"Adotta la mandria e aiuta gli orfani".
Così si chiama il gruppo nato da soli due giorni su facebook e che vanta già più di 200 iscritti.
“Non sono un genio con i computer. Questa pagina nasce per spiegare un po' meglio quello che vogliamo fare per aiutare gli allevatori e le aziende che hanno subito gravi danni per terremoto e neve e per sostenere le famiglie dei due bambini che hanno perso i genitori per la valanga che ha colpito l'hotel a Rigopiano”.
Ideata e messa in atto dall’altruismo del giornalista piemontese Daniele Piovera, l'iniziativa prende spunto da alcuni articoli su La Stampa, Repubblica, Picchio News e Corriere che descrivevano la disperazione degli allevatori abruzzesi, laziali,molisani e marchigiani, messi in ginocchio da terremoto e neve.
La sua associazione, Kenzio Bellotti, legata alla società Paffoni Fulgor Basket Omegna, che già ha sostenuto gli orfani del terremoto di Amatrice (Alessandro, Gabriele, Chiara e Francesca), donando loro 35mila euro (trovate foto e resoconto sul sito www.kenziobellotti.it e sulla pagina Fb), ha deciso di scendere in campo anche per aiutare queste persone e queste aziende.
Noi di Picchio News, su richiesta di Daniele, gli abbiamo indicato le aziende che nei giorni scorsi ci hanno chiesto aiuto.
E con grande gioia comunichiamo che il gruppo di Daniele sta già provvedendo ad aiutarle concretamente.
In due giorni infatti sono stati raccolti già 3000 euro.
La prima azienda è l'Agrinido della Natura Agrinfanzia Contrada Vallata, di San Ginesio. Una piccola fattoria con animali che funge anche da asilo nido con progetti mirati ed innovativi.La seconda attività è la Società Agricola Lai Ss, di Gualdo, con 1500 pecore e 30 mucche.La terza persona che si aiuterà è un allevatore di Aschio, frazione di Visso, che ha enormi difficoltà con i suoi bovini.Ed infine anche un allevatore di Ussita, su indicazione del sindaco
Ogni centesimo raccolto, come sempre avviene con la Kenzio Bellotti, verrà devoluto senza mediazioni ma DIRETTAMENTE ai beneficiari. Come già accaduto con i bambini malati nel territorio d'origine dell'associazione a cui sono stati donati 25000 euro.
Inoltre il gruppo intende donare 12 letti nuovi con materassi e cassettoni per i vestiti per i quali noi di Picchio News abbiamo indicato come possibili destinatari gli anziani ospitati presso l’oratorio di Don Jacopo alla Stazione di Pollenza che abbiamo visitato due settimane fa.
Bravo Daniele. Un altro grande esempio di concreta ed immediata solidarietà. Senza burocrazia se non quella della trasparenza.
E' stata pubblicata l'ordinanza n.14 del Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani che disciplina la "Approvazione del programma straordinario per la riapertura delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018".
Nell'ordinanza vengono elencate le scuole da ricostruire e molte di queste ricadono nel territorio della provincia di Macerata.
Nell'elenco delle scuole da ricostruire ci sono: a San Ginesio le scuole di via Roma, l'istituto magistrale "Gentili" e l'Ipsia "Frau"; a Macerata il comprensivo "Mestica" e le medie "Alighieri"; le elementari "Santini" di Loro Piceno; l'istituto "De Magistris" di Caldarola; l'Itis "Divini" di San Severino; il comprensivo "Betti" di Camerino; la scuola primaria "Giacomo Leopardi" di Sarnano.
L'ordinanza prevede la "costruzione di nuovi edifici scolastici definitivi, in sostituzione delle scuole che non possono essere oggetto di adeguamento sismico secondo la disciplina delle Norme Tecniche per le Costruzione per gli edifici strategici di classe d’uso IV, in ragione dell’esistenza di vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i., ovvero dell’eccessiva onerosità degli interventi a tal fine necessari, da realizzarsi, per l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018, con tecnologia a secco (strutture lignee, acciaio, cassero a perdere, calcestruzzo prefabbricato) nel rispetto della vigente disciplina di settore in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento alla disciplina delle Norme Tecniche per le Costruzioni per gli edifici strategici di classe d’uso IV, alla normativa in materia di risparmio energetico e di sicurezza antincendio;
b) riparazione, con adeguamento sismico, degli edifici scolastici che hanno avuto un esito di agibilità “E” che consenta il riutilizzo delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018;
c) affitto, montaggio e smontaggio di moduli scolastici provvisori per quelle scuole che verranno riparate, con adeguamento sismico, entro il settembre 2018".
"Forse a tutti noi non è ancora chiara l'eccezionalità di questa emergenza con centinaia di Comuni da raggiungere in un contesto mai riscontrato prima. A fronte di tutto ciò, non abbiamo mai mollato il tema della ricostruzione. Abbiamo elaborato un piano per 21 nuovi complessi scolastici" ha detto Errani.
Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ga firmato anche una circolare che proroga i termini per le domande di pensionamento per i docenti delle aree del terremoto al 13 febbraio.
Intanto, tutti i comitati Scuole Sicure del centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) sorti spontaneamente dopo i terremoti che hanno devastato questi territori dal 24 agosto 2016 ad oggi, raccordandosi, hanno dato vita oggi a una pagina su Facebook, il "Comitato Scuole Sicure Centro Italia". L'obiettivo comune è ottenere la sicurezza di tutte le scuole e ''quello che, per legge, doveva essere fatto già dal 2003, ossia la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici e il loro eventuale adeguamento sismico o eventuale ricostruzione''. C'è apprensione dopo l'allarme lanciato dalla Commissione Grandi Rischi sulla possibilità che ci sia un nuovo sisma di magnitudo fra 6 e 7, e l'invito a monitorare dighe e scuole in quest'area del centro Italia, e il Comitato chiede che vengano installati subito in tutta l'area Moduli ad uso scolastico provvisorio, i Musp.
