Le CBF Balducci HR Macerata supera l’ostacolo Imola al Fontescodella con una prestazione di grande concretezza e continuità: 3-0 in poco più di un’ora per le arancionere contro la Clai Volley nella settima di ritorno della Serie A2 Tigotà, un risultato che vale la dodicesima vittoria stagionale e permette di continuare la corsa in classifica a quota 36 punti, al terzo posto sempre in scia a San Giovanni in Marignano e Messina. MVP di giornata l’argentina Bulaich con 11 punti e il 64% in attacco, top scorer Decortes con 19 palloni messi a terra, ma tutte le maceratesi scese in campo oggi hanno spinto sull’acceleratore, confermando la crescita continua fatta vedere nelle ultime gare. I 10 muri e i 4 ace messi a segno fanno il resto, Imola (con la regista Drewnick all'esordio e l'ex di turno Pomili out) si aggrappa solo ai 12 punti di Mescoli ma si ferma al 25% in attacco contro il 54% delle padrone di casa. Da segnalare il ritorno in campo di Busolini da titolare dopo un anno dall’infortunio al ginocchio: per lei 6 punti con 2 muri vincenti.
Coach Lionetti parte oggi con Bonelli-Decortes, Mazzon-Busolini, Battista-Bulaich, Bresciani libero. Coach Caliendo sceglie Drewnick-Stival, Melandri-Ravazzolo, Bulovic-Mescoli, Mastrilli libero.
Dominio arancionero nel primo set: un attacco vicino al 60%, gli 8 punti di Decortes (62% con 2 muri vincenti) fanno subito la differenza, Imola è in difficoltà (14% in attacco) e il risultato finale è un netto 25-10 per la CBF Balducci HR. Nel secondo set le maceratesi continuano a tenere alto il livello di gioco in ogni fondamentale: 3 muri e 1 ace, più altri 7 punti di Decortes sanciscono il 25-18, per la Clai Mescoli attacca al 60% (4 punti). Sulla stessa linea il terzo set, la prestazione corale delle ragazze di Lionetti prosegue: Bulaich sale in cattedra con 6 punti e l’83% in attacco, altri 4 muri arancioneri spengono ogni velleità delle romagnole: 25-14 il finale.
LA PARTITA
Coach Lionetti parte oggi con Bonelli-Decortes, Mazzon-Busolini, Battista-Bulaich, Bresciani libero. Coach Caliendo sceglie Drewnick-Stival, Melandri-Ravazzolo, Bulovic-Mescoli, Mastrilli libero.
Partenza sprint per le arancionere che vanno subito sul 4-0, guidate dai colpi di Decortes, che piazza anche il muro del 6-1, arriva il contrattacco di Bulaich per l’8-2. Decortes mette l’ace del 10-3 e il colpo dell’11-3 da seconda linea, Mazzon c’è (12-4) mentre Stival commette due errori che lanciano la CBF Balducci HR sul 15-4. Battista mette giù il 17-6, arriva l’ace di Ravazzolo con l’aiuto del nastro (17-8), Busolini va a segno (18-8), Decortes ferma Melandri (19-8). Bulaich infila il 20-8 in mezzo al muro e anche il mani out del 21-9, Decortes va di nuovo a segno (23-9), c’è l’ace di Busolini col nastro (24-9), chiude Mazzon 25-10.
Primo break maceratese nel secondo set con Decortes (4-2) in contrattacco, suo anche l’ace del 6-3, Bulaich vince il contrasto a rete per il 7-3. Battista piazza il pallonetto (9-5), Busolini mura il 10-5, mette la fast dell’11-6 e un altro muro per il 13-7, il contrattacco di Decortes vale il 15-8. Sempre l’opposta arancionera firma il 17-10, c’è spazio per Orlandi per Mazzon, Mescoli ferma Decortes (18-13) ma si rifà subito con il muro del 20-14. Entra Sangugni per Battista, Bulaich va a segno (21-15), Bulovic sbaglia (23-17): il set si chiude sull’errore di Ravazzolo (25-18).
Imola prova a reagire in avvio di terzo set (2-4), ma Bulaich rimedia subito (4-4), il muro di Bonelli riporta avanti le arancionere (6-5), quello di Bulaich vale il 7-5. L’argentina allunga ancora in contrattacco (9-5) e piazza anche il 10-6, Battista firma il mani out (11-6) e il lungolinea del 12-6. C’è Visentin per Bulovic nella Clai Imola, Mazzon mura due volte (14-6), c’è anche Migliorini per Ravazzolo al centro nelle romagnole: Stival guadagna il contrattacco del 14-9, Battista risponde con quello del 16-9. Decortes trova il tocco del muro (18-12), arrivano due errori di Imola in attacco (20-12), Bulaich firma il 21-12, Battista l’ace del 22-12. Mescoli non trova il campo (24-13), chiude Mazzon 25-14.
IL TABELLINO
CBF BALDUCCI HR MACERATA - CLAI IMOLA VOLLEY 3-0 (25-10 25-18 25-14)
CBF BALDUCCI HR MACERATA: Mazzon 10, Bonelli 2, Battista 12, Busolini 6, Decortes 19, Bulaich Simian 11, Bresciani (L), Sanguigni, Orlandi. Non entrate: Caruso, Morandini, Allaoui, Fiesoli, . Allenatore Lionetti.
CLAI IMOLA VOLLEY: Bulovic 2, Ravazzolo 4, Stival 3, Mescoli 12, Melandri 4, Drewnick 1, Mastrilli (L), Visentin 1, Gambini (L), Migliorini, Stafoggia, Rizzieri. Non entrate: Pomili. Allenatore Caliendo.
Arbitri: Viterbo, D'Argenio.
Note - Spettatori: 470, Durata set: 20', 24', 21'; Totale: 65'. MVP: Bulaich Simian.
(Foto: Roberto Bartomeoli)
LE DICHIARAZIONI
Valerio Lionetti (head coach CBF Balducci HR Macerata): “È stata una buonissima prova corale di tutta la squadra, sono molto contento perché abbiamo mantenuto il livello di attenzione molto alto per tutto l’arco della partita, che è la cosa su cui lavoriamo dall'inizio dell'anno, quindi è bello vedere un po' i frutti del lavoro che si fa in palestra. È bello vedere anche quando alcune cose non vanno che vengono sistemate durante l'incontro, insomma è stata una partita molto buona da quel punto di vista ed è quello che avevo chiesto tra l'altro. Imola, come sapevamo dal match di andata, è una squadra che difende moltissimo, ti snerva parecchio perché è una squadra che non sbaglia niente, era molto facile cadere nel nervosismo e fare errori o prendere delle murate: questa cosa qua assolutamente non è stata fatta, abbiamo secondo me interpretato nel modo migliore la gara”.
Federica Busolini (centrale CBF Balducci HR Macerata): “Sono molto soddisfatta di come è andata oggi, anche perché facendo un breve calcolo era un anno che non giocavo una partita intera quindi c'era anche un po' di tensione iniziale. Detto ciò, sono anche molto contenta di quello che ha fatto la squadra perché cominciamo a dare anche molta costanza al lavoro che facciamo in settimana e ai risultati che otteniamo la domenica. Adesso ci manca poco per finire questa Regular Season che comunque è stata complicata, perché le squadre sono tutte molto ostiche da affrontare, ognuna ha un punto di forza diverso. Poi, sicuramente, comincerà una fase più complessa, magari anche maggiore tensione perché le squadre alla fine saranno tutte forti, e dovremo essere brave a mantenere sempre costanza e grinta in tutte le partite”.
Daniela Bulaich (schiacciatrice CBF Balducci HR Macerata): “Sono felice per la partita che fatto ha la mia squadra, sapevamo che Imola è una formazione non muore mai: noi abbiamo fatto un bel lavoro in settimana e oggi in campo abbiamo spinto ancora di più, quindi credo che sia visto. Piano piano stiamo arrivando ad un livello sempre più alto, è positivo verso la fase più importante della stagione”.
Un tuffo nel passato, un viaggio tra i sapori autentici di un tempo. La Delegazione di Macerata dell’Accademia Italiana della Cucina ha dedicato la prima conviviale del 2025 ad un prodotto simbolo del territorio: le paccucce di Colmurano.Un’iniziativa che ha permesso di riscoprire una tradizione culinaria antica e genuina, legata indissolubilmente all’identità di un intero paese.
Le paccucce, spiegano il delegato Pierpaolo Simonelli e la simposiarca Mara Gasparrini, non sono semplici spicchi di frutta secca. Rappresentano un vero e proprio rituale, tramandato di generazione in generazione, che affonda le radici in un’epoca in cui l’autoproduzione e la conservazione degli alimenti erano fondamentali per la sopravvivenza.
