Le Cento Città, rivista di promozione culturale e valorizzazione del territorio marchigiano, è una pubblicazione trimestrale fondata nel 1995 dall’omonima Associazione, con cui condivide finalità e visione. A trent’anni dalla nascita, continua a raccontare il patrimonio artistico, storico e ambientale della Regione con lo stesso entusiasmo e rigore di sempre. A parlarne a Picchio News sono stati il presidente dell’Associazione Paolo Menichelli e il vicepresidente e direttore editoriale Maurizio Cinelli, protagonisti di un progetto editoriale che nel tempo si è trasformato in un punto di riferimento per studiosi, appassionati e istituzioni del territorio.
Nata con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze culturali, storiche, ambientali e imprenditoriali della Regione Marche, Le Cento Città si è affermata negli anni come uno dei principali strumenti di diffusione e approfondimento delle molteplici identità che compongono il territorio marchigiano. La rivista si propone come luogo di confronto e riflessione sui temi della cultura e dello sviluppo locale, offrendo spazio a contributi di studiosi, professionisti e appassionati, soci e non, che condividono l’impegno per la promozione del patrimonio marchigiano.
Dotata di una solida struttura editoriale composta da Direzione, Redazione, Comitato scientifico e Direzione editoriale, Le Cento Città ha mantenuto negli anni una tiratura media tra le 800 e le 1.000 copie. Dal 2023 è pubblicata dalla casa editrice Seri di Macerata, distribuita nelle librerie storiche della regione e disponibile in abbonamento su tutto il territorio nazionale e all’estero. È inoltre in programma la diffusione digitale attraverso un apposito sito web, con l’obiettivo di raggiungere anche i marchigiani fuori regione o residenti all’estero.
Tra gli obiettivi prioritari della rivista, condivisi con l’Associazione promotrice, vi è la volontà di tenere viva l’attenzione sull’immenso patrimonio storico-artistico danneggiato dal sisma del 2016, in particolare nei piccoli borghi del cratere. L’intento è quello di contribuire, attraverso la cultura, alla ricostruzione del tessuto sociale e alla rinascita delle comunità locali.
Un’altra iniziativa significativa è quella legata al caso della statua bronzea attribuita a Lisippo, rinvenuta nelle acque antistanti Fano e oggi al centro di un complesso contenzioso internazionale con il Getty Museum di Los Angeles. La rivista, insieme all’Associazione, sostiene da anni il rientro dell’opera in Italia, anche attraverso azioni legali che finora hanno avuto esiti favorevoli.
Le Cento Città collabora stabilmente con università, fondazioni, accademie e istituzioni locali, pubblicando ogni anno i resoconti di iniziative come “Freschi di Accademia” – dedicata ai progetti degli studenti delle Accademie di Belle Arti marchigiane – e “Freschi di stampa”, una vetrina di nuove pubblicazioni di autori marchigiani o su temi regionali.
Riconosciuta come bene culturale di interesse storico dal Ministero della Cultura, la rivista è stata presentata ufficialmente al Salone Internazionale del Libro di Torino lo scorso 12 maggio 2024 per conto della Regione Marche, a conferma del suo ruolo di presidio culturale di rilievo nazionale.
Sostenuta esclusivamente dalle quote associative dei suoi membri, Le Cento Città si apre oggi a nuove forme di collaborazione e sponsorizzazione, nella prospettiva di rafforzare ulteriormente la propria azione di promozione culturale e di continuare a raccontare le Marche con la competenza, la passione e la cura che da trent’anni la contraddistinguono.
Momenti di tensione nella serata di ieri al porto turistico di Ancona, dove un uomo in evidente stato di alterazione alcolica ha creato disordini, aggredendo verbalmente e fisicamente gli agenti intervenuti.
Il fatto è accaduto in via Mattei: il protagonista è un cittadino ucraino di 50 anni, sbarcato ubriaco da uno yacht ormeggiato nell’area portuale. Dopo aver infastidito il personale della sicurezza presente in zona, è tornato a bordo dell’imbarcazione. L’episodio ha reso necessario l’intervento della Polizia, che ha raggiunto il porto per verificare la situazione.
Gli agenti, una volta a bordo, hanno chiesto al comandante dello yacht i documenti di tutti i passeggeri. Il 50enne, nel frattempo, ha continuato a minimizzare quanto accaduto, ma il suo comportamento è peggiorato: ha iniziato a inveire contro i poliziotti, rifiutando di fornire le proprie generalità. Durante il tentativo di accompagnarlo in Questura, ha opposto resistenza attiva cercando anche di mordere gli agenti.
L’uomo è stato infine bloccato e condotto in Questura, dove è stato denunciato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre che per rifiuto di fornire le proprie generalità.
Ci sono luoghi che sembrano fatti apposta per la ricerca. Per ispirare lo studio dei minatori.
Nella splendida cornice del Parco del Conero si è tenuto il convegno nazionale Tracce nei cieli d’Europa – Scienza e tecnologia al servizio della biodiversità, un evento di rilievo che ha messo al centro il tema del monitoraggio ambientale e faunistico attraverso strumenti e metodologie scientifiche di nuova generazione: eco-radar, bioacustica, telemetria satellitare, catture a scopo scientifico e sistemi di rilevamento avanzati.Organizzato dalla Federazione Italiana della Caccia insieme ai suoi organismi tecnici – Ufficio Studi e Ricerche FIdC, UCIM e ACMA Marche – l’incontro ha riunito studiosi, istituzioni e operatori del settore in un confronto pratico, partecipato e aperto al territorio.L’apertura dei lavori è stata affidata a Graziano Federigi, presidente Regionale ACMA Marche, che ha sottolineato l’importanza dell’integrazione tra sapere tecnico-scientifico e presenza costante sul territorio.La moderazione è stata curata da Roberto Crucianelli, presidente Provinciale FIdC Ancona.Fra i vari ed apprezzato interventi l'on. Francesco Bruzzone, deputato della Repubblica Italiana, ha evidenziato il ruolo attivo del mondo venatorio nella tutela della fauna e nella raccolta di dati sul campo.Marco Ausili, consigliere Regionale delle Marche, ha ribadito il sostegno della Regione alle iniziative di monitoraggio ambientale.Luigi Conte e Marco Zannini, rispettivamente presidente e direttore del Parco del Conero, hanno illustrato i progetti in corso per la tutela della biodiversità locale, con particolare attenzione alla gestione integrata degli habitat.Nel cuore della giornata, si sono susseguiti interventi altamente qualificati da parte di tecnici e ricercatori impegnati su più fronti della ricerca applicata: Lorenzo Carnacina, direttore dell’Ufficio Studi e Ricerche FIdC, ha illustrato le più recenti metodologie di analisi scientifica sull’avifauna, con un focus sulla bioacustica e sulle tecniche di rilevamento dei migratori.Paolo Antognoni, presidente Federcaccia Marche, ha presentato l’esperienza regionale nell’impiego della telemetria satellitare, strumento sempre più strategico per il monitoraggio delle rotte migratorie e la gestione adattativa della fauna. Daniel Tramontana, vice coordinatore Ufficio Studi e Ricerche FIdC, ha descritto l’evoluzione delle tecnologie eco-radar, sottolineando il ruolo della bioacustica nel tracciamento dei flussi migratori in tempo reale e nell’analisi dei dati raccolti sul campo.Michele Merola, referente tecnico del Progetto Quaglia, ha illustrato i risultati delle attività di ricerca coordinate da UCIM nelle Marche, in particolare le due stazioni di inanellamento attive sul territorio, strumenti fondamentali per la raccolta di dati sulla fenologia e il comportamento migratorio della quaglia. Michele Sorrenti, direttore dell’Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia, ha presentato importanti indagini satellitari sul tordo e sulla beccaccia condotte nelle Marche. Daniele Donnini, referente ACMA per la provincia di Pesaro, ha condiviso le principali iniziative promosse da ACMA a livello locale, tra cui progetti di telemetria su anatidi, attività di censimento collaborativo e formazione scientifica rivolta ai cacciatori volontari, ribadendo l’importanza del coinvolgimento diretto della base.Conclusioni: tra scienza e culturaIl convegno di Sirolo prosegue idealmente il percorso già avviato a Monte San Vito, rafforzando una rete territoriale e tematica che mira a coniugare tecnologia, biodiversità e responsabilità condivisa. L’evento ha rappresentato un momento di sintesi tra il sapere accademico e l’esperienza sul campo, evidenziando come le associazioni venatorie siano oggi parte attiva nella costruzione di conoscenze scientifiche.In chiusura, Carlo Romanelli, Presidente Nazionale UCIM, ha richiamato l’attenzione sul valore culturale della caccia, da considerare al pari dell’attività di ricerca. Dopo aver illustrato l’impegno di UCIM in campo scientifico – come le stazioni di inanellamento della quaglia – Romanelli ha sottolineato l'importanza di riconoscere la caccia come elemento identitario e culturale. Un aspetto oggi oggetto di approfondimento da parte dell’UCIM in relazione al patrimonio immateriale riconosciuto dall’UNESCO: un insieme di conoscenze, pratiche e relazioni con il territorio che meritano di essere tutelate e trasmesse alle future generazioni.
