In discesa il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche (213; -6 rispetto a ieri) ma risultano raddoppiati i degenti in Terapia intensiva (9; +5). Invariati, inotre, i pazienti in Semintensiva (8), mentre sono in forte calo i ricoveri nei reparti non intensivi (196; -11). Lo rende noto la Regione Marche nel consueto bollettino giornaliero.
Sono 677 i casi di positività rilevati nelle ultime 24ore (numero basso come di consueto dopo il weekend), sulla base di 1.785 tamponi, con l'incidenza ogni 100mila abitanti che scende a 914,43 (il giorno precedente era 932,787).
Cinque le persone decedute in un giorno; il totale regionale di vittime sale a 4.031. In forte diminuzione il numero di quarantene: ora sono 25.454 (-1.802) tra le quali sono 94 con sintomi. Attualmente sono 50 le persone in osservazione nei pronto soccorso e due ospiti di strutture territoriali.
I vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina, intorno alle 8, in via del Novecento a Pesaro per l’incendio scoppiato nella farmacia Peroni. Quando i dipendenti sono entrati hanno trovato le fiamme e il fumo nella zona del bancone e solo l'intervento tempestivo dei pompieri ha evitato la devastazione degli ambienti.
La squadra sul posto ha spento le fiamme nel locale e, a scopo precauzionale, sono state evacuate tutte le persone presenti sia al piano superiore che nei locali adiacenti.
Ingenti però i danni alla struttura, sul posto anche la polizia che ha chiuso la via. Secondo le prime ipotesi, il fuoco è partito a causa di un corto circuito del congelatore. Non risultano feriti o intossicati.
Da oggi freno al telemarketing selvaggio, ma non si potranno bloccare i call centeri esteri. Il nuovo Registro pubblico delle opposizioni disciplinerà il trattamento delle numerazioni telefoniche nazionali fisse e mobili degli utenti e dei corrispondenti indirizzi postali, e si applicherà a tutte le comunicazioni telefoniche con qualunque mezzo effettuate - sia tramite operatore, sia mediante sistemi automatizzati di chiamata - oppure tramite posta cartacea, finalizzate all'invio di materiale pubblicitario, alla vendita diretta di beni e servizi e al compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
COME CI SI ISCRIVE - Ciascun utente può chiedere al gestore del Registro che la numerazione della quale è intestatario o il corrispondente indirizzo postale siano iscritti nel registro per opporsi al trattamento dei propri dati per fini di telemarketing o per il compimento di ricerche di mercato.
L'iscrizione avviene gratuitamente secondo le seguenti modalità: - web, compilando il modulo elettronico alla pagina www.registrodelleopposizioni.it - telefono, chiamando il numero verde 800 265 265 - email, inviando l'apposito Modulo all'indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it - raccomandata. Gli iscritti possono revocare in qualunque momento la propria opposizione nei confronti di uno o più operatori. Con l'iscrizione al registro si intendono revocati tutti i consensi precedentemente espressi, con qualsiasi forma o mezzo, che autorizzano il trattamento di numerazioni telefoniche nazionali.
COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI - L'operatore di telemarketing che utilizza i dati presenti negli elenchi telefonici pubblici è tenuto a verificare con il RPO le liste dei potenziali contatti, tramite una serie di servizi disponibili sul sito del registro stesso. Gli operatori sono tenuti a registrarsi al sistema gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni e a comunicare la lista con i dati che intendono contattare. Il Gestore, mettendo a confronto le informazioni contenute nel Registro e la lista dei contatti fornita dall'operatore, eliminerà da quest'ultima tutti i dati degli abbonati che hanno richiesto di non ricevere comunicazioni commerciali indesiderate
VIGILANZA E SANZIONI - In caso di violazione delle disposizioni, le società di telemarketing rischiano sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 milioni di euro, e per le imprese sono previste multe fino al 4% del fatturato totale annuo. Gli utenti possono denunciare abusi e il mancato rispetto del Registro da parte di call center e operatori inviando una segnalazione attraverso il sito del Garante per la privacy.
BUSINESS DA 4 MILIARDI DI EURO - In base ai dati forniti dal Codacons, il telemarketing rappresenta in Italia un business da circa 4 miliardi di euro annui, e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d'affari, per l'intera filiera, stimabile in 40 miliardi di euro.