La presidente dell’Associazione delle Paccucce di Colmurano, Monica Erodiade e il l vice presidente e fondatore, Emilio Seri, hanno raccontato come le paccucce sono tornate alla ribalta nella tradizione colmuranese; il 1978, è l’anno di nascita dell’Associazione che da allora valorizza e promuove questo prodotto tutto locale: mele rosa dei Sibillini, vino cotto di Loro Piceno e la paziente conservazione prima di gustarle.
Un dato storico importantissimo: nella biblioteca di Forlì è custodito un documento datato 1385 che riporta la ricetta delle paccucce.
Ma quale è la ricetta? Anticamente, a Colmurano, le mele venivano raccolte in anticipo, tagliate a spicchi e poi essiccate al sole o nel forno. Successivamente, venivano conservate in barattoli di vetro, ricoperte di vino cotto o mosto. Un metodo ingegnoso che permetteva di gustare la frutta durante tutto l’anno, soprattutto nei lunghi e freddi mesi invernali. E’ così che grazie a tale maestria i Colmuranesi sono anche chiamati “Paccuccià”
Ma le paccucce di Colmurano sono molto più di un semplice dolce. Sono un simbolo di un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente, un patrimonio culturale da tutelare e valorizzare. Non a caso, hanno ottenuto la prestigiosa denominazione comunale (DECO), diventando un prodotto bandiera del territorio.
La riscoperta delle paccucce rappresenta un’opportunità unica per promuovere il turismo enogastronomico nel maceratese. Questo prodotto tipico, infatti, è un elemento distintivo dell’offerta turistica locale, e può attirare visitatori nazionali ed internazionali alla scoperta dei sapori autentici del territorio.
Come sottolineano gli esperti, le paccucce possono essere utilizzate in numerose ricette, sia dolci che salate, e abbinate ad altri prodotti tipici del territorio, come i formaggi, i salumi e i vini locali.
La storia delle paccucce è un esempio di come la tradizione possa essere un punto di partenza per innovare e creare nuove opportunità di sviluppo. Grazie all’impegno delle istituzioni, degli operatori del settore e dei cittadini, le paccucce di Colmurano sono destinate a un futuro radioso, portando con sé i profumi e i sapori di un passato che non vogliamo dimenticare.
Vince e convince il Chiesanuova Calcio che al “Sandro Ultimi” batte per 2-1 il Matelica di Mr. Ionni, inseguendo la capolista Maceratese a -3. È iniziato nei migliore dei modi il 2025 per i ragazzi del presidente Luciano Bonvecchi, conquistando la terza vittoria consecutiva.
Prestazione eccellente dei ragazzi di Mr. Mobili, dove nel primo tempo ha dominato il Matelica, siglando i gol 1 per tempo. Sicuramente per la mole di gioco e le occasioni da rete il risultato finale penalizza Canavessio &C.
Parte bene il Chiesanuova. Al 13° bel cross di Persiani dalla destra in area, Sbarbati di testa sfiora il gol alla destra di Ginestra. Al 19° ci prova capitan Mongiello, supera 2 avversari, gran tiro palla di poco alto sulla traversa. Il Matelica non riesce a creare problemi alla retroguardia biancorossa, ed al 25° il bomber Sbarbati oggi incontenibile sfugge dalla sinistra, dal fondo fa partire un gran tiro, ma Ginestra si supera e palla in corner. Al 26° su corner di Mongiello è ancora Sbarbati (lo squalo) va vicino al gol, palla di poco al lato. Al 28° il Chiesanuova va in gol con capitan Mongiello, gran tiro palla in rete, ma l’assistente annulla per fuori gioco. Al 34’ è ancora Sbarbati che costringe Ginestra al miracolo, palla in corner.
Sulla battuta al 35’ va Mongiello, palla sul 2° palo, semirovesciata sul secondo palo di Monaco in area, subentra Canavessio che infila Ginestra per l’1-0. Chiude il 1° tempo con il Chiesanuova padrone del campo, senza un’azione rilevante del Matelica. Ripresa: al 50’ ci prova Persiani, palla di pochissimo alta sulla traversa. Al 55’ ancora Chiesanuova vicino al raddoppio on un rasoterra secco di Pasqui, palla di poco al lato di Ginestra. Al 65’ ancora il Chiesanuova pericoloso su calcio piazzato di Monaco, palla di poco alta. Il raddoppio è nell’aria e arriva puntuale al 67’ Ginestra disinnesca in uscita Mongiello, esce fuori area, palla al piede e sbaglia il disimpegno, Persiani intercetta e con un pallonetto dai 35 metri siglando un gran gol per il 2-0. Al 73’ è ancora Persiani dove si vede negare il 3° gol con un salvataggio sulla linea del nuovo acquisto Siciliano. È un assedio del Chiesanuova. Al 78’ ci prova il bomber Iori con un diagonale, ma la palla finisce a lato.
Il Matelica da segni di vita, a 10’ dal termine prova a riaprire la gara con Strupsceki che ha conquistato un calcio di rigore con un’ingenuità di Canavessio, per il signor Spadoni di Pesaro è calcio di rigore, che Iori trasforma con freddezza. Al 94’ il Matelica spaventa il “Sandro Ultimi” con un colpo di testa di Aquila che di testa manda la palla di poco al lato. Sarebbe stata un’ingiustizia.
Chiesanuova FC ASD: Ajradinoski, Tempestilli (70’ Morettini), Ciottilli, Palladini, Canavessio,
Monaco, Pasqui (85’ Russo), Tanoni, Sbarbati (91’ Vitucci), Mongiello (89’ Tacconi), Persiani.
All. Mobili Roberto A disp: Fatone, Poinsel, Bambozzi, Priori, Sfasciabasti.
MATELICA CALCIO: Ginestra, Montella, Merli (79’ Giovannini), Lucarini, Siciliano, Gomis
(61’ Mengani E), Aquila, Frulla, Iori, Mazzoni (71’ Amico), Strupsceki. All. Ionni Ettore
A disp: Ripani, Zappasodi, Ziroli, Mengani N, Antonioni, Bagnolo.
Arbitro: Spadoni di Pesaro Assistenti: Belogi di Ancona e Censori di San Benedetto
Rete: 35’ Canavessio – 67’ Persiani – 80’ Iori (rigore)
Note: Corner 9-1; Recupero 2' e 6'
Ammoniti: Pasqui – Monaco – Persiani – Tempestilli – Palladini – Sbarbati – Persiani – Gomis – Lucarini – Montella.
Un'ottima Maceratese si è imposta 2-0 sull'Atletico Mariner sul tappeto verde dell'Helvia Recina Pino Brizi. Una vittoria che dà continuità dopo quella di Fermignano e che porta le firme di Cognigni sul finire di primo tempo e di Ruani ad inizio ripresa. Successo che la Maceratese ha dedicato a Sergio Macellari, scomparso questa notte all'età di 86 anni. L'unica nota negativa del pomeriggio biancorosso è stato l'infortunio di Nasic, uscito in barella con le mani in volto. Per il centrocampista si teme un infortunio grave al ginocchio.
Possanzini manda in campo la sua squadra con Mastrippolito terzino sinistro al posto di Vanzan, che parte dalla panchina dopo la febbre degli ultimi giorni, con Nicolosi al centro al fianco di Lucero. In attacco Marras, Ruani e Vrioni a supporto di capitan Cogngini. La Rata parte subito forte e al 6' si costruisce subito un'occasione importante, con Marras che servito in area da Congigni calcia a lato di poco. Al 15' grande azione personale di Vrioni, che entra in area e serve all'indietro Ruani che però mette incredibilmente alto da pochi passi. La Maceratese gioca stabilmente nell'area avversaria: ancora Marras, questa volta dal limite, chiama Amato alla grande parata. Al 28' padroni di casa anche sfortunati, col tiro a botta sicura di Nasic che colpisce in pieno la traversa. Lo stesso centrocampista qualche minuto dopo si accascia a terra in seguito ad un contrasto di gioco e chiama immediatamente l'ingresso dello staff medico. Nasic è costretto a uscire in barella, accompagnato dai due capitani Cognini e Napolano e dal supporto di tutto l'Helvia Recina. Le prime impressioni fanno pensare ad un grave infortunio al ginocchio ma si attendono aggiornamenti. Il gioco riprende, col Mariner che al 40' si affaccia per la prima volta dalle parti di Gaglairdini con un tiro innocuo di Napolano. Sull'altro versante la Maceratese recrimina per un contatto sospetto in area fra Cognigni e De Vito. Quando le squadre sembrano andare a riposo sullo 0-0 arriva il gol del vantaggio locale: sempre Marras a crossare in maniera precisa sul secondo palo a trovare la sponda di Lucero, pallone che latita sulla linea di porta e il condor Cognigni la spinge dentro di testa. Maceratese in vantaggio e Curva Just in visibilio. Si va a riposo su questo risultato.
