Ad un anno esatto dalla violenta scossa del 30 ottobre 2016 che ha devastato il centro Italia, al Tg5 di ieri è andato in onda un servizio sulla situazione attuale a Visso ed Ussita, evidenziando come la ricostruzione sia ostaggio della burocrazia e pochissime casette siano state consegnate, alla vigilia del secondo inverno.
"Il 30 ottobre del 2016, in pochi istanti, Visso si è trasformata in un cumulo di macerie. I rappresentanti delle istituzioni promisero che in qualche mese sarebbero state costruite 237 casette. A un anno esatto dal sisma che ha devastato il centro Italia, Visso, uno dei comuni più colpiti, non ne ha vista arrivare nemmeno una, provocando la solita querelle a colpi di carte bollate fra i vari enti coinvolti, a cominciare dalla regione che accusa la ditta che si è aggiudicata l'appalto, il consorzio fiorentino Arcale, chiamato a gestire una porzione del maxi appalto Consip, per produrre e posizionare 780 casette, nel quadrante tra Visso, Ussita, Pieve Torina e Castelsantangelo sul Nera. Ne sono arrivate solo 30, Visso e Ussita sono a zero".
Mentre si assiste al solito rimpallo di responsabilità, il sindaco di Visso, Giuliano Pazzagliani, non nasconde la rabbia a causa della burocrazia che richiede nove passaggi diversi quando nel post terremoto de l'Aquila era tutto in mano alla protezione civile. "E' il terremoto della burocrazia - afferma il primo cittadino - hanno reso più complesse le procedure invece di semplificarle". A bloccare decine delle ricostruzioni contribuisce addirittura un regio decreto del 1904 che nessuno fra parlamento e governo ha preso mai preso l'iniziativa di abrogare. Il sindaco chiede una legge speciale da un anno ed ora pensa addirittura di costituire una class action per denunciare il consorzio.
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