"Autoritario e poco democratico": i tre consiglieri dimissionari spiegano la sfiducia a Sborgia
"In questi giorni sono state riportate molte notizie sulla motivazione che ha portato alla sfiducia dell'ex Sindaco, ma non quelle reali. Le scelte portate avanti incondizionatamente e senza possibilità di confronto alcuno, non condivise nel merito ci hanno fatto riflettere e preoccupare da più di un anno". È quanto dichiarano i tre consiglieri del gruppo 'Per Camerino' Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi.
"Di questo ne era a conoscenza anche l'ex Sindaco al quale da tempo avevamo rappresentato la nostra contrarietà alle modalità per niente democratiche con cui venivano portate avanti le decisioni" spiegano i consiglieri che, sulla ricostruzione, puntualizzano: "Appena insediati tramite Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici, iniziarono una serie di colloqui con diversi progettisti ed esperti urbanisti che concordavano sulla necessità di avere un piano di recupero della città e un dettagliato piano di cantierizzazione. Vi fu così la proposta di individuare allo scopo un pool di esperti come era stato fatto nel '97".
"La proposta dell’Assessore Fanelli fu subito bocciata in favore della regola del “chi primo arriva, parte con i lavori”. Non c’è stato ascolto neanche dopo aver suggerito di coinvolgere i progettisti privati sin da subito in questa partita" aggiungono i membri di 'Per Camerino'. "La grave lacuna della mancata redazione del piano di recupero poteva essere colmata con il PSR, senonché anche in questo caso, non si è voluto ricorrere a professionisti esperti in cantieristica, pertanto il Psr, seppure abbia portato a dei finanziamenti, non ha colmato il vuoto nella programmazione ed organizzazione degli interventi di ricostruzione".
"Ciò non ha aiutato i progettisti che non hanno potuto procedere in modo ordinato alla predisposizione dei progetti: aprire cantieri in modo casuale in centro storico e innescare una ricostruzione 'non ordinata' rischia di causare ritardi clamorosi come accaduto in altri casi, oltre a problematiche nelle forniture. Accanto a ciò si sono aggiunti altri fondamentali aspetti di tipo strategico gestiti senza mai condividere scelte e metodo, che hanno contribuito a isolare e danneggiare la città" proseguono i consiglieri.
Vengono portati ad esempio i mancati rapporti "con gli organi elettivi regionali" e "la guerra portata avanti dentro l'Unione Montana della Marca di Camerino". "Il volersi imporre spesso con autoritarismo, soprattutto all’interno degli uffici ha generato molte tensioni - si aggiunge - ed in alcuni casi un pessimo ambiente lavorativo, tanto che qualcuno stava pensando di andare a lavorare altrove. Perdite di professionisti seri e preparati in questo momento non ce lo possiamo permettere perché inciderebbero profondamente sulle tempistiche di ricostruzione".
In merito al commissariamento, sottolineano Fanelli, Sartori e Pennesi, "è stato fatto del terrorismo gratuito facendo leva sulle fragilità di una cittadinanza già provata. Un Commissario nominato in attesa delle elezioni non ferma niente. Gli uffici hanno lavoro da portare avanti in autonomia per anni e il commissario con la sua firma sostituisce Sindaco, Giunta e Consiglio. Così come andranno avanti le pratiche della ricostruzione che sono istruite dagli uffici".
"Noi abbiamo provato inutilmente per mesi a convincere a cambiare metodo di lavoro e farci partecipi delle decisioni" affermano i consiglieri nel riferirsi al loro rapporto con l'ex sindaco Sborgia "Abbiamo tentato in tutti i modi, in ultimo anche creando un gruppo consiliare a parte. Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina da assessori e consiglieri e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma il bene della collettività non si persegue di certo in questo modo".
"Anche l’ex Sindaco dovrebbe prendersi delle responsabilità: era stato chiamato a guidare la squadra con equilibrio e saggezza e non lo ha fatto. Troppo facile scaricare la colpa additando tre persone, come se fossero matte, che non hanno a cuore la città dove sono nate e cresciute, dove stanno lavorando e crescendo i propri figli" concludono Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi.
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