La ripresa si apre subito con un episodio chiave: un cross di Vanzan, rientrato dagli spogliatoi al posto di Nicolosi, trova un tocco di mano da parte di Marcucci: l'arbitro non ha dubbi e assegna il calcio di rigore. Sul dischetto va Ruani, che sceglie la soluzione centrale parata da Amato. Sulla respinta il numero 10 biancorosso è il più lesto di tutti e fa 2-0. A questo punto la Maceratese gioca sulle ali dell'entusiasmo, contro un Atletico Mariner che accusa il colpo. Al 22' è ancora Marras a flirtare col gol, ma è Amato è ancora bravo a respingere. La Rata controlla e gestisce il vantaggio, anche se nel finale è Gaglairdini a dover compiere un grande intervento negando il gol a Cialini. Finisce 2-0, con la Maceratese che sale a quota 41 e va a festeggiare con i propri tifosi la prima vittoria interna del 2025. Vincono anche Chiesanuova (2-0 sul Matelica) e K Sport Montecchio (2-0 sull'Urbania). Rimane perciò invariata la situazione in vetta, con la Maceratese prima a +3 sulle due isneguitrici.
(Foto di Francesco Tartari)
Venerdì 20 dicembre nell'Auditorium dell'IlS "Matteo Ricci" di Macerata, si sono tenuti due seminari di pedagogia che hanno coinvolto docenti e studenti delle classi quinte del Liceo delle scienze umane, relatore il prof. Sabino Pavone, presidente e docente della Libera Scuola Steiner-Waldorf "Novalis" di San Vendemiano, fondatore della Libera Associazione Italiana di Pedagogia steineriana e coordinatore nazionale della formazione Steiner-Wlaldorf in Italia.
L'iniziativa, promossa dalla dirigente dott.ssa Rita Emiliozzi, rientra nel "Progetto Orientamento", coordinato dai docenti Chiara Angeletti e Francesco Pampana. Un progetto, ormai alla sua terza edizione, che intende valorizzare la specificità e l'identità dell'indirizzo liceale delle Scienze Umane, offrendo agli studenti delle classi quinte l'opportunità di conoscere e approfondire diversi modelli pedagogici in un 'ottica orientativa, ricavando da ognuno indicazioni e stimoli per la costruzione del proprio progetto di vita. Nell'incontro del mattino il prof. Pavone ha parlato agli studenti dei "processi di apprendimento nella scuola e nella vita", in quello del pomeriggio, invece, ha coinvolto insegnanti, educatori e genitori sul significato dell' "essere adolescenti nel III millennio, tra eternità e Spirito del tempo".
“L'evento ha suscitato molto interesse - fa presente il prof. Francesco Pampana, tra gli organizzatori dell’evento - Il prof. Pavone ha saputo trasmettere con competenza, efficacia e uno stile coinvolgente lo spirito e i principi sui quali si fonda il modello pedagogico ideato da Rudolf Steiner nel 1919 e praticato oggi da più di 40 scuole in Italia, ma diffuso e apprezzato in tutto il mondo”. "I seminari svolti – sottolinea la dirigente scolastica Rita Emiliozzi – testimoniano l’impegno del nostro Istituto nell’esplorare prospettive educative innovative e autorevoli, dai quali trarre spunti preziosi da integrare nella didattica quotidiana, sempre nell’ottica di promuovere lo sviluppo delle competenze essenziali nei nostri studenti".
La pedagogia steineriana, prendendo le mosse da una visione olistica dell'essere umano, valorizza i talenti e l'individualità di ogni studente nelle tre dimensioni dell'intelletto, del sentimento e della corporeità e, al contempo, si propone di sviluppare il senso di appartenenza, di solidarietà sociale e di comunitarietà. Il percorso formativo, articolato in tre cicli di sette anni ciascuno, oltre alle discipline comuni, dà particolare rilievo a diverse forme di espressione artistica (arti figurative, musica, teatro, artigianato, euritmia).
Un approccio educativo orientato al futuro, in un'ottica ecologica e di sostenibilità, che si prende cura nel presente della crescita dei bambini e dei ragazzi con uno sguardo e un'attenzione alle persone che saranno domani. All'interno del progetto si sono svolti anche due laboratori artistico-espressivi, condotti dalle prof.sse Chiara Angeletti e Adriana Falaschini, ispirati alla pedagogia Waldorf con l'obiettivo di offrire ai ragazzi un'esperienza di libera e consapevole espressione di sé attraverso la pittura e la scultura. Le opere realizzate dai ragazzi verranno esposte in una mostra che sarà allestita all'interno della scuola nel mese di giugno.
L'Osimana si conferma una bestia nera per il Tolentino in questa stagione. La sfida, valevole per la diciottesima giornata del campionato di Eccellenza Marche, termina sul punteggio di 1-0 nello scenario surreale di uno stadio "Diana" senza tifosi.
Colpa dello strascico dei disordini verificatisi in occasione della sfida interna dei giallorossi contro il Matelica, in cui si verificò il lancio di oggetti in campo. Situazione che costrinse l'arbitro a interrompere il match (leggi qui).
Il risultato consente il sorpasso in classifica degli uomini di coach Labriola, che si prendono l'ultimo posto utile nella griglia playoff - il quinto - proprio ai danni dei cremisi. Le due formazioni si trovano appaiate a quota 29 punti, ma gli scontri diretti sono a favore degli osimani.
LE FORMAZIONI - Passarini deve fare i conti con la squalifica di Moscati e con l'infortunio di Peluso. L'allenatore ospite sceglie quindi di cambiare modulo, rinforzando la mediana con l'inserimento dal primo minuto di Conti. Ad assistere Lovotti è Capezzani, avanzato sulla trequarti. L'allenatore cremisi ritrova, però, dall'infermeria due pedine fondamentali: l'under Manna e il centrale Tomassetti in difesa, che torna a far coppia con Strano al centro.
Nell'Osimana c'è l'assenza del grande ex Matteo Minnozzi, ormai in partenza, come confermato dalla società in settimana (leggi qui). In avanti ci si affida alla collaudata coppia composta da Alessandroni e Mafei. Torna titolare capitan Buonaventura, che prende il posto di Bambozzi rispetto all'undici schierato nella sfida contro la Sangiustese di una settimana fa.
LA CRONACA - Il primo squillo, dopo un avvio di gara piuttosto bloccato, arriva al 18' e porta la firma di Alessandroni che colpisce il palo con un famelico colpo di testa in anticipo su Stricker. L'attaccante fa il massimo su un cross che appariva piuttosto telefonato, scagliato dalla trequarti.
Al 21' arriva il calcio di rigore a favore dell'Osimana. Triana viene atterrato in area da un intervento piuttosto ingenuo di Tizi e per l'arbitro non ci sono dubbi nel fischiare la massima punizione. Dal dischetto Alessandroni sorprende Bucosse e firma l'1-0.
Subito lo svantaggio, gli ospiti alzano il proprio baricentro. Al 26' la reazione cremisi si concretizza con il tiro dalla distanza di Stricker, che non trova lo specchio. I giallorossi si affidano alle ripartenze e ancora Triana è in evidenza al 32'. L'esterno, vedendo Bucosse fuori dai pali, tenta il gol della domenica ma la mira è totalmente sballata.
Al 36' azione personale da applausi di Badiali che supera tre avversari sulla fascia sinistra e suggerisce al centro per l'accorrente Manna. L'under cremisi piazza la conclusione, deviata pericolosamente in corner. Al 40' l'Osimana si riaffaccia in avanti ed è decisiva la chiusura di Strano per impedire a Triana di battere a rete. Al riposo si va sull'uno a zero a favore dei padroni di casa.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi il Tolentino prova a spingere alla ricerca del pareggio. La punizione di Capezzani dalla trequarti costringe Santarelli alla parata in tuffo (52'). La partita diventa aspra e frammentata, con interventi duri da ambo le parti. Al 65' il tiro-cross di Lovotti non spaventa la retroguardia osimana.
I cremisi tengono le redini del possesso palla, ma faticano a creare chiare occasioni da gol. Pericolosità che, invece, continua a confermare Alessandroni. L'attaccante di casa vede negarsi la doppietta personale da uno straordinario intervento di Bucosse. Al 75' Santarelli respinge coi guantoni, sulla linea di porta, una punizione calciata in maniera velenosa da Tizi sullo spicchio destro del limite dell'area di rigore.
