È stata adottata la delibera riguardante la realizzazione delle aree attrezzate per finalità turistiche, in località Le Calvie. Un intervento che gli uffici comunali stanno portando avanti e che ha tra gli obiettivi il rilancio turistico attraverso aree camper attrezzate che si vanno ad aggiungere a quelle già presenti.
La zona, se necessario, potrà essere utilizzata anche come area di stazionamento della popolazione in caso di emergenza dal momento che dovrà essere inserita nel piano comunale di Protezione civile. Per l’opera erano stati stanziati 370mila euro con ordinanza dal commissario speciale alla ricostruzione.
Il provvedimento è stato trasmesso al responsabile del settore edilizia e urbanistica affinché provveda ad aggiornare la configurazione del piano regolatore generale del Comune di Camerino alla variante parziale approvata unitamente al progetto definitivo dell’intervento. Al contempo è stato trasmesso al responsabile del settore lavori pubblici affinché provveda a inserire l’area attrezzata all’interno del piano comunale di emergenza di Protezione civile.
Fervono i preparativi in Ateneo per l’edizione 2022 di Porte Aperte in Unicam, il consueto appuntamento dedicato all’orientamento alla scelta universitaria. Quest’anno gli incontri si terranno in presenza il 18 e 19 febbraio a Camerino. Le giornate dedicate alla scelta degli studi universitari rappresentano ormai un appuntamento importante per conoscere da vicino i corsi di laurea e i loro sbocchi professionali, attraverso un confronto diretto con docenti, tutor e personale dei servizi dell’ateneo.
Docenti, ricercatori, professionisti, studenti universitari e personale Unicam, saranno a disposizione dei partecipanti per illustrare l’offerta formativa dell’Ateneo e per ogni approfondimento ed informazione. Le registrazioni dei partecipanti inizieranno alle ore 9.00, mentre alle ore 9.30 si avvieranno le attività dei corsi di studio che dureranno per tutta la mattinata, dislocate nei diversi poli didattici.
Per consentire la più ampia partecipazione degli studenti delle scuole superiori di tutta Italia sono previsti inoltre anche appuntamenti in modalità telematica il 23 febbraio, il 14 marzo ed il 7 aprile. Sempre on line saranno anche gli appuntamenti per conoscere da vicino le numerose lauree magistrali attivate dalle Scuole di ateneo, previsti per il 4 marzo, il 21 aprile ed il 20 maggio
“Questa iniziativa rappresenta sempre – ha sottolineato la professoressa Valeria Polzonetti, delegata del rettore per l’Orientamento – un importante momento di contatto in cui le ragazze ed i ragazzi che interverranno avranno l’opportunità di avere tutte le informazioni per iniziare a ‘costruire il proprio futuro’. Queste giornate dedicate alla scelta del proprio percorso universitario rappresentano un appuntamento importante per conoscere Unicam, i corsi di laurea ed i loro sbocchi professionali, attraverso un confronto diretto con i docenti e gli studenti dell’Ateneo”.
“Gli open day rappresentano una grande opportunità – ha ribadito il Rettore Unicam Claudio Pettinari – per illustrare al meglio l’offerta formativa del nostro Ateneo, un Ateneo vivo e vivace che non si è mai fermato, né con il sisma né con la pandemia, garantendo alle studentesse ed agli studenti tutti i servizi, le attività didattiche e la possibilità di conseguire il titolo di studio nei tempi previsti.
Non solo: anche per il prossimo anno accademico ci saranno importanti novità nell’offerta formativa per adattarla prontamente alle esigenze del mercato del lavoro. Abbiamo posto l’attenzione su tutti i punti di forza e le eccellenze di Unicam, attraverso i quali formeremo donne e uomini capaci di essere attori consapevoli dello sviluppo del nostro Paese”. Il programma completo di tutte le giornate ed il modulo di partecipazione sono disponibili nel sito https://orientamento.unicam.it
In occasione della Giornata Internazionale dell'Epilessia, lunedì 14 febbraio, la statua dedicata a Francesco Vitalini si illuminerà di viola. Anche Camerino aderisce all’iniziativa simbolica promossa dall’Anci accendendo uno dei suoi monumenti più rappresentativi.
L'epilessia è una delle malattie neurologiche croniche più diffuse al mondo, colpisce 50 milioni di persone di diversa età, sesso ed etnia. È anche una condizione curabile: il 25 per cento dei casi è prevenibile e più del 70 per cento delle persone affette da epilessia potrebbe vivere una vita senza crisi epilettiche se avesse accesso a un trattamento sanitario appropriato.
Solo in Italia si registrano oltre 500mila persone affette da questa patologia. Accanto alle problematiche cliniche, spesso si è costretti ad affrontare anche pregiudizi legati alla mancanza di conoscenza che generano sconforto e isolamento non solo nelle persone che soffrono, ma anche nei loro familiari.
I militari della Compagnia Carabinieri di Camerino, nel corso di controlli, hanno denunciato, la scorsa notte, un uomo poiché trovato alla guida di un’autovettura di sua proprietà sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La successiva perquisizione svolta a carico del quarantatreenne ha consentito ai militari il recupero di un involucro contenente cocaina. Oltre alla denuncia, è scattato per l’uomo il ritiro della patente di guida e il sequestro dell’autovettura.
Nell’ambito della stessa attività di servizio a Matelica, i militari della locale stazione hanno effettuato una perquisizione che si è conclusa con il sequestro di hashish e marijuana a carico di un giovane ventitreenne e il deferimento all’Autorità Giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio.
Venerdì 11 febbraio, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, l’Università di Camerino ha organizzato l’evento “Scienza: femminile singolare”.
L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali del Rettore Unicam Claudio Pettinari, della ProRettrice alle Pari Opportunità, Tutela e Garanzia della Persona Barbara Re e dalla Presidente del CUG-Comitato Unico di Garanzia Stefania Silvi, cui è seguito un videosaluto da parte della prof.ssa Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università. Sapienza di Roma e delegata CRUI alle Pari Opportunità.
Hanno poi raccontato le loro esperienze di giovani scienziate cinque laureate attualmente impegnate in importanti centri e laboratori di ricerca in Italia e all’estero: Martina Capriotti laureata in Biologia marina, attualmente Postdoctoral Research Associate at University of Connecticut; Gemma Di Federico laureata in Computer Science, attualmente PhD student presso la Technical University of Denmark (DTU); Silvia Grilli laureata in Biological Sciences, diplomata alla Scuola di Studi Superiori UNICAM “Carlo Urbani”, attualmente PhD student all’Imperial College di Londra, Faculty of Natural Sciences, Department of Life Sciences; Cristina Sgattoni laureata in Matematica, diplomata alla Scuola di Studi Superiori UNICAM “Carlo Urbani”, attualmente Postdoctoral researcher - Institute for Applied Mathematics “Mauro Picone” (IAC) del CNR di Firenza; Roberta Properzi laureata in Chimica e metodologie chimiche avanzate, attualmente ricercatrice post doc al Max-Planck-Institut für Kohlenforschung in Mülheim an der Ruhr in Germania
“Siamo assolutamente convinti – ha affermato il rettore Unicam Claudio Pettinari – che la scienza non abbia genere. E’ possibile per ogni uomo e per ogni donna essere persone di valore in ogni disciplina, e questa consapevolezza potrà aiutarci anche per il nostro futuro. In questo momento complesso per il nostro Paese, le donne stanno mostrando una grande capacità di fare ricerca, di gestire, di programmare, di progettare: donne e uomini insieme potranno dare delle risposte positive al nostro Paese”.
