Nel contesto dei servizi straordinari denominati “Vento della Libertà” nel pomeriggio di oggi nei pressi dei complessi residenziali Hotel House e River Village sono stati impiegati numerose poliziotti nel contrasto al fenomeno dello spaccio.
Tra questi vi erano reparti di rinforzo provenienti da Perugia e l’elicottero del Reparto volo di Pescara. Sono state controllate un centinaio di persone ed altrettanti veicoli.
Complessivamente sono stati controllati 16 alloggi del condominio Hotel House. La posizione di 5 soggetti, trovati al 15° piano con materiale sospetto, è al vaglio delle attività investigative della Squadra Mobile della Questura.
Già nelle prime ore della mattinata anche a Macerata una vasta operazione di Polizia ha interessato le aree verdi della città, dove spesso le pattuglie delle Forze di Polizia hanno realizzato un importante attività preventiva. In particolare i controlli si sono concentrati nei Giardini Diaz, presso il parco Fontescodella e nelle zone periferiche della città.
Nella giornata di sabato, diversi militanti di Forza Nuova hanno fisicamente presenziato davanti all'Hotel House per portare l'attenzione su degrado, mafia nigeriana e immigrazione.
"Avevamo già annunciato la nostra presenza davanti all'Hotel House - dichiara il segretario provinciale Martina Borra - ed è per questo che oggi eravamo presenti con un presidio davanti alla struttura, per riportare ordine e legalità. Per troppo tempo questo edificio è stato teatro di vicende degne dei peggiori film dell'orrore, e che nessuno ha mai portato allo scoperto".
"La nostra massiccia presenza ha avuto il solo intento di lanciare un messaggio chiaro e perentorio: abbattere l'hotel House - conclude Borra - ripuliremo le Marche e l'Italia, da nord a sud, per riportare pulizia e decoro in ogni angolo della nostra nazione".
Confermata la condanna per diffamazione a carico del consulente del lavoro di Porto Recanati Stefano Santoni, ai danni del presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro della provincia di Macerata Riccardo Russo. La sentenza è arrivata ieri ed è stata emessa dal giudice Simonelli del tribunale di Macerata.
I fatti risalgono al 2012 quando Santoni, secondo l'accusa, avrebbe scritto una lettera dai contenuti diffamatori contro Russo, che dal 2008 ricopre la carica di presidente dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro della provincia di Macerata. Nella lettera Santoni avrebbe fatto allusioni su appropriazioni indebite di Russo e su una serie di atteggiamenti scorretti tenuti dallo stesso.
Santoni era stato condannato a pagare una multa di 400 euro e al risarcimento a Russo di 4mila euro. Ieri, a distanza di due anni dalla condanna, è arrivata la conferma della sentenza. Confermate anche le somme già inflitte oltre spese del nuovo procedimento.
"A distanza di anni - il commento di Riccardo Russo - una grande soddisfazione personale a conferma della mia onestà e lealtà. Ho atteso questa risposta anche a nome dell’intera Categoria che territorialmente ha scelto di nominarmi quale rappresentante. Un pensiero doveroso e sentito ai miei familiari ed amici più stretti, al loro composto silenzio nella certezza della mia serietà ed estraneità ai fatti. Ho dedicato questi ultimi 10 anni all’accrescimento dell’immagine del Consulente del Lavoro e non permetterò a nessuno di infangare il mio lavoro e quello dei miei Consiglieri".
"Siamo tranquilli, sicuri della correttezza del nostro lavoro. Abbiamo autorevoli pareri che ci confortano. Le carte sono più che in regola e non abbiamo timore di dimostrarlo di fronte alla magistratura se dovesse esserci una procura che volesse indagare sul nostro business. Un business che esiste da 40 anni e che la nostra società porta avanti da 15 senza che ci sia stato un cliente o un istituto bancario che abbia avuto da lamentarsi. Se non adesso. Da quando è esploso il caso mediatico relativo ai presunti prezzi gonfiati. Eppure non è facile determinare il prezzo di un diamante, figuriamoci se a stabilirlo è, per esempio, il gioielliere sotto casa o una parte che ha in qualche modo interesse”. Così Maurizio Sacchi, presidente della DPI, Diamond Private Investment di Porto Recanati, replica al servizio delle Iene (leggi qui), andato in onda mercoledì, servizio incentrato sulla presunta truffa dei diamanti da investimento, pagati dagli investitori, questa l’accusa, a un costo gonfiato.
