Con la convocazione dei grandi elettori per lunedì 24 gennaio da parte del presidente della Camera, Roberto Fico, inizierà ufficialmente la procedura per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Molti sono i nomi che si sono fatti nel corso degli ultimi mesi su chi sarà il successore di Sergio Mattarella: nella Regione Marche, in particolare, i vari politici hanno manifestato seri dubbi in proposito, invitando, allo stesso tempo, le parti ad un confronto sul tema saggio, ponderato e volto a preservare gli equilibri del territorio.
Nel domandare ai diretti interessati "chi voterebbe come prossimo Presidente della Repubblica?" non sono mancate comunque le sorprese. «Sarebbe ora di eleggere un presidente donna - ha dichiarato, ad esempio, l'assessore Angelo Sciapichetti (Pd) - e secondo me chi metterebbe d'accordo sia destra che sinistra è la ministra della giustizia Marta Maria Carla Cartabia, secondo me molto preparata».
Di tutt'altro parere è parso, invece, il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica (FI): «Sarei banale se proponessi Silvio Berlusconi, che è il capo del mio partito. Mi ha fatto piacere comunque vedere che il suo è uno dei nomi più gettonati, perché costituisce in qualche modo una forma di riscatto per una figura politica importante come lui. In generale, però è difficile fare previsioni: il Parlamento dovrà lavorare bene».
«Di base non ne faccio un principio assoluto del fatto che il prossimo Capo dello Stato debba essere uomo o donna - ha commentato il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei (Lista Civica) - e credo sia troppo presto ancora per avere un'idea chiara. Ma se dovessi scegliere fra i nomi finora discussi, preferirei che rimanesse Sergio Mattarella, perché abbiamo bisogno di una figura equilibrata come è stato lui soprattutto in questi ultimi anni così difficili».
A fare da contraltare ai pareri più schietti sono stati quelli meno avventati, per esempio, dei deputati Tullio Patassini (Lega), Alessia Morani (Pd) ed Mirella Emiliozzi (M5s). «È una domanda importante - ha affermato Patassini - ci vuole una figura politica condivisa e concordata con il centrodestra. Oggi abbiamo l'occasione di scegliere un rappresentante dei cittadini italiani che prescinda una volta tanto dai vari partiti, il nome è solo una questione successiva».
«Evito di rispondere, vista la delicatezza del tema - dichiara Morani - ma finora la mia idea non rientra in quella dei nomi più gettonati. Per il resto, auspico ad una figura come quella dell'uscente Mattarella, che secondo me ha svolto un lavoro straordinario».
«Penso sia l'elezione più importante degli ultimi 80 anni - ha commentato Emiliozzi - e nonostante la mia idea personale, ci stiamo ancora confrontando con i colleghi del movimento. In un momento come questo, abbiamo bisogno di una guida forte che preservi il tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Il compito che siamo chiamati a svolgere è serio e deve prescindere dalle bandiere, perché la situazione è straordinaria, anomala».
A chiudere l'elenco delle dichiarazioni non poteva mancare il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli (Lega), che si è voluto concedere per l'occasione una battuta: «Vista la situazione attuale, penso che mi potrei candidare anche io come prossimo Presidente della Repubblica».
Perde il controllo dell’auto e finisce fuori strada. L’incidente si è verificato, nella tarda mattinata di oggi, nel Comune di Pergola . Per cause da accertare la conducente di un autoveicolo 4x4 ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato nel fosso adiacente alla carreggiata.
La squadra dei vigili del fuoco di Cagli, in collaborazione con i sanitari del 118, ha estratto la conducente dall'abitacolo dell'auto utilizzando tecniche specifiche, successivamente la donna è stata trasportata con l'ambulanza presso il Pronto Soccorso locale. I vigili del fuoco hanno poi provveduto alla messa in sicurezza dell'area dell'intervento.
"Dare a chi evade l'obbligo vaccinale una multa (100 euro) una tantum più o meno equivalente a due divieti di sosta (41 euro x 2) rende l'obbligo stesso una grottesca buffonata. Dispiace vederla arrivare da un governo che si credeva serio. Spero di avere capito male". Lo ha scritto il virologo Roberto Burioni in un tweet.
Il decreto che introduce l'obbligo di vaccino per gli over 50 prevede, infatti, per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l'obbligo vaccinale a partire dal primo febbraio 2022, una sanzione di 100 euro una tantum. È quanto spiegano, ad Ansa, fonti di Palazzo Chigi.
La sanzione sarà irrogata dall'Agenzia delle entrate, attraverso l'incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali. L'obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno 50 anni scatterà dal 15 febbraio 2022.
Da quella data, gli stessi saranno tenuti a possedere ed esibire il Green Pass rafforzato all'accesso al luogo di lavoro, pertanto chi oggi non è ancora vaccinato dovrà effettuare la prima dose del vaccino entro il 31 gennaio per ottenere un Green Pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio.
La sanzione da 100 euro per gli over 50 che violino l'obbligo vaccinale partirà dal 1 febbraio 2022. Per i lavoratori pubblici e privati e i liberi professionisti non vaccinati, soggetti all'obbligo di possedere un Green Pass rafforzato dal 15 febbraio 2022, è prevista inoltre una sanzione da 600 a 1.500 euro nel caso di accesso ai luoghi di lavoro in violazione dell'obbligo.
Come già avviene per i lavoratori sprovvisti di Green Pass, anche i lavoratori ultra-cinquantenni che dal 15 febbraio 2022 saranno sprovvisti di Green Pass rafforzato al momento dell'accesso al luogo di lavoro saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma senza diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.
Nella giornata odierna si è svolto lo screening grautito per gli studenti in tutta la Regione Marche, utile a garantire il rientro nelle scuole in sicurezza. Solo nella provincia di Macerata si sono svolti in totale circa 423 tamponi, che hanno segnalato 43 casi positivi di Covid-19, di cui 14 a Civitanova Marche (su 185 tamponi) e 7 a Matelica (su 67). Domani sarà previsto per molti comuni il rientro nelle classi - fatta eccezione di quelli i cui sindaci hanno deciso di posticiparne la riapertura per la prossima settimana - ma nel Maceratese i centri di Tolentino, Petriolo e Mogliano saranno soggetti alla lezione in dad, come disposto dall'Ufficio scolastico regionale.
