Aumento dei ricoveri da Covid-19 nelle Marche: nell'ultima giornata +23 degenti che superano ora quota 100 (106 rispetto agli 83 di ieri) mentre l'incidenza sale da 679,19 a 737,03).
In 24ore, fa sapere ancora la Regione, sono 2.177 i positivi rilevati (11.085 nell'ultima settimana) sulla base di 4.880 tamponi effettuati. Si sono inoltre registrati due decessi correlati al Covid e il totale regionale di vittime raggiunge i 3.939.
Nonostante ciò, i pazienti Covid più gravi ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali marchigiani alla data di oggi sono solo uno in più (5) di un anno fa, mentre l'ondata dei contagi partita a inizio giugno ha causato un incremento di ricoveri nei reparti di area medica: siamo a quota 101, mentre il 30 giugno 2021 nei reparti non intensivi c'erano 16 pazienti infettati dal Coronavirus.
La saturazione dei posti letto totali nelle Marche resta, quindi, ampiamente sotto i livelli di guardia: siamo al 2,1% in terapia intensiva e al 10,27% in area medica.Anche la curva più sensibile, quella dei decessi, continua a essere disaccoppiata da quella dei contagi: nell'ultima settimana il bollettino delle vittime, sempre comunque dolorosissimo, registrava 5 casi, contro i 2 dell'ultima settimana del giugno 2021.
Se gli ospedali non vanno in sofferenza, nonostante l'aumento dei contagi, è merito dei vaccini, che nonostante la capacità di Omicron 5 di infettare le persone immunizzate continuano a proteggere dalle forme più gravi della malattia, ricordano gli esperti.
Malore in spiaggia: muore un 70enne pesarese. Il bagnante si è accasciato improvvisamente in acqua, questa mattina alle 9.30, all'altezza dei bagni 27 a Pesaro. Sarebbe stato fatale un infarto.
L'uomo è stato subito portato a riva da un'altra persone che si trovava nei pressi e affidato alle cure dei sanitari giunti sul posto. I soccorritori hanno provato a rianimare il 70enne per oltre 30 minuti ed è giunta sul posto anche l'eliambulanza.
Ogni tentativo si è rilevato però vano. L'uomo non ha più ripreso conoscenza. Il medico ha ipotizzato che si sia trattato di un infarto. Sul luogo dell'accaduto è intervenuto anche personale della capitaneria di Porto per i rilievi.
“Stoppare il Superbonus 110 è vergognoso. La strada intrapresa porta solo al fallimento”. È forte la denuncia lanciata da Enzo Mengoni, presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, che si fa portavoce dell’allarme lanciato dalle aziende del comparto edilizia, che sono sul piede di guerra.
"Quello che sta emergendo dal confronto al Governo lascia l’amaro in bocca – il commento di Mengoni – perché bloccare dall’oggi al domani un provvedimento che è in atto getta scompiglio nel sistema produttivo. Abbiamo un gran numero di aziende che hanno fatto investimenti e ora si ritrovano sul groppone la cessione del credito. Ma vi pare possibile? Così non facciamo bene a nessuno, rischiamo solo il fallimento delle imprese e lavoratori sul lastrico. Non riusciamo proprio a decifrare le politiche in atto. Da una parte si promuovono azioni di assistenzialismo per tutelare la tenuta della comunità, come il Reddito di Cittadinanza, dall’altra si lascia per strada un’ampia fetta di popolazione. È assurdo”.
Mengoni fa quindi “un appello accorato ai partiti che hanno a cuore il futuro del Paese. Si riprendano in mano i Superbonus e si completi la loro efficacia almeno per le imprese che stavano operando con questo provvedimento. Siamo consapevoli che l’impalcatura del 110 presenta alcune criticità, che erano prevedibili in fase di stesura dello stesso, ma ormai bisogna dar respiro a chi ha iniziato i progetti. Ne va della credibilità del Paese.
Per questo mi auguro si trovi una soluzione rapida e di buon senso, innanzitutto per ‘liberare’ i crediti fiscali incagliati ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, oltre a scongiurare la miriade di contenziosi legali che si aprirebbe inevitabilmente a causa del blocco dei cantieri avviati, a danno dei cittadini che hanno commissionato i lavori e che ora li vedono messi a rischio”.
Si chiameranno Unità di Continuità Assistenziale (Uca) ma il personale sarà lo stesso: dal 30 giugno scade la legge che aveva previsto l’impiego dei medici Usca. “La Regione ha chiesto – ha detto l’Assessore Filippo Saltamartini - la proroga fino al 31 dicembre 2022, ma la richiesta ancora non è stata accolta”. Per queste ragioni una Nota diramata del Dipartimento Salute della Regione Marche su direttiva dell’Assessore regionale alla Sanità prevede la possibilità di Utilizzare l’esperienza del personale operante nelle Unità Speciali di Continuità Assistenziale nella cura del Covid e per alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso delle Marche, fino al 31 dicembre 2022.
Nella sostanza, spiega l’assessore, il personale medico ha la possibilità di continuare la sua attività attraverso l’istituto della prestazione in qualità di continuità assistenziale o attivando contratti CO.CO.CO per la gestione domiciliare dei pazienti Covid ma anche per la cura dei codici bianchi nei Pronto Soccorso delle Marche.
