Ieri è andato in scena il secondo spoglio, e i nomi rilevanti ci sono stati: Paolo Maddalena, Sergio Mattarella, Pier Luigi Bersani, Giancarlo Giorgetti. Ma il quorum dei 673 voti è cosa ben lontana, per ora. La nuova pioggia di schede bianche lo conferma.
Quello che sconcerta semmai, al di l à dell’indecisione generale su chi dovrà salire al Colle o meno, è tutta la lista di figure buttate a casaccio da alcuni rappresentanti politici che proprio non sembrano voler prendere seriamente il momento storico che stiamo vivendo. Non solo per gli equilibri politici interni già precari di loro, ma anche per gli impegni che dovranno continuare ad essere onorati nel corso del 2022 a livello internazionale.
La questione pandemica ancora irrisolta, l’impiego dei fondi del PNRR, il caro bollette, la ricostruzione post sisma per alcune regioni italiane, la crisi del lavoro, la sanità pubblica al collasso, le questioni di genere. Senza dimenticare la questione energetica e geopolitica, che nelle ultime ore ci vede sempre più coinvolti perché legati al futuro dell’Ucraina.
Rocco Siffredi, Francesco Totti, Valeria Marini, Claudio Baglioni, Alberto Angela, Enrico Ruggeri, Amadeus, Nino Frassica. Sono solo alcuni dei nomi pronunciati nell’arco di due spogli elettorali dal presidente della Camera Roberto Fico. C’è chi avrà riso e chi avrà magari riflettuto su un fatto: a qualcuno piace davvero irridere le istituzioni e soprattutto i cittadini italiani.
Uno scivolone rispetto a quell’idea di rispetto e impegno che ogni singolo uomo/donna della politica dovrebbe sottoscrivere sin dal primo istante.
E invece no, si preferisce scherzare, tirarla per le lunghe come si può. Mentre gli incontri fra i leader di partito proseguono nella speranza di portare tutti a casa una fetta della torta. In virtù di un equilibrio necessario, in questo momento. Forse, difficile saperlo. Difficile soprattutto se si preferisce giocare al toto nomi di chi dovrà guidarci nei prossimi anni da palazzo Chigi e dal Quirinale. Per ora ci si accontenta di pensare al solo 2022, che sembra prospettarsi già di per sé complicato e incerto.
Vaccini buttati: il medico resta in carcere. Il tribunale della Libertà ha respinto la richiesta di scarcerazione del dottor Giuseppe Rossi, il medico ascolano arrestato lo scorso 4 gennaio perché accusato di aver favorito l’ottenimento del green pass a 73 persone senza inoculare loro il vaccino anti Covid. Tra le motivazioni contenute nell’istanza di scarcerazione presentate dagli avvocati del medico, c’era anche quella relativa alle condizioni di salute del medico che non sarebbero comunque compatibili con il regime carcerario. Il Collegio ha concordato con le esigenze cautelari contenute nell’ordinanza del gip di Ascoli Giusti all’esito delle indagini dei carabinieri coordinate dalla procura.
Rossi dovrà restare detenuto nel carcere di Ancona altri venti giorni; l’ordinanza eseguita il 4 gennaio ha infatti validità 40 giorni per esigenze probatorie. Quaranta giorni anche la durata della misura cautelare disposta per Maurizio Strappelli ritenuto il presunto intermediario: è accusato di falso ideologico così come altre 72 persone, i pazienti che hanno ottenuto il green pass senza sottoporsi all'inoculazione del vaccino
L’avvento della pandemia sta generando ancora più difficoltà comunicative tra famiglie e figli in età adolescenziale. Dal sempre più diffuso vamping al fenomeno dell’hikikomori, si tenta di recuperare in Rete le mancanze di una quotidianità limitata da quarantene e assenza di socialità. Un fenomeno che sta prendendo piede in modo importante anche nelle Marche, come sottolineato dalla Caritas di Macerata.
“C’è un maggiore isolamento da parte dei più giovani e una fragilità degli adolescenti cresciuta nel corso degli ultimi due anni”, spiega Francesco Pira, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Messina e saggista.Pira è anche autore di “Figli delle App”, un volume nel quale ha condotto vari studi per cercare di fotografare questi fenomeni: “Nelle famiglie ogni comunicazione si esplicita tra Facebook e gruppi Whatsapp e questo determina un maggiore isolamento comunicativo. E’ così che dilagano vamping e hikikomori”.
“Se con il vamping si tende a vivere in modalità “vampiri” sfruttando maggiormente le ore notturne incollati davanti a smartphone e videogames, il fenomeno dell’hikikomori è ancor più preoccupante. Si tratta di persone che hanno scelto di scappare fisicamente dalla vita sociale, spesso cercando livelli che possono raggiungere il totale isolamento o confinamento”, spiega Pira.