Nel resto della regione - secondo i dati finora riportati - i risultati dei tamponi sono stati 27 positivi per Ancona (su 365 test effettuati), 11 per Fabriano (su 149), 26 per Jesi (su 215), 27 per Senigallia (su 255), 21 per Osimo (su 245), 48 per Pesaro (su 512), 12 per Urbino (su 297), 39 per Fano (su 589, registrando il numero più alto di tamponi processati), 22 per Fermo (su 353, escluso Amandola) e 9 per Ascoli Piceno (su 108, escluso San Benedetto).
Non sono positive le aspettative sui saldi invernali partiti il 5 gennaio nella Regione Marche, e non solo per la pandemia ancora in corso che nel frattempo sta segnando nuovi record legati alla variante Omicron.
L’idea di base è che a pesare in maniera decisiva negli ultimi vent’anni sia stata la crescente crisi del lavoro, che non solo ha aumentato il numero dei disoccupati ma anche quello dei piccoli consumatori in tutta Italia, oggi sempre più decisi a risparmiare piuttosto che a spendere.
A confermare le deboli previsioni sui prossimi acquisti è stata la presidente regionale di Federconsumatori, Patrizia Massaccesi, che è intervenuta ai microfoni di Picchio News, chiarendo quella che è la situazione del settore in tutto il Paese.
Che idea vi siete fatti rispetto a questi saldi di inizio anno? Saranno dei saldi poveri, visto il problema del lavoro che si sta espandendo sempre di più. La gente ha meno potere d’acquisto, anche per l’incremento delle bollette in questo periodo invernale. Le famiglie non riescono più a soddisfare i loro piaceri.
Questa situazione esisteva già prima del Covid? È progressivamente peggiorata, al di là della pandemia. Una volta i saldi veri si facevano solo a inizio anno e al massimo a fine stagione estiva. Adesso ci si inventa tante altre formule per scontare la merce, quindi l’acquisto conveniente è disponibile un po’ tutto l’anno. Accade in tutta Italia. Paradossalmente, le file ci sono solo per i marchi più prestigiosi e costosi.
Anche le formule come il “Black Friday” hanno sofferto nell’ultimo anno? I negozi fisici sicuramente, le piattaforme online no. La moda del “Black Friday”, è più simile a uno svuota magazzini di merce invenduta l’anno prima, e questo alimenta la diffidenza del consumatore rispetto alla merce e ai relativi prezzi.
C’è un settore che soffre più di altri? Quello dell’abbigliamento soffre sempre più degli altri, soprattutto la fascia medio-bassa. Chi ha già poco preferisce fare a meno di tutto, e i piccoli imprenditori e le famiglie ci rimettono, per paura del futuro: i risparmi degli italiani stanno aumentando, perché tutti si aspettano il peggio. Questo frena anche quel poco di economia, e le Marche stanno facendo molta fatica a riprendersi.
Di chi è la responsabilità? Parliamo di una gestione complessiva del Paese che parte da 20 anni fa. In questo lasso di tempo abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, perché ci è stata data presuntuosamente l’idea di poter avere tutto spendendo poco per macchine, cellulari, televisori e altro. E cosi la gente si è indebitata. La responsabilità è anche di un Governo che ha avuto una visione dell’Italia troppo assistenzialista, invece di impegnarsi di più sul tema del lavoro.
Questo vale indipendentemente dagli ultimi due anni di pandemia? La pandemia ha sicuramente inciso. Ma per esempio anche il discorso delle aziende che chiudono e delocalizzano avveniva già da tempo.
Quale futuro prevede per i consumatori marchigiani? Non basta la buona volontà per far cambiare le cose, bisogna investire. Ora abbiamo una buona possibilità con i soldi del PNRR, ma vanno indirizzati in maniera saggia. Occorre investire nel lavoro, riqualificare il territorio, rilanciare del turismo, valorizzare la manifattura nostrana. Non bastano gli spot pubblicitari, bisogna andare fisicamente nei posti e sapere cosa agire.
Senza lavoro non c’è potere d’acquisto, giusto? Ognuno di noi deve avere la possibilità di vivere bene e del proprio lavoro. Le Marche sono la regione più bella del mondo, ma non è accogliente. Vent’anni fa se se lasciavi un lavoro ne potevi trovare subito un altro. Oggi si finisce in mezzo alla strada.
Nuovo picco di casi di coronavirus registrati nelle Marche in 24 ore: sono 2.147 e l'incidenza su 100mila abitanti si avvicina a 700 (697,87); record anche di tamponi/test (oltre 25mila). Lo fa sapere l'Osservatorio epidemiologico regionale.
Ancora una volta il numero più alto di contagi è stato rilevato in provincia di Ancona (651), seguita da Fermo (469), Ascoli Piceno (356), Macerata (291), Pesaro Urbino (231); 149 i casi da fuori regione. Non cambia la 'graduatoria' di contagi tra le classi d'età guidata da 25-44 anni (746), 45-59 (482) e 19-24 anni (221); sono 352 i casi tra i più giovani (0-18 anni). Tra i nuovi positivi figurano addirittura 17 bambini tra 0 e 2 anni.
Tra i contagiati 406 con sintomi, 618 contatti stretti di positivi e 563 contatti domestici, 24 in ambiente di vita/socialità, 11 in setting lavorativo, 2 sanitario, 1 assistenziale; per 509 casi in corso un approfondimento epidemiologico. Nel dettaglio sono stati eseguiti 16.856 tamponi (12.432 nel percorso diagnostico con il 17,3% di positivi; e 4.424 nel percorso guariti) a cui si aggiungono 8.361 test antigenici (3.444 positivi).
Sono in aumento di otto unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 296 pazienti, 52 dei quali in Terapia Intensiva (-1 rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati, purtroppo, anche cinque decessi correlati al Covid: un 91enne di Civitanova, una 90enne di Corridonia, un 77enne di Jesi, un 77enne di Senigallia e una 93enne di Castelfidardo.
