Per onorare la memoria della giornalista Maria Grazia Capulli, l'Università di Macerata, d'intesa con la famiglia Capulli e con la Rai, ha bandito la prima edizione del Premio Maria Grazia Capulli dedicato a tesi di laurea magistrale in ambito giornalistico. Le tesi dovranno trattare temi e casi giornalistici, con particolare riguardo al cosiddetto 'giornalismo costruttivo', ovvero - spiega l'Ateneo - un giornalismo "rigoroso, in grado di valorizzare gli aspetti positivi e la ricerca di soluzioni al fine di presentare al pubblico un quadro più completo e veritiero della situazione, mantenendo come fondamenta le classiche funzioni e l'etica di base del giornalismo".
Nella valutazione delle tesi sarà criterio preferenziale il riferimento a argomenti trattati nella carriera giornalistica di Maria Grazia: cultura, ecologia, terzo settore e più in generale buone notizie, storie positive e di speranza, imprese straordinarie di persone comuni. Il vincitore riceverà una borsa di studio di 2.000 euro. (Ansa)
"Non penserete che i tecnici del ministero siano stati in vacanza, anzi, non si sono fermati un giorno". Così il ministro della Cultura Dario Franceschini, in visita al centro storico di Camerino, ha replicato seccamente al sindaco Gianluca Pasqui, che lamentava ritardi negli interventi sugli edifici lesionati. Il ministro ha percorso a piedi le vie del centro dal duomo fino alla chiesa di Santa Maria in via, la cui cupola è parzialmente crollata qualche giorno fa a seguito delle ripetute scosse di terremoto.
Qui l'attacco di Pasqui: "Se gli interventi fossero stati tempestivi, la cupola non sarebbe crollata - ha detto -. Questi edifici rappresentano la nostra storia, la comunità stessa.Senza storia, non c'è più la comunità. Se crolla Santa Maria in Via, mia figlia non avrà più nulla. Dovete intervenire immediatamente". "Non dovete temere di perdere le opere d'arte. Tutte quelle portate fuori torneranno nei territori. Faremo in modo che i depositi coincidano con i laboratori di restauro, coinvolgendo le competenze locali il più possibile", ha assicurato poi il ministro. (Ansa)
Lo scambio di battute c'è stata a Camerino, questa mattina, durante la visita del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Il ministro ha raggiunto il sindaco Gianluca Pasqui ed i rappresentanti delle istituzioni direttamente in Zona Rossa, dove si è soffermato, attraversando a piedi la città distrutta dal terremoto ed oggi completamente evacuata, da Piazza Cavour a Piazza Umberto I, di fronte alla Chiesa di Santa Maria in Via.
Il ministro Franceschini ha così risposto alla richiesta del sindaco di toccare con mano le criticità e rendersi conto con attenzione delle diverse problematiche che si aggravano con il perdurare dello sciame sismico, e soprattutto delle necessità che oggi sono state rappresentate. Con particolare riguardo, il ministro ha sottolineato l'importanza che le opere d'arte, simbolo dell'identità culturale e cittadina, restino nei depositi più vicini alla loro sede originaria ed in particolare in quelle già individuate dagli addetti ai lavori ed ha promesso al sindaco Pasqui di portare nel cuore l'istanza di Camerino. Il sindaco, che al termine della visita ha donato al ministro una medaglia con lo stemma della città, ha infatti chiesto, come fa ormai da settimane, che le opere d'arte di Camerino possano essere ospitate nell'attuale sede della biblioteca Valentiniana, indicata come deposito temporaneo agli organi competenti.
Ancora un importante riconoscimento per Synbiotec srl, storico spin off dell’Università di Camerino, ora PMI Innovativa, che da anni opera con successo nel settore della produzione di probiotici.
Il progetto “Probiosenior” è stato infatti finanziato dalla Regione Marche nell’ambito del bando volto a “Promuovere soluzioni innovative per affrontare le sfide delle comunità locali nell’ambito della salute e benessere attraverso progetti collaborativi di ricerca e sperimentazione tra imprese e strutture pubbliche/private che erogano servizi ai cittadini”.
Tra gli 8 progetti finanziati c’è infatti anche Probiosenior, classificatosi al primo posto nell’ambito tematico “Nutraceutica e Alimenti Funzionali”, rappresentato dall’azienda capofila Synbiotec che dirige una cordata costituita da aziende del settore agro-alimentare (Caseificio Val D’Apsa snc di Urbino, Pittalis Srl di Ostra, Synbiofood Srl di Civitanova Marche, Torrone Camerinese Casa Francucci snc di Camerino), del settore tecnologico-informatico (Fidoka Srl di Ripe San Ginesio, IT Innovative Technology Srl di Camerino), dell’ambito sociale (COOSS Marche onlus Soc. Coop P.A. di Ancona) nonché soggetti sperimentatori sia pubblici che privati (Unione Montana delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino, Unione Montana dei Monti Azzurri, Unione Montana Marca di Camerino e Labor Spa di Jesi). Partner strategici della ricerca scientifica sono l’Università di Camerino e l’Università di Firenze.
Obiettivo del progetto è sviluppare e sperimentare un set di nuovi alimenti funzionali e nutraceutici contenenti probiotici, distribuiti in modo capillare e monitorato, in grado di migliorare parametri correlati con il processo di invecchiamento.
Per la Synbiotec, che ha seguito tutte le fasi di organizzazione del partenariato e di progettazione scientifica, si tratta di un piano molto ambizioso e di ampia portata. Lo stesso propone, infatti, innovazioni che mirano da una parte ad aumentare la specializzazione produttiva delle imprese marchigiane, e dall’altra a proporre reti di servizi per la cura e il benessere della popolazione del territorio, con particolare riferimento agli anziani.
Il progetto, della durata di 3 anni, ha ottenuto un contributo di circa due milioni di euro e prevede una fase di sperimentazione presso alcuni Ambiti Territoriali Sociali e Case di Cura del territorio. Si tratta quindi di una sfida e di un contributo estremamente importanti per la ripresa della nostra Regione dopo gli ultimi eventi sismici che l’hanno colpita e le relative conseguenze, una risposta positiva con la voglia e la determinazione per ricominciare che da sempre ci contraddistingue: Il Futuro non crolla!