“Ringrazio di cuore le giovani ricercatrici, che considero ancora parte della comunità Unicam anche se sono orgoglioso di vederle realizzate professionalmente al di fuori dell’Ateneo, che hanno accettato con entusiasmo il nostro invito e sono state oggi protagoniste di questa giornata” ha concluso il rettore.
“Abbiamo fortemente voluto proporre questa iniziativa anche quest’anno – ha sottolineato la Prorettrice Barbare Re – per sottolineare ancora una volta quanto sia importante il contributo delle donne per il progresso scientifico e per cercare di avvicinare a questo affascinante mondo sempre più ragazze, grazie alle testimonianze delle nostre laureate, che ringrazio per essere state con noi, che hanno seguito con perseveranze le loro passioni e stanno ottenendo importanti successi”.
A volte capita che la distanza fra cittadino e forze dell'ordine si riduca all’interno di una comunità, quando la divisa riesce a diventare punto di riferimento nei momenti di maggiore difficoltà. Con il Luogotenente Junio Faiazza siamo andati alla scoperta dell’uomo che per quasi trent’anni ha rappresentato per la zona di Camerino una figura importante, degna di fiducia.
Lui nell’Arma dei Carabinieri ci è entrato ufficialmente nel 1995, motivato dalla passione e la voglia di dare un contributo attivo alla società. E da allora ha portato avanti il suo percorso, arricchito anche dal conseguimento di ben quattro lauree. Ma soprattutto, segnato profondamente dai terremoti del 1997 e del 2016 e dalle varie esperienze vissute all’estero in rappresentanza delle Marche e dell’Italia.
Il 14 febbraio 2022, Junio Faiazza lascerà il comando della Stazione di Camerino dove ha passato gli ultimi 6 anni della sua carriera e della sua vita, per essere trasferito a Grottammare. E proprio passeggiando per le strade di una città ancora vuota e silenziosa, ferita dal sisma, abbiamo ripercorso insieme lui le tappe più importanti di questa avventura.
Che momento è adesso per lei con questo trasferimento? È un cambiamento quasi drastico, perché ho passato più tempo in questa zona delle Marche che non nella mia terra d’origine. Una scelta difficile, ma era giunto il momento di cambiare.
Com’è cominciata la sua esperienza in divisa? Ero affascinato da due figure fondamentali dell’Arma dei Carabinieri: il comandante di Stazione e l’operatore R.O.S., per le operazioni speciali. Mi sono fatto conoscere e ho iniziato con le prime esperienze, fino al giorno in cui ho deciso di diventare Luogotenente.
E da allora la sua passione è rimasta immutata? Assolutamente sì. Il comandante di Stazione per me resta una figura inossidabile, la colonna portante dell’Arma dei Carabinieri. Questo ruolo mi stimola ancora oggi ad andare avanti.
Lei è riuscito a costruire un legame di fiducia con la comunità? Per me è la base di questo lavoro, se viene meno la fiducia del cittadino sento di aver fallito.
Qual è stata la prima tappa fondamentale del suo percorso? Diventare vice-comandante a Serravalle di Chienti, nel 1997. Purtroppo a pochi mesi dal mio arrivo ci fu il terremoto, nella frazione di Cesi. Fare i conti con quell’evento è stato un durissimo battesimo: fra le macerie, la disperazione e la voglia di ricostruire, il compito mio e dei miei colleghi era continuare a trasmettere sicurezza.
E dopo Serravalle di Chienti? Sono stato chiamato al R.O.S. di Roma, dove ho avuto la fortuna di collaborare direttamente con il famoso capitano Sergio De Caprio, detto “Ultimo” - alla ricerca dei latitanti mafiosi. Ma poi ho scelto di tornare come comandante alla stazione di Serravalle.
L’esperienza dell’antimafia cosa le ha trasmesso? Molto, ma lì devi essere invisibile: non sei “nessuno”. Come comandante a Serravalle invece cercavo il contatto diretto con le persone.
Nel 1997 il terremoto di Serravalle. Nel 2016 quello Camerino. Un’altra esperienza forte. Un evento così disastroso che nessuno si aspettava in cosi poco tempo, nello stesso territorio.
Come si è sentito in quelle occasioni? Di fronte a un evento del genere come un terremoto sisma ci si sente impotenti. Tutte le certezze svaniscono insieme al crollo della tua casa. E l’unica cosa che puoi fare è continuare a fare il tuo lavoro meglio che puoi: proteggere e assistere nella disperazione.
Qual è la cosa peggiore e quella migliore che si è sentito dire nella sua carriera? La migliore: “Grazie per quello che fate”. La peggiore: “Avete fallito”.
Dal 1995 nell’Arma, sono passati 27 anni. Ci sono state anche altre missioni fuori dall’Italia. Ho passato otto mesi in Palestina (2007), sei mesi in Bosnia (2009) e altri otto mesi in Afghanistan (2010-2011). Al tempo fui scelto perché sapevo parlare bene due lingue – inglese e spagnolo – e avevo la giusta predisposizione psicologica. Non sono missioni che può intraprendere chiunque.
Cosa ha trovato in quelle zone? Era tutto surreale: qualsiasi racconto non regge il confronto con la realtà. In Palestina a Hebron – città occupata - lo scopo della missione era aiutare rimanendo imparziali.
E oggi lasciare questa Camerino fantasma cosa significa? Anche questo è surreale, ma parto sereno: so di aver fatto tutto quello che potevo.
Domani che giorno sarà per Junio Faiazza? Mi aspetto di tutto, senza programmi. Per me si tratta di una nuova sfida, da vivere giorno per giorno. Sicuramente oggi ho con qualche buon valore in più da mettere al servizio della comunità.
Il rettore Claudio Pettinari, il pro rettore Vicario Graziano Leoni e il Ddrettore generale Andrea Braschi, hanno incontrato stamattina presso il nuovo edificio del polo di Informatica i neo assunti e coloro che hanno ottenuto progressioni nel proprio percorso professionale nel corso dell’ultimo anno, 87 persone sia tra il personale tecnico e amministrativo che quello docente e ricercatore.
“Oggi è il mio 33mo anno di lavoro in Unicam – ha esordito il rettore. Ricordo ancora l’emozione al momento della firma del contratto di lavoro, l’orgoglio di entrare a far parte di questa università e la curiosità sopraggiunta fin da subito di conoscere quella che era la comunità dell’Ateneo. Vi ho voluto qui oggi non solo per darvi il benvenuto in Unicam ma anche per darvi modo di iniziare a conoscere quella che è la comunità universitaria, la vera forza dell’Ateneo”.
“Voi, in quanto parte della comunità universitaria siete l’identità di questo Ateneo – ha affermato con orgoglio il rettore. Unicam si caratterizza proprio per questa comunità, che ha fatto sì che l’Ateneo sia arrivato a quasi 700 anni di storia. La nostra capacità di rispondere, di trovare soluzioni, di aiutare, di supportare, di condividere un percorso con le ragazze e i ragazzi che in questi anni ci hanno scelto: è questa la nostra identità, dimostrata facendo squadra anche di fronte a tutte le avversità”.
“La pandemia – ha proseguito il rettore – si è sommata al terremoto, ma insieme grazie alla nostra forza siamo riusciti ad affrontare tutto, tanto da essere considerati anche punto di riferimento a livello nazionale. Siamo soggetti attuatori e possiamo scegliere come realizzare gli interventi di ricostruzione per le nostre strutture, abbiamo effettuato una imponente campagna vaccinale, abbiamo messo al centro di tutto il nostro operato la sicurezza ed il benessere sia del personale che degli studenti, abbiamo avuto lo stesso numero di laureati e anche le matricole continuano a sceglierci con gli stessi numeri degli anni precedenti”.
