Dopo una decina di giorni in costante rialzo, ha segnato un calo, nell'ultima giornata, l'incidenza di casi di coronavirus ogni 100mila abitanti nelle Marche: in 24 ore sono 2.821 i contagi rilevati e l'incidenza è diminuita lievemente da 1.191,62 a 1.187.09. Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale.
In crescita la percentuale di positivi tra i tamponi diagnostici (45,2% su 6.240); in tutto eseguiti 8.128 test tra cui 1.888 tamponi del percorso guariti. I sintomatici sono 512; i casi comprendono 811 contatti stretti di positivi, 731 contatti domestici, 38 in ambiente scolastico/formativo, 5 in ambiente di vita/socialità, 4 in ambito lavorativo, uno ciascuno in ambito sanitario e assistenziale. Su 705 contagi in corso un approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona ha fatto registrare 887 positivi; è seguita, per numero assoluto di casi, dalle province di Macerata (572), Pesaro Urbino (453), Ascoli Piceno (442), Fermo (365); 102 i casi da fuori regione. La fascia d'età con più nuovi contagi è sempre quella tra i 25 e i 44 anni (809) seguita da 45-59 (672), 70-70 anni (254) e 60-69 anni (252).
Sono stati resi pubblici anche i dati del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che hanno evidenziato un aumento del 36,6% di nuovi casi di coronavirus nelle Marche nella settimana tra il 16 e il 22 gennaio e performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.073).
A livello provinciale per nuovi casi ogni 100mila abitanti, il valore più alto si registra a Fermo 1.474 (+43,1% rispetto alla settimana precedente); seguono Ascoli Piceno 1.382 (+30,9%), Ancona 1.130 (+36,2%), Macerata 1.105 (+32,1%) e Pesaro e Urbino 801 (+47,3%).
Nella settimana in questione le Marche sono rimaste sopra soglia di saturazione per posti letto in area medica (21,0%) e sotto soglia invece per 'occupazione' di posti letto in terapia intensiva (2,3%) da pazienti Covid-19.
Per quanto riguarda i vaccini, la popolazione che ha completato il ciclo è pari all'81,3% (media Italia 83,9%) a cui si aggiunge un ulteriore 1,3% (media Italia 1,7%) che ha ricevuto solo la prima dose.
Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 83,7% (media Italia 84,0%), il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 3,6% (media Italia 6%). La popolazione tra i 5 e 11 anni di età che ha completato il ciclo vaccinale è pari 19,5% (media Italia 33,4%) a cui aggiungere un ulteriore 2,6% (media Italia 4,0%) solo con prima dose.
Sei ricoverati per Covid in più nelle Marche nell'ultima giornata: il totale è ora aggiornato a 233 di cui 8 in Terapia intensiva (+1), 225 in Area medica (+5) tra i quali 57 in Semintensiva (-4) e 168 in reparti non intensivi (+9); 32 le persone dimesse in 24ore.
Con questi dati, forniti dalla Regione Marche, il tasso di occupazione Covid delle terapie intensive sale al 2,3% mentre quello in Area medica è del 22,1%.
In un giorno registrati 2.821 positivi per un'incidenza in leggero arretramento a 1.187,09. Quattro i deceduti, tutti con patologie pregresse, che fanno aumentare il totale regionale a 3.682: un 66enne di Civitanova Marche (Macerata), una 86enne di Montegranaro (Fermo), un 91enne di Jesi (Ancona) e un 86enne di Alba Adriatica (Teramo) ricoverato ad Ascoli.
Il 2022 sembrava l’anno d’oro della transizione ecologica in Italia: sviluppo della mobilità sostenibile, delle aree marine protette e interventi diretti per un minore e migliore sfruttamento delle risorse energetiche estratte dal suolo. Ma la guerra ha fermato tutto. E adesso Legambiente Marche pensa a soluzioni alternative anche per Macerata.
Solo nel primo trimestre – anche in virtù della crisi ucraina - si è registrato un aumento del 131% sulle bollette della luce e del 94% su quelle del gas. Per correre ai ripari rispetto alla dipendenza energetica dalla Russia, il presidente del Consiglio Draghi ha dato il via libera per far ripartire trivelle e impianti a carbone. Che però, insieme, riuscirebbero a coprire a malapena l’8% del fabbisogno nazionale.
Secondo Wwf, Greenpeace e Legambiente, l'attuale sconvolgimento geopolitco potrebbe fornire un nuovo slancio agli obbiettivi 'green' prefissati per il 2025. Ma occorre considerare la futura revisione del Pnrr. "Bisogna intervenire sul piano locale” - afferma il gruppo Legambiente Marche attraverso le parole del suo presidente Marco Ciarulli, che già nelle ultime settimane si è detta contraria alla riattivazione delle trivelle nell’Adriatico – corrispondenti a circa 1300 giacimenti attivi, di questi appena 500 utilizzati con continuità. Direttamente dal mare arriva il 54,6% del gas autoprodotto, interessando le coste di Veneto, Emilia Romagna e Marche.
