Pesaro

Covid Marche, continua a salire l'incidenza del virus. Calo dei ricoveri, nessun decesso

Covid Marche, continua a salire l'incidenza del virus. Calo dei ricoveri, nessun decesso

Prosegue il calo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche nonostante l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti abbia ampiamente superato quota 500 nell'ultima giornata (da 496,94 a 533,78): attualmente, fa sapere la Regione, i degenti sono 73 (-6 rispetto a ieri), di cui tre in Terapia intensiva (invariato), quattro in Semintensiva (-1) e 66 in reparti non intensivi (-5). Sono 21 le persone in osservazione nei pronto soccorso e 19 quelle in strutture territoriali per post-critici. Rilevati nelle ultime 24 ore 1.283 casi (in tutto sono stati eseguiti 3.305 tamponi), mentre non si è registrato alcun decesso: il totale regionale di vittime resta fermo a  3.932. Inoltre, per quanto riguarda le percentuali di occupazione di pazienti Covid, resta invariata nelle terapie intensive (3 su 230 posti letto; 1,7%) e risulta in diminuzione quella in Area medica (70 su 983 posti letto; 7,1%). Registrati quasi 11mila isolamenti domiciliari (10.834). (fonte ANSA)

26/06/2022 15:58
Covid Marche, aumento dei ricoveri oggi: "Picco dei contagi entro luglio, poi regressione"

Covid Marche, aumento dei ricoveri oggi: "Picco dei contagi entro luglio, poi regressione"

"La varianti Omicron BA.4 e BA.5 nelle Marche hanno raggiunto una prevalenza attorno al 50%". Lo fa sapere il virologo Stefano Menzo, direttore Laboratorio di Virologia agli Ospedali Riuniti di Ancona. Una evoluzione rapida, quella della diffusione delle due varianti Omicron, che il virologo definisce "prevedibile". "Entro metà luglio l'ondata di casi positivi alle varianti Omicron BA.4 e BA.5 potrebbe raggiungere il picco ed entrare nella fase di regressione" spiega l'esperto, sottolineando che si tratta di ipotesi che andranno poi confermate in base all'evoluzione delle pandemia, in ogni caso le due varianti andranno a "sostituire Omicron BA.2. L'ondata - precisa - non avrà la stessa durata di quella generata da Omicron BA.1 e BA.2". Nell'ultima giornata è salito a 83 (+3) il numero di ricoverati con Covid-19 nelle Marche: invariata la situazione nelle Terapie intensive (3 pazienti), +4 nelle Semintensive (ora i degenti sono 7) e 73 in reparti non intensivi (-1). In Intensiva il tasso di occupazione dei posti letto è fermo all'1,3% (230 posti in tutto) e in Area medica aumenta all'8,1% (80 ricoverati su 983 posti disponibili). In 24 ore 1.323 positivi rilevati nella regione e l'incidenza è salita da 435,44 a 468,62). Nessun decesso registrato in 24ore e il bilancio regionale di vittime resta a 3.932. I dati emergono dall'aggiornamento diffuso dalla Regione Marche.  

24/06/2022 20:15
Marche, Stati generali delle costruzioni: "Il superbonus edilizio? Sta affossando il settore"

Marche, Stati generali delle costruzioni: "Il superbonus edilizio? Sta affossando il settore"

In occasione della conferenza stampa Stati Generali delle Costruzioni organizzata dalle rappresentanze regionali di Confartigianato e CNA e ospitata dalla Regione Marche presso Palazzo Raffaello, l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli è intervenuto sul problema bonus edilizi: “Le incertezze normative sulle cessioni dei crediti per i bonus edilizi stanno bloccando preventivi, progetti e lavori e con essi le aspettative e le speranze di migliaia di imprese e famiglie”. “Una norma, quella sul superbonus, scritta male e contraddistinta da un’incertezza normativa, ben sette cambiamenti in due anni, che ha finito con minare la fiducia e la certezza dell’intero sistema – continua l’assessore Baldelli – Una misura nata con regole sbagliate che ha creato anomalie di mercato contribuendo all'aumento incontrollato dei costi e con il rischio, per il futuro, di numerosi contenziosi giudiziari e crisi delle imprese. La stessa norma che avrebbe dovuto far ripartire il settore edilizio sta, invece, rischiando di affossarlo”. Da ultime stime si parla, infatti, di 5,4 mld € di crediti bloccati, di cui 3,7 miliardi da superbonus 110 e 1,7 miliardi di euro da altri bonus edilizi. “A seguito della stretta al numero delle cessioni, decisa cambiando le regole del gioco nel corso della partita, alcune nostre imprese si sono ritrovate, da una parte, con in mano crediti senza valore perché inutilizzabili e, dall’altra parte, con spese già sostenute e da liquidare – conclude l’assessore Baldelli – . La Regione Marche chiede a Governo e Parlamento di: garantire un fondo adeguato per i crediti maturati e maturandi da famiglie, imprese e operatori finanziari; intervenire con una riforma organica dei bonus edilizi che garantisca il loro utilizzo a medio e lungo termine attraverso una proroga sensibile dei tempi di utilizzabilità, compatibile con le reali tempistiche di progettazione e realizzazione dei lavori, anche con la rimodulazione delle aliquote; spalmare la deducibilità Irpef per i redditi capienti a 10 anni.  

24/06/2022 18:34
"Fai un salto nelle Marche": Gianmarco Tamberi protagonista nella nuova campagna social

"Fai un salto nelle Marche": Gianmarco Tamberi protagonista nella nuova campagna social

“Fai un salto nelle Marche”. Questo lo slogan scelto per la campagna social di promozione della Regione al via da oggi sui canali social. La Regione, infatti, ha deciso di affidare al campione anconetano di salto in alto, Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo 2020, la sfida di promuovere il territorio marchigiano attraverso una mirata campagna che sarà veicolata sui social. Tra la natura incontaminata, i centri storici, i musei e i monumenti più conosciuti, il campione invita tutti a fare “un salto” nelle Marche. L’obiettivo è quello di allargare l’attrattività e la riconoscibilità del territorio marchigiano e delle sue peculiarità anche attraverso un pubblico più giovane e un target più trasversale. Le riprese si sono svolte in cinque località marchigiane, coprendo tutte le province. E così Gianmarco è riuscito a raccontare le Marche a modo suo, con la sua vivacità e la sua inconfondibile impronta, così come si potrà vedere nei video che gireranno sui social nei prossimi mesi. “Un’azione mirata sui nuovi mezzi di comunicazione social – così il presidente Francesco Acquaroli, assessore al Turismo – che si aggiunge alla campagna promozionale tradizionale e rafforza la presenza e la riconoscibilità delle Marche. La scelta di questo slogan è stata naturale, e Gianmarco ha saputo coniugare perfettamente la sua abilità cà che vorremmo fossero la spinta di ogni turista a visitare le Marche, che sono sempre una scoperta.on la vivacità e la curiosit Gianmarco conosce le Marche, qui è nato e cresciuto e ha scelto di vivere e ad allenarsi, per raggiungere nuovi traguardi sportivi. Le Marche sono una terra di campioni che qui trovano gli stimoli e le motivazioni per crescere e migliorarsi. Eccelliamo in tanti sport e in tanti settori, dove i marchigiani nel corso del tempo hanno saputo distinguersi. Le Marche sono una fucina di eccellenze che insieme dobbiamo riscoprire e rilanciare, per affermarci sui mercati nazionali e internazionali come una grande unica destinazione “tutta da scoprire”. Ringrazio Gianmarco per aver voluto far parte della ambiziosa sfida per il futuro della nostra regione”.