Il rettore ha quindi concluso con una doppia esortazione: “Siamo Unicam, Sì amo Unicam. Buon lavoro a tutte e tutti. “Unicam ha creduto di poter cambiare quelli che erano dei problemi in opportunità: per questo si è mantenuta stabile e ha guadagnato credibilità. La nostra dimensione non grande deve diventare una grande opportunità: quando la massa è piccola anche l'inerzia è piccola e quindi con piccole forze possiamo effettuare grandi accelerazioni” – ha affermato il pro rettore vicario Leoni.
Ha concluso gli interventi il direttore generale Andrea Braschi. “È stato per me un onore entrare a far parte di questa comunità, nella quale ho visto un importante progetto che mi ha subito coinvolto, un’organizzazione viva e vitale e capace di rinnovarsi. Per affrontare tutta la mole di lavoro che ci aspetta, l'unica cosa di cui avremo bisogno sarà proprio il vostro entusiasmo; il mio augurio, quindi, è che possiate mantenerlo, come me, nei prossimi mesi per dare quella spinta che sarà decisiva per il futuro dell’Ateneo”. Chiamandoli e ringraziandoli uno ad uno, il Rettore ha poi consegnato loro una copia del Piano Strategico di Ateneo 2018/2023 e il Bilancio di Genere dell’Ateneo.
Fertitecnica Colfiorito e l’Università di Camerino hanno rinnovato la loro cooperazione con un accordo che evidenzia le potenzialità e le sinergie esistenti tra impresa e università. La partnership tra l’azienda di Colfiorito e Unicam è ormai decennale e si è concentrata negli anni su molteplici progetti di ricerca specifici e sul finanziamento di due dottorati di ricerca.
“E’ una collaborazione che è iniziata per vicinanza geografica, ma che si è sviluppata nel tempo con una sempre maggior condivisione di obiettivi, dalla collaborazione sullo sviluppo prodotti all’approfondimento delle caratteristiche benefiche dei legumi, con due dottorati di ricerca all’attivo. Una familiarità ormai così consolidata che ci è sembrata un’evoluzione naturale quella di cercare un’intesa ancora più allargata e profonda.”, dichiara Luca Mattioni, Vice Presidente e proprietario dell’azienda.
Con la firma dell’accordo-quadro è stato istituito un tavolo di lavoro in cui condividere progettualità, spunti di ricerca e potenziali attività coerenti con le competenze dei soggetti coinvolti. Un orizzonte che va oltre i singoli progetti e fa parte di un approccio aperto e dinamico all’innovazione.
“Per noi la collaborazione con i centri di ricerca è fondamentale. – spiega Alessio Miliani, Direttore Generale di Fertitecnica e coordinatore del tavolo dal lato dell’impresa – Pur essendo l’azienda leader di mercato nel settore dei legumi secchi, cereali e semi, abbiamo una squadra di ricerca e sviluppo di relativamente poche persone, che si concentra sulla capacità di ascolto del mercato e la combinazione di competenze trasversali".
"Per questo noi parliamo di 'Ricerca e Sviluppo Diffusa': dobbiamo saper integrare in modo aperto, rapido e dinamico le conoscenze e spunti che ci arrivano da aziende partner, mondo accademico e realtà internazionali come FAO, altro nostro partner storico, cementando il tutto con la nostra competenza dei prodotti. In questo mondo dove sempre di più accedere alle scoperte fatte è importante tanto quanto farne di nuove, i rapporti con le Università vitali per le PMI e lo saranno sempre di più" conclude Miliani.
L’obiettivo ambizioso del nuovo modello di cooperazione è fare da cornice ad una serie di iniziative che abbraccino l’intera filiera gastronomica, che viene studiata ed analizzata con un taglio trasversale attraverso le discipline delle scienze degli alimenti e della nutrizione, del management e marketing, del food design, del diritto alimentare e della storia e cultura dell’alimentazione.
Questo si presta ad ambiti che vanno dalla valorizzazione della qualità delle filiere alla capacità di intercettare le esigenze di consumo in evoluzione della popolazione, dalla progettazione di prodotti che siano contemporaneamente più ricchi, sostenibili e genuini assieme, fino a un approccio scientifico e trasparente alle frontiere offerte dalla nutraceutica.
“L’interdisciplinarietà delle tematiche è da sempre l’approccio con il quale Unicam affronta le attività di ricerca anche per una più utile applicazione dei risultati della stessa sul territorio – aggiunge il Prof. Gianni Sagratini, Direttore della Scuola di Scienze del Farmaco e Prodotti della Salute, coordinatore del tavolo per UNICAM – Riteniamo che il percorso intrapreso con il corso di laurea in Scienze Gastronomiche, vada nella direzione del confronto tra saperi e l’interdisciplinarietà dei contenuti, garantendo allo studente un valore aggiunto nella propria formazione oggi fondamentale per l’inserimento nel mondo del lavoro”
Soddisfazione anche da parte del Rettore dell’Università, Prof. Claudio Pettinari, direttamente coinvolto nel progetto di convenzione: “Con questo progetto si conferma ancora una volta non solo la vitalità dei nostri ricercatori, ma anche l’importanza delle attività di trasferimento tecnologico dell’innovazione prodotta all’interno dei nostri laboratori a beneficio dello sviluppo economico del territorio, attraverso il sostegno alle imprese che in esso vi operano, in questo caso a beneficio della valorizzazione dell’agroalimentare con un attenzione particolare alla sostenibilità”.
I primi progetti sono già in corso di discussione e, come d’abitudine per la dinamica realtà di Colfiorito, si propongono di arrivare a risultati tangibili come prodotti, convegni e pubblicazioni già nel corso del 2022.
“I nostri territori sono comunità di memoria, custodi di un patrimonio unico di storia, tradizioni, culture, e la scuola rappresenta una priorità da tutelare, valorizzare e far crescere in un’ottica di innovazione che arricchisca l’offerta formativa e renda fruttuoso frequentare i nostri istituti scolastici”.
È il presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino, Alessandro Gentilucci, ad annunciare che l’ente, nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne, ha emanato un avviso pubblico per l’affidamento dello sviluppo di una piattaforma digitale per la messa in rete delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
L'intervento prevede la creazione di aule e laboratori virtuali per lo svolgimento di sperimentazioni ed esercitazioni di gruppo con diverse classi, anche di plessi differenti. “È una scuola all’avanguardia quella che puntiamo a realizzare, basata su tecnologia e inclusione, una sfida che vogliamo vincere per dare certezza al futuro” conclude Gentilucci. Il bando è consultabile al seguente link: https://www.unionemarcadicamerino.it/. La scadenza per presentare la manifestazione d’interesse è il 12 febbraio 2022.
È stata presentata oggi alla stampa presso la sala dell’IRCR di Piazza Mazzini la nuova mostra culturale dal titolo “Macerata e il suo Territorio. Antiche mappe e vedute dal XVI secolo all’Unità d’Italia”, e che sarà aperta al pubblico gratuitamente da venerdì 11 fino a lunedì 21 febbraio presso gli Antichi Forni – in osservanza delle norme anti Covid. Una raccolta unica, inedita di 50 antiche mappe originali d’epoca, incise e stampate su carta, che raccontano l’evoluzione urbanistica di Macerata e di altre città della provincia: Camerino, Cingoli, Civitanova, Recanati-Loreto, San Severino, Tolentino, Treia e Visso.