Un progetto di solidarietà promosso dalle segreterie regionale e nazionale della Slp Cisl a favore delle aree colpite dal terremoto. Il più rappresentativo sindacato dei lavoratori postali ha consegnato oggi due taxi solidali all’Unione Marca Montana di Camerino e all’Anffas dei Sibillini per il trasporto di anziani e disabili: un’iniziativa che si inserisce nella articolata serie di attività coordinate dalla Cisl Marche vengono attuati nella moltitudine di comuni all’interno del cratere sismico.
Il progetto è stato illustrato dai rappresentanti regionali e nazionali della Slp Cisl, Dario Dominici, Luca Burgalassi e Mario Petitto: «Auspichiamo – hanno dichiarato - che il nostro gesto possa contribuire, almeno in parte, a favorire i processi di normalizzazione di una vita quotidiana duramente colpita dal sisma, partendo dal valore della socialità e della presenza sul territorio, che ci sono profondamente cari tenuto conto della tipologia delle attività svolte dai nostri colleghi. I lavoratori del servizio postale, oggi fortemente messo a rischio da interessi finanziari e di mercato, rappresentano da sempre importanti elementi di coesione nel tessuto civico e sociale del territorio. Sebbene i processi di ricostruzione siano lunghi, e il Paese abbia mostrato la propria fragilità ed esposizione rispetto agli eventi naturali accaduti, speriamo che gli interventi procedano speditamente, favorendo ogni intervento che aumenti la sicurezza, senza ulteriori indugi come l’eccezionale macchina della solidarietà che si è immediatamente innescata subito dopo i fatti avvenuti».
Il segretario generale della Slp Cisl Marche, Dario Dominici, ha ricordato la chiusura di una trentina di uffici postali nell’area del cratere, alcuni dei quali sono stati successivamente riattivati in container e postazioni mobili. Circa 60 i lavoratori postali sfollati. Sono stati inoltre sottoscritti accordi a livello nazionale tra Poste Italiane e organizzazioni sindacali per individuare azioni in favore dei dipendenti colpiti dal sisma. «Tuttavia – conclude Dominici – il numero dei distacchi autorizzati per i colleghi residenti dentro il cratere è ancora insufficiente e non sono state attivate le procedure di sostegno economico attraverso sussidi per i dipendenti di Poste Italiane».
«Siamo soddisfatti di questo ulteriore investimento sociale sul territorio colpito dal sisma. – dichiarano Silvia Spinaci, responsabile Cisl Macerata, e Marco Ferracuti, segretario regionale Cisl Marche - I progetti sono stati individuati insieme alle comunità locali che ci hanno indicato le priorità per rispondere concretamente alle reali necessità. Oggi è un'ulteriore occasione per rilanciare la sottoscrizione indetta per donare un'ora di lavoro, perché ognuno possa fare la propria parte per la ricostruzione».
I rappresentanti dell'Unione Marca Montana e dell'Anffas dei Sibillini hanno ringraziato il sindacato dei postali per il gesto concreto di solidarietà e la Cisl Marche per il coordinamento sul territorio, sottolineando che i due mezzi donati saranno messi in funzione immediatamente per sostenere le esigenze delle tante famiglie che si fanno carico dei propri cari in circostanze rese ancor più difficili dalle conseguenze dello sciame sismico.
L’attività di recupero dei beni di prima necessità svolta dai vigili del fuoco nei fabbricati inagibili e presso gli edifici ubicati in zone rosse nei comuni terremotate è conclusa. E anche da diverso tempo.
Così il Ministero dell’Interno, in una nota riguardante appunto il “Coinvolgimento dei vigili del fuoco nel prelievo di beni da fabbricati inagibili e edifici ubicati in zone rosse nelle aree colpite dal sisma” , informa l’ufficio del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, i comandi dei vigili del fuoco del cratere e la Dicomac che d’ora in avanti la loro attività di salvataggio di beni nelle zone danneggiate dal terremoto riguarderà soltanto i beni culturali, storico-documentali e di interesse pubblico. La nota è stata inviata lo scorso 29 dicembre, ma ha effettiva validità dalla data in cui la stessa è stata protocollata.
I cittadini, laddove debbano recuperare beni non classificabili di prima necessità, non potranno avvalersi dei vigili del fuoco ma dovranno invece rivolgersi a delle imprese private che, pur non specificato, ma sicuramente, in quanto tali, si faranno pagare.
Quindi è proprio il caso di dire: dopo il danno ecco la beffa. Puntuale.
In primis: si parla di beni di prima necessità e beni non qualificabili come tali. Ma in realtà tale suddivisione è stata soltanto una conseguenza delle circostanze e delle disposizioni impartite ai proprietari degli edifici: ingresso in casa accompagnati dai vigili del fuoco per non più di cinque minuti per volta. Sappiamo però bene che in simili condizioni i beni di prima necessità non possono essere raccolti in così poco tempo e con la paura che ci crolli la casa addosso. Si pensi poi a chi ha bambini o anziani o disabili che necessitano di oggetti che in un primo momento non possono essere portati via dalle abitazioni ma che sono comunque necessari a queste categorie di soggetti.
In secondo luogo: le persone terremotate, oltre a non avere più a disposizione i propri beni per ovvie ragioni, ed avere aspettato tempi più tranquilli per poterle riprendere, ora devono addirittura pagare per averli? Non sono infatti previsti contributi per questo. Come si può chiedere a chi è già in difficoltà di pagare per un suo legittimo diritto, ovvero entrare in casa e prendere le proprie cose? E’ assurdo se non raccapricciante.
In ultimo ma non meno importante: certamente i vigili del fuoco non sono dei facchini, ma perché non prevedere nel terzo decreto terremoto un fondo per tali necessità? I vigili del fuoco sono stati sempre a disposizione dei cittadini anche oltre il proprio dovere ed ora le persone dovrebbero rivolgersi ad aziende private che non hanno di certo l’ esperienza e soprattutto l’affidabilità dei vigili del fuoco.
Urge pertanto un emendamento al decreto in fase di conversione in legge per evitare l’ennesimo schiaffo alla collettività colpita dal sisma.
E' proprio il caso di dire che l'amore per gli animali può aiutare a lenire il dolore insopportabile della perdita di un figlio. Così Emanuele Bonifazi, il giovane di Pioraco recentemente scomparso nella tragedia di Rigopiano, tramite i suoi genitori ha fatto del bene ai cagnolini bisognosi.