Dopo l'appello di ieri sul nostro portale ci arrivano ancora brutte notizie dall'azienda agricola Lai di Gualdo. Infatti stamattina ancora non è arrivato nessun aiuto e nel frattempo sono gli stessi gestori a spalare, senza nessun aiuto, per far fronte all'emergenza.
Non sono ancora disponibile nemmeno i mezzi per sollevare le capriate.
Una situazione estremamente difficile in cui i gestori sono lasciati a se stessi con animali vivi e le carcasse di quelli morti.
Non ce l’hanno fatta gli animali intrappolati sotto i capannoni di un'azienda crollati a causa della neve.
L'azienda agricola LAI ss di Gualdo, con punto vendita a San Ginesio, vantava circa 1500 capi, in prevalenza pecore e 30 mucche.
Gli animali sono rimasti per quattro giorni sotto le lamiere della struttura che è crollata con il peso della neve.
I soccorritori ormai stanno estraendo i cadaveri in putrefazione delle povere bestiole, morte per il freddo e le lesioni causate dalle lamiere.
Finora sono stati estratte le carcasse di 25 esemplari, ma se ne contano circa 50 sotto il capannone.
La proprietaria dell'azienda fa sapere che ad oggi hanno bisogno di paglia e fieno in quanto le scorte che avevano si sono bagnate con la neve e sono quindi inutilizzabili.
Le strade sono però impraticabili e quindi è impossibile persino muoversi.
Si confida in un altro intervento salvifico pari a quello degli “angeli” di san Ginesio, ma stavolta con trattori e camion per portare le rotoballe di fieno.
L’azienda si trova in Contrada Morichella n. 19 e il contatto telefonico è 338 355 1139.
Dopo ore ed ore di cammino tra due metri di neve, dopo due giorni di telefonate agli uffici del comune, al sindaco, ai funzionari, alla protezione civile, ai vigili del fuoco, all'Enel, il grande aiuto è partito proprio dalla redazione di Picchio News che ha subito attivato la macchina del volontariato.
E ieri sera finalmente, due ragazzi soli con la loro Jeep, Diego Giulietti e Leonardo Matteucci, ce l'hanno fatta ed hanno raggiunto una coppia di anziani isolata a San Ginesio.
Da soli hanno camminato per ore al buio, al freddo, con i sentieri ormai scomparsi ricoperti da neve ed alberi caduti, incontrando anche animali selvatici in cerca di cibo, e verso le 21.30 di ieri sera sono riusciti nell'impresa.
I due anziani, che non vogliono lasciare la loro casa per non abbandonare al loro destino i loro animai, stanno bene: la casa non ha subito lesioni.
Tanta paura però per la coppia rimasta isolata.
"Ci hanno abbandonati".."possibile che non viene nessuno ".."come facciamo non possiamo nemmeno uscire..ci sono due metri di neve.." questo il loro sfogo con i familiari al telefono prima dell'incredibile soccorso.
Diego e Leonardo hanno portato delle torce,hanno consegnato tanta legna per scaldarli e del cibo per i loro animali.
Eh sì. Gli angeli esistono. Per fortuna.
Dopo essere stata rinviata a causa della neve e del gelo, sarà inaugurata sabato 14 gennaio 2017 alle ore 11.30, presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili, la mostra fotografica “SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE” a cura di Officine Brugiano (foto di Roberto dell'Orso, allestimento di Matteo Sampaolesi).
“SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE – spiega Valentina Polci, presidente di Officine Brugiano - è un contributo alla memoria storica del terremoto che nel 2016 ha segnato un limen nella secolare esistenza del territorio dell'Appennino centrale e delle comunità dei suoi abitanti.
C'e stato un prima, un tempo a lungo sereno, e c'è un dopo, connotato da vuoti, da distruzioni, che condurranno a qualcosa di nuovo, di ri-costruito. Alla ridefinizione degli spazi urbani si affiancherà quella degli spazi sociali e culturali. Le scuole, i teatri, le chiese, le piazze, i mercati, i quartieri: i luoghi determinanti della Storia dell’uomo. Sarà fondamentale perpetrare la bellezza, l'attenzione ai dettagli, la ricercatezza, l'unicità di certe atmosfere, perché così ci è stato insegnato, perché il nostro senso e la nostra peculiarità ci sono stati tramandati attraverso quel patrimonio. E sarà importante lasciare impronte del contemporaneo non frettolose, non banali, bensì fondate su quegli stessi valori”.
L’allestimento sarà sulle impalcature (concesse dall'Edilizia Azzacconi) che hanno fatto parte del cantiere della Chiesa Collegiata; l’uso dei ponteggi evoca l’invasione della quotidianità e il rapporto “interrotto” tra i cittadini e i loro beni culturali, e, al tempo stesso, rappresentano concretamente la fase della ricostruzione.
Uno spazio al centro dell’esposizione sarà dedicato ad alcuni documenti dell'archivio della famiglia Onofri Olivieri. Tra questi, una lettera in cui “Giovambattista Vassalli Architetto, Sangiusto 19 agosto 1799, ha saputo dei danni del terremoto, si offre nel caso abbia bisogno di lui per dei restauri (personali, alla collegiata, presso edifici sacri e di privati)” e unaltra lettera del 9 settembre 1799 in merito a difficoltà nel reperire muratori, e ancora,
5 lettere indirizzate a Domenico Onofri da Michelangelo Relucente e sorella Vittoria (Ascoli, 2 febbraio 1797-6 agosto 1799) per affari e questioni familiari: nelle lettere del 30 luglio e 6 agosto si fa riferimento allo spavento per il terremoto sentito anche ad Ascoli.