Nel nostro paese si contano circa 1.400 aziende di call center in "outsourcing" per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. Considerati anche i call center interni alle aziende (telefonia, energia, banche, ecc.) il settore registra circa 120.000 occupati. Un fenomeno quello del telemarketing che, secondo il Codacons, si è fortemente intensificato negli ultimi mesi al punto da arrivare oggi ad una media di 5 telefonate commerciali a settimana ricevute da un utente medio che dispone sia di linea fissa che di linea mobile.
Questa mattina, nella chiesa di San Domenico, c'è stato l'ultimo commosso saluto a Luigi Taborro, cavaliere del lavoro e fondatore dello Scatolificio Sios di San Severino, scomparso nella giornata di domenica all’età di 98 anni. Taborro ha vissuto una vita irta di difficoltà, come tutta la nazione, negli anni a cavallo tra i due conflitti mondiali, durante la seconda guerra mondiale e nel secondo dopoguerra. Come tanti è stato emigrante in Argentina, ma nel ’55 è rientrato in Italia, perché troppo legato alla sua terra, e ha deciso di mettersi in gioco.
Lo spirito d’autonoma iniziativa, assieme ad altri soci, lo ha portato ad avviare un laboratorio per la produzione di zoccoli in legno, successivamente riconvertito in produzione di ciabattine infradito o a fasce, tanto in uso negli anni ’60. Ma quel lavoro non gli dava soddisfazione e così, nel 1969, in un sottoscala del paese, ha avviato un laboratorio per la produzione di scatole in cartone. È nato così lo scatolificio Sios, azienda che la seconda generazione ha cresciuto e sviluppato grazie al fare dei figli Gualtiero e Sante.
Il Cavalier Luigi Taborro era solito spendere un’oretta giornaliera visitando l’azienda e intrattenendosi cordialmente con le maestranze. Non nascondeva l’orgoglio di aver visto la sua creatura crescere tra le più performanti del centro Italia. La scomparsa di sua moglie Maria, qualche mese fa, lo aveva molto provato, ma ne era uscito; solo un episodio di salute sopravvenuto tre mesi fa lo aveva fiaccato in maniera importante. Cattolico praticante, nella vita si è occupato del sociale dando il proprio apporto a varie organizzazioni locali. Personaggio affabile, serio e con un innato spirito ironico, Luigi Taborro ha vissuto e insegnato i grandi valori del lavoro e dell’onestà. In oltre 60 anni di attività, grazie al suo impegno iniziale e successivamente a quello dei figli, ha contribuito nel dare opportunità di lavoro a tante persone del luogo.
I dati della Regione indicano che il numero dei nuovi positivi rilevati nelle ultime 24 ore torna salire: 3.104 (ieri erano meno di mille anche per l'effetto lunedì con meno tamponi analizzati), mentre continua scendere il tasso di incidenza cumulativo, che arriva a 1.049,93 su 100mila abitanti (ieri 1.091,09).
In lieve aumento i ricoveri legati al covid negli ospedali marchigiani: 191, +2 su ieri, dei quali 6 in terapia intensiva, 11 in semi intensiva, 174 in reparti non intensivi. In aumento anche le persone in osservazione nei pronto soccorso, 62, +4, e ci sono anche 2 ospiti di strutture territoriali di area post critica.
Con 7 decessi nelle ultime 24 ore, le Marche sfiorano le 4.000 (3.999) vittime dall'inizio dell'emergenza pandemica legata al covid. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare scendono da 29.579 a 28.378, di cui solo 138 con sintomi.
Il transito di aria più fresca sull'Europa centrale determinerà un aumento dell'instabilità atmosferica con lo sviluppo di rovesci o temporali. Per questo la Protezione civile regionale delle Marche ha emesso un’allerta gialla valida per tutta la giornata di mercoledì 27 luglio.
In base al bollettino meteo della Regione, il cielo si presenterà sereno o poco nuvoloso con aumento della copertura da fine mattinata per la formazione di nubi cumuliformi nelle zone interne in estensione alla fascia collinare e costiera. Diminuzione della nuvolosità dalla nottata.
Dalla tarda mattinata rovesci o temporali sparsi, localmente di forte intensità nelle zone collinari e costiere in estensione anche alla fascia basso collinare e costiera in particolare del settore centro meridionale della regione. Le temperature saranno in diminuzione in particolare nei valori minimi. I venti saranno di brezza tesa nord occidentali, il mare poco mosso.