Non conoscevano i responsabili della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che si occupano ormai da anni dei cani del Rifugio di Colle Altino, ma Egidio e Paola hanno voluto devolvere all'associazione milleseicento euro, metà della cifra raccolta durante la cerimonia funebre; l'altra metà ai valorosi del Soccorso Alpino. Un dono drammaticamente splendido che commuove tutti fino alle lacrime, un dono che mai però i volontari avrebbero voluto ricevere. Egidio e Paola li hanno accolti con gentilezza e cordialità, quasi fossero amici da sempre.
Nella pagina facebook del rifugio il responsabile della sezione Roberto Cola, che si è recato dai coniugi insieme con la presidente Ania Pettinelli, così racconta il questo gesto toccante e scrive che il dolore dei coniugi è immenso, incolmabile, forte la rabbia per il ritardo nei soccorsi, ma entrambi i sentimenti sono stati espressi con estrema pacatezza e con una dignità veramente non comune.
"Abbiamo interpretato i desideri di Emanuele, che aveva per gli animali un grandissimo amore -ci hanno detto-; ci fidiamo ciecamente di voi. Abbiamo anche chiesto di poter adottare uno dei cuccioli di Rigopiano, Emanuele avrebbe voluto farlo".
Cola racconta che c'era anche Shilla, la dolcissima boxer innamorata di Emanuele e che ne avverte vistosamente la mancanza. Un incontro dolce e toccante che li ha arricchiti spiritualmente.
"A Paola, Egidio e tutti i familiari la gratitudine della nostra sezione, insieme ai sentimenti della più sincera solidarietà e condivisione. Un pensiero vagamente polemico: nonostante il terremoto e l'abbondante nevicata, anche se personalmente coinvolti e danneggiati, non ci siamo fermati mai e abbiamo fatto il possibile per i cani terremotati, accogliendone più di quaranta, e per le numerose colonie di gatti rimasti soli in tantissime frazioni, da qui a Visso e altrove. Da tante parti d'Italia sono arrivati aiuti di privati cittadini ed associazioni, sulla fiducia, con entusiasmo, senza che ci conoscessimo, e per questo li ringraziamo tutti. Tanti "amici" "animalisti" della zona, neanche particolarmente toccati dal sisma, non ci hanno nemmeno degnato di una telefonata... Anche il terremoto aiuta a riconoscere e selezionare le Persone di Origine Controllata!".
Grazie Emanuele, noi amanti degli animali ti ricorderemo per sempre.
Si è costituito il comitato “La nostra terra trema, noi no”, nel corso di un incontro che si è tenuto l'altra sera a Camerino, dopo la manifestazione a Roma dello scorso due febbraio. Durante la serata è stato fatto il punto della situazione, a seguito dei colloqui avuti nella capitale con i massimi rappresentanti istituzionali dello Stato e con il commissario Errani.
Si è deciso di dare vita ad un comitato, con rappresentanti dei diversi comuni dell'entroterra, per portare avanti attività rivolte al rispetto dei diritti dei terremotati. “La nostra terra è come una macchina senza benzina – dicono i rappresentanti del comitato – che non riesce a ripartire, serve carburante per rimetterla in moto, per questo continueremo a tenere alta l'attenzione su quanto accade qui ed invitiamo tutti coloro che hanno a cuore il proprio futuro a sostenerci”. Saranno intraprese una serie di iniziative per poter ottenere obiettivi realistici e concreti, andando avanti passo per passo.
“Siamo aperti al contributo di tutti coloro che hanno a cuore i problemi delle zone colpite dal terremoto ed hanno voglia di portare un contributo serio, convinto e concreto alla nostra battaglia – spiega il gruppo – la situazione in questo momento è drammatica, in particolare le persone più indifese e che subiscono in modo maggiore i disagi del terremoto sono i bambini e gli anziani, per cui vorremmo maggiore impegno. Se qualcuno pensa che i nostri problemi si risolvono con il clientelismo, si sbaglia di grosso”.
Tutti i giornali hanno parlato nei giorni scorsi della firma, al Ministero dell’Interno, del ‘Patto per un Islam italiano’: ne abbiamo parlato col Prof. Stefano Testa Bappenheim, docente di Diritto ecclesiastico e di Diritto musulmano e dei Paesi islamici alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino.
Nei giorni scorsi è stato firmato il "'Patto nazionale per un Islam italiano, espressione di una comunità aperta, integrata e aderente e ai valori e principi dell'ordinamento statale". Di cosa si tratta?
È un documento d’impegni firmato, grazie al Ministro Minniti, da una ragguardevole porzione delle Comunità musulmane in Italia, ed è una tappa importante d’un iter di conoscenza e dialogo avviato dal Ministro Pisanu nel 2005, con la creazione della Consulta per l’Islam in Italia, poi proseguito col Ministro Amato, nel biennio 2006-2008, con la ‘Carta dei valori della cittadinanza e dell’immigrazione’ e la ‘Dichiarazione d’intenti’, e continuato ancora col Ministro Maroni, al cui Comitato per l’Islam si debbono altri documenti importanti sugli Imam e sulle moschee.
Cosa cambia in concreto rispetto alle relazioni che c'erano finora?
Sono stati siglati impegni concreti riguardo in primis la trasparenza, l’uso dell’italiano per i sermoni in moschea, la definizione di curricula formativi degli Imam, il controllo dei luoghi per l’aggregazione religiosa onde si evitino interferenze straniere, assicurando la libertà di culto e di religione ai Musulmani che vivono e lavorano in Italia. L’obiettivo e duplice: garantire la libertà religiosa ai fedeli islamici, come a quelli d’ogni altra religione, con l’Intesa o di fatto, respingendo sentimenti xenofobi, e, al contempo, favorire l’integrazione della confessione islamica nel quadro dei diritti e doveri che la Costituzione garantisce a tutti quelli che si trovano nel nostro Paese.
Il documento potrebbe essere anche utile a relazionare le stesse comunità islamiche, spesso in contrasto fra loro?
In vari Paesi europei vi sono accordi similari già operativi di cui mi sono occupato e che stanno funzionando anche in tal senso, mentre è uscito da poco un libro, frutto d’un PRIN-progetto di ricerca d’interesse nazionale cui ho partecipato, che illustra proprio queste prospettive; bisogna comunque tener presente che l’Accordo dell’altro giorno, pur importantissimo, non è ancora un’Intesa ex art. 8 della Costituzione, sicché il cammino resta lungo, quantunque sia stato compiuto uno straordinario investimento per il futuro, come ha detto il Ministro Minniti.