Pierluigi Caporalini, classe 1977, è il direttore vendite e marketing di Galassi Group. Dopo anni di esperienza nel marketing e nella comunicazione per aziende di riferimento nel panorama marchigiano, nel 2015 Pierluigi ha incontrato la Galassi Snc, una realtà storica del distretto della fisarmonica ma con l’obiettivo in quel periodo di differenziare il business. È stato un colpo di fulmine, da quel giorno ricopre con orgoglio questo incarico. Ha sempre nutrito una profondo rispetto per il lavoro e per il talento delle persone e trova che la curiosità sia alla base della felicità personale e professionale.
Puoi raccontarci la storia della Galassi Srl - Paper and Fold, produttrice di mantici per fisarmonica da tre generazioni, ed il suo passaggio da Galassi Snc a Galassi Group - Paper and Fold?
“La Galassi Snc nasce nel 1953 nel cuore del distretto della fisarmonica, diventando il punto di riferimento nella produzione di mantici, elemento essenziale per la qualità dello strumento. È stata la prima azienda a introdurre materiali innovativi e processi industriali di precisione, pur mantenendo viva la tradizione artigianale. Nel 2015, grazie all’esperienza tecnica di Renzo Galassi e alla visione della terza generazione rappresentata da Gabriele Galassi, prende vita Paper and Fold: un progetto che anticipa i tempi e abbraccia il design sostenibile, trasformando carta e cartone riciclato in oggetti funzionali, belli e durevoli. L’intera famiglia Galassi è il lampante esempio di una imprenditoria sana, fatta di sacrifici di preparazione, visione e dedizione”.
Puoi svelarci la mission dell’azienda?
“La nostra missione è chiara: creare prodotti che abbiano una seconda vita, capaci di accompagnare le persone nel tempo. Una scatola non è solo un contenitore: può diventare un gioco per bambini, un archivio di ricordi, un elegante portaoggetti. La sostenibilità per noi non è solo una parola, ma un impegno concreto: vogliamo che ogni nostro prodotto abbia un’anima, una funzione e una storia da raccontare”.
Quali sono i vostri prodotti?
“Quelle che realizziamo non sono semplici scatole: sono il primo contatto visivo ed emozionale con il prodotto che contengono. Proteggono, raccontano, sorprendono. Sono pensate per essere riutilizzate e per diventare parte della quotidianità: contenitori di spezie, gomitoli, giocattoli, ritagli di giornale o piccoli tesori personali. Da questo ultimo concetto nasce il progetto “La Scatola dei Tesori”: ognuno di noi ne ha una, anche se non sempre lo ammette. Io ne ho una, e custodisce alcuni dei momenti più importanti della mia vita”.
Qual è la chicca della vostra azienda?
“Abbiamo recentemente lanciato “Black & White Soul”, un materiale cartotecnico innovativo che ridefinisce gli standard del settore in termini di design, resistenza e sostenibilità. Disponibile nelle versioni “White Soul”, “Black Soul” e “White&Black Soul”, è realizzato con fibre riciclate, rispettivamente bianche e nere, senza processi invasivi di sbiancatura. Il colore in pasta garantisce uniformità anche nei tagli, offrendo un’estetica sofisticata e una funzionalità superiore. È la perfetta sintesi tra bellezza, etica e innovazione”.
Avete avviato diverse collaborazioni nel territorio anche in merito al settore del packaging, da piccole realtà locali a multinazionali, puoi parlarcene?
“I nostri clienti sono il nostro patrimonio più prezioso. Non vendiamo semplicemente prodotti: costruiamo relazioni, ascoltiamo esigenze, co-creiamo soluzioni. Questo approccio nasce da una forte cultura di marketing e da una visione orientata al valore.
Collaboriamo con realtà locali e nazionali, dalle piccole botteghe alle grandi aziende. Per noi, ogni cliente ha lo stesso valore. Chi comprende la nostra filosofia e il potenziale del nostro brand ci sceglie non solo per ciò che facciamo, ma per come lo facciamo. I risultati? Una crescita costante negli ultimi quattro anni, frutto di fiducia reciproca e di un impegno quotidiano verso l’eccellenza”.
Progetti futuri?
“Paper and Fold sta evolvendo: da semplice prodotto a oggetto del desiderio, da packaging a elemento di design. Stiamo collaborando con artisti per esplorare il legame tra arte e sostenibilità. A fine agosto saremo presenti ad un evento con street artist, seguito da un’iniziativa di arteterapia. Ma questo è solo l’inizio: vogliamo aprire nuove prospettive, arricchendo la nostra proposta con contenuti culturali e creativi che vadano oltre il prodotto”.
Come immagina il futuro del packaging Pierluigi Caporalini?
“Il futuro del packaging sarà sempre più legato all’esperienza, alla sostenibilità e all’identità. Non sarà più solo un involucro, ma un vero e proprio mezzo di comunicazione tra brand e consumatore. I materiali dovranno essere intelligenti, riciclabili, belli da vedere e piacevoli da toccare. Ma soprattutto, dovranno raccontare una storia. In Paper and Fold crediamo che il packaging debba diventare un oggetto da conservare, riutilizzare, reinterpretare. Un’estensione del prodotto e dei suoi valori. Per questo investiamo in ricerca, design e collaborazioni artistiche: vogliamo creare soluzioni che siano funzionali ma anche emozionali, capaci di lasciare un segno e di accompagnare le persone nel tempo. Il packaging del futuro? Sarà circolare, creativo e profondamente umano”.
Un grande passo in avanti per la sanità pubblica e per l’intero sistema chirurgico nazionale. È stato presentato ufficialmente dalla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche il nuovo Progetto Multidisciplinare di Chirurgia Robotica, un’iniziativa strategica che mira a fare dell’AOU uno dei centri di riferimento nazionale e internazionale nella chirurgia robotica di ultima generazione.