È ancora possibile pensare a una transizione ecologica in breve tempo? Abbiamo presentato negli ultimi giorni con un comunicato congiunto (Legambiente, Wwf e Greenpeace) quelle che sono le nostre proposte per riuscire a produrre energia rinnovabile al 100% entro il 2036. La transizione non sarà immediata, ma è necessaria per uscire dal ricatto del gas fossile.
E sono proposte concrete? Valgono a livello nazionale. Per ogni regione poi bisognerà indagare sulle caratteristiche territoriali. Gli interventi vanno contestualizzati. Da sempre ci battiamo per le energie rinnovabili e la riduzione dei consumi.
Qual è la situazione nelle Marche? Qui abbiamo il fotovoltaico a terra, e copre un quinto del nostro fabbisogno energetico. Ma se non lo avessimo, dipenderemmo completamente dai combustibili fossili.
Una soluzione quindi sarebbe incrementare questo esercizio? Dobbiamo massimizzare gli impianti a terra, ma senza esagerare. E poi ne vanno contestualizzati di nuovi in prossimità dei centri abitati, dove ci sono scuole, edifici pubblici. Inoltre, occorre impegnare le comunità energetiche e puntare anche sull’eolico.
Quali sono le difficoltà di attuazione? Ad oggi sono sempre state legate alla strumentalizzazione politica del tema e all’eccessiva burocrazia. Basti pensare che il primo impianto offshore è nato in Puglia dopo un iter autorizzativo di 14 anni.
Sul piano provinciale invece avete individuato possibilità concrete? Certo, per esempio a Macerata e in altre province potrebbe essere sfruttato il biometano. Ma dal 2018 – anno in cui il decreto ministeriale ne incentivò l’utilizzo – nelle Marche siamo rimasti a zero impianti di biometano. Nonostante potremmo produrne tanto, visto il numero delle nostre imprese agricole sul territorio.
Come mai? La politica malvagia costruita intorno, sulla linea delle cosiddette sindromi Nimby e Nimto. Si promuove una narrazione completamente sbagliata, visto che il biometano riduce sensibilmente anche l’impatto ambientale. Della serie “va bene tutto, ma non durante il mio mandato elettorale”.
Con la crisi energetica in atto, si vogliono riattivare anche le trivelle in mare. Voi continuate ad opporvi? Assolutamente sì. Non solo hanno un grave impatto sull’ambiente, ma richiedono un investimento oneroso. Che tra l’altro ci darebbe modo di autoprodurre una percentuale di energia irrisoria e per poco tempo per sostenere l’economia.
Perché il Paese è così in ritardo sulle rinnovabili? Si è sempre ricercata la soluzione più confortevole, che però ci ha portato alla situazione di dipendenza attuale. E dire che con compostaggio e biostabilizzazione copriremmo quasi ad occhi chiusi il 10% del fabbisogno nazionale di gas. Occorre lo sforzo di sbloccare gli iter autorizzativi e velocizzare il sistema.
Nel frattempo, anche gli investimenti nella transizione ecologica con i fondi del Pnrr rischiano di bloccarsi. Questo dipenderà dalle scelte politiche che verranno messe in campo. Noi con le nostre dieci proposte presentate al governo vogliamo dettare una road map per approdare alle rinnovabili il prima possibile. Diversamente, potremo anche arrivarci un giorno. Ma con tempi sicuramente più lunghi e con conseguenze pesanti per l’uomo e l’ambiente.
Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli ha sottoscritto questa mattina, nella sede della Prefettura di Ancona, un importante Protocollo operativo territoriale sull’identificazione e accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati.
L’intesa vede anche l’adesione di Tribunale per i Minorenni di Ancona, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Ancona, Prefettura di Ancona, Prefettura di Ascoli Piceno, Prefettura di Fermo, Prefettura di Macerata, Prefettura di Pesaro Urbino, ANCI – Marche.
“Sono qui - ha detto in occasione della firma - per portare la convinta adesione della Regione a questa importante intesa che si basa su un progetto di tutela dei più fragili, direi anzi fragilissimi perché minori e soli in una fase complicata della loro esistenza e in un territorio dove non hanno punti di riferimento".
"Il contributo della Regione Marche è di tipo tecnico – ha spiegato – fornito dal nostro staff sanitario ma contiamo di implementarlo in futuro per renderlo sempre più continuativo ed efficace. Vorrei anche cogliere questa occasione per ribadire la piena volontà della Regione alla collaborazione con le istituzioni locali e nazionali a maggior ragione quando si tratta di temi sociali e di iniziative a difesa dei più deboli, anche in considerazione della situazione attuale fortemente condizionata da eventi drammatici come una pandemia e una crisi di guerra.”
L’accertamento dell’età e dell’identità di un minore non accompagnato costituiscono una presupposto essenziale per attivare le procedure in suo favore cioè le misure di protezione alle quali ha diritto anche per scongiurare il rischio di violazione dei diritti fondamentali di un minore e inoltre in termini di imputabilità, in quanto il minore non è imputabile se infraquattordicenne.