Un fenomeno già presente in Giappone dalla seconda metà degli anni '80 e che da un ventennio si sta diffondendo tra Europa e Stati Uniti, con picchi raggiunti proprio nel corso degli ultimi due anni, con l’età dei ragazzi coinvolti che si sta gradualmente abbassando. “Si cerca nell’online ciò che non si riesce a trovare nella vita reale e questo comportamento si esplicita in due segmenti: una costruzione di un “Io iperfluido” dove noi non siamo quello che rappresentiamo nella nostra vita ma ci costruiamo un profilo per ottenere consenso; un nascondersi nell’opacità dell’anonimato dietro profili falsi”. Entrambi fenomeni riconducibili al mondo dei social network.
“E se preadolescenti e adolescenti trascorrono tantissime ore su Instagram e WhatsApp, è TikTok il social che sta coinvolgendo sempre più bambini dai 7 ai 12 anni. Atteggiamenti alla ricerca di condivisione con spinte che possono essere legate all’emulazione e che possono esplicitarsi in patologie psicologiche. Sono tante le ragazze nelle scuole che si sottopongono a diete assurde e lo fanno solo per stare dietro a challenge di TikTok. E stanno nascendo centri anche per curare questi tipi di patologie mentre sono in corso studi interdisciplinari con psicologi, pediatri ed esperti di comunicazione per tentare di arginare il fenomeno.
Un ultimo passaggio riguarda la sessualità, con l’iperconnessione che sta allargando quel divario tra vita reale e mondo virtuale: “Quello riguardante la sessualità è a mio avviso il dato più sconcertante: sono sempre di più infatti i ragazzi che creano profili falsi sui vari social network per avere i loro primi rapporti sessuali online anziché di persona. E questo lo si fa anche per diminuire la pressione riguardante queste esperienze che però si vivono una volta sola nella vita”.
Indipendentemente dai numeri segnati a livello nazionale, nella Regione Marche è stato prospettato il termine della campagna vaccinale. E, secondo l’Associazione OnData nell’ambito della campagna #datiBeneComune, anche il conseguimento della cosiddetta immunità di gregge. La data di riferimento sarebbe il prossimo 25 febbraio 2022, tenendo conto dell’andamento attuale delle somministrazioni.
Nelle Marche la campagna vaccinale è partita ufficialmente – come nel resto d’Italia - il 27 dicembre 2020. A oggi, risultano somministrate 2.326.739 dosi, ma ne mancano 57.650 per vaccinare l' 80% della popolazione – e quindi raggiungere l’immunità - con una media di circa 2 dosi a testa (98,5% con doppia dose e 1,5% monodose, in base alle attuali forniture nazionali). Al ritmo di 1.879 somministrazioni al giorno tenuto nell’ultima settimana, mancherebbe circa 1 mese prima di raggiungere l'obiettivo.
Attualmente le persone vaccinate sono 1.177.903 (1.103.956 con doppia dose e 73.947 monodose, una media di 864 al giorno), pari al 78,5% della popolazione complessiva e al 98,1% dell'obiettivo di copertura vaccinale. Di queste però 773.975 persone (il 65,7%) sono state vaccinate più di 6 mesi fa e attendono il booster.
LO ZOCCOLO DURO DEI NO VAX E GLI OSPEDALI PIENI.
Parliamo di più di 5 milioni e mezzo di persone in Italia che ad oggi non hanno ancora ricevuto la prima dose. Se si escludono i pazienti con particolari patologie, immunodepresse o semplicemente fragili – per le quali il vaccino è da escludersi onde evitare gravi complicazioni – la platea di coloro che non hanno ancora seguito la profilassi comprende la fascia dei 40-49enni (1.221.454 di individui), quella dei 50-59enni (1.038.570) e dei 12-19enni (854.716). Si tratta di numeri legati al periodo dal 24/12/21 al 24/01/22), quindi suscettibili di variazioni in base all’andamento della campagna vaccinale.
Non solo. Andando ad analizzare il caso specifico delle Marche, la possibilità di una tracciabilità veritiera rimane difficile se si mettono sullo stesso tavolo il numero dei ricoveri effettivo (circa 350), certe dichiarazioni istituzionali e le testimonianze dei singoli ospedali che continuano ad essere in “over booking”. Sono 250 in tutto nella regione i posti letto disponibili, 70 dei quali ad oggi occupati per le terapie intensive. Per l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini i rischi di mandare in tilt il sistema sanitario e slittare nella zona arancione sono direttamente proporzionali al numero minimo di ricoveri gravi che si dovrebbero raggiungere (80/83 unità). Non va dimenticata però sia la presenza dei pazienti con lievi sintomi, sia quella dei malati oncologici. Oltre al fatto che la contagiosità del Covid-19 risponde a parametri che possono bypassare la copertura vaccinale: il rischio di infettarsi e contrarre la malattia cala se si segue la profilassi, ma non quello di potersi e poter contagiare.