23/06/2022 16:03
Crisi idrica Marche, Aguzzi: "Ci sono le condizioni per richiedere lo stato di emergenza"

Crisi idrica Marche, Aguzzi: "Ci sono le condizioni per richiedere lo stato di emergenza"

Richiesta dello stato di emergenza al Governo, ordinanza ai Comuni per il divieto di spreco di acqua ed avvio di una strategia che porti alla creazione di nuovi invasi e alla pulizia di quelli esistenti. Questi tre indirizzi riassumono la posizione della Regione Marche dopo la riunione di ieri a Roma della Conferenza Stato Regioni, riunita per affrontare il tema di grande attualità riguardante la crisi idrica che sta investendo la Penisola, in particolare la Pianura Padana, ma anche le Marche. Al tavolo, insieme con tutti gli assessori delle Regioni e delle Province autonome, anche il responsabile nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il quale ha tracciato il quadro d’insieme da cui poi sono emerse tutte le criticità, illustrate nel dettaglio dai rappresentanti regionali.  “Anche le Marche – afferma l’assessore Stefano Aguzzi, intervenuto all’incontro – stanno soffrendo per il protrarsi di questo periodo di siccità, sia per l'approvvigionamento idrico in agricoltura, sia per quello di uso civile, che si prevede imminente, specialmente nel nord delle Marche. Ad esempio, le città di Fano e Pesaro prelevano l'acqua dal fiume Metauro, la potabilizzano e poi la immettono nelle case. Questo fiume è quasi a secco e non si prevedono imminenti piogge e ciò costituisce una seria emergenza”. Nei prossimi giorni, il Governo comincerà ad accogliere le richieste di stato d'emergenza da parte delle Regioni, sulla base di criteri stabiliti a livello centrale. “Questi criteri – spiega Aguzzi – si può presumere riguardino l’emergenza in agricoltura, nella zootecnica, di fronte a mancanza di acqua per gli animali, ed emergenza a uso potabile civile. Ritengo che nelle Marche vi siano le condizioni per rispettare questi criteri già ora, e ancora di più nel prossimo futuro. Perciò faremo richiesta dello stato di emergenza ma questo non risolverà il problema”. “La dichiarazione di emergenza – continua Aguzzi - potrà avere benefici in termini di ristoro per eventuali danni o spese aggiuntive ma non in termini approvvigionamento idrico. Ieri ho posto all’attenzione della Conferenza Stato Regioni la necessità di immagazzinare l'acqua in invasi durante i mesi invernali per poi utilizzarla in estate sia in agricoltura che per l'uso idropotabile. Servono dunque nuovi invasi o, dove ve ne siano presenti, serve un’accurata opera di pulizia. Sempre nel caso del fiume Metauro, sono presenti 3 invasi che, a causa dei fanghi che vi si sono depositati nel corso degli anni e mai ripuliti, di fatto oggi sono a meno di un terzo della loro capacità di contenimento.  La Regione Marche si muoverà dunque in questa direzione, cercando anche di superare gli ostacoli burocratici che spesso impediscono queste attività di. Nei prossimi giorni incontrerò Enel e Green Power che gestiscono diversi invasi nelle Marche, in particolare nel Pesarese, per cominciare a ragionare su come poter mettere in atto la pulizia di questi invasi”. “Nel frattempo – conclude Aguzzi - la Regione, in coordinamento con le Prefetture, emetterà la prossima settimana una ordinanza da recepire da parte di tutti i Comuni delle Marche per evitare lo spreco idrico.

23/06/2022 14:16
Carenza di medici nelle Marche, la Regione stanzia 6,6 milioni: "Inizia una nuova fase"

Carenza di medici nelle Marche, la Regione stanzia 6,6 milioni: "Inizia una nuova fase"

 La Regione Marche stanzia per l’anno in corso 6.608.000 euro di risorse proprie, oltre il fondo sanitario, al fine di portare a 110 le borse di studio per i medici di Medicina generale e a 42 i contratti di formazione per i medici specialisti. Obiettivo, combattere il depauperamento professionale e favorire il ricambio generazionale del sistema sanitario regionale. “Con questo provvedimento – ha spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – andiamo a colmare un differenziale che vedeva un numero di medici prossimi alla pensione molto più elevato rispetto ai medici in ingresso nel nostro circuito di medicina territoriale e nelle reti ospedaliere”. “Già dallo scorso anno abbiamo iniziato ad invertire una tendenza che andava ad aumentare ogni anno il gap. Oggi con questo importante investimento, che riposiziona le Marche tra le primissime posizioni in percentuale alla popolazione, si dà inizio ad una fase che ci consentirà di recuperare decine di medici ogni anno, per dare finalmente risposte in termini di servizi ai cittadini. È uno sforzo che stiamo cercando di fare anche attraverso i bilanci delle nostre aziende perché vogliamo recuperare e ottimizzare l’impiego di risorse senza pesare sui cittadini, per investire sui giovani e sul futuro in termini di personale, tecnologie e servizi. Riteniamo che questo sia l’approccio giusto per risultati evidenti in pochi anni. In 20 mesi abbiamo già finanziato più borse rispetto a tutti i cinque anni precedenti”. “Oggi diamo una notizia positiva. Per la prima volta - ha spiegato il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori - la Regione ha aggiunto un numero molto consistente di borse di studio passando dalle 4 o 5 annuali a 42. Tutto questo è stato fatto in collaborazione con il nostro Ateneo e in particolare con la facoltà di Medicina e Chirurgia diretta dal preside Mauro Silvestrini. Offriamo nuove opportunità ai nostri studenti e alle nostre studentesse diventati medici. Si tratta di una risposta alle nostre comunità ai nostri territori e a questa esigenza di salute sempre più forte. Mancano i medici e dobbiamo intervenire”. “Parliamo di una inversione di tendenza totale, una svolta – ha sottolineato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. Questo piano garantisce che la nostra Regione nei prossimi anni possa superare le criticità che abbiamo trovato per la scarsa programmazione passata. Siamo certi che dal prossimo anno avremo i medici del primo anno di specializzazione in grado di lavorare sul territorio e negli ospedali. Vero è che dobbiamo superare questo anno con le sue criticità a partire dall’affollamento dei pronto soccorso e la scarsità di medici di famiglia e pediatri”. “Una lacuna che stiamo affrontando con i provvedimenti di riorganizzazione e potenziamento presentati nei giorni scorsi. Non possiamo però prescindere dall’affrontare il tema della scarsa appetibilità di alcune specializzazioni come quelle legate alla medicina di urgenza, al 118, alla medicina territoriale. Per questo motivo come Regione stiamo sollecitando il tavolo di contrattazione nazionale collettiva affinchè si applichi il rinnovo del contratto della dirigenza e venga previsto un aumento degli emolumenti per le prestazioni usuranti, notturne e festive”. “Si prevede che al 2030 oltre il 20% dei medici marchigiani verrà collocato in quiescenza, con incidenza ancora maggiore nelle discipline ospedaliere legate all’emergenza urgenza e nella medicina generale. Il numero di borse di studio per medici di medicina generale e di contratti di specializzazione non coprono il reale”.