La mostra sarà aperta tutti i sabati e le domeniche fino al 29 gennaio 2017, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
All’inaugurazione, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni locali, provinciali e regionali, sarà presente l’on. Irene Manzi.
Dall'architetto Giuseppe Bocci, titolare della "Bocci and Partners srl" di San Ginesio riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione sul post sisma.
"In questi giorni lo Stato Italiano sta creando un nuovo modello di ricostruzione post-sisma. Un processo normativo che andrà avanti per settimane, mesi, anni. Si tratterà di un modello in parte uguale ed in parte diverso da quelli precedenti e caratterizzato da una sola certezza: quella di mettere in difficoltà i terremotati e gli operatori burocratizzando la ricostruzione.
La società di ingegneria che rappresento, la Bocci and Partners srl, avendo avuto l'opportunità di lavorare sulle ricostruzioni dei terremoti che hanno colpito l'Italia negli ultimi venti anni (Marche-Umbria 1996; Abruzzo 2009; Emilia-Lombardia 2012), ha provato a mettere a confronto i vari modelli adottati per quelle ricostruzioni. La conclusione che ne abbiamo tratto è desolante. Non c'è modello che si somigli neanche un po'. Ogni volta ogni Regione si è inventata il proprio sistema che, per essere perfezionato, ha allungato di anni la ricostruzione, pur disponendo di adeguate risorse finanziarie. Infatti il problema non è, come comunemente si pensa, “non ci sono i soldi”, bensì “i soldi ci sono, ma non si riesce a spenderli”.
In mancanza di un modello unico ogni Regione ha potuto “inventarsi” la propria ricostruzione senza avvalersi delle esperienze di chi ci era passato precedentemente. Mi domando: “perché l'Abruzzo non ha adottato il modello marchigiano (Marche-Umbria 1996), magari perfezionandolo?”. Bene o male la Regione Marche in dieci anni ha sostanzialmente concluso la propria ricostruzione. L'Abruzzo invece dopo otto anni dall’evento sismico è ancora all’inizio. Quante giravolte burocratiche!! Dapprima la cosiddetta “filiera” di società pubbliche, FINTECNA- RELUIS – CINEAS, incaricate di validare i progetti. Poi, dopo tre anni e mezzo, mandata a casa la “filiera” è stato bandito il famoso “concorsone”, per l’assunzione di circa 400 tecnici e sono stati istituiti gli uffici USRC (Ufficio Speciale Ricostruzione Comuni Cratere9 – USRA (Ufficio Speciale Ricostruzione L’Aquila). Ma fatene uno solo!!! – UTR (Uffici Territoriali Ricostruzione). Poi l’istituzione della piattaforma informatica M.I.C. (Modello Integrato del Cratere) che in quattro anni ha subito ben nove aggiornamenti. Inoltre il “limite di convenienza”, l’”istruttoria semplificata”, l’”istruttoria analitica” ed altre diavolerie burocratiche che solo gli addetti ai lavori riescono a stento a comprendere. Poi, cosa assurda, nello stesso territorio sono riusciti a creare normative ed uffici che le gestiscono diversi fra di loro. Con il risultato che il Comune dell'Aquila tratta la ricostruzione in un una certa maniera e tutto il resto del territorio ( Comuni del Cratere) in un’altra.
Ma l'Emilia e la Lombardia non stanno messe meglio. Ognuna delle due Regioni ha le proprie normative ed il proprio modo di gestirle. Ma la cosa più... non saprei come definirla: assurda? ridicola? paradossale? è che l'approvazione delle pratiche di contributo sono state delegate in parte (per le attività produttive) agli uffici regionali attraverso delle piattaforme informatiche dai suggestivi nomi, SFINGE per l'Emilia e GEFO per la Lombardia. Ed in parte ai Comuni (piattaforme MUDE e MUTA). Con il risultato, in quest'ultimo caso, che, con una gestione così frammentata, si stanno generando tante interpretazioni e giurisprudenze quante sono i Comuni. Noi stessi, a fronte di medesimi quesiti, abbiamo ottenuto FAQ discordanti. Cosa accadrà nei TAR in caso di ricorsi a fronte di così diversificati trattamenti? Allora, di fronte di tutto questo ambaradan burocratico e normativo vengono spontanee le seguenti considerazioni: “Perché lo Stato centrale non ha mai istituito un modello unico e definitivo di ricostruzione (come bene o male esiste per la fase d’emergenza) al quale le Regioni avrebbero dovuto adeguarsi senza lasciare i terremotati, i tecnici ed altri operatori, in balia di fantasiose interpretazioni burocratiche nella gestione di normative e modelli sempre nuovi e mutevoli? Perché permettere di trattare la ricostruzione come se gli effetti del terremoto siano stati differenti fra il Comune dell'Aquila ed i 50 comuni del cratere, fra l'Emilia e la Lombardia?”
Queste disfunzioni e i loro effetti, purtroppo, stanno già facendo capolino anche sulla attuale ricostruzione. Sono di dominio pubblico i disagi che stanno subendo i terremotati a causa del repentino abbassamento delle temperature e delle drammatiche condizioni del bestiame. Per non parlare poi del caos che si è creato nella gestione delle schede di rilevamento danni: schede AEDES, schede FAST, perizie giurate, perizie asseverate, ecc.ecc.
Detto questo voglio però essere ottimista per il futuro. Mi auguro con tutto il cuore che questa ricostruzione possa fungere da laboratorio e rappresentare l’occasione per istituzionalizzare un modello definitivo sia per le procedure che per le modalità di interventi. Un modello istituzionale esteso anche ad altri generi di calamità che, purtroppo, in Italia ricorrono frequentemente".