La Regione Marche ha messo in campo un intervento di 2,5 milioni di euro per l’acquisto di pc, per famiglie residenti nelle Marche, aventi reddito inferiore a 18 mila euro e almeno un figlio iscritto a scuole che vanno dalle primarie all’università.
Il contributo singolo previsto è pari a 600 euro per l’acquisto di pc portatili e 570 euro per l’acquisto di pc fissi. Ad oggi sono stati acquistati e rimborsati i contributi per l’acquisto di pc a 3.700 famiglie. Si tratta di una misura di ausilio alle famiglie residenti nelle Marche, nelle quali vi siano uno o più figli che frequentano scuola o università che, a causa del riacutizzarsi della diffusione del virus, sono state di nuovo costrette ad attivare la didattica a distanza, grazie all’ausilio di piattaforme informatiche.
“Molte famiglie - commenta l’assessore regionale all’Istruzione Giorgia Latini - si sono trovate in difficoltà, specie quelle più numerose, di fronte alla necessità di dotare i propri figli di personal computer aggiornati, performanti e adatti allo scopo. Per venire incontro a tale esigenza, la Regione Marche ha emanato un avviso pubblico prevedendo uno stanziamento di 2.500.000 euro del Fondo Sociale Europeo”.
“Certamente - prosegue l’assessore - la posizione che ho espresso in diverse occasioni è in favore della didattica in presenza, tuttavia, viste le regole previste per le scuole, serve dare un aiuto alle famiglie in difficoltà. Aggiungo che nell’ultima settimana il numero delle classi in quarantena ha subito una lieve ma incoraggiante flessione se si considera che soltanto una settimana prima avevamo registrato un raddoppio. Siamo passati da 645 classi in quarantena a 630, che rappresentano il 6% delle classi complessivamente presenti in regione, ovvero 10.464”.
I ragazzi che hanno beneficiato del contributo, grazie ad un supporto informatico più adeguato potranno seguire con maggior attenzione e profitto le lezioni (tanti sono gli studenti costretti a seguire le lezioni con lo smartphone) e il sistema di istruzione trarrà beneficio da questo adeguamento dei mezzi.
“Crediamo - conclude l’assessore Latini - che questo sia uno dei passi importanti che consentirà il passaggio dalla semplice didattica a distanza alla didattica digitale integrata (DDI) che davvero potrà far fare un salto di qualità al nostro sistema formativo anche quando, e speriamo accada presto, il coronavirus sarà definitivamente sconfitto”.
Dopo quasi due anni di richieste inascoltate, gli infermieri italiani scendono in piazza per protestare contro la gestione della pandemia da parte della sanità pubblica e per chiedere aiuti al Governo. Lo faranno anche nelle Marche, ad Ancona, con un sit-in venerdì 28 gennaio dalle 10 alle 11,30 in Piazza Cavour davanti a Palazzo delle Marche, sede dell’Assemblea Legislativa.
Turni estenuanti, zero giornate di riposo, ferie cancellate, paura e continui contagi tra i colleghi, quarantene e straordinari su straordinari che hanno sfiancato gli operatori dell’ambito sanitario. L’ultimo baluardo per tentare di tenere a galla il Paese, messo in ginocchio dal fuoco incrociato di (in)decisioni politiche e mancato riconoscimento dei fondi spettanti ai sanitari.
“L’indennità specifica infermieristica non è stata svincolata dalla Legge di Bilancio del 2022. Una forte delusione – spiega Donato Mansueto, segretario regionale Nursind – , l’esecutivo del Governo Draghi ha completamente ignorato le nostre richieste. Nessun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, professionisti sanitari), che si aspettavano già da questo mese l’erogazione delle risorse stanziate a dicembre 2020”.
Già lo scorso novembre la Nursind si era espressa in merito alla condizione di totale disagio nella quale versano gli operatori della sanità pubblica, proclamando uno stato di agitazione. Fra le richieste avanzate dal Nursind, che stima per le Marche una carenza di infermieri di circa 3mila unità, c’è anche quella di prevedere più posti nelle università per infermieri e ostetriche, superare il vincolo di esclusività per poter garantire standard assistenziali in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private, normare le prestazioni aggiuntive per la carenza di personale infermieristico.
Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi Covid nelle Marche sono stati 7.806 (ieri 2.268) su 20.034 (5.747 ieri) tamponi esaminati. La percentuale di positività è del 39% (ieri 39,5%) e il tasso di incidenza cumulativa su 100mila abitanti è 2.667,97 (ieri 2.664,10). L'incidenza del virus nelle Marche cresce ancora, anche se in modo minore ogni giorno. Questo, quanto emerge dai dati rilasciati dall’osservatorio epidemiologico delle Marche.
