindaco - ho diversi sospetti, diciamo tre. Fra l'altro, l'esposto è stato fatto non sulle modalità del concorso che sono state del tutto regolari, ma solo per aver fatto il concorso stesso quando invece i comuni ne hanno piena facoltà".
Un'opportunità per il Comune, quindi ,che evidentemente non è stata compresa da tutti.
"Abbiamo assunto, in varie posizioni, tutte persone locali, - conclude Pazzaglini - provenienti dai vari Comuni della zona, anche perché raggiungere Visso da lontano resta ancora un'impresa, e trovo che questa sia una buona opportunità per un territorio duramente colpito dal sisma come il nostro. Trovo assurdo, come già detto altre volte, che dopo aver avuto tutti i danni che abbiamo avuto non si possa provare ad avere quantomeno qualche piccola opportunità e per questo ho condannato la scelta dell'ente parco di attingere da graduatorie di enti lontani per le assunzioni, anziché attingere da una graduatoria fatta da noi appositamente per il terremoto. Ma evidentemente non tutti la pensano così".
Già avviata l'operazione che prevede la chiusura di 4300 uffici postali in tutta Italia, 159 quelli nelle Marche che dovrebbero quantomeno subire radicali riduzioni di orari di apertura se non la soppressione vera e propria entro il 2019, 52 quelli solo nella provincia di Macerata. Una scelta quella di Poste Italiane basata sulla razionalizzazione dicono, ma che già da tempo trova diversi oppositori.
Infatti già molte sono le segnalazioni dei cittadini che si trovano e si troverebbero ancor più in difficoltà, famiglie che per un invio postale devono e dovranno fare diversi chilometri. Per non parlare della mole di lettere in giacenza, bollette consegnate dopo la scadenza, o addirittura raccomandate urgenti portate al destinatario "con calma". Questi i dati che risultano dalle prime verifiche effettuate. E non sono decisamente confortanti.
A lanciare l'allarme è Patrizia Terzoni, portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera dei Deputati. “Uno scenario che desta non poca preoccupazione - commenta Terzoni - Se da una parte è vero che oggi tante operazioni si possono fare online o altrove, penso soltanto alla possibilità di pagare una bolletta dal tabaccaio, dall’altra ci sono piccoli centri dove il servizio postale ha ancora un ruolo basilare, soprattutto laddove è alta la concentrazione di cittadini in là con gli anni. In base al documento di 124 pagine che ci è stato consegnato, gli uffici a cui diremo addio sono 52 nella provincia di Pesaro-Urbino, 11 in quella di Ancona, 52 in quella di Macerata, 22 in quella di Fermo e altri 22 in quella di Ascoli-Piceno, molti dei quali in piccole realtà o in comuni interni dove a breve per un invio postale bisognerà fare svariati chilometri. Comprendiamo l’esigenza di riorganizzazione di Poste Italiane, ma un taglio così netto ci pare una scelta scriteriata”.
Il Ministero risponde cercando di rassicurare, dicendo che in alcuni casi degli uffici rimarranno aperti due volte a settimana e che si tratta solo di un piano di razionalizzazione, ma al contrario delle intenzioni la risposta non rassicura per nulla.
"In base alle prime verifiche - prosegue la Terzoni - abbiamo appurato che non sono pochi nelle Marche gli uffici chiusi in via definitiva. Inoltre la scure su questo servizio ha prodotto una mole notevole di missive in giacenza, con bollette consegnate anche dopo la scadenza e compromettendo persino invii prioritari, come raccomandate dell'Inps, avvisi di Equitalia e telegrammi. Naturalmente come M5s non staremo a guardare, e chiederemo al ministro Graziano Delrio di prendere in mano la situazione, perché i cittadini in difficoltà per queste chiusure rischiano di diventare parecchi e molte famiglie ci stanno già inviando segnalazioni”.
Un problema da risolvere con la massima urgenza, considerati i tempi stretti con cui si sta procedendo nell'effettuazione di questa manovra. Gli Uffici Postali del maceratese sub judice sono quelli di Acquacanina, Apiro, Appignano , Belforte del Chienti, Bolognola, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiastra, Fiordimonte, Fiuminata, Gagliole, Gualdo, Loro Piceno, Matelica, Mogliano, Monte Cavallo, Monte San Martino, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Morrovalle, Muccia, Penna San Giovanni, Petriolo, Pieve Torina, Pievebovigliana, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Potenza Picena, Recanati, Ripe San Ginesio, San Ginesio, San Severino Marche, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano, Sefro, Serrapetrona, Serravalle di Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia, Ussita, Visso.
Dalla lista evidente anche la chiusura di tantissimi uffici nel cratere dei comuni terremotati. Un ulteriore disagio quindi per le popolazioni colpite dal sisma. Viene da chiedersi se il Ministero abbia valutato anche questo di aspetto.
IN QUESTO LINK L’ELENCO DI TUTTI I 4300 UFFICI POSTALI INTERESSATI DAL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE: https://www.poste.it/Elenco_def_Fase-3_Step-1.pdf
"Le macerie ve le portiamo noi". Questo il grido delle diverse decine di terremotati arrivati a Roma dalle zone del sisma che, più di un anno fa, ha devastato il centro Italia.
Carichi di rabbia e indignazione, si sono presentati - con carriole piene di massi e pietre delle loro case crollate - davanti a Montecitorio, dove si sono radunati per un sit-in. Protestano per l’inefficace risposta del governo: in gran parte dei centri abitati, infatti, ci sono ancora macerie.
"E’ un anno che i politici fanno promesse - hanno gridato i terremotati davanti a Montecitorio - è un anno che fanno passerelle e non hanno ancora concluso nulla". Inoltre, lamentano il fatto che le casette sono state consegnate solo al 25% delle famiglie.
Erano presenti, con la fascia tricolore anche i sindaci di Cingoli Filippo Saltamartini, di Visso Giuliano Pazzaglini e il vicesindaco di Camporotondo Leonardo Roselli.
"Vogliamo ricostruire le nostre case, vogliamo ricostruire le nostre stalle che sono dispregiativamente definite come luoghi sporchi ma sono invece i luoghi da dove far ripartire la nostra economia": così Pazzaglini che ha iniziato il suo intervento ringraziando tutti i presenti, i manifestanti, definendoli come "Le persone più importanti che ci sono in questa piazza", e gli organizzatori per aver dato la possibilità di far sentire la voce dei terremotati. "Una voce" prosegue "che chiede ricostruzione ma che, a distanza di un anno è ancora rimasta inascoltata".
Pazzaglini ha proseguito tra gli applausi della gente, motivando le sue parole e affermando che la richiesta di ricostruzione è rimasta inascoltata "Perché da subito si è fatta una scelta sbagliata perché la burocrazia invece di essere semplificata, è stata complicata dall'aggiunta di ordinanze e della legge 189".
"Non voglio polemizzare - ha concluso - e prima di venire qua ho tentato tutte le strade possibile perché non mi piace lamentarmi ma voglio proporre soluzioni. Le soluzioni noi le abbiamo proposte, questa piazza ha sempre spiegato cosa doveva essere fatto e l'unica accusa che faccio a voi è quella di essere rimasti inascoltati".