Ideato dal dottor Giuseppe Miranda, responsabile della SOS Chirurgia Robotica, insieme al professor Mario Guerrieri, direttore della Clinica Chirurgica Generale e d’Urgenza, il progetto si fonda su un modello integrato che unisce innovazione clinica, formazione specialistica, ricerca accademica e sostenibilità operativa. Il tutto in stretta collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, che svolgerà un ruolo attivo nella didattica, nella ricerca e nella formazione dei nuovi specialisti.
Il direttore generale dell’Azienda, Armando Marco Gozzini, ha sottolineato come questo progetto rappresenti "il primo vero modello italiano in cui una struttura pubblica riesce a coniugare alta tecnologia, multidisciplinarietà, accademia e formazione in un sistema coerente, dinamico e sostenibile". Un’iniziativa, ha ribadito, frutto di una strategia a lungo termine e di una visione condivisa che proietta l’Aou delle Marche verso una nuova dimensione di eccellenza.
Il progetto coinvolge attivamente otto unità operative chirurgiche dell’Azienda: dalla chirurgia generale e d’urgenza alla urologia, dalla cardiochirurgia alla ginecologia, passando per la chirurgia pediatrica, toracica, epatobiliare e ricostruttiva. Tutti i reparti lavoreranno in sinergia, condividendo protocolli, tecnologie e competenze in un’ottica realmente multidisciplinare.
Il professor Mario Guerrieri ha evidenziato come questa sia "la prima esperienza italiana di un modello robotico multidisciplinare validato scientificamente in ambito pubblico", aggiungendo che la chirurgia robotica rappresenta oggi la vera frontiera della professione medica. Il modello adottato nelle Marche, ha dichiarato, può diventare riferimento per l’intera scuola chirurgica italiana.
Tra i protagonisti del progetto anche il professor Marco Vivarelli, direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti, che ha sottolineato come la robotica stia rivoluzionando anche ambiti complessi come i trapianti di fegato da donatore vivente. Vivarelli ha da poco partecipato a uno stage formativo in Arabia Saudita proprio per esplorare le applicazioni più avanzate della tecnica.
Alla base del progetto c’è anche la volontà di costruire una filiera formativa completa: dalla simulazione robotica alla pratica clinica ad alta tecnologia. Il centro sarà infatti un polo per la didattica avanzata degli specializzandi dell’Università Politecnica delle Marche, con corsi teorico-pratici, attività cliniche integrate e formazione continua.
Un altro elemento distintivo è la costituzione di un Comitato Tecnico-Scientifico permanente, che garantirà la coerenza e l’evoluzione del modello. Ne faranno parte i direttori dei reparti coinvolti, un rappresentante dell’università, un esperto di Health Technology Assessment (HTA) e un rappresentante della Direzione Sanitaria.
Proprio il direttore sanitario, Claudio Martini, ha ricordato che il progetto è anche il risultato delle riflessioni emerse durante il workshop aziendale del gennaio 2024, e rappresenta ora la piena realizzazione di una visione strategica a lungo termine: quella di integrare clinica, innovazione e formazione in modo strutturato, efficiente e sostenibile.
Il progetto è perfettamente allineato con le linee guida del Ministero della Salute e con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), offrendo un modello concreto di utilizzo evoluto delle tecnologie robotiche in sanità pubblica.
"Non si tratta soltanto di acquistare tecnologia, ma di promuovere un nuovo paradigma culturale", ha spiegato il dottor Giuseppe Miranda, che ha ribadito come il cuore del progetto sia nella costruzione di percorsi integrati, nell’adozione di tecnologie avanzate e nella diffusione della cultura della formazione continua e della ricerca.
A oggi, l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ha già eseguito numerosi interventi multidisciplinari con successo. Come conferma il professor Andrea Benedetto Galosi, direttore della Clinica Urologica, i risultati ottenuti finora incoraggiano ad ampliare ulteriormente l’ambito operativo, la complessità dei casi trattati e la collaborazione tra équipe specialistiche.
Con questo progetto, le Marche si candidano a essere non solo un polo d’eccellenza clinica, ma anche un punto di riferimento per la chirurgia robotica, la ricerca scientifica e la formazione medica del futuro.
È finita in Spagna la fuga di Andrea Cavallari, uno dei sei condannati per la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo, evaso nei giorni scorsi dopo aver discusso la tesi di laurea all’Università di Bologna (LEGGI QUI). L’uomo è stato catturato questa mattina a Barcellona, fermato in strada dalla polizia spagnola grazie alla collaborazione con le autorità italiane.
Cavallari, 24 anni, era detenuto in regime di semilibertà: aveva ottenuto lo scorso 3 luglio il permesso di recarsi a Bologna per concludere il suo percorso universitario, ma al termine della cerimonia non aveva fatto ritorno alla struttura penitenziaria, facendo perdere le proprie tracce. Da subito erano scattate le ricerche, durate due settimane ed estese a livello internazionale.
Secondo quanto emerso, Cavallari si trovava nel capoluogo catalano da almeno due giorni. Le autorità italiane, allertate dalla sua fuga e supportate da segnalazioni e attività di intelligence, hanno chiesto il supporto della polizia spagnola, che lo ha rintracciato e fermato nella tarda mattinata mentre camminava per le vie del centro città. Non avrebbe opposto resistenza.
Andrea Cavallari era stato condannato in via definitiva per i tragici fatti del dicembre 2018, quando nella discoteca di Corinaldo, durante un concerto del trapper Sfera Ebbasta, la diffusione di spray urticante scatenò il panico tra la folla. Nella calca persero la vita cinque adolescenti e una madre. Cavallari faceva parte della banda responsabile dell’azione criminale e di altre rapine con spray al peperoncino, e sta scontando una pena a 10 anni e 5 mesi.
Nuovi ingressi per ridare slancio al partito in vista delle elezioni regionali È questo il clima che si è respirato presso la sede provinciale della Lega ad Ancona, dove si è svolta una conferenza stampa alla presenza di Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario federale del Carroccio. A fare gli onori di casa, la segretaria regionale della Lega Marche Giorgia Latini, affiancata dal vicesegretario regionale Mauro Lucentini e da numerosi dirigenti e amministratori locali.
Il momento clou dell’incontro è stata l’adesione ufficiale del sindaco di Filottrano, Luca Paolorossi. "Un ingresso importante – ha dichiarato Latini – che arricchisce la nostra squadra. La Lega è una comunità fatta di persone concrete, che lavorano ogni giorno per dare risposte vere ai cittadini". Un messaggio ribadito anche da Lucentini, che ha colto l’occasione per sottolineare la coerenza del progetto politico del partito: "La Lega è radicata e seria. L’ingresso di Paolorossi dimostra che attraiamo chi crede davvero nell’impegno civico e nella buona amministrazione".
Paolorossi ha ricordato il suo avvicinamento al progetto politico di Vannacci già nell'ottobre 2023: "Oggi trovo nella Lega un gruppo coeso, vicino alla gente. Voglio dare il mio contributo al presidente Francesco Acquaroli, che ha lavorato con serietà e visione per le Marche. Se lo merita lui, se lo merita la Lega".
Tra i presenti anche Filippo Saltamartini, vicepresidente della Regione Marche, che ha evidenziato i risultati concreti dell’amministrazione regionale, in particolare in ambito sanitario: "Oggi le Marche sono ai vertici in Italia per qualità della sanità pubblica. Abbiamo più medici, tecnologie all’avanguardia e strutture riconosciute a livello nazionale. È il frutto di una politica concreta".