La mostra è stata realizzata dall’architetto e collezionista Enzo Fusari - sostenuto dall’associazione LUTES, con il patrocinio del Comune, dell’IRCR e dell’Ordine degli Architetti – che da oltre 30 anni conduce le proprie ricerche sulla storia e la geografia della Regione Marche, arrivando nel tempo a raccogliere ben 200 carte di grande pregio e valore, alcune rare e mai pubblicate, di ottima conservazione e non presenti nelle biblioteche locali e regionali.
“Avrei voluto realizzare questa esposizione già due anni fa – ha dichiarato Fusari – ma la pandemia e il cambio di amministrazione comunale non l’hanno permesso. Sono felice oggi di mettere a disposizione di tutti questa mia passione: penso sia di fondamentale importanza conoscere il nostro passato per sapere dove siamo diretti. Queste mappe fanno emergere una storia che non è scritta, ma disegnata, e raccontano quella che è la nostra grandezza culturale e politica. Un punto di partenza molto importante per conoscere le radici della propria identità”.
Al tavolo della conferenza si sono succedute anche le parole di apprezzamento e soddisfazione rispetto all’iniziativa da parte del presidente LUTES Massimo Crucianelli, dell’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi, del presidente dell'Ordine Arch. Vittorio Lanciani e del presidente IRCR Giuliano Centioni.
“Il nostro obbiettivo è sostenere tutte le attività culturali che hanno a che fare con la nostra storia e il tessuto urbano – ha commentato Lanciani – in modo che si alimenti in maniera sempre più naturale la consapevolezza di chi lavora e di chi vive nel territorio marchigiano”.
“Quando mi fu proposta questa iniziativa – ha aggiunto l’assessore Iommi – ho aderito subito, perché ero certo della sua qualità. Una mappa è come il palcoscenico per un attore: se si conosce il contesto in cui una storia viene raccontata se ne percepisce meglio anche il senso e il messaggio”.
INTERVISTA
Dottor Fusari, qual è il messaggio nascosto nel suo lavoro? La mia è una ricerca di verità. La geografia non può fare a meno della storia e viceversa: l’errore da sempre è quello di trattare le due materie separatamente, quando invece dovrebbero rappresentare un unicum. Per dimostrare determinati fatti non basta conoscere la storia, e allo stesso tempo saper solamente leggere una cartina non è sufficiente.
C’è un problema di identità storica oggi secondo lei? Sì, soprattutto tra i giovani. Molti di loro pensano che Macerata sia una città noiosa, dove non si fa niente. E invece c’è tanto da scoprire se si ha la curiosità di farlo.
In quest’incontro si è detto che “bisogna conoscere il proprio passato per sapere dove siamo diretti”. Enzo Fusari dove è diretto? Io abito qui a Macerata da più di 60 anni e ne sono innamoratissimo. Desidero che questa città torni ad essere viva culturalmente, e per farlo abbiamo bisogno soprattutto di chi la abita. Sono le persone che fanno la storia. Ciò detto, mi piacerebbe aprire presto un Museo dove esporre tutte le mie mappe: non nascondo che mi siano arrivate delle proposte da parte di altri Comuni, ma il mio sogno rimane Macerata.
È operativa nel quartiere di Vallicelle la Casetta dell’acqua, la prima in città. Erogherà acqua naturale e gassata al momento, gratuitamente per i primi 60 giorni, poi per usufruire del servizio sarà necessaria una tessera ricaricabile. Il distributore, oltre a essere un nuovo utile servizio per la cittadinanza, rappresenta anche un percorso educativo sotto il profilo ecologico, di salvaguardia dell’ambiente in quanto il riutilizzo delle bottiglie dell’acqua in vetro, permette di ridurre la produzione di imballaggi e del rifiuto di plastica.
La Casa dell’acqua eroga acqua gradevolmente fresca attraverso un pulsante elettrico a bassa tensione, in quantità illimitata, consente il prelievo a bottiglia senza particolari elementi danneggiabili. Il distributore è realizzato con materiali adatti per esterno con una tettoia di protezione a norma di legge e con coibentazione interna contro il gelo, è dotato di luce di illuminazione notturna, schermo LCD 18’’ e scatola con vetro antivandalico e antiriflesso nonchè sistema di filtrazione approvato dal Ministero della Salute Italiano completo di lampada UV e sistema di conteggio dei litri di acqua erogati. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Assm e Blupura.
Camerino celebra uno dei suoi figli più illustri. Il 4 febbraio 1892 nasceva, infatti, nella città ducale, il poeta e drammaturgo Ugo Betti. Proprio per rendergli omaggio, torna quest’anno “Il Premio letterario” a lui intitolato e presentato lo scorso settembre. Sarà la XVIII edizione che vedrà le premiazioni il 9 e il 10 giugno quale culmine di un lungo percorso animato da diversi eventi e il coinvolgimento delle scuole.
Tra le iniziative che precederanno il Premio si prevedono la rappresentazione a Camerino del dramma «Corruzione a Palazzo di giustizia», portato in scena dalla compagnia teatrale «Piccola Ribalta» di Civitanova Marche; l’organizzazione, in primavera, di uno o più «itinerari bettiani» nel centro storico di Camerino e nella campagna camerte, in particolare nei pressi della tenuta di Camorsciano (ovvero di quel che resta di essa). Nell’autunno del 2022 sarà celebrato il centenario della pubblicazione della raccolta di poesie «Il re pensieroso», scritte da Ugo Betti in gran parte nel periodo della prigionia (1917-1919) a Celle Lager (Hannover), durante la Prima guerra mondiale.
La manifestazione pubblica prevederà un’introduzione storico-critica e la recita di poesie tratte dal libro. Ha ripreso il suo lavoro anche il rinnovato Centro studi teatrali e letterari «Ugo Betti» intendendo rinnovare una tradizione che ha visto in passato il coinvolgimento fattivo delle scuole nel promuovere la conoscenza dell’opera “bettiana”. Ugo Betti morì a 61 anni, in una clinica romana, dove si ricoverò negli ultimi giorni di una malattia incurabile. Nel 1963 nacque il Premio Betti per iniziativa dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo, presieduta dal professor Domenico Cavallaro.
Politica nel caos a Camerino. L’ex sindaco della città ducale Sandro Sborgia, attraverso un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente, replica alle ultime dichiarazioni rilasciate dai consiglieri dimissionari, Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi (Leggi qui).
“Apprendo dagli organi di stampa che i tre dimissionari avrebbero reso nota “la verità” dei fatti che avrebbero portato alla congiura della notte del 29 gennaio scorso, quando unitamente alla minoranza consiliare hanno rassegnato le dimissioni in massa alla presenza di un notaio che ne ha autenticato le firme. Un’altra verità, dunque, rispetto a quella comunicata all’indomani delle dimissioni, così come diverse furono le verità a giustificazione della costituzione del gruppo consiliare “per Camerino”. Sembra di vedere un navigatore satellitare impazzito che a ogni errore di percorso, procede al ricalcolo del tragitto.
Avrebbero lamentato un problema di “mancanza di democrazia” nell’adozione di scelte “profondamente sbagliate e persino dannose”, di cui la più grave avrebbe riguardato il progetto di ricostruzione. La dichiarazione non poteva che provenire dall’ex assessore ai lavori pubblici e urbanistica Marco Fanelli, lo stesso che appena insediato ebbe a dire che non era il caso di concentrare tutti gli sforzi sulla ricostruzione della città, in quanto ci sarebbero voluti almeno trent’anni prima di rivederla.