In concreto, invece, per quanto riguarda il diritto che lei insegna, quali modifiche vengono apportate nell'insegnamento?
Io insegno, alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, due materie, Diritto ecclesiastico e Diritto musulmano e dei Paesi islamici, ed entrambe sono interessate da questa prospettiva; il diritto ecclesiastico, infatti, studia le norme dello Stato che regolano il fenomeno sociale religioso, ed è evidente che ove venisse firmata un’Intesa sarà soprattutto il Diritto ecclesiastico a doversene occupare; d’altro canto, poi, già ora, in alcuni casi, il diritto italiano recepisce o rinvia a norme degli ordinamenti confessionali, sia delle Confessioni con Intesa sia di quelle senza, nonché a norme dei Paesi islamici, pure rilevantissime per l’export del Made in Italy, e questo è l’ambito di studio della mia seconda materia.
“Secondo qualcuno l'INGV la abbasserebbe (chissà poi a che pro), e lo avrebbe fatto anche dopo il terremoto di giovedì scorso nella zona di Spoleto. L'origine di questo sospetto è difficile da rintracciare, ma il meccanismo con cui accade è sempre lo stesso: si vanno a cercare le notizie in rete subito dopo l'evento e si trovano le prime stime di magnitudo pubblicate da enti nazionali o internazionali con dati provvisori e incerti. Anche nel caso dell'evento di giovedì sono uscite varie stime, qualcuna più alta e qualcuna più bassa, come mostrato in figura (dal sito dell'EMSC)”.
Così sbotta il sismologo Alessandro Amato in un post sulla sua pagina facebook in merito alle ricorrenti polemiche sul metodo di calcolo della magnitudo dei terremoti.
“Ma, poiché la magnitudo Richter si deve calcolare (per definizione dello stesso Charles Richter) su sismometri posti a distanze minori di 600 km, per un terremoto in centro Italia quasi tutti i dati utili sono quelli della Rete Sismica Nazionale INGV. Perciò ognuna di quelle stime degli austriaci, dei tedeschi, dei francesi (che si incazzano, cit.) si basa su una combinazione di dati INGV e qualche altro dato al di là delle Alpi. Non essendo nessuno di questi Enti transalpini responsabili per quanto si fa e si discute in Italia, a loro non importa molto di fare un po' di confusione. O meglio, immaginano forse che tutti capiscano che una stima come la magnitudo si può fare con varie tecniche e varie combinazioni di dati e quindi mostrare valori differenti tra Enti, o variazioni nel tempo dello stesso parametro all'aggiunta di nuovi dati, sia perfettamente normale. Non conoscono evidentemente l'atteggiamento di molti nostri connazionali”.
E termina in modo più che esplicito:
“In conclusione, nella seconda figura vi mostro come è stata calcolata nella sala sismica INGV la magnitudo Richter del terremoto dell'area spoletina. La ML è determinata a partire da ben 256 dati! (si intende valori della massima ampiezza su ogni sismogramma a una determinata frequenza). La distribuzione è da manuale di statistica: la mediana viene 3.85 (arrotondato a 3.9) ma vedete anche come ci siano valori anche notevolmente distanti dal valore medio, a causa delle caratteristiche con cui si propagano le onde nelle varie direzioni e attraversando rocce diverse. Per questo motivo è meglio fare i conti con più dati possibili e dopo che ogni terremoto è stato rivisto dai turnisti sismologi.
Preferiamo aspettare qualche minuto in più e dare una stima robusta piuttosto che sparare i primi numeri e rettificarli poco dopo”.
Questa in sintesi la filosofia degli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Grazie Alessandro della chiarezza!
La rabbia di Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino, passa anche da Facebook. Le lungaggini burocratiche e le risposte che tardano ad arrivare al centro della polemica del sindaco.
"Camerino - si legge nel suo post - non può più permettersi di fare i conti con quelli che vanno piano. L'ultima vittima delle lungaggini è la nostra chiesa di Santa Maria in Via, per la quale solo alle diciotto di ieri sera è arrivata la lettera di presa in carico da parte della Sovrintendenza. Ieri, dopo che una ulteriore porzione della chiesa è caduta. Ripeto che non è un problema di persone, ma quegli enti, quelle istituzioni, che non vogliono accettare la prescrizione della tempestività mancano di rispetto a una città intera e alla sua gente, ad una storia millenaria e a un territorio che si è rimboccato le maniche, che ha fatto da solo, che ha contenuto in solitaria le sue emorragie, ma che oggi è allo stremo.Non può un ente dirmi a parole, per mesi, che determinati interventi sono di sua competenza, mettendo l'amministrazione in condizione di non fare da sola e contestualmente lasciar passare giorni e giorni. Salvo poi farmi arrivare una lettera, dopo un sollecito scritto, in cui mi si dicono non progetti tempi e termini precisi, ma semplicemente che "si è in procinto di attivare i lavori necessari" e che nello stesso giorno è stato nominato il responsabile. Quanto tempo ancora passerá, non solo per Santa Maria in Via ma anche per tutti quei nostri beni che rischiano di diventare macerie?"
Il liceo musicale “Nelio Biondi” di Camerino, intitolato al musicista camerinese suo fondatore, inizia la propria attività nel 1976 come scuola di canto e pianoforte, inserendo poi l’insegnamento di qualche strumento a fiato.
Dopo la scomparsa del maestro Biondi, viene costituita legalmente l’associazione “Liceo musicale”(oggi Istituto Musicale), grazie al maestro Vincenzo Correnti, al prof.don Mario Scuppa e ad alcuni appassionati di musica.
Prende il via così una regolare attività didattica e artistica.
Tanti giovani della città e del terriotrio hanno così la possibilità di avvicinarsi allo studio della musica sia a livello amatoriale che professionale.
Numerosi allievi sostengono, con ottimi risultati, esami complementari e di diploma presso i Conservatori di musica e oggi sono affermati professionisti e docenti anche all'interno dello stesso istituto.
La scuola inoltre permette di essere un vivaio importantissimo per la gloriosa Banda Città di Camerino fondata nel 1880 e che dal 1982 diretta dal M° Vincenzo Correnti è diventata un fiore all'occhiello non solo della città, riscuotendo importanti riconoscimenti anche all'estero e collaborando grazie al Camerino Festival Music con grandissimi artisti di fama internazionale. Non possiamo dimenticare l'ultimo oncerto in ordine temporaneo con Nello Salza, la tromba oscar del cinema italiano nela prestigiosa cornice del Teatro Marchetti.