Tra i compiti dei medici ci sarà infatti la presa in carico e il follow up dei pazienti domiciliari durante i focolai epidemici. La nota si è resa necessaria, come detto, per garantire la continuità dell’assistenza nel periodo di passaggio tra la dismissione delle Usca e la nascita delle UCA previste dal DM 77 del 2022, (equipe composte da un medico ed un infermiere ogni 100 mila abitanti).
Gli incarichi di lavoro autonomo saranno offerti sia al personale medico già operante nelle USCA in scadenza al 30 giugno 2022, sia ai medici specializzandi iscritti all’ultimo e penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione. Si tratterà, di norma, di incarichi di 24 ore settimanali della durata di tre mesi, prorogabile al massimo fino al 31 dicembre 2022.
Si è riunito questa mattina il Comitato paritetico di Protezione civile per fare il punto sull’emergenza idrica nelle Marche. Hanno partecipato, oltre all’assessore alla Protezione Civile e Ambiente, Stefano Aguzzi e i dirigenti regionali, i rappresentanti delle cinque Prefetture marchigiane, dei 5 ATO competenti a livello provinciale e l’Anci. Sono state analizzate dettagliatamente le situazioni nelle singole province marchigiane e si è rilevata una criticità pressoché uniforme su tutto il territorio regionale a causa delle mancate precipitazioni e delle alte temperature.
“Ma – come ha riferito l’assessore Aguzzi – le maggiori criticità si riscontrano nell’Ascolano perché, a seguito del sisma del 2016, alcune sorgenti hanno deviato corsi ed è diminuita la portata di captazione per cui si dovrà ricorrere ad alcuni pozzi che vengono attivati solo nelle emergenze; stessa situazione critica anche nel Pesarese per quanto riguarda l’approvvigionamento di acqua potabile, in particolare nelle città di Fano e Pesaro".
"Queste città, infatti, prelevano dal fiume Metauro che dall’invaso di Tavernelle e di Colli al Metauro è ad oggi a meno del 50% delle sue potenzialità. Gli altri invasi – di Fossombrone e del Furlo – sono sotto la soglia storica anche se mantengono una capacità residuale per garantire per alcuni giorni l’approvvigionamento idrico senza passare ai razionamenti. Ma poiché non sono previste precipitazioni, nei prossimi giorni sarà necessario attingere ai pozzi del Burano e di Sant’Anna come è stato fatto lo scorso anno".
“La situazione quindi, come si presenta ad oggi -– ha evidenziato l’assessore – ci impone una necessità: inviteremo tutti i Comuni, in maniera generalizzata, ad emettere ordinanze di divieto di consumo di acqua per attività non essenziali, quali lavaggi auto, riempimento di piscine private o irrigazione di prati e giardini. Ordinanze da emanare immediatamente su cui sarà necessario un forte controllo per l’osservanza degli obblighi".
In conclusione l’assessore Aguzzi ha anche sottolineato la necessità di una programmazione per i prossimi anni riguardo ad un maggior immagazzinamento dell’acqua piovana durante l’inverno per sopperire in qualche misura alla carenza idrica. Domani , inoltre, si terrà un incontro a Pesaro, tra Regione e Provincia con Enel e Greenpower, per attivare fin da subito le attività di pulizia degli invasi lungo il Metauro iniziando dall’invaso del Furlo. “Un impegno che ci eravamo presi – ha concluso l’assessore- e che intendiamo portare avanti con celerità.
Viene sbalzato fuori dal trattore e muore. Il tragico incidente è avvenuto questa mattina, alle 12:30, nelle campagne di Piandimeleto, in località Calzoppo. A perdere la vita un agricoltore di 85 anni.
Il mezzo agricolo su cui l'uomo stava lavorando, per cause in fase di accertamento, si è ribaltato per poi precipitare in un dirupo. L'anziano è stato sbalzato fuori dalla cabina, subendo ferite mortali. A nulla è valso l'intervento del personale medico del 118, allertato da un coltivatore che si trovava nei pressi del luogo in cui si sono svolti i fatti. Non si è potuto far altro che constatare il decesso dell'85enne.
Sul posto anche i vigili del fuoco, con una squadra di Macerata Feltria, che ha provveduto dapprima al recupero del corpo della vittima e successivamente alla messa in sicurezza dell’area dell’intervento. Presenti anche i carabinieri e gli ispettori dell'Asur.
“Prevediamo un aumento delle tariffe autostradali intorno all'1,5%. Parliamo veramente di poco, ne stiamo discutendo in questa fase con il ministero. Sarebbe previsto dal piano economico finanziario a partire da fine giugno-luglio di quest'anno.
Ricordo che le nostre tariffe sono rimaste bloccate a partire dal 2018". È quanto dichiarato da Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, a margine di un evento nella sede della Regione Toscana a Firenze.
Tomasi ha quindi evidenziato il serio problema dei rincari di energia e materie prime. "In questi primi sei mesi noi abbiamo avuto un incremento importante in termini di costi dei materiali che varia dal 20 al 30% mediamente, poi ci sono voci di prezzo con incrementi superiori anche a questo”.