Sul corner susseguente Tolentino nuovamente vicino alla segnatura, ma il colpo di testa di Stricker termina a lato di un soffio. Una situazione simile si propone anche nell'area di rigore ospite, ma Mosquera è impreciso. Nei dieci minuti finali Passarini inserisce Pesaresi per rivitalizzare il proprio reparto avanzato, ridotto all'osso dalle assenze. A fargli posto è Capezzani. Mossa che non porta con sè i frutti sperati. Nemmeno nei cinque minuti di recupero concessi i cremisi riescono a rendersi pericolosi e incassano la seconda sconfitta consecutiva.
Un grave incidente è avvenuto oggi, intorno alle 15 del pomeriggio, sulla superstrada 77 Val di Chienti, all'altezza dell'uscita dello svincolo di Caccamo, in direzione mare. Sul posto sono intervenuti prontamente i vigili del fuoco, una pattuglia della Polizia Stradale di Camerino e il personale del 118 per prestare soccorso.
Secondo le prime ricostruzioni, una Renault Megane sarebbe andata a impattare contro lo spartitraffico. All'interno del veicolo viaggiavano tre persone, tutte residenti in Lombardia: purtroppo, per uno dei coinvolti, Cristian Pesce, di 51 anni, non c'è stato nulla da fare, nonostante i tentativi di soccorso all'ospedale di Torrette, dove era giunto a seguito del trasferimento d'urgenza.
Gli altri due passeggeri sono stati trasportati all'ospedale di Macerata ma, data la gravità delle loro condizioni, successivamente sono stati trasferiti anch'essi al nosocomio dorico. Le autorità stanno ancora indagando sulle cause del sinistro.
La carreggiata della strada statale 77 della Val di Chienti, in direzione Civitanova Marche, è rimasta temporaneamente chiusa all'altezza di Serrapetrona. Il traffico è stato deviato sulla viabilità secondaria, con indicazioni fornite sul posto dalla segnaletica.
Chiude domani la mostra agli Antichi forni “La guerra Addosso”, tanti i visitatori insieme alle classi del Liceo Artistico Cantalamessa e del Liceo Linguistico Leopardi di Macerata.
L’ evento promosso dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra in collaborazione con l'Istituto storico di Macerata e il Centro Studi Carlo Balelli e con il patrocinio del Comune di Macerata vuole ricordare l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 e la mostruosità ancora attuale dei conflitti. La mostra ha messo a disposizione dei visitatori un vasto materiale fotografico e documentario sulla Grande Guerra e delle fonti d’archivio custodite presso enti e organizzazioni, tra le quali la Croce Rossa Italiana, l’Ospedale San Lazzaro di Reggio Emilia, l’Istituto Ortopedico Rizzoli.
Come sottolineato alla presentazione dai curatori Ludovico Testa, studioso di storia contemporanea e Costantino Di Sante Università del Molise. la mostra intende fornire un quadro generale sull’impatto traumatico del conflitto e focalizzare l’attenzione sulle tracce lasciate dalla guerra nel corpo e nella mente di decine di migliaia di soldati. “Una mostra necessaria” come dice la presidente dell’Anmig di Macerata, Gilda Coacci.
All’inaugurazione presenti anche la presidente Regionale Silvana Giaccaglia che ricorda il Concorso Pietre della Memoria e Daniela Meschini della Direzione Nazionale che porta i saluti del Presidente Nazionale. Il saluto dell’Amministrazione Comunale è stato portato dalla vicesindaca Francesca D’Alessandro che ha sottolineato come la mostra ha un forte valore didattico.
La mostra diventa un’occasione per riflettere e pensare ai conflitti in corso e ribadire ancora una volta come la guerra sia solo orrore e per scoprire, come scrive un visitatore, nel quaderno delle presenze “cose che non conoscevo. Grazie”.
La mostra infatti si snoda tra i numeri della prima Guerra moderna con costi incredibili sulla pelle dei soldati, all’uso di mezzi sempre più aggressivi e violenti e l’inizio dello stravolgimento del paesaggio per terminare con lo scempio dei corpi e della mente dei soldati dopo un attacco. Un percorso quanto mai attuale pensando a Gaza e all’ Ucraina, all’esodo forzato e alla morte dei civili e ai soldati che portano e porteranno ferite profonde nella loro mente. La nevrosi da guerra, da shock da bombardamento, da disturbo post traumatico e da stress bellico dopo la Grande guerra, venne riconosciuta tardi ma riguardò centinaia di soldati che pur integri nel corpo rimasero menomati nella mente, quelli che vennero definiti “gli scemi di guerra”. In questo percorso si incontra anche la nascita della chirurgia estetica per la ricostruzione dei volti sfatti dai bombardamenti, la ricerca di nuove soluzioni in campo ortopedico e l’uso delle protesi con la riabilitazione e il graduale inserimento nella vita sociale e lavorativa dei giovani soldati.
Una mostra che tocca i nodi centrali che gli invalidi italiani dovettero affrontare al concludersi della guerra. La mostra è stata un grande contributo alla conoscenza di quei fatti dolorosi che toccarono le famiglie italiane e stravolsero il tessuto sociale del primo novecento e da quella guerra, non va dimenticato, prenderanno origine i totalitarismi e le atrocità del secondo conflitto Mondiale. L’esposizione si è avvalsa anche di un bellissimo catalogo ed è arricchita da alcune foto di Carlo Balelli grande fotografo di guerra.
Possiamo dirlo senza ambagi: l’ultima frontiera mentale è stata abbattuta, l’ultima finestra di Overton è stata spalancata. È accaduto realmente: sono state annullate le elezioni presidenziali in Romania, che avevano dato vincente alle primarie Georgescu, candidato dichiaratamente vicino alle posizioni della Russia e di Putin.
Il pretesto dell’annullamento delle elezioni sarebbero le presunte interferenze della Russia; interferenze indimostrate e semplicemente dichiarate, a quanto pare. Si sa, nella liberissima Europa le uniche interferenze ammesse sono quelle di Washington. A questo punto, il dilemma amletico così suona: è nato un colpo di stato, o è un colpo di stato Nato?
Come ricordavo poc’anzi, si è spalancata una nuova finestra di Overton: per la prima volta è passato il principio secondo cui se le elezioni danno un esito sgradito a Washington, possono serenamente essere annullate. D’altro canto, nei giorni scorsi, Washington aveva fatto sapere che se la Romania si fosse discostata dall’occidente ne sarebbero discese pesanti conseguenze.
Le prime pesanti conseguenze non hanno tardato a manifestarsi: sono, appunto, state annullate le elezioni. Provate anche solo a immaginare a parti inverse la reazione dell’Occidente: provate a immaginare se, ex hypothesi, Putin annullasse in Russia delle elezioni con esito a lui sfavorevole sostenendo che vi sono le ingerenze statunitensi.
Subito l’occidente, anzi l’uccidente, urlerebbe allo scandalo e alla dittatura, al totalitarismo e all’infamia massima. Ma se a operare in quel modo è l’uccidente, allora la narrazione cambia di 180 gradi. Tant’è che adesso ci spiegano che le elezioni sono state annullate per proteggere la democrazia. Non sfugga il paradosso lampante, non passi inosservata la menzogna totale: per proteggere la democrazia ci dicono che bisogna sospendere la democrazia.
Per tutelare la democrazia bisogna annullare le elezioni con cui il popolo ha sovranamente scelto, cioè bisogna appunto annullare la democrazia. Ormai dovrebbe essere chiaro lippis et tonsoribus, ai ciechi e ai barbieri, per dirla con Orazio: la democrazia in Occidente è ormai soltanto un flatus vocis, una parola svuotata di significato, tale per cui si è in democrazia se si vota come vuole Washington. Il lemma democrazia oggi copre una realtà intimamente non democratica, che sempre più puzza di dittatura imperialistica mascherata.
Detto altrimenti, i popoli europei sono liberi di votare come vogliono, a patto che votino come vuole Washington, pena vedersi annullate le elezioni, come ora è accaduto in Romania. Il re è nudo, come si suol dire. E intanto, nel silenzio mediatico generale, il popolo della Romania sta protestando contro questa profanazione della democrazia.
Thierry Breton, ex commissario dell'Unione Europea, ha recentemente rilasciato delle dichiarazioni che meritano di essere commentate criticamente. Segnatamente egli si è espresso sulle elezioni in Germania, dicendo testualmente: "Se necessario, faremo come in Romania". Il riferimento, naturalmente, riguarda la possibile vittoria di Alternative für Deutschland, un partito che evidentemente non piace all'ordine neoliberale dominante, benché a dire il vero sia tutto fuorché anti-sistemico, dato che tra l'altro supporta Israele e non ha certo una visione anticapitalistica del mondo.