Poiché spesso i minori non accompagnati raggiungono l'Italia senza documentazione anagrafica, nel processo di identificazione sono coinvolti numerosi soggetti di differenti Amministrazioni centrali (Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia) e Regionali (SSR regionali).
Se le indagini dell’autorità giudiziaria relative alla ricerca di documenti non possono arrivare all’identificazione accertata, si attiva una seconda fase che coinvolge le strutture sanitarie per un accertamento multidisciplinare dell’età.
Crollo della produzione industriale e consumi condizionati dall’aumento dei prezzi. In Italia, una famiglia mediamente spende 33mila euro l'anno. Di questi, oggi, 1220 se ne vanno per gli aumenti di luce e gas (valori evidenziati già prima della fine del 2021), 320 per il rialzo dei carburanti e circa 300 per la spesa alimentare.
L’inflazione che si prospetta quest’anno – in costante aggiornamento con gli sviluppi della guerra in Ucraina – potrebbe toccare il 7,2% e costringere gli italiani, come del resto sta già accadendo, a spendere meno nell’immediato futuro. Basti pensare che solo nel mese di febbraio la spesa per gli alimenti ha segnato un dato negativo pari al 6%. Risultato: le famiglie rischiano di spendere 2mila euro in più rispetto al 2021.
Le stime di Confcommercio, poi, ipotizzano un incremento del Pil nazionale per il 2022 che non andrà oltre il 3%. Meno di quanto auspicato il 12 febbraio scorso dall’attuale Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Dato confermato il 14 marzo – durante la riunione dei ministri delle Finanze della Ue - dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni che ha definito “irrealistica” la possibilità di raggiungere il sospirato 4%.
Tutto questo vale naturalmente in previsione di un conflitto bellico a lungo termine, che avrebbe ripercussioni anche sul 'carovita' del 2023. Nel caso di una guerra breve, invece, il tasso arriverebbe al 6% per il 2022 per poi scendere al 5,5% l’anno successivo. Una lieve variazione delle proiezioni.
Ma non sono solo rincaro dell’energia, delle materie prime e dei carburanti a pesare sullo scenario presente (e futuro) di famiglie e imprese italiane. Ci sono anche le spese di guerra, inevitabili per mantenere salda l’alleanza fra gli Stati membri dell’Ue.
L’Italia, ad oggi, si attesta al 5° posto nella classifica europea e all’11° in quella mondiale. Con l'intervento nella crisi ucraina, si passa dagli attuali 25mld di euro annui (68mln al giorno) ai 38mld prospettati per tutto il 2022 (104mln al giorno). Per rendere meglio l’idea, i dati SIPRI di Stoccolma hanno evidenziato come oggi l’Ue spenda per la guerra in totale ben 233mld: più del triplo rispetto alla Russia (67mld dichiarati dal 2020).
Detto altrimenti – in virtù anche del ‘Decreto Ucraina’ approvato il 18 marzo dal Consiglio dei ministri e accolto con larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati – l’Italia destinerà fino al 2% del proprio Pil alle spese militari.
Riassumendo: ‘strozzature e ricerca di mercati alternativi’ per liberarsi dalla dipendenza energetica legata alla Russia, aumento dell’inflazione, crisi dell’import e dell’export, calo progressivo della domanda interna. Il costo della guerra avrà nel lungo termine per l’Italia effetti sempre più tangibili, e che per forza di cose porteranno a una revisione degli obbiettivi prefissati del Pnrr.
Le cifre destinate a talune 'missioni' del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (circa 222 mld di euro) saranno convogliate per permettere alla produzione nostrana di sopravvivere, spostando di conseguenza in secondo piano tutte le altre priorità (in primis, transizione ecologica, sanità e cultura).
Del resto, lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco ha voluto ‘rassicurare’: «Guerra e costi non possono mettere in discussione il piano. Ma in virtù delle criticità presenti e future bisognerà considerare un aggiornamento dei suoi obbiettivi”.
Pestaggio nel dehors di un bar: scattano i sigilli al locale. Il questore di Ancona Cesare Capocasa ha emesso in data odierna un provvedimento di chiusura del locale "Bar A Onda" nel capoluogo marchigiano, a seguito dei fatti avvenuti sabato sera: una lite tra due avventori, uno straniero ed un italiano, che dopo aver consumato bevande alcoliche, si sono presi a pugni e calci proseguendo a pochi metri dall'esercizio.
L'italiano è rimasto ferito ed è stato soccorso e trasportato all'ospedale in prognosi riservata. Sul posto sono intervenute due Volanti, il cui personale ha accertato che l'aggressione era scaturita per futili motivi e che alcuni avventori erano riusciti a fatica a fermare la furia dell'aggressore, successivamente arrestato dalla Polizia di Stato per lesioni gravi.