“Questo non può essere un meccanismo col quale blocchiamo i nostri investimenti - ha aggiunto -. Anzi, dobbiamo continuare a investire nella speranza che poi ci sia anche un elemento speculativo in questa fase che possa in qualche modo rientrare, non possiamo non pensarlo".
(Fonte Ansa)
Mercoledì ci confronteremo con Prefetture, Ato e Anci per concordare azioni preventive alla limitazione d'uso delle risorse idriche". Lo rende noto il capo della Protezione civile regionale delle Marche Stefano Stefoni.
"Nelle Marche al momento non c'è una emergenza conclamata - spiega -, anche se stiamo monitorando il fiume Metauro e il fiume Tronto che mostrano già a giugno un livello d'acqua che solitamente vediamo solo ad estate inoltrata". Obiettivo del confronto, "uniformare le strategie di intervento a livello regionale".
Tra le possibilità al vaglio "l'uso non indiscriminato della risorsa idrica per alcune aree". Il confronto si terrà online. Stefoni spiega che "il fiume Metauro e il Tronto presentano un livello abbastanza basso di acqua, mentre il Musone con la diga di Castreccioni a monte al momento non preoccupa".
L’IIS “Garibaldi” di Macerata al Vittoriale, a Gardone Riviera (provincia di Brescia). La scuola maceratese, diretta dalla professoressa Antonella Angerilli, ha superato la selezione nazionale nel bando indetto dalla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani per le scuole di ogni ordine e grado, in occasione della ricorrenza dei 100 anni di questo complesso monumentale.
Il concorso aveva l’obiettivo di far conoscere l’opera e l’arte di Gabriele D’Annunzio, dei luoghi che ne conservano la testimonianza, per offrire una riflessione sul Vittoriale, quale realtà museale in divenire, sempre attenta a promuovere percorsi didattici interdisciplinari in ambito storico-artistico-letterario-naturalistico.
La Fondazione ha accolto la candidatura della classe IV A, indirizzo Gestione Ambiente e Territorio, la cui proposta era uno studio-ricerca attivata dai docenti che, partendo dalla produzione letteraria del poeta e leggendo nello specifico i romanzi Il Piacere e L’Innocente, ha permesso di strutturare un’Unità di Apprendimento (UdA) interdisciplinare finalizzata a promuovere la metodologia didattica per competenze.
Dallo studio dei romanzi, del contesto storico e artistico dell’autore e del panorama internazionale, la classe, unica nelle Marche ammessa a partecipare, ha individuato alcuni aggettivi per descrivere la personalità di D’Annunzio e ha associato a questi una serie di essenze vegetali e floreali, distinte in nota di testa – di cuore – di fondo, che hanno costituito la traccia per produrre nel laboratorio di Trasformazione dei prodotti, un idrolato, un estratto di olio e un profumo all’essenza di magnolia, denominato Aroma d’Elena, perché ispirato alla protagonista femminile del romanzo Il Piacere.
La mimesi e l’imitazione della natura alla base della progettazione formale del flacone hanno ispirato due edizioni, una con colorazioni che citano le cromie delle foglie, dei petali e del ricettacolo della Magnolia, l’altra che, in occasione del centenario del Vittoriale, celebra i vividi colori rosso laccato, azzurro ed oro della aneddotica Sala della Cheli.
Attraverso le strumentazioni presenti nel Laboratorio Stem dell’Istituto Agrario di Macerata, la classe ha prodotto uno studio tridimensionale della boccetta e ha creato il prototipo con la stampante 3D; ha realizzato un materiale cartaceo e uno multimediale al fine di sviluppare e rappresentare l’azione creativa degli studenti a vari livelli d’impegno scolastico.
La classe, accompagnata dagli insegnanti Grazia Di Petta, Paolo Cera e Francesco Maria Mogianesi, ha poi presentato il percorso e il prodotto presso l’Auditorium del Vittoriale degli Italiani, accolti dal Presidente Giordano Bruno Guerri. «Abbiamo visto un progetto didattico realizzato con studio e passione e ascoltato i ragazzi presentare in maniera disinvolta e preparata il loro lavoro» è stato il ringraziamento della Direttrice del Garda Musei, la dottoressa Giovanna Ciccarelli.
Anche attraverso questa esperienza l’Istituto Agrario si conferma essere una scuola che cura la formazione integrale della persona, affiancando allo sviluppo di competenze di natura scientifica quelle storico letterarie.
Prosegue il calo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche nonostante l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti abbia ampiamente superato quota 500 nell'ultima giornata (da 496,94 a 533,78): attualmente, fa sapere la Regione, i degenti sono 73 (-6 rispetto a ieri), di cui tre in Terapia intensiva (invariato), quattro in Semintensiva (-1) e 66 in reparti non intensivi (-5). Sono 21 le persone in osservazione nei pronto soccorso e 19 quelle in strutture territoriali per post-critici.