Colui che criticava tutto l’impegno che altri consiglieri profondevano per la ripresa degli interventi di messa in sicurezza degli immobili del centro storico, ritenuti una perdita di tempo; lo stesso che non fu presente alla riapertura del centro storico. Stiamo parlando dell’assessore che non ha mai partecipato a una sola riunione sulla ricostruzione; sulla predisposizione del Programma Straordinario così come alla predisposizione dell’Ordinanza Camerino (una delle prime Ordinanze emesse dal Commissario Legnini) attraverso la quale furono stanziati quasi 20 milioni di euro per il restauro degli immobili pubblici considerati strategici per la ripresa della Città (comune - teatro, rocca borgesca, banca marche, parcheggio meccanizzato ecc.)”.
“A tal proposito intervenne per dichiarare che non si poteva dar loro priorità di esecuzione perché il personale dell’Ufficio Tecnico aveva già troppo lavoro da fare. Come a dire che avevamo perso tempo. Parallelamente però pubblicava sui social commenti stratosferici sul grande risultato raggiunto, Quando si dice la coerenza. Si tratta dello stesso assessore che mal sopportava la presenza del sindaco e di altri consiglieri lavorare all’interno dell’Ufficio Tecnico perché ne compromettevano il ruolo di protagonista, senza comprendere che l’autorevolezza è una qualità che si conquista con la competenza, l’esempio, la dedizione, lo studio, il sacrificio, il duro lavoro e la passione e soprattutto con quella qualità umana che ogni individuo dovrebbe avere nell’approcciarsi a situazioni nuove di cui poco o nulla conosce: l’umiltà’.
Un assessore che ha brillato esclusivamente per la sua assenza: che non si è mai occupato di un piano di manutenzione delle strade o del verde pubblico; che non ha mai avuto contezza né di quali fossero i lavori da fare, né di quale fosse lo stato di avanzamento di quelli in corso. Un assessore che non si è mai occupato di risolvere situazioni tanto urgenti quanto delicate: vedasi la risoluzione di un grave problema sanitario pendente da anni, nella zona denominata “fosso dello scarico” alla quale dovetti provvedere in prima persona.
L’avvio dei lavori di rifacimento del manto stradale della frazione Mecciano - Mergnano, per i quali è dovuto intervenire il sindaco una volta constatata la situazione di grave e colpevole ritardo, imponendo all’ufficio di procedere con la massima urgenza, giustificandosi poi con gli abitanti giustamente indignati; i lavori per la sistemazione della strada che dalla località Le Calvie conduce all’Ospedale e per quella che dalla località “I Ponti” conduce alla frazione Canepina di cui, però, non ha mancato di comunicare alla stampa l’imminente avvio.
Un assessore che ebbe persino il coraggio di risentirsi perché erano stati eseguiti lavori di pulizia della cinta muraria cittadina a sua insaputa; l’assessore che incaricato di provvedere alla possibilità di installare un chiosco ai giardini della Rocca Borgesca disse che non si sarebbe mai potuto fare. I fatti hanno poi dimostrato il contrario e non certo per merito suo. Per non parlare della necessità di seguire le opere necessarie al campus universitario per i quali, su richiesta dell’università, dovetti intervenire direttamente con il Genio Civile a risolvere una situazione che il nostro assessore ai lavori pubblici era stato incapace di superare.
Diverse furono le occasioni di dissenso nei confronti del sindaco che aveva proposto e poi sottoscritto la convenzione con la nostra Università per la cessione dell’immobile “Rotary Palace” di via Madonna delle Carceri, da utilizzare per la creazione di un avanzatissimo laboratorio di prove sui materiali che la Città rischiava di perdere in favore di quella di Ascoli se non avessimo provveduto in tempo. Le proteste e le urla dell’assessore alla cultura quando il sindaco, per evitare la chiusura dell’Archivio di Stato, prima trasferì presso quella sede una unità di personale del comune e poi, una volta in pensione l’ultimo dipendente dell’Archivio, dispose l’impiego di tre unità di personale percettore del reddito di cittadinanza.
Grazie a quelle scelte, la sezione dell’archivio di Stato di Camerino è una delle pochissime sezioni italiane ancora rimaste aperte. Lo stesso dicasi per lo spostamento della Biblioteca “Valentiniana” della quale né l’assessore ai lavori pubblici né tantomeno la signora assessora alla cultura si sono mai interessati.
Al contrario, la giudicarono impossibile senza il ricorso a ditte esterne il cui impiego avrebbe comportato l’impegno di ingentissime risorse (qualche centinaia di migliaia di euro) di cui il comune non disponeva. Poco importa se si tratta di denaro pubblico derivante dai tributi dei contribuenti. Per non parlare dell’impegno riguardo il settore Istruzione, completamente dimenticato sia dall’assessore alla cultura, titolare della delega, che di quello ai lavori pubblici per gli interventi di manutenzione delle strutture.
Basta leggere le cose fatte dalla roboante assessora, pubblicate sui social in queste ore. Non una sola parola riferita alla scuola, semplicemente perché della scuola, dei ragazzi e delle famiglie non è mai importato nulla nonostante i gravissimi disagi giovanili più volte segnalati. Ad accorrere sempre e solo Sindaco e altri amministratori. E questo evidentemente dava fastidio.
Riguardo i rapporti che avremmo dovuto avere con le altre istituzioni locali e in particolare con l’Università e la Diocesi, veniva sollecitata da entrambi gli assessori dimissionari, la necessità di tenere una linea tutt’altro che conciliante. Una visione miope e infantile del modo di amministrare una Ccttà complessa quale la nostra. Quelle riferite sono solo alcune delle vicende vissute. Ve ne sarebbero molte altre che evitiamo di raccontare per quel senso di pudore che ancora rimane.
Il sindaco non si sottrae alle critiche rivolte al suo modo di fare politica o di gestire l’attività amministrativa. Ha preso posizioni forti nei confronti di quanti minacciavano la stabilità e la permanenza di servizi essenziali della città. Ammette di non essere stato affatto tenero con le amministrazioni regionali che si sono alternate a riprova di non aver mai privilegiato il colore politico dell’amministrazione di turno.
Ha sempre ritenuto che fosse suo preciso dovere proteggere i servizi esistenti e possibilmente potenziarli. Rivendica le battaglie fatte in nome della preservazione dell’ospedale di Camerino verso cui la passata amministrazione aveva palesato tutto il suo disinteresse; per l’allargamento dell’Unione Montana contro i soprusi di quanti hanno un concetto distorto della partecipazione e temuto per la messa in pericolo dei loro miseri interessi; per scongiurare il concreto rischio per la nostra città di ospitare una discarica di rifiuti. Sarebbe la fine per il nostro territorio. Erano in gioco interessi importantissimi ed era preciso dovere del sindaco difenderli, ad ogni costo, anche a rischio di procurarsi qualche inevitabile inimicizia. Rifarei ogni cosa.
Riguardo i comportamenti dittatoriali che avrebbe tenuto nell’ambito dei rapporti interni alla maggioranza, non si può non rilevare come quelle accuse piuttosto che colpire la persona del sindaco, offendono la dignità degli altri consiglieri. Nessuno può essere portato a credere, infatti, che personalità del calibro dei consiglieri Ortenzi, Marassi, Sfascia, Jajani e Ortolani fossero manipolabili, incapaci di ragionare con la loro testa, terrorizzati e sottomessi al carattere autoritario e dittatoriale del sindaco. I tre consiglieri dimissionari probabilmente pensavano di avere a che fare con un burattino, inesperto di fatti amministrativi e manovrabile a loro piacimento. Immagino si siano accorti immediatamente di aver fatto male i conti.