Resta la provincia di Ancona quella dove il Covid continua ad infettare di più, nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono 2.185. Seguita nell'ordine da quelle di Pesaro Urbino con 1.980, Macerata con 1.463, Ascoli Piceno con 990 e infine quella di Fermo con 909. Sono 279 i nuovi positivi di fuori regione.
Restano le fasce 25-44 anni e 45-59 anni, quelle che registrano più contagi. Su 7.806 casi nelle ultime 24 ore sono 4.006, più della metà. La fascia di età 25-44 anni ne conta 2.169, quella 45-59 invece 1.837. Resta ancora alto il numero dei nuovi contagi in età scolastica, con 790 casi nella fascia 6-10 anni. Da 0 a 18 anni sono complessivamente 2.452.
Tra i nuovi contagiati 741 presentano sintomi; sono 2.507 i contatti stretti di positivi e 2.362 i contatti domestici, 114 in ambiente di scuola/formazione, 8 di lavoro, 34 di vita/socialità, 2 in setting assistenziale e 3 sanitario; 2.017 i casi in corso di approfondimento epidemiologico.
Nelle ultime 24 ore sono aumentati a 354 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (+4 rispetto a ieri), dei quali 59 in Terapia intensiva (+5 rispetto a ieri) e 295 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 76 (+1) e quelli in reparti non intensivi 219 (-2 rispetto a ieri) mentre 21 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano, purtroppo 11 decessi correlati al Covid: un 88enne di Chiaravalle, un 79enne di Senigallia, un 60enne di Fermo, una 76enne di Loreto, una 85enne di Morrovalle, un 92enne di Civitanova Marche, un 86enne di Serra De Conti, una 78enne di Campofilone, un 74enne di Matelica, una 83enne di Fermo e una 98enne di Fermo.
E' ufficialmente cominciata la corsa per la poltrona del Quirinale. 1009 grandi elettori, di cui 630 deputati, 321 senatori e 58 delegati regionali. E come ci si aspettava, il primo scrutino alla Camera si è concluso con una maggioranza di schede bianche. Manca ancora l’intesa fra i partiti mentre dall'est Europa spirano venti di guerra con la crisi Ucraina e l'aumento del costo delle materie prime che sta rappresentando uno choc per l'economia italiana.
E mentre l’ipotesi più acclarata rimane per ora quella di un Mattarella bis - che confermerebbe di riflesso Mario Draghi alla presidenza del Consiglio -, i due deputati maceratesi Tullio Patassini (Lega) e Mirella Emiliozzi (M5s) fanno i loro pronostici, intercettati fuori dai cancelli di Montecitorio.
Quanto sono importanti queste elezioni in questo momento storico?Patassini: Sono le elezioni più importanti di sempre: i due schieramenti politici più grandi sono equilibrati per ora, la partita è aperta. Confidiamo in una persona di alto livello istituzionale, che rappresenti l’Italia al meglio.
Emiliozzi: Sono onorata ed emozionata nel rappresentare il mio Paese e la mia terra nell’elezione del nostro Presidente della Repubblica. Da sempre, il Quirinale è simbolo di unità per tutta la nazione: è necessario che chiunque sia chiamato a ricoprire un simile ruolo abbia la capacità di riunificare il Paese.
All’interno dei vostri gruppi, quali sono i nomi messi in campo?Patassini: Al momento stiamo ancora studiando in queste ore, non abbiamo alcuna certezza. Purtroppo, Berlusconi si è reso indisponibile. E se Letta continua a rifiutare le nostre proposte, trovare una sintesi sarà difficile.
Emiliozzi: Il Movimento 5 Stelle si sta adoperando come sempre per cercare la figura giusta su cui convergere. Siamo il partito di maggioranza relativa, quindi gli altri partiti non possono prescindere da noi e questo ci attribuisce una grande responsabilità.
Come stando andando i confronti con le altre forze politiche?Patassini: Matteo Salvini, innanzitutto, sta cercando di mantenere salda la coalizione di centrodestra: dobbiamo rimanere uniti, anche se il rischio di scontri interni è possibile.
Emiliozzi: Il nostro leader, Giuseppe Conte, è impegnato in una serie di incontri destinati a trovare una convergenza: il nuovo presidente non può essere espressione di questo o di quel partito, ma, ora più che mai, deve rappresentare un’intera comunità.
Voi personalmente su quali figure puntereste? Patassini: Mario Draghi rimane il nome potenziale sia per continuare come Presidente del Consiglio sia per salire al Colle. Ci sono molte cose sul piatto nel futuro del Paese, e le soluzioni tampone finora adottate non bastano più: serve un’azione di bilancio per togliere dalla crisi le famiglie e le imprese.