Dal 1994 l'istituto musicale organizza, ogni anno, un concorso per giovani musicisti, uno stage estivo di perfezionamento e master class con importanti musicisti.
Collabora con associazioni camerti, con Italian Clarinet University e L'accademia Italiana del Clarinetto.
Nel Novembre 2010 è stato firmato il Protocollo d’intesa con gli Istituti d’Istruzione superiore della città.
Inoltre l' Istituto Musicale "Nelio Biondi" è convenzionato con il Conservatorio Statale di Musica "G.B.Pergolesi" di Fermo.
Da Gennaio 2015 è sorta la nuova associazione (ADESSO MUSICA) che gestisce l'istituto Musicale e la Banda Musicale Città di Camerino,presieduta da Gilberto Spurio e diretta artisticamente dal M° Vincenzo Correnti.
Purtroppo il terremoto del 26 ottobre ha reso inagibile la sede e messo in ginocchio questa realtà camerte, che prima del terremoto aveva sede nel Palazzo della Musica, un importante palazzo storico del 1600 di proprietà comunale posto nel centro storico e riconsegnato alla città e al territorio nell'aprile 2015 dopo il terremoto del 1997.
C'è urgente bisogno di ripartire e costruire una nuova struttura idonea per riprendere regolarmente tutta l'attività didattica, artisti e di ricerca musicale.
Ci sono allievi iscritti ai corsi pre accademici che devono prepararsi a sostenere gli esami in conservatorio e hanno bisogno di regolarità nello studio e spazi dove provare come lo è per la Banda/Orchestra di fiati.( Il concerto del 26 Dicembre è stato preparato solo due ore prima dell'inizio per impossibilità di avere spazi idonei)
L’associazione Adesso Musica che promuove l’Istituto Musicale Nelio Biondi e la Banda Città di Camerino ha avviato una raccolta fondi sostenuta dall'Amministrazione Comunale di Camerino la quale ha già individuato e assegnato l'area, per la realizzazione della nuova scuola di musica.
E' un progetto in avanzato stato di realizzazione che permetterebbe a breve un ritorno alla normalità dei nostri ragazzi, una struttura di 400 mq con aule ,sala prove, servizi, ecc.
COORDINATE BANCARIE PER DONAZIONI
ADESSO MUSICA - Ass.Musica Sez. Istituto Musicale N. Biondi
Codice Iban : IT 71 Q 08456 68830 000020155054
Banca dei Sibillini - Filiale di Camerino.
CAUSALE: Donazione libera Emergenza Terremoto
Con DDPF n. 1/IRE del 20/01/2017 è stata approvata la graduatoria finale del Bando POR MARCHE FESR 2014-2020 - ASSE 1 – OS 3 – AZIONE 3.1 “Promuovere soluzioni innovative per affrontare le sfide delle comunità locali nell’ambito della salute e benessere attraverso progetti collaborativi di ricerca e sperimentazione tra imprese e strutture pubbliche/private che erogano servizi ai cittadini”.
Tra gli 8 progetti finanziati c’è anche Probiosenior, classificatosi 1° nell’ambito tematico “Nutraceutica e Alimenti Funzionali”, rappresentato dall’azienda capofila Synbiotec Srl, storico spin-off dell’Università di Camerino, oggi PMI innovativa, che dirige una cordata costituita da aziende del settore agro-alimentare (Caseificio Val D’Apsa snc di Urbino, Pittalis Srl di Ostra, Synbiofood Srl di Civitanova Marche, Torrone Camerinese Casa Francucci snc di Camerino), del settore tecnologico-informatico (Fidoka Srl di Ripe San Ginesio, IT Innovative Technology Srl di Camerino), dell’ambito sociale (COOSS Marche onlus Soc. Coop P.A. di Ancona) nonché soggetti sperimentatori sia pubblici che privati (Unione Montana delle Alte Valli del Potenza e dell’ Esino, Unione Montana dei Monti Azzurri, Unione Montana Marca di Camerino e Labor Spa di Jesi). Partner strategici della ricerca scientifica sono l’Università di Camerino e l’Università di Firenze.
Obiettivo del progetto è sviluppare e sperimentare un set di nuovi alimenti funzionali e nutraceutici contenenti probiotici, distribuiti in modo capillare e monitorato, in grado di migliorare parametri correlati con il processo di invecchiamento.
Per la Synbiotec, che ha seguito tutte le fasi di organizzazione del partenariato e di progettazione scientifica, si tratta di un piano molto ambizioso e di ampia portata. Lo stesso propone, infatti, innovazioni che mirano da una parte ad aumentare la specializzazione produttiva delle imprese marchigiane, e dall’altra a proporre reti di servizi per la cura e il benessere della popolazione del territorio, con particolare riferimento agli anziani.
Il progetto, della durata di 3 anni, ha ottenuto un contributo di circa 2.000.000,00 di euro e prevede una fase di sperimentazione presso alcuni Ambiti Territoriali Sociali e Case di Cura del territorio. Si tratta quindi di una sfida e di un contributo estremamente importanti per la ripresa della nostra Regione dopo gli ultimi eventi sismici che l’hanno colpita e le relative conseguenze, una risposta positiva con la voglia e la determinazione per ricominciare che da sempre ci contraddistingue: Il Futuro non crolla!
“Una vera eccellenza imprenditoriale in una delle zone che ha bisogno di messaggi positivi. Grazie per l'impegno e la passione che ci mettete”. Così Luca Ceriscioli, Presidente della Giunta regionale, ha definito “La Pasta di Camerino” al termine della visita in azienda ospite di Gaetano e Federico Maccari. Alla presenza anche del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui e del Magnifico Rettore dell'Università Flavio Corradini, il presidente ha voluto vedere da vicino l'azienda e la linea di produzione, assaggiando anche il prodotto.
“Siamo particolarmente lieti della visita del governatore Ceriscioli – ha detto il fondatore Gaetano Maccari – perché il nostro territorio ha bisogno della presenza delle istituzioni. Noi stiamo facendo il massimo per proseguire l'attività e prima dell'estate contiamo di inaugurare il nuovo stabilimento di 4.000 mq per il quale assumeremo almeno altre 20 persone”.