“Ci troviamo in questo frullatore mediatico da tempo, abbiamo sempre preferito non intervenire, ma ora la vicenda, con l’accostamento della nostra azienda alle vicende di un altro imprenditore che ha scelto di togliersi la vita, con cui non abbiamo avuto mai rapporti, sta diventando una presa in giro. E allora abbiamo scelto di dire la nostra. Avremmo preferito di no, ma semplicemente perché con gli interlocutori delle trasmissioni che hanno trattato questo argomento, è complicato mettersi a un tavolo e spiegare, con le modalità che sono soliti adottare, non si può avviare un confronto. Nei giorni scorsi è stata fatta una vera e propria imboscata, alla quale, voglio precisare, mi sono sottratto ma non barricandosi in casa. Semplicemente ero altrove quel giorno, ero fuori Italia. A un certo punto, se dovesse essere, a difenderci nelle sede opportune non avremo problemi, come è avvenuto e avverrà al Tar. Questo frullatore sta gettando discredito su un’azienda che, negli ultimi 4 anni, ha pagato 109 milioni di Iva, 55 milioni di tasse, un’azienda che è stata premiata dai mercati esteri, verso i quali siamo già indirizzati da tempo, e tanto più ora che queste ricostruzioni scorrette potrebbero ammazzare, se non lo hanno già fatto, il nostro business, di cui, ripeto, in tutti questi anni nessuno ha dubitato se non dopo le notizie costruite su fondamenta errate". "Errore" che l'azienda ricostruisce in una lunga nota. "La vicenda che coinvolge la società ha avuto avvio in seguito al reportage proposto da una notatrasmissione televisiva che ha inteso avvalersi del 'parere' di una associazione di categoriasicuramente non imparziale e non disinteressata rispetto all’eventuale demolizione di un’attività esistente sul mercato da oltre 40 anni, da sempre connotata dall’assoluta soddisfazione dellavastissima clientela - si legge - DPI intende, tuttavia, tralasciare in questa sede gli aspetti deontologici che hanno interessato la conduzione e la messa in onda della suddetta trasmissione in assenza di un effettivo e leale contraddittorio.
L’affermazione secondo la quale DPI avrebbe truffato i propri clienti nel vendere diamanti dainvestimento a prezzi notevolmente superiori quelli indicati dal listino Rapaport (presentato erroneamente da non ben definite voci di presunti esperti come indice ufficiale dei diamanti) costituisce semplificazione inaccettabile oltre che infondata.
L'affermazione è tanto suggestiva, idonea ad essere cavalcata da stampa disattenta e da soggetti a vario titolo interessati alla demolizione commerciale della DPI, quanto infondata. Si tratta della classica affermazione adatta a riempire titoli ad effetto, in grado di fare audience, perché si sa, la suggestione del mondo dei diamanti, ed in particolare, presunti scandali ad esso legati, è sempre un argomento mediaticamente intrigante. Seppure esista una sanzione da parte dell’AGCM, tra l’altro impugnata di fronte al TAR (che ne haanche deliberato la sospensiva pecuniaria) e quindi ancora tutta da definire, essa non è riferita a quegli aspetti che sembrano essere alla base delle accuse mediatiche. La correttezza della determinazione del prezzo di vendita da parte di DPI e la liceità del business sono state peraltro confermate sia dalla AGCM (che, nei propri provvedimenti sanzionatori, si è limitata a rilevare un deficit di comunicazione alla clientela), sia da consulenze redatte da importanti docenti universitari del settore riconosciuti a livello internazionale. I professionisti, in particolare, hanno anche dimostrato l’impossibile utilizzo, ai fini che interessano il commercio condotto da DPI, del listino Rapaport, e della conseguente quindi inattendibilità delle considerazioni che avrebbero portato al presunto deficit comunicativo. Quanto ai residui rilievi mossi dalla Autorità Garante, che, si ripete, non riguardano la determinazione del prezzo e, dunque, la convenienza economica dell'affare per i singoli clienti, DPI si è rivolta alla Magistratura Amministrativa, nel cui operato confida, con un articolato ricorso sul quale, anche per non indulgere al sensazionalismo mediatico, non intende soffermarsi".
"La premessa dalla quale è necessario muovere - scrive ancora l'azienda - è che non esiste un fixing ufficiale del diamante, e nemmeno un riferimento ufficioso riconosciuto internazionalmente. Il motivo di tutto ciò si basa sul fatto che in natura esistono oltre 16.000 tipologie di diamanti, distinte non solo per caratura, ma, soprattutto, per qualità, ossia per taglio, colore, purezza, fluorescenza; pertanto risulta impossibilericonoscere un “fixing ufficiale del diamante”.
I diamanti da investimento rappresentano soltanto il 2% circa della produzione e comprendono le pietre di qualità più alta (classificati A1), del cui trading si occupa la DPI, e per stabilirne il prezzo risulta deontologicamente e scientificamente scorretto prendere a riferimento valori indicativamente attribuibili a diamanti di categorie più basse (A3 e inferiori) che possono variare di oltre il 50% in meno del valore, trattandosi apparentemente dello stesso diamante (ad esempio undiamante da 1 carato, colore D, purezza IF può variare di oltre 15.000 € già all’ingrosso).
