Mattarella, i momenti più importanti di un Presidente: “Quale futuro adesso per il Paese?"
Il 3 febbraio 2022 scadrà ufficialmente il mandato da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella e, per quanto in molti lo sperassero, non ci sarà un bis. Il politico, giurista e avvocato di origini siciliane, giunto alla soglia degli 81 anni, era stato categorico sin dal maggio scorso, prima che scattasse ad agosto il fatidico semestre bianco.
Riportando alla memoria l’ex presidente Antonio Segni (1962 – 1964), dichiarò di fatto la propria indisponibilità a una rielezione con un discorso politico nel quale manifestò esplicitamente la propria adesione a quello che era già il pensiero di Segni: modificare la Costituzione iscrivendovi l’impossibilità del secondo mandato, e abolire contestualmente il semestre bianco.
Giorgio Napolitano, in questo senso, ha fatto storia: mai infatti, prima del 2013, un presidente era stato rieletto per un secondo mandato. Tensione che Umberto Ambrosoli (figlio dell’avvocato Giorgio, ucciso nel 1979 perché non remissivo a logiche di cointeressenza di mondi istituzionali, massonici e mafiosi) definì immotivata e utile solo a pilotare la rielezione dello stesso Napolitano per interessi interni alla politica – fra cui la cosiddetta “congiura del silenzio” rispetto al processo della trattativa Stato Mafia.
CORREVA L’ANNO 1981. In seguito all’assassinio per mano mafiosa del fratello Piersanti, Sergio Mattarella intensifica progressivamente il proprio impegno politico e fa il suo ingresso alla direzione della Dc. Nello stesso periodo, i magistrati che indagano sul rapimento del banchiere Michele Sindona ritrovano l’elenco di 962 affiliati alla P2: molti nomi sono di esponenti di alto livello della Dc. Mattarella diviene membro della commissione parlamentare d’inchiesta a fianco dell’ex partigiana cattolica Tina Anselmi, che porterà anche ad un rinnovamento interno al partito democristiano. Sono anche gli anni ’90 del “Mattarellum” e delle immense aspettative disattese, come testimoniato anche dalle successive leggi elettorali “Porcellum” e “Italicum”. Con il crollo della Prima Repubblica, lo stesso Mattarella transita al Partito Democratico prima di essere eletto giudice della Corte Costituzionale.
IL CAPO DELLO STATO. Nel 2015 viene eletto Presidente della Repubblica con un discorso d’insediamento su giovani, anziani, donne, ammalati e disabilità. Un impegno umanitario che viene subito confermato nel giugno dello stesso anno, in occasione dell’ingresso alla Tenuta di Castelporziano: «Nessuno può essere abbandonato di fronte alle difficoltà. La nostra bella Italia se perdesse o se si attenuasse il senso di solidarietà, tradirebbe i suoi valori e la sua storia». Nel corso del suo mandato, Mattarella si confronta con un Paese profondamente segnato da crisi economica e dei valori, con effetti devastanti legati soprattutto al futuro dei più giovani e delle classi sociali più deboli.
LA PANDEMIA DA COVID-19. Un ultimo anno complicato quello di Sergio Mattarella nelle vesti di Capo dello Stato, fra la gestione del Governo Conte e quello più attuale di Mario Draghi. Con l’esplosione della pandemia da Covid-19 e il Paese che ha mostrato tutte le sue criticità e fragilità rimaste fino a quel momento nascoste o accantonate, facendo cadere gli italiani in uno status di totale incertezza e paura. L’abbraccio e la vicinanza alla passione degli italiani giunge anche in occasione dei risultati sportivi ottenuti agli Europei di calcio, ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo.
Non poteva che terminare con un pensiero a chi è stato profondamente segnato dalle calamità degli ultimi sette anni (fra alluvioni, terremoti, pandemia), a chi svolge ogni giorno il proprio lavoro in funzione della comunità tutta e ai più giovani il mandato di Sergio Mattarella, che di fatto consegna al suo successore un’Italia forte solo del proprio senso di appartenenza nei momenti più difficili, ma con addosso il segno delle profonde fratture sociali, delle difficoltà economiche e della politica ancora immatura.
Citando le parole del professor Pietro Carmina (morto nell’esplosione di Ravanusa l’11 dicembre scorso), si è voluto rivolgere così ai giovani nel suo discorso di fine anno 2021: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare”.
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