Un vigile del fuoco di Pesaro, Alex Eusepi, 38 anni, è morto la notte scorsa a seguito di un incidente stradale mentre viaggiava con il suo scooter alle 2.30 in piazzale Primo Maggio a Pesaro: per cause in corso d'accertamento ha perso il controllo del mezzo ed è finito a terra, battendo violentemente la testa. Il comandante dei vigili del fuoco di Pesaro Urbino parla di "una tragica fatalità che ha sconvolto la famiglia dei Vigili del Fuoco".
"Alex sin da piccolo ha fatto parte della famiglia dei Vigili del Fuoco, quando è nato il padre Marco era già un Vigile del Fuoco - ricorda il comandante - Dopo aver svolto il servizio di leva al Comando dei Vigili del Fuoco di Pesaro Urbino ed aver effettuato vari richiami in servizio in qualità di vigile volontario discontinuo, Alex nel 2009 viene assunto nei Vigili del Fuoco e frequenta il 67/o corso presso le Scuola di formazione di Base a Capannelle".
"In tutti questi anni - scrive ancora il comandante - si è sempre contraddistinto come un professionista serio, capace, che ha cercato di mantenere sempre alte le proprie competenze professionali. Negli interventi di soccorso tecnico urgente dei Vigili del Fuoco, oltre ad essere autista dei mezzi terrestri, nautici e di moto d'acqua, aveva il brevetto di soccorso acquatico, soccorso fluviale alluvionale e soccorso alpino fluviale".
"A novembre 2021 ha frequentato con orgoglio e soddisfazione il corso antincendio navale tenutosi presso il Comando dei Vigili del Fuoco di La Spezia - conclude il comandante - Alex affrontava sempre i problemi, con calma, sangue freddo e con il sorriso che rimarrà sempre nella mente e nei cuori di tutti i Vigili del Fuoco del Comando di Pesaro Urbino che si stringono intorno a papà Marco, mamma Nives, il fratello Andrea e il piccolo Adam".
La pillola anti covid è arrivata nelle Marche. Sono state consegnate oggi, infatti, alle 12, alla SOD Farmacia degli Ospedali Riuniti di Ancona le prime 600 confezioni di Molnupiravir, le capsule anti-covid della Merck per la cura domiciliare della malattia. Di queste, 70 confezioni rimarranno all’Ospedale di Torrette e 70 saranno destinate a Marche Nord, 20 all’Inrca di Ancona e il resto verranno consegnate all’Asur Marche.
Saranno prescritte prevalentemente dalle Usca e dai Medici di Medicina Generale o dai medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con il paziente entro i primi 5 giorni dalla comparsa dei sintomi nella malattia lieve o moderata.
“Si tratta di un valido aiuto per la cura domiciliare – ha detto l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini – che ci consentirà di ridurre le ospedalizzazioni. Ricordiamo infatti che l’Aifa ha autorizzato anche il Remdesivir che può essere somministrato per via endovenosa sia in ambiente domestico che in ambito ambulatoriale. Ogni confezione contiene 40 capsule da 200 milligrammi che costituiscono una cura completa: il farmaco va assunto due volte al giorno nella quantità di 4 capsule per 5 giorni e si conserva a temperatura ambiente".
Anche chi è vaccinato potrà ricevere il trattamento, ma esistono criteri di selezione. L’uso è suggerito per i soggetti ad alto rischio. Sono, invece, esclusi per il momento gli under 18 e le donne in gravidanza o in allattamento. La determinazione Aifa relativa alle modalità di utilizzo è stata pubblicata il 29 dicembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale ed è efficace dal 30 dicembre.
Il molnupiravir è stato distribuito dalla Struttura Commissariale alle Regioni dal 4 gennaio e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che è accessibile online sul sito dell’Agenzia.
Amazon aprirà un nuovo centro logistica nelle Marche. E’ questa la notizia che emerge in seguito all’accettazione all’unanimità da parte dell’Ente Interporto di Jesi della manifestazione di interesse non vincolante estesa dalla Dorica Trasporti e Amatori e da Scannell (general contractor di Amazon). Le conferme filtrano direttamente dalla sede della Regione, dove sarà posta la firma sul contratto entro il mese di gennaio.Il mega centro di distribuzione logistica di Amazon si estenderà su 66mila metri quadrati e sorgerà in un’area di Jesi Est. Circa 1000 le assunzioni previste per un importo investito dal colosso statunitense per la concessione dell’area di una cifra compresa – ma non ancora confermata - tra i 4 e i 5 milioni di Euro. Prossimi step quelli burocratici, con il completamento della valutazione di impatto ambientale da parte del ministero e il parere favorevole da parte del consiglio comunale di Jesi per l’approvazione della variante urbanistica necessaria alla realizzazione dell’infrastruttura.Le parti in causa adesso dovranno concentrarsi sulla stesura contrattuale che dovrebbe richiedere circa tre settimane di lavoro da parte dei diretti interessati ma che sembra non mostrare nubi all’orizzonte. Un accordo storico sul quale sta per essere scritta la parola fine dopo 18 mesi di tira e molla. Un passaggio fondamentale per la valorizzazione economica del territorio che consentirà nei prossimi anni un vero e proprio boom infrastrutturale ed economico nel territorio marchigiano.
Il 3 febbraio 2022 scadrà ufficialmente il mandato da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella e, per quanto in molti lo sperassero, non ci sarà un bis. Il politico, giurista e avvocato di origini siciliane, giunto alla soglia degli 81 anni, era stato categorico sin dal maggio scorso, prima che scattasse ad agosto il fatidico semestre bianco. Riportando alla memoria l’ex presidente Antonio Segni (1962 – 1964), dichiarò di fatto la propria indisponibilità a una rielezione con un discorso politico nel quale manifestò esplicitamente la propria adesione a quello che era già il pensiero di Segni: modificare la Costituzione iscrivendovi l’impossibilità del secondo mandato, e abolire contestualmente il semestre bianco.
