“Fare impresa sta diventando sempre più un atto eroico. Ogni giorno - afferma Daniele Zucchini presidente del settore Benessere di Confartigianato Marche - dobbiamo combattere contro costi che ormai stanno arrivando a situazioni non sopportabili. Basti pensare al caro energia. Le nostre aziende sono sottoposte a balzelli di ogni tipo".
Il Pos per esempio (dal 30 giugno sono entrate in vigore delle sanzioni per chi non consente i pagamenti con la moneta elettronica), è un sistema al quale guardiamo con favore ma per le piccole imprese il costo è troppo elevato. Le banche devono fare la loro parte perché il peso delle commissioni ricade solo sugli artigiani. È necessario, dunque, un impegno di Governo e Istituti di credito nel rivedere l’impatto di questi oneri che appaiono ingiustificati. Se la moneta elettronica è come quella cartacea, perché caricarci di costi?
Quello che serve per incentivare – prosegue Zucchini - i pagamenti elettronici non sono le multe, ma una netta riduzione delle commissioni e degli oneri a carico di consumatori ed imprese. Siamo favorevoli al pagamento elettronico ma occorre difendere la correttezza, combattendo abusivismo ed evasione. Dal lockdown in poi sono proliferati nel nostro settore - rimarca il Presidente Daniele Zucchini - l’abusivismo e il lavoro nero. Chiediamo che il Governo sia attento a salvaguardare le imprese oneste”.
Le Marche dichiarano lo stato d’emergenza. La siccità e la conseguente crisi idrica hanno portato il Consiglio regionale ad approvare all’unanimità l’ordine del giorno, seguendo le sorti di Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. L'atto è stato sottoscritto da tutte le forze politiche, primi firmatari Fabrizio Cesetti (Pd) e Renzo Marinelli (Lega).
L'odg sollecita inoltre sostegni e ristori per i danni subiti dal comparto agricolo, oltre che azioni utili per una migliore ottimizzazione delle risorse idriche. Di seguito l'Aula ha approvato all'unanimità i cinque atti di indirizzo, condivisi anche dall'assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi. Le mozioni impegnano ad investire sulla manutenzione degli invasi e degli acquedotti e ad adottare comportamenti virtuosi e tecniche di raccolta sostenibili.
Le mozioni, presentate tra il settembre del 2021 e il luglio 2022, erano a firma delle consigliere Marta Ruggeri (M5s) e Simona Lupini (Gruppo misto): "Programmazione e tutela della risorsa idrica", del Gruppo Pd, primo firmatario Andrea Biancani, "Interventi per contrastare la riduzione della disponibilità di acqua potabile nelle Marche ed in particolare nella provincia di Pesaro e Urbino", dei consiglieri Dino Latini (Udc), Gianluca Pasqui e Jessica Marcozzi (FI), Giacomo Rossi (Civici Marche), Luca Santarelli (Rinasci Marche) "Provvedimenti per superare la crisi idrica delle Marche", quest'ultimo firmatario anche della mozione "Contrasto alla siccità", e la mozione presentata dal consigliere Latini "Crisi idrica nelle Marche". Al termine del confronto via libera unanime del Consiglio.
Potenziamento dei servizi sanitari sul territorio e centralità dei cittadini per il riequilibrio dell'offerta sanitaria regionale. Ha preso il via, con l’approvazione della revisione dell'organizzazione degli enti del servizio sanitario regionale, approvata ieri in giunta, l’iter che porterà entro la fine dell’anno alla soppressione della Azienda sanitaria unica regionale, alla valorizzazione delle aree vaste attraverso la creazione di cinque AST, Aziende Sanitarie Territoriali, ciascuna con propria personalità giuridica e alla riconfigurazione dell'Agenzia Sanitaria Regionale (ARS).
Di questo si è parlato oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Leopardi con il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e il dirigente del Dipartimento Salute Armando Gozzini, durante la quale è stata presentata la riforma: ”Ritorniamo ad un modello più vicino ai territori – ha spiegato Acquaroli -. Nel 2003 quando venne istituita l’Asur si effettuò un’opera di centralizzazione: un’unica grande azienda da Ancona gestiva tutta la regione. Oggi vediamo la redistribuzione in cinque aziende sanitarie territoriali che avranno la possibilità di individuare la governance migliore in base al loro contesto, e di sviluppare una trasversalità e una sinergia tra la rete ospedaliera e i servizi territoriali.