Il questore di Ancona ha ritenuto che i fatti siano avvenuti anche in relazione ad un'assoluta mancanza di controllo da parte della titolare del locale, peraltro assente in occasione degli avvenimenti: l'aggressore, sottoposto ad alcol-test presso il pronto soccorso, presentava un tasso alcolemico pari a ben 2.90 mg/l ed era positivo anche ai cannabinoidi.
Lo stato di alterazione psico-fisica fa presumere che il soggetto abbia assunto alcolici presso il locale, oppure che, già in stato di ebbrezza, abbia continuato ad abusarne presso il locale. La vittima, inizialmente in prognosi riservata, poi sciolta con una previsione di 40 giorni, ha rischiato la vita e, secondo la Questura, sono stati inconfutabilmente compromessi l'ordine e la sicurezza pubblica. Il locale rimarrà chiuso per 10 giorni. Questa mattina il personale della Squadra Amministrativa e di sicurezza della Divisione di Polizia amministrativa della Questura ha posto i sigilli dinanzi al locale, con affissione di un cartello attestante la chiusura.
(Foto Ansa)
Continua nelle Marche la fase di crescita del tasso cumulativo di incidenza, arrivato a 1.178,82 su 100mila abitanti (ieri era 1.162,71), con 3.513 positivi rilevati nelle 24 ore. Le fasce di età tra 25-59 anni rappresentano circa la metà dei nuovi casi positivi; 953 per 25-44 e 872 per 45-59 anni, seguite da 60-69 anni con 388, e 70-79 anni con 257, 6-10 anni con 245.
La provincia di Ancona da sola totalizza 1.001 contagi, seguita da Macerata con 695, Pesaro Urbino con 585, Ascoli Piceno con 582, Fermo con 525, oltre a 125 casi di fuori regione. I 3.513 nuovi casi rappresentano il 44,1% dei 7.968 tamponi del percorso diagnostico su 9.953 tamponi totali.
(Servizio in aggiornamento)
Quando sfumerà l’interesse verso gli accadimenti nell’Est Europa, si tornerà a pensare alla politica nostrana. Alla propaganda dei partiti e, di conseguenza, a uno degli argomenti da sempre di maggior presa sull’opinione pubblica: l’accoglienza profughi nel nostro Paese.
Con la guerra in atto, sono circa 2,5 milioni i profughi che finora si sono mossi dall’Ucraina. Questo perché altri 2,5 milioni hanno al momento trovato rifugio da parenti e amici nelle regioni dell’ovest Ucraina ancora non toccate dalla guerra.
Ma cosa succederà quando i bombardamenti coinvolgeranno l’intero Paese? Che avremo un flusso di IDPs (Internally displaced person) stimato in circa 10 milionindi di persone. In Italia, in particolare, le stime vanno ora oltre gli 800mila arrivi previsti. Mentre istituzioni e operatori del terzo settore proseguono nella costruzione di percorsi – o corridoi umanitari - che favoriscano l'ingresso e l'accoglienza.
Cosa comportano 10 milioni di rifugiati in Europa? Se la redistribuzione sarà su base proporzionale della popolazione locale, all’Italia spetterà ospitare 1,5 milioni di rifugiati. Ad oggi sono quasi 60mila gli accolti. Il profugo - finché non si integra con la società ospite, il che richiede spesso una tempistica di anni - costa mediamente al governo 30 euro al giorno. I conti sono presto fatti: 45 milioni di euro al giorno, 1,3 miliardi al mese, circa 15 miliardi l’anno. Il costo di una finanziaria.
Come se non bastasse, la guerra provocata dalla Russia costringerà gli italiani a pagare l'energia a costi molto più elevati. Quindi? Il doppio obbiettivo di Vladimir Putin è servito: assumere il controllo strategico della regione ucraina e dividere l’alleanza Ue, che finora si è fatta unita con sanzioni e invio di armi a sostegno della resistenza Zelensky.
Una resistenza destinata a cedere nel lungo termine, soprattutto in virtù delle spese militari finora sostenute dai Paesi Occidentali – e che prima o poi si bloccheranno per evitare ricadute sui rispettivi bilanci – e dei futuri dibattiti riferiti all’accoglienza migranti. Senza dimenticare che nel frattempo ogni testimonianza di civilizzazione andrà scomparendo dall’Ucraina: e chi sborserà a quel punto per ricostruire?
Chi non potrà rifugiarsi in altre aree limitrofe dell’est Europa punterà inevitabilmente sui Paesi dell’Unione, dove comunque negli ultimi anni i partiti populisti hanno sempre più preso piede sfruttando un certo tipo di malcontento: quello più antico, legato allo “straniero in casa nostra”.
Questa seconda fase della tattica putiniana – la prima è l’invasione militare - è praticamente la riedizione dello scenario siriano, ma questa volta senza la Turchia. L’Ue di fatto appare priva di obbiettivi precisi: finora si è mossa inviando armi leggere e pronunciando sanzioni che di fatto non incideranno sui bilanci della Russia, visto che direttamente da noi incassa il triplo rispetto al periodo pre guerra.