In merito agli assessori regionali candidabili in Parlamento per il prossimo 25 settembre, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli (Fdi) ha voluto frenare gli entusiasmi: "è tutto ancora molto prematuro. In giunta siamo concentrati sulla Legge 13 per la riforma sanitaria: un provvedimento che ridarà forza ai nostri territori e ci permetterà di costruire le risposte che tanto sono necessarie anche per un percorso importante rispetto alla diminuzione degli accessi nei pronto soccorso, al lancio delle Case della Salute e ad una rigenerazione dei territori dell'entroterra che sono rimasti senza medici di medicina generale. Contiamo di chiudere entro Ferragosto in Consiglio regionale"
“E’ in corso anche una discussione che riguarda le elezioni politiche – ha aggiunto Acquaroli - che nessuno di noi si aspettava potessero arrivare così presto. Ne discuteremo nelle prossime settimane: sono disposto a parlare con tutti e di tutto, ma per noi il governo della Regione rimane la priorità indiscussa".
Anche l'assessore regionale al Bilancio Guido Castelli (Fdi) si è pronunciato in merito alle prossime elezioni e, in particolare, sulla possibilità di una sua candidatura in Parlamento. "Non ho ancora ricevuto nessuna chiamata da Roma – ha spiegato – ma se dovesse arrivare la proposta, valuterò. A mio parere, è preferibile creare un governo politico, visto che quelli tecnici hanno dimostrato di non avere alla lunga la forza per fare le riforme".
L'assessore, inoltre, ha già escluso nei giorni precedenti che l’attuale crisi di governo possa in qualche modo compromettere i tempi per la ricostruzione nei Comuni del cratere. "I processi sono già avviati – ha sottolineato - e si tratta solo di dare esecuzione attraverso gli apparati amministrativi a quella che è una operazione di straordinaria importanza per la Regione. Solo per quanto riguarda i finanziamenti destinati alle imprese del cratere parliamo di circa 290 milioni di euro".
"Abbiamo preso nuovi provvedimenti che riguardano la provincia di Pesaro Urbino e non solo. Da oggi a mezzogiorno si è deciso di aprire il pozzo del Burano per 200 litri al secondo. La situazione dell'idropotabile infatti è maggiormente drammatica per questa provincia". Così l'assessore regionale alle Risorse Idriche delle Marche Stefano Aguzzi a proposito dell'emergenza idrica visto il perdurare del grande caldo. A margine del consiglio regionale, Aguzzi ha spiegato che il prossimo 2 agosto la Regione chiederà lo stato di emergenza al governo.
"C'è una riunione del comitato di emergenza prevista per quella data - ha dichiarato l'assessore - alla fine della quale scaturirà la richiesta di stato di emergenza. Aspettavamo di attivare il pozzo del Burano e di attivare le autobotti in zone montagna quindi i presupposti ci sono tutti".
Altra situazione di grossa sofferenza è infatti riscontrata nei luoghi di montagna del Maceratese - Ussita, Visso e Pieve Torina - dove ci sono degli allevamenti "che hanno grosse difficoltà per essere abbeverati e di conseguenza hanno richiesto servizio di autobotti”, ha spiegato Aguzzi. “Come lo scorso anno da parte nostra, della protezione civile, abbiamo deciso di fornirle". Il fiume Metauro, in provincia di Pesaro Urbino, "è quasi a secco e gli invasi sono al 20 per cento dalla loro potenzialità, quindi questione di pochi giorni e non ci sarebbe più acqua da attingere per gli acquedotti di Fano e di Pesaro.
“Vogliamo sperare - ha concluso - che l'apertura del pozzo del Burano possa bastare per gestire nei prossimi giorni questa emergenza, perché già abbiamo 150 litri al pozzo di Sant'Anna che è già attivato da una settimana e abbiamo ridotto di 150 litri il rilascio dell'acqua dagli invasi per mantenere vivo il fiume Metauro". In annate precedenti anni il pozzo era stato aperto per 300 litri e, "in casi di altissima emergenza anche per 400 liti si cerca di attenuare al massimo la pressione su quel territorio, su quella fonte di acqua per quanto sarà possibile".
Numeri tutti in calo per i covid nelle Marche con 1.980 nuovi casi in 24 ore (ieri 2.203) e l'incidenza che continua a scendere, arrivando a 1.099,27 (ieri 1.131,65) su 100mila abitanti, secondo i dati diffusi dalla Regione . Non ci sono stati ulteriori decessi nell'ultima giornata, e il totale resta fermo a 3.988.In calo anche i ricoverati: 202 ricoveri (-5 su ieri), di cui 6 in terapia intensiva, 13 in semi intensiva, 183 in reparti non intensivi. In aumento solo il numero delle persone in osservazione nei pronto soccorso: sono 61, +5 rispetto a ieri. Infine diminuiscono anche le persone in quarantena o isolamento domiciliare: sono 29.568 (ieri 30.521), di cui solo 154 con sintomi.