Ad attestare tutto ciò, oltre ad indiscutibili perizie, è lo stesso Rapaport, erroneamente consideratocome listino di riferimento al pubblico del “diamante” in generale.Il cosiddetto “Rapaport” è un listino prezzi utilizzato esclusivamente da operatori professionali del settore all’ingrosso, basato su indicazioni che rappresentano esclusivamente una guida ed un punto di riferimento e partenza per la definizione del prezzo di una determinata pietra preziosa. È lo stesso Rapaport ad avvertire sul fatto che il suo listino non rappresenta alcun indice o benchmark ufficiale dei diamanti, bensì una propria opinione sul prezzo di partenza all’ingrosso, che non contempla, ad esempio, né le particolarità di taglio (che incidono sensibilmente sul prezzo), né i costi di importazione, di certificazione, di qualità, né le imposte (IVA), né tantomeno le spese di commercializzazione e le altre voci economiche necessarie a condurre un simile commercio".
"Per confutare quindi ogni potenziale illazione sul fatto che i prezzi di DPI siano “gonfiati” è sufficiente calcolare, con fatture alla mano, che il costo della pietra nuda, regolarmente importata e con le caratteristiche al top di gamma, senza considerare alcun servizio aggiuntivo e alcun margine né per DPI né per alcun intermediario, è pari al 71.83% del prezzo. A questo punto invitiamo la clientela a diffidare di tutti coloro che sostengono la tesi dei prezzi gonfiati, poiché probabilmente è proprio in quell’offerta ad esserci qualcosa di non trasparente. In merito poi ai presunti andamenti “falsati” del mercato di cui alcune associazioni accusano, pubblicando grafici con andamenti completamente differenti da quanto sostenuto da DPI, si specifica che anche tutto ciò è frutto di accuse artificiose, o, nella migliore delle ipotesi, di ignoranza scientifica, poiché, come chiunque può in modo elementare sostenere, confrontare dati di natura disomogenea è un grossolano errore; anche in questo caso le perizie dimostrano la veridicità dei dati forniti da DPI, avvalorate da ulteriori studi matematici".
"Il clamore mediatico seguito alla trasmissione televisiva ricordata ed ai numerosi articoli di stampa (dei quali hanno beneficiato esclusivamente i soggetti con palese interesse alla demolizione di tale mercato) ha determinato una sorta di panic selling unito alla paralisi completa del mercato: un risultato diametralmente opposto rispetto a quello che dovrebbe essere perseguito dalle associazionidi consumatori. Queste, poi, anziché tutelare l’interesse degli aderenti, hanno inteso scagliarsi, prividi qualunque cognizione tecnica, contro la presunta “truffa dei diamanti” coinvolgendo la società egli istituti bancari in una vicenda dai connotati assai torbidi.
E ciò in spregio, ancora una volta, a qualunque regola che impone, per la correttezza dell’azione, l’ascolto delle parti in causa senza pregiudizi di sorta. La libertà di informazione ed il diritto di cronaca trovano limiti precisi nella verità dei fatti enell’obbligo di verifica di veridicità di essi. Tale principio è stato reiteratamente disatteso ed ignorato da quanti hanno inteso “lanciarsi” sullanotizia arbitrariamente veicolata senza alcuna preventiva documentazione circa i connotati veri delle attività di DPI - conclude la nota - DPI ha consapevolmente scelto in questi mesi il silenzio mediatico, dettato dal rispetto degli accertamenti degli organi competenti. Tale scelta è stata dettata anche dalla convinzione che i processi abbiano opportune sedi e opportuni professionisti, che non sono le piazze, i media o i soggetti non qualificati a tale attività. Il diritto di cronaca è una cosa, il giudizio su notizie arbitrarietutt’altro".
Ancora controlli a Porto Recanati, nella zona dell'Hotel House e del River Village. In campo i carabinieri della compagnia di Civitanova e quelli della stazione di Porto Recanati con i rinforzi del comando provinciale, personale del gruppo carabinieri forestale di macerata, del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro, del 5° elinucleo carabinieri di Pescara nonché della compagnia Cio dell'11° reggimento carabinieri “Puglia”. Nel corso del servizio coordinato, finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, immigrazione clandestina, reati in genere e controllo della circolazione stradale, sono state denunciate 3 persone ed elevate sanzioni per violazioni amministrative.
Tra i denunciati, un pakistano di 37 anni, residente Porto Recanati, che al parcheggio dell'Hotel House aggiustava automobili in una improvvisata officina per la quale non aveva alcun tipo di autirzzazione.Oltre alla denuncia per l'attività abusiva, è stato multato pero 5.164 euro, sequestrate tutte le attrezzature.