Giorgio Napolitano, in questo senso, ha fatto storia: mai infatti, prima del 2013, un presidente era stato rieletto per un secondo mandato. Tensione che Umberto Ambrosoli (figlio dell’avvocato Giorgio, ucciso nel 1979 perché non remissivo a logiche di cointeressenza di mondi istituzionali, massonici e mafiosi) definì immotivata e utile solo a pilotare la rielezione dello stesso Napolitano per interessi interni alla politica – fra cui la cosiddetta “congiura del silenzio” rispetto al processo della trattativa Stato Mafia.
CORREVA L’ANNO 1981. In seguito all’assassinio per mano mafiosa del fratello Piersanti, Sergio Mattarella intensifica progressivamente il proprio impegno politico e fa il suo ingresso alla direzione della Dc. Nello stesso periodo, i magistrati che indagano sul rapimento del banchiere Michele Sindona ritrovano l’elenco di 962 affiliati alla P2: molti nomi sono di esponenti di alto livello della Dc. Mattarella diviene membro della commissione parlamentare d’inchiesta a fianco dell’ex partigiana cattolica Tina Anselmi, che porterà anche ad un rinnovamento interno al partito democristiano. Sono anche gli anni ’90 del “Mattarellum” e delle immense aspettative disattese, come testimoniato anche dalle successive leggi elettorali “Porcellum” e “Italicum”. Con il crollo della Prima Repubblica, lo stesso Mattarella transita al Partito Democratico prima di essere eletto giudice della Corte Costituzionale.
IL CAPO DELLO STATO. Nel 2015 viene eletto Presidente della Repubblica con un discorso d’insediamento su giovani, anziani, donne, ammalati e disabilità. Un impegno umanitario che viene subito confermato nel giugno dello stesso anno, in occasione dell’ingresso alla Tenuta di Castelporziano: «Nessuno può essere abbandonato di fronte alle difficoltà. La nostra bella Italia se perdesse o se si attenuasse il senso di solidarietà, tradirebbe i suoi valori e la sua storia». Nel corso del suo mandato, Mattarella si confronta con un Paese profondamente segnato da crisi economica e dei valori, con effetti devastanti legati soprattutto al futuro dei più giovani e delle classi sociali più deboli.
LA PANDEMIA DA COVID-19. Un ultimo anno complicato quello di Sergio Mattarella nelle vesti di Capo dello Stato, fra la gestione del Governo Conte e quello più attuale di Mario Draghi. Con l’esplosione della pandemia da Covid-19 e il Paese che ha mostrato tutte le sue criticità e fragilità rimaste fino a quel momento nascoste o accantonate, facendo cadere gli italiani in uno status di totale incertezza e paura. L’abbraccio e la vicinanza alla passione degli italiani giunge anche in occasione dei risultati sportivi ottenuti agli Europei di calcio, ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo.
Non poteva che terminare con un pensiero a chi è stato profondamente segnato dalle calamità degli ultimi sette anni (fra alluvioni, terremoti, pandemia), a chi svolge ogni giorno il proprio lavoro in funzione della comunità tutta e ai più giovani il mandato di Sergio Mattarella, che di fatto consegna al suo successore un’Italia forte solo del proprio senso di appartenenza nei momenti più difficili, ma con addosso il segno delle profonde fratture sociali, delle difficoltà economiche e della politica ancora immatura.
Citando le parole del professor Pietro Carmina (morto nell’esplosione di Ravanusa l’11 dicembre scorso), si è voluto rivolgere così ai giovani nel suo discorso di fine anno 2021: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare”.
Nell'ultima giornata sono stati rilevati 519 casi di positività al coronavirus nelle Marche e l'incidenza su 100mila abitanti sale a 635,07 (ieri 699 contagi e incidenza a 621,08). Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale della Regione.
Il numero più alto di casi si conferma in provincia di Ancona (206); seguono le province di Pesaro Urbino (160), Macerata (115), Ascoli Piceno (11) Fermo, oltre a 22 persone da fuori regione. In tutto sono stati eseguiti 4.498 tamponi (3.443 nel percorso diagnostico di screening con il 15,1% di positivi a fronte del 33,4% di ieri; 1.055 nel percorso guariti) e 2.549 test antigenici (772 positivi).
È ancora la fascia d'età 25-44 anni quella più interessata da contagi (143 casi), seguita da 45-59 anni (117); 96 contagi tra giovani di età 0-18 anni, 48 nella fascia 19-24 anni, 45 tra i 60-69 anni, 33 casi tra persone di età compresa tra 70-79 anni, e 33 tra 80-89 anni.
Tra i nuovi contagiati 119 persone con sintomi; i casi comprendono 116 contatti stretti di positivi, 142 contatti domestici, 4 in ambiente di vita/socialità, 1 ciascuno in setting sanitario, assistenziale e lavorativo; su 127 casi è in corso un approfondimento epidemiologico.
Sono in aumento di nove unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 286 pazienti, 54 dei quali in Terapia Intensiva (+4 rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati, purtroppo, anche tre decessi correlati al Covid: un 75enne di San Costanzo che ha perso la vita all'ospedale di Pesaro, una 98enne di Fano e un 77enne di Pesaro che sono spirati alla Rsa Galantara.
Nelle Marche aumenta ancora l'incidenza di contagi da coronavirus su 100mila abitanti: 621,08 (ieri al 600,17), con i 699 casi rilevati nell'ultima giornata. Un numero in netto calo rispetto ai giorni scorsi, anche a causa del minor numero di tamponi effettuati a causa delle festività. In totale 3459 tra tamponi e test antigenici eseguiti in 24 ore (ieri erano stati 28.858). Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale.
Nel capoluogo di regione, Ancona, si registra nuovamente il maggior numero di casi in un giorno (397); seguono per numero di casi le province di Pesaro Urbino (185), Macerata (40), Ascoli Piceno (38), Fermo (10); 29 contagiati provenienti da fuori regione.
La fascia d'età più 'colpita' per numero assoluto di casi è sempre quella tra i 25-44 anni (177); poi 45-59 anni (164) e 60-69 anni (67). Sono 153 i nuovi contagi tra giovani di età compresa tra zero e 18 anni. Le persone con sintomi sono 158; i casi comprendono anche 134 contatti stretti di positivi; 221 contatti domestici, 1 in setting lavorativo, 3 in ambiente di vita/socialità, 1 in setting assistenziale, 2 in setting sanitario; su 168 casi in corso approfondimenti epidemiologici.