Ad accogliere la platea - composta da militanti, simpatizzanti e una nutrita rappresentanza di amministratori locali - c'erano anche Elena Campagnolo (segretaria provinciale Lega Ancona), il consigliere regionale Luca Santarelli, l’assessore comunale di Ancona Antonella Andreoli, e il vicepresidente della Provincia di Macerata Luca Buldorini.
Nel suo intervento, Roberto Vannacci ha rimarcato la forza e l’entusiasmo della base leghista marchigiana: "Qui si respira determinazione, voglia di futuro e senso di appartenenza. La Lega deve offrire sicurezza, benessere e italianità. Il centrosinistra, invece, ha tradito i territori con scelte dannose".
Vannacci ha inoltre criticato duramente l’eurodeputato PD Matteo Ricci per aver votato "contro l’olio e gli ulivi delle Marche" in sede europea, "mentre noi proponiamo fondi per sostenere le nostre eccellenze, la sinistra vota contro - ha aggiunto -. Così vale per tanti temi che stanno a cuore ai cittadini. Noi vogliamo creare hub di gestione dell’immigrazione fuori dall’Unione Europea, la sinistra rema contro l’Italia. Che credibilità può avere una sinistra così per governare questa regione?".
Un passaggio infine sull’ambientalismo ideologico: "Le leggi che la sinistra propone sotto il pretesto della tutela ambientale finiscono solo per danneggiare le piccole imprese e le filiere locali. Così si penalizza chi lavora. Ma noi non ci fermiamo: andiamo avanti a testa bassa, con l’orgoglio e la forza di chi crede davvero nel futuro delle Marche. Io tornerò spesso in questa terra, che merita impegno, ascolto e concretezza".
Ad Ancona questa mattina il Partito Comunista Italiano ha ufficializzato la candidatura di Lidia Mangani alle prossime elezioni regionali nelle Marche, in programma per l’autunno. Con questa mossa, si aggiunge una quarta corsa per la presidenza della Regione, che vedrà confrontarsi il governatore uscente e candidato del centrodestra Francesco Acquaroli, il candidato del centrosinistra Matteo Ricci, e Claudio Bolletta, esponente di Democrazia Sovrana e Popolare.
Lidia Mangani, 72 anni, ex consigliera comunale di Ancona, è ora in pensione dopo una lunga carriera come docente e dirigente scolastica. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, la candidata ha scelto un tono deciso, criticando duramente i programmi dei due principali schieramenti politici. «Non è credibile promettere aumento degli asili nido, potenziamento della sanità pubblica, miglioramento dell’istruzione e creazione di lavoro per i giovani, se poi si votano a Bruxelles piani che prevedono tagli per 800 milioni di euro», ha dichiarato Mangani. Ha inoltre sottolineato la necessità di una lotta concreta agli sprechi e di un utilizzo trasparente e sociale delle risorse pubbliche.
Anche Ruggero Giacomini, segretario regionale del Partito Comunista Italiano, ha preso la parola per attaccare le giunte che si sono susseguite negli ultimi anni, sia quella di centrodestra guidata da Acquaroli che quella del Partito Democratico. «Il Pd ha inferto duri colpi alla sanità pubblica marchigiana, chiudendo ospedali e favorendo l’ingresso dei privati nel settore sanitario. Acquaroli ha proseguito su questa strada, peggiorando la situazione», ha affermato Giacomini, ribadendo come non ci sia una reale alternativa tra i due principali schieramenti e sostenendo invece la necessità di una proposta seria e differente per la Regione.
Con la candidatura di Mangani il quadro delle elezioni regionali marchigiane si arricchisce di una nuova voce, che si propone di rappresentare un’alternativa a destra e sinistra, puntando su un programma improntato a giustizia sociale, trasparenza e rilancio del sistema pubblico.
Giovanni Togni è il titolare dell’Antica Fattoria Togni che si trova a Santa Maria Nuova (AN), da 19 anni è impegnato nell’azienda agricola di famiglia, alleva animali di bassa corte ma oltre a ciò fa anche macellazione e vendita diretta, in aggiunta si può anche mangiare nel suo agriturismo. Nato come perito agrario all’Istituto Tecnico di Fabriano, dove con il minimo sforzo ha ottenuto il massimo. Quando scelse quella scuola, non aveva la minima idea di arrivare a fare ciò che sta facendo, ma si sentiva che era la strada giusta per lui, tutte le nozioni tecniche imparate a scuola infatti, ora gli tornano utili.
Puoi raccontarci la storia dell’Antica Fattoria Togni?
“L'azienda nasce dal regalo di diploma da parte dei miei genitori, due agnelle. Ero appassionato di capre e loro hanno cercato di ‘addolcire’ la mia passione… Ora di capre ne abbiamo circa 30. Dalle agnelle, che sono diventate 90 pecore, abbiamo iniziato una rivoluzione aziendale, da azienda cerealicola, dove si coltivava grano, girasole e barbabietola, le strutture sono state riconvertite in macelleria e agriturismo, abbiamo inoltre costruito da nuovo, stalle, fienile e mangimificio. Abbiamo anche cominciato ad allevare animali da cortile principalmente maiali, pecore e capre. Il tutto in vendita diretta in azienda”.
Hai iniziato a creare la tua fattoria da molto giovane, com’è nata questa tua passione? Che cosa ti senti di dire ad un ragazzo che ha il tuo stesso sogno?
“Sono entrato in azienda da giovanissimo, appena diplomato ho iniziato ad allevare animali, nel frattempo facevo praticantato, la professione di tecnico agricolo non faceva per me, troppa burocrazia! Così mi sono dedicato a tempo pieno alla fattoria, rifiutando nel tempo anche bei lavori, più semplici e con bei stipendi che mi venivano offerti. Ad un giovane che oggi vorrebbe intraprendere il mio percorso dico di avere molta fiducia in se stesso, di avere alle spalle persone che credono in lui, anche quando lui non lo farà e avere tanta pazienza. Inoltre deve pensare a far crescere e migliorare i prodotti prima di pensare ai profitti, quelli arriveranno”.
Qual è l’offerta per i vostri clienti? Sul vostro sito web sono presenti tanti prodotti, la vostra specialità? Uno è molto curioso, il brodo della nonna…
Abbiamo creato molti prodotti, ma rimaniamo fedeli alla carne fresca, specialmente al pollame, la nostra punta di diamante, allevato a terra e alimentato con un mix di legumi e cereali che coltiviamo direttamente noi, in modo da controllare ogni singolo passaggio. Il brodo è nato nel periodo Covid, l'agriturismo era chiuso e volevamo dare ai nostri clienti un tocco di normalità, portavamo le nostre preparazioni a domicilio. Come agriturismo non potevamo rimanere con le mani in mano, avevamo e abbiamo una fattoria che produce anche per la nostra cucina, ci siamo inventati dunque un modo per valorizzarla e per continuare a farla apprezzare”.
Il mondo agricolo è aperto anche ai più piccoli. Puoi parlarci della fattoria didattica? Una curiosità ad essa legata?