Nelle prossime settimane, quando il flusso di IDPs sarà maggiore, inizieranno le tensioni interne (già cominciate e ampiamente visibili) e i partiti populisti ricominceranno la propaganda anti immigrati. E, nel peggiore dei casi, invitando l’opinione pubblica a schierarsi apertamente con Putin per “salvare” la nostra società. Gli Ucraini diventeranno i nuovi “colpevoli”: di aver voluto resistere allo Zar portatore di giustizia, invece di capitolare. Con buona pace dei diritti umani, superati anche stavolta dall'assurda liceità dei crimini di guerra.
(dati ISTAT e DEF)
Scatta la riduzione delle accise sui carburanti e quindi del loro prezzo di vendita. Sono infatti stati pubblicati, nella notte, sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale e il decreto legge "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina" contenenti le norme che ne riducono il prezzo, che entrano in vigore da oggi.
La riduzione delle accise, e quindi del prezzo dei carburanti, avrà la durata di 30 giorni. Ma è previsto che fino al 31 dicembre di quest'anno le aliquote di questi tributi potranno essere rideterminate senza dover ricorrere ad un decreto legge ma solo con un provvedimento ministeriale.
Specifiche norme sono poi introdotte per i depositi di stoccaggio dei prodotti e per evitare manovra speculative, con poteri al Garante dei Prezzi e l'utilizzo della Guardia di Finanza per i controlli sul territorio.
Il decreto prevede anche una norma finalizzata ad aiutare i lavoratori che usano mezzi propri per arrivare sul luogo di lavoro: i buoni benzina, fino a 200 euro, che i datori di lavoro daranno ai propri dipendenti non concorreranno al reddito, quindi non saranno tassati.
Altre cinque misure cautelari eseguite dalla Squadra Mobile di Ancona nell'operazione "€uro Green Pass" che ha coinvolto un infermiere di Falconara Marittima il quale, con l'aiuto di alcuni intermediari per procacciarsi 'clienti' no-vax, fingeva di vaccinarli per ottenere il Green pass in cambio di denaro all'interno dell'hub vaccinale "Paolinelli" di Ancona all'insaputa del resto del personale (leggi qui per saperne di più).
Ulteriori misure cautelari di obbligo di dimora, con divieto di uscire di casa dalle ore 21 alle 6, e obbligo di presentazione quotidiana, emesse dal gip di Ancona e applicate a 5 indagati per i reati di corruzione, peculato e falso ideologico continuati, in concorso per ottenere l'indebito rilascio di Green pass
È stato eseguito anche un altro sequestro preventivo fino alla somma di 4.500 euro dell'infermiere Emanuele Luchetti, 51 anni, principale indagato della vicenda corruttiva, sottoposto alla custodia cautelare in carcere dal 10 gennaio scorso. In tutto ammontano ora a circa 20mila euro le somme sequestrate al 51enne.
Finora erano state 85 le misure cautelari eseguite dalla Polizia, in base alle indagini coordinate dal pm Ruggero Dicuonzo e innescate dalla denuncia di un medico vaccinatore del centro vaccinale che aveva finto di collaborare con Luchetti per spingerlo a confessare: Luchetti è finito in carcere e altri quattro posti ai domiciliari. Ora il totale sale a 90: oltre ai cinque arrestati (destinatari di due misure d'arresto fotocopia) altri 80 destinatari di obbligo di dimora e presentazione alla Procuratore generale, in sostanza i fruitori dei 'finti vaccini' per il Green Pass
E' stato arrestato il giovane americano, un 20enne, che ieri sera ha aggredito un 30enne italiano in un bar nella zona portuale di Ancona.
Il giovane è risultato positivo ai cannabinoidi e con un tasso alcolico di quasi 3 gr/l (5 volte superiore al limite consentito per legge) e gli sono state riscontrate dai sanitari del pronto soccorso lievi escoriazioni con una prognosi di 3 giorni.
Dopo gli accertamenti medici, gli operatori delle Volanti, con l'ausilio di personale della Squadra Mobile lo hanno arrestato per lesioni gravi e, su disposizione dell'autorità giudiziaria, lo hanno portato nel carcere di Montacuto, in attesa dell'udienza di convalida.
L'aggredito invece, trasportato ieri in codice rosso all'ospedale di Torrette, è in prognosi riservata, anche se non in pericolo di vita: gli sono state riscontrate fratture al naso, allo zigomo e alla parete orbitale ed è in attesa di ulteriori accertamenti.
Nella serata di ieri le Volanti sono intervenute nella zona portuale dove era stata segnalata a presenza di un uomo riverso a terra, incosciente, in seguito ad una aggressione subita pochi minuti prima.
Una volta sul posto gli agenti hanno anche rintracciato il 20enne, in stato di agitazione, e con escoriazioni al volto ed alle mani. Sul posto erano presenti anche numerosi testimoni che hanno fornito ai poliziotti un resoconto dettagliato e univoco dei fatti.