Ancora un balzo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: +7 in un giorno e il totale sale a 277 con particolare rilievo per i degenti in Terapia intensiva che raggiungono i 50 (+3). Un paziente in meno nelle Semintensive (54 degenti) e cinque ricoveri in più nei reparti non intensivi (173); 6 le persone dimesse in 24 ore. Intanto registrati altri tre morti correlati alla pandemia: il totale regionale di vittime che raggiunge 3.257. Gli ultimi deceduti risiedevano tutti nella provincia di Pesaro Urbino: un 41enne di Tavullia, una 49enne di Fano e un 84enne di Cagli. Tutti presentavano patologie pregresse.
Nelle Marche vola oltre 600 (600,17) l'incidenza di contagi da coronavirus su 100mila abitanti, con i 1.619 casi rilevati nell'ultima giornata. Il giorno precedente si era registrato il picco di contagi giornalieri (2.079) con incidenza che aveva raggiunto 551,61.
Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale. Nel capoluogo di regione, Ancona, il maggior numero di casi in un giorno (503); seguono per numero di casi le province di Fermo (412), Ascoli Piceno (230), Macerata (225), Pesaro Urbino (135); 114 contagiati provenienti da fuori regione. In totale 28.858 tra tamponi e test antigenici eseguiti in 24ore.
La fascia d'età più 'colpita' per numero assoluto di casi è sempre quella tra i 25-44 anni (496); poi 45-59 anni (365) e 19-24 anni (184). Sono 295 i nuovi contagi tra giovani di età compresa tra zero e 18 anni. Le persone con sintomi sono 307; i casi comprendono anche 334 contatti stretti di positivi; 414 contatti domestici, 1 in setting lavorativo, 8 in ambiente di vita/socialità, 1 in setting assistenziale, 3 in setting sanitario; su 533 casi in corso approfondimenti epidemiologici.
Tra i positivi generali il 63% risulta vaccinato e il 37% non vaccinato; ma l'incidenza su 100mila abitanti è di 32,64 tra i vaccinati mentre quella sui non vaccinati è 148,64. Nel complesso sono stati eseguiti 18.277 tamponi (14.171 nel percorso di screening e 4.106 nel percorso guariti; 11,4% di positivi) e 10.581 test antigenici (1.558 positivi).
Ancora un balzo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: +8 in un giorno e il totale sale a 270 con particolare rilievo per i degenti in Terapia intensiva che raggiungono i 47 (+5). L'occupazione di pazienti Covid in Intensiva schizza al 18,65% (ieri era al 16,66%).
Invariata la situazione nelle Semintensive (55 degenti) e tre ricoveri in più nei reparti non intensivi (168) con l'incidenza in Area medica (223 pazienti) che sale al 22,7% (precedente 22,4%); 14 le persone dimesse in 24ore. Intanto registrati altri cinque morti correlati alla pandemia: il totale regionale di vittime che raggiunge 3.254. Sul fronte contagi 1.619 i casi in un giorno, l'incidenza di positivi su 100mila abitanti sale a 600,17.
Nelle statistiche della Regione, il tasso di occupazione delle terapie intensive è dato per il 25% da vaccinati e per il 75% da non vaccinati: l'incidenza su 100mila abitanti, però, è di 0,82 tra le persone che hanno ricevuto almeno due dosi di vaccino e di 6,70 tra chi non si è vaccinato.
Lo stesso tipo di statistica per i ricoveri in Area medica (42% vaccinati, 56% non vaccinati) evidenzia un'incidenza di 4,45 su 100mila abitanti tra i vaccinati e di 16,63 tra non vaccinati.
In merito agli ultimi deceduti, quattro risiedevano della provincia di Pesaro Urbino (un 86enne di Gradara, una 88enne di Fano, una 97enne di Pesaro e un 90enne di Fano, quest'ultimo senza patologie pregresse) e una a Fermo, una 83enne. Il totale dei positivi nella regione sale a 7.761 (+126), le quarantene per contatto con positivi a 20.548 (+325); i guariti/dimessi sono 136.073 (+1.493). Gli ospiti di strutture territoriali sono 132 e 27 in osservazione nei pronto soccorso.
Controlli sulla filiera della pesca: sequestrati oltre 500 chili di prodotto ittico, multe per oltre 23 mila euro. Sono i risultati dell'operazione "Atlantide", condotta dal Comando Regionale della Guardia Costiera, in occasione delle festività natalizie.
Nel periodo tra il 6 e il 29 dicembre 2021, sono state effettuate 109 ispezioni, che hanno riguardato pescherecci (29), pescherie (33), ristoranti (25), venditori ambulanti (19), grossisti/piattaforme logistiche/mercati ittici (3). I controlli hanno portato all’elevazione di 13 sanzioni amministrative per un totale di 23 mila euro, a 7 sequestri di prodotto ittico di diversa tipologia e specie, per un totale di circa 526 Kg.
Le violazioni più ricorrenti sono state l’errata/omessa indicazione di informazioni al consumatore e la mancanza di tracciabilità del prodotto. L’attività di controllo ha anche permesso di deferire (con 1 notizia di reato) alla competente Autorità Giudiziaria un esercente dell’ascolano per frode in commercio.
Nello specifico, si segnalano i controlli relativi al prelievo e alla commercializzazione delle vongole nel pesarese e a San Benedetto del Tronto. Attività che hanno comportato ingenti sequestri di vongole, rispettivamente per 270 kg nel pesarese e 155 kg nel sambenedettese, con sanzioni per un totale di 5.500 euro.
Le violazioni riscontrate, oltre a costituire un pericolo per il consumatore finale e a contribuire a depauperare la risorsa ittica, penalizzano gli stessi addetti del settore che operano con onestà e nel rispetto delle regole.