Si tratta di un’azione moto importante che rende protagonisti i territori - continua il presidente delle Marche -. È un’inversione di tendenza per cui ovviamente non basta solo una legge, sarà un iter che ci porterà nei prossimi mesi a porre le basi del nuovo modello di sanità che vogliamo, che abbia come presupposto il miglioramento delle risposte nei confronti dei cittadini anche in vista del nuovo piano socio-sanitario e di una seria spending review. L’approccio di questa riforma è programmatico e scientifico, si basa sugli studi di settore in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e vuole riorganizzare le risorse evitando doppioni in funzione delle reali esigenze di una comunità che negli ultimi venti anni è profondamente cambiata dal punto di vista demografico (bassa natalità e allungamento della vita media) sviluppando nuove esigenze e bisogni per cui dobbiamo programmare soluzioni in termini di servizi e personale”.
"Dopo 20 anni una riforma significativa dell’assetto sanitario della nostra Regione. Abbiamo previsto una riorganizzazione del sistema sanitario in base alla domanda – ha proseguito Saltamartini –. Avremo aziende sanitarie più aderenti ai rispettivi territori con disponibilità di risorse finanziarie, strumentali e personale e che saranno chiamate ad essere autosufficienti in base al principio di prossimità delle cure. Nel modello che perseguiamo è previsto anche un intervento sul sistema delle prenotazioni: dal medico di medicina generale direttamente al presidio ospedaliero. Questo richiede un ammodernamento del sistema che potremo avviare con le risorse del PNNR. Obiettivo, prestazioni adeguate e abbattimento delle liste d’attesa. Mettiamo in campo tutte le risorse del nostro sistema per giocare una partita che speriamo possa cambiare la sanità che abbiamo conosciuto finora”.
Nella nuova organizzazione sono Enti del Servizio sanitario regionale: - le 5 Aziende Sanitarie Territoriali (AST): AST Ancona; AST Ascoli Piceno; AST Fermo; l’Ast Macerata; l’AST di Pesaro-Urbino - l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche; - l'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per anziani (INRCA) di Ancona. Ciascuna AST si articolerà in: - distretti: articolazioni territoriali delle AST che assicurano il coordinamento e l’erogazione dei servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie; - dipartimenti, tra cui il Dipartimento di prevenzione per l'organizzazione e la promozione della tutela e della salute della popolazione e il miglioramento della qualità della vita (funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, veterinaria e sicurezza alimentare); - uno o più presìdi ospedalieri. Per ciascuna AST è prevista una delimitazione territoriale che riprende l’articolazione delle precedenti Aree Vaste. Le AST subentrano in tutti i rapporti e le competenze in precedenza facenti capo all’ASUR.
L'Azienda ospedaliera "Ospedali Riuniti Marche Nord" viene incorporata nell’AST di Pesaro e Urbino. Gli organi degli Enti del SSR sono: il direttore generale; il collegio di direzione; il collegio sindacale. Il Direttore Generale è coadiuvato Il direttore generale è coadiuvato nell’esercizio delle proprie funzioni dal direttore amministrativo e dal direttore sanitario. Nelle AST il direttore generale è coadiuvato anche da un direttore socio-sanitario con compiti di direzione e di coordinamento delle attività di integrazione socio-sanitaria. Gli Enti hanno una organizzazione in forma dipartimentale e integrata in reti. Per ottimizzare ed efficientare la spesa riconducibile agli Enti del SSR, si prevede di costituire all’interno dell’Agenzia Regionale Sanitaria, una apposita unità organizzativa, altamente specializzata, a supporto del soggetto aggregatore regionale (SUAM) nell’espletamento delle procedure di acquisto da avviare nell’interesse di uno o più Enti del SSR.
Nuova impennata di nuovi casi covid nelle Marche: sono 3.686 in un giorno rispetto ai 1.017 di ieri (nei giorni corsi circa 2.000 ogni 24 ore), mentre continua a salire il tasso di incidenza cumulativo che arriva 999,73 su 100mila (ieri 917,22). Questo quanto emerge dai dati resi noti della Regione Marche.
Torna a salire anche il numero di ricoverati. Sono 144, +13 su ieri: 8 in terapia intensiva, 23 in semi intensiva, 113 in reparti non intensivi. Ci sono inoltre 41 persone in osservazione nei pronto soccorso, 6 ospiti in strutture territoriali di area post critica. Nelle ultime 24 ore non sono stati segnalati altri decessi legati legati al covid e il totale resta quindi fermo a 3.942. Boom infine di quarantene e isolamenti domiciliari che schizzano a 20.197, di cui 236 sintomatici.