Anche il volontariato nell’ambito del Servizio Civile Nazionale riguarderà le zone colpite dal terremoto 2016. Il Bando “Avviso agli Enti: Presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale per 1599 volontari da impiegare nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria” pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale prevede l’impiego di 1.599 volontari nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
I progetti dovranno essere trasmessi dagli enti esclusivamente alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria entro le ore 14,00 del 10 marzo 2017.
Il bando si riferisce alla presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale finalizzati alla ripresa della vita civile delle comunità colpite dagli eventi sismici ed a favorire il ritorno delle popolazioni alla normalità.
I destinatari del bando sono:
gli enti iscritti all’Albo nazionale ed agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, aventi sedi
di attuazione progetto nei comuni colpiti dal sisma 2016, di cui all’Allegato 1 del Bando
e nei Comuni costieri che ospitano temporaneamente i terremotati.
I volontari saranno così ripartiti:
Abruzzo 207 volontari;
Lazio 453 volontari;
Marche 617 volontari;
Umbria 322 volontari.
Le Regioni interessate, una volta sentite le strutture del Commissario straordinario per le zone terremotate, coordinano i progetti per ciascun settore/ambito di intervento individuati dal bando, promuovendo la cooprogettazione degli stessi tra i diversi enti presenti sul territorio.
Ciò può avvenire anche attraverso appositi incontri con i Sindaci dei comuni colpiti e con i responsabili degli enti, in modo da redigere uno, al massimo due progetti per ogni settore/ambito di intervento individuato.
Per ogni raggruppamento di enti, che darà luogo alla cooprogettazione, dovrà essere individuato un ente capofila avente una capacità organizzativa sufficiente a supportare la complessità degli interventi proposti.
La cooprogettazione è possibile tra enti appartenenti allo stesso Albo, ovvero tra enti iscritti all’Albo nazionale e ad uno degli Albi regionale e delle Province autonome.
I progetti dovranno realizzarsi esclusivamente in una singola Regione e nei seguenti settori/aree di intervento:
a) Assistenza, con particolare riguardo alle fasce deboli
b) Protezione Civile
c) Patrimonio Artistico e Culturale
d) Educazione e Promozione culturale, con particolare riferimento al supporto alle Amministrazioni Locali impegnate nei processi di ricostruzione e di ritorno alla normalità.
I progetti devono essere redatti secondo il modello di cui all’allegato 1 del Prontuario (parag. 3.3 e 4.6 del “Prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi” approvato con D.M. 5 maggio 2016) , concernente i progetti da realizzarsi in Italia, essere firmati digitalmente dal legale rappresentante dell’ente capofila o dal responsabile del servizio civile nazionale del predetto ente indicati in sede di accreditamento e devono essere presentati esclusivamente in modalità online.
Ogni progetto deve indicare un capofila, essere redatto per uno solo dei settori/aree intervento innanzi indicati e per una singola Regione.
Tutti i progetti presentati saranno esaminati dalle Regioni competenti e sottoposti ad una valutazione di idoneità riguardante la conformità degli stessi alle finalità stabilite dall’art. 1 della Legge 6 marzo 2001, n. 64, nonché alle modalità di redazione degli stessi previste dal Prontuario.
I progetti risultati idonei sono pubblicati in appositi bandi regionali per la selezione dei volontari.
Questo il link a cui trovare il bando: http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/progetti-scn/2016_bandoprogsisma/
Il maltempo costringe al rinvio anche l'ianugurazione della mostra SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE.
Il vernissage previsto per venerdì 6 gennaio 2017, alle ore 11.30 presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili è stato rinviato al 14 e 15 gennaio 2017, sempre alla presenza dell'on. Irene Manzi: "La natura ci fa adattare ma non ci ferma".
"Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare, sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più". Lo ha detto il Papa a migliaia di terremotati del centro Italia - dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia, Macerata e Ascoli Piceno, accompagnati dai loro vescovi - ricevuti in aula Paolo VI, dopo aver ascoltato le testimonianze di due di loro.
Bergoglio si è quindi detto orgoglioso dei suoi parroci "che non hanno lasciato la terra, è buono avere pastori che se vedono il lupo non corrono". Ricordando di aver già ringraziato sia autorità che vigili del fuoco che volontari, il Pontefice ha, infine, rivolto un grazie anche a "tutti quelli che si sono immischiati in questo dolore vostro perché quando uno fa la lista sempre si vede chi non ha detto, no, a tutti". (Ansa)
Nota del Comune di Castelraimondo
Il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, accompagnato dall’assessore Elisabetta Torregiani e da una delegazione di cittadini ha partecipato oggi all’udienza speciale per i terremotati di Papa Francesco, che si è svolta questa mattina in Vaticano. Il sindaco ha portato in dono al Pontefice una copia del libro che narra la storia dei 700 anni dalla fondazione di Castelraimondo, consegnato nelle sue mani al momento del saluto. Con grande sorpresa, il Santo Padre ha subito ricordato di aver conosciuto, quando si trovava in Argentina, un padre cappuccino originario proprio di Castelraimondo. Si tratta di Padre Giuseppe Gaggiotti, uomo di chiesa nonché storico della cittadina, autore del primo libro su Castelraimondo la cui prima edizione fu scritta a metà degli anni Settanta. “Una forte emozione – ha affermato il sindaco Marinelli – e una inaspettata sorpresa la lucidità con cui il Santo Padre ha immediatamente ricordato il nostro concittadino, conosciuto quando entrambi si trovavano in Argentina, un incontro che secondo alcune memorie deve essere avvenuto verso la fine degli anni Ottanta”.