Trovare dei piatti tipici delle Marche da suggerire per il cenone di Capodanno si è rivelata un’impresa più difficile di quanto pensassi: dopo il primo, ovvio pensiero che va al classico cotechino che le lenticchie, immancabile su ogni tavola italiana nella notte di San Silvestro per augurare ricchezza ai commensali, non riuscivo a farmi venire in mente qualcosa di altrettanto caratteristico. Ho deciso quindi di interpellare la massima esperta in materia, mia nonna, che ha però risposto, e traduco direttamente dal maceratese: “Cocco mio, noi andavamo a dormire presto”. Il cenone di Capodanno è infatti una ricorrenza piuttosto recente, quindi poco radicata nei costumi del nostro territorio. Per questo motivo un tipico menù dell’ultimo dell’anno, nelle Marche, è perlopiù ripreso da quello di Pasqua e Natale.
Antipasti al plurale, come le Marche, che si aprono con la classica minestra a straccetti, o “stracciatella” , una zuppa a base di uovo e parmigiano cucinata nel brodo: piatto tipico della tradizione povera marchigiana (e non solo), che nasce per l’intento di recuperare il brodo di carne avanzato dal pranzo di Natale. A seguire tagliere di affettati e formaggi, dal salame di fegato alla coppa di testa, dal pecorino di fossa alla crescia di Urbino, senza dimenticare il re dei salumi spalmabili, il ciauscolo.
Non c’è un primo piatto più iconico nella cucina marchigiana dei vincisgrassi, da non confondere con la più nota lasagna che si differenzia principalmente per il ragù al suo interno: non si utilizza infatti la carne macinata nella preparazione del sugo, bensì tagli grossolani con l’aggiunta, spesso, delle rigaglie di pollo (o “griscì”). Secondo la tradizione, il nome del piatto deriverebbe dal generale austriaco Alfred von Windisch-Graetz che combatté e vinse l'assedio di Ancona del 1799 contro le truppe napoleoniche serrate in città. È vero però anche che tra le ricette riportate ne “Il cuoco maceratese” di Antonio Nebbia, del 1776, compare la ricetta della “lasagna in princisgrassis”, molto più ricca di quella che conosciamo oggi e anche riproposta da alcuni ristoranti della provincia maceratese, come “La Marchigiana” a Sarnano.
Mutuato dalla tradizione pasquale, il coniglio in porchetta è un altro grande protagonista della cucina tradizionale marchigiana: disossato e lasciato intero, il coniglio viene farcito emulando la ricetta della porchetta con una misto di carne e erbe aromatiche (fra cui spicca il finocchietto selvatico), arrotolato e legato con lo spago da cucina e poi cotto in forno. L’Osteria “La Filarmonica” ad Ancona propone ancora oggi la ricetta tradizionale coniglio in porchetta per il cenone di San Silvestro.
Il fritto ascolano è il contorno ideale per accompagnare tutte le pietanze delle feste. Oltre alle olive all’ascolana, famose in tutto il mondo, non potevano mancare i cremini fritti, bocconcini di crema pasticcera impanati e fritti, a metà strada fra il dolce e il salato.
Per concludere (e aiutarsi a digerire) vengono in soccorso gli amari e i liquori simbolo della nostra regione: c’è chi preferisce la maceratese, chi l’ascolana, ma è comune a tutti l’amore per l’anisetta, liquore storicamente legato a doppio filo con il territorio marchigiano. In alternativa sua maestà il vino cotto, da non confondere con il "vincotto" lucano, ottenuto dalla bollitura del mosto prima della fermentazione: ricetta che risale addirittura all’epoca d Roma imperiale (ne parla perfino Plinio il Vecchio nel I d.C.) e che si è conservata fino ad oggi per arrivare sulle nostre tavole.
Sebbene non sia ufficialmente riconosciuta come tradizional-popolare, l’usanza di mangiare 12 chicchi d’uva negli ultimi altrettanti rintocchi che precedono la mezzanotte del 31 dicembre ha assunto nel tempo un significato importante negli usi e costumi delle Marche, sottendendo con molte probabilità un legame con altre realtà europee, sulle basi del più romantico culto della terra e dei contadini.
Va detto, anzitutto, che la storia dei festeggiamenti in occasione della Notte di San Silvestro, o Capodanno, risulta essere in Italia un interessante connubio fatto di cultura e religione. Le origini risalirebbero addirittura al 153 a.C., anno in cui il cosiddetto calendario giuliano - elaborato dall'astronomo egizio Sosigene di Alessandria sulla base del culto del dio romano Giano – venne accolto dai più solo in forma ufficiosa. Fu infatti nel 46 a.C. che Giulio Cesare decise di promulgarlo in via ufficiale e diffonderlo in tutti i domini dell’Impero romano, finché nel 1582 papa Gregorio XIII lo fece sostituire con il calendario gregoriano, complice il poco preciso (sebbene molto accurato) calcolo delle annualità bisestili da parte di Sosigene di Alessandria.
Contemporaneamente allo sviluppo di quello che tutt’oggi è considerato il più noto sistema di riferimento per l’annuale ciclo delle stagioni, il giorno del 31 dicembre venne a coincidere nel 335 d.C. con la morte di papa Silvestro I, figura religiosa passata alla storia soprattutto per lo stretto legame con l’imperatore Costantino (il primo regnante ad accettare il cristianesimo), il quale a sua volta favorì il passaggio della Roma pagana a quella cristiana.
Ma cosa c’entra il rito dei 12 chicchi d’uva? Occorre soffermarsi alla prima metà del 1500, periodo nel quale moltissimi ebrei sefarditi espulsi dalla Spagna a seguito dell’Editto di Granada (1492) finirono con lo stanziarsi soprattutto nelle zone del centro nord della Penisola italiana. In particolare, le Marche iniziarono ad ospitare comunità molto importanti, da Ancona ad Urbino, da Fermo a Macerata: queste terre divennero un punto d’incontro tra Oriente e Occidente, in quanto vi si trovavano anche ebrei romani, veneziani, dei paesi islamici, nonché i già citati sefarditi che volevano fuggire lontano dall’Inquisizione che dava loro la caccia.
L’incontro di culture - fra rituali legati all’agricoltura e alla religione – dà ragione di credere in quelli che sono stati recepiti come simboli di buon auspicio per l’anno venturo: i dodici apostoli, i dodici figli di Giacobbe, le dodici ore del giorno, i dodici mesi dell’anno, i dodici simboli dello zodiaco, e poi ancora l’uva come frutto della fratellanza, dell’unione, della gioia e del piacere - sentimenti cari al culto del dio greco Bacco.