Denunciata anche una donna marocchina del 1980, residente all'Hotel House. E' accusata di ricettazione, in particolare di un cellulare che le è stato ritrovato dai carabinieri durante una perquisizione. Il cellulare, del valore di 150 euro, appartiene a una donna che il 28 gennaio era stata scippata a Porto Recanati. Il cellulare, è stato accertato, era stato dato alla donna da un uomo sempre marocchino, ance lui deferito per ricettazione.
Un italiano di 32 anni, residente a Osimo, è stato denunciato dopo essere stato sorpreso al volante pur essendo stata revocata, con recidiva, la sua patente di guida. L'uomo, inoltre, per eludere i controlli ha fornito false generalità ai militari. A suo carico anche un foglio di via obbligatorio da Porto Recanati che aveva violato.
Cinquemila euro di multa per un ambulante pakistano di 40 anni, residente a Filottrano, perché stava impiegando due persone senza regolare assunzione.
I carabinieri forestali del Nucleo Cites di Ancona (Nipaaf di Ancona) hanno sequestrato due giovani esemplari di caimano, trasportati illegalmente da un veicolo con targa della Repubblica Ceca fermato all'uscita della autostrada A14 di Porto Recanati.
Con i caimani trovati anche mille pesci di acqua dolce senza documentazione sanitaria. I caimani sono tutelati dalla convenzione Cites e considerati animali pericolosi per la salute pubblica e per l'uomo, dato che le specie più piccole raggiungono e superano a maturità la lunghezza di un metro e mezzo. Sul posto anche il personale del Servizio Veterinario.
Il proprietario del veicolo e l'autista sono stati denunciati alla Procura di Ancona per detenzione illecita di specie pericolose e di esemplari Cites senza la documentazione.Rischiano pene di un anno di arresto ed ammenda fino a 200 mila.I caimani verranno affidati al rettilario di Perugia autorizzato per la detenzione di animali pericolosi. (Ansa)
Esprime soddisfazione la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, sulla notizia dell'assegnazione di oltre 11 milioni di euro tramite un decreto interministeriale al finanziamento dell'edilizia privata per l'abbattimento delle barriere architettoniche.Una mozione che presentai nel luglio 2017 con un titolo ben esplicativo – "eliminazione barriere architettoniche: oltre allo Stato la Regione non finanzia più i Comuni". Soddisfazione ovviamente condizionata dal fatto che sarà lo Stato a coprire le istanze pervenute dai singoli comuni. La Regione non metterà quote a parte ed è evidente che non lo ha fatto negli ultimi anni in cui il Governo non ha più finanziato al famosa legge 13 del 1989. Quindi in queste ultime annualità, chi aveva bisogno di adeguare il proprio stabile ad esigenze sacrosante dei diversamente abili, non lo ha potuto fare per l'assenza di un'azione compensativa da parte della Regione Marche. Quindi quella della Giunta è un'esultanza a metà, i lavori ripartiranno solo grazie al finanziamento statale che arriverà ai Comuni, la Regione pertanto non integrerà con fondi propri come invece si era impegnata in Aula dell'Assemblea Legislativa.Eppure la mozione della sottoscritta – continua la Leonardi – fu bocciata in Aula e contemporaneamente ripresa a firma dei consiglieri del Pd, per avere la paternità di un argomento che evidentemente sino a quel momento alla maggioranza regionale non aveva considerato prioritario.Come ho avuto modo di dire in Consiglio regionale lo scorso settembre – conclude la rappresentante del partito della Meloni – la strumentalizzazione politica del Pd ha avuto la meglio tramite la presentazione di, come asserito da un altro consigliere regionale, una edulcorata versione della medesima mozione.
"La proposta nazionale di Fratelli d'Italia porta a compimento un'azione che da anni sto portando avanti sia da quando era assessore al Turismo di Porto Recanati sia a seguito della sua elezione a Palazzo Raffaello. Quella della proroga delle concessioni demaniali ad ulteriori 75 anni per uso turistico-ricreativo darebbe una boccata d'ossigeno alle più di trentamila aziende balneari e al loro fondamentale indotto per la nostra economia".Lo afferma Elena Leonardi che sottolinea come "sarà importante vedere come sarà accolta questa proposta a livello nazionale: in questo modo l'Italia darebbe concretamente una mano a quello che per la nostra economia è un volano importantissimo e che viene definito il nostro "petrolio" che, al contrario della Spagna, ancora non siamo riusciti a valorizzare e tutelare a fondo"."Fra i firmatari della proposta – ricorda Leonardi – c'è anche il neodeputato Francesco Acquaroli, il quale sta rendendo concreti i suoi impegni presi in campagna elettorale al fine della tutela e valorizzazione delle risorse del nostro territorio e la riviera maceratese è una di queste".La Leonardi auspica, e per questo, è pronta ad impegnarsi di nuovo, che a livello regionale si stimoli l'esecutivo nazionale al fine di far approvare la proposta di Fratelli d'Italia che prevede inoltre un regime di evidenza pubblica soltanto per le nuove concessioni, le quali potranno avere una durata tra i 20 e i 30 anni e che sarà determinata dai comuni."Auspico - termina Leonardi - che per il bene della nostra economia costiera, e di tutto il lavoro che i balneari creano e incentivano, questo atto possa avere un iter veloce e positivo".