21/06/2022 13:43
'Ai marchigiani non gliene frega nulla dei diritti civili'. La lezione del Pride di Pesaro (FOTO e VIDEO)

'Ai marchigiani non gliene frega nulla dei diritti civili'. La lezione del Pride di Pesaro (FOTO e VIDEO)

A migliaia si sono ritrovati in Piazza dellla Libertà (Pesaro) questo 18 giugno 2022 appena trascorso. Per fare gruppo, dare sfoggio di colori e sorrisi, provare ad alzare un po’ la voce se possibile. Qualcuno anche con un certo imbarazzo: per Isabelle – 18 anni, conosciuta proprio in questa occasione – era la prima volta, e nella sua onestà ha confessato: “E’ tutto così bello che sembra finto”. C'è stato anche chi, più visibilmente, sembrava non vedesse l’ora di dare espressione di sé, magari ballando e vestendosi in maniera più eccentrica: come Ivonne, 'drag queen' solo da tre anni perché “prima avevo paura. Nella mia regione, le Marche, c’è una mentalità ancora troppo retrograda. Oggi almeno si torna a respirare un po’ di libertà”. Un’osservazione, quella di Ivonne, che sottende una triste verità, da cogliere solo se si compie lo sforzo di lanciare lo sguardo oltre la facciata, fatta di carri, festa, musica e arcobaleni. E farlo atterrare lì, dove si trovano i drammi sommersi e le solitudini di chi, vessato e discriminato per anni perché 'diverso', finisce suo malgrado sulle prime dei giornali a recitare il ruolo della vittima. Una delle tante, di quelle che alla fine non fanno nemmeno abbastanza rumore. Come Cloe Bianco, ex professoressa, l’ultima di una lunga lista di persone (appunto) 'diverse' ad essere stata lasciata sola dalle Istituzioni, dopo essere stata sospesa dall’insegnamento nel 2015 perché transgender. E che dopo 7 anni di calvario sociale, ha scelto nella sua lucidità di togliersi la vita. Morire di omotransfobia: Cloe (58 anni, Marcon), Sasha (15 anni, Catania), Camilla (32 anni, Albiano Magra). Impossibile non ricordare i loro nomi in questo Pride del 18 giugno 2022 (leggi qui), tanto a Pesaro quanto a Livorno, Lecco, Parma, Torino e Varese. Impossibile non lasciar parlare anche i cartelli che hanno animato il corteo fino a Campo di Marte: “Contro natura è solo l’ananas sulla pizza”, “Cloe, Sasha e Camilla camminano con noi”, “Rispettate la nostra esistenza o aspettatevi resistenza”, “Non sono confusa”, “Basta patriarcato”, “L’amore non ha confini”. Impossibile, infine, non leggere nei volti di Damiano (18 anni, anche lui al suo primo “Orgoglio”), Alice, Nicole, Eden e altri ancora tutti quei brandelli di speranza che vorrebbero potersi affacciare all’indomani, quando la giornata sarà finita. E si tornerà con i piedi per terra. Anche su questa di terra, le Marche, che si è dimostrata in questa occasione, forse più di altre, spaccata in tre. Esiste una parte sommersa, che almeno una volta all’anno cerca di riprendere ossigeno prima della prossima apnea. Poi ce n’è un’altra: quella più reazionaria, bigotta e retrograda, che si lascia cullare dagli estremisti - come la leader di FdI Giorgia Meloni - sull’onda mediatica di slogan come “No alla teoria gender a scuola perché crea confusione ai bambini”, “No alla lobby Lgbt, sì alla famiglia naturale”. E che finisce, di conseguenza, col riversare feroce disprezzo e rabbia su tutti i membri comunità arcobaleno. Infine, c’è una terza parte, la più numerosa e peggiore: quella composta dagli indifferenti. Da coloro che scelgono di non prendere una posizione, che preferiscono non immischiarsi in certe questioni: come se la realtà sociale - cui appartengono per forza di cose – con tutti i suoi movimenti intestini, non fosse affar loro. Sono quella maggioranza di persone cui di fatto, dei diritti civili, di certi drammi, e di provare a cambiare le cose, non gliene frega assolutamente nulla. Se la politica del nostro Bel Paese continua a non volersi assumere quelle responsabilità che sono doverose verso tutti i cittadini (a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere), preferendo piuttosto rimanere impassibile e con le mani sporche di sangue di fronte alle tragedie figlie dell’omolesbobitransfobia, certamente gli italiani – marchigiani compresi – accettano anche in questo caso di assumere il ruolo di 'spettatori passivi'. Ma è opportuno ricordare, scomodando una di quelle canzoni senza tempo di Farìbrizio De Andrè, che “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

19/06/2022 15:50
Drammatico incidente in A14, scontro tra quattro auto: due morti e un ferito

Drammatico incidente in A14, scontro tra quattro auto: due morti e un ferito

Una domenica funestata da un drammatico incidente nelle Marche, poco dopo le 7:30 del mattino. È di due morti e un ferito grave il triste bilancio di uno scontro che ha coinvolto quattro autoveicoli, all'altezza del chilometro 184 dell'A14 Bologna-Taranto, nel tratto compreso tra Fano e Marotta in direzione Ancona. I tre, tutti operai della nautica e di origine campana, viaggiavano sulla stessa auto, una Y10. A perdere la vita un 56enne e un 30enne.  Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118, i Vigili del Fuoco, la Polizia Stradale, i soccorsi meccanici e il personale della direzione di Tronco di Pescara. All'interno del tratto interessato dal sinistro, si sono registrati sino a tre chilometri di coda con il traffico contingentato su una sola corsia delle tre disponibili. II ferito è stato trasportato all'ospedale regionale di Torrette.   

19/06/2022 11:12
Covid Marche,  aumentano i ricoveri nelle ultime 24 ore

Covid Marche, aumentano i ricoveri nelle ultime 24 ore

Balzo dei  ricoveri legati al Covid nelle Marche, sono 74, +12 rispetto a ieri: 5 in terapia intensiva, 7 in semi intensiva, 62 in reparti non intensivi. L'occupazione dei posti letto da parte di malati covid nelle intensive è, però, invariata al 2,2%, nei non intensivi invece in  crescita al 7%. Questo ciò che emerge da i dati resi noti dalla Regione Marche I nuovi positivi rilevati nell'ultima giornata sono 800, con il tasso di incidenza cumulativo che sale al 315,56 (ieri 294,88) su 100mila abitanti. Nelle ultime 24 ore è stato segnalato un solo decesso legato al covid, che porta il totale a 3.924. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 6.835, di cui 129 con sintomi.