Non è difficile, quindi, individuare il significato e l’importanza culturale di un rito storicamente accolto a tutti gli effetti dai marchigiani come atto per ingraziarsi la fortuna nella speranza di un anno fruttuoso e abbondante. Non mancano, ovviamente, le chiavi di lettura politica di un simile gesto, spesso utilizzato dal popolo (dalla fine del 1800) con intento burlesco nei confronti della borghesia. Ma questa è un’altra storia.
L’uva della fortuna, o “uva de suerte”, rimane tanto in Spagna quanto nelle Marche un suggestivo rituale fatto di convivialità, esorcismo dei tempi più bui e buoni propositi per l’anno che verrà. L’importante, ovviamente, è riuscire a mangiarne 12 chicchi al ritmo degli ultimi rintocchi di campana prima della mezzanotte.
A poche ore dalla fine dell’anno sono ancora tanti gli indecisi, coloro che non sanno cosa fare nel giorno in cui sono chiamati a dire addio a un complicato (per usare un eufemismo) 2021 e a brindare al nuovo anno. Vi è da dire che il ventaglio delle offerte, quest'anno è parecchio limitato. Con la variante Omicron che avanza e i contagi che salgono, l'esecutivo ha stabilito, con l'ultimo decreto arrivato prima di Natale, delle nuove restrizioni al fine di contrastare l'epidemia.
Annullati, quindi, tutti gli eventi e le feste in piazza per la notte di San Silvestro. Ricordiamo anche che nei ristoranti sarà richiesto il Super Green Pass e le piste da ballo saranno chiuse. Nessun limite, invece, agli spostamenti. Restano dunque sempre accessibili le seconde case e sono consentiti i viaggi anche all'estero (ma attenzione alle norme imposte da ciascuno Stato). Obbligatorio, infine, l'utilizzo di mascherine sia al chiuso (cinema e teatri con Ffp2) che all'aperto anche in zona bianca.
Per prendere ispirazione su come trascorrere il Capodanno 2022 abbiamo preparato cinque idee alternative last minute per la notte più lunga dell'anno.
1 - Cenone in coppia a casa o fuori
Se non sei mai stanco di passare il tempo con la tua dolce metà, non esiste momento migliore di Capodanno. Tutti sono in giro a far festa mentre voi due vi godete finalmente un po’ di tranquillità lontano dalla confusione. Per farlo non dovrai per forza andare lontano. Per godersi il momento è sufficiente una cena luculliana a lume di candela e successivamente godersi un bel film in tv. Per chi non volesse rimanere tra le mura domestiche, in alternativa si può organizzare una vacanza all'ultimo, per poi trascorrere la notte di San Silvestro col proprio partner in un’intima baita con un camino acceso sullo sfondo. Per rilassarsi e trascorrere un 31 dicembre all’insegna del più assoluto riposo vi è poi la possibilità di trascorrere il Capodanno godendo delle bellezze della natura, magari prenotando in un agriturismo.
2 - Serata con amici
A volte non c’è nulla di meglio della cara vecchia atmosfera casalinga per dare il benvenuto al nuovo anno. In tempi di pandemia questo pensiero è valido più che mai. A casa puoi sederti a tavola di fronte ad un bel cenone e seguire il countdown, darti ai giochi di società organizzare un’originale festa a tema o rilassarti guardando i film di Capodanno più belli degli ultimi decenni. Stando in casa, inoltre, puoi permettere quel bicchiere di spumante in più, senza doverti mettere in macchina. L'alternativa alle mura domestiche è un bel cenone prelibato in un ristorante.
3 - Serata in famiglia per cucinare piatti tipici
Il Capodanno last minute in famiglia potrebbe rivelarsi inaspettatamente piacevole. Quale migliore occasione, ad esempio, per fingersi chef per una notte e mettersi a preparare piatti tipici del Cenone di San Silvestro. Rimanendo nelle Marche, potremmo preparare la minestra a straccetti, o “stracciatella, per poi passare ai vincisgrassi, al coniglio in porchetta e i fritti ascolani (olive crema).Insomma basta una tavola, un menù goloso al punto giusto, qualche bottiglia di spumante, e il gioco è fatto. La filosofia del “pochi ma buoni” di solito non fallisce, alla faccia dei mega party rumorosi.
4 - Capodanno sui Sibillini
In oltre 70.000 ettari di boschi e montagne di certo non mancano gli spunti per concludere il 2021 ed iniziare il 2022 a contatto con la natura. Quale migliore occasione per una visita al Parco nazionale dei Monti Sibillini: tra boschi e montagne, borghi pittoreschi e creature affascinanti, infatti, ogni passeggiata sarà una gioia per gli occhi ed un'occasione unica per celebrare il cambio dell'anno in maniera insolita e piacevole. Le tradizionali ciaspolate, come quella ai Piani di Ragnolo di Ussita, sono state spostate causa carenza di neve all'Epifania, ma le alternative per divertirsi non mancano.
5 - Capodanno al Cinema
Una possibile soluzione last minute è, infine, il Capodanno trascorso nella sala di un cinema. Occorre rammentare che, causa restrizioni anti Covid, fino al 31 marzo 2022, oltre al Super Green Pass, per poter andare a vedere un film è necessario indossare la mascherina Ffp2. Cosa vedere in sala? Dal ritorno della saga di Matrix a quella di Spiderman, passando per West side Story di Spielberg a La Befana vien di notte 2 con la splendida Monica Bellucci le soluzioni non mancano.
Approvata in via definitiva la nuova Legge di Bilancio 2022 con 355 voti a favore. Tante le modifiche introdotte dal testo, dalla riforma fiscale all'intervento sul caro bollette. E non sono mancate le polemiche.
La nuova legge prevede per il 2022 l’impiego di 37 miliardi di Euro, con risorse pari a 13,7 mld e un aggravamento del deficit nazionale di 23,3 mld. Saranno principalmente la riforma fiscale (con il taglio di Irpef e Irap), il caro-bollette (con un intervento di 1,8 mld), il reddito di cittadinanza (confermato) e il Superbonus (fino al 110%) le misure di intervento maggiormente interessate dalla manovra “espansiva”.