Nel mese di giugno oltre 60 mila turisti stranieri, soprattutto olandesi e inglesi, hanno trascorso le vacanze nelle Marche, per un totale di 280 mila pernottamenti, con una media di quattro giorni di presenza, importante per la spesa turistica sul territorio.È quanto si apprende da un’indagine di Cna Commercio e Turismo.
I dati, superano quelli registrati nell'anno pre-Covid 2019. Per i turisti stranieri, non solo alloggi ma anche ristorazione, visite a città e borghi d'arte. Notevole anche la presenza di turisti italiani, per un giugno da tutto esaurito, dopo due estati anomale a causa delle restrizioni pandemiche. Due terzi dei turisti hanno privilegiato gli alberghi mentre il restante terzo si è diviso tra bed & breakfast e agriturismi.
Nelle Marche, ricorda Cna , le imprese impegnate nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione sono 9.738 (8.378 nella ristorazione, 1.400 nell'alloggio). Gli addetti sono 48.462 (oltre 40 mila nella ristorazione e 8.400 nell'alloggio.
A partire da domani 5 luglio, per il secondo anno consecutivo, il Servizio fitosanitario delle Marche effettuerà il rilascio nella regione della vespa samurai (Trissolcus Japonicus), insetto antagonista della cimice asiatica (Halyomorpha halys), per il controllo biologico del fitofago. Nel 2022 è prevista l’introduzione dell’agente di controllo biologico in 11 siti di lancio, distribuiti in due specifici areali frutticoli del territorio marchigiano, in funzione del monitoraggio preliminare effettuato per la cimice asiatica sul territorio: a partire da quest’anno, oltre la provincia di Pesaro e Urbino, sarà interessata anche quella di Ancona.
Come per il 2021, le introduzioni del parassitoide avverranno, nella quasi totalità, lungo corridoi ecologici (siepi, aree ripariali, ecc.), aree a basso o nullo input chimico, per garantire la sopravvivenza e la diffusione della vespa samurai. Per ogni sito di lancio e per ogni data di intervento, in totale verranno realizzati due lanci, verranno rilasciati 100 individui femmine già fecondate di vespa samurai e un 10 % di individui maschi tutti allevati dal Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università di Perugia, che fornisce il coordinamento e la consulenza scientifica sull’intera attività.
Le femmine deporranno le proprie uova all’interno di quelle della cimice asiatica uccidendole: al termine dello sviluppo embrionale, dall’uovo della cimice asiatica, invece di una neanide del fitofago, fuoriesce un adulto di vespa samurai. La vespa samurai non è aggressiva, si nutre di polline e nettare e non attacca gli alveari. Prima di poterla utilizzare come agente di controllo biologico della cimice asiatica, è stato necessario valutare il suo impatto sull'ecosistema regionale. La vespa samurai, seppure non autoctona, è arrivata in Italia viaggiando con le merci, con le stesse modalità della cimice asiatica.
Così il vicepresidente della Regione Mirco Carloni, assessore all'Agricoltura: "La tutela delle produzioni agroalimentari necessita di una strategia mirata che si pone l'obiettivo di garantire l'equilibrio del sistema. Anche in questo ambito la Regione Marche, attraverso Assam, tutela la salvaguardia delle produzioni agricole e vivaistiche a beneficio dei produttori e del territorio".
Gradimento in calo per il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli (FdI), secondo il sondaggio Noto effettuato per la governance poll del Sole 24ore sui presidenti di regione. Acquaroli è al 13/o posto con il 45% di consensi: -4% rispetto alla stessa rilevazione del 2021, e -4,1% rispetto al giorno delle elezioni per le regionali del 2020.
“I marchigiani bocciano Acquaroli e il centrodestra", ha commentato il Commissario regionale del Pd Marche, Alberto Losacco. "I dati del Sole 24 ore sul gradimento dei presidenti di regione collocano Acquaroli in piena zona retrocessione, con il 55% dei cittadini che esprime insoddisfazione per l'operato della sua giunta. Ma che non si tratti solo di sondaggi lo dimostrano i risultati delle amministrative, con il forte segnale lanciato in particolare dagli elettori di Jesi e di Fabriano. Sono bastati pochi mesi per dimostrare l'inadeguatezza del centrodestra rispetto al governo del territorio. Le Marche meritano di meglio”.
Nuovo balzo di ricoveri per Covid-19 nell'ultima giornata nelle Marche, dove i degenti sono saliti a 121 (+9 rispetto al giorno precedente): raddoppiati i ricoverati in Terapia intensiva (da 3 a 6), stabile il numero in Semintensiva (11) e 104 nei reparti non intensivi (+6). I positivi rilevati in un giorno, fa sapere la Regione, sono 1.997 su 4.809 tamponi, mentre l'incidenza ormai sfiora i 900 ogni 100 mila abitanti (in 24ore è passata da 848,20 a 895,68).