Non ci sarà una ''spoliazione'' dei beni culturali dai centri terremotati delle Marche a favore di un unico deposito temporaneo in attesa della ricostruzione, ma le opere ''resteranno nei territori, in tre-quattro o forse più depositi, adeguatamente sicuri, in modo che possano essere conservate, restaurate e possibilmente fruite dai residenti e dai turisti''.
E' il punto di mediazione raggiunto oggi in un incontro a Macerata fra i sindaci, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il dirigente generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia, Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. La sintesi di quanto emerso da un confronto definito ''schietto, ma anche molto costruttivo'' la fa il sindaco di Macerata Romano Carancini, primo firmatario del 'manifesto' dei primi cittadini contro l'ipotesi che dipinti, sculture, arredi salvati dal sisma nelle chiese e nei palazzi storici delle province più colpite venissero trasferiti tutti ad Ancona.
(Fonte Ansa)
Verrà inaugurata venerdì 6 gennaio 2017, alle ore 11.30 presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili, la mostra fotografica “SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE” a cura di Officine Brugiano (foto di Roberto dell'Orso, allestimento di Matteo Sampaolesi).
SEIPUNTOCINQUE nasce con l'intento di fissare nel tempo la memoria storica di un evento che, di fatto, è entrato a far parte della millenaria esistenza del nostro territorio e delle nostre montagne. In particolare, San Ginesio si fa simbolo del dolore, dello smarrimento, del bisogno di cura di tutti i piccoli paesi feriti così gravemente dal terremoto del 30 ottobre 2016.
E' una mostra sulle ore del sisma, a partire dagli istanti in cui, con la terra ancora in movimento, la polvere intasava l'aria del centro storico e degli agglomerati nelle campagne circostanti, ma anche dei giorni immediatamente successivi, degli aiuti, della presenza dello Stato, della voglia di riprendere ciascuno la propria quotidianità. Le foto raccontano il paese, le pietre, i crolli insieme con gli sguardi, i passi impauriti, la forza degli abitanti. E parlano degli abbandoni: delle proprie case, delle proprie cose, dei luoghi familiari. Inoltre, saranno esposte lettere e stralci dell'archivio della famiglia Olivieri in cui si leggono le cronache sanginesine dei terremoti dei secoli scorsi.
L'allestimento sarà sulle impalcature (concesse dall'Edilizia Azzacconi) che hanno fatto parte del cantiere della Chiesa Collegiata, per rendere la concretezza della ricostruzione e, al tempo stesso, il rapporto “interrotto” tra i cittadini e i loro beni culturali. Sarà una galleria dinamica, perché si potranno acquistare le foto in mostra, che verranno immediatamente sostituite con altre foto diverse.
“Il progetto dell’allestimento - spiega Matteo Sampaolesi - nasce dall’idea di rappresentare l’attuale situazione dell’uomo nei confronti della sua terra natia: costretto al distacco e alla lontananza a causa del sisma. L’uso dei ponteggi evoca i cantieri che invadono la quotidianità, e rappresentano concretamente la fase della ricostruzione, come reazione positiva all’evento traumatico del sisma.
L’uso di questi materiali estremamente economici e smontabili, strappati al loro originale utilizzo per assolvere un compito più alto quello del Mostrare, evidenziano particolarmente la verstiltà e la temporaneità dell’exibit.
Il posizionamento delle foto sospese nel ponteggio danno l’idea di una prigione Reale (rappresentata dall’impalcato) per un bene Ideale (l’Arte ) che in questo modo viene tenuta lontana dal fruitore che può solo affacciarsi e ammirare da lontano.
Il contenitore della Mostra, il salone G. Cardarelli di Palazzo Onofri, è quasi totalmente negato sia dalla geometria, totalmente asimmetrica rispetto alla sala che dalla discontinuità materica, e visibile solamente nella parte del soffitto.
La fruizione da parte del visitatore è molto libera in quanto è lasciato vagare al centro della sala e non è vincolato a seguire l’ordine cronologico con cui sono state posizionate le opere (a partire dalla data del sisma per arrivare alla data della mostra)”.
Officine Brugiano è un'associazione culturale che ha le sue radici a San Ginesio e si occupa di comunicazione e territorio (dalla promozione di eventi culturali al materiale informativo e di promozione turistica, fino all'editoria locale e alla comunicazione in senso più stretto).
La mostra sarà aperta dal 6 all'8 gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
All'inaugurazione, oltre all'amministrazione comunale, sarà presente l'on. Irene Manzi.
