Se si provano a digitare sul più diffuso motore di ricerca in Internet le parole "la regione dei Teatri” la prima voce che compare è: Marche. E il risultato non è frutto di un’indicizzazione algoritmica ma la definizione significativa di una realtà consolidata da secoli di storia.
Le Marche sono la regione dei teatri, caratterizzate cioè da un una “ densità” teatrale rispetto alla popolazione e al numero di Comuni che non ha uguali in Italia e forse nel mondo. Basti pensare che le “piccole” Marche hanno sul proprio territorio più teatri che in tutta l’Italia meridionale. Insomma, non solo le Marche del Museo diffuso, ma in egual misura le Marche del Teatro diffuso.
Un “caso Marche” dunque, peculiare e assolutamente originale, degno di essere riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità. E’ da queste considerazioni che è scaturita la volontà dell’assessorato regionale alla Cultura di sottoporre alla Direzione Unesco del Segretariato generale MIC, l’esame di una proposta di una candidatura Unesco dei Teatri storici marchigiani come un unicum.
“Abbiamo avuto un primo incontro molto promettente con la Direzione del Segretariato generale Unesco del Ministero – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Giorgia Latini – nel corso del quale ho presentato la straordinaria ricchezza di teatri storici delle Marche e rappresentato la volontà di investire su questo patrimonio anche attraverso la candidatura Unesco. E’ proprio in questa direzione che si muove la politica culturale regionale, da un lato promuovendo progetti e programmi di recupero, restauro e riallestimento dei teatri ‘Innovateatri’, con l’obiettivo di adeguare e riallestire lo spazio di spettacolo dal vivo delle Marche, dall’altro sostenendo nuove forme di gestione degli spazi teatrali con una crescente partecipazione delle compagnie locali e dei giovani per creare dei veri e propri teatri di comunità.”
Un patrimonio unico per capillarità di teatri storici (ora 68 con il distacco di alcuni comuni del pesarese in Emilia Romagna, ma alla fine degli anni '90, secondo il “ Libro bianco” edito dalla Regione Marche come ricognizione del patrimonio esistente, erano 71 e nel 1868 addirittura 113), un patrimonio unico anche sotto il profilo architettonico e artistico (alcuni “gioielli” furono progettati dai più famosi architetti teatrali dell’epoca), un patrimonio unico a livello culturale per la funzione sociale a cui hanno assolto nei secoli: ogni più piccolo comune con il suo teatro al centro del nucleo storico conquistava una compiuta autonomia e autosufficienza e un ruolo di prestigio nel territorio circostante, rispondendo anche ad un più complesso processo di aggregazione sociale e di rilancio occupazionale della comunità.
Il “caso Marche”, dunque, alla luce della sua storia e della sua tradizione teatrale, per unicità nel contesto nazionale e valore artistico e socio-culturale, potrebbe soddisfare i requisiti di riconoscimento Unesco sia come patrimonio culturale materiale che immateriale, cioè un’espressione e una tradizione che una comunità riconosce come parte integrante del proprio patrimonio culturale tanto da garantire un senso di identità e continuità.
“E i teatri rappresentano ancora un punto di riferimento e di aggregazione sociale – ha concluso Giorgia Latini – e vorrei coinvolgere in questo processo di promozione della candidatura Unesco, gli enti locali e le comunità , gli operatori culturali per raggiungere questo prestigioso riconoscimento.”
Confermata la zona arancione per le Marche. Lo ha annunciato ufficialmente, il presidente regionale Francesco Acquaroli.
"Le condizioni nella nostra regione stanno migliorando, ma sicuramente non potremo tornare in zona gialla perché in questo momento non è consentita dalla normativa nazionale. Raccomando a tutti di fare sempre la massima attenzione, perché dobbiamo mantenerci nelle condizioni che ci permetteranno le riaperture non appena saranno consentite e che auspichiamo possano avvenire quanto prima" ha affermato il governatore.
La conferma del miglioramento della curva pandemica del coronavirus arriva con il primo dato importante: il valore dell'Rt nazionale che scende a 0,92, quando la scorsa settimana era a 0,98. In calo anche il valore dell'incidenza dei casi ogni 100mila abitanti che arriva a 185 dai 232 della scorsa settimana, anche se i giorni festivi e il relativo calo di tamponi, potrebbero avere falsato il dato.
I cambiamenti entreranno in vigore lunedì 12 aprile.
Il Terminal Bus di Macerata si rifà il look: inaugurato stamane il nuovo impianto di diffusione sonora e lo schermo informativo ledwall targato Contram, che si aggiunge a quelli già presenti.
Presenti per illustrare le novità: il presidente Contram Stefano Belardinelli, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e Stefano Gregori amministratore delegato Terminal Macerata Bus .
“Si tratta di due dispositivi hi-tech molto importanti che servono per andare sempre più incontro alle esigenze dei numerosi viaggiatori che quotidianamente frequentano il Termina bus del capoluogo – ha esordito Belardinelli - .