Un decesso nell'ultima giornata, e il totale regionale di vittime si è portato a 3.941. Ci sono 24 persone in osservazione nei pronto soccorso e 19 ospiti in strutture territoriali per post-critici. Aumenta il numero di isolamenti domiciliari (17.827; +764). Il totale di positivi registrati in una settimana ha superato quota 13mila (13.471).
“Un’estate fa….” eravamo già a corto di gas. Chiedo venia agli estimatori di Franco Califano, e per aver scomodato una simile perla della canzone italiana d’autore. La stagione attuale, però, un po’ lo esige; e ad essere onesti, anche le prospettive che ci attendono nel prossimo inverno, non proprio così rosee.
Basti considerare che per il terzo semestre del 2022 le stime di Nomisma Energia hanno appena confermato un nuovo aumento delle bollette di luce e gas: le prime del 17% e le seconde di ben il 27%. “Un aumento importante – ha spiegato in un'intervista il presidente Davide Tabarelli – causato dalla decisione del 16 giugno da parte della Russia di tagliare le forniture a Germania e Italia”. Tradotto: il prezzo sui consumi della luce aumenterà di 194,4 euro (in base ai 2.700 kWh all’anno di una famiglia tipo), mentre quello del gas arriverà fino a 462 euro (secondo 1.400 mc all’anno per nucleo famigliare).
Eppure il governo italiano ci ha assicurato di stare correndo ai ripari, al netto dei pacchetti di sanzioni al Cremlino che si ostina a promuovere insieme al resto della compagine Ue (oltre all’invio costante di armi all’Ucraina, s’intende). La prima delle soluzioni, come già dichiarato negli ultimi mesi e in più di un vertice del Cdm dal premier Mario Draghi, è il riscatto dal gas russo tramite nuovi accordi con altri fornitori. Il tutto, affidandosi alla diplomazia dei ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani e del capo dell’Eni Claudio Descalzi.
Ma chi sono questi nuovi fornitori? Tutti amici della Russia, in primis. L’Algeria, ad esempio, ha promesso a Draghi (dopo l’11 aprile) di aumentare la sua quota di fornitura fino a 30 mld di mc di gas. Ma va considerato che il presidente Abdelmadjid Tebboune oggi è uno dei più forti alleati di Mosca nel Maghreb: non a caso, l’astensione dell’Algeria dal condannare – come richiesto dall’Onu – la famosa “operazione speciale” nei confronti dell’Ucraina, è valsa alla stessa un condonato di 4,7 miliardi di debito in cambio dell’accesso privilegiato ai russi su alcune esportazioni. Oltre al fatto che le aziende Gazprom e Sonatrach sono già legate da un recente memorandum d’intesa.
La missione italiana ha quindi proseguito, fino a maggio-giugno, per Libia (3 mld di mc), Congo ex francese (5 mld di mc), Angola (oltre 4,5 mld di mc di GNL), Egitto (appena 1mld di mc di GNL), Azerbaigian (7-10 mld di mc), Kazakistan (2 mld di mc) e infine Qatar (8-9 mld di mc). Secondo un prospetto che – a voler essere ottimisti – potrebbe effettivamente compensare l’affrancamento dalle riserve di Putin. Ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo una guerra dagli esiti geopolitici ancora incerti.
Nessuno dei Paesi elencati, poi, è sicuramente da considerarsi un campione di democrazia (c’è chi non nasconde le proprie simpatie filo-sovietiche, e chi magari ancora non ha pagato per la morte di Giulio Regeni), ma questo non sembra costituire un problema per le urgenze nostrane: ci penseranno le varie formule di cooperazione industriale "do ut des" a sopperire, anche alla coscienza sporca.
E quali soluzioni, invece, nel breve-medio periodo? Incremento della produzione nazionale, dal carbone alle nuove perforazioni nell’Adriatico (con buona pace della transizione ecologica), e razionamento del gas nelle case, nelle aziende e negli uffici, soprattutto nella prossima stagione invernale. Ma se nel primo caso i rallentamenti burocratici saranno inevitabili, nel secondo possiamo pure cominciare a metterci l’anima in pace e a vestirci pesante in vista del freddo. Coscienti del fatto che, contemporaneamente, continueranno a lievitare anche i prezzi dell’energia elettrica: fino a due anni fa, l’Italia raggiungeva quasi l’83% del totale termoelettrico grazie proprio al gas naturale in larga parte importato.