Emiliozzi: È ancora presto per indicare un nome, per questo oggi ho votato scheda bianca, in linea con il mio gruppo.
Qualora le vostre aspettative venissero deluse, come porterete avanti il vostro programma?Patassini: Noi punteremo tutto sui fondi del PNRR e su un confronto costruttivo con l’Europa. A questo si aggiungono la questione energetica e del caro bollette, oltre alla ricostruzione post sisma che riguarda la Regione Marche. Siamo disposti a scontrarci con gli altri partiti, se sarà necessario.
Emiliozzi: Dobbiamo innanzitutto gestire la pandemia, che sul fronte sanitario continua a preoccuparci. Sicuramente il PNRR è un’occasione imperdibile di rilancio e di rafforzamento del nostro Paese. E soprattutto c’è da ricostruire il tessuto sociale segnato dal Covid-19. Noi continueremo ad agire per tornare alla normalità il prima possibile.
Nel secondo anno di pandemia, l’occupazione nelle Marche segna nuovi dati negativi e difficili da contrastare in vista della ripresa. Ad oggi il 90% dei nuovi contratti di lavoro è di natura precaria, con particolare riguardo per la tipologia di quelli cosiddetti “stabili”: in questo senso, la Regione si colloca al 17esimo posto rispetto alla media nazionale. Aumenta invece l’incidenza per le assunzioni part time (36%) e a intermittenza (16,9%). A pesare ulteriormente nel 2021 è stata la forte richiesta degli ammortizzatori sociali: sono state 77 milioni le ore di Cassa integrazione raggiunte, insieme a Fis (Fondo integrazione salariale) e altri fondi di solidarietà. Il 92% delle richieste tutte legate al Covid-19.
«Risulta evidente quanto sia stato pesante l'impatto della crisi pandemica anche nel corso di tutto il 2021 - ha dichiarato Rossella Marinucci di CIGIL Marche - con una rilevante richiesta di Cassa Integrazione in tutti i settori. Risulta difficile immaginare una ripartenza senza conseguenze per i lavoratori e le lavoratrici: occorrono soluzioni tangibili contrastare una precarietà ormai insostenibile».
In particolare, la Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si è attesta a 59,8 milioni di ore nonostante la riduzione rispetto al 2020 (102,2 milioni di ore), soprattutto considerando che nel 2019 le ore autorizzate furono solo 14 milioni. Il ricorso a Fis e altri fondi, invece, è arrivata a 17,7 milioni".
Nello specifico, è il settore dell'industria, a segnare le maggiori richieste di attivazione degli ammortizzatori (44.103.801 ore di Cig): meccanica (15,9 milioni nella meccanica, 11,3 per il calzaturiero e 6,1 per l’abbigliamento. Segue il mondo del terziario, in cui si sono registrate 5 milioni di ore per il commercio, 4,3 per alberghi e pubblici esercizi, 2,9 per studi professionali, vigilanza e case di cura e 1,3 nell'edilizia.
E' stato ritrovato intorno a mezzogiorno riverso a terra accanto a una panchina e ormai esanime il corpo di Giampaolo Sereni, 67enne ex operaio della Whirpool. Il ritrovamento è avvenuto in viale Marconi, a Porta Maggiore di Ascoli Piceno.
L'uomo, in pensione da un anno, è stato soccorso immediatamente da alcuni passanti che hanno tentanto di rianimarlo e chiamato i mezzi di soccorso, ma il medico del 118 giunto sul posto ha solo potuto constatarne l'avvenuto decesso. Tra le cause al vaglio si pensa a un malore che sarebbe risultato essere fatale. Ad intervenire anche gli uomini della Polizia di Stato del locale comando.
C'è una nuova proroga per la sospensione dei mutui nei comuni coinvolti nel cratere sismico che ha colpito il Centro Italia nel 2016. La decisione del Governo arriva con il Decreto sostegni ter che ha confermato il blocco fino al 31 dicembre 2022 dopo che il provvedimento non era rientrato nella legge di bilancio.
Una richiesta che era giunta a più riprese nel corso degli ultimi mesi dal commissario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, e da parte dei presidenti delle regioni coinvolte che avevano definito questo provvedimento come una manovra essenziale per la ripartenza di un territorio messo in ginocchio in seguito agli ingenti danni subiti.
"Si tratta di una decisione fondamentale - ha detto la presidente di Anci Marche Valeria Mancinelli - che va incontro alle esigenze dei Comuni del cratere di 4 regioni". "Il provvedimento - ha aggiunto ai micvrofoni dell'Ansa - era particolarmente atteso e proroga la sospensione del pagamento dei mutui fino al 31 dicembre 2022".