18/06/2022 19:12
Marche Pride 2022, nel ricordo di Cloe Bianco. "Basta tragedie, la politica non ha più scuse" (FOTO e VIDEO)

Marche Pride 2022, nel ricordo di Cloe Bianco. "Basta tragedie, la politica non ha più scuse" (FOTO e VIDEO)

Pesaro si veste da madrina, in occasione del Marche Pride 2022. Nell'attesa di vedere sfilare il corteo arcobaleno e il lavoro di informazione e sensibilizzazione di associazioni e fondazioni entrare nel vivo (grazie ai vari stand distribuiti in quel di Piazza del Popolo), è stata la conferenza stampa tenutasi stamattina presso la Sala Consigliare del Comune a dare il via a una giornata sì di festa, ma che porta con sé il dovere di perseguire l'ardua battaglia per i diritti civili. "Una giornata dal valore politico, nel senso più alto del termine", come hanno voluto sottolineare i partecipanti all'incontro. Fra questi: Giacomo Galeotti (segretario Marche Pride e presidente di Arcigay Agorà Pesaro-Urbino), Matteo Marchegiani (segretario generale Arcigay Ancona), Camilla Murgia (assessora Gentilezza e Crescita di Pesaro), Daniele Vimini (vicesindaco e assessore alla Bellezza di Pesaro), Micaela Vitri (consigliere regionale PD), Sara Cucchiarini (assessora Comune di Fano) e Marco Perugini (presidente Consiglio Comunale di Pesaro). "Esiste una parte della politica italiana che pensa non sia necessario intervenire sulla violenza di genere", ha affermato Marchegiani. Il dibattito politico si è riaperto oggi anche a seguito della morte di Cloe Bianco, docente transgender che si è tolta la vita pochi giorni fa nel proprio camper alla periferia di Auronzo di Cadore (Belluno). "La storia ricorderà quei partiti politici che continuano ad opporsi a soluzioni legislative come il DDL Zan: sappiate che le vostre mani sono sporche di sangue". "Le Istituzioni imparino a intervenire lì dove c'è mancanza di diritto e di libertà di espressione", ha aggiunto Murgia. "Come insegnante ed educatrice, prima che assessora, sento la responsabilità di quello che è successo a Cloe Bianco e di quello che avviene nelle nostre scuole e luoghi di lavoro. Per la città di Pesaro è un onore ospitare il Pride di quest'anno, nella speranza che possa ispirare l'Italia dal punto di vista reale e legale". Parole che sono state accolte e ribadite anche dall'ass. Vimini e dalla consigliera Cucchiarini. "Le amministrazioni hanno il dovere di occuparsi di tutti i cittadini e cittadine: le diversità vanno tutelate, non ostracizzate. Fano ha il suo progetto Rainbow Hub, primo centro di accoglienza nelle Marche per la comunità arcobaleno: questo significa prendere posizione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, e farlo capire ai nostri compatrioti. Bypassando il più possibile le strumentalizzazioni politiche". "Ho raccolto l'invito per rappresentare quella parte della Regione che crede nel Marche Pride", l'intervento di Vitri, che ha citato un altro episodio recente di omotransfobia in ambiente scolastico. "È solo una piccola parte quella del consiglio regionale che non ha voluto patrocinare l'evento. Le Istituzioni a Belluno sono state assenti per Cloe Bianco, e voglio ricordare che nel mese di maggio una bambina di 12 anni, sempre nel Veneto, è stata emarginata dalla propria classe dopo aver scritto a un'altra bambina su un bigliettino 'mi piaci moltissimo'. Le hanno addirittura marchiato lo zaino con la frase "sei frocia" accompagnata da una croce celtica, e l'altra bambina le ha tolto anche il saluto. Questo episodio ha spinto il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ad emettere la circolare del 17 maggio scorso (che invita a sensibilizzare i giovani studenti sul tema delle discriminazioni). E invece tutto questo ha fatto nascere l'ennesima, insensata bufera anche nella nostra Regione Marche". Le più grandi democrazie europee - ha dichiarato Perugini - hanno già investito tempo ed energia sul riconoscimento dei diritti civili: non significa togliere qualcosa agli altri, ma piuttosto allargare il cerchio della libertà a tutti. Dobbiamo continuare a batterci, e personalmente sto lavorando per fare in modo che nei seggi elettorali di Pesaro non ci sia più divisione nelle liste elettorali tra "maschi e femmine", ma piuttosto un elenco che segua l'ordine alfabetico. Non è possibile pretendere responsabilità dai cittadini italiani nel momento in cui vengono chiamati a esprimere un voto, e non tutelarli di fronte a questo genere di discriminazioni". A chiudere la conferenza, il messaggio della consigliera regionale Manuela Bora, assente per altri impegni. "La giornata di oggi serve a risvegliare le coscienze dei marchigiani, e invitare a riflettere sulla società in cui viviamo. C'è ancora tanto da fare, soprattutto in virtù di una Regione Marche governata da una destra reazionaria e intollerante, che ha scelto di non patrocinare l'evento anteponendo giustificazioni squallide e speciose. Abbiamo a che fare con rappresentanti politici retrogradi, che non hanno idea di cosa significhi il Marche Pride: un'occasione per trasmettere prima di tutto un messaggio di pace, amore e apertura".

18/06/2022 15:14
Diritto di voto per studenti fuori sede, la petizione di un giovane marchigiano firmata da migliaia di persone

Diritto di voto per studenti fuori sede, la petizione di un giovane marchigiano firmata da migliaia di persone

Si chiama Matteo Martellini, ha 23 anni, proviene dalla provincia di Pesaro Urbino ed è uno studente universitario nella facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano. In pochi giorni la petizione web lanciata da Matteo sulla piattaforma Change.org ha riscosso numerosissimi consensi e raggiunto migliaia di persone che hanno scelto di appoggiare la causa del giovane studente marchigiano. Al centro della petizione il diritto di voto concesso anche agli studenti fuori sede. “Sono un ragazzo di 23 anni, studio a Milano alla facoltà di comunicazione e provengo da un piccolo paesino marchigiano, nella provincia di Pesaro e Urbino. Torno a casa poco, ogni 4/5 mesi perché il viaggio è molto costoso e anche lungo. Essendo uno studente fuori sede non posso votare quasi mai e ieri è accaduto con il referendum per la riforma della giustizia”, scrive Matteo nel post inserito sulla piattaforma. “Questo è inaccettabile, mi sento negato un diritto inalienabile. Se siamo in democrazia è ora di dire basta. Tutte le motivazioni che vanno contro questo diritto sono infondate e imbarazzanti. Una volta per tutte. Facciamoci sentire, scendiamo in piazza. Facciamo qualcosa. È il nostro futuro!!!”, ha scritto il giovane in un misto di rabbia e delusione nei confronti delle istituzioni. Il tema affrontato da Matteo, in cinque giorni, è stato sottoscritto pubblicamente da circa 3000 persone. L’obiettivo è quello di far arrivare la propria voce al mondo della politica, da decenni sordo ai richiami delle nuove generazioni. In Italia, in base a una ricerca effettuata tra il 2016 e il 2018 da eurostudent.eu, sono circa 1 milione e 700 mila gli studenti universitari; di questi, oltre 600 mila sono i fuori sede censiti. Tutti con le stesse problematiche cui ha dovuto far fronte Matteo nella tornata elettorale e referendaria dello scorso 12 giugno. “Un diritto inalienabile” lo ha definito il giovane studente marchigiano. Un diritto sottratto a decine di migliaia di giovani italiani: gli italiani del futuro.