Per info: Valentina Polci, presidente Officine Brugiano, 3292274412, valepolci@yahoo.it
Non bastano le enormi problematiche e le ingenti spese dovute a traslochi improvvisati per chi ha dovuto lasciare la propria abitazione a causa del terremoto. Per chi si è trovato una autonoma sistemazione (e chi ha l'inagibilità da novembre ancora deve vedere arrivare un centesimo del contributo previsto), c'è anche il (costoso) rebus delle utenze. Un mare magnum dove la chiarezza appare una chimera e dove le uniche certezze sembrano gli oneri a carico di chi, non certo per scelta, ha dovuto cambiare casa.Partiamo da un dato di fatto oggettivo. Nelle ordinanze di inagibilità viene chiaramente indicato di procedere "alla chiusura della erogazione delle forniture di acqua e gas". Difficile interpretare l'ordinanza in maniera diversa da quella di provvedere presso i distributori a staccare le utenze. Sarebbe stato sufficiente, invece, chiudere in autonomia i rubinetti? Forse. Di certo, chi ha provveduto presso i singoli gestori a staccare le utenze, nel momento in cui potrà fare rientro nella sua abitazione dovrà pagare nuovamente l'allaccio, per un importo stimato intorno ai 200 euro. La domanda è lecita: era obbligatorio staccare le utenze? Se sì, è normale che poi l'utente debba pagare nuovamente l'allaccio?Non basta. A chi ha staccato l'utenza del gas è arrivata anche un'altra beffa: 30 euro di spese per la chiusura del contatore. Oltre a tutto questo, chi è riuscito a trovare una nuova sistemazione, di certo non poteva pensare di andare ad abitare in una casa senza corrente elettrica. Così, ben prima che sui conti correnti dei terremotati venga accreditato un solo centesimo di contributo autonoma sistemazione, nelle nuove cassette della posta sono arrivate le bollette. Sì. Bollette con una 50ina di euro da pagare per l'allaccio della corrente elettrica (anche se questa è una semplice ipotesi, visto che la voce viene indicata sotto un generico "altri importi"). Curioso anche come venga indicato come periodo di fatturazione il mese di ottobre, quando in realtà i terremotati sono andati ad abitare nei nuovi domicili solo a novembre. Insomma, non bastano le traversie e i disagi per chi ha la casa inagibile. Ci sono anche tutte queste altre peripezie burocratiche da attraversare, con l'unica certezza che a rimetterci è sempre e comunque il cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di vibrante protesta inviataci da una nostra lettrice, Letizia AnticoIn seguito alla possibilità offerta da Trenitalia agli “sfollati” (così si legge sul sito) di ottenere biglietti gratuiti, e avendo io casa inagibile (rientrando quindi, ahimè, nella categoria “sfollati”), mi sono recata alla Stazione di Macerata per usufruire di questa possibilità e prendermi il biglietto per andare a Milano, dove studio e dove devo tornare per dare gli esami.Si parlava già da giorni di file interminabili alla biglietteria, di lamentele da parte delle persone che dovevano attendere anche sette ore per un biglietto, del fatto che ci fosse un solo operatore attivo, ecc… lamentele più che lecite, certo, se quelle persone avessero avuto una reale necessità di ottenere i biglietti!Infatti, fattami coraggio, una volta arrivata in biglietteria ho iniziato a fare qualche domanda; cosa scopro?Delle trenta persone in coda, solo io e un’altra ragazza avevamo l’abitazione inagibile; il resto stava approfittando della situazione per… prenotarsi le vacanze!! Alla faccia dell’ “emergenza sismica”!Ciò è stato loro possibile, perché Trenitalia ha dichiarato che il biglietto si poteva ottenere “mediante la sola esibizione di un valido documento in cui si attesti la residenza” in uno dei Comuni colpiti, facendo così cadere il requisito di “sfollato”.Il biglietto sarebbe stato da concedere soltanto a chi presentava il documento che attestasse l’inagibilità della propria struttura abitativa, rilasciato dalla Protezione Civile dopo i vari controlli; invece è bastata una semplice carta d’identità. E così, il maceratese medio, fregandosene di chi non ha più una casa e di chi aveva più bisogno di quei biglietti, si è messo in fila alle biglietterie, intasandole.Ora, la maggior parte delle famiglie sfollate ha cose ben più importanti a cui pensare che sprecare sette ore della propria vita in coda a una biglietteria ferroviaria, quindi molti, come me e mio fratello, hanno dovuto rinunciare. Benché sfollati, dopo tutte le noie burocratiche, economiche e “psicologiche” che uno deve subirsi in queste situazioni, nemmeno la soddisfazione di viaggiare almeno una volta gratuitamente per raggiungere la propria sede universitaria o di lavoro, o semplicemente dei familiari; insomma, dopo il danno... la beffa.Trenitalia ha certamente sbagliato; forse si è sbagliato anche a non dare nessun comunicato alle biglietterie ferroviarie affinché si creasse un “ordine di priorità”, permettendo a chi aveva il foglio di inagibilità di saltare la coda. Meno d’accordo con le lamentale sulla “biglietteria unica”, sufficiente per completare le pratiche delle sole famiglie sfollate (di numero certamente più contenuto) quelle per le quali il biglietto gratuito doveva essere elargito e sulle spalle delle quali gli altri hanno vergognosamente mangiato.Infatti se fosse stato dato SOLO agli sfollati, non ci sarebbero state tante persone (ognuna delle quali faceva il biglietto per tutta la famiglia!) e in dieci minuti io avrei ottenuto il mio biglietto.Ho scritto a voi perché nei giorni scorsi si è parlato tanto di disorganizzazione, ma nessuno ha messo l’accento sull’ignominia di certa gente che si è fatta le vacanze sulle spalle dell’ “emergenza sismica”, senza alcun pudore. Perché se il servizio offerto è stato deprecabile, l’umanità delle persone avrebbe potuto far qualcosa per sanare l’errore, invece ne ha approfittato. Altro che solidarietà! “La Marca è la più ignorante ed incolta provincia dell’Italia, qui tutto è insensataggine e stupidità” scriveva Leopardi. E mi viene da pensare che le cose non siano cambiate poi molto da quel “secol superbo e sciocco”.E’ andata così, il biglietto me lo sono pagata, come sempre, dignitosamente. Invece la vostra, di dignità, è rimasta nell’atrio della Stazione di Macerata, in fila alla biglietteria.Letizia Antico