E dire che già nel settembre del 2021 (e qui torniamo all'incipit "canoro" di questo editoriale), analisti e dirigenti di aziende si erano messi in allarme sugli aumenti del prezzo del gas, sebbene al tempo fosse stato individuata nella transizione ecologica la causa principe. Solo in un secondo momento si è dovuto ammettere che il problema fosse il calo – ai minimi storici dal 2013 - delle riserve in tutta Europa: un po’ per il forte consumo nelle case durante le fasi più acute della pandemia, e un po’ per la minore produzione di eolico, la chiusura di alcune centrali a carbone, la mancanza di alternative valide.
Quello che sappiamo con certezza, è che l’Italia si trova oggi scoperta per due terzi del proprio fabbisogno energetico, tamponati dalle importazioni: e determinando, per forza di cose, maggiori difficoltà nel tenere sotto controllo i prezzi in generale dell’energia. Nel frattempo, la Russia può dormire sonni tranquilli: a dispetto delle sanzioni, la soluzione è incrementare l’esportazione di gas verso i paesi asiatici, a cominciare dalla Cina. Quest'ultimma, particolarmente interessata ad accrescere le proprie riserve, indipendentemente dagli esiti della guerra.
Poco prima delle 13:30 circa sull'autostrada A14 Bologna-Taranto, nel tratto compreso tra Marotta e Senigallia in direzione di Ancona è stato attivato un cantiere per consentire lavori inderogabili di ripristino del piano viabile in corrispondenza del km 194. Lo ha reso noto la stessa Autostrade per l’Italia.
La necessità di intervento - informa - è emersa duranAte un sopralluogo condotto stamane da tecnici della Direzione VII Tronco di Autostrade per l'Italia. “Al fine di ridurre i disagi alla circolazione è stata attivata una corsia in deviazione sulla carreggiata opposta in modo da garantire due corsie per senso di marcia durante tutta l'esenzione dei lavori il cui termine è previsto entro la giornata di lunedì 4 luglio”.
“Sono previsti accodamenti anche in ragione degli elevati flussi di traffico attesi per l'intero fine settimana. Per questo motivo è stato potenziato il numero di squadre in presidio lungo la tratta dedicate all'assistenza agli utenti, conclude Autostrade per l'Italia".
"Le varianti Omicron 4 (BA.4) e soprattutto Omicron 5 (BA.5) sono diventate prevalenti nelle Marche". Lo afferma il virologo Stefano Menzo, spiegando che le due nuove varianti del Sars-Cov-2 hanno raggiunto "una prevalenza dell'80% e stanno rimpiazzando la variante Omicron 2".
E proprio la diffusione di Omicron 4 e Omicron 5, secondo il direttore del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, "è responsabile, insieme all'allentamento delle misure di contenimento della pandemia, della nuova risalita dei contagi e dell'incremento dei ricoveri dei pazienti postivi al virus negli ospedali".
Risalgono a una settimana fa le ultime dichiarazioni del virologo, incentrate sull'evoluzione attuale del Coronavirus e l'ipotesi di una nuova ondata di contagi durante la stagione estiva (leggi qui). "Entro metà luglio l'ondata di casi positivi alle varianti Omicron BA.4 e BA.5 potrebbe raggiungere il picco ed entrare nella fase di regressione". Un prospetto, definito, prevedibile: soprattutto in virtù del calo anche di controlli e tamponi.
Aumento dei ricoveri da Covid-19 nelle Marche: nell'ultima giornata +23 degenti che superano ora quota 100 (106 rispetto agli 83 di ieri) mentre l'incidenza sale da 679,19 a 737,03).
In 24ore, fa sapere ancora la Regione, sono 2.177 i positivi rilevati (11.085 nell'ultima settimana) sulla base di 4.880 tamponi effettuati. Si sono inoltre registrati due decessi correlati al Covid e il totale regionale di vittime raggiunge i 3.939.
Nonostante ciò, i pazienti Covid più gravi ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali marchigiani alla data di oggi sono solo uno in più (5) di un anno fa, mentre l'ondata dei contagi partita a inizio giugno ha causato un incremento di ricoveri nei reparti di area medica: siamo a quota 101, mentre il 30 giugno 2021 nei reparti non intensivi c'erano 16 pazienti infettati dal Coronavirus.
La saturazione dei posti letto totali nelle Marche resta, quindi, ampiamente sotto i livelli di guardia: siamo al 2,1% in terapia intensiva e al 10,27% in area medica.Anche la curva più sensibile, quella dei decessi, continua a essere disaccoppiata da quella dei contagi: nell'ultima settimana il bollettino delle vittime, sempre comunque dolorosissimo, registrava 5 casi, contro i 2 dell'ultima settimana del giugno 2021.