Sono tutte umane le ossa trovate nel "pozzo degli orrori" a Porto Recanati. Stanno proseguendo, infatti, le analisi sui 60 reperti ossei ritrovati nel terreno adiacente all'Hotel House, svolte dal medico legale Adriano Tagliabracci insieme al reparto di medicina legale di Ancona.
Mancano ancora i risultati su piccoli frammenti ossei che potrebbero appartenere ad un neonato e restano aperte tutte le piste, comprese quelle che portano a Camey, la 15enne bengalese scomparsa nel 2010 ad Ancona.
Nel contesto dei servizi straordinari denominati “Vento della Liberta’” nel pomeriggio di ieri nei pressi dei complessi residenziali Hotel House e River Village sono state sottoposte a controllo 45 persone e 34 veicoli.
Nel corso delle operazioni, un cittadino di 35 anni residente ad Ancona, è stato trovato in possesso di eroina suddivisa in dosi motivo per cui è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio.
Una donna originaria del napoletano, anch’essa di 34 anni, è stata denunciata per aver violato il foglio di via obbligatorio con divieto di fare ritorno nel comune di Porto Recanati emesso poco tempo fa dal Questore di Macerata dopo che era stata rintracciata nei pressi dell’Hotel House dove di era recata in cerca di droga. Ieri la donna è stata rintracciata nei pressi del River Village mentre all’interno di un bar e tentava la fortuna giocando con un videopoker. Stessa sorte per una anconetana di 32 anni rintracciata all’interno dello stesso locale.
Due persone sono state trovate in possesso di piccoli quantitativi di droga che avevano acquistato mentre sono ben 8 le persone, di età compresa tra 21 e 47 anni, per la quasi totalità gravati da precedenti penali per reati in materia di stupefacenti, rintracciate nei pressi dei due complessi residenziali dove si erano recate per acquistare droga. Tutti sono stati muniti di foglio di via obbligatorio con divieto di ritornare nel comune di Porto Recanati per un periodo di tre anni e segnalati alla Prefettura per la revisione della patente di guida in quanto assuntori di sostanze stupefacenti.
Tre di queste persone addirittura dopo aver acquistato l'eroina, se l'erano iniettata direttamente all'interno dello stesso Hotel House.
Altri tre, dopo aver acquistato circa 3 grammi di cocaina al "River Village", nel loro tour "da sballo" (due ore prima a carico degli stessi, ad Ancona, era stata posta in sequestro altra sostanza stupefacente), si erano spostati a ridosso dell'Hotel House, dove sono stati rintracciati e sottoposti a perquisizione anche con l'ausilio del personale della polizia locale del luogo.
Al termine delle operazioni sono state complessivamente eseguite 18 perquisizioni personali e 4 all’interno di locali in uso a pregiudicati.
Chiusura di stagione col botto per il Mia Clubbing di Porto Recanati.
Sabato 26 maggio il locale rivierasco avrà un ospite d'eccezione che richiamerà migliaia di giovani da tutto il centro Italia.
Al Mia, infatti, per il closing party arriverà il dj di fama mondiale Steve Angello degli Swedish House Mafia.Steve Angello fa parte del gruppo Swedish House Mafia insieme a Sebastian Ingrosso e Axwell con cui ha vinto diversi riconoscimenti per i brani che hanno prodotto. Possiede inoltre una propria casa discografica di tipo house/progressive, la Size Records, considerata una delle migliori al mondo.
Un biglietto da visita straordinario per l'ultimo grande ospite stagionale del locale di Porto Recanati che si conferma centro della movida marchigiana.
C'è Porto Recanati al centro dello sconvolgente servizio mandato in onda mercoledì sera dalle Iene sulla truffa dei diamanti venduti a prezzo gonfiato (qui).
Decine di migliaia di italiani, negli anni, hanno dato fiducia alle società che intermediano diamanti da investimento e alle banche che li propongono. Le somme allocate si collocano in prevalenza fra i 15mila e i 40mila euro per investitore, ma non mancano importi maggiori.