Con l'approvazione da parte della Giunta Regionale delle Linee di indirizzo relative agli Avvisi su Politiche attive e Formazione, si dà l'avvio anche nella Regione Marche al Programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori), che nell'ambito del Pnrr, costituisce il perno dell’azione di riforma delle politiche attive del lavoro. Un piano che conta come potenziali beneficiari un bacino di oltre 14 mila lavoratori marchigiani, molti dei quali in condizione di vulnerabilità.
«Il programma nazionale – dichiarano Rossella Marinucci, Cristiana Ilari e Renzo Perticaroli delle segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL- mette a disposizione opportunità e risorse molto rilevanti legate ad obiettivi che non possono essere mancati dalla nostra regione dove negli ultimi anni le vulnerabilità sociali e lavorative sono aumentate esponenzialmente a fronte di un mercato del lavoro poco inclusivo e spesso stagnante e a una debolezza strutturale delle politiche attive che hanno invece lo scopo di orientare, accompagnare e sostenere le persone nelle transizioni».
Cgil Cisl e Uil hanno espresso all’Assessore Aguzzi e a tutta la Commissione Regionale Lavoro le proprie preoccupazioni riguardo alcuni nodi strutturali che potrebbero rendere meno efficaci le azioni del Programma. Non risulta al momento adeguatamente definito e programmato un percorso di valida integrazione e cooperazione tra pubblico e privato.
Risulta carente, a detta dei sindacati, la rilevazione dei fabbisogni e delle opportunità lavorative nel territorio come prerequisito fondamentale per l’incrocio domanda/offerta e per la programmazione degli interventi di politica attiva e di formazione, slegata da politiche regionali di sviluppo, così come appare poco valorizzato l’orientamento al lavoro, ambito che necessita di alte professionalità e competenze e di un profondo radicamento territoriale con il sistema produttivo e con il sistema di istruzione e formazione.
Mancherebbe, inoltre, un coordinamento completo tra politiche attive e formazione, declinata in upskilling e reskilling, per produrre azioni sinergiche e coerenti di presa in carico della persona, in grado di portare a compimento l’inclusione lavorativa del soggetto vulnerabile.
«Le risorse del PNRR – proseguono Cgil Cisl Uil Marche - possono consentire anche alla nostra regione di attuare un programma di politiche attive efficaci che realizzi e metta in pratica una visione di sviluppo del nostro territorio capace di diminuire il numero di disoccupati e inattivi nel territorio, in gran parte giovani e donne. L’obiettivo, che non possiamo che auspicare essere ampiamente condiviso, deve essere quello di rafforzare le competenze di coloro che oggi sono ai margini del mercato del lavoro regionale e di creare lavoro stabile e di qualità per superare una inaccettabile precarizzazione del lavoro e delle vite delle persone».
Scendono i ricoveri per Covid-19 negli ospedali delle Marche dove si registrano però 4 morti nelle ultime 24 ore. Il dato dei pazienti ospedalizzati è di 202 persone contro i 216 di ieri (-14).
In terapia intensiva è stabile il numero di 7 ricoverati, leggera flessione in semi intensiva che sono 13 (ieri erano 14) mentre è cambiato il numero dei ricoverati in reparti non intensivi che sono 182, anche in questo caso in discesa (ieri erano 195).
In osservazione nei pronto soccorso si registrano 54 pazienti. Il tasso di incidenza continua a diminuire ed è di 1.223,94 su 100mila abitanti (ieri 1.273,94). In salita i nuovi positivi pari a 2.671 e le persone in quarantena o in isolamento domiciliare che sono 34.533, di cui 207 con sintomi.
Performance in peggioramento nelle Marche nella settimana dal 13 al 19 luglio per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.489), mentre c'è solo un lievissimo aumento (+0,6%) rispetto alla settimana precedente. Nella stessa settimana, sono risultati sopra la media nazionale i posti letto in area medica (20,5%) mentre sono sotto media nazionale i posti letto in terapia intensiva (3%) occupati da pazienti Covid 19.
La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 8,8% (media Italia 7,7%), cui si aggiunge la popolazione del medesimmo range d'età temporaneamente protetta, in quanto guarita dal Covid da meno di 180 giorni, pari al 6%. La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 10,8% (media Italia 10,8%), al netto dei guariti da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell'immediato, pari al 6,5%.