“Sì, siamo anche fattoria didattica, mi piace una frase di Tonino Guerra, ‘spesso l'orizzonte è alle nostre spalle’, nel senso che tutto ciò che ci serve ce lo insegna il passato; se vogliamo costruire un futuro, ci piace che già da piccoli si possa creare una consapevolezza sulle scelte in merito al cibo, facciamo conoscere ciò con cui siamo nati e cresciuti sin da piccoli, la cucina della nonna, i giochi sull'aia e le merende con pane e olio... Una particolarità? I bambini vanno pazzi per il laboratorio sull'olio, prima in oliveto a raccogliere le olive, poi a mangiare il pane con un filo d’olio".
Com’è nata l’idea dell’agricampeggio?
“L'idea dell'agricampeggio è dettata dalla volontà di aprirsi al mondo, ci troviamo in una posizione che con mezz'ora di auto si raggiungono i migliori mari della regione, le città d'arte e le bellezze naturali come le grotte di Frasassi. Poi quando le persone vengono e conoscono la nostra realtà, c'è chi sceglie l'agriturismo e porta con sé o un salame o una bottiglia del nostro olio extravergine di oliva per ricordo, oppure chi fa scorta finché non ritorna l'anno successivo”.
Un sogno legato all’Antica Fattoria Togni ancora da avverare?
“Non è facile trovarne uno solo, sono un sognatore ad occhi aperti, ma in realtà ce n'è uno in particolare... Abbiamo un magazzino che si affaccia su tutta l'azienda e ha una visuale sull'alta vallata del Musone e sui Sibillini, lì mi piacerebbe creare una grande vetrata ed al suo interno realizzare le aule per l’agri-nido. Una struttura con vista su agricoltura e natura, ciò che eravamo e ciò che in futuro ci darà soddisfazioni”.
Scrolla. Scorri. Swipe a destra, a sinistra, di nuovo in alto. E cosa trovi? Spiagge perfette, cocktail colorati, corpi abbronzati (a volte abbronzatissimi), pose “casuali” da rivista di moda sotto l’ombrellone. Benvenuti nell’estate social: le stories sono bollenti. Il contenuto? Boh. Perché sì: tra una spruzzata di crema solare e un tuffo, la testa sembra l’unica parte che nessuno mostra (e forse accende).
Estate: più pelle, meno pensiero
Nei mesi freddi ci riempiamo di post motivazionali, frasi profonde, caroselli di consigli e opinioni. Appena arriva giugno? Tutto evapora come una granita lasciata al sole. Resta solo: Dove sei in vacanza, con chi sei in vacanza, quanti aperitivi hai fatto in vacanza.
Cervelli spenti o contenuti leggeri?
Non è una colpa divertirsi — anzi. Non è un crimine condividere un tramonto, un mojito, un bikini nuovo. Ma se il feed diventa solo questo, il rischio è sempre lo stesso: “Siamo davvero così o ci siamo spenti?”
Un feed pieno di niente
Sotto il sole sembriamo tutti più belli, più sorridenti, più sereni. Un po’ come con l’abbronzatura. Ma se spegni l’audio delle stories e leggi le caption… quante dicono qualcosa di interessante?
Dove sono finite le idee? Le riflessioni? Le battute intelligenti?
Forse siamo solo in pausa. O forse ci siamo convinti che l’estate vada raccontata in superficie. Come la pelle.
Come riaccendere il cervello (anche in costume)
Basta poco: Metti una frase vera sotto una foto da spiaggia. Racconta un aneddoto buffo, non solo un #vibes. Condividi un pensiero, una domanda, anche leggera — purché tua.
Non serve diventare filosofi da sdraio.
Ma ogni tanto, un contenuto che faccia pensare, anche tra uno spritz e un selfie, è un bel colpo di scena. E tu? Sei team “stories bollenti” o “contenuti con testa”?Raccontamelo nei commenti, con cervello acceso — e crema solare. Nel prossimo episodio di Chic & Social parliamo di un effetto collaterale estivo:
“La sindrome da like estivo". Selfie, insicurezze e voglia di conferme: è solo vanità… o fragilità che non vogliamo chiamare per nome? Ne parliamo insieme, senza filtri.
Grave incidente stradale questa mattina all’alba in via Posatora, ad Ancona, nei pressi del parco Belvedere. Due auto, una Lancia Y e un SUV nero, si sono scontrate frontalmente in una curva poco prima delle 6. L’impatto è stato violentissimo: entrambi i veicoli sono rimasti gravemente danneggiati e resi irriconoscibili.
Tre le persone ferite, tra cui il conducente della Lancia Y, un uomo di 45 anni di origine tunisina, che è stato estratto dalle lamiere in condizioni critiche. A bordo con lui si trovava una ragazza di 25 anni, residente ad Ancona. Alla guida del SUV, invece, un 50enne di origine romena diretto al lavoro in un cantiere navale del porto.
I feriti sono stati trasportati all’ospedale regionale di Torrette dalla Croce Rossa e dal personale dell’automedica. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia stradale e il 118. La strada è rimasta chiusa per diverse ore per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi del caso.
Le cause dell’incidente sono in fase di accertamento.
Dopo il successo di Pesaro, Capitale italiana della Cultura per il 2024, le Marche tornano protagoniste sulla scena nazionale con la candidatura ufficiale di Ancona al titolo per il 2028. Il capoluogo di regione figura tra i 25 Comuni italiani che hanno manifestato interesse a partecipare al bando del Ministero della Cultura, affiancando città come Catania, Benevento, Forlì, Tarquinia e Vieste in un percorso che intende premiare progettualità, visione e capacità di trasformazione attraverso la cultura.
“Un primo passo che conferma la vitalità dei territori e la volontà diffusa di investire nella cultura come motore di sviluppo, coesione sociale e rigenerazione urbana”, ha commentato il MiC annunciando la chiusura della prima fase della selezione. Ora i Comuni dovranno formalizzare la propria candidatura con un dossier dettagliato da presentare entro il 25 settembre 2025.
Ad Ancona, la decisione di partecipare non è solo formale, ma segna l’inizio di un cammino che punta a ridefinire l’identità e la centralità culturale della città. “La candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura nasce dalla volontà forte e condivisa di rimettere la cultura al centro della progettualità cittadina”, dichiarano il sindaco Daniele Silvetti e l’assessora alla Cultura Marta Paraventi. “È da qui che vogliamo ripartire: dalla capacità di costruire il futuro di Ancona guardando con consapevolezza al suo passato e alla sua identità”.
Una città che, secondo l’amministrazione, ha tutte le carte in regola per ambire al titolo: una storia millenaria, un patrimonio artistico e sociale radicato, ma soprattutto una vocazione marittima profonda, che ne ha sempre definito la natura. “Ancona è città di porto, di approdi e partenze, di rotte intrecciate e di scambi. È capitale naturale dell’Adriatico, un punto di riferimento che oggi vogliamo far emergere con ancora più forza”.
Il dossier di candidatura, spiegano, sarà costruito attorno a un’idea guida: ridisegnare il futuro della città attraverso ciò che la rende unica. “Vogliamo svelare i suoi segreti, riportarla al centro dell’attenzione nazionale e internazionale, superare quella patina di anonimato sedimentata negli anni. Puntiamo a costruire, intorno alla cultura, una nuova centralità cittadina. Vogliamo che Ancona torni ad avere un’immagine definita, forte, riconoscibile: un brand culturale capace di riflettere la sua identità storica e il suo sguardo verso il futuro”.
Il progetto si propone come un grande cantiere culturale partecipato, aperto a tutti i settori della città: economia, formazione, turismo, impresa, sostenibilità, rigenerazione urbana. “La candidatura – concludono Silvetti e Paraventi – è già un’occasione storica. Sarà un’occasione di studio, di confronto, di visione, e getterà le basi per lo sviluppo culturale e identitario di Ancona nei prossimi decenni”.