L’impianto audio diffonde, infatti, messaggi in italiano e in inglese con informazioni di servizio e indicazioni di sicurezza per gli utenti sugli schermi ledwall, i viaggiatori possono così trovare gli orari dei bus aggiornati in presa diretta e alcuni video illustrativi riguardo le nuove norme per viaggiare in sicurezza.
“Terminal Marche Bus ha attivato già dall’inizio dell’emergenza pandemica numerose altre accortezze per la sicurezza degli utenti – ha continuato il presidente Contram – oltre al servizio di biglietteria sempre attivo, da settembre 2020 sono presenti due emettitrici automatiche attive h/24 che in sicurezza rilasciano titoli di viaggio".
"Fondamentale la presenza di numerosi steward che controllano il rispetto delle normative anti –Covid e aiutano gli utenti a dirigersi velocemente presso il bus – ha spiegato ancora Belardinelli – è stata fatta inoltre una revisione delle indicazioni per la sicurezza delle viabilità pedonale interna , anche per evitare assembramenti durante gli orari di punta. Numerosi anche i cartelli informativi presenti e i distributori di gel disinfettante”.
“Il nuovo Terminal Bus si può definire all’altezza degli standard delle stazioni nelle grandi città, ha sottolineato il sindaco Sandro Parcaroli. Si tratta di una struttura che ci invidierà tutta Italia, grazie alla Contram per tutto quello che sta facendo “.
La Fita, storica sigla della Cna nel mondo dell’autotrasporto, si dà convegno per il prossimo 10 aprile per fare un “pit stop” sul settore del trasporto merci e persone e per rinnovare le cariche sociali dei direttivi di mestiere nelle rispettive realtà territoriali delle CNA di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Un evento congiunto on line, come ormai di questi tempi anche gli autotrasportatori si sono abituati a fare, per un appuntamento che vuole rappresentare, al di là degli adempimenti statutari, un’opportunità di incontro da parte di imprenditori alle prese con problemi vecchi e nuovi nel trasporto di persone e cose.
“In attesa dei droni, ascolto e confronto sui temi dell’autotrasporto merci e persone”: è il titolo in parte provocatorio che verrà affrontato negli interventi di Luciano Barattini, Portavoce nazionale Fita CNA trasporto merci e Riccardo Battisti, responsabile regionale della Fita CNA delle Marche; è previsto l’intervento dell’assessore regionale Guido Castelli che, tra le altre deleghe, ha quella ai trasporti e reti regionali di trasporto.
Un’occasione per condividere situazioni che, sempre più esasperate, caratterizzano il settore e per cercare insieme la ragionevolezza di proposte ed azioni in grado di affrontare alcuni dei nodi che la categoria quotidianamente si trova ad affrontare.
La preoccupazione generale è quella che, nel vedere i camion in attività, si possa pensare che, alla fine, il settore stia reggendo. Non è così, purtroppo: viaggiare con autocarri vuoti per metà o del tutto nei viaggi di rientro non solo è diseconomia, ma diventa fallimento; vedere la risalita vertiginosa del costo del gasolio che si scarica tutto sul trasportatore è una rimessa continua che si evidenza ancora di più con il lavoro, se e quando c’è, ridotto al lumicino; la paralisi del traffico per cantieri ed inefficienze del sistema della viabilità autostradale ed ordinaria è un ulteriore elemento che concorre ad appesantire un’impresa di trasporto con il rischio che, quando si parla di futuro in poche potranno vederlo.
I dati sono rappresentativi di una realtà di impresa che, se da un lato ha bisogno di ammodernamenti, dall’altro non riesce a programmare il futuro e gli investimenti. Se poi si dovesse eliminare il recupero delle accise, un parziale rimborso del maggior costo, oltre il costo industriale, che mette l’Italia ai primi posti per il prezzo di gasolio in Europa, allora sarebbe la disfatta per la maggior parte delle imprese.
Le tre realtà provinciali sono tutte caratterizzate, come la regione Marche, dal segno meno nel confronto dei dati al 28 febbraio 2021 rispetto alla stessa data del 2011: un periodo di osservazione di 10 anni che non lascia troppo spazio alla fantasia e che ha dinamiche negative differenti nei tre territori provinciali osservati. C’è una perdita di peso specifico del segmento trasporto nel quadro delle singole economie provinciali che va ben indagata per garantire la tenuta di un settore che resta fondamentale per far girare l’economia.
Al termine della parte convegnistica, anche la Fita Cna di Macerata con il suo presidente del settore procederà al rinnovo dei quadri dirigenti e dei rispettivi gruppi di lavoro territoriali, come previsto dal rinnovato statuto della CNA.
Per partecipare alla parte pubblica, le credenziali di accesso vanno richieste a mezzo mail a: comunicazione@mc.cna.it.
“Ora che la prima gamba, quella della ricostruzione materiale degli edifici distrutti dal sisma sta cominciando a camminare, occorre mettere in funzione la seconda, quella dello sviluppo economico che deve accompagnare questi territori verso il futuro ed uno sviluppo sostenibile. Confidiamo, per questo, nel Contratto Istituzionale di Sviluppo previsto dall’ultima Legge di Bilancio, dotato di 160 milioni di euro, ma soprattutto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che abbiamo messo a punto nelle scorse settimane e che prevede per le aree del sisma uno stanziamento di 1.7 miliardi di euro, che dovranno essere confermati nella versione definitiva del Piano, attesa a fine mese".