Il tasso di copertura vaccinale generale con quarta dose (persone immunocompromesse) è del 39,3% (media nazionale 58,4%); per gli over 80, ospiti Rsa e fragili fascia 60-79 si arriva 4,1% (media Italia 8,3%). La popolazione 5-11 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 20,4% (media Italia 35%) a cui aggiungere un ulteriore 2,2% (media Italia 3,3%) solo con prima dose.
Questo l'elenco dei nuovi casi per 100mila abitanti dell'ultima settimana suddivisi per provincia: Ascoli Piceno 1.523 (-6% rispetto alla settimana precedente); Macerata 1.344 (+7,7%); Fermo 1.328 (+7,8%): Ancona 1.224 (-2,2%); Pesaro e Urbino 948 (-4,7%).
Un nuovo tassello, l’ennesimo, del curriculum (incostituzionale?) tutto all’italiana. Il tango frenetico fra Mario Draghi e la maggioranza parlamentare è terminata con un franoso casquè del primo, deposto ufficialmente dalla carica di premier dopo i risvolti dell’ultimo voto di fiducia in Senato: 192 presenti, 133 votanti, 95 favorevoli, 38 contrari, 0 astenuti.
Nel giorno più lungo del sessantasettesimo esecutivo, a decretare la fine dell’èra draghiana, alla fine, è stato il convulso gioco di ruolo messo in piedi da M5s, Lega, Forza Italia (e Udc). O meglio: alla luce del documento (con i suoi 9 punti) ri-presentato dal comparto pentastellato nei giorni scorsi – e ancora una volta frenato dallo stesso presidente del Consiglio nel corso dei suoi ultimi interventi in aula –, il centrodestra compatto (titolari anche essi della maggioranza) hanno risposto ‘limitandosi’ alla formula lapidaria: “o noi o loro”.
Risultato: nessun voto, complice la risoluzione Casini poco gradita a Salvini, Berlusconi e soci. In sintesi, “nessun margine di trattativa: le regole di ingaggio sono chiare e chi vuole si tira fuori”. Diversamente, ai senatori del Movimento ('presenti non votanti') non è andata giù l’ennesima porta in faccia di Mario Draghi: “nessuna richiesta di pieni poteri”; “reddito di cittadinanza cosa buona, ma se non funziona è cattiva”; “il problema non è il Superbonus, ma i meccanismi di cessione che sono stati disegnati”.
Dal Quirinale fino a Palazzo Madama, e ritorno: la parabola del banchiere culmina con le nuove dimissioni presentate stamattina al presidente della Reppubblica Sergio Mattarella, il quale - prendendone atto - decreterà nelle prossime ore lo scioglimento delle Camere, in attesa delle prossime votazioni tra circa due mesi (data probabile il 25 settembre). Nel frattempo, il premier dimissionario rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Saluti, dunque, da Palazzo Chigi, epilogo che restituisce un tessuto politico più che mai lacerato: l’Italia rimane scoperta, senza governo (almeno sulla carta), con accordi internazionali e fondi Pnrr a rischio (soprattutto di subire ritardi e/o revisioni), scaricabarile da destra a sinistra (Salvini, uno specialista), smottamenti interni ai partiti vari ed eventuali (Gelmini e Brunetta ‘out’ da Forza Italia). Poco o niente sono valse le parole del segretario Pd Enrico Letta che dal suo account Twitter ha tuonato: “In questo giorno di follia, il Parlamento decide di mettersi contro l'Italia. Noi abbiamo messo tutto l'impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti".
E Giorgia Meloni (FdI) festeggia confondendo le democrazie con i regimi. “Mi ha stupito Mario Draghi, che viene in Aula e dice: 'Io mi volevo dimettere, poi la gente mi ha chiesto di restare e allora io decido di restare perché me lo hanno chiesto gli italiani'. Quando nacque il Conte II noi mettemmo in piazza 20.000 persone e fummo chiamati sovversivi. Loro hanno messo in piazza 100 persone a Torino e c'é stata una mobilitazione popolare. Nelle democrazie occidentali la volontà dei cittadini si manifesta con un voto libero e segreto, le parate le fanno nei regimi".
Tamponamento lungo l'A14, che resta chiusa al traffico. I vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina, pochi chilometri dopo il casello di Pesaro in direzione sud, per un incidente stradale che ha coinvolto un camion e un’autovettura. Ancora in corso di accertamento le cause del sinistro da parte della polizia autostradale.
La squadra dei pompieri di Pesaro, in collaborazione con i sanitari del 118, ha provveduto a mettere in sicurezza l'area dell'incidente e l'auto che - a seguito dell'impatto - è stata fortemente danneggiata nella sua parte anteriore. Non si segnalano feriti gravi. L’autostrada è rimasta chiusa al traffico per circa mezz’ora, poi riaperta su due corsie.