Ma basta anche solo risultare vagamente disallineati rispetto all'ordine dominante per essere stigmatizzati e avversati, come appunto avviene per Alternative für Deutschland (che definirei una anomalia dell'ordine neoliberale più che una forza antitetica rispetto a detto ordine). Insomma, come volevasi dimostrare, l'annullamento recente delle elezioni in Romania ha spalancato una pericolosa finestra di Overton, che i gruppi dominanti dell'ordine neoliberale sono pronti a mettere a frutto molte altre volte.
Non è implausibile immaginare che d'ora in avanti verranno annullate le elezioni in cui a vincere saranno forze sgradite all'ordine liberale e atlantista, per il tramite della mobilitazione di argomenti come quelli già utilizzati in relazione alla Romania, vale a dire le fantomatiche interferenze russe. Una volta di più, l'ordine della civiltà turbocapitalistica si conferma tutto fuorché democratico, essendo meglio inquadrabile come una plutocrazia imperialistica finanziaria.
Non soltanto manca la sostanza democratica, vale a dire la decisione sovrana del popolo sulle questioni dirimenti della vita pubblica (a decidere, lo sanno ormai anche i bambini, sono i mercati sovrani e cosmopolitici): oltre a ciò, sembra sempre più mancare anche la forma democratica, dato che l'esito delle elezioni sembra ormai liberamente rovesciabile come nel caso della Romania.
Insomma, l'ordine contemporaneo nega tanto la sostanza quanto la procedura della democrazia e, ciò non di meno, continua fieramente a proclamarsi democratico, delegittimando come non democratico ogni altro sistema. Non molto tempo addietro, il grigio tecnocrate di Bruxelles Oettinger si era avventurato a sostenere che i mercati avrebbero insegnato agli italiani come votare...
Una formula in cui si condensa perfettamente l'orientamento non democratico della civiltà dei mercati, quella che Angela Merkel ebbe una volta a definire come la "democrazia conforme al mercato" (e non, si badi, il mercato conforme alla democrazia). Mi sia consentito ricordare brevemente chi è Thierry Breton, per darne un breve ma necessario identikit di classe.
Ex commissario europeo che ha promosso il Digital Service Act (DSA), Breton è stato direttore generale prima di Thomson e poi di France Télécom. Dal 2005 al 2007, sotto la presidenza di Jacques Chirac, è stato ministro dell'economia nel governo de Villepin, con posizioni sfacciatamente neoliberali.
Dopo aver insegnato brevemente presso la Harvard Business School, Breton è tornato alla carriera manageriale in qualità di presidente di Atos, dal 2009 al 2019. Insomma, si tratta di un esponente della classe dominante neoliberale con forte incidenza politica nel quadro delle istituzioni di quella Unione Europea che non è altro se non una megamacchina finanzcapitalistica volta a potenziare il dominio delle classi dirigenti apolidi e a vessare i popoli e i lavoratori.
Riprende nel 2025 la serie di incontri sul tema "La filosofia nel cinema" che la Scuola Popolare di Filosofia propone con la collaborazione e il supporto di valenti professori liceali e universitari.
L'anno viene inaugurato dalla professoressa Silvia Pierosara dell'Università di Macerata con il film "Sorry, we missed you" di Ken Loach. Lo sguardo del regista, che ha sempre rivolto la sua attenzione ai temi sociali, si concentra sulla realtà esasperata, impietosa dei lavori della "gig economy", sulle vite di persone sfruttate, impoverite, disperate.
Un film di denuncia duro, amaro , in cui si vede come l'alienazione di riverberi, inesorabilmente, nche sugli affetti e sulle famiglie, disgregandole. L'opera intreccia i vari temi politici, filosofici, morali in un quadro che lascia senza fiato. L'appuntamento è per giovedì 23 gennaio, alle ore 21, agli Antichi Forni.
Come vuole la tradizione, da più di cinquanta anni, la domenica successiva al 17 gennaio, giorno in cui si festeggia Sant’ Antonio Abate protettore di tutti gli animali, in occasione della Benedizione si sono dati appuntamento a Tolentino, in piazza della Libertà, malgrado il maltempo, tantissimi cavalli di diverse razze e con vari tipi di monta con fantini e amazzoni che hanno indossato abiti tipici, oltre a tanti altri animali come cani, gatti, criceti, tartarughine.
Ad aprire la sfilata dei gruppi a cavallo la pattuglia della Polizia di Stato proveniente da Firenze e giunta a Tolentino grazie alla collaborazione con la Questura di Macerata. A seguire le Giacche Verdi, l’associazione di volontari che svolgono attività di protezione civile ambientale. Come tutte le edizioni presenti i cavalieri e le amazzoni di tante associazioni ippiche provenienti da tutte le Marche e gli organizzatori dell’associazione "I Cavalleggeri" di Tolentino.
A portare il saluto della città a tutti i partecipanti il sindaco Mauro Sclavi e a benedire gli animali il Priore della Comunità Agostiniana della Basilica di San Nicola, padre Massimo Giustozzo.
La tradizionale “Benedizione di Sant’Antonio” è stata organizzata dall’Associazione Ippica Dilettantistica “I Cavalleggeri” di Tolentino, in collaborazione con la Pro Loco Tct e con il patrocinio del Comune di Tolentino che, oltre a sostenere l’iniziativa con un finanziamento, cura la logistica dell’evento, mettendo a diposizione personale, il montaggio di un palco con amplificazione, il gruppo comunale di protezione civile e gli agenti di Polizia Locale per la viabilità.
In questi anni alla manifestazione di Tolentino hanno partecipato alla benedizione mucche, pecore, conigli, piccioni, cani, gatti, uccellini, pappagalli, merli, piccoli criceti, animali esotici come l’iguana e persino pesci rossi nelle loro bocce di vetro, tutti ornati con fiocchi rossi e cappottini all’ultima moda.
Ma i veri protagonisti sono sempre i tanti cavalli provenienti da tutta la regione e che arrivano in città su invito dei Cavalleggeri di Tolentino. Sfilano stupendi e superbi esemplari arabi, inglesi, italiani, andalusi, appaloosa, murgesi, lusitani, cavalli altissimi e pony, tutti fieri delle loro bardature “a festa” o del calesse che trainano. Mascotte dell’edizione 2025 della benedizione degli animali il piccolo pony falabella "Jack Sparrow" per via degli occhi di colore diverso, montato dal piccolo Enea.
L’Associazione Ippica Cavalleggeri, nata a Tolentino tra la fine degli anni novanta e il 2000, è presieduta da Giammario Paparoni e conta oltre 30 soci tutti appassionati di equitazione.
L'uragano di categoria 5 (3Gruppo Misto+2Pensiero ed Azione) capace, dicono i manuali, di distruggere edifici ed infrastrutture, ha perso di potenza nell'impatto su Parcaroli City nel d-day più temuto: l'approvazione del bilancio di previsione.
Niente tempesta perfetta e commissariamento, ma certo il cielo sopra Macerata è ancora pieno di tuoni e fulmini. Un fronte nuvoloso che minaccia di ingrossarsi con l'arrivo di nuovi venti freddi: quelli della tempesta d'autunno denominata Voto Regionale. Questo, abbiamo detto, nonostante l'uragano maceratese depotenziato abbia prodotto assieme al compatto 'no' delle opposizioni, un solo voto contrario (Ripa, Misto) tre astensioni (Bini e Cingolani, Pensiero ed Azione + De Padova, Misto) e un voto a favore (Carbonari Misto).
Il sindaco Parcaroli: "Non mi faccio ricattare da alcuno!" la sua prima dichiarazione dopo il pass. Tuttavia succedere a sé stesso per lui sarà ora un tantino piu' difficile. Tutto infatti si dovrà risolvere all'interno di una maggioranza certo più risicata ma fortemente blindata. Resta infatti relativamente poco al giugno 2026, quando si scioglierà il Consiglio.
La Grande Corsa pare infatti già iniziata con tutti gli uomini forti del Centro Destra 'a cavallo' di scintillanti eventi personali, mentre il Pd e' in cerca di un Mosè (incassando nel frattempo un "no grazie" da David Miliozzi) a guidare il popolo del centro sinistra fuori dal deserto.
Dice Pierfrancesco Castiglioni, capogruppo FdI: "Vero: maggioranza ridotta, vero: stavamo meglio prima. Tutto peraltro era chiaro con la formazione di nuovi gruppi. E di questo bilancio preventivo noi andiamo soddisfatti. Tutto improntato sulle progettualità con il finanziamento del Pnrr: 66 milioni in 3 anni. Sulle spese di conto corrente - manutenzione ordinaria, verde pubblico - abbiamo invece qualche difficoltà e tagli inevitabili".