Tengo a precisare, per parte mia, di aver sempre operato con estrema trasparenza e correttezza. Mai mi sono rivolto ai consiglieri Pasqui e Lucarelli per proporre accordi inconfessabili. Quantomeno bizzarro che a insinuare la possibilità di un possibile dialogo con la minoranza siano gli stessi che per mesi hanno tramato per abbattere l’amministrazione”.
“Si tratta dei tre consiglieri che hanno tentato di imporre al sindaco la convocazione del consiglio comunale per l’adozione di una variante al PRG il cui iter per l’approvazione, è bene ricordarlo, ebbe inizio con l’amministrazione Pasqui. A proporla, questa volta, l’assessore Fanelli, lo stesso che si dichiarava contrario a un ulteriore consumo di suolo quando si trattava di realizzare alloggi di edilizia popolare, ma evidentemente favorevole se il sacrificio fosse utile al soddisfacimento di una richiesta proveniente da un privato”.
eccato però che l’istruttoria per l’adozione di quella “piccola variante”, giudicata contraria all’interesse generale anche dal resto della compagine amministrativa, evidenziava numerose lacune e criticità di ordine tecnico e giuridico, i cui esiti sono stati comunicati ai tre proponenti con l’invito a ritirare la richiesta.
Accade che nel pomeriggio del venerdì 28 gennaio, a poche ore dall’appuntamento con la minoranza, Fanelli, Sartori e Pennesi, valutate le pesanti osservazioni sulla vicenda, decidono di ritirarsi in buon ordine e trasmettono una nota diretta al sindaco con la quale viene chiesto di “sospendere” l’istanza di convocazione del consiglio comunale per l’adozione della variante al PRG. Di li a qualche ora si ritroveranno insieme a Pasqui & c. per sottoscrivere l’atto di dimissioni che non permetterà più alcuna convocazione di alcun consiglio comunale.
Un profondo senso di compassione attraversa la mia anima al pensiero di vedere i tre consiglieri di maggioranza, nel cuore della notte, all’interno di uno studio commerciale, in una fredda sera d’inverno, sottoscrivere quello sciagurato documento con il quale hanno decretato la morte dell’amministrazione comunale e con essa il tradimento della volontà popolare”.
"Oggi l’amministrazione della città è affidata ad un Commissario Prefettizio che di solito viene chiamato ad assumere le funzioni di direzione in momenti drammatici e tragici della vita amministrativa di una comunità. Ma nel nostro caso è diverso: questo è amore”
“Esiste una terza missione per l’Università?”: è stato questo il tema del seminario tenuto oggi all’Università di Camerino dal professor Riccardo Pietrabissa, Rettore dello IUSS-Scuola Universitaria Superiore di Pavia e tra i massimi esperti su queste tematiche.
L’incontro è stato aperto dai saluti del Rettore Unicam Claudio Pettinari e ha avuto un’ampia partecipazione tra i componenti della governance, docenti, ricercatori e studenti dell’Ateneo, sia in sala che in collegamento streaming. “Ringrazio il collega ed amico Riccardo Pietrabissa – ha sottolineato Pettinari – per il prezioso contributo che ci ha fornito grazie alla sua esperienza e competenza su queste tematiche".
"Come sottolineato anche nel Piano Strategico di sviluppo dell’Ateneo per il periodo 2018-2023, uno degli obiettivi del nostro Ateneo è quello di interagire direttamente con la società e con il proprio territorio di riferimento attraverso il trasferimento di tutte quelle conoscenze, competenze, innovazioni prodotte dalla ricerca dell’Ateneo, sia per lo sviluppo economico che per la diffusione della cultura in una accezione più ampia. E’ quanto viene ora comunemente definito come “Terza Missione”, che Unicam persegue con estrema convinzione” ha aggiunto il rettore.
“La terza missione esiste – ha affermato il professor Pietrabissa – deve solo essere interpretata. Le università sono brave a fare ricerca e formazione, ma non hanno ancora preso piena consapevolezza che la loro missione è anche utilizzare queste attività per creare progresso nella società. Il progresso della società, infatti, è la misura reale del ruolo di un'università. Dobbiamo far capire ai cittadini, ai politici ed ai nostri colleghi che un'università deve valorizzare i suoi giovani migliori e selezionare le sue ricerche migliori al fine di generare il progresso”.
Al termine dell'incontro i due Rettori hanno firmato un accordo di collaborazione per attività di formazione, ricerca, innovazione, imprenditorialità e trasferimento tecnologico
"In questi giorni sono state riportate molte notizie sulla motivazione che ha portato alla sfiducia dell'ex Sindaco, ma non quelle reali. Le scelte portate avanti incondizionatamente e senza possibilità di confronto alcuno, non condivise nel merito ci hanno fatto riflettere e preoccupare da più di un anno". È quanto dichiarano i tre consiglieri del gruppo 'Per Camerino' Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi.
"Di questo ne era a conoscenza anche l'ex Sindaco al quale da tempo avevamo rappresentato la nostra contrarietà alle modalità per niente democratiche con cui venivano portate avanti le decisioni" spiegano i consiglieri che, sulla ricostruzione, puntualizzano: "Appena insediati tramite Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici, iniziarono una serie di colloqui con diversi progettisti ed esperti urbanisti che concordavano sulla necessità di avere un piano di recupero della città e un dettagliato piano di cantierizzazione. Vi fu così la proposta di individuare allo scopo un pool di esperti come era stato fatto nel '97".
"La proposta dell’Assessore Fanelli fu subito bocciata in favore della regola del “chi primo arriva, parte con i lavori”. Non c’è stato ascolto neanche dopo aver suggerito di coinvolgere i progettisti privati sin da subito in questa partita" aggiungono i membri di 'Per Camerino'. "La grave lacuna della mancata redazione del piano di recupero poteva essere colmata con il PSR, senonché anche in questo caso, non si è voluto ricorrere a professionisti esperti in cantieristica, pertanto il Psr, seppure abbia portato a dei finanziamenti, non ha colmato il vuoto nella programmazione ed organizzazione degli interventi di ricostruzione".
"Ciò non ha aiutato i progettisti che non hanno potuto procedere in modo ordinato alla predisposizione dei progetti: aprire cantieri in modo casuale in centro storico e innescare una ricostruzione 'non ordinata' rischia di causare ritardi clamorosi come accaduto in altri casi, oltre a problematiche nelle forniture. Accanto a ciò si sono aggiunti altri fondamentali aspetti di tipo strategico gestiti senza mai condividere scelte e metodo, che hanno contribuito a isolare e danneggiare la città" proseguono i consiglieri.
Vengono portati ad esempio i mancati rapporti "con gli organi elettivi regionali" e "la guerra portata avanti dentro l'Unione Montana della Marca di Camerino". "Il volersi imporre spesso con autoritarismo, soprattutto all’interno degli uffici ha generato molte tensioni - si aggiunge - ed in alcuni casi un pessimo ambiente lavorativo, tanto che qualcuno stava pensando di andare a lavorare altrove. Perdite di professionisti seri e preparati in questo momento non ce lo possiamo permettere perché inciderebbero profondamente sulle tempistiche di ricostruzione".