Salgono i ricoverati legati al Covid nelle Marche nelle ultime 24 ore: sono 216, + 7 i rispetto a ieri, secondo i dati diffusi dalla Regione Marche. In terapia intensiva risultano 7 i pazienti seguiti, 14 in semi intensiva, 195 nei reparti non intensivi. Sono 52 quelli in osservazione nei pronto soccorso.
I nuovi positivi registrati arrivano a 2.520 (erano 3.723 quelli di ieri), mentre continua a scendere il tasso di incidenza che arriva a 1.273,94 su 100mila abitanti (ieri 1.318,75). Non sono stati rilevati nuovi decessi nell'ultima giornata, e il totale delle vittime resta fermo a 3.972. Le persone in quarantena o in isolamento domiciliare sono 31.835, di cui però solo 215 con sintomi.
L’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera al Presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e ai presidenti delle Regioni, con la richiesta che sia diffusa e approvata la proposta di legge regionale per la totale applicazione e osservanza della sentenza Cappato n.242/19 della Corte costituzionale.
Le Marche saranno la prima regione italiana a discutere tale proposta di legge riguardante le procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale. Il gruppo assembleare del Partito Democratico delle Marche, infatti, ha accolto l’invito dell’Associazione e depositato, a prima firma del capogruppo Maurizio Mangialardi, la proposta di legge. Il testo verrà presentato in una conferenza stampa ad Ancona venerdì 22 luglio alle ore 12:00 nella Sala Ricci a Palazzo delle Marche, sede dell'Assemblea legislativa regionale, alla presenza di Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coasioni e di Mangialardi.
Tra gli obiettivi qualificanti, informa una nota, c'è la volontà di "garantire tempi certi di risposta del Servizio sanitario regionale nell'applicazione della sentenza 242/2019 affinché non si verifichi più quanto accaduto di recente con i casi di Federico Carboni, costretto a un calvario giudiziario di oltre 20 mesi, Fabio Ridolfi, che non ha retto l'estenuante attesa rinunciando all'iter per il suicidio assistito a favore della sospensione dei trattamenti di sostegno vitale previa attivazione di percorso palliativo con sedazione profonda e tempi diversi che in alcune ore lo hanno portato al decesso e 'Antonio', costretto a intraprendere un nuovo percorso giudiziario per aver ottenuto il via libera dal comitato etico senza però avere informazioni sul farmaco e sulle modalità di autosomministrazione".
“C’era una volta un avvocato che sfidò un banchiere”. Non è certo la favola da raccontare ai bambini prima della buonanotte: piuttosto, un romanzetto dal finale ancora aperto, e che se restasse tale avrebbe tutt’al più le fattezze di un buon best seller (con riserva dell’attuale crisi dell’editoria, s’intende). Tornando con i piedi per terra, il tutto si riduce alla ‘trepidante’ attesa di conoscere l’esito del prossimo voto di fiducia (prima al Senato e poi alla Camera) che decreterà il governo Draghi bis o ulteriori formule per tenere insieme i cocci dell’Italia fino al 25 settembre.
Nei giorni scorsi, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, aveva declinato a voce i 9 punti di quel documento che, di fronte alla sostanziale indifferenza del premier Mario Draghi, è stato in ultima battuta la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo l’uscita dai ranghi del ministro Luigi Di Maio, serviva ribadire una certa compattezza e (soprattutto) credibilità del comparto pentastellato agli occhi di una politica che ormai lo riteneva prossimo al tramonto.
Il “conto” è servito: reddito di cittadinanza, salario minimo, precariato, famiglie e imprese, transizione ecologica, Superbonus 110%, cashback fiscale, rateizzazione delle cartelle esattoriali e contrasto alla violazione delle prerogative parlamentari. Per alzare la voce e ridefinire il proprio ruolo anche all’interno dell’esecutivo, il M5s ha dovuto ricorrere il 14 luglio scorso alla formula dell’astensionismo rispetto all’ultimo ddl n. 2668 (cd. decreto aiuti), aprendo di fatto alla crisi di governo.
In queste ultime ore, anche all’interno della Regione Marche continua a crescere il dibattito sul futuro dell’esecutivo, eludendo di fatto le conseguenze strettamente materiali che gli italiani si troverebbero comunque a dover fronteggiare. Come se caro vita e crisi energetica non fossero già abbastanza. All’unica parlamentare maceratese dei 5 stelle, Mirella Emiliozzi, abbiamo chiesto un’analisi di questo delicato momento storico, in virtù anche del recente tavolo di confronto fra i vari rappresentanti e il loro leader.