Rilevati nelle ultime 24 ore 1.283 casi (in tutto sono stati eseguiti 3.305 tamponi), mentre non si è registrato alcun decesso: il totale regionale di vittime resta fermo a 3.932. Inoltre, per quanto riguarda le percentuali di occupazione di pazienti Covid, resta invariata nelle terapie intensive (3 su 230 posti letto; 1,7%) e risulta in diminuzione quella in Area medica (70 su 983 posti letto; 7,1%). Registrati quasi 11mila isolamenti domiciliari (10.834).
(fonte ANSA)
"La varianti Omicron BA.4 e BA.5 nelle Marche hanno raggiunto una prevalenza attorno al 50%". Lo fa sapere il virologo Stefano Menzo, direttore Laboratorio di Virologia agli Ospedali Riuniti di Ancona. Una evoluzione rapida, quella della diffusione delle due varianti Omicron, che il virologo definisce "prevedibile".
"Entro metà luglio l'ondata di casi positivi alle varianti Omicron BA.4 e BA.5 potrebbe raggiungere il picco ed entrare nella fase di regressione" spiega l'esperto, sottolineando che si tratta di ipotesi che andranno poi confermate in base all'evoluzione delle pandemia, in ogni caso le due varianti andranno a "sostituire Omicron BA.2. L'ondata - precisa - non avrà la stessa durata di quella generata da Omicron BA.1 e BA.2".
Nell'ultima giornata è salito a 83 (+3) il numero di ricoverati con Covid-19 nelle Marche: invariata la situazione nelle Terapie intensive (3 pazienti), +4 nelle Semintensive (ora i degenti sono 7) e 73 in reparti non intensivi (-1). In Intensiva il tasso di occupazione dei posti letto è fermo all'1,3% (230 posti in tutto) e in Area medica aumenta all'8,1% (80 ricoverati su 983 posti disponibili). In 24 ore 1.323 positivi rilevati nella regione e l'incidenza è salita da 435,44 a 468,62). Nessun decesso registrato in 24ore e il bilancio regionale di vittime resta a 3.932. I dati emergono dall'aggiornamento diffuso dalla Regione Marche.
In occasione della conferenza stampa Stati Generali delle Costruzioni organizzata dalle rappresentanze regionali di Confartigianato e CNA e ospitata dalla Regione Marche presso Palazzo Raffaello, l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli è intervenuto sul problema bonus edilizi: “Le incertezze normative sulle cessioni dei crediti per i bonus edilizi stanno bloccando preventivi, progetti e lavori e con essi le aspettative e le speranze di migliaia di imprese e famiglie”.
“Una norma, quella sul superbonus, scritta male e contraddistinta da un’incertezza normativa, ben sette cambiamenti in due anni, che ha finito con minare la fiducia e la certezza dell’intero sistema – continua l’assessore Baldelli – Una misura nata con regole sbagliate che ha creato anomalie di mercato contribuendo all'aumento incontrollato dei costi e con il rischio, per il futuro, di numerosi contenziosi giudiziari e crisi delle imprese. La stessa norma che avrebbe dovuto far ripartire il settore edilizio sta, invece, rischiando di affossarlo”. Da ultime stime si parla, infatti, di 5,4 mld € di crediti bloccati, di cui 3,7 miliardi da superbonus 110 e 1,7 miliardi di euro da altri bonus edilizi.
“A seguito della stretta al numero delle cessioni, decisa cambiando le regole del gioco nel corso della partita, alcune nostre imprese si sono ritrovate, da una parte, con in mano crediti senza valore perché inutilizzabili e, dall’altra parte, con spese già sostenute e da liquidare – conclude l’assessore Baldelli – . La Regione Marche chiede a Governo e Parlamento di: garantire un fondo adeguato per i crediti maturati e maturandi da famiglie, imprese e operatori finanziari; intervenire con una riforma organica dei bonus edilizi che garantisca il loro utilizzo a medio e lungo termine attraverso una proroga sensibile dei tempi di utilizzabilità, compatibile con le reali tempistiche di progettazione e realizzazione dei lavori, anche con la rimodulazione delle aliquote; spalmare la deducibilità Irpef per i redditi capienti a 10 anni.
“Fai un salto nelle Marche”. Questo lo slogan scelto per la campagna social di promozione della Regione al via da oggi sui canali social. La Regione, infatti, ha deciso di affidare al campione anconetano di salto in alto, Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo 2020, la sfida di promuovere il territorio marchigiano attraverso una mirata campagna che sarà veicolata sui social. Tra la natura incontaminata, i centri storici, i musei e i monumenti più conosciuti, il campione invita tutti a fare “un salto” nelle Marche.
L’obiettivo è quello di allargare l’attrattività e la riconoscibilità del territorio marchigiano e delle sue peculiarità anche attraverso un pubblico più giovane e un target più trasversale. Le riprese si sono svolte in cinque località marchigiane, coprendo tutte le province. E così Gianmarco è riuscito a raccontare le Marche a modo suo, con la sua vivacità e la sua inconfondibile impronta, così come si potrà vedere nei video che gireranno sui social nei prossimi mesi.