Nel 2026 una giuria di esperti selezionerà la città vincitrice, che verrà proclamata entro marzo dello stesso anno. Fino ad allora, Ancona si prepara a raccontarsi, a progettare e a costruire – attorno alla cultura – un futuro nuovo.
Città candidate al titolo di Capitale italiana della Cultura 2028:Anagni, Ancona, Bacoli, Benevento, Catania, Colle di Val d’Elsa, Fiesole, Forlì, Galatina, Gioia Tauro, Gravina in Puglia, Massa, Melfi, Mirabella Eclano, Moncalieri, Pieve di Soligo, Pomezia, Rozzano, Sala Consilina, Sarzana, Sessa Aurunca, Tarquinia, Unione dei Comuni Città Caudina, Valeggio sul Mincio, Vieste.
"I marchigiani premiano il buongoverno del centrodestra e, in particolare, del presidente Francesco Acquaroli”. Così Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale delle Marche, commenta con soddisfazione i risultati del Governance Poll 2025 pubblicato da Il Sole 24 Ore, che vede il governatore marchigiano tra i più apprezzati d’Italia.
Con un indice di gradimento pari al 50,5%, Acquaroli non solo mantiene il consenso ottenuto alle elezioni regionali del 2020, ma lo migliora di 1,4 punti percentuali. Ancora più marcato l’aumento rispetto all’anno precedente: +7,5% rispetto al 2024. “Numeri chiari – sottolinea Livi – che certificano come le scelte di questa amministrazione regionale, dalla sanità alla ricostruzione, dallo sviluppo economico alla valorizzazione del territorio, siano state riconosciute e apprezzate dai cittadini”.
Per il capogruppo di FdI, il dato politico che emerge dal sondaggio è inequivocabile: “Le Marche hanno voltato pagina nel 2020 e non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. Il governo di Acquaroli si fonda su competenza, concretezza e ascolto, ben distante dai vecchi metodi e dalle vecchie facce della sinistra”.
Infine, un passaggio sul centrosinistra e sul candidato presidente Matteo Ricci: “Non possiamo che notare il nervosismo del loro candidato, che tra una polemica e l’altra continua a farsi notare più per le sue reazioni infastidite che per proposte serie. Del resto – conclude Livi – dopo il caso Affidopoli a Pesaro, capiamo che preferisca cambiare discorso”.
Il calciomercato dei dilettanti entra nel vivo e le società maceratesi – e non solo – iniziano a muoversi con decisione per allestire rose competitive in vista della stagione 2025-2026. Dall’Eccellenza alla Seconda Categoria, è già un’estate di movimenti, ritorni illustri e colpi ad effetto.
Il Tolentino, fra le candidate a recitare un ruolo da protagonista, ha annunciato l’accordo con il Centrocampista Andrea Dolciotti.
Si tratta di un ritorno per il centrocamposta classe 2003 proveniente dalla Settempeda e cresciuto nel settore giovanile Cremisi. “Sono molto felice di indossare questa maglia, ringrazio il Direttore, il Mister e la Società. Ci vediamo in campo!”. Le prime parole del giocatore.
La Jesina accende il mercato con un doppio colpo di rilievo: arriva Matteo Minnozzi, bomber con oltre 100 reti all’attivo tra Serie D ed Eccellenza, e ritorna Luca Giovannini, jolly offensivo reduce dal Matelica.
A Montefano si lavora sulle conferme: dopo capitan Bonacci, vicino anche il fantasista Daniele Ferretti. Ai saluti invece il difensore Diego Orlietti, il centrocampista Gianluca Candidi e l’attaccante Filippo Papa, sul quale è particolarmente vivo l’interesse del Chiesanuova, che nel frattempo proseguirà con Monaco, Carnevali e Persiani. Dopo 4 stagioni in biancorosso sarà addio invece il difensore Nicolas Canavessio, che si traferirà in Sardegna per giocare, sempre in Eccellenza, con la maglia dell'Atletico Uri.
Nel Montefeltro si muove l’Urbino, che dopo l’addio di Bardeggia (salito in Serie D al Termoli), ufficializza tre nuovi innesti: Altobello (ex Monturano), Antonioni (ex Matelica) e il giovane portiere Cristian Semprini. Attivissima anche l’Urbania: annunciati Kalombo, terzino ex Montecchio, e l’esterno offensivo Giuseppe Serges. L’Osimana, dopo aver ufficializzato l'ex Maceratese Mancini, punta forte sugli under: arrivano Gianmaria Verdini (portiere 2007) e Nicolas Manini (centrocampista 2008).
In Promozione si muove con decisione la Settempeda, che accoglie l’attaccante classe 2006 Andrea Compagnucci dalla Maceratese, reduce da un’ottima esperienza alla Vigor Montecosaro. Proprio la Vigor risponde con un grande colpo: ufficiale l’arrivo di Mattia Ribichini, 58 gol in carriera tra Eccellenza e Promozione.
Il mercato dell’Aurora Treia dovrebbe partire da un super colpo, con l’ex Montefano Ernst Alla pronto a prendere in mano il centrocampo biancorosso. Il Casette Verdini riabbraccia bomber Matteo Ulivello e si rinforza con i centrocampisti Alex Morettini, Andrea Lattanzi e l’argentino Valentin Juarez Delfino, rivelazione all’Urbis Salvia.
Colpo di spessore per la Palmense, che in difesa si assicura l'ex vice-capitano della Maceratese Matteo Nicolosi. Il Camerino, tornato in Promozione, riparte da Mister Giacometti e si assicura l’attaccante Riccardo Raponi, ex Appignanese.
In Prima Categoria il Montecassiano si conferma molto attivo: dopo Luca Balloni, arriva anche Tommaso Massini, ex Maceratese e reduce dalla stagione alla Settempeda.
Dopo i primi botti iniziali, altre novità per Belfortese e Potenza Picena. Mister Fondati ritrova in biancorosso Marco Mariani e Gino Galdenzi, dopo l’esperienza al Corridonia. Belfortese che nei giorni scorsi avevano tesserato anche l’attaccante Dauuda Wali, protagonista di un ottimo girone di ritorno con la maglia dell’Aurora Treia nella scorsa stagione. Un esperto e un giovane talento: il Potenza Picena si assicura il difensore Marco Bigoni e il centrocampista Luca Moliterni.
La Folgore Castelraimondo risponde con un tris d’esperienza: ufficiali gli arrivi del portiere Marco Caracci, dell’attaccante Maicol Ulissi e del difensore Tommaso Gianfelici.
In Seconda Categoria la scena la ruba la Stese, protagonista di una raffica di ben sei acquisti. In difesa arriva l’esperto Edoardo Cerquozzi, mentre a centrocampo spiccano i nomi di Elias Ariel Carlini (ex Sangiustese) e Luca Romagnoli (ex Borgo Mogliano Madal). Dal San Marco Petriolo arrivano tre colpi: Saad Ennachat, Ousseynou Niang e il giovane talento Modou Faye, autore di 15 reti nell’ultima stagione.
L'Helvia Recina conferma gran parte dell’organico e si prepara ad accogliere in attacco Luca Giubilei, bomber ex Montecassiano, mentre saluta Massimiliano Prenna, passato all’Urbis Salvia.