Continuano le polemiche intorno al contributo di autonoma sistemazione, destinato a tutte quelle persone che, rimaste senza casa a causa dei tragici eventi sismici, si sono trovati costretti a trovare una nuova sistemazione. Per fare chiarezza abbiamo chiesto delucidazioni sull'argomento all'assessore regionale Angelo Sciapichetti, anche a seguito delle recenti esternazioni di alcuni primi cittadini che lamentavano l'assenza della Regione e la mancanza di liquidità."Ci tengo a chiarire - dice Sciapichetti - che da agosto al 20 dicembre la Regione Marche ha liquidato 15.770.332,77 di euro ripartiti tra contributo di autonoma sistemazione (circa 4 milioni) strutture alberghiere e ricettive (oltre 3 milioni), interventi in emergenza, pagamenti agli enti locali per lavori di somma urgenza, pagamenti a ditte private e anticipazioni agli enti locali (circa 7 milioni). Questi soldi sono stati già liquidati a chi ne ha fatto richiesta nella maniera opportuna. Va chiarito infatti che la pubblica amministrazione non può pagare a prescindere e i Comuni che fanno richiesta per quel che riguarda il CAS devono prima rendicontare: se si sono verificati dei ritardi è solo perché la Regione per liquidare deve verificare che tutto sia in regola da parte dell'ente richiedente"."In Regione - continua Sciapichetti - c'è un ufficio preposto che si è occupato finora di ricevere le richieste e, laddove fosse tutto in regola, liquidare i pagamenti. Ci sono delle regole che impediscono alla pubblica amministrazione di pagare quando le pratiche non sono complete o inesatte. Voglio però rassicurare sul fatto che i soldi ci sono e che è nostro preciso impegno continuare a liquidare secondo le necessità". A seguire una tabella con i pagamenti effettuati dalla Regione Marche alla data del 20 dicembre 2016.Euro 15.770.332,77 così ripartiti: - Pagamento Contributo Autonoma Sistemazione (rendicontato dai Comuni da agosto fino al 19 dicembre 2016): EURO 3.900.967,35 -pagamento alberghi,agriturismi,campeggi ecc: EURO 3.125.984,16 - Pagamento agli Enti Locali per lavori di somma urgenza: Euro 978.852,22 - pagamento interventi in emergenza Euro 503.072,03 - pagamento lavori somma urgenza ditte private: Euro 287.388 - Anticipazioni 30% agli Enti Locali per lavori di somma urgenzaEURO 6.907.069.00 TOTALE PAGAMENTI EFFETTUATI FINO AL 20 DICEMRE 2016 EURO 15.770.332,77POPOLAZIONE ASSISTITA - palestre,scuole,palazzetti dello sport, centri sociali,tensostrutture MC 1.160 - FM 168 - AP 212 - AN 0 = Totale 1.540 . autonoma sistemazione CAS MC 11.663 - FM 1.324 -AP 2.676 - AN 533 = Totale 16.196 - alberghi,campeggi,agriturismi ecc MC 5.037 - FM 124 - AP 752 - AN 205 = Totale 4.388 TOTALE POPOLAZIONE ASSISTITA NELLA REGIONE n. 29.304
Sono 44.598 le verifiche effettuate su edifici privati dalle squadre di tecnici ed esperti abilitati per le verifiche di agibilità con procedura FAST (Fabbricati per l'Agibilità Sintetica post-Terremoto), attivata dopo il terremoto in centro Italia. In base ai dati aggiornati al 23 dicembre - rendo noto il Dipartimento di Protezione civile - i controlli sono stati 20.699 nelle Marche, 14.182 in Umbria, 8.273 in Abruzzo e 1.444 nel Lazio.Gli edifici risultati agibili sono complessivamente 20.030, mentre sono 13.290 gli esiti di "non utilizzabilità" per temporanea, parziale o totale inagibilità, oltre a un 1.252 edifici che, pur non essendo danneggiati, risultano "non utilizzabili" per solo rischio esterno. A questi si aggiungono 10.026 edifici per i quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere agli immobili e, pertanto, sono necessari ulteriori sopralluoghi. (Ansa)
E' "molto contento" il sindaco di San Ginesio Mario Scagnetti per la visita del premier Paolo Gentiloni nel suo Comune colpito dal terremoto. Il sindaco ha illustrato al presidente del Consiglio la situazione di San Ginesio, che rispecchia quella di un centinaio di altre città delle Marche. "Abbiano 1.930 richieste di verifica su 1.500 nuclei familiari e 3.500 abitanti. Il 50% degli edifici pubblici e privati non è utilizzabile. In particolare nessuno degli immobili pubblici: sede del Comune, dell'Unione Montana, il teatro, le chiese e quattro scuole su sei". Serve la ricostruzione materiale e interventi sulla viabilità. Ma oltre a questo, "abbiamo la necessità di ripartire subito con un progetto condiviso di rilancio e promozione del territorio. Qui non abbiamo zone produttive, la cultura è la nostra unica 'fabbrica' e il nostro futuro è rappresentato dalle scuole". Cultura e istruzione, ma per affrontare questa tragedia immane cui vuole sintonia istituzionale". (Ansa)
"Viva gli Alpini!": così il premier Paolo Gentiloni ha salutato i volontari degli Alpini della Protezione civile che prestano assistenza alle popolazioni terremotate di San Ginesio. Il presidente del consiglio è arrivato a San Ginesio proveniente da Norcia in netto anticipo sull'orario previsto, caso forse più unico che raro, "sconvolgendo" il protocollo. Infatti, al momento dell'arrivo di Gentiloni diverse autorità erano ancora assenti, ma ad attenderlo c'era comunque il primo cittadino Mario Scagnetti con il quale il premier si è intrattenuto per diversi minuti.Il premier ha visitato l'ostello comunale, che ora ospita alcuni anziani evacuati da abitazioni inagibili o Rsa, con cui si è fermato a parlare, poi ha ricevuto in dono un calendario dei volontari della Protezione civile locale intitolato «Reagire». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è entrato nella zona rossa del comune terremotato di San Ginesio, off limits per i giornalisti che stanno seguendo la sua visita.Ma prima ha fatto un giro per la parte del centro storico ancora agibile, circondato dalla folla e dalle autorità a cui si è aggiunto il presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo, camminando in mezzo alla gente senza particolari formalità.