“Al presidente Ceriscioli – ha aggiunto Federico Maccari – abbiamo mostrato la passione per la produzione della pasta che mio padre ha trasmesso a me e che, insieme a tutti i nostri dipendenti, mettiamo nella realizzazione dei nostri prodotti. Qui abbiamo le nostre radici e qui vogliamo continuare a vivere e lavorare”. “Il mercato della pasta dell'uovo perde quote di mercato – ha concluso - ma noi continuiamo a crescere ed infatti abbiamo chiuso il 2016 con le vendite in crescita del 16% ed un fatturato di 16,5 milioni di euro.
L'azienda:
Entroterra Spa è la principale azienda privata del territorio di Camerino e produce pasta all'uovo con il marchio “La Pasta di Camerino”. Con 16 milioni di euro di fatturato, 250 quintali di pasta all'uovo prodotta ogni giorno, il 20% della quale è esportata sul mercato di Germania ed Usa, e 50 dipendenti, per la maggior parte donne, ha già vissuto il dramma del sisma del 1997.
Anche il portiere della Juventus e della Nazionale è vicino alle zone terremotate. Gianluigi Buffon ha fatto recapitare al rettore Flavio Corradini la maglia, dove ha scritto con un pennarello "A Unicam: i vincenti non mollano mai", seguito dal suo autografo.
Un gesto di vicinanza che il Rettore non ha mancato di rendere pubblico, postando le foto della maglia sul suo profilo Facebook.
Nella tarda serata di ieri è stato promulgato dal Presidente della Repubblica il nuovo decreto legge sulla ricostruzione post sisma nel suo testo definitivo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 febbraio 2017 e rubricato “Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”.
Il provvedimento, di cui sono stati indicati gli elementi centrali in nostro un articolo lo stesso 2 febbraio 2017, nello specifico modifica la legge 229/2016 di conversione del decreto 189/2016 introducendo diverse novità tra le quali:
in primis “l’immediata effettuazione di un piano finalizzato a dotare i Comuni della microzonazione sismica di III livello e prevedendo l’affidamento degli incarichi da parte dei Comuni ad esperti di comprovata esperienza in materia iscritti nell’Elenco speciale”.
Ricordiamo al riguardo che la microzonazione sismica consiste in studi attraverso i quali è possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno. Gli studi di Microzonazione Sismica hanno come obiettivo quello di razionalizzare la conoscenza sulle alterazioni che lo scuotimento sismico può subire in superficie, fornendo informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, per la pianificazione per l’em Lo studio di Microzonazione Sismica è uno strumento conoscitivo dalle diverse potenzialità, che ha costi differenti in funzione del livello di approfondimento che si vuole raggiungere:
- il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e propri studi di MS, in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee
- il livello 2 introduce l’elemento quantitativo associato alle zone omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e definisce una vera carta di MS
- il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti su tematiche o aree particolari.
Venendo poi alle altre novità principali previste nel decreto, riguardo alla compilazione delle schede Aedes viene eliminato (articolo 12) il limite di assunzione degli incarichi (30) né rilevano i criteri per evitare la concentrazione di incarichi in capo alla stessa persona.
Il provvedimento prevede poi in materia di opere di urbanizzazione, ai fini di velocizzare il tutto, un’anticipazione fino al 30% dell’importo per la loro realizzazione.
Per quanto riguarda gli appalti per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, delle strutture abitative d’emergenza, dei moduli provvisori per attività economiche e rurali, le Regioni colpite dal sisma vengono individuate a tali fini Stazioni appaltanti e le stesse provvedono a sorteggiare all’interno dell’Anagrafe antimafia cinque operatori economici tra i quali poi procedere all’aggiudicazione delle opere in base al criterio del prezzo più basso.
L’articolo 4 invece fissa al 31 luglio 2017 il termine ultimo per presentare la documentazione relativa alla domanda di richiesta dei contributi.
In materia di rifiuti si stabilisce che i Presidenti delle Regioni entro il 1 marzo 2017 il piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti derivanti dalla ricostruzione.
L’articolo 13 prevede la possibilità per i Comuni di acquisire all’edilizia pubblica degli immobili disponibili da destinare a chi ha casa nella zona rossa oppure dichiarata inagibile con esito E o F.
Sono previste poi misure a sostegno delle fasce deboli della popolazione – nel limite di 41 milioni di euro per l’anno 2017 - in base agli indicatori ISEE (reddito non superiore a 6000 euro) e dunque forse troppo bassi, nonché esenzioni fiscali per le aziende residenti nei territori colpiti dal sisma, in una sorta di zona franca fiscale limitata però in quanto esclude le aziende non residenti ma con l’intenzione di investire nelle aree terremotate e che di conseguenza andrebbero premiate con le medesime esenzioni.
Specifiche misure economiche sono previste inoltre (articolo 14) per il sostegno alle aziende agricole, agroalimentari e zootecniche.
Infine è previsto il potenziamento del personale tecnico ed amministrativo per le amministrazioni pubbliche sia comunali che regionali, anche tra esperti di livello universitario, oltreché un aumento dell’organico a disposizione del Commissario Straordinario e vengono stanziate delle risorse economiche a favore del Dipartimento di Protezione civile.
Finalmente una buona notizia per le piccole imprese dell’ambito camerte: riapre infatti l’ufficio territoriale di Confartigianato a Camerino in via Le Mosse, chiuso per inagibilità dello stabile a seguito del terremoto del 26 e 30 ottobre.
In appena tre mesi sono stati eseguiti tutti quei lavori necessari al fine di rendere nuovamente perfettamente agibile e sicuro lo stabile che ospita gli uffici di Confartigianato: finalmente da oggi le tante imprese servite ed assistite dalla più grande associazione di categoria della provincia hanno nuovamente un punto di riferimento certo ed accessibile.
In questi tre mesi di chiusura degli uffici le imprese non sono state comunque abbandonate a se stesse: il personale si è prodigato oltre ogni limite raggiungendo le aziende al proprio domicilio o ritrovandosi in punti strategici ed ancora vitali del paese (bar, piazze, circoli) per le incombenze di routine e, grazie all’impegno di tutta la struttura provinciale, sono anche stati organizzati incontri con la popolazione e le imprese per sostenerle, per supportarle e per renderle edotte circa le opportunità derivanti dai decreti governativi sul sisma e dalle conseguenti ordinanze del Commissario Straordinario.