18/06/2022 14:10
“Oggi sono un uomo, e voglio essere felice”. La storia di Ivan, transgender in lotta per i diritti civili

“Oggi sono un uomo, e voglio essere felice”. La storia di Ivan, transgender in lotta per i diritti civili

Dopo Lombardia, Piemone, Lazio, Liguria e Toscana, anche le Marche hanno fatto il loro ingresso ufficiale nel mese del Pride (o “orgoglio”): giugno per l’appunto, in memoria dei moti di Stonewall (New York, USA), avvenuti la notte tra il 27 e il 28 del 1969. E che portarono – seppure ‘simbolicamente’ - alla nascita del movimento di liberazione omosessuale, oggi LGBTQIA+. Sarà Pesaro ad ospitare quest’anno (sabato 18 giugno) il corteo dove sfileranno i membri della comunità arcobaleno, assieme a varie associazioni (fra cui Arcigay Ancona e Agedo Marche) e sostenitori. Anche il gruppo "Comunitrans" è pronto a trasmettere dal palco del "Marche Pride" il proprio messaggio di rivendicazione dei diritti civili, attraverso la voce e il volto di Ivan Marl Bolognini. Venticinque anni per lui, capelli corti tendenti al rossiccio, un accenno di barba, sguardo trasognante dietro gli occhiali da vista, laureato alla Poliarte di Ancona e oggi con un lavoro come autista soccorritore per la Croce Rossa di Osimo (ma vorrebbe tornare a studiare per diventare artista digitale, e progettare grafiche di interior design). Ascolta Mr. Rain, il pop punk e la musica commerciale, adora il mare, la pioggia e le birre bionde. Sul proprio corpo, sei tatuaggi che raccontano la sua giovane vita, distribuita tra valori, affetti, tempeste attraversate e rinascite. Come il romantico bruco che diventa farfalla dopo aver fatto di paure e traumi la propria crisalide, Ivan ha inseguito e raggiunto il suo sogno, non scevro di difficoltà imposte da discriminazioni e pregiudizi sociali. Lui, nato di sesso femminile, ha scelto di compiere per amor proprio quel percorso di transizione – fisico e psicologico – che serve per diventare uomo. Una persona ‘transgender’, direbbero i più democratici. Ma per i benpensanti di oggi, Ivan rimane semplicemente “un trans”, un deviato. Sebbene non esista a livello scientifico – sottolinea lui ricorrendo agli esperimenti di Gregor Mendel – il cosiddetto gene della transgenerità. E che “essere normali – aggiunge - è solo un’etichetta imposta dalla società". Quando hai preso coscienza del tuo desiderio di diventare uomo? Da che ho memoria, ho sempre sentito di essere diverso: quando ero piccolo, bambini e genitori non facevano che sottolinearlo. “Devi essere come le altre bambine”, dicevano. Io, invece, volevo i capelli corti, vestirmi con jeans e magliette, essere come “mi sentivo”, giocare con gli altri maschietti. Poi a 17 anni mi sono messo a cercare su Google (letteralmente) “femmina che si sente maschio”: è così che sono venuto a conoscenza di espressioni come F2M*e, improvvisamente, non mi sono più sentito solo nella mia incomprensione. E la tua famiglia come si è comportata? I miei genitori fortunatamente mi hanno sempre assecondato, purché stessi bene. Quando poi li misi al corrente del mio desiderio di compiere la transizione, ci fu un corto circuito comunicativo tra di noi: era la fase di imbarazzo ed elaborazione. Poi un giorno mi dissero: “se questa è la tua strada per essere felice, noi ti appoggiamo”. Mia sorella Martina fu la prima a chiamarmi ‘fratello’ e a utilizzare ufficialmente il nome che mi ero scelto. Qual era il tuo nome da donna? Non è che non voglia dirlo, ma è una di quelle cose che ti ricollega al passato e che puo portare le altre persone a ferirti utilizzando il vecchio nome. Che importa chi ero prima? Importa chi sono adesso: la stessa persona, con un suo bagaglio storico, la stessa anima, ma con altro nome Ho tenuto ‘Marl’ – storpiatura di Marlene – perché era il soprannome con cui mi facevo chiamare da piccolo. È stato anche un modo per trattenere il passato e la tua componente femminile? All’inizio avrei voluto tagliare i ponti con tutto ciò che mi faceva ripensare alla mia vecchia vita. Ma poi ho trovato la mia serenità interiore, e le persone che già mi volevano bene sono rimaste. In più, l’aver trattenuto la mia componente femminile mi consente oggi di essere rispettoso e tollerante verso tutti: uomini e donne. So cosa significa far parte di entrambi i mondi, e quindi conosco le conseguenze degli atteggiamenti sessisti. Hai una compagna? Le hai raccontato di te? Ci frequentiamo da pochi mesi. Lei aveva intuito quasi subito che in me c’era qualcosa di diverso, poi le parlai della mia transizione. Mi disse che per lei non c’era alcun problema, aggiungendo “sei l’uomo più sensibile e profondo che abbia mai conosciuto”. Come è stato il tuo percorso di transizione da donna a uomo? Iniziai subito dopo l’università, nel 2018: ci fu prima la preparazione psicologica (grazie ai consigli del dott. Danilo Musso), che mi hanno portato prima al Mit di Bologna e poi al Saifip di Roma. Poi nel 2020 mi diedero il via libera per l’assunzione di ormoni e testosterone, e a luglio 2021 ho eseguito la ricostruzione del torace maschile (volgarmente, “rimozione del seno”). Certo, nel frattempo ho temuto per la mia salute e di perdere le persone a me care, ma fortunatamente tutto è andato bene. E cosa hai provato alla fine? Pensavo che avrei goduto di una felicità unica, e invece mi sono chiesto: “e adesso che faccio?”. Avevo realizzato il mio sogno, ma ho represso le mie emozioni come se mi sentissi in colpa per la mia stessa felicità. Poi mi sono reso conto che non avevo più vincoli, che ero libero, e potevo finalmente trovare la mia strada in questo mondo, cosa che prima non potevo permettermi per via di tante rinunce. E oggi cosa ti spaventa? Ciò che ancora non conosco di me stesso: ancora oggi vado in terapia da una psicologa, perché subisco i traumi, l’influenza e il disprezzo della società che mi considera una sorta di “rifiuto umano”. Ma riesco a fermarmi in tempo, e a capire che vado bene così come sono, che devo ragionare con la mia testa e non con quella degli altri. Alla fine, voglio solo smettere di martoriarmi e provare amore per me stesso. Qual è il problema della società di oggi, secondo te? La mentalità patriarcale e retrograda, figlia – ahimé – di una ideologia nazifascista, ancora presente anche nelle Marche: da lì nasce la tendenza a ostracizzare chiunque non venga ritenuto ‘normale’. Ecco, io vorrei andare in giro con le varie associazioni impegnate sul fronte dei diritti civili a smatellare tutti i pregiudizi, e far capire – soprattutto ai giovani - che siamo tutti esseri umani in cerca della propria felicità, che “il corpo è tuo e puoi farci quello che vuoi”. Ma, come se non bastasse, ti rema contro anche la politica: guarda che fine ha fatto il DDL Zan. C’è qualcosa che non hai mai confessato a qualcuno? Non mi sono mai sentito veramente compreso. E in realtà, non ho mai confessato a nessuno tutto il reale dolore che questo mi provoca ancora oggi. O la solitudine che sento dentro di me per questo mio percorso così unico: a volte è un peso, vorrei essere come gli altri. Ma questo succede perché sono gli altri che vogliono farti sentire ‘diverso’.   (*sigla inglese indicante una persona che è in transizione di genere o che ha completato la transizione da femmina a maschio)