Se gli ospedali non vanno in sofferenza, nonostante l'aumento dei contagi, è merito dei vaccini, che nonostante la capacità di Omicron 5 di infettare le persone immunizzate continuano a proteggere dalle forme più gravi della malattia, ricordano gli esperti.
Malore in spiaggia: muore un 70enne pesarese. Il bagnante si è accasciato improvvisamente in acqua, questa mattina alle 9.30, all'altezza dei bagni 27 a Pesaro. Sarebbe stato fatale un infarto.
L'uomo è stato subito portato a riva da un'altra persone che si trovava nei pressi e affidato alle cure dei sanitari giunti sul posto. I soccorritori hanno provato a rianimare il 70enne per oltre 30 minuti ed è giunta sul posto anche l'eliambulanza.
Ogni tentativo si è rilevato però vano. L'uomo non ha più ripreso conoscenza. Il medico ha ipotizzato che si sia trattato di un infarto. Sul luogo dell'accaduto è intervenuto anche personale della capitaneria di Porto per i rilievi.
“Stoppare il Superbonus 110 è vergognoso. La strada intrapresa porta solo al fallimento”. È forte la denuncia lanciata da Enzo Mengoni, presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, che si fa portavoce dell’allarme lanciato dalle aziende del comparto edilizia, che sono sul piede di guerra.
"Quello che sta emergendo dal confronto al Governo lascia l’amaro in bocca – il commento di Mengoni – perché bloccare dall’oggi al domani un provvedimento che è in atto getta scompiglio nel sistema produttivo. Abbiamo un gran numero di aziende che hanno fatto investimenti e ora si ritrovano sul groppone la cessione del credito. Ma vi pare possibile? Così non facciamo bene a nessuno, rischiamo solo il fallimento delle imprese e lavoratori sul lastrico. Non riusciamo proprio a decifrare le politiche in atto. Da una parte si promuovono azioni di assistenzialismo per tutelare la tenuta della comunità, come il Reddito di Cittadinanza, dall’altra si lascia per strada un’ampia fetta di popolazione. È assurdo”.
Mengoni fa quindi “un appello accorato ai partiti che hanno a cuore il futuro del Paese. Si riprendano in mano i Superbonus e si completi la loro efficacia almeno per le imprese che stavano operando con questo provvedimento. Siamo consapevoli che l’impalcatura del 110 presenta alcune criticità, che erano prevedibili in fase di stesura dello stesso, ma ormai bisogna dar respiro a chi ha iniziato i progetti. Ne va della credibilità del Paese.
Per questo mi auguro si trovi una soluzione rapida e di buon senso, innanzitutto per ‘liberare’ i crediti fiscali incagliati ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, oltre a scongiurare la miriade di contenziosi legali che si aprirebbe inevitabilmente a causa del blocco dei cantieri avviati, a danno dei cittadini che hanno commissionato i lavori e che ora li vedono messi a rischio”.
Si chiameranno Unità di Continuità Assistenziale (Uca) ma il personale sarà lo stesso: dal 30 giugno scade la legge che aveva previsto l’impiego dei medici Usca. “La Regione ha chiesto – ha detto l’Assessore Filippo Saltamartini - la proroga fino al 31 dicembre 2022, ma la richiesta ancora non è stata accolta”. Per queste ragioni una Nota diramata del Dipartimento Salute della Regione Marche su direttiva dell’Assessore regionale alla Sanità prevede la possibilità di Utilizzare l’esperienza del personale operante nelle Unità Speciali di Continuità Assistenziale nella cura del Covid e per alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso delle Marche, fino al 31 dicembre 2022.
Nella sostanza, spiega l’assessore, il personale medico ha la possibilità di continuare la sua attività attraverso l’istituto della prestazione in qualità di continuità assistenziale o attivando contratti CO.CO.CO per la gestione domiciliare dei pazienti Covid ma anche per la cura dei codici bianchi nei Pronto Soccorso delle Marche.
Tra i compiti dei medici ci sarà infatti la presa in carico e il follow up dei pazienti domiciliari durante i focolai epidemici. La nota si è resa necessaria, come detto, per garantire la continuità dell’assistenza nel periodo di passaggio tra la dismissione delle Usca e la nascita delle UCA previste dal DM 77 del 2022, (equipe composte da un medico ed un infermiere ogni 100 mila abitanti).