Marco Caldarelli, il nocchiero del vascello sfuggito ad Uragano 5 (depotenziato a categoria 1): "Sono certo del futuro, prossimo percorso". "Sara' assolutamente tranquillo - sottolinea lui, assessore al Bilancio - non vedo infatti realistici segnali di crisi da qui alla scadenza della consiliatura ormai piuttosto vicina. Alle elezioni si arriverà vivaci ma sereni".
L'Unione di Centro e Lei? "Sono un uomo di partito. Seguirò le indicazioni: candidatura alle Regionali in autunno (non credo ad accorpamenti con il voto maceratese) o alle Comunali o addirittura restare a casa".
Narciso Ricotta da Piediripa al presidio sull'arroventata questione Simonetti (leggi lottizzazione) ci dichiara: "Segnali preoccupanti dal voto sul bilancio non votato dall'ex Lista Parcaroli. Concretizzando tutte le preoccupazioni su un sindaco che ha mostrato una carente visione politica dove gli assessori restano a presidio della propria poltrona. Intanto a pagare è il cittadino in settori chiave come il sociale e la cultura, falcidiati dai tagli".
L'ospedale? "Mancano purtroppo le risorse per crederci davvero. Degli 185 milioni, solo la meta' (90) verrebbe dalle provvidenze per la ricostruzione post sisma previste per l'ex Cras a S.Croce. E se non ci sono per le opere murarie, figurarsi per le attrezzature sanitarie mentre mancano medici ed infermieri, le prenotazioni ferme al Cup per cui tutti si vedono costretti a pagarsi di tasca propria prestazioni che non vadano da qui all'eternità. In questo contesto, territorialmente inoltre c'è da considerare la prossima apertura a Campiglione dell'ospedale di Fermo. E le aspettative di quello di Civitanova Marche su cui peraltro il Centro destra regionale punta in vista del prossimo voto".
"Macche' - replica Castiglioni - Saltamartini e Baldelli in consiglio comunale sono stati chiari. Le condizioni perchè l'ospedale di Macerata si faccia presto e bene ci sono tutte: soldi e progetti. Osservo a questo proposito come la sinistra appaia non del tutto infelice circa eventuali ma assolutamente non probabili, ripeto, problemi che insorgano sul fronte della sanità pubblica. Non mi pare bello dopo le assicurazioni rese in assise da vicepresidente ed assessore continuare con il mantra sull'ospedale che forse non si fa".
Aldo Alessandrini (Lega) con Parcaroli sottratto alle 'inimiche lance' sul Carroccio, dopo la tempesta tira leopardianamente un sospiro di sollievo: "Amministrazione salva. Per la verità confesso che non ho compreso appieno l'azione dei Civici. Sandro l'ha detto: non si fa tirare la giacchetta da alcuno. La maggioranza c'è ed ancora ampia. Non c'è ostilità: ciò che andava recuperato è stato recuperato e non finisce certo qui. Il bilancio di previsione approvato? E' chiaro, ben squadernato. Ogni consigliere può approndirlo".
È quello che intende fare Sabrina De Padova alla prossima riunione: "Riguarderà le risorse presenti in cassa. Chiedo una verifica sui numeri. Inoltre in bilancio vedo spese previste inferiori rispetto al 2023 in riferimento a lavori pubblici e cultura. Per le quali c'è una ormai tradizionale variazione mensili. La giunta? Tutti pronti a scattare per un posto al sole in autunno. Mi riferisco naturalmente alla eventuale ma per nulla scontata successione di Sandro". Nel caso naturalmente apertissimo di un'Estate di San Martino per il Centro Destra regionale e di una nuova Primavera per quello maceratese. E sul nuovo ospedale? "Sono pessimista" dichiara netta l'ex presidentessa del Consiglio delle Donne ed ex parcaroliana.
Intanto il CD maceratese si prepara ad accogliere Maurizio Lupi. Il leader di Noi Moderati, dopo rinvii, inaugura sabato 25 la nuova sede del partito in via Roma 72. Presenti il vicepresidente del Gruppo alla Camera, Pino Bicchielli; il consigliere regionale Marco Marinangeli; il coordinatore regionale Tablino Campanelli e il coordinatore provinciale Paolo Perini.
Perplesso, Perini, sul bilancio preventivo: "Non si capisce dove muore. Sono peraltro convinto che la maggioranza non si sfascerà: un anno e mezzo non è poi troppo lungo da condividere. Al contrario ci sarebbe troppo da perdere. No?!". E sull'ospedale che verra'? L'esponente di Noi Moderati non ricorre a moderati giri di parole: "E' palese a tutti che si tratti di un'enorme spesa. Dire qualcosa di definito senza conoscere nei dettagli il progetto, è comunque poco intelligente. Mi chiedo da cittadino: non conviene invece, insieme all'idea di nuove murature, investire sul precedente ristrutturando, puntando su una nuova viabilità, attrezzature sanitarie d'avanguardia (visto come si potenziano in tal senso le Case di cura private?!) e sopratutto sul personale e la sua formazione? Ecco quale sarebbe un servizio di vera eccellenza!".
Sono in viaggio, un viaggio inaspettato, quelle cose che ti accadono, e ti chiedi: "Perché?". È come quando cammini tranquillamente per i fatti tuoi e all’improvviso ti arriva quel sassolino dispettoso, che decide di fare quel salto in alto da primato proprio dentro la tua scarpa, e ti chiedi: "E ora, che bisogno c’era?!".
La mia morte è arrivata così! Avrei voluto tanto proseguire questa passeggiata, ma era già scritto in questo modo. Succede e basta! Mentre prepari la valigia dei ricordi, tra esperienze belle e brutte, all’improvviso vedi il tuo film, dove stavolta sei la protagonista assoluta con un gran finale!
Ripercorri la tua esistenza che, di colpo, appare come un lampo senza tempo, un momento sfumato in pochi secondi. Ora la pesantezza delle preoccupazioni quotidiane diventa ridicola; ormai da spettatore osservi dall’alto un palcoscenico tutto sommato popolato da pochi attori, ciascuno con il suo ruolo ben preconfezionato che inconsapevolmente recita, seguendo attentamente una sceneggiatura già scritta.
Tu sai che io non ho mai seguito quel copione, ero una strana, perché fuori da quegli schemi, libera ed impulsiva. Sentivo con il cuore prima che con la mente e questo mi ha portato spesso a battaglie inutili. Ma allora ignoravo di far parte di questo grande spettacolo.
Ah se avessi saputo prima di questo scherzetto, quanto avrei vissuto diversamente. Avrei sostituito un sorriso ad ogni lamento, mantenendo integra quella gioia fanciullesca che in qualche modo mi apparteneva. Avrei viaggiato e conosciuto persone, invece di chiudermi in un guscio protettivo, per paura di vivere la vita fino in fondo.
Ho preso troppo sul serio questo gioco chiamato vita. Sono salita sulle montagne russe non sapendo di essere alle giostre! Ho dato valore a cose, persone e situazioni che non lo meritavano, perdendo di vista me stessa e coloro che più amavo.
Solo alla fine ho imparato quanto fosse importante lasciare andare, affidarsi all’Universo con fiducia, senza il bisogno di tenere tutto sotto controllo. Nel tentativo di controllare il mondo, ho dimenticato la mia voce, che mi implorava di amarmi.
Cercavo fuori le conferme d’amore senza comprendere che ero io l’amore in tutte le sue forme. Ormai per me è inesorabilmente tardi e non c’è più un secondo appello! Che la mia esperienza ti insegni a cogliere la vera essenza della vita, ad assaporare il tempo presente, ad alleggerirti dai pensieri inutili per lasciare spazio alla gioia e all’amore.
Impara a conoscerti bene ed esprimi liberamente chi sei.
Incontrando un mio vecchio amico, compagno di liceo ai Salesiani di Macerata, abbiamo parlato del suo lavoro, della pensione raggiunta dopo quasi 40 anni di servizio, lui medico di base ad Ancona. Il medico di base o di famiglia, che dir si voglia, è da sempre la figura di riferimento quotidiana per la preservazione della salute dei cittadini.
E’ medico, spesso confidente, a volte anche amico. E’ una visione allargata della tutela della salute coinvolgendo fiducia ed attenzione reciproca nella cura del corpo, ma anche valutazione della qualità della vita, persino esplorazione dei sentimenti. E’ il medico di famiglia, la figura storica di riferimento sempre presente e in ogni caso di aiuto.