Caro Babbo Natale, sono ancora io. Ti ricordi di me? Ti avevo scritto un po' di tempo fa per chiederti la stazione di polizia dei Lego per regalo. Te lo giuro: ho fatto ancora il buono e faccio sempre i compiti. Ma devo chiederti un favore grande: non voglio più la stazione di polizia dei Lego. Vorrei tanto un'altra cosa.Lo so che è tardissimo e so anche che forse ti arrabbierai... ma se hai un minuto da dedicarmi posso spiegarti tutto.Non sono un bambino capriccioso, ma invece del gioco che ti avevo chiesto vorrei tanto che tu potessi portare ai miei genitori il Cas (Contributo Autonoma Sistemazione, ndr). Non so cosa sia e spero tanto che non sia una parolaccia, ma te lo chiedo con tutto il cuore... porta il Cas ai miei genitori e lascia stare la stazione di polizia. Sai, dopo che ti avevo scritto la prima letterina, sono cambiate tante cose dentro casa mia. Anzi, dentro quest'altra casa dove mi hanno portato senza neanche chiedermi niente i miei genitori qualche giorno dopo che c'è stato il terremoto. Non stiamo male qui, veramente. Ma mi manca tanto casa mia... E come ti dicevo prima, dopo che siamo arrivati in questa nuova casa sono cambiate tante cose. Io sono piccolo, ma li sento i miei genitori parlare. E vedo anche che sono tanto tristi e preoccupati. Sento papà che dice sempre che ha dovuto spendere un sacco di soldi per venire ad abitare qui e che un po' ha dovuto anche farseli prestare da un amico, perchè la banca non glieli dava... Lui lavora tanto ma non ha uno stipendio fisso e anche quando è stato male non gli hanno riconosciuto neanche un centesimo perchè non ha, come la chiama lui, "la busta paga". E anche la mia mamma prima lavorava un po' di più, ma adesso, con i tempi che corrono la chiamano sempre meno e guadagna pochi soldini.L'altra sera li sentivo mentre parlavano fra di loro e dicevano sempre che aspettano questo Cas per poter respirare un po' di più. Erano sicuri che almeno per Natale qualcuno avrebbe portato loro questo Cas per trascorrere delle festività più tranquille e magari poter fare anche qualche pensiero. Dicevano anche che comunque a me non avrebbero fatto mancare niente, ma erano tanto tristi. Papà diceva anche che qualcuno gli aveva detto che non avrebbe dovuto pagare le bollette per qualche tempo e che invece la mattina stessa erano arrivate in banca e aveva dovuto pagarle... Loro hanno fatto tanti sacrifici per comprarsi la casa dove vivevamo, ma il terremoto ce l'ha rovinata e adesso per stare in quest'altra casa dobbiamo pagare: ti pare giusto Babbo Natale? Perchè non c'è nessuno che regala ai miei genitori il Cas? Ho capito che è una cosa che gli devono dare per forza ma che se non arriva fra poco non sapremo neanche come fare la spesa... Sono anche un po' arrabbiati perchè li ho sentiti che dicevano che a qualcuno qui intorno forse un altro Babbo Natale come te il Cas lo ha portato, ma a noi che siamo fuori casa da fine ottobre non lo porta mai nessuno... Ti prego Babbo Natale, ti prego con tutto il cuore: non mi importa più della stazione di polizia dei Lego, ma porta il Cas a papà e mamma perchè non posso più vederli così tristi. A me penserai l'anno prossimo. Grazie Babbo Natale, ti voglio tanto bene.P.S.: l'anno prossimo non sbagliare casa, mi raccomando! Spero tanto che saremo di nuovo a casetta nostra!
Tre borse lavoro attivate, un ufficio del turismo permanente a Camporotondo e poi tantissima formazione su cultura, enogastronomie e territorio. Sono i risultati del progetto LU.MA.CA. nato un anno fa all'interno dei comuni che fanno parte dell'Unione Montana dei Monti Azzurri e destinato ai ragazzi tra i 18 e i 35 anni, con l'obiettivo di favorire aggregazione giovanile e recupero del territorio."Questo progetto - ha detto il Sindaco di Camporotondo Emanuele Tondi - è nato perché avevamo bisogno di formare i giovani nei settori che ritenevano di maggior interesse, da quello turistico a quello culturale passando per l'enogastronomia. Ora di queste professionalità abbiamo ancor più bisogno, perché il terremoto ha svuotato i centri dell'entroterra. La nostra rinascita deve partire da qui".La prima fase del progetto LU.MA.CA. ha visto i giovani coinvolti in corsi di formazione professionalizzanti sulla conoscenza del territorio e sul turismo legato al territorio. "A partire dalle basi teoriche - ha detto coordinatore del progetto Massimo Riccetti - i ragazzi assistiti da alcuni professionisti hanno costruito 10 pacchetti turistici dell'Unità Montana dedicati agli amanti del tracking e della mountain bike."Col progetto LU.MA.CA. i giovani sono diventati promotori dei loro territorio e soprattutto "hanno assunto la consapevolezza - ha detto Giampiero Feliciotti, Presidente dell'Unione Montana - che anche nell'entroterra ci sono interessanti opportunità di lavoro qualificato. Noi vogliamo che i nostri ragazzi imparino a valorizzare al meglio le tante risorse presenti su quest'area a vantaggio del loro futuro e di quello dell'intera comunità".Nel corso della conferenza stampa sono stati premiati anche i tre giovani fotografi che hanno vinto il concorso lanciato dal progetto LU.MA.CA. Ad aver rappresentato al meglio le bellezze e le eccellenze dell'Unità Montana sono stati Marco Vecchioni di Loro Piceno, Luana Bassetti di Monte San Martino e Gianluca Ermanni di San Ginesio. I loro scatti saranno utilizzati nelle brochure e nei siti internet per fare promozione turistica.https://www.youtube.com/watch?v=zhxTAiW1j10