Un territorio, quello camerte, in cui le piccole imprese del commercio, dell’artigianato e dei servizi costituiscono l’asse portante dell’economia! Sono infatti 747 le imprese totali esistenti nel solo territorio comunale: di queste il 26,51%, pari a 198, sono imprese artigiane; l’imprenditoria femminile è rappresentata, a Camerino, da 171 imprenditrici, le imprese straniere sono il 5,22% del totale (39 imprese) mentre l’imprenditoria giovanile è costituita, al 31 dicembre 2016, da 64 imprese (l’8,57% del totale imprese). A ciò si aggiunga che nell’ambito camerte sono ben 222 i titolari di pensione che risultano associati all’Anap (l’associazione pensionati di Confartigianato): soggetti, questi ultimi, che seppur non più attivi professionalmente, vengono comunque quotidianamente assistiti da Confartigianato per tutti quegli adempimenti connessi alla persona quali tutele sociali, assistenziali, fiscali (Isee, Red, denunce dei Redditi, ecc.), tutele che sono spesso e volentieri estese a tutto il nucleo familiare. Numeri assai più consistenti se facciamo riferimento all’intero mandamento, comprendente, oltre Camerino, ben 18 Comuni tra i quali vi sono quelli maggiormente colpiti dal terremoto come Visso, Pieve Torina, Ussita, Castel Sant’Angelo sul Nera: sono infatti ben 3.466 le imprese totali ivi dislocate, delle quali 942 artigiane; sul mandamento registriamo inoltre la presenza di 212 imprese guidate da cittadini stranieri, di 309 imprese gestite da giovani imprenditori, di 869 imprese a conduzione femminile; sono infine ben 665 gli anziani e pensionati associati all’Anap.
Alla luce i tutto ciò, soprattutto in considerazione del fatto che ancora tante persone e tante imprese necessitano di assistenza e consulenza qualificata finalizzate al ripristino delle normali attività, alla ricostruzione, alla volontà di rimanere nel territorio, l’aver riaperto da parte i Confartigianato i propri uffici è senza dubbio un segnale forte all’intero territorio: tutti insieme per una pronta ed efficace ripresa!
Avvocato si trasferisce in camper dopo che il suo ufficio è crollato con il terremoto. L'idea di allestire lo studio legale nel furgone attrezzato del padre è di una professionista di Camerino (Macerata), Antonella Gamberoni, che ora studia le pratiche e riceve i suoi assistiti nel mezzo parcheggiato in via delle Mosse, a due passi dal Coc, il Centro operativo comunale.
"Condividevo uno studio molto bello con un collega nel centro storico della città, ma purtroppo ha subito danni pesanti ed è completamente inagibile, se non altro perché si trova in zona rossa", racconta l'avvocatessa, e quindi "non sapendo dove andare, data la scarsità dei locali agibili presenti nel territorio, mi sono ingegnata nel portare una stampante, un computer e alcuni documenti in questo camper che ho sistemato in un parcheggio privato''. La scelta è stata dettata ''anche dai prezzi insostenibili che vengono chiesti in questo momento per affittare un locale o una singola stanza'' (ANSA).
Sono stati i militari della Stazione di Matelica insieme ai colleghi del Battaglione Veneto, in supporto nelle aree del cratere per i servizi antisciacallaggio, a scoprire un appartamento a piano terra nel centro di Matelica usato da un gruppetto di giovanissimi per consumare erba al riparo del freddo invernale.
Qui i Carabinieri sono entrati in azione ieri sera trovando all’interno quattro ragazzi, tutti minorenni. L’odore di erba non ha poi lasciato dubbi agli investigatori hanno quindi proceduto al controllo dei giovani e dei locali in loro uso e di proprietà della famiglia di uno di loro. L’operazione è maturata nell’ambito dei controlli antisicacallaggio, quotidianamente predisposti ed attuati ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Camerino, coordinati dal Capitano Vincenzo Orlando, insieme ai colleghi dei Battaglioni Mobili giunti i supporto alle aree terremotate proprio per rendere maggiormente incisivo il particolare servizio. I militari, in particolare, nell’ambito dell’attività preventiva antisciacallaggio a favore di complessi abitativi ricadenti nella zona di Matelica, hanno notato il movimento di alcuni giovanissimi che si spostavano all’interno di un giardino annesso ad un’abitazione al piano terra di un palazzo ed accorsi per accertare i motivi della loro presenza venivano attratti da un forte odore di fumo speziato che proveniva dall’appartamento. E proprio li dentro che i carabinieri accertavano che il gruppo di giovanissimi aveva messo in piedi una specie di ‘fumeria’.
Indosso ad ognuno di essi sono state rinvenute decine di dosi di marjiuana, opportunamente incartate con del cellophan, mentre la successiva perquisizione dei locali permetteva di trovare altra marjuana, un bilancino di precisione elettronico e vario materiale per il confezionamento delle dosi. Complessivamente sono stati sequestrati 250 grammi di “erba” e pertanto a carico di D.G. e F.F, entrambi appena 16enni di Matelica, e di P.A. e P.V., entrambi 17enni di Cerreto d’Esi , è scattata la denuncia per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti con le aggravanti previste per il coinvolgimento di minorenni. L’attività antidroga costituisce da sempre uno degli obiettivi primari perseguiti dall’Arma di Camerino. L’obiettivo è quello di circoscrivere il più possibile il fenomeno in modo da ridurre al massimo i cosiddetti ‘reati satellite’ dello spaccio, ossia quei fatti criminosi, anche di piccola entità, che derivano dall’uso di sostanze stupefacenti.
Continua a crescere il gruppo di protezione civile specializzato nel recupero dei beni culturali in caso di emergenza. Ai 170 volontari della prima giornata di corso organizzata ad Osimo lo scorso novembre, si vanno ad aggiungere gli oltre 200 che ieri hanno preso parte al corso “Il recupero e la messa in sicurezza dei beni culturali. Le attività del volontariato specializzato” presso l’Auditorium Benedetto XIII a Camerino, per un totale di circa 500 volontari pronti ad operare in emergenza.
Rimozione dal luogo non più idoneo, primissimo intervento di restauro per tamponare eventuali danni, schedatura del bene, catalogazione corredata da foto, imballaggio e trasporto, sono i passaggi della catena del recupero delle opere d’arte che sono stati raccontati e spiegati con dimostrazioni pratiche ai partecipanti al corso, che hanno mostrato grande interesse e curiosità.