Dopo la morte per presunto suicidio di Claudio Giacobazzi, presidente e amministratore delegato di Intermarket Diamond Business trovato senza vita il 14 maggio in un albergo vicino a Reggio Emilia, la vicenda assume contorni sempre più inquietanti.
Ripercorriamola. Come raccontano Le Iene, l'inviato Luigi Pelazza, in un servizio del 22 aprile scorso, aveva intervistato Giacobazzi in merito a uno scandalo che riguardava, assieme ad altre, anche la sua società. "La Intermarket Diamond Business e la Diamond Private Investment, che controllano il 70% delle compravendite, avrebbero, in accordo con alcune banche, convinto moltissimi risparmiatori a investire in diamanti utilizzando tecniche scorrette.
I prezzi delle pietre infatti erano tre volte più alti del loro valore reale, ma i risparmiatori, fidandosi dei loro consulenti bancari, avevano speso cifre fino ai 130 mila euro per un valore effettivo di 40 mila. Cadendo in questo inganno è stata investita una cifra complessiva vicina al miliardo di euro. Le banche inoltre, per convincere i clienti a comprare, avrebbero mostrato alcuni grafici e delle tabelle di prezzi provenienti da pubblicità della stessa Intermarket Diamond Business, che non rispettavano i veri valori del mercato".
Lo scorso 30 ottobre l’Antitrust, l’ente a tutela della concorrenza sui mercati economici, aveva multato quattro banche e due società compravendita per una cifra complessiva di 15 milioni di euro. Multa motivata così: “Hanno usato informazioni omissive e ingannevoli sui prezzi, sull’andamento del mercato, sulla redditività dell’acquisto, e sulla certezza del disinvestimento”. Migliaia di risparmiatori hanno perso tutti i risparmi di una vita. I risparmiatori così ricorrono alle associazioni dei consumatori: da luglio le richieste di aiuto di acquirenti di diamanti si sono impennate. Solo quelle pervenute all’associazione Aduc superano le 200.
Nel servizio di ieri sera, Pelazza è andato a caccia di Maurizio Sacchi, presidente di Diamond Private Investment, che vive a Porto Recanati. Non è riuscito a parlare con Sacchi, ma soltanto ad intercettare la moglie che stava uscendo dalla megavilla in cui vivono a bordo di un'auto con targa tedesca.
La Diamond Private Investment, fra l'altro, è molto nota per la "magnanimità" con cui finanzia diversi eventi anche nelle Marche. Su tutti, il Premio Ravera ospitato a Tolentino che ha visto proprio la partecipazione attiva della "prestigiosa Diamond Private Investment" (così recitano trionfalmente i comunicati stampa) nel contributo economico a realizzare l'evento. Insomma, mecenati coi soldi dei risparmiatori che hanno perso tutto.
Comunque, chi ha acquistato diamanti non deve perdere tempo se vuole recuperare i suoi soldi o almeno parte di essi. A oggi l’unica strada è agire, in forma scritta, nei confronti dei broker Idb e Dpi e delle banche che hanno “tramitato” gli ordini.
L’intensificazione del controllo del territorio e lo sviluppo di indagini volte alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, ha consentito ai finanzieri della Tenenza di Porto Recanati di trarre in arresto un pakistano, munito di permesso di soggiorno in corso di rinnovo.
I finanzieri, che tenevano sotto osservazione l’uomo già da qualche settimana, lo hanno pedinato fin nei pressi di un caseggiato nelle campagne di Morrovalle, luogo in cui l’immigrato aveva nascosto parte dell’eroina,
Quando i finanzieri gli hanno intimato di fermarsi, il pakistano ha cercato di disfarsi di un barattolo di vetro, risultato contenere eroina. Perquisito, è stato trovato con addosso droga, in dosi già imbustate e pronte per lo spaccio.
Le ulteriori ricerche, consentivano il rinvenimento di un altro vasetto di vetro, ermeticamente chiuso, ben nascosto sotto a un cumolo di laterizi e attrezzi da lavoro, anch’esso contenente eroina.
Complessivamente, sono stati sequestrati circa 115 grammi di eroina, unitamente a denaro contante, presunto frutto dello spaccio, un bilancino di precisione, sostanze da taglio e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Il pakistano, trentaduenne, già noto alle forze di polizia per precedenti di varia natura e per spaccio, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa circondariale di Montacuto, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Ha perso la testa per una prostituta: per settimane l'ha corteggiata, fino ad arrivare a mettere in pratica comportamenti persecutori. Alla fine é stato denunciato per stalking. E' accaduto a Porto Recanati.