Il Dottor Luigi Fiordelmondo, quasi per 40 anni medico di medicina generale ad Ancona, ha voluto descrivere in un libro intitolato "Quando il medico non è solo di famiglia" la sua esperienza professionale, l’evoluzione del ruolo nel tempo e anche le frustrazioni sopraggiunte a deteriorare la missione.
Il libro ha già ricevuto un riconoscimento in un concorso letterario. Voglio riportare l’introduzione perché penso possa aiutare tutti ad un proficuo rapporto con una figura fondamentale per la nostra vita.
“Volevo fare il medico condotto come il dottor Manson del romanzo di Cronin. Ho finito per fare il medico di famiglia, il medico di base, il medico generico, il medico di medicina generale, il medico curante, ma non il medico condotto e il problema non fu non essere in Scozia ai tempi di Cronin, ma l’essere in Italia ai tempi della riforma sanitaria. Correva l’anno 1978 e il 23 dicembre di quell’anno nasceva il Servizio Sanitario Nazionale. La diversità degli appellativi denotava, fin d’allora, la varietà di interpretazioni che venivano attribuite a questa particolare figura di sanitario. Medico, ma anche psicologo, ma anche sociologo, ma anche soprattutto medico “prescrittore”, preferibilmente “appropriato” secondo le normative del Servizio Sanitario Pubblico.
Quando mi si chiedeva che lavoro facessi dicevo il medico. Se la domanda richiedeva anche una distinzione precisa, per tagliar corto dicevo: 'il medico della Mutua' e tutti capivano anche se le Mutue non c’erano più. La cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” è stata, insieme alla frequente difficoltà dei collegamenti Internet con il Ministero dell’Economia e Finanza (MEF), forse anche per mia responsabilità, il costante incubo nei 38 anni di attività.
Oltre ovviamente a quello degli anni bui della pandemia da Covid 19. Si dirà in maniera ironica, ma non troppo, “facevi anche l’esperto contabile”? In effetti, come un bravo ragioniere, dovevo inviare ogni giorno e da ciò l’ansia per la linea Internet, tutte le ricette dematerializzate che effettuavo. In tempo reale venivano controllate dal MEF, sia nell’appropriatezza, sia per verificare se si fosse superato o meno il budget di spesa.
In tutti questi anni, per ottenere un seppur minimo risparmio siamo passati dalla dotazione di un ricettario verde, di formato verticale, nel quale potevi scrivere diversi farmaci l’uno di seguito all’altro, ad un ricettario rosso, molto più contenuto, di formato orizzontale, nel quale potevi scrivere, anche perché non c’era spazio per altro, un numero massimo di due farmaci. Non più quindi collutori, lavande per l’igiene intima, saponi, creme o parafarmaci di qualsiasi genere.
Avevamo scoperto la razionalizzazione e il contenimento della spesa! Con Internet poi nacque la ricetta senza materia detta appunto dematerializzata. Avevamo fatto un’ulteriore magia. La carta della Zecca dello Stato sulla quale incredibilmente si dovevano prescrivere i farmaci non c’era più. In effetti la carta c’era, ma non era quella nobile e costosa della Zecca, bensì un semplice formato A5 prodotto dalla stampante del tuo PC (personal computer) che diventò nel frattempo indispensabile in ambulatorio, come lo era il lettino per le visite se non di più.
Dopo due anni di servizio in ospedale, quando scelsi il territorio e me ne andai, l’Aiuto del reparto mi disse: “Ottima scelta ragazzo, sarai libero e Primario di te stesso”. Non immaginava che sopra a me, in quella nuova avventura, avrei avuto il MEF e il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria, non immaginava nemmeno che mi sarebbero accadute vicende e situazioni che andavano oltre la clinica e che comunque valevano la pena di essere vissute ed anche raccontate”.
Sabato pomeriggio a Treia si è giocata una partita che definire “da montagne russe” sarebbe riduttivo. Il match fra Treiese ed Esanatoglia, valido per la 16ª giornata del girone F di Seconda Categoria, si è trasformato in un vero e proprio festival del gol, terminato con il surreale punteggio di 6-5 per i padroni di casa.
Undici reti in 90 minuti (più recupero), con delle conclusioni che sembravano pilotate e portieri da consolare a fine gara: quella di sabato è stata una sfida che difficilmente verrà dimenticata.
La partita sembrava iniziare in modo “normale” per la Treiese, che ha trovato il doppio vantaggio in meno di 20 minuti: Patrassi ha aperto le danze al 9', seguito al 18' da Carbonari , che ha infilato il portiere avversario con una conclusione precisa. Sembrava tutto in discesa per i locali, ma l'Esanatoglia non era venuta a Treia per fare da comparsa. I ragazzi in maglia azzurrogranata hanno rimesso tutto in discussione grazie a una doppietta lampo di Buldrini: prima al 35', poi al 43', con l'attaccante ospite che ha riportato la sua parità prima dell'intervallo.
La ripresa si è aperta con il piede sull'acceleratore per gli ospiti: dopo neanche due minuti, Albanese ha trovato il gol del sorpasso, facendo esplodere di gioia la panchina dell'Esanatoglia. Ma la Treiese non si è persa d'animo e, tra il 54' e il 56', ha ribaltato nuovamente il punteggio: prima Pietrantonelli , poi Latini , hanno firmato il 4-3 per i locali, scatenando l'entusiasmo del pubblico.
Tutto finito? Neanche per sogno! Al 68', uno scatenato Albanese ha accorciato le distanze e, all'89', ha completato la sua tripletta personale , segnando il 5-5 e regalando un finale thriller.
Quando ormai il pareggio sembrava scritto e gli spettatori avevano già la gola secca a forza di urlare, ecco l'ultimo colpo di scena: al 93' , ancora lui, Patrassi , ha trovato il gol decisivo, portando la Treiese sul definitivo 6-5. Un'esplosione di gioia incontenibile ha accompagnato il triplice fischio dell'arbitro, consegnando ai padroni di casa una vittoria tanto sofferta quanto storica.
Partite come questa sono il motivo per cui amiamo il calcio dilettantistico: imprevedibile, folle, capace di regalare emozioni a raffica. La Treiese si porta a casa tre punti preziosi, ma l'Esanatoglia può uscire a testa alta da una gara che non dimenticherà facilmente. Insomma, se qualcuno si fosse distratto anche solo per un minuto, avrebbe rischiato di perdere un gol: sabato a Treia è andato in scena una partita da raccontare ai nipoti.
Oltre 500 persone hanno riempito il Cinema Italia per l’evento finale di "In Opera", il progetto inclusivo promosso dall’assessorato alle politiche sociali del comune di Macerata. Un’iniziativa che unisce cultura e sociale, portando al centro dell’attenzione temi fondamentali come l’inclusione e la valorizzazione delle diversità.
La serata, presentata con entusiasmo da Camilla Ruffini e Matteo Pasquali, è stata impreziosita dall’esibizione del violinista performer Valentino Alessandrini ed è stata resa possibile grazie al contributo di Fisiomed. Tra i presenti, il sindaco Sandro Parcaroli, il vicesindaco e assessore alle politiche sociali e pari opportunità Francesca D’Alessandro, e il sovrintendente dell’Associazione Arena Sferisterio, Lucia Chiatti.
L’evento è stato dedicato alla memoria del piccolo Haron Leoperdi, scomparso il 26 novembre scorso a soli sette anni. La serata è stata un’occasione per riflettere sull’importanza dell’inclusione sociale, un obiettivo che l’amministrazione comunale ha posto al centro delle proprie politiche.
Protagonisti dell’evento anche Marco Scarponi, presidente di Anffas, che ha illustrato il progetto Tuttincluso, e Nicoletta Pavoni e Laura Pisani, autrici del libro Dopo di noi. Il momento clou è stato la proiezione del cortometraggio Nessun dorme, diretto da Leonardo Accattoli e interpretato da persone con disabilità.
Frutto di laboratori di cinema condotti durante l’anno, il film, prodotto da Dibbuk Produzioni con il sostegno di Banca Generali Private, Sifa Packaging Solution e Alperia, ha emozionato il pubblico raccontando storie di inclusione attraverso il linguaggio cinematografico.
Il progetto In Opera si distingue per il suo approccio collaborativo, coinvolgendo numerose realtà locali: Anffas, Nuovi Amici, IRCR, Papa Giovanni, Di Bolina, Ci sono anch’io, Nessuno Escluso, Astuta Ability Academy, il Dipartimento di Salute Mentale dell’AST di Macerata e il regista Michele Pirani.