16/06/2022 10:00
Green pass fino al 2023 e mascherine per tutta l'estate. Ecco le nuove regole

Green pass fino al 2023 e mascherine per tutta l'estate. Ecco le nuove regole

Con l’estate alle porte e il timore di una nuova ricaduta sul fronte dei contagi da Covid 19, Italia e Ue hanno deciso di correre ai ripari con un nuovo aggiornamento delle restrizioni sanitarie: in particolare, per quel che riguarda l’uso della mascherina e il possesso del green pass. Mezzi di trasporto, ospedali e Rsa: sono questi i luoghi dove il presidio medico di protezione sarà ancora obbligatorio fino al 30 settembre, in attesa della norma ufficiale che entro le prossime ore verrà pronunciata direttamente dal Consiglio dei Ministri - in aggiornamento dell’art 11 della legge 18/02/2022 riferita alla «Proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19». Allo stesso tempo, non sarà più necessario indossare la mascherina presso cinema, teatri, eventi musicali e sportivi al chiuso già a partire da domani 16 giugno (in concomitanza con la scadenza dell’ordinanza del Ministero della Salute dello scorso aprile). L’obbligo, tuttavia, rimane ancora oggetto di dibattito per quel che concerne gli esami di Stato di quest’anno. Al momento – sia per la terza media che per il quinto liceo – la possibilità rimane a discrezione del sistema scolastico: sarà una circolare esplicativa, infatti, a fornire alle varie strutture tutte le raccomandazioni del caso. I vari istituti dovranno ad ogni modo aspettare il via libera definitivo prima di sospendere l'uso delle mascherine, sebbene in alcuni siano già partiti gli esami di terza media. Un orientamento, quello ipotizzato in modo specifico per i mezzi di trasporto (aerei, treni, autobus, metropolitane ecc), confermato nei giorni scorsi dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, e in linea con le decisioni prese dalla stessa Commissione Europea. E proprio quest’ultima ha raggiunto nelle ultime ore l’accordo con il Parlamento Europeo e il Consiglio sulla proroga dell’utilizzo del green pass. Dall’originaria scadenza prevista per la fine del mese, si passerà direttamente al 30 giugno 2023: si potrà continuare ad utilizzare il proprio certificato verde per viaggiare all’interno dell’Ue (ladove richiesto), sebbene alcuni paesi come la Francia abbiamo del tutto revocato le restrizioni anti-Covid e, più in generale, non sussista l’obbligo di fornire all’ingresso di un altro Stato prove di vaccinazione, guarigione, o risultati negativi dei test. Nel frattempo, a dispetto del generale calo dei contagi, gli esperti raccomandano prudenza in virtù delle potenzialmente pericolose sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 già presenti in Europa. "Queste mutazioni – spiega il Centro europeo per il controllo delle malattie Ecdc - diventeranno dominanti in tutta l’Ue probabilmente con conseguente aumento dei casi di Covid nelle prossime settimane. Ma non ci sono prove che siano associate a una maggiore gravità dell’infezione". "Tuttavia - aggiunge l’Ecdc - come nelle ondate precedenti, un aumento complessivo dei casi può comportare un aumento di ricoveri ordinari, di quelli in terapia intensiva e di decessi".    

15/06/2022 13:31
Suicidio assistito, Fabio Ridolfi è morto con la sedazione profonda e assistita

Suicidio assistito, Fabio Ridolfi è morto con la sedazione profonda e assistita

Oggi il cuore di Fabio Ridolfi ha smesso di battere: il 46enne di Fermignano affetto da tetraparesi ha scelto di morire con la sedazione profonda. Immobilizzato da 18 anni a letto a causa della malattia, la sua storia è diventata "famosa" in seguito alle continue richieste - alla fine, non accolte - di suicidio assistito fatte allo Stato, per poter porre fine alle sue sofferenze. Dopo una lunga attesa, il 19 maggio scorso Fabio aveva ottenuto il via libera dal Comitato etico dopo la verifica dei requisiti utili per procedere l'eutanasia, ma senza ricevere indicazioni né sulle modalità né sul farmaco che avrebbe potuto autosomministrarsi. Così nei giorni scorsi il 46enne ha comunicato la sua scelta: la sedazione profonda e continua, morendo senza soffrire. L'associazione Coscioni, che gli ha garantito assistenza legale e sostegno, afferma che continuerà a fornire comunque aiuto a tutte le persone che vogliono decidere sulla propria vita. Prima di morire è stato esaudito l'ultimo desiderio di Fabio: quello di poter parlare con il capitano della Roma e giocatore della Nazionale italiana Lorenzo Pellegrini, che ha raccolto l'invito e lasciando al suo tifoso un commovente messaggio.

13/06/2022 21:02
Election day 2022, alle 12 affluenza al 15,17% nel Maceratese per le amministrative

Election day 2022, alle 12 affluenza al 15,17% nel Maceratese per le amministrative

Arrivano i primi dati sull'affluenza alle urne. Seggi aperti dalle 7 di questa mattina e fino alle 23 per le elezioni comunali e i cinque referendum sul sistema giudiziario.  Nel Maceratese, alle ore 12, l'affluenza è del 15,17% degli aventi diritto per quanto riguarda le comunali. Si tratta di un dato inferiore rispetto alla scorsa tornata elettorale quando alla stessa ora si erano recati alle urne il 16,27% degli elettori. Bassa in provincia di Macerata anche l'affluenza per il referendum, che supera di poco la soglia del 5%. L'affluenza complessiva nella Regione Marche si è attesta al 16,39% degli aventi diritto per quanto riguarda le amministrative: la maggior partecipazione alle urne si è avuta nella provincia di Pesaro-Urbino (19,69%), con tre comuni chiamati al voto. Per quanto concerne il referendum, invece, l'affluenza complessiva nelle Marche alle ore 12 è del 6.03% (in linea con il dato nazionale), 7.49% in provincia di Macerata (il dato più alto).  Questa, nel dettaglio, l'affluenza in ciascuno dei 5 comuni del Maceratese chiamati al voto per il rinnovo del sindaco e del Consiglio: Camerino (19,35%), Civitanova Marche (15,30%), Corridonia (12,51%), Tolentino (17,05), Valfornace 24,90%).  Si ricorda che lo spoglio delle schede del referendum avverrà alle 23 di stasera (subito dopo la chiusura delle urne) mentre per le amministrative bisognerà attendere sino alle 14 di domani.