“Un’azione mirata sui nuovi mezzi di comunicazione social – così il presidente Francesco Acquaroli, assessore al Turismo – che si aggiunge alla campagna promozionale tradizionale e rafforza la presenza e la riconoscibilità delle Marche. La scelta di questo slogan è stata naturale, e Gianmarco ha saputo coniugare perfettamente la sua abilità cà che vorremmo fossero la spinta di ogni turista a visitare le Marche, che sono sempre una scoperta.on la vivacità e la curiosit
Gianmarco conosce le Marche, qui è nato e cresciuto e ha scelto di vivere e ad allenarsi, per raggiungere nuovi traguardi sportivi. Le Marche sono una terra di campioni che qui trovano gli stimoli e le motivazioni per crescere e migliorarsi. Eccelliamo in tanti sport e in tanti settori, dove i marchigiani nel corso del tempo hanno saputo distinguersi.
Le Marche sono una fucina di eccellenze che insieme dobbiamo riscoprire e rilanciare, per affermarci sui mercati nazionali e internazionali come una grande unica destinazione “tutta da scoprire”. Ringrazio Gianmarco per aver voluto far parte della ambiziosa sfida per il futuro della nostra regione”.
Richiesta dello stato di emergenza al Governo, ordinanza ai Comuni per il divieto di spreco di acqua ed avvio di una strategia che porti alla creazione di nuovi invasi e alla pulizia di quelli esistenti.
Questi tre indirizzi riassumono la posizione della Regione Marche dopo la riunione di ieri a Roma della Conferenza Stato Regioni, riunita per affrontare il tema di grande attualità riguardante la crisi idrica che sta investendo la Penisola, in particolare la Pianura Padana, ma anche le Marche.
Al tavolo, insieme con tutti gli assessori delle Regioni e delle Province autonome, anche il responsabile nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il quale ha tracciato il quadro d’insieme da cui poi sono emerse tutte le criticità, illustrate nel dettaglio dai rappresentanti regionali.
“Anche le Marche – afferma l’assessore Stefano Aguzzi, intervenuto all’incontro – stanno soffrendo per il protrarsi di questo periodo di siccità, sia per l'approvvigionamento idrico in agricoltura, sia per quello di uso civile, che si prevede imminente, specialmente nel nord delle Marche. Ad esempio, le città di Fano e Pesaro prelevano l'acqua dal fiume Metauro, la potabilizzano e poi la immettono nelle case. Questo fiume è quasi a secco e non si prevedono imminenti piogge e ciò costituisce una seria emergenza”. Nei prossimi giorni, il Governo comincerà ad accogliere le richieste di stato d'emergenza da parte delle Regioni, sulla base di criteri stabiliti a livello centrale.
“Questi criteri – spiega Aguzzi – si può presumere riguardino l’emergenza in agricoltura, nella zootecnica, di fronte a mancanza di acqua per gli animali, ed emergenza a uso potabile civile. Ritengo che nelle Marche vi siano le condizioni per rispettare questi criteri già ora, e ancora di più nel prossimo futuro. Perciò faremo richiesta dello stato di emergenza ma questo non risolverà il problema”.
“La dichiarazione di emergenza – continua Aguzzi - potrà avere benefici in termini di ristoro per eventuali danni o spese aggiuntive ma non in termini approvvigionamento idrico. Ieri ho posto all’attenzione della Conferenza Stato Regioni la necessità di immagazzinare l'acqua in invasi durante i mesi invernali per poi utilizzarla in estate sia in agricoltura che per l'uso idropotabile. Servono dunque nuovi invasi o, dove ve ne siano presenti, serve un’accurata opera di pulizia. Sempre nel caso del fiume Metauro, sono presenti 3 invasi che, a causa dei fanghi che vi si sono depositati nel corso degli anni e mai ripuliti, di fatto oggi sono a meno di un terzo della loro capacità di contenimento.
La Regione Marche si muoverà dunque in questa direzione, cercando anche di superare gli ostacoli burocratici che spesso impediscono queste attività di. Nei prossimi giorni incontrerò Enel e Green Power che gestiscono diversi invasi nelle Marche, in particolare nel Pesarese, per cominciare a ragionare su come poter mettere in atto la pulizia di questi invasi”.
“Nel frattempo – conclude Aguzzi - la Regione, in coordinamento con le Prefetture, emetterà la prossima settimana una ordinanza da recepire da parte di tutti i Comuni delle Marche per evitare lo spreco idrico.
La Regione Marche stanzia per l’anno in corso 6.608.000 euro di risorse proprie, oltre il fondo sanitario, al fine di portare a 110 le borse di studio per i medici di Medicina generale e a 42 i contratti di formazione per i medici specialisti. Obiettivo, combattere il depauperamento professionale e favorire il ricambio generazionale del sistema sanitario regionale.
“Con questo provvedimento – ha spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – andiamo a colmare un differenziale che vedeva un numero di medici prossimi alla pensione molto più elevato rispetto ai medici in ingresso nel nostro circuito di medicina territoriale e nelle reti ospedaliere”.