Lucia Chiatti, sovrintendente dell’Arena Sferisterio, ha sottolineato l’importanza di progetti come In Opera: "Cultura e inclusione devono procedere di pari passo. Ogni anno, questo progetto cresce in qualità e testimonia il potenziale della cultura come strumento di coesione sociale".
Il vicesindaco Francesca D’Alessandro ha evidenziato la forza del progetto: "In Opera nasce dalla volontà di parlare di inclusione e di mettere al centro la persona. Nella fragilità si nasconde una forza incredibile, e questo percorso dimostra che la disabilità può diventare un’opportunità per tutta la comunità. Con questa iniziativa, stiamo costruendo una battaglia di civiltà: ogni persona ha una dignità che deriva dall’essere, non dal fare".
Leonardo Accattoli, regista di Nessun dorme, ha espresso soddisfazione per il successo del progetto: "Il cinema è un mezzo potente, capace di creare contatti e offrire opportunità. Con questo cortometraggio, abbiamo costruito una piccola troupe di persone con disabilità cognitiva, dando vita a un remake della Turandot. È stata un’esperienza straordinaria, fatta di coesione, sinergia e crescita, che dimostra quanto possiamo realizzare insieme".
La Maceratese perde una delle sue colonne portanti: Sergio Macellari, storico attaccante biancorosso degli anni ’50 e ’60, è scomparso improvvisamente ieri sera all’età di 86 anni.
Un malore fatale lo ha colto mentre era seduto sul divano accanto alla moglie privando il mondo dello sport di una delle sue figure più rappresentative. Macellari è stato protagonista di un’epoca d’oro per la Maceratese, contribuendo a scrivere pagine memorabili nella storia del club.
Tra il 1955 e il 1965, ha indossato la maglia biancorossa con orgoglio e passione, incarnando lo spirito combattivo e la dedizione che hanno contraddistinto la mitica "Rata". Esterno d’attacco veloce e incisivo, soprannominato "il falco" per la sua agilità, Macellari rappresentava un simbolo per i tifosi e un incubo per le difese avversarie.
Insieme a compagni del calibro di Alberto Prenna, Pino Brizi e Mazzanti, fu protagonista della rinascita della Maceratese, portandola prima al ritorno in Serie D e, successivamente, alla Serie C nella stagione 1962/63. Indimenticabile il suo gol a Vasto, nella penultima giornata di campionato, davanti a centinaia di tifosi accorsi con 15 pullman per sostenere la squadra.
Macellari visse in prima linea la trasformazione della società sotto la guida del presidente Elio Ballesi, condividendo il campo con il futuro capitano della Fiorentina, Pino Brizi, che avrebbe poi vinto uno Scudetto in Serie A. Insieme, costruirono un’ossatura di squadra che resta indelebile nella memoria collettiva dei tifosi maceratesi.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di cordoglio tra i tifosi e gli appassionati di calcio. "Riposa in pace, leggenda", è stato il messaggio che la società ha scelto per ricordare l’uomo e il calciatore. Con Sergio Macellari se ne va non solo un grande atleta, ma anche un pezzo di storia della Maceratese e di una città intera.
"E così, te ne sei andato. Ridendo con tua moglie. Ti è rimasto il sorriso in bocca. Grande uomo, padre e marito. Capace di un amore immenso per tutti. Grande giocatore e allenatore. Ho un buco immenso nel cuore. Ti amo papà! Adesso vola alto Falco, vola alto", questo il commovente messaggio condiviso sui social dalla figlia Michela Macellari. Il rito funebre è in programma per lunedì 20 gennaio, alle ore 11:30, presso la chiesa di Santa Croce di Macerata.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa alla salubrità dell’ambiente di lavoro legato alla salute dei dipendenti. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana in merito alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche che chiede: “In caso di danno alla salute del dipendente da ambiente lavorativo stressogeno può essere risarcito dal datore di lavoro?”
La conflittualità delle relazioni personali esistenti all'interno di un ambiente di lavoro sono sempre più frequenti e ciò va a minare la serenità necessaria per il corretto espletamento delle prestazioni lavorative, oltre a creare possibili danni alla salute stessa del dipendente.
Di recente la Suprema Corte ha affrontato il caso di una lavoratrice che lamentava di essere stata vittima di condotte avversative da parte del direttore generale della ASL presso cui era impiegata, la quale replicava alle stesse fino a creare un circolo vizioso senza termine, laddove invece sin da subito il datore di lavoro avrebbe dovuto ristabilire l'ordine anche con provvedimenti disciplinari.
A tal proposito la Cassazione coglie l'occasione per ricordare la piena autonomia della responsabilità per straining del datore di lavoro, configurabile anche in assenza di mobbing, per l'insussistenza di un intento persecutorio idoneo ad unificare la pluralità continuata di comportamenti pregiudizievoli della salute e del benessere psicofisico del lavoratore.
La responsabilità per straining può derivare anche da una condotta omissiva del datore di lavoro, che non può e non deve tollerare il perpetrarsi di condotte avversative nei confronti di un dipendente e deve del pari vigilare sulla serenità dell'ambiente lavorativo, al fine di evitare che lo stesso diventi fonte di disagi o stress.
Un ambiente lavorativo stressogeno è infatti, configurabile come fatto ingiusto, suscettibile di condurre al riesame di condotte datoriali apparentemente lecite o solo episodiche, in quanto la tutela del diritto fondamentale della persona del lavoratore trova fonte direttamente nella lettura, costituzionalmente orientata, dell'art. 2087 c.c.. Per tale ragione il datore di lavoro può essere responsabile di straining, quale forma attenuata di mobbing per comportamenti stressogeni, anche se manca la pluralità di azioni vessatorie ma si producono comunque effetti dannosi rispetto all'interessato.
Pertanto in risposta anche alla nostra lettrice risulta corretto affermare che, “in tema di responsabilità del datore di lavoro per danni di salute del dipendente, è ravvisabile la violazione dell’art. 2087 c.c. nel caso in cui il datore di lavoro consenta anche colposamente il mantenersi di un ambiente stressogeno fonte di danno alla salute dei lavoratori ovvero ponga in essere dei comportamenti anche in sé non illegittimi ma tali da poter indurre dei disagi o stress che si manifestino isolatamente o si connettano ad altri comportamenti inadempienti contribuendo ad inasprire gli effetti e la gravità del pregiudizio per la personalità e la salute latamente intesi” (Cass. Civ. Sez. Lav. Ord. 04.01.2025 n. 123).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Un tentativo di furto è stato sventato grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Civitanova Marche. L’episodio si è verificato presso il centro commerciale Cuore Adriatico, dove un giovane di 25 anni, residente a Montecosaro e già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia, è stato fermato e denunciato all’autorità giudiziaria per tentato furto aggravato.
Secondo quanto ricostruito, il giovane avrebbe cercato di sottrarre alcuni generi alimentari dagli scaffali di un negozio all’interno del supermercato. L’intervento immediato dei militari ha impedito il completamento del reato, portando alla sua identificazione e al deferimento.
Con una nota, Il Segretario comunale Luigi Carelli, il suo vice Guido Garufi, Il Segretario Provinciale Paolo Perini hanno esposto alcune perplessita sulla lottizzazione Simonetti:
"Si assiste ,con meraviglia e stupore, al procedere dell’iter relativo alla lottizzazione Simonetti, a Piediripa. Meraviglia e stupore che fanno pensare più ad un’opera teatrale che ad una rigorosa presa di posizione politica. D’improvviso il Consiglio che si sarebbe dovuto riunire il 27 di Gennaio è stato rimandato… Il Sindaco Parcaroli dice di voler approfondire la questione… Il partito “Noi moderati”, da sempre, pur non avendo rappresentanza in Consiglio ( ma si al Parlamento e in Regione) si è dichiarato totalmente sfavorevole alla lottizzazione per una serie di motivi che diventa inutile ribadire per quanto evidenti ed oggettivi, tanto più nell’area commerciale. Non siamo i soli e riteniamo che tale delibera peserà negativamente sulle prossime amministrative che si terranno, chiariamo, nel 2025 e non nel 2026. Oltre all’opposizione che realizza un sit-in, leggiamo che Fratelli d’Italia e Lega sono contrari e con loro ci congratuliamo, a meno che, poiché la questione è diventata “teatrale” non sbuchi fuori, tra le tende, qualche altro protagonista o maschera e che questo “allungamento dei tempi” non serva a far cambiare parere ai meloniani e alla Lega . Notiamo, per concludere, che si sbandiera troppo spesso e a tutta voce il termine “liberalismo” che è diventato una etichetta buona per ogni salsa, termine che viene usato e abusato e utilizzato come “farmaco” per ogni patologia".