In base a quanto riferito, i due giovani stavano trascorrendo la serata seduti allo stesso tavolo del bar, chiacchierando, quando, per motivi ancora da accertare, probabilmente legati all'eccessivo consumo di bevande alcoliche, hanno cominciato a litigare.
Il più giovane si è scagliato contro l'altro uomo, colpendolo con pugni violenti al volto finché l'aggredito ha perso i sensi, cadendo a terra, mentre il ventenne continuava a colpirlo. A quel punto è stato bloccato dai presenti, che lo hanno placcato e poi hanno chiamato la polizia e i soccorsi. di convalida.
Continua a crescere nelle Marche l'incidenza di positivi ogni 100mila abitanti: nell'ultima giornata sono stati rilevati 2.396 casi e l'incidenza è passata da 1.133,01 a 1.152,79. Nel complesso sono 7.281 i tamponi eseguiti di cui 5.771 nel percorso diagnostico (41,5% di positivi) e 1.510 nel percorso guariti.
Sono 395 le persone con sintomi. I casi comprendono 697 contatti stretti di positivi, 659 contatti domestici, 2 in ambiente di scuola/formazione, 5 in ambiente di vita/socialità, 3 in ambito assistenziale, 4 in ambito lavorativo, 3 in ambito sanitario; per 619 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona ha fatto segnare 699 positivi; seguono per numero assoluto le province di Macerata (467), Pesaro Urbino (406), Ascoli Piceno (377) e Fermo (368); 90 i casi da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di contagi in quella 25-44 anni (618); a seguire 45-59 anni (551) e 70-79 anni (232).
Continuano a crescere i ricoveri legati al covid negli ospedali nelle Marche: 6 nelle ultime 24 ore, che fanno arrivare il numero complessivo a 202, dei quali 7 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri), 62 in semi intensiva (+10) e 133 in reparti non intensivi (-2), oltre a 29 dimessi, secondo i dati della Regione Marche.
Ci sono stati anche 4 decessi, che fanno salire il totale a 3.666: sono morti 3 uomini e una donna, di età compresa tra 79 e 92 anni. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
Sono stati oltre 2000 i profughi ucraini accolti e censiti dall’Asur Marche alla data di sabato 19 marzo. Dal monitoraggio complessivo è risultato come, nelle 5 Aree Vaste della Regione Marche, siano arrivati sinora 2082 cittadini ucraini di cui 752 minori.
Di questi sono già stati contattati dal Dipartimento di Prevenzione in 1136, in 989 hanno già effettuato il tampone (da cui sono emersi 42 casi positivi), mentre in 46 si sono sottoposti a vaccino anticovid. Nelle Aree Vaste sono già diverse decine i tamponi molecolari prenotati dai Dipartimenti di Prevenzione e gli operatori stanno ricontattando tutti.
“Ringraziamo Prefettura, Questura, Uffici Immigrazione, Sindaci, Dipartimento di Prevenzione, la Protezione Civile, le associazioni di volontariato – afferma la dottoressa Nadia Storti, direttore generale dell’Asur Marche – per questo lavoro corale e per tutta la collaborazione che stanno fornendo in questo momento molto delicato in cui molti cittadini ucraini stanno arrivando nella nostra regione e una volta accolti hanno bisogno di controlli sanitari e di profilassi”.
“Dobbiamo essere solidali con queste persone colpite da una guerra distruttiva – ha detto l’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – ma solidarietà e prevenzione sanitaria, specie per quanto riguarda il Covid, devono andare di pari passo”.
Al fine di facilitare il contatto con i servizi preposti, per tutte le informazioni utili circa l’accoglienza sul suolo italiano e le procedure da seguire relativamente a tamponi/isolamento e quant’altro, l’Asur Marche ha creato uno spazio informativo apposito sul sito www.asur.marche.it alla sezione “Cittadini” – “Emergenza Ucraina” con le spiegazioni e le procedure da seguire.
Gianmarco Tamberi ha vinto la medaglia di bronzo nella gara di salto in alto ai Mondiali indoor di Belgrado. Il risultato è stato raggiunto con la misura di 2.31, ex aequo con il neozelandese Kerr.
Oro al coreano Woo, unico atleta capace di raggiungere la misura di 2.34, mentre a conquistare l'argento è lo svizzero Gash.
'Gimbo' ha esordito in pedana mostrando una bandiera dell'Ucraina disegnata sulla spalla con sotto scritti due nomi: Bondarenko e Protsenko.
Sono Bodhan Bondarenko e Andriy Protsenko, due saltatori in alto ucraini assenti alla rassegna iridata a causa della guerra nel loro paese, scatenata dall'invasione Russa.
Per l'atleta anconetano delle Fiamme Oro, già campione del mondo indoor a Portland 2016, si tratta di un grande risultato, considerato che la gara di oggi ha segnato il suo debutto stagionale.