Nonostante la leggera ripresa del tasso di occupazione nel 2021 dovuta all’allentamento delle restrizioni anti-Covid, la disparità di genere continua a penalizzare in maniera sensibile le donne lavoratrici. A confermarlo sono il rapporto dell’Osservatorio sul precariato (INPS) e il “Gender Policies Report 2021” (INAPP).
A pari condizioni, in Italia le donne attive arrivano solo al 49,5%, contro il 67,8% degli uomini. Il fattore determinante è sempre più quello della “genitorialità”, per cui oggi 1 donna su 2 è costretta a rinunciare a prospettive di lavoro per mettere su famiglia. I dati sono influenzati anche dalla mancanza di politiche lungimiranti e dalla generale percezione della questione come “di parte”: lo sviluppo economico del Paese, oggi legato ai fondi del PNRR, continuerà ad escludere la partecipazione delle donne.
Nelle Marche, già nel 2020 l’occupazione femminile aveva accusato una forte inflessione: -3% rispetto al -1,6% di quella maschile. Si tratta di numeri che non si registravano dal 2013, e che attualmente includono anche le donne più giovani. Nonostante la maggiore qualifica – basti pensare che oggi le donne laureate sono il 22,4% contro il 16,8% degli uomini – il comparto femminile sconta su tutto il territorio marchigiano un’attivazione dei contratti di lavoro (determinato e indeterminato) inferiore alla media: si parla del 32,7% rispetto al 37,8% per gli uomini solo nel I° semestre del 2021.
Pertanto, essendo la soglia nazionale di incidenza del tempo indeterminato sul totale dei contratti a donne del 14,5%, le Marche si collocano al terzo posto con una soglia del 10,6%. Peggio solo Valle D’Aosta (8,5%) e Trentino Alto Adige (7,2%).
Fonti: INPS, INAPP
Restano alti i numeri della quarta ondata, spinti dalla variante Omicron, anche se la curva continua a mostrare una fase di stabilizzazione. Questo quanto emerge dai dati giornalieri diffusi dall’Osservatorio Epidemiologico delle Marche. Oggi il Gores ha segnalato 5.952 nuovi positivi (ieri erano 5.853), il 38,7% (il tasso di positività ieri era del 38%%) dei 15.362 (15.406) tamponi analizzati. L'incidenza scende a 2.609,65 (2.985,12) casi settimanali ogni 100mila abitanti.
Sono 633 persone con sintomi; i casi comprendono anche 3.004 contatti stretti di positivi, 1.199 contatti domestici, 59 in ambienti di scuola/formazione, 4 in ambiente di lavoro, 3 di vita/socialità, 1 in setting sanitario e 1 assistenziali; oltre mille (1.034) i contagi sui quali è in corso un approfondimento epidemiologico.ì
È ancora la provincia di Ancona la più colpita con 1.583 casi. Seguono: Pesaro-Urbino (1.456), Macerata (1.174), Ascoli (800), Fermo (704) e 235 da fuori regione. La fascia d’età fra 25-44 anni fa registrare 1.648 casi, quella 45-59 fa registrare 1.339 casi. Sono ben 1.642 quelli tra i ragazzi da zero a 18 anni, 334 tra 19-24enni, 989 tra over 60.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 349 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-4 rispetto a ieri), dei quali 53 in Terapia intensiva (+2 rispetto a ieri) e 293 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 75 (-1) e quelli in reparti non intensivi 218 (-4 rispetto a ieri) mentre 39 persone sono state dimesse nell'ultima giornata. Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano cinque decessi correlati al Covid: un 91enne di di Potenza Picena, una 94enne di Ripatransone, una 85enne di Porto Recanati, un 79enne di Monteprandone e una 83enne di Ancona.
Niente più passaggio in arancione: le Marche rimarrà anche per la prossima settimana in zona gialla. A comunicarlo è il presidente della Regione Francesco Acquaroli: "Alla luce dei dati degli ultimi tre giorni, l’andamento sta cambiando soprattutto nelle terapie intensive. Pur non trattandosi di un'inversione di tendenza netta, questa settimana siamo tornati al di sotto della soglia della zona arancione, considerando anche i parametri realtivi all'Area Medica. uindi per questa settimana restiamo in zona gialla".
Dietrofront dunque, nonostante le percentuali rese note solo due giorni fa (23% saturazione Intensive e 28,5% Area Medica), che avevano dato ormai per scontato il passaggio di colore entro il 24 di gennaio (leggi qui). Nel frattempo, proseguono le difficoltà in termini di tracciamento dei contagi e di assistenza medica - causa il deficit di risorse tecniche e umane conclamate.