In merito al commissariamento, sottolineano Fanelli, Sartori e Pennesi, "è stato fatto del terrorismo gratuito facendo leva sulle fragilità di una cittadinanza già provata. Un Commissario nominato in attesa delle elezioni non ferma niente. Gli uffici hanno lavoro da portare avanti in autonomia per anni e il commissario con la sua firma sostituisce Sindaco, Giunta e Consiglio. Così come andranno avanti le pratiche della ricostruzione che sono istruite dagli uffici".
"Noi abbiamo provato inutilmente per mesi a convincere a cambiare metodo di lavoro e farci partecipi delle decisioni" affermano i consiglieri nel riferirsi al loro rapporto con l'ex sindaco Sborgia "Abbiamo tentato in tutti i modi, in ultimo anche creando un gruppo consiliare a parte. Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina da assessori e consiglieri e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma il bene della collettività non si persegue di certo in questo modo".
"Anche l’ex Sindaco dovrebbe prendersi delle responsabilità: era stato chiamato a guidare la squadra con equilibrio e saggezza e non lo ha fatto. Troppo facile scaricare la colpa additando tre persone, come se fossero matte, che non hanno a cuore la città dove sono nate e cresciute, dove stanno lavorando e crescendo i propri figli" concludono Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi.
“Questo 'teatrino' messo in scena dagli ormai ex amministratori, i quali dovrebbero vergognarsi se ancora ne hanno la capacità e dignità di farlo, è uno sfregio che la città di sicuro non merita, anche in considerazione del particolare momento che essa vive”. Così, in una nota, il coordinamento socialista di Camerino intervenendo sulle dimissioni di 7 consiglieri - 4 di minoranza e 3 di maggioranza - che hanno decretato la fine dell'amministrazione Sborgia.
“Questi signori – continuano i socialisti guidati da Nando Ferretti - non si sono resi conto, ne’ prima ne’ ora che sono fuori dall’amministrazione, che la nostra Camerino è una citta “sull’orlo di una crisi di nervi”. È una grave colpa questa, ma quella più grave appartiene a coloro che sono dietro le quinte (sempre rigorosamente nascosti) che, fingendosi di caricarsi sulle spalle il fardello delle responsabilità di guida della città, fanno i loro comodi”.
“Nella scorsa tornata elettorale hanno di fatto costituito (senza mai apparire) una squadra principalmente composta dalla quasi totalità di elementi con poca o nessuna esperienza sia di amministrazione che di politica, cosa questa necessaria per amministrare al meglio un Ente che si deve rapportare con le altre realtà esistenti nel territorio; basta ricordare le difficoltà di rapporto e le relative diatribe con l’Unione Montana, con i Comuni vicini, con i rappresentanti territoriali che siedono in Regione, difatti basta ricordare gli auguri ‘al vetriolo’ che furono fatti dal sindaco quando il suo predecessore nonché nostro concittadino fu eletto in Regione".
"Potremmo continuare, ma per decoro ci esimiamo dal farlo. Facciamo solo presente ai ‘maneggioni e maldicenti’che operano dietro le quinte, che il loro tempo è finito e non tollereremo, come gruppo socialista, una campagna elettorale come quella precedente piena di insulti, di falsità e di veleni, ma priva di contenuti e di prospettive reali”.
“Noi socialisti – proseguono - non partecipammo, ne rimanemmo volutamente fuori perché l’offesa e l’aggressione personale non ci appartengono, e quello che si vide in certe riunioni organizzate ad arte per incattivire la campagna elettorale ci lasciò basiti.
“Esimi ‘uomini ombra’ dovreste sapere che il ruolo di amministratori va dato a chi sa comunicare con chiarezza, educazione e rispetto per il prossimo (soprattutto per chi non ti ha votato) il tutto condito da ascolto attivo ed empatia.
I socialisti si rivolgono poi direttamente a Sborgia.“Ex sindaco ci perdoni, ma ci permetta di dirle: prenda il buono quando le tocca (eletto) ma anche il male quando le viene (sfiduciato). Lasci le mezze frasi e le mezze illazioni, anche in considerazione della scesa in campo di avvocati con relative puntualizzazioni sulle sue esternalizzazioni, crediamo che tutto ciò rechi nocumento alla città e questo non è un bel vedere, la invitiamo a prenderne atto, anche perché la verità ha i piedi di piombo, ma poi arriva dappertutto.
Sinceramente avendo vissuto dall’esterno tutta la vicenda, non ci sentiamo per onestà intellettuale di giudicare l’atto di dimissioni dei suoi Consiglieri, dato che è una scelta strettamente personale, a volte anche sofferta e dolorosa, ma che va sempre rispettata quando si è in democrazia. Per quanto riguarda la minoranza essa ha solo svolto il suo ruolo, piaccia o non piaccia è cosi”.
"Quello che ci permettiamo di giudicare, perché è stato sotto gli occhi di tutti, è il suo modo di amministrare lei ha utilizzato un modello personale e padronale di Amministrare la cosa pubblica, sicuramente non paritario, altrimenti non avrebbe subito tali azioni. Pertanto lei deve riconoscere la propria sconfitta (con signorilità se ci riesce) cercandone la ragione nei propri errori. Se è convinto di non averli commessi si ripresenti al giudizio dei cittadini sarebbe il modo più consono per prendersi la rivincita”.
Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani ha ricevuto stamane in Prefettura il Commissario Prefettizio del comune di Camerino, il dottor Paolo De Biagi, incaricato di reggere l'Ente dopo la sfiducia al sindaco Sandro Sborgia (leggi le sue parole qui).
Al neo commissario - cui sono stati conferiti i poteri spettanti al primo cittadino, alla giunta e al consiglio comunale - il prefetto ha espresso gli auguri di buon lavoro. L'incontro ha rappresentato l'occasione per un primo scambio di conoscenze sui principali temi territoriali.
"Formulo al commissario De Biagi - ha dichiarato il prefetto - i migliori auguri di buon lavoro, che sarà caratterizzato dalla piena e leale collaborazione che contraddistingue i rapporti istituzionali tra enti locali e Prefettura e garantirà competenza e professionalità".
La nomina del commissario si è resa necessaria a seguito delle dimissioni presentate da sette consiglieri sui dodici assegnati al comune di Camerino. Il commisario De Biagi, già prefetto a Terni, e attualmente in quiescenza, ha ricoperto numerosi incarichi presso la Prefettura di Pesaro Urbino e di Ancona, svolgendo numerosi incarichi commissariali e - da ultimo - quello di commissario straordinario del comune di Padova.
De Biagi sarà affiancato dal dottor Carlo Ferraccioni, vice prefetto aggiunto in servizio presso la Prefettura di Macerata, in qualità di sub commissario, chiamato a collaborare e coadiuvare il commissario nell'espletamento dell'incarico affidato.
“Non posso che prendere atto, con profondo rammarico, delle dimissioni presentate dai consiglieri Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi insieme a quelle dei consiglieri di minoranza Pasqui, Lucarelli, Nalli e Falcioni, formalizzate nel cuore della notte, nelle stanze di uno studio commerciale, per impedire a un’amministrazione comunale, democraticamente eletta e fortemente desiderata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, di continuare nel suo percorso di ricostruzione della città”.
È quanto afferma il sindaco di Camerino Sandro Sborgia all’indomani del clamoroso ammutinamento di parte della sua maggioranza. “L’epilogo di un patto scellerato - spiega -, probabilmente sottoscritto alcuni mesi prima con la formazione del gruppo ‘Per Camerino’, forse originato da una sempre più marcata insofferenza alla convivenza con un nucleo di persone che avevano deciso di porsi al servizio della comunità senza secondi fini o interessi personali da promuovere, animati solo dalla volontà di far bene”.