Nello specifico, 8 mld saranno destinati al taglio delle tasse a alla cancellazione dell’Irap per autonomi e professionisti, operazione che dovrebbe in un secondo momento avviare la riforma fiscale: passaggio delle aliquote da 5 a 4 e detrazioni del 23% per i redditi fino a 15 mila euro, 25% per i redditi fino a 28 mila euro, 35% tra 28 mila e 50 mila euro, 43% oltre i 50 mila euro. Per i redditi fino a 15 mila euro rimane il bonus Irpef da 100 euro, rimodulato fino ai 28 mila.
Per contrastare il rincaro dei prezzi dell’energia, la manovra taglierà le bollette di luce e gas nel primo trimestre del 2022 (fino al raggiungimento dell’importo di 912 milioni di euro) per i redditi bassi con Isee sotto sotto gli 8.265 euro oppure con 20 mila euro lordi annui e almeno quattro figli. Per le famiglie con redditi maggiori ci sarà invece l’opportunità di rateizzare (senza interessi aggiunti) il pagamento dei primi 4 mesi di bollette fino a 10 mesi. Nel primo trimestre, inoltre, verranno annullati gli oneri di sistema per le utenze della luce fino a 16 kwh, oltre a una riduzione dell’Iva al 5% sul metano da riscaldamento. Non ultimo, la possibilità di pagare nell’arco di 180 giorni (anziché 60) le cartelle esattoriali notificate dal primo gennaio al 31 marzo 2022, senza pagare interessi di mora o sanzioni ulteriori. Sarà rifinanziato il reddito di cittadinanza, anche se dal 2022 osserverà regole più rigide e controlli più severi prima della concessione del sostegno, facendo decadere la richiesta dopo il secondo rifiuto.
Per quanto riguarda gli incentivi edilizi, la novità più rilevante è rappresentata dalla conferma del Superbonus in aggiunta all’eliminazione del tetto ISEE per i lavori di ristrutturazione degli edifici monofamiliari (purché il 30% dei lavori sia ultimato entro il 30 giugno 2022). Il Sisma-bonus sarà invece prorogato al 2025 e salirà dal 50 all’85%, con interessamento di tutti i centri colpiti da un evento sismico, a partire dal terremoto dell’Aquila del 2009. La legge di bilancio 2022 prevede, in questo senso, lo stanziamento di 6 miliardi di Euro aggiuntivi per la ricostruzione privata nelle aree colpite dal sisma, con 200 milioni di Euro per l’assistenza alla popolazione. Il Sisma-bonus, va ricordato, consente ai contribuenti di eseguire interventi per l’adozione di misure antisismiche beneficiando di detrazioni, il cui valore si lega alla riduzione del rischio sismico e alla realizzazione dei lavori sulle parti comuni di edifici condominiali.
Prosegue e aumenta l'ondata dei contagi nelle Marche, che ne registrano 1.814 in una sola giornata, dopo il picco di ieri di oltre 1.700 nuovi casi (leggi qui), facendo salire l'indice dell'incidenza a 486,61 (ieri 423,80) su 100mila abitanti. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Epidemiologico regionale. Record anche per i tamponi analizzati: 15.916 in totale.
I nuovi casi rappresentano una positività del 16,2% su 11.169 tamponi del percorso diagnostico screening. Ci sono poi 6.879 test del percorso antigenico screening (con 1.432 positivi da sottoporre a tampone molecolare). Sono 614 i casi in fase di approfondimento epidemiologico, 327 i soggetti sintomatici. La provincia di Ancona resta quella con il maggior numero di casi, 463, seguita da Macerata con 317, Fermo con 307, Ascoli Piceno con 280, Pesaro Urbino con 275, e 172 casi fuori regione.
Contagi più diffusi nella fascia di età 25-44 anni con 628 casi, seguita da quella 45-59 con 369, ci sono poi 211 casi tra 19-24enni, 149 casi tra 60-69enni. Sono 330 i casi nelle varie fasce di età da zero a 18 anni, di cui 130 in quella 6-10 anni.
Dei 1.814 nuovi casi, 614 sono contatti domestici, 404 contatti stretti di casi positivi, 24 contatti in ambiente di vitta/socialità, 12 in setting lavorativo, 1 rispettivamente per contatti in setting assistenziale e screening sanitario e 11 casi extra regione. Sempre secondo i dati dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale il 74 dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinato, il 26% ha ricevuto 2 o 3 dosi di vaccino.
Scende, invece, di un'unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 260 pazienti, 43 dei quali in Terapia Intensiva (numero invariato rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati anche sette decessi: una 93enne di Pesaro, un 75enne di Ascoli Piceno, un 77enne di Senigallia, una 74enne di Vallefoglia e una 105enne di Pesaro sono spirati presso la Rsa Galantara; una 71enne di Monte San Vito ha perso la vita all'ospedale Torrette; una 85enne di Belvedere Ostrense è venuta a mancare dell'ospedale di Pesaro.
Zona arancione in arrivo nelle Marche, come confermato dal presidente Francesco Acquaroli nella giornata di mercoledì (leggi qui). Saranno diverse le novità, che riguardano soprattutto i non vaccinati. Per coloro che stanno completando, o che già hanno completato, il ciclo vaccinale non ci saranno, invece, restrizioni impattanti.
In zona arancione, chi non ha il Super Green pass non può uscire dal Comune di residenza, se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Le attività restano aperte, ma permangono le regole di accesso con il Green pass e quello Super, come previsto dal Decreto Natale e dall'ultimo decreto governativo del 29 dicembre (leggi qui).
Sarà obbligatorio il possesso del Super Green pass, quindi, per l'accesso ad alberghi e strutture ricettive; feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; servizi di ristorazione all’aperto; impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici; spogliatoi, piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto; centro culturali, centro sociali e ricreativi per le attività all’aperto; centri commerciali nei festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi); mostre, musei e altri luoghi della cultura; centri termali all'aperto o al chiuso. Sostanzialmente, dunque, per i non vaccinati si profila un vero e proprio lockdown, vista l'esclusione da tutte le attività sociali e ricreative.