Gli incarichi di lavoro autonomo saranno offerti sia al personale medico già operante nelle USCA in scadenza al 30 giugno 2022, sia ai medici specializzandi iscritti all’ultimo e penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione. Si tratterà, di norma, di incarichi di 24 ore settimanali della durata di tre mesi, prorogabile al massimo fino al 31 dicembre 2022.
Si è riunito questa mattina il Comitato paritetico di Protezione civile per fare il punto sull’emergenza idrica nelle Marche. Hanno partecipato, oltre all’assessore alla Protezione Civile e Ambiente, Stefano Aguzzi e i dirigenti regionali, i rappresentanti delle cinque Prefetture marchigiane, dei 5 ATO competenti a livello provinciale e l’Anci. Sono state analizzate dettagliatamente le situazioni nelle singole province marchigiane e si è rilevata una criticità pressoché uniforme su tutto il territorio regionale a causa delle mancate precipitazioni e delle alte temperature.
“Ma – come ha riferito l’assessore Aguzzi – le maggiori criticità si riscontrano nell’Ascolano perché, a seguito del sisma del 2016, alcune sorgenti hanno deviato corsi ed è diminuita la portata di captazione per cui si dovrà ricorrere ad alcuni pozzi che vengono attivati solo nelle emergenze; stessa situazione critica anche nel Pesarese per quanto riguarda l’approvvigionamento di acqua potabile, in particolare nelle città di Fano e Pesaro".
"Queste città, infatti, prelevano dal fiume Metauro che dall’invaso di Tavernelle e di Colli al Metauro è ad oggi a meno del 50% delle sue potenzialità. Gli altri invasi – di Fossombrone e del Furlo – sono sotto la soglia storica anche se mantengono una capacità residuale per garantire per alcuni giorni l’approvvigionamento idrico senza passare ai razionamenti. Ma poiché non sono previste precipitazioni, nei prossimi giorni sarà necessario attingere ai pozzi del Burano e di Sant’Anna come è stato fatto lo scorso anno".
“La situazione quindi, come si presenta ad oggi -– ha evidenziato l’assessore – ci impone una necessità: inviteremo tutti i Comuni, in maniera generalizzata, ad emettere ordinanze di divieto di consumo di acqua per attività non essenziali, quali lavaggi auto, riempimento di piscine private o irrigazione di prati e giardini. Ordinanze da emanare immediatamente su cui sarà necessario un forte controllo per l’osservanza degli obblighi".
In conclusione l’assessore Aguzzi ha anche sottolineato la necessità di una programmazione per i prossimi anni riguardo ad un maggior immagazzinamento dell’acqua piovana durante l’inverno per sopperire in qualche misura alla carenza idrica. Domani , inoltre, si terrà un incontro a Pesaro, tra Regione e Provincia con Enel e Greenpower, per attivare fin da subito le attività di pulizia degli invasi lungo il Metauro iniziando dall’invaso del Furlo. “Un impegno che ci eravamo presi – ha concluso l’assessore- e che intendiamo portare avanti con celerità.
Viene sbalzato fuori dal trattore e muore. Il tragico incidente è avvenuto questa mattina, alle 12:30, nelle campagne di Piandimeleto, in località Calzoppo. A perdere la vita un agricoltore di 85 anni.
Il mezzo agricolo su cui l'uomo stava lavorando, per cause in fase di accertamento, si è ribaltato per poi precipitare in un dirupo. L'anziano è stato sbalzato fuori dalla cabina, subendo ferite mortali. A nulla è valso l'intervento del personale medico del 118, allertato da un coltivatore che si trovava nei pressi del luogo in cui si sono svolti i fatti. Non si è potuto far altro che constatare il decesso dell'85enne.
Sul posto anche i vigili del fuoco, con una squadra di Macerata Feltria, che ha provveduto dapprima al recupero del corpo della vittima e successivamente alla messa in sicurezza dell’area dell’intervento. Presenti anche i carabinieri e gli ispettori dell'Asur.
“Prevediamo un aumento delle tariffe autostradali intorno all'1,5%. Parliamo veramente di poco, ne stiamo discutendo in questa fase con il ministero. Sarebbe previsto dal piano economico finanziario a partire da fine giugno-luglio di quest'anno.
Ricordo che le nostre tariffe sono rimaste bloccate a partire dal 2018". È quanto dichiarato da Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, a margine di un evento nella sede della Regione Toscana a Firenze.
Tomasi ha quindi evidenziato il serio problema dei rincari di energia e materie prime. "In questi primi sei mesi noi abbiamo avuto un incremento importante in termini di costi dei materiali che varia dal 20 al 30% mediamente, poi ci sono voci di prezzo con incrementi superiori anche a questo”.