“Già dallo scorso anno abbiamo iniziato ad invertire una tendenza che andava ad aumentare ogni anno il gap. Oggi con questo importante investimento, che riposiziona le Marche tra le primissime posizioni in percentuale alla popolazione, si dà inizio ad una fase che ci consentirà di recuperare decine di medici ogni anno, per dare finalmente risposte in termini di servizi ai cittadini. È uno sforzo che stiamo cercando di fare anche attraverso i bilanci delle nostre aziende perché vogliamo recuperare e ottimizzare l’impiego di risorse senza pesare sui cittadini, per investire sui giovani e sul futuro in termini di personale, tecnologie e servizi. Riteniamo che questo sia l’approccio giusto per risultati evidenti in pochi anni. In 20 mesi abbiamo già finanziato più borse rispetto a tutti i cinque anni precedenti”.
“Oggi diamo una notizia positiva. Per la prima volta - ha spiegato il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori - la Regione ha aggiunto un numero molto consistente di borse di studio passando dalle 4 o 5 annuali a 42. Tutto questo è stato fatto in collaborazione con il nostro Ateneo e in particolare con la facoltà di Medicina e Chirurgia diretta dal preside Mauro Silvestrini. Offriamo nuove opportunità ai nostri studenti e alle nostre studentesse diventati medici. Si tratta di una risposta alle nostre comunità ai nostri territori e a questa esigenza di salute sempre più forte. Mancano i medici e dobbiamo intervenire”.
“Parliamo di una inversione di tendenza totale, una svolta – ha sottolineato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. Questo piano garantisce che la nostra Regione nei prossimi anni possa superare le criticità che abbiamo trovato per la scarsa programmazione passata. Siamo certi che dal prossimo anno avremo i medici del primo anno di specializzazione in grado di lavorare sul territorio e negli ospedali. Vero è che dobbiamo superare questo anno con le sue criticità a partire dall’affollamento dei pronto soccorso e la scarsità di medici di famiglia e pediatri”.
“Una lacuna che stiamo affrontando con i provvedimenti di riorganizzazione e potenziamento presentati nei giorni scorsi. Non possiamo però prescindere dall’affrontare il tema della scarsa appetibilità di alcune specializzazioni come quelle legate alla medicina di urgenza, al 118, alla medicina territoriale. Per questo motivo come Regione stiamo sollecitando il tavolo di contrattazione nazionale collettiva affinchè si applichi il rinnovo del contratto della dirigenza e venga previsto un aumento degli emolumenti per le prestazioni usuranti, notturne e festive”.
“Si prevede che al 2030 oltre il 20% dei medici marchigiani verrà collocato in quiescenza, con incidenza ancora maggiore nelle discipline ospedaliere legate all’emergenza urgenza e nella medicina generale. Il numero di borse di studio per medici di medicina generale e di contratti di specializzazione non coprono il reale”.
A migliaia si sono ritrovati in Piazza dellla Libertà (Pesaro) questo 18 giugno 2022 appena trascorso. Per fare gruppo, dare sfoggio di colori e sorrisi, provare ad alzare un po’ la voce se possibile. Qualcuno anche con un certo imbarazzo: per Isabelle – 18 anni, conosciuta proprio in questa occasione – era la prima volta, e nella sua onestà ha confessato: “E’ tutto così bello che sembra finto”. C'è stato anche chi, più visibilmente, sembrava non vedesse l’ora di dare espressione di sé, magari ballando e vestendosi in maniera più eccentrica: come Ivonne, 'drag queen' solo da tre anni perché “prima avevo paura. Nella mia regione, le Marche, c’è una mentalità ancora troppo retrograda. Oggi almeno si torna a respirare un po’ di libertà”.
Un’osservazione, quella di Ivonne, che sottende una triste verità, da cogliere solo se si compie lo sforzo di lanciare lo sguardo oltre la facciata, fatta di carri, festa, musica e arcobaleni. E farlo atterrare lì, dove si trovano i drammi sommersi e le solitudini di chi, vessato e discriminato per anni perché 'diverso', finisce suo malgrado sulle prime dei giornali a recitare il ruolo della vittima. Una delle tante, di quelle che alla fine non fanno nemmeno abbastanza rumore.
Come Cloe Bianco, ex professoressa, l’ultima di una lunga lista di persone (appunto) 'diverse' ad essere stata lasciata sola dalle Istituzioni, dopo essere stata sospesa dall’insegnamento nel 2015 perché transgender. E che dopo 7 anni di calvario sociale, ha scelto nella sua lucidità di togliersi la vita. Morire di omotransfobia: Cloe (58 anni, Marcon), Sasha (15 anni, Catania), Camilla (32 anni, Albiano Magra).
Impossibile non ricordare i loro nomi in questo Pride del 18 giugno 2022 (leggi qui), tanto a Pesaro quanto a Livorno, Lecco, Parma, Torino e Varese. Impossibile non lasciar parlare anche i cartelli che hanno animato il corteo fino a Campo di Marte: “Contro natura è solo l’ananas sulla pizza”, “Cloe, Sasha e Camilla camminano con noi”, “Rispettate la nostra esistenza o aspettatevi resistenza”, “Non sono confusa”, “Basta patriarcato”, “L’amore non ha confini”. Impossibile, infine, non leggere nei volti di Damiano (18 anni, anche lui al suo primo “Orgoglio”), Alice, Nicole, Eden e altri ancora tutti quei brandelli di speranza che vorrebbero potersi affacciare all’indomani, quando la giornata sarà finita. E si tornerà con i piedi per terra.