12/06/2022 14:00
Covid Marche, 489 positivi e zero decessi. Continua a calare l'incidenza

Covid Marche, 489 positivi e zero decessi. Continua a calare l'incidenza

Sono 489 i nuovi positivi al Covid rilevati nell'ultima giornata nelle Marche, con l'incidenza in calo a 219,68 su 100mila abitanti (ieri 223,60). Secondo i dati resi noti dalla Regione sono in calo anche i ricoverati che scendono a 54 (-2 su ieri): 3 in terapia intensiva, 5 in semi intensiva, 46 in reparti non intensivi.  L'occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid è invariato a 1,3%, in diminuzione a 5,2% per i non intensivi. Ci sono poi 4 persone in osservazione nei pronto soccorso e 17 ospiti di strutture territoriali (post critiche) a Galantara (PE) e Ripatransone (AP). Nessun decesso nelle ultime 24ore: il totale delle vittime resta fermo a 3.919. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 10.580, di cui 280 con sintomi.

11/06/2022 19:34
Caro gasolio, riparte lo sciopero dei pescatori nelle Marche

Caro gasolio, riparte lo sciopero dei pescatori nelle Marche

Le marinerie delle Marche sono di nuovo in sciopero. Lo fanno sapere Francesco Caldaroni, presidente delle marinerie d'Italia e Apollinare Lazzari, presidente dell'associazione produttori pesca di Ancona. Armatori e pescatori tornano a incrociare le braccia a causa del caro gasolio, dopo un momentaneo stop allo sciopero che ha visto i pescherecci riprendere il mare nella giornata di lunedì: "nelle Marche siamo di nuovo fermi, così come anche in Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e si è aggiunta anche la Sicilia, tranne che a Mazara del Vallo" spiega Caldaroni, annunciando per domani "una assemblea delle marinerie a Civitanova Marche per decidere il da farsi".  "Nonostante le nostre proteste – continua Lazzari - il prezzo del petrolio continua a salire e con esso il gasolio che ha superato 1,20 euro arrivando a toccare punte, nelle Marche, di 1,25 euro". "Così è difficile lavorare - prosegue Lazzari - siamo ancora in attesa di risposte da parte del governo e da parte della comunità europea".  “Intanto domani pomeriggio è previsto un incontro a Civitanova Marche delle marinerie delle Marche per decidere come procedere, ma l'intenzione, spiega Lazzari "è quella di proseguire con lo sciopero se non arriveranno risposte alle nostre richieste".  "L'auspicio - conclude - è che si trovi al più presto una soluzione, anche perché così non riusciamo ad andare avanti: siamo indietro con i mutui contratti con le banche per i lavori di ristrutturazione delle imbarcazioni necessari periodicamente, ma oltre a questo abbiamo spese fisse che dobbiamo onorare e che stiamo continuando a pagare come gli stipendi dei marinai e i contributi. Le barche anche da ferme costano. 

08/06/2022 11:29
Sisma, titolari di Cas e Sae: nuove scadenze per le richieste di contributo

Sisma, titolari di Cas e Sae: nuove scadenze per le richieste di contributo

 Il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, ha firmato l'Ordinanza, pubblicata oggi, che differisce alcuni termini per la ricostruzione privata, a cominciare da quello per la presentazione dei progetti e delle domande di contributo da parte dei beneficiari di forme di assistenza che non abbiano impedimenti oggettivi. È stata anche disposta l'applicazione del nuovo prezzario unico, approvato con l'Ordinanza 126 appena entrata in vigore, anche per il rimborso dei danni provocati dall'eccezionale ondata di maltempo che nel gennaio 2017 colpì una parte del cratere sisma. La nuova scadenza per i cittadini residenti che beneficiano del Contributo di autonoma sistemazione (Cas) o dell'alloggio nelle Strutture abitative di emergenza è stata fissata definitivamente al prossimo 15 ottobre. La data tiene conto del nuovo termine del 15 settembre per la presentazione della dichiarazione di conferma del possesso dei requisiti dell'assistenza, che sarà stabilito da un'Ordinanza della Protezione civile di prossima emanazione, e con la quale si definiranno anche le modalità di presentazione della dichiarazione ai Comuni. Nei prossimi giorni, attraverso una direttiva, il commissario indicherà a titolo informativo alcune delle possibili cause di impedimento oggettivo alla presentazione dei progetti e delle richieste di contributo.  Con la nuova Ordinanza si differisce inoltre al 31 dicembre, in attesa di una norma più generale sulla materia, il termine entro il quale i titolari delle attività produttive che recuperano l'agibilità dei vecchi edifici devono provvedere alla rimozione delle strutture temporanee in cui hanno esercitato l'attività. Viene spostato al 31 dicembre 2022 anche il termine entro il quale i proprietari degli edifici realizzati post 1945 in aree vincolate possono optare per il mantenimento delle vecchie maggiorazioni sul contributo, in luogo di quelle previste dall'Ordinanza 116

06/06/2022 15:49
Suicidio assistito, Fabio chiede di morire con sedazione profonda: "Lo Stato mi ignora"

Suicidio assistito, Fabio chiede di morire con sedazione profonda: "Lo Stato mi ignora"

Fabio Ridolfi, 46enne di Fermignano (Pesaro), immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi, "ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua". Lo ha comunicato lui stesso, fa sapere l'associazione Luca Coscioni, tramite il puntatore oculare, in un video in cui spiega: "Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene". La decisione, spiega l'associazione Coscioni, "arriva a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l'aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione". Per questo motivo Fabio il 27 maggio aveva anche diffidato formalmente l'Asur Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Una diffida cui, però, ricorda l'Associazione, "l'Asur ad oggi non ha mai risposto; decorsi i termini, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere con un'azione penale nei confronti dei responsabili dell'inadempimento per omissione di atti d'ufficio". "Fabio aveva un diritto, - dichiarano l'avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi, e Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione -, quello di poter scegliere l'aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242 della Corte Costituzionale (Cappato\Dj Fabio). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell'ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta". "Fabio merita rispetto - aggiungono - e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile. Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con sedazione profonda e sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. È da oltre due mesi che aspetta e l'Asur continua a ignorare la sua richiesta, dopo aver tenuto per 40 giorni in un cassetto un parere che affermava la presenza dei requisiti per accedere legalmente al suicidio assistito. Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell'insabbiamento al Senato del testo di legge sull'aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum". "Il parere favorevole del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per procedere con l'aiuto medico alla morte volontaria - ricordano - incompleto perché mancante della indicazione del farmaco e delle modalità di somministrazione, era arrivato all'indomani di un appello pubblico di Fabio Ridolfi e dopo essere stato bloccato per 40 giorni dalla Asur Marche".