Molto attiva anche l’Aries Trodica, che registra conferme importanti (Lombardelli, Lauteri, Paolucci, Re e Pennacchietti) e si rinforza con Jacopo Di Biagio, ex Vigor Montecosaro, colpo di qualità per la mediana.
Il calciomercato dilettantistico continua a regalare colpi a raffica e grande fermento in tutte le categorie. Tra ritorni eccellenti, scommesse giovani e movimenti strategici, l’estate delle squadre marchigiane si preannuncia rovente. E siamo solo all’inizio.
Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, è il primo cittadino più apprezzato d’Italia secondo il Governance Poll 2025, l’indagine annuale condotta dall’istituto demoscopico Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. Con un consenso del 70%, Fioravanti – riconfermato lo scorso anno alla guida di una coalizione di centrodestra – conquista il vertice della classifica, scalzando dal primo posto Michele Guerra, sindaco di Parma (centrosinistra), che si ferma quest’anno al 65%, ma resta comunque in seconda posizione.
I sindaci marchigiani: gradimento alto, ma non mancano i segnali di flessione
Tra i sindaci delle Marche, spicca anche Paolo Calcinaro, primo cittadino civico di Fermo, che con un consenso del 60% si colloca al quinto posto nazionale, a pari merito con Mattia Palazzi (Mantova), Mario Conte (Treviso) e Pierluigi Biondi (L’Aquila). Tuttavia, per Calcinaro si registra un netto calo rispetto all’anno precedente: -11,4%.
Segue Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata (centrodestra), che ottiene un gradimento del 55%, in crescita di 2,2 punti rispetto al 2024. Al 34° posto, troviamo anche Andrea Biancani, sindaco di Pesaro (centrosinistra), con lo stesso dato di Parcaroli (55%), ma in calo di 5,6 punti. Più in basso in classifica Daniele Silvetti, sindaco di Ancona (centrodestra), che si piazza al 69° posto con il 51,7% di gradimento, dato sostanzialmente stabile.
Gli altri sindaci in classifica
Al terzo posto, ex aequo con il 61%, si trovano i sindaci di Bari (Vito Leccese) e Napoli (Gaetano Manfredi), entrambi espressione del centrosinistra. Numerosi i primi cittadini appaiati nella nona posizione con il 59%: tra questi Clemente Mastella (Benevento), Jamil Sadegholva (Rimini), Valeria Cittadini (Rovigo), Chiara Frontini (Viterbo), Alan Fabbri (Ferrara), Beppe Sala (Milano) e Massimo Mezzetti (Modena).
Tra i sindaci delle grandi città, Matteo Lepore (Bologna) ottiene il 58° posto con il 53,5%, Stefano Lo Russo (Torino) è 72° con il 50,5%, Sara Funaro (Firenze) è 34ª con il 55%, mentre Roberto Gualtieri (Roma) è 89° con il 47%, in lieve miglioramento rispetto allo scorso anno.
Governatori: Fedriga ancora al top. Acquaroli 12° con il 50,5%
Tra i presidenti di Regione, svetta ancora Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, centrodestra), che si conferma al primo posto con il 66,5%. Al secondo Luca Zaia (Veneto, centrodestra) con il 66%, mentre chiude il podio Alberto Cirio (Piemonte, 59%), anche lui centrodestra.
Il primo esponente del centrosinistra è Eugenio Giani (Toscana), al quarto posto con il 58%, seguito da un terzetto di presidenti meridionali: Roberto Occhiuto (Calabria), Renato Schifani (Sicilia) e Vincenzo De Luca (Campania). Completano la top ten Michele De Pascale (Emilia-Romagna), Stefania Proietti (Umbria) e Attilio Fontana (Lombardia). Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche (centrodestra), si posiziona dodicesimo con un gradimento del 50,5% (in crescita rispetto al 2024 quando era ventesimo)
«Il trend generale è in calo rispetto al consenso elettorale – ha spiegato Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi – e anche chi si colloca in cima alla classifica spesso registra flessioni. Il Governance Poll non misura l’intenzione di voto ma il gradimento sull’operato degli amministratori locali, indipendentemente dal colore politico».
Il Governance Poll 2025 ha analizzato 97 capoluoghi di provincia e tutte le Regioni con elezione diretta, escludendo i comuni andati al voto nel 2025 o con sindaci decaduti. Le interviste si sono svolte tra aprile e giugno 2025 su un campione rappresentativo di 600 elettori per comune e 1.000 per regione.
Intervento provvidenziale dei Vigili del Fuoco per salvare un cane rimasto intrappolato tra i rovi.È accaduto nella tarda mattinata di oggi, poco prima delle 11:00, ad Ancona. Alcuni passanti hanno udito i guaiti dell’animale e allertato i soccorsi.
Giunti sul posto, i Vigili del Fuoco si sono addentrati tra la vegetazione fitta, riuscendo con prontezza a liberare il cane, rimasto bloccato in una macchia di rovi.Una volta recuperato, l’animale – spaventato ma in buone condizioni – è stato riconsegnato ai suoi proprietari, che ne avevano già denunciato la scomparsa.
Si è laureato in legge all’Università di Bologna, ha discusso la tesi e festeggiato con i familiari, ma subito dopo è scomparso: risulta irreperibile da giovedì scorso Andrea Cavallari, 26 anni, uno dei condannati in via definitiva per la strage di Corinaldo, dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono sei persone – cinque adolescenti e una madre – durante un tentativo di rapina con spray urticante nella discoteca Lanterna Azzurra.
Cavallari, originario della Bassa Modenese, era detenuto nel carcere della Dozza di Bologna, dove stava scontando una pena di 11 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale plurimo, rapina, furto e lesioni personali. Faceva parte della cosiddetta “banda dello spray”, un gruppo di giovani responsabili di una lunga serie di colpi messi a segno durante eventi affollati, con la tecnica di spruzzare spray al peperoncino per creare il panico e derubare gli spettatori.
Autorizzato dal magistrato di sorveglianza a uscire dal carcere per discutere la tesi di laurea in Scienze giuridiche, Cavallari ha potuto partecipare alla cerimonia senza scorta, accompagnato soltanto dai familiari. Dopo il momento accademico, però, si sono perse completamente le sue tracce.
Secondo quanto riportato dal Corriere di Bologna, il giovane risulta irreperibile da giorni. Le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche, ma finora senza esito. Una fuga premeditata? Un errore di valutazione nella concessione del permesso? Le polemiche non mancano, anche per la scelta di permettere a un condannato per reati così gravi di uscire senza controllo. Nel frattempo, Cavallari – laureato ma ora di nuovo ricercato – è ufficialmente latitante.
Azione chiarisce la sua posizione in vista delle elezioni regionali nelle Marche e lo fa con parole dure nei confronti del candidato del centrosinistra, Matteo Ricci. In un comunicato ufficiale, il partito guidato da Carlo Calenda accusa Ricci di "trasformismo politico" e "opportunismo", motivando così la scelta di non appoggiarlo nella corsa alla presidenza della Regione.
"Il candidato della sinistra populista Ricci ci accusa di alto tradimento per non averlo sostenuto – si legge nella nota – ma Ricci ha iniziato la sua campagna dicendo che le Marche non hanno bisogno di un termovalorizzatore, per ingraziarsi i 5 Stelle, mentre a Roma sosteneva l’opposto per compiacere Gualtieri".
Azione critica anche l’operato dell’eurodeputato negli anni passati, accusandolo di incoerenza: "È stato bersaniano, renziano, zingarettiano, lettiano e schleiniano: ha sempre scambiato le sue posizioni politiche con una poltrona. Manca della tempra morale e dello spessore politico necessari per guidare le Marche", si legge ancora.