Protagonista un imprenditore agricolo del posto di 52 anni. Tutto é cominciato quando l'uomo ha conosciuto la donna, una trentottenne che, a quanto pare, fa il mestiere più antico del mondo. Ben presto, però, l'uomo non si é più accontentato degli incontri a pagamento, iniziando a chiamare in continuazione la donna, a seguirla e a mettere quindi in pratica una serie di comportamenti riconducibili al reato di atti persecutori. Tanto che la trentottenne si é rivolta ai carabinieri di Porto Recanati che, accertati i fatti, hanno denunciato il portorecanatese.
Con la stagione estiva ormai alle porte, la Guardia di Finanza ha intensificato l’azione di contrasto all’economia illegale, assestando un altro duro colpo al commercio di prodotti contraffatti e/o insicuri per la salute pubblica.
In questi giorni, infatti, i finanzieri della Tenenza di Porto Recanati hanno svolto diversi controlli ad esercizi che commercializzano prodotti provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, individuando sia articoli recanti il falso marchio CE, ossia il marchio di “conformità europea” che garantisce l’acquirente rispetto ai requisiti di sicurezza di alcune tipologie di prodotti posti in vendita, sia articoli privi dei requisiti previsti dal codice del consumo.
L’espediente utilizzato per trarre in inganno i consumatori è quello di dotare i prodotti posti in vendita di un marchio simile a quello prescritto, che differisce solo per pochissimi dettagli, quali la distanza tra le due lettere “C” ed “E” ovvero le dimensioni e la tipologia dei caratteri. La differenza non è solo formale, ma anche e soprattutto sostanziale, poiché nel caso dei prodotti provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese le due lettere sono l’acronimo di “China Export” e non garantiscono affatto il consumatore circa i requisiti di qualità stabiliti dalla normativa europea nel rispetto di determinati standard in materia di sicurezza, sanità pubblica e tutela ambientale.
In questo modo, l’acquirente non solo è tratto in inganno, ma acquista un prodotto che potrebbe rivelarsi nocivo per la propria salute, in quanto non corrispondente ai canoni di sicurezza dettati dalle direttive europee. A farne le spese potrebbero essere soprattutto i bambini, nel caso di giocattoli contenenti parti piccole facilmente ingeribili e/o componenti potenzialmente nocivi, ma anche adulti per ciò che riguarda altri materiali.
A sinistra il vero marchio di conformità e a destra il falso.I controlli svolti hanno permesso di individuare quattro esercizi commerciali, siti nei comuni di Recanati, Montelupone, Potenza Picena e Porto Recanati nei cui confronti sono stati sequestrati complessivamente 10.444 articoli irregolari (prodotti elettrici, elettronici, casalinghi e materiali vari).
Quattro commercianti di origine cinese sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria e segnalati all’Autorità amministrativa per i provvedimenti di competenza. Le attività info-investigative proseguono sia a scopo repressivo delle illegalità nel commercio, sia per risalire agli importatori dei prodotti sui quali incombe, per legge, l’obbligo, prima della messa in commercio, di accertare la conformità alla direttiva comunitaria.
È morto sul colpo Federico Dottori, il ventiseienne di Loreto investito all'alba di domenica a Scossicci (leggi l'articolo). Il medico legale ha infatti accertato che Dottori, travolto alle spalle da una Skoda guidata da un 22enne anche lui di Loreto è deceduto nel tremendo impatto con l'auto.
Il giovane investitore è risultato positivo all’accertamento etilometrico effettuato col precursore ed è stato portato in ospedale per essere sottoposto alle analisi del sangue e delle urine. Ora è indagato per omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza.
C’è una bellissima foto che gira in rete. E’ quella in cui, nel Caffè Trieste di San Francisco, si vede il poeta Jack Hirschman con sua moglie, la pittrice Agneta Falk. Anno 2003. Ma l’amore del poeta per questo Caffè ha radici ben più lontane. Infatti, il Caffè Trieste era uno dei luoghi di ritrovo dei poeti della beat generation, da Kerouac a Ginsberg, passando appunto per Hirschman, che poi, per dirla tutta, rinnegherà il suo periodo “beat”, diventando invece il poeta “rosso” per eccellenza: vicino ai problemi della gente, agli emarginati, agli ultimi. Il jazz accompagnava le chiacchierate dei poeti beat in quel Caffè con la bandiera italiana all’ingresso, le luci soffuse, i quotidiani stropicciati e le sedie di compensato sul marciapiede esterno.
Proprio per rievocare l’atmosfera così bohemien e disincantata di una serata americana dal sapore un po’ retrò, l’Associazione Lo Specchio, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Porto Recanati, ha voluto proporre un ultimo appuntamento speciale. Infatti, domenica 27 maggio, protagonisti della serata di chiusura della rassegna “I concerti della domenica” saranno il grande Jack Hirschman che, in un reading concerto imperdibile, leggerà alcuni dei suoi testi più noti, accompagnato dalla musica di un quartetto di musicisti di levatura internazionale: gli Infrared Quartet (Leonardo Rosselli, Matteo Paggi, Jack Lucchetti, Enzo Cesari).