Da novembre infatti, mese in cui hanno avuto inizio i recuperi, hanno lavorato senza sosta con determinazione e competenza circa 252 “angeli dell'arte” - come più volte sono stati definiti i volontari - per un totale di oltre 2000 ore, mettendo in sicurezza, spolverando, imballando e catalogando tele, quadri, statue e una vasta gamma di tipologie di beni per un totale di 1632 opere recuperate nei comuni di Sarnano (MC), Visso (MC), Caldarola (MC), San Ginesio (MC), Gualdo (MC), Ascoli Piceno, Falerone (AP), Ussita (MC), Posta (RI), Mogliano (MC), Matelica (MC), Castelsantangelo sul Nera (MC).
Ma il lavoro di Legambiente non si è limitato a questo. Nel mese di dicembre, infatti, l’associazione ha presentato, in occasione della visita della Commissione Ambiente guidata da Ermete Realacci, “Oltre il Sisma”, la proposta per una gestione innovativa e una valorizzazione in loco delle opere d'arte delle zone colpite. Allontanare le opere dai propri territori significherebbe impoverire questi luoghi, già compromessi di una risorsa identitaria fondamentale. Salvaguardare il patrimonio culturale di una comunità per restituirlo, ad emergenza finita, alla fruizione dei cittadini rappresenta, infatti, uno dei modi per garantire risorse per una futura rinascita del territorio.
“Nell’area interessata dal sisma, il tessuto sociale ha subito uno strappo terribile, che si è aggravato anche a seguito delle avverse condizioni meteo di inizio anno - ha commentato Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche -. Se le opere vengono allontanate dai loro territori, un settore importante dell’economia rischia seriamente di essere azzerato e questo non possiamo permetterlo. Da tempo il nostro gruppo di protezione civile beni culturali è fermo mentre tante opere d’arte sono ancora sotto le macerie e la neve. Nonostante questo, si sta già pensando all’organizzazione di mostre, addirittura fuori dalle Marche, invece di concentrarsi e accelerare i tempi sul recupero. Abbiamo un gioiello di partecipazione e competenze che oggi conta 500 volontari e non capiamo perché non riusciamo a dare una mano, gratuitamente e con preparazione. Non riusciremo a parlare di turismo e di futuro dell’Appennino se non portiamo a termine le operazioni di recupero dei beni e, a maggior ragione, se portiamo via le opere dai territori colpiti”.
“Perché continuare a fare dei corsi specifici sulle attività del recupero e messa in sicurezza dei beni culturali, mentre siamo ancora in piena emergenza e non siamo più operativi da dicembre? - ha dichiarato Antonella Nonnis, coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali - Per confermare, se ce ne fosse bisogno, che ci sono volontari pronti ad operare, continuamente formati ed aggiornati sulle procedure attuative; per affermare che siamo tanti e possiamo essere sempre di più, perché il volontariato e la risposta di un’Italia sana, che non si può fermare”.
Al corso, proprio a sottolineare l’importanza di questa attività e del ruolo che possono assumere i beni culturali nella ricostruzione, hanno preso parte l’Assessore regionale alla protezione civile Angelo Sciapichetti, il pro-rettore Claudio Pettinari, il professore Unicam Renato De Leone, il comandante del nucleo tutela patrimonio culturale carabinieri Carmelo Grasso, la presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini e la coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali Antonella Nonnis. Il responsabile del volontariato della Protezione Civile della Regione Marche Mauro Perugini ha illustrato il funzionamento del sistema di protezione civile regionale e a seguire si è svolta una parte più pratica a cura di Oliver Mariotti e Paola Bartoletti, restauratori professionisti e volontari Legambiente Marche Beni Culturali.
Le foto sono di Luca Marcantonelli del blog “Con in faccia un po’ di sole”.
Proposta di legge o decreto legge per l’istituzione di una zona franca urbana e di una zona economica speciale per i 131 comuni del cratere: se ne è parlato a Camerino oggi alla presenza del sindaco Gianluca Pasqui, del rettore di Unicam Flavio Corradini e dell'ex sindaco Dario Conti, promotore dell'iniziativa.
La predisposizione del testo si deve ad un gruppo di lavoro formato da docenti della Scuola di Giurisprudenza Unicam ed esperti di diritto. Ne fanno parte i professori Antonio Flamini, Fabrizio Lorenzotti, Francesco Rizzo,. Francesco Casale, Roberto Esposito, Paola Morlupo e l’avv.Giuseppe De Rosa. La proposta di legge (o Decreto Legge) già depositata dall’on. Pastorelli, lo scorso 28 gennaio è stata presentata nel corso di una riunione a Roma al vice ministro Nencini e consegnata anche al Presidente Mattarella nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico di Unicam.
Necessità e opportunità non solo di creare una zona franca, ma anche una economica speciale che favorisca lo sviluppo sociale e la rigenerazione
A seguito dei terremoti sono state create delle zone franche urbane a L’Aquila e in Emilia dove sono previste agevolazioni fiscali e previdenziali per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale delle micro e medie imprese. Tali misure, seppur utili non sono sufficienti per un rilancio sociale ed economico dei territori colpiti dall’ultimo sisma e che include 131 comuni di quattro diverse regioni: Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria.
La creazione di zone economiche speciali può stimolare una rapida ripartenza economica in questa zona bloccata sotto il profilo della circolazione della ricchezza. Con nuovi investimenti tali zone possono svilupparsi molto rapidamente, attirando poi lavoratori da tutta l’aria di riferimento. L’obiettivo è quello di attrarre investitori in un ambito in cui possono fruire di incentivi, di agevolazioni o esenzioni fiscali. Altro obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico con l’insediamento di specifici comparti di attività economica, l’adozione di nuove soluzioni tecniche, il miglioramento delle competitività e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La zona economica speciale può diventare un centro amministrativo, economico scientifico e culturale in considerazione dell’economia esistente prevalentemente artigianale e di commercio al dettaglio ad oggi assolutamente impedita dalla circolazione di ricchezza a causa del sisma. Vi è la necessità di creare nuovi centri economici e realtà aziendali.
Le zone del cratere sono in ottima posizione geografica e quindi la realizzazione di tale zona speciale appare dunque la ricetta ideale per rilanciare gli investimenti nel centro Italia.