Secondo il partito centrista, Ricci rappresenterebbe una linea troppo accondiscendente verso le forze di sinistra radicale e il Movimento 5 Stelle. "Il rischio concreto è eleggere una banderuola sempre all'inseguimento di AVS e 5S", prosegue la nota.
Infine, Azione ribadisce che non parteciperà alla competizione elettorale regionale, malgrado, sottolinea, "i tentativi di Ricci di spingerci verso il sostegno ad Acquaroli", attuale presidente della Regione e candidato del centrodestra. Gli iscritti al partito saranno liberi, dunque, di candidarsi nelle varie liste civiche.
È Claudio Bolletta, 68 anni, imprenditore nel settore della sicurezza, il terzo candidato a presidente della Regione Marche presentato questa mattina (venerdì 4 luglio ndr) all'aula didattica della Mole Vanvitelliana. Al suo fianco il coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo.
"Siamo l'unica alternativa oltre la destra e la sinistra che sono due facce della stessa medaglia. Vogliamo ricostruire una sanità per tutti, togliendola dalle mani dei politici regionali che mettono i loro amici come dirigenti o finanziano la sanità privata con la mano destra o con quella sinistra dipende da chi li candida. Noi vogliamo restituirla ai cittadini renderla di nuovo universale. Vogliamo inoltre lavorare ad unire e rappresentare davvero le istanze della società marchigiana contro chi le ha ignorate e mortificate per anni. Oggi, visti i voti pro riarmo, quelli dell' europarlamentare piddino Ricci come quelli degli amici di Acquaroli chi è in lista d'attesa rischia di vedersi superare da un carro armato". Ha detto Rizzo.
Battagliero è parso l'aspirante governatore. “Ho accettato di essere candidato a governatore delle Marche per DSP - ha spiegato Bolletta - innanzitutto perché ritengo la proposta politica di Marco Rizzo e Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare l’unica in grado di superare e sconfiggere il partito unico della servitù a Roma e a Bruxelles. Nelle Marche questo immenso cartello di potere non è ancora stato sconfitto".
"Si sono alternati gli interpreti, ma suonano lo stesso spartito. Centrodestra e centrosinistra sono due facce della stessa medaglia. Con entrambe al governo, senza soluzione di continuità, i marchigiani hanno subito e subiscono lo smantellamento della sanità pubblica, con oltre 350 milioni di euro ogni anno deviati, già nel tempo delle giunte di centrosinistra, a favore di quella privata, la desertificazione produttiva dei territori e la chiusura delle nostre eccellenze industriali, il fallimento della Banca delle Marche con conseguenze tragiche per i risparmiatori".
"Il nostro obiettivo è restituire ai marchigiani tutto quello che è stato tolto loro. E per quest’opera di restituzione non possono andar bene i ladri di futuro che hanno avuto il potere sino ad oggi. Occorre essere sovrani e non sudditi di organizzazioni partitiche strumentali, impegnate a fingere di dividersi mentre rispondono signorsì ai loro effettivi padroni. Sul fronte esterno essi seguono i diktat dell’Unione Europea e della Nato con una folle e pericolosa corsa al riarmo che erode lo stato sociale, l’assistenza, la spesa produttiva, la ricerca per ingrassare i profitti dei mercanti d’armi".
"Sul fronte interno, UE e BCE hanno dettato i voleri dei grandi monopolisti tramite tutti i partiti di governo degli ultimi decenni, anche al livello degli enti locali. Questi ultimi, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio e legittimati da un’interpretazione estensiva del principio di sussidiarietà, entrambi inseriti in Costituzione con riforme bipartisan, hanno proceduto a privatizzare i settori economici pubblici, ad inasprire la competizione al ribasso, con effetti disastrosi su salari in diminuzione, a creare un mercato selvaggio dei servizi essenziali di fatto rendendo il diritto di cura un privilegio di pochissimi. Noi riapriremo e potenzieremo le strutture sanitarie territoriali tagliate da destra e sinistra, ridurremo il costo delle prestazioni erogate, impediremo che i primari e i manager del settore siano scelti in base alle amicizie con i politici al potere. Riaffideremo ai marchigiani le chiavi di casa togliendole dalle mani delle due coorti di giullari, di destra e di sinistra, al servizio dello stesso euro-sovrano”.
A partire da sabato 5 luglio 2025, anche nelle Marche scattano ufficialmente i saldi estivi, in linea con il calendario nazionale. Un appuntamento atteso da consumatori e commercianti, in particolare nel comparto moda, che punta a rilanciare i consumi e sostenere il commercio al dettaglio.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia italiana spenderà in media 203 euro per l’acquisto di articoli scontati, pari a circa 92 euro a persona, per un totale stimato di 3,3 miliardi di euro a livello nazionale. Nelle Marche, oltre 300.000 famiglie sono pronte a fare acquisti per un valore complessivo stimato di 60 milioni di euro, distribuiti tra abbigliamento, calzature, accessori e altri settori del commercio.
“Sono un’occasione importante per consumatori e commercianti – afferma Giacomo Bramucci, presidente regionale di Federazione Moda Italia – Confcommercio Marche –. Acquistare nei negozi di prossimità significa sostenere l’economia locale e mantenere vive le identità delle nostre città. Speriamo che anche grazie alla presenza di tanti turisti, l’estate 2025 possa rappresentare un vero momento di rilancio per il settore moda”.
Con l’arrivo previsto di oltre 19 milioni di turisti stranieri in Italia, anche la nostra regione potrà beneficiare di un flusso crescente di visitatori attratti da cultura, mare ed enogastronomia. Un’occasione preziosa anche per il commercio, che potrà sfruttare l’aumento della domanda per rafforzare i propri margini e fidelizzare nuovi clienti.
“I saldi – continua Bramucci – sono utili per smaltire le rimanenze e pianificare con più tranquillità la prossima collezione primavera/estate 2026”. Secondo il direttore di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco, l’impatto dei saldi va ben oltre il comparto moda. “Si tratta di un momento strategico anche per tutto il commercio di vicinato, ancora in sofferenza in molti territori. È un’occasione di liquidità e di consolidamento del rapporto con i clienti. Acquistare nei negozi di città e quartiere è anche un atto di responsabilità sociale”.
Secondo il direttore di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco, l’impatto dei saldi va ben oltre il comparto moda. “Si tratta di un momento strategico anche per tutto il commercio di vicinato, ancora in sofferenza in molti territori. È un’occasione di liquidità e di consolidamento del rapporto con i clienti. Acquistare nei negozi di città e quartiere è anche un atto di responsabilità sociale”.
Federazione Moda Italia – Confcommercio ricorda ai consumatori alcune regole essenziali: Cambi: a discrezione del negoziante, tranne in caso di difetti. Prova dei capi: non obbligatoria. Pagamenti: le carte devono essere accettate, promossi i metodi digitali. Articoli in saldo: devono essere di carattere stagionale o soggetti a deprezzamento rapido. Prezzi: va indicato il prezzo iniziale, lo sconto e il prezzo finale, oltre al prezzo più basso degli ultimi 30 giorni, come previsto dalla Direttiva Omnibus (D.lgs. 26/2023).
“Incoraggiamo i cittadini marchigiani a comprare nei negozi del territorio – conclude Bramucci –. Oltre al risparmio, ogni acquisto rappresenta un investimento nel lavoro, nell’impresa e nella vitalità delle nostre città”.