L’occasione è davvero irripetibile. Jack Hirschman è infatti uno dei più noti poeti americani, già professore di Jim Morrison alla UCLA university e licenziato perché contrario alla Guerra in Vietnam. Hirschman, conosciuto in tutto il mondo per il suo impegno civile e per aver girato il mondo grazie alla sua riconosciuta bravura di “poeta laureato” (laurea che gli è stata conferita proprio a San Francisco nel 2006!), sarà ospite di Porto Recanati e si esibirà in una performance unica, nel cuore della cittadina rivierasca. L’appuntamento si terrà infatti in Piazza Enrico Medi, alle ore 17:30 e vedrà come presentatore il giovane poeta Piergiorgio Viti, che con l’Associazione Lo Specchio ha curato, a Recanati, la rassegna Versus che tanto successo ha riscosso lo scorso inverno. Dunque, poesia e jazz, come a San Francisco, magari sorseggiando un bicchiere di quella Vodka che tanto piace a Jack…
Consueto grande sabato sera quello di ieri al Mia Clubbing di Porto Recanati, arricchito da una sorpresa.
Una serata che oltre a riservare divertimento e musica con il brand "Mamacita" che, ormai da tempo, attira centinaia di ragazzi da tutto il centro Italia, ha regalato ai presenti un fuori programma. Infatti, accompagnato dall'amico Luca Paolorossi, al Mia è arrivato anche Fabrizio Corona.
Corona, fra autografi e selfie, ha trascorso una piacevole serata nella celebre discoteca rivierasca, accolto a braccia aperte dai titolari.
Stava tornando probabilmente a casa in bici quando è stato travolto e ucciso da un'auto, una Skoda Octavia, a Scossicci, lungo la strada tra Porto Recanati e Loreto.
La vittima è Federico Dottori, 26 anni, di Loreto.
Sarebbe stato lo stesso conducente, un 23enne di Recanati, a chiamare i soccorsi. Poi è stato accompagnato all'ospedale di Civitanova Marche per i prelievi di legge. Sul posto la polizia stradale di Macerata e Camerino, che era impegnata nella zona per un servizio specifico di contrasto alla guida sotto l'effetto di alcol e droga, e il 118.
Come annunciato sin da mercoledì scorso dal segretario federale Matteo Salvini, nel prossimo week end, - informa in una nota Giovanni Gabrielli, responsabile Comunicazione e Tesseramento della Lega in provincia di Macerata – in diverse città della nostra provincia i cittadini potranno trovare gazebo informativi dove verrà illustrato il “contratto per il governo del cambiamento“ redatto e sottoscritto dai due leader politici che da settimane stanno mettendo a punto per il nuovo governo, Lega e Movimento 5 Stelle. Dopo aver preso visione del programma, i cittadini, attraverso una scheda-referendum potranno esprimere il loro gradimento oppure no.
“Va sottolineato, visti gli interventi di ieri dei comitati per il terremoto, che il tema della ricostruzione delle aree terreemotate è un tema centrale: nel capitolo ambiente è scritto nero su bianco che vogliamo chiudere la fase emergenziale per passare alla ricostruzione e creare finalmente le condizioni per il rilancio economico dei territori colpiti. Prevediamo anche la semplificazione nelle procedure sia per le costruzioni pubbliche che private, certezza nella disciplina generale dei decreti e delle ordinanze e maggiori poteri ai sindaci. Oggi la politica è colpevole di un ritardo inaccettabile nella ricostruzione. I cittadini delle aree colpite dal terremoto meritano rispetto e noi con i fatti smentiremo chi ci ha accusato di strumentalizzare questa tragedia”: così il senatore Paolo Arrigoni, commissario Lega Marche, in un suo intervento di questa mattina
Questa la lista delle città della provincia di Macerata dove saranno presenti i gazebo per consultare il “contratto per il Governo del Cambiamento e relativi orari:
Sabato 19 maggio 2018:
CIVITANOVA: dalle 09:00 alle 13:00 corso Umberto 1° 71
CINGOLI: dalle 09:00 alle 13:00 borgo Paolo Danti
TOLENTINO: dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00 via della Pace
PORTO RECANATI: dalle 16:00 alle 19:00 corso Matteotti
Domenica 20 maggio 2018:
SARNANO: dalle 09:00 alle 13:00 piazza della Libertà
CIVITANOVA: dalle 09:00 alle13:00 corso Umberto 1° 71
LORO PICENO: dalle 10:00 alle 13:00 piazzale Leopardi
PASSO TREIA: dalle 16:00 alle 20:00 corso Garibaldi
TOLENTINO: dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00 via della Pace