Onorevole, cosa è emerso dall'ultima riunione del Movimento? È stata una riunione fiume, in cui il Presidente Conte ha esortato tutti ad esprimersi con franchezza, e così è stato. Il dato comune è l’estrema preoccupazione espressa da ognuno per le mancate risposte concrete ai problemi urgenti che impattano pesantemente sulla vita dei cittadini e che abbiamo posto nel documento che il Presidente Conte ha consegnato al premier Draghi. Un esempio su tutti: basterebbe una telefonata dello stesso presidente del Consiglio per disincagliare la questione della cessione dei crediti che sta strozzando migliaia di imprese, tecnici e famiglie.
Sul piano nazionale si può pensare che questa sia l'ennesima bagarre fra leader di partito. Ma una crisi adesso cosa comporta sul piano locale? Chiunque abbia letto il documento sui 9 punti presentato a Draghi dal M5S può facilmente rendersi conto che stiamo ponendo questioni concrete e urgenti che riguardano la vita di imprese e famiglie. Niente di più lontano da questioni politiche di lana caprina! E tengo a precisare che quel documento non è affatto un libro dei sogni, ma propone soluzioni molto precise a problemi altrettanto reali: esattamente quello che ci si aspetterebbe da un governo di unità nazionale in uno dei momenti più difficili della nostra storia.
Conte sta osando questo braccio di ferro con Draghi per ridare credibilità al Movimento dopo l'uscita di Di Maio? Sono molto amareggiata da quello che è successo. Credo che se si riuscisse a mettere da parte gli stereotipi e a ragionare nel merito, ci si renderebbe conto che in pochi anni un giovane e poco esperto M5S ha impresso a questo Paese una spinta mai vista prima, pur dovendo di volta in volta negoziare con forze politiche che, nonostante anni di governo, non hanno mostrato di riuscire ad interpretare i bisogni reali delle persone. Mi riferisco alle comunità energetiche e alla possibilità di auto consumare l’energia prodotta dal proprio impianto: se ci avessero ascoltato al tempo, il problema del caro bollette sarebbe molto meno pesante ora! Mi riferisco al Superbonus che permette di riqualificare e ristrutturare il nostro patrimonio immobiliare, di renderlo eco compatibile e, non ultimo, di stoppare la cementificazione, senza considerare l’eccezionale impulso economico che rappresenta. Mi riferisco al cash back che ha incentivato l’uso della moneta elettronica e la cui prosecuzione poteva essere l’inizio della risoluzione dell’annosa questione dell’evasione fiscale. E ancora lo Spazzacorrotti, il Codice Rosso e così via. Sicuramente tutto perfettibile, ma sbaglia chi fa.
Lei è stata subito convinta di seguire la linea di Conte? E perché? Io non ho scelto fra Conte e Di Maio. 14 anni fa mi sono unita a questo progetto iniziato con i meet up e che ho contribuito a realizzare. Credo che abbiamo ancora tanto da dire in termini di ambiente, di riorganizzazione industriale, sociale. Mi guardo intorno e, nonostante tutte le nostre imperfezioni, non vedo ancora nessun’altra forza orientata al futuro come il M5S, anzi, finora ho visto tante resistenze per mantenere lo status quo.
L'alleanza in virtù delle politiche 2023 continua a tendere verso il centrosinistra? Una simile eventualità implicherebbe comunione di intenti, non di convenienze. Anche l’appoggio ai temi che abbiamo messo sul tavolo del Presidente Draghi può essere indicativo. Vedremo.
Temete che certi leader di centrodestra possano sfruttare la situazione per ottenere ulteriore consenso in modo da essere decisivi alle prossime elezioni? Non è un timore, è una realtà. Da una parte è inevitabile che chi sta all’opposizione raccolga il malcontento, ma un conto è incanalare la protesta verso un progetto costruttivo (come ha fatto il M5S), e un altro è soffiare sul fuoco come purtroppo vedo fare pericolosamente dalle destre.
Lei cosa auspica da questa crisi di Governo? Nel mio mondo ideale mi piacerebbe che un uomo come Mario Draghi, che, certamente per capacità personali ha avuto tanto, arrivato alla sua età sentisse il desiderio di restituire altrettanto ai suoi concittadini. Tornando alla realtà, sarebbe sufficiente tracciare una linea, guardare cosa si è fatto, raddrizzare con decisione gli errori e andare avanti con quello che c’è ancora da fare, possibilmente con capacità di visione.