Secondo i dati relativi alla settimana compresa fra il 12 e il 18 gennaio, la Regione Marche ha raggiunto quota 226 somministrazioni degli anticorpi monoclonali - 60 in più rispetto i giorni precedenti. Il risultato è stato accolto con plauso dall'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, accompagnando agli stessi numeri anche quelli relativi al Molnupiravir: nello stesso periodo, la pillola anti-Covid è stata ricevuta da 81 pazienti, dimostrando la diffusione capillare del farmaco presente sul mercato già dal 4 gennaio.
"Dopo la Valle D'Aosta, siamo tra i primi con il maggior numero di prescrizioni - ha dichiarato Saltamartini - I monoclonali hanno da tempo dimostrato la loro efficacia, e sono il contributo più valido per curare il Covid a livello ambulatoriale specie nei soggetti fragili". Per la prossima settimana - secondo quanto comunicato dalla Regione - sono già previste 229 prescrizioni: un aumento che va di pari passo anche con l'utilizzo del Remdesivir Precoce in somministrazione ambulatoriale, riducendo di conseguenza quello del farmaco utilizzato in regime ospedaliero.
"Da metà febbraio - ha aggiunto l'assessore - è atteso anche l'arrivo del nuovo vaccino Novavax basato su proteine ricombinanti, destinato a coloro i quali hanno avuto dubbi sui vaccini vettoriali e a base Rna. Questo ci permetterà di proseguire al meglio la campagna vaccinale".
“Dobbiamo salvaguardare la continuità delle imprese, il loro valore sociale, economico e di tutela del patrimonio marittimo e della biodiversità”. Questo l’imperativo ad animare il vertice del Partito Democratico Regionale che si è tenuto ieri sera presso Il Veneziano di Civitanova Marche, ristorante rinomato del lungomare nord. Sul tavolo dell’incontro la tanto discussa direttiva Bolkestein promossa dall’UE: una manovra che rischia di penalizzare balneari e gestori di attività in aree demaniali marittime.
Durante il dibattito intitolato "Per superare la Bolkestein", sono intervenuti i rappresentanti del Pd Umberto Buratti e Mario Morgoni (responsabili in Parlamento), Maurizio Mangialardi (capogruppo Pd della Regione) e Francesco Micucci (componente dell’assemblea nazionale per il Pd di Civitanova). Fra i presenti, anche la candidata sindaco del centrosinistra Mirella Paglialunga.
«Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – hanno dichiarato i dem - dovrà impegnarsi di più nella prossima Conferenza Stato-Regioni affinché il Parlamento giunga quanto prima a una legge nazionale che tuteli il lavoro e gli investimenti di migliaia di piccole imprese a conduzione familiare operanti nel settore balneare. Stiamo parlando della ricchezza prodotta nel territorio e che deve restare nel territorio, a differenza di quanto accadrebbe qualora le future concessioni fossero assegnate a grandi gruppi di carattere nazionale e internazionale».
Pochi giorni prima era tornata ad esprimersi sull’argomento anche la rappresentanza di centrodestra delle Marche, nel corso dell’ultimo Consiglio Regionale tenutosi ad Ancona. «L’Europa pretende il rispetto del principio della concorrenza per le nostre micro concessioni balneari – ha dichiarato il consigliere Marco Marinangeli (Lega) -, ma poi non interviene quando si tratta di regolamentare quella dei giganti del web. La sentenza del Consiglio di Stato del 13 gennaio 2022 che prorogherebbe le concessioni a fine 2023 – e non più al 2033 come era stato richiesto – rischia di avere un serio impatto su tutto il settore interessato, con notevoli difficoltà economiche per gli operatori locali e la preclusione di ogni prospettiva imprenditoriale».
A fare da èco alle parole di Marinangeli quelle della forzista Jessica Marcozzi e del presidente del consiglio regionale Dino Latini (UDC). «Ci aspettiamo che la giunta Acquaroli a solleciti e supporti ogni azione a favore delle migliaia di attività marittime, piccole e medie imprese, in larga parte a conduzione familiare. Allo stesso tempo, il Governo e il Parlamento dovranno impegnarsi in termini sia legislativi, sia di forte dialogo a livello europeo».
Non si arrestano i contagi, in virtù della variante Omicron e del conteggio dei tamponi rapidi. Dopo i 5.850 casi di ieri, oggi si registrano 6.905 nuovi positivi. Il tasso di positività passa al 41,89% (ieri 39,1%) sui 16.528 tamponi analizzati. L'incidenza settimanale si attesta, invece, a 2.549,41 casi su 100mila abitanti: numero invariato rispetto a ieri.
Il virus continua a correre soprattutto in due province: Ancona (1.859) e Pesaro Urbino (1.713), seguite da Macerata (1.340), Ascoli Piceno (911) e Fermo (783); sono 299 i contagi provenienti da fuori regione. Per quanto riguarda le classi di età, le più colpite si confermano quelle tra i 25 e 44 anni con 1.985 casi e tra 45 e 59 anni con 1.564 nuovi casi.