Anche su questa di terra, le Marche, che si è dimostrata in questa occasione, forse più di altre, spaccata in tre. Esiste una parte sommersa, che almeno una volta all’anno cerca di riprendere ossigeno prima della prossima apnea. Poi ce n’è un’altra: quella più reazionaria, bigotta e retrograda, che si lascia cullare dagli estremisti - come la leader di FdI Giorgia Meloni - sull’onda mediatica di slogan come “No alla teoria gender a scuola perché crea confusione ai bambini”, “No alla lobby Lgbt, sì alla famiglia naturale”. E che finisce, di conseguenza, col riversare feroce disprezzo e rabbia su tutti i membri comunità arcobaleno.
Infine, c’è una terza parte, la più numerosa e peggiore: quella composta dagli indifferenti. Da coloro che scelgono di non prendere una posizione, che preferiscono non immischiarsi in certe questioni: come se la realtà sociale - cui appartengono per forza di cose – con tutti i suoi movimenti intestini, non fosse affar loro. Sono quella maggioranza di persone cui di fatto, dei diritti civili, di certi drammi, e di provare a cambiare le cose, non gliene frega assolutamente nulla.
Se la politica del nostro Bel Paese continua a non volersi assumere quelle responsabilità che sono doverose verso tutti i cittadini (a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere), preferendo piuttosto rimanere impassibile e con le mani sporche di sangue di fronte alle tragedie figlie dell’omolesbobitransfobia, certamente gli italiani – marchigiani compresi – accettano anche in questo caso di assumere il ruolo di 'spettatori passivi'. Ma è opportuno ricordare, scomodando una di quelle canzoni senza tempo di Farìbrizio De Andrè, che “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Una domenica funestata da un drammatico incidente nelle Marche, poco dopo le 7:30 del mattino. È di due morti e un ferito grave il triste bilancio di uno scontro che ha coinvolto quattro autoveicoli, all'altezza del chilometro 184 dell'A14 Bologna-Taranto, nel tratto compreso tra Fano e Marotta in direzione Ancona.
I tre, tutti operai della nautica e di origine campana, viaggiavano sulla stessa auto, una Y10. A perdere la vita un 56enne e un 30enne.
Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118, i Vigili del Fuoco, la Polizia Stradale, i soccorsi meccanici e il personale della direzione di Tronco di Pescara.
All'interno del tratto interessato dal sinistro, si sono registrati sino a tre chilometri di coda con il traffico contingentato su una sola corsia delle tre disponibili. II ferito è stato trasportato all'ospedale regionale di Torrette.
Balzo dei ricoveri legati al Covid nelle Marche, sono 74, +12 rispetto a ieri: 5 in terapia intensiva, 7 in semi intensiva, 62 in reparti non intensivi. L'occupazione dei posti letto da parte di malati covid nelle intensive è, però, invariata al 2,2%, nei non intensivi invece in crescita al 7%. Questo ciò che emerge da i dati resi noti dalla Regione Marche
I nuovi positivi rilevati nell'ultima giornata sono 800, con il tasso di incidenza cumulativo che sale al 315,56 (ieri 294,88) su 100mila abitanti. Nelle ultime 24 ore è stato segnalato un solo decesso legato al covid, che porta il totale a 3.924. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 6.835, di cui 129 con sintomi.
Pesaro si veste da madrina, in occasione del Marche Pride 2022. Nell'attesa di vedere sfilare il corteo arcobaleno e il lavoro di informazione e sensibilizzazione di associazioni e fondazioni entrare nel vivo (grazie ai vari stand distribuiti in quel di Piazza del Popolo), è stata la conferenza stampa tenutasi stamattina presso la Sala Consigliare del Comune a dare il via a una giornata sì di festa, ma che porta con sé il dovere di perseguire l'ardua battaglia per i diritti civili.
"Una giornata dal valore politico, nel senso più alto del termine", come hanno voluto sottolineare i partecipanti all'incontro. Fra questi: Giacomo Galeotti (segretario Marche Pride e presidente di Arcigay Agorà Pesaro-Urbino), Matteo Marchegiani (segretario generale Arcigay Ancona), Camilla Murgia (assessora Gentilezza e Crescita di Pesaro), Daniele Vimini (vicesindaco e assessore alla Bellezza di Pesaro), Micaela Vitri (consigliere regionale PD), Sara Cucchiarini (assessora Comune di Fano) e Marco Perugini (presidente Consiglio Comunale di Pesaro).
"Esiste una parte della politica italiana che pensa non sia necessario intervenire sulla violenza di genere", ha affermato Marchegiani. Il dibattito politico si è riaperto oggi anche a seguito della morte di Cloe Bianco, docente transgender che si è tolta la vita pochi giorni fa nel proprio camper alla periferia di Auronzo di Cadore (Belluno). "La storia ricorderà quei partiti politici che continuano ad opporsi a soluzioni legislative come il DDL Zan: sappiate che le vostre mani sono sporche di sangue".
"Le Istituzioni imparino a intervenire lì dove c'è mancanza di diritto e di libertà di espressione", ha aggiunto Murgia. "Come insegnante ed educatrice, prima che assessora, sento la responsabilità di quello che è successo a Cloe Bianco e di quello che avviene nelle nostre scuole e luoghi di lavoro. Per la città di Pesaro è un onore ospitare il Pride di quest'anno, nella speranza che possa ispirare l'Italia dal punto di vista reale e legale".