Per la mobilità interregionale di dirigenti scolastici nelle Marche si registrano 13 trasferimenti in uscita e 16 dirigenti che invece hanno ottenuto di venire a ricoprire l'incarico di capo d'istituto nelle scuole delle Marche. Le regioni di provenienza sono principalmente Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, ma anche Friuli Venezia Giulia e Umbria.
Lo fa sapere l'Ufficio scolastico regionale. Pubblicati dall'Usr gli esiti approvati dal direttore generale con decreto del 15 luglio della mobilità dei capi d'istituto per l'anno scolastico 2022/23. Come ogni anno, le operazioni hanno riguardato, in generale, "le richieste di trasferimento o di permanenza nell'attuale sede allo scadere del proprio contratto al 31 agosto prossimo, la mobilità conseguente allo scadere del terzo mandato consecutivo nella stessa sede, le domande di mobilità interregionale in uscita e in ingresso e i mutamenti d'incarico resisi necessari in caso di sottodimensionamento o di soppressione o ristrutturazione dell'istituto a seguito delle disposizioni previste dal piano regionale di dimensionamento della rete scolastica".
Le sedi rimaste vacanti e disponibili "a conclusione di tutte le operazioni saranno destinate con successivi provvedimenti del direttore alle nuove assunzioni in ruolo, nei limiti del contingente che sarà assegnato alle Marche dal Ministero, o a reggenza per mezzo di un apposito avviso pubblico, come per le 14 istituzioni scolastiche che per il prossimo anno scolastico risulteranno sottodimensionate". Per queste ultime, peraltro, "fino al 2024 è stata prorogata la disposizione che ridefinisce il criterio numerico per dichiarare una scuola sottodimensionata da 600 a 500 iscritti (300 per le istituzioni situate nei comuni montani).
Questo consentirà nel 2022/23 di definire formalmente 13 scuole come 'normo-dimensionate'. Il che, tuttavia, non comporterà un incremento del numero dei posti di dirigenti scolastici disponibili per la loro copertura, per cui, salvo casi particolari, il totale delle reggenze annuali nelle Marche continua ad essere dato dal totale delle Istituzioni scolastiche con un numero di allievi inferiori a 600 (400 nei comuni montani)".
Torna di nuovo a salire l'incidenza di casi Covid-19 nelle Marche dopo una sola giornata di calo: ieri il valore era sceso, per la prima volta dopo settimane di aumenti, da 1.354,99 a 1.349,37; oggi l'incidenza si porta invece a 1.360,37.
Nell'ultima giornata, comunica la Regione, i positivi rilevati sono stati 2.958 (20.460 il dato settimanale) sulla base di 7.332 tamponi. Tre ricoverati in più per Covid (ora il totale è 187) di cui sei in Terapia intensiva (invariato rispetto a ieri), 13 in Semintensiva (-7) e 168 in reparti non intensivi (-10); in osservazione nei pronto soccorso (non considerati tra i ricoverati) ci sono 31 persone.
Intanto il numero di persone in quarantena cresce ancora (31.620; +824). Nelle ultime 24ore si sono registrati altri tre decessi correlati alla pandemia e il totale regionale di vittime arriva a quota 3.966.
"Mi getto sotto il treno": ragazzo localizzato a Marotta di Mondolfo e salvato dagli agenti della polizia di stato. Il giovane aveva comunicato le proprie intenzioni in una telefonata ai genitori, aggiungendo che era alla stazione di Ancona.
Il padre, comprensibilmente preoccupato, ha chiamato la sala operativa della polizia ferroviaria di Ancona fornendo la descrizione del figlio e quello che aveva dichiarato di voler fare.
L'allarme, scattato immediatamente, ha interessato simultaneamente sia gli operatori di polizia in servizio presso la stazione di Ancona e sul territorio, sia i responsabili della circolazione ferroviaria per l'opportuna limitazione di velocità dei treni.
Fondamentale l'opera dell'agente della sala operativa della Polfer di Ancona che è riuscito a parlare al telefono con il giovane, cercando di convincerlo a rinunciare ai suoi propositi e soprattutto guadagnando preziosissimi minuti che sono serviti ai poliziotti per rintracciare il ragazzo.
Questi, infatti, è stato localizzato nei pressi di Marotta, quindi la sua posizione, fornita ai colleghi della zona, ha permesso ai carabinieri della compagnia di Fano, di trovarlo e metterlo in sicurezza.