Resta alta l'attenzione anche per i contagi tra i più giovani: nelle tre fasce che comprendono bambini e adolescenti tra 6 e 18 anni, infatti, sono stati registrati 1.856 casi. Nella sola fascia 0-2 si hanno ben 103 contagiati. I non vaccinati rappresentano il 75% dei ricoverati nelle terapie intensive, il 67% di quelli nell'area medica.
I soggetti con sintomi sono 699, i casi in fase di approfondimento epidemiologico 1.655, 72 i positivi in setting scolastico/formativo. Sono 2.703 i contatti stretti di casi positivi, 1.746 i contatti domestici, 9 i contatti in ambiente di vita socialità, 6 in setting lavorativo, 11 casi extra regione.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 342 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-7 rispetto a ieri), dei quali 50 in Terapia intensiva (-5 rispetto a ieri) e 292 in Area medica (-2); in particolare i pazienti in Semintensiva sono 75 (+4) e quelli in reparti non intensivi 217 (-6 rispetto a ieri) mentre 26 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano tre decessi correlati al Covid: una 90enne di Fano, una 63enne di San Costanzo e una 72enne di Fermignano.
"Con i parametri attuali le Marche sono praticamente certe della zona arancione o da lunedì 24 gennaio o da quello seguente". Ne è convinto il presidente della Regione Francesco Acquaroli che ricorda come i numeri attuali diano un "margine ristretto" (attualmente 23% saturazione Intensive e 28,5% Area Medica) e a meno di "un'inversione di tendenza improvvisa nelle positività o nelle ospedalizzazioni" per le Marche sarà zona arancione.
"Difficile che si verifichi una inversione di tendenza netta - afferma Acquaroli - e in così poco tempo, il margine è ristretto. Se non avremo i numeri per la zona arancione questa settimana, quasi sicuramente li avremo per la prossima". D'altro canto, il governatore ribadisce la necessità di cambiare i parametri, partendo da quello dei "ricoveri", e le difficoltà di tracciamento con un numero di positivi "enorme".
"Ho sempre detto che il super Green pass non avrebbe prodotto un effetto calmierante rispetto alla curva epidemiologica, che si sarebbe arrivati comunque a restrizioni di questo genere. Confidiamo - aggiunge Acquaroli - sul fatto che sia l'ultimo passaggio che ci apprestiamo a fare e che non ce ne siano altri". "Tracciare i contatti di 7 mila persone - osserva il presidente - significa per le Marche ogni giorno tracciare città intere. Non abbiamo né le risorse umane né tecniche per affrontare un'azione di questo genere. Tante persone, magari inconsapevolmente, - conclude - sfuggirebbero in ogni caso al tracciamento. Stiamo alla responsabilità di tutti. Il governo ne prenda atto".
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Ha il Green Pass scaduto ma si rifiuta di scendere dal pullman e aggredisce l’autista. Una donna di 53 anni di origine polacca ma residente a Martinsicuro (TE) è stata trasportata in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio richiesto dalle Forze dell’Ordine giunte sul posto. Il fatto di cronaca si è verificato martedì a San Benedetto del Tronto, all’altezza dell’area di servizio Agip lungo la Statale 16. La donna, dopo essere stata a più riprese invitata a scendere dal mezzo, ha costretto l’autista a richiedere l’intervento degli agenti del locale commissariato, che hanno tentato di far calmare la 53enne insieme a una pattuglia della Polizia locale. All’arrivo delle Forze dell’Ordine la donna è però esplosa urlando e sbraitando contro il personale in servizio che l’aveva invitata a scendere dal mezzo dopo il controllo. Una situazione esplosiva a tal punto da richiedere l’intervento di un’ambulanza del 118 per trasportare la passeggera al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto per un accertamento sanitario obbligatorio.
Molti operatori provincia di Ascoli Piceno non si sono sottoposti al vaccino obbligatorio anti-covid, per questo motivo, nonostante i solleciti, la presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Fiorella De Angelis, si vede costretta a inviare nelle prossime ore una sessantina di diffide ai diretti interessati. Fra di loro anche medici anziani che in realtà non professano più da parecchio tempo.
Entro cinque giorni dovranno indicare la data nella quale sottoporsi alla profilassi, oppure spiegare i motivi dell’esonero. Qualora non lo facessero scatterebbe la procedura disciplinare che prevede la sospensione amministrativa fino al 15 giugno, mentre i certificati di esonero finora rilasciati scadranno a fine mese. Come purtroppo accade c’è anche chi per aggirare l’ostacolo ricorre al certificato di malattia che stoppa il provvedimento disciplinare. Si tratta di un fenomeno difficilmente controllabile, che rischia di espandersi