“Questo non può essere un meccanismo col quale blocchiamo i nostri investimenti - ha aggiunto -. Anzi, dobbiamo continuare a investire nella speranza che poi ci sia anche un elemento speculativo in questa fase che possa in qualche modo rientrare, non possiamo non pensarlo".
(Fonte Ansa)
Mercoledì ci confronteremo con Prefetture, Ato e Anci per concordare azioni preventive alla limitazione d'uso delle risorse idriche". Lo rende noto il capo della Protezione civile regionale delle Marche Stefano Stefoni.
"Nelle Marche al momento non c'è una emergenza conclamata - spiega -, anche se stiamo monitorando il fiume Metauro e il fiume Tronto che mostrano già a giugno un livello d'acqua che solitamente vediamo solo ad estate inoltrata". Obiettivo del confronto, "uniformare le strategie di intervento a livello regionale".
Tra le possibilità al vaglio "l'uso non indiscriminato della risorsa idrica per alcune aree". Il confronto si terrà online. Stefoni spiega che "il fiume Metauro e il Tronto presentano un livello abbastanza basso di acqua, mentre il Musone con la diga di Castreccioni a monte al momento non preoccupa".
L’IIS “Garibaldi” di Macerata al Vittoriale, a Gardone Riviera (provincia di Brescia). La scuola maceratese, diretta dalla professoressa Antonella Angerilli, ha superato la selezione nazionale nel bando indetto dalla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani per le scuole di ogni ordine e grado, in occasione della ricorrenza dei 100 anni di questo complesso monumentale.
Il concorso aveva l’obiettivo di far conoscere l’opera e l’arte di Gabriele D’Annunzio, dei luoghi che ne conservano la testimonianza, per offrire una riflessione sul Vittoriale, quale realtà museale in divenire, sempre attenta a promuovere percorsi didattici interdisciplinari in ambito storico-artistico-letterario-naturalistico.
La Fondazione ha accolto la candidatura della classe IV A, indirizzo Gestione Ambiente e Territorio, la cui proposta era uno studio-ricerca attivata dai docenti che, partendo dalla produzione letteraria del poeta e leggendo nello specifico i romanzi Il Piacere e L’Innocente, ha permesso di strutturare un’Unità di Apprendimento (UdA) interdisciplinare finalizzata a promuovere la metodologia didattica per competenze.
Dallo studio dei romanzi, del contesto storico e artistico dell’autore e del panorama internazionale, la classe, unica nelle Marche ammessa a partecipare, ha individuato alcuni aggettivi per descrivere la personalità di D’Annunzio e ha associato a questi una serie di essenze vegetali e floreali, distinte in nota di testa – di cuore – di fondo, che hanno costituito la traccia per produrre nel laboratorio di Trasformazione dei prodotti, un idrolato, un estratto di olio e un profumo all’essenza di magnolia, denominato Aroma d’Elena, perché ispirato alla protagonista femminile del romanzo Il Piacere.
La mimesi e l’imitazione della natura alla base della progettazione formale del flacone hanno ispirato due edizioni, una con colorazioni che citano le cromie delle foglie, dei petali e del ricettacolo della Magnolia, l’altra che, in occasione del centenario del Vittoriale, celebra i vividi colori rosso laccato, azzurro ed oro della aneddotica Sala della Cheli.
Attraverso le strumentazioni presenti nel Laboratorio Stem dell’Istituto Agrario di Macerata, la classe ha prodotto uno studio tridimensionale della boccetta e ha creato il prototipo con la stampante 3D; ha realizzato un materiale cartaceo e uno multimediale al fine di sviluppare e rappresentare l’azione creativa degli studenti a vari livelli d’impegno scolastico.
La classe, accompagnata dagli insegnanti Grazia Di Petta, Paolo Cera e Francesco Maria Mogianesi, ha poi presentato il percorso e il prodotto presso l’Auditorium del Vittoriale degli Italiani, accolti dal Presidente Giordano Bruno Guerri. «Abbiamo visto un progetto didattico realizzato con studio e passione e ascoltato i ragazzi presentare in maniera disinvolta e preparata il loro lavoro» è stato il ringraziamento della Direttrice del Garda Musei, la dottoressa Giovanna Ciccarelli.
Anche attraverso questa esperienza l’Istituto Agrario si conferma essere una scuola che cura la formazione integrale della persona, affiancando allo sviluppo di competenze di natura scientifica quelle storico letterarie.