06/06/2022 12:44
Cento giorni dalla guerra fra Russia e Ucraina: ecco cosa abbiamo imparato fino a oggi

Cento giorni dalla guerra fra Russia e Ucraina: ecco cosa abbiamo imparato fino a oggi

Verrebbe da rispondere “niente”, perché noi tutti – chi scrive e chi legge – abbiamo la fortuna di trovarci dall’altro lato della barricata: quella dove il minimo sforzo richiesto è di fare da spettatori. Che sia attraverso un cellulare, un pc, o la cara, vecchia televisione, l’informazione mediatica gioca a nostro sfavore per almeno due motivi: il fatto di essere costantemente bombardati e, di conseguenza, la linea sottile che separa la cronaca fedele dei fatti dalle fake news confezioniate all’uopo. Tutto quello che sappiamo oggi è che sì, c’è un conflitto in atto nell’Est Europa da oltre 100 giorni - questo rappresenta di per sé una novità relativa, visto che nel mondo intero se ne stanno svolgendo almeno altri 60 - e che, in qualche modo, si è creato un legame fra questo fatto, i pacchetti di sanzioni elargiti dall’Ue alla Russia e gli sviluppi più recenti della crisi economica. Non va dimenticato, in tutto ciò, l’impegno a livello umanitario di chi – indipendentemente dalla politica – continua a prodigarsi per sostenere i civili in fuga dai bombardamenti. Perché questa è l’unica certezza, come soleva ricordare il compianto Gino Strada: “ […] La guerra che genera guerra, un terrorismo contro l'altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi”. Una guerra iniziata ufficiosamente nel 2014, quando gli effetti dell’Euromaidan portarono alle proteste di Kiev, quindi alla fine del governo filorusso di Viktor Janukovyč e all’occupazione della Crimea da parte delle truppe del Cremlino. Alla base di tutto, il consueto scontro geopolitico “a freddo” fra l’Occidente americanizzato e quella Russia che Vladimir Putin sogna di riportare agli antichi fasti dell’URSS.   La maggior parte di noi ha ridotto la visione del conflitto alla formula “c’è un aggressore (la Russia) e un aggredito (l’Ucraina)”. A contribuire, in questo senso, è stata anche la figura dello stesso Putin, noto a tutti per il facile uso della forza in caso di dissenso e per un certo tipo di propaganda dal sapore orwelliano. Tutto questo naturalmente si è riverberato anche sull’Italia, oggi altalenante fra il “vogliamo che torni la pace” e il “la guerra ci costa e abbiamo le bollette da pagare” (caro energia e scarsità di materie prime già alla fine del 2021, ndr). Spostandoci sul piano locale - nel nostro caso la regione delle Marche - ciascuno di noi può rivelarsi testimone di episodi e dichiarazioni più o meno controversi. Personalmente, è rimasto impresso quando il sindaco di Macerata e presidente della provincia Sandro Parcaroli domandò a telecamere e microfoni spenti “ma prima che scoppiasse ‘sta guerra, voi sapevate cos’era ‘sto Donbas?”. Impreparato sull’argomento per sua indiretta ammissione, sebbene fra le materie prime importate dall’Ucraina risulti il 70% del neon, fondamentale per i microchip e l’elettronica in generale (cui non può sfuggire anche il Med Store fondato dallo stesso Parcaroli e dal 2020 guidato dal figlio Stefano). Tornando a noi, le riflessioni più opportune dovrebbero spingerci a fare i conti con la personale percezione di una guerra che, questo lo abbiamo capito, richiede a tutti i costi la nostra attenzione. Questo, soprattutto, per la sua estrema vicinanza ai nostri confini, le strategie messe in atto sui vari fronti, le scelte politiche ad ampio spettro che, inevitabilmente, ricadono su di noi semplici spettatori. Se poi includiamo nel pacchetto la deriva informativa che abbiamo raggiunto dopo due anni di pandemia, il caos totale appare altrettanto inevitabile. Ci siamo ritrovati ad essere dei consumatori di informazioni senza gli strumenti adatti per filtrare, comprovare e, quindi, sviluppare un pensiero critico: con molta più naturalezza si è passati dal coinvolgimento umanitario a quello prettamente opportunistico, in virtù delle ripecussioni economiche che ogni guerra porta con sé. In quanto membri dell’Unione Europea guidata da Bruxelles e cittadini di un’Italia politicamente ed economicamente instabile, non possiamo che accettare questa condizione. Il che ci aiuta a comprendere anche come progressivamente si siano formati negli ultimi anni piccoli gruppi di dissidenti, che individuano ciclicamente il colpevole nel governo di turno e le istituzioni che gli ruotano attorno. Tutto questo alimentato, a sua volta, da un mare magnum di notizie e informazioni che non ricevendo ufficiale riconoscimento, rischiano di lasciare il tempo che trovano oppure di forgiare nuove – e alle volte, pericolose – ideologie. Anche recentemente, in occasione dell’ultima "Festa della Repubblica", è capitato a chi vi sta scrivendo di assistere in quel di Macerata alla manifestazione dei rappresentanti del Partito 3 V (candidato a Civitanova con la lista in appoggio di Alessandra Contigiani sindaco), del Fronte del Dissenso Marche, e dei Movimenti Liberiamo l’Italia e l’Appello dei Cento (comun denominatore: la sovranità popolare e le battaglie no vax). Un'altra occasione nella quale ci si è voluti affidare a figure più o meno autorevoli – medici, giornalisti, politici che diremmo “fuori dal coro” - per dar voce alle rivendicazioni e alle informazioni elaborate a sostegno delle proprie argomentazioni. Un modus operandi, detto altrimenti, valido per chiunque faccia parte oggi di una minoranza, ma anche no. Perché il vero sforzo che si compie, alla fine, è quello di difendere le proprie certezze, seppur scarne. In virtù di un simile impegno portato avanti all’interno dei nostri confini, quello della guerra si riduce a ennesimo pretesto. Avere piena coscienza di chi sia il buono e chi il cattivo in questa nuova, triste e cupa pagina della storia del 21° secolo ha perso presto la sua importanza, poiché abbiamo ammesso a noi stessi – seppure implicitamente – di non starci a capire davvero nulla di quanto stia accadendo. Se non quello che siamo disposti ad acoltare e trattenere a livello informativo. Ecco che l’azione più efficace da compiere, a questo punto, torna ad essere quello di imparare a forgiare gli strumenti adatti per costruire ciascuno la propria cultura, il proprio spirito critico, e quindi confrontarlo col rischio “accetabile” di metterlo in discussione. E così, ricominciare. Del resto, affidarsi a dei governanti - presumibilmente scelti - è un atto assolutamente civile e democratico. Ciò che non dovrebbe mai essere accettata è la passiva fruizione di qualsivoglia messaggio mediatico - notizia specifica o informazione generica che sia - rispetto al quale comunque non possiamo esimerci dal ricevere, per quanto noioso ed esasperante possa essere. Altrimenti non si può parlare di partecipazione alla vita politica e sociale del proprio Paese, ma di puro e semplice intrattenimento del sabato sera.

06/06/2022 09:44
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