Il Del Conero torna a sorridere all’Ancona Matelica che accende la scintilla, battendo tra le mura amiche la Carrarese e salendo a 50 punti, consolidando così il sesto posto in classifica. In diretta davanti alle telecamere di Rai Sport due formazioni affamate di punti, seppur per motivi diversi.
Ancona Matelica reduce dallo stop di Chiavari nel turno infrasettimanale e dal pareggio interno sette giorni fa con la Viterbese, con il tecnico Colavitto che, assente per squalifica il leader Delcarro, affidava le chiavi del centrocampo a capitan Papa affiancato da Palesi e Iannoni. In difesa tornava Avella tra i pali e Noce a presidiare la corsia di competenza. In avanti le bocche da fuoco Rolfini, Moretti e Sereni, in rete dal dischetto nel match di andata contro i toscani. Carrarese decima a braccetto con la Lucchese a quota 39 punti, in attesa prima della salvezza e poi magari di acciuffare un treno playoff.
Mister Totò Di Natale schierava un undici incerottato viste le assenze per squalifica di Rota, Figoli e Semprini, masticando ancora amaro per i due punti buttati via pochi giorni fa negli ultimi 40’’ con l’Olbia.
Pronti via ed era Rolfini a mettere il suo sigillo sull’incontro: assist al bacio di Papa a saltare la difesa e Vettorel battuto in spaccata per il vantaggio locale. Al 17’ era ancora il Cobra a marcare per la sedicesima volta il cartellino in stagione, spedendo il 2-0 in fondo al sacco e capitalizzando il suggerimento di Iotti. Solo sul finale di tempo la formazione toscana provava a scuotersi, con la retroguardia locale sempre attenta in chiusura.
Nella ripresa l’Ancona Matelica restava in dieci al 10’ per il rosso diretto comminato a Masetti, reo di una trattenuta al limite dell’area, giudicata fallo da ultimo uomo. Mister Colavitto correva ai ripari scegliendo di inserire Gasperi e Bianconi. I marmiferi si facevano insidiosi al 26’ con la traversa di Doumbia, imitato da Energe al 40’. Nell’ultimo quarto d’ora spazio a Tofanari, Maurizii e Faggioli, con il numero 18 che provava a insidiare Vettorel senza fortuna. Appuntamento prestigioso nel prossimo turno: per il Monday night lunedì sera l’Ancona Matelica sarà di scena al Braglia per sfidare la capolista Modena.
Continua a salire nelle Marche l'incidenza di positivi ogni 100mila abitanti: nell'ultima giornata sono stati rilevati 2.560 casi e l'incidenza è passata da 1.063,21 a 1.133,01. Nel complesso sono 7.150 i tamponi eseguiti di cui 5.751 nel percorso diagnostico (44,5% di positivi) e 1.399 nel percorso guariti.
Sono 446 le persone con sintomi. I casi comprendono 793 contatti stretti di positivi, 635 contatti domestici, 21 in ambiente di scuola/formazione, 8 in ambiente di vita/socialità, 5 in ambito assistenziale, 3 in ambito lavorativo, 2 in ambito sanitario; per 626 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona ha fatto segnare 778 positivi; seguono per numero assoluto le province di Macerata (488), Pesaro Urbino (418), Ascoli Piceno (390) e Fermo (367); 119 i casi da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di contagi in quella 25-44 anni (656); a seguire 45-59 anni (567) e 60-69 anni (284).
Continuano a crescere i ricoveri legati al covid negli ospedali nelle Marche: 5 nelle ultime 24 ore, che fanno arrivare il numero complessivo a 196, dei quali 9 in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri), 52 in semi intensiva (-1) e 135 in reparti non intensivi (+5), oltre a 26 dimessi, secondo i dati della Regione Marche.
Ci sono stati 4 decessi, che fanno salire il totale a 3.662: sono morte 4 donne, di età compresa tra 76 e 92 anni, tutte con patologie pregresse.
Il cane "cash dog" Isabel fiuta 30mila euro nascosti in un trolley all'interno di un'autovettura appena sbarcata al porto di Ancona da una motonave proveniente dalla Grecia.
È accaduto durante controlli valutari sui conducenti e passeggeri di veicoli e autoarticolati in transito nello scalo da parte dei funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli e i finanzieri della locale Compagnia.
Per la somma di denaro non era stata effettuata la dichiarazione prevista dalla normativa valutaria quando si introduce in Italia contante di importo pari o superiore a 10mila euro. Ciò dovrebbe avvenire attraverso moduli da inviare telematicamente o da consegnare in forma scritta all'Agenzia Dogane e Monopoli.
La persona controllata, di nazionalità greca, ha tenuto un comportamento sospetto durante i controlli e i funzionari doganali e finanzieri hanno approfondito la verifica sull'auto usando anche il prezioso fiuto del pastore tedesco, l'ultimo esemplare entrato a far parte delle unità cinofile delle Fiamme gialle di Ancona .
'Isabel' è addestrata a cercare valuta ed è capace di fiutare l'odore delle banconote, tanto da riuscire a scovare il denaro meticolosamente occultato in un trolley custodito nel bagagliaio della vettura, avvolto in un sacco di plastica tra vestiti e altri oggetti personali.