“In questi due anni e mezzo di mandato amministrativo, ci siamo adoperati per assicurare un’azione amministrativa in grado di fronteggiare e risolvere i grandi problemi lasciati sul tappeto dalla passata gestione, insieme a tutti quelli che si sono in seguito presentati” aggiunge Sborgia “Un lavoro duro e silenzioso, condotto quotidianamente e senza risparmio con l’esclusivo intento di onorare gli impegni presi con la collettività, incuranti di quel pezzo di squadra totalmente impegnata alla cura della propria immagine, alla continua ricerca di consenso, ossessionata dalle manie di protagonismo”.
Sborgia considera “chiaramente inconsistenti le motivazioni addotte a giustificazione dell’atto compiuto”. Bensì, sottolinea, “confermano l’esistenza di altre e diverse nascoste ragioni, per le quali evidentemente non si poteva consentire a quest’amministrazione di proseguire oltre. Una brutta pagina non solo politica ma anche umana”.
“La piena consapevolezza della reale dimensione delle questioni da affrontare in favore dei bisogni e delle necessità della popolazione, avrebbe dovuto indurre i dimissionari ad una più attenta e meditata riflessione sulle gravi conseguenze che tale scelta inevitabilmente produrrà. Innumerevoli erano i modi e le possibilità per contrastare l’operato dell’Amministrazione. Si è optato per quello peggiore” ribadisce il primo cittadino.
Sborgia ricorda, inoltre, la “posizione ferma e decisa” assunta “a difesa dei presidi fondamentali” come l’ospedale e “la necessità di scongiurare la possibile collocazione di una discarica di rifiuti nel nostro territorio”. “E’ stato per me un onore e un privilegio avere avuto al mio fianco persone di enorme spessore umano e morale - prosegue - dalle quali ho tratto preziosi insegnamenti di vita che porterò per sempre con me: la dottoressa Anna Ortenzi, la dottoressa Lucia Jajani, l’ingegnere Luca Marassi, la dottoressa Maria Giulia Ortolani e il dottor Stefano Sfascia che più di tutti ha pagato il prezzo di una scelta fatta in nome dell’amicizia e dell’amore incondizionato per la nostra città”.
“Non dimentico le tante persone che hanno collaborato a titolo gratuito e senza le quali non avremmo conseguito i risultati sperati. Tra essi una menzione particolare merita l’architetto. Michele Tromboni il cui contributo è stato determinante per la redazione del Programma Straordinario di Ricostruzione” aggiunge il sindaco.
Ringraziamenti vengono espressi anche al segretario generale Paolo Cristiano (“per la sua spiccata competenza e professionalità”), al personale dipendente del comune di Camerino (“in questi due anni e mezzo ha affiancato l’Amministrazione con abnegazione e spirito di servizio”), al rettore Unicam Claudio Pettinari e all’Arcivescovo Francesco Massara (“per l’affetto, il sostegno e la grande vicinanza che non mi hanno mai fatto mancare. Mi consola saperli presenti alla guida delle più importanti Istituzioni della Città, a garanzia e sicurezza di tutta la popolazione”), al commissario Legnini (“per l’impegno continuo, instancabile che profonde in favore di tutte le popolazioni colpite dal sisma e per la grande disponibilità che ha sempre offerto alla nostra città”), ai sindaci del territorio (“ho condiviso questo entusiasmante percorso amministrativo, consapevole del ruolo e delle grandi responsabilità che onorano con impegno e sacrificio”).
"Al Commissario Prefettizio che sarà chiamato ad assumere la responsabilità di guidare la città, rivolgo gli auguri più sinceri di buon lavoro, sicuro che le difficili scelte che sarà chiamato a compiere nei prossimi mesi, saranno adottate per il bene e nell’interesse esclusivo della collettività. Alla cittadinanza rivolgo il mio grazie più sentito per l’onore e il privilegio che mi sono stati riservati, certo che saprà anche in questo difficile momento, trovare la strada per rialzare la testa e uscire ancor più rafforzata da questa difficile situazione” conclude Sandro Sborgia.
Entra in cantiere con il Green pass scaduto: sanzionati un operaio edilie e il suo datore di lavoro. Si era sottoposto a tampone con esito negativo ottenendo un Green pass valido per un arco temporale limitato. Con quello aveva accesso all’attività lavorativa mostrando immediatamente il certificato verde che però alla scadenza naturale non aveva provveduto a rinnovare. L'uomo aveva poi conservato la copia cartacea del certificato scaduto senza procedere al rinnovo con un un altro tampone.
Un trucco illegittimo che non è sfuggito ai Carabinieri della Compagnia di Camerino, nel corso dei controlli svolti nell’ambito del territorio relativi ai cantieri della ricostruzione post sisma. I militari hanno sanzionato infatti sia il lavoratore sprovvisto di valido certificato che il datore di lavoro responsabile di non aver sviluppato i dovuti accertamenti.
I consiglieri dei gruppi consiliari “Radici al Futuro” (Gianluca Pasqui, Antonella Nalli, Roberto Lucarelli e Stefano Falcioni) e “Per Camerino” (Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi) comunicano di aver proceduto questa mattina a sfiduciare il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, rassegnando congiuntamente le loro dimissioni. Tra loro anche due assessori, Giovanna Sartori e Marco Fanelli.
"Questa sofferta e doverosa decisione è stata presa, insieme, dopo una lunga ed attenta riflessione nell’esclusivo interesse della città e con grande responsabilità istituzionale - sottolineano in una nota congiunta i consiglieri -. È stato scelto di farlo ora così da consentire di andare al volto tra qualche mese, già nella prossima primavera 2022".
"I mesi passati sono stati caratterizzati da un sempre maggiore accentramento dell’azione amministrativa e dei processi decisionali strategici per il futuro di Camerino sulla persona del sindaco il cui risultato si è tradotto in una situazione di stallo e di completo isolamento della città nei confronti del territorio e delle istituzioni locali e regionali. La completa mancanza di visione futura associata a tale comportamento personalistico ha di fatto impedito la possibilità di lavorare alla pianificazione della rinascita della nostra Camerino" puntualizzano compatti i componenti dei gruppi consiliari "Radici al Futuro" e "Per Camerino".
"Ad oggi, infatti la città non ha un “vero” piano di ricostruzione così come evidenziato nelle ultime riunioni che si sono tenute con i progettisti che chiedevano a gran voce un cronoprogramma degli interventi che consentisse loro di programmare la consegna e l’esecuzione dei progetti - precisano ancora i consiglieri -. Anche per le aree perimetrate la situazione è lontana dall’essere definita nonostante il tempo trascorso. A nulla sono valsi i nostri innumerevoli tentativi di intraprendere una fattiva collaborazione volta all’interesse della collettività.
"Tante sono le opportunità perse e le scelte sbagliate. A partire dalla mancata presentazione di progetti nell’ambito dei fondi relativi ai Contratti Istituzionali di Sviluppo, dove il sindaco in autonomia ha deciso di accodarsi ad un progetto predisposto dal Comune di Muccia, fino al modesto finanziamento ottenuto nell’ambito dei fondi complementari sisma PNRR dove il Comune di Camerino ha ricevuto somme di gran lunga inferiori a tutti gli altri Comuni del cratere - concludono i consiglieri -. Ciò per l’incapacità di fare rete con il territorio e coltivare fattivi rapporti con le istituzioni. Ora è il momento di voltare pagina, insieme, iniziando un percorso condiviso che riporti fiducia tra i cittadini e restituisca a Camerino la giusta centralità nel territorio".