Parole che sono state accolte e ribadite anche dall'ass. Vimini e dalla consigliera Cucchiarini. "Le amministrazioni hanno il dovere di occuparsi di tutti i cittadini e cittadine: le diversità vanno tutelate, non ostracizzate. Fano ha il suo progetto Rainbow Hub, primo centro di accoglienza nelle Marche per la comunità arcobaleno: questo significa prendere posizione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, e farlo capire ai nostri compatrioti. Bypassando il più possibile le strumentalizzazioni politiche".
"Ho raccolto l'invito per rappresentare quella parte della Regione che crede nel Marche Pride", l'intervento di Vitri, che ha citato un altro episodio recente di omotransfobia in ambiente scolastico. "È solo una piccola parte quella del consiglio regionale che non ha voluto patrocinare l'evento. Le Istituzioni a Belluno sono state assenti per Cloe Bianco, e voglio ricordare che nel mese di maggio una bambina di 12 anni, sempre nel Veneto, è stata emarginata dalla propria classe dopo aver scritto a un'altra bambina su un bigliettino 'mi piaci moltissimo'. Le hanno addirittura marchiato lo zaino con la frase "sei frocia" accompagnata da una croce celtica, e l'altra bambina le ha tolto anche il saluto. Questo episodio ha spinto il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ad emettere la circolare del 17 maggio scorso (che invita a sensibilizzare i giovani studenti sul tema delle discriminazioni). E invece tutto questo ha fatto nascere l'ennesima, insensata bufera anche nella nostra Regione Marche".
Le più grandi democrazie europee - ha dichiarato Perugini - hanno già investito tempo ed energia sul riconoscimento dei diritti civili: non significa togliere qualcosa agli altri, ma piuttosto allargare il cerchio della libertà a tutti. Dobbiamo continuare a batterci, e personalmente sto lavorando per fare in modo che nei seggi elettorali di Pesaro non ci sia più divisione nelle liste elettorali tra "maschi e femmine", ma piuttosto un elenco che segua l'ordine alfabetico. Non è possibile pretendere responsabilità dai cittadini italiani nel momento in cui vengono chiamati a esprimere un voto, e non tutelarli di fronte a questo genere di discriminazioni".
A chiudere la conferenza, il messaggio della consigliera regionale Manuela Bora, assente per altri impegni. "La giornata di oggi serve a risvegliare le coscienze dei marchigiani, e invitare a riflettere sulla società in cui viviamo. C'è ancora tanto da fare, soprattutto in virtù di una Regione Marche governata da una destra reazionaria e intollerante, che ha scelto di non patrocinare l'evento anteponendo giustificazioni squallide e speciose. Abbiamo a che fare con rappresentanti politici retrogradi, che non hanno idea di cosa significhi il Marche Pride: un'occasione per trasmettere prima di tutto un messaggio di pace, amore e apertura".
Si chiama Matteo Martellini, ha 23 anni, proviene dalla provincia di Pesaro Urbino ed è uno studente universitario nella facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano.
In pochi giorni la petizione web lanciata da Matteo sulla piattaforma Change.org ha riscosso numerosissimi consensi e raggiunto migliaia di persone che hanno scelto di appoggiare la causa del giovane studente marchigiano. Al centro della petizione il diritto di voto concesso anche agli studenti fuori sede.
“Sono un ragazzo di 23 anni, studio a Milano alla facoltà di comunicazione e provengo da un piccolo paesino marchigiano, nella provincia di Pesaro e Urbino. Torno a casa poco, ogni 4/5 mesi perché il viaggio è molto costoso e anche lungo. Essendo uno studente fuori sede non posso votare quasi mai e ieri è accaduto con il referendum per la riforma della giustizia”, scrive Matteo nel post inserito sulla piattaforma.
“Questo è inaccettabile, mi sento negato un diritto inalienabile. Se siamo in democrazia è ora di dire basta. Tutte le motivazioni che vanno contro questo diritto sono infondate e imbarazzanti. Una volta per tutte. Facciamoci sentire, scendiamo in piazza. Facciamo qualcosa. È il nostro futuro!!!”, ha scritto il giovane in un misto di rabbia e delusione nei confronti delle istituzioni.
Il tema affrontato da Matteo, in cinque giorni, è stato sottoscritto pubblicamente da circa 3000 persone. L’obiettivo è quello di far arrivare la propria voce al mondo della politica, da decenni sordo ai richiami delle nuove generazioni.
In Italia, in base a una ricerca effettuata tra il 2016 e il 2018 da eurostudent.eu, sono circa 1 milione e 700 mila gli studenti universitari; di questi, oltre 600 mila sono i fuori sede censiti. Tutti con le stesse problematiche cui ha dovuto far fronte Matteo nella tornata elettorale e referendaria dello scorso 12 giugno. “Un diritto inalienabile” lo ha definito il giovane studente marchigiano. Un diritto sottratto a decine di migliaia di giovani italiani: gli italiani del futuro.