È scattata la sanzione immediata che prevede l'oblazione per un importo del 15% sull'eccedenza oltre la soglia ammessa, circa 3mila euro.
Le Marche tornano in zona bianca da lunedì 21 marzo, insieme a Calabria e Lazio. Lo rende noto il ministero della Salute. Solo la Sardegna resta in fascia gialla. La notizia è stata rilanciata dal presidente della Regione Francesco Acquaroli sul suo profilo Facebook, sottolineando che "dal 1 aprile, con il nuovo Decreto, la classificazione a fasce di colori sarà superata".
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Responsabilità anche per associazione a delinquere per la banda dello spray (imputati 6 giovani del Modenese) in relazione alla strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo nella quale, la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, morirono nella calca cinque minorenni e una madre 39enne dopo spruzzi di spray al peperoncino finalizzati a rapinare giovanissimi.
La Corte d'assise d'appello ha riconosciuto l'accusa associativa oltre ai reati di omicidio preterintenzionale, lesioni, furto e rapina. Rispetto al primo grado, aumenti di pena variabili da 1 mese a 4 mesi: inflitte condanne tra i 10 anni e 9 mesi e i 12 anni e 6 mesi e 20 giorni.
In primo grado i sei ragazzi del Modenese, al tempo dei fatti poco più che ventenni, sono stati riconosciuti responsabili, in concorso, di omicidio preterintenzionale, lesioni personali, furto e rapina. La pena più alta era stata inflitta a Ugo Di Puorto e Raffaele Mormone (12 anni e 4 mesi); poi Andrea Cavallari (11 anni e 6 mesi), Moez Akari (11 anni e 2 mesi), Souhaib Haddada (10 anni e 11 mesi) e Badr Amouiyah (10 anni e 5 mesi. All'udienza di oggi gli imputati erano collegati in videoconferenza dalle varie carceri in cui sono detenuti dal loro arresto avvenuto nell'agosto del 2019.
La pubblica accusa, rappresentata dal sostituto Procuratore generale, Ernesto Napolillo, ha chiesto il riconoscimento anche dell'accusa di associazione per delinquere, non concesso in primo grado, e un aggravamento di pena di sei mesi per ogni imputato.
Continua a salire verso mille l'incidenza di casi di coronavirus ogni 100mila abitanti nelle Marche: nell'ultima giornata sono 2.889 i casi, mentre l'incidenza si attesta a 974,35 (ieri 908,16). Secondo la Regione siamo in una "fase di incremento dell'incidenza, e la numerosità dei casi è variabile in un range di incremento ma non c'è crescita esponenziale".
Sui casi di oggi il 76% è vaccinato ciclo completo. In tutto eseguiti 7.883 tamponi di cui 6.350 nel percorso diagnostico (45,5% di positivi) e 1.533 nel percorso guariti. Le persone con sintomi sono 531; i casi comprendono 794 contatti stretti di positivi, 689 contatti domestici, 48 in ambiente di scuola/formazione, 19 in ambiente di vita/socialità 4 in ambito lavorativo, 2 sia in ambito assistenziale sia sanitario; su 765 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico.
Il numero più alto di casi registrato ancora in provincia di Ancona (883); seguono Macerata (571), Pesaro Urbino (500), Ascoli Piceno (433) e Fermo (387); 115 positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di positivi tra i 25 e 44 anni (798), poi 45-59 anni (695), 60-69 anni (252) e 19-24 anni (231).
Su 175 ricoveri legati al Covid (+7 su ieri), 8 sono in terapia intensiva (numero invariato), 48 in semi-intensiva (+2), 119 in reparti non intensivi (+5). Registrati anche due decessi: un 91enne di Bellano e un 86enne di Ancona. Ci sono, infine, 29 persone nei pronto soccorso, 137 gli ospiti nelle strutture territoriali.
Ai Mondiali indoor di Belgrado ci sarà anche Gianmarco Tamberi. Il campione olimpico del salto in alto ha sciolto oggi la riserva dopo la seduta tecnica al Palaindoor di Ancona: domenica mattina sulla pedana della Stark Arena andrà alla ricerca delle medaglie mondiali.
"È andata a finire così, ci vediamo a Belgrado! È una delle scelte più difficili che abbia mai dovuto prendere nella mia carriera", ha scritto Gimbo su Instagram.
Per l'atleta delle Fiamme Oro, già campione del mondo indoor a Portland 2016, sarà il debutto stagionale, direttamente in finale per le medaglie alle 10:45 di domenica, nella giornata conclusiva del Mondiale al via venerdì.
La squadra azzurra è arrivata a Belgrado ma sono rimasti a casa l'ostacolista Paolo Dal Molin, a causa del riacutizzarsi di un fastidio all'anca, e il triplista Emmanuel Ihemeje per una botta a un tallone. Saranno quindi 22 gli azzurri in gara alla Stark Arena.