Lo ha detto oggi il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, che ha partecipato a Fermo, ad un incontro sul Recovery Plan tra il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e i sindaci dei Comuni colpiti dal sisma.
"Ringrazio il presidente del Consiglio, Mario Draghi, per le parole e gli impegni sulla ricostruzione pronunciati oggi nel corso della Conferenza Unificata. La posizione del Presidente del Consiglio ci incoraggia ad andare avanti sulla strada tracciata che con le risorse del Recovery Plan potrà essere ulteriormente rafforzata sul versante della rinascita economica e sociale” ha aggiunto Legnini.
“Nei primi tre mesi di quest’anno - ha detto ancora Legnini - sono state approvate oltre 1.600 richieste di contributo, che nel giro di poche settimane porteranno all’apertura di altrettanti cantieri, in aggiunta ai quasi 3.500 aperti in questo momento. Quest’anno, inoltre, grazie all’accelerazione delle procedure puntiamo ad aprire anche 600 cantieri per le opere pubbliche, che sono ancora in ritardo” ha concluso il Commissario, annunciando la firma della prima Ordinanza Speciale, che riguarderà l’Università di Camerino, che darà attuazione ai nuovi poteri in deroga concessi al Commissario.
“Il nostro obiettivo è dal primo momento quello di lavorare al massimo per vaccinare al più presto il maggior numero di persone possibile. Ringrazio il commissario generale Francesco Paolo Figliuolo e il capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio per l’apprezzamento dimostrato nei confronti del lavoro che le Marche della Sanità stanno facendo nonostante difficoltà di ogni tipo. Hanno confermato come le Marche sono tra le prime regioni italiane nella vaccinazione degli over 80 e sono pronte a sviluppare nuove potenzialità all’arrivo delle dosi di vaccino che, ci hanno assicurato, arriveranno in maniera costante così da consentirci di programmare al meglio il prosieguo della campagna vaccinale”
Così l’assessore alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini al termine dell’intensa giornata in cui i due delegati del governo hanno toccato con mano le dinamiche della campagna vaccinale nelle Marche sia presso gli hub di Macerata ed Ancona, che a livello programmatico con l’assessore e la giunta regionale tutta.
“Il generale ha definito l’hub di Piediripa che abbiamo inaugurato oggi come un centro modello frutto dell’unione tra istituzioni e privati che fa la forza della comunità. La sinergia tra Regione, Comune di Macerata, Cucine Lube, Fondazione Carima e Unicredit dimostra come tutti siamo protesi a riversare ogni nostra energia politica e sociale nella lotta al covid – conclude Saltamartini – Sono orgoglioso che le Marche abbiano dimostrato di essere all’avanguardia anche in questo campo grazie allo spirito di autentica solidarietà che è insito nell’animo di ogni marchigiano”.
L’e-commerce è uno dei settori più floridi dell’economia italiana e mondiale.
Non a caso, sempre più persone scelgono di investire in questo ambito, nella speranza di intercettare le nuove abitudini dei consumatori e dare avvio ad un business remunerativo. A ciò si aggiunge un secondo, importante punto a favore: i costi per aprire un negozio online sono, certamente, più bassi rispetto a quelli richiesti per un esercizio commerciale “tradizionale”, il che ha permesso a tanti giovani imprenditori di portare avanti il proprio progetto senza grosse difficoltà.
Dunque, come iniziare a vendere su Internet? È possibile fare a meno della Partita IVA e, in caso di risposta affermativa, a quali condizioni? Proviamo a chiarire questi aspetti e scopriamo insieme come muovere i primi passi nel settore!
Vendere online: con o senza Partita IVA?
A molti di noi è capitato di vendere qualcosa su Ebay o su un altro portale simile.
Tuttavia, solo una piccola percentuale di venditori risulta in possesso della Partita IVA, in quanto la legislazione italiana distingue la semplice vendita tra privati dall’attività commerciale svolta in maniera organizzata, stabile e continuativa.
In altre parole: per mettere in vendita un singolo articolo, a prescindere dal suo valore, non è necessario essere titolari di Partita IVA. Se, però, ci si avvale di un sito registrato o si sottoscrivono accordi con fornitori, marketplace, ecc., la situazione cambia drasticamente. Lo stesso vale per attività come il dropshipping e le affiliazioni, in quanto prevedono la firma di un contratto a lungo termine.
Come aprire Partita IVA per vendere online?
Appurato che, per aprire un negozio online (o per proporre i propri prodotti su un portale già esistente) in pianta stabile, serve la Partita IVA, vediamo più da vicino quali spese bisogna affrontare e qual è il procedimento burocratico da seguire.
Il costo di attivazione della Partita IVA, per i commercianti, si aggira tra i 150 e i 250 euro, comprensivi di diritti e imposte per l’iscrizione alla Camera di Commercio.
Per completare tutti i passaggi, è necessaria una pratica telematica chiamata “ComUnica”, mediante la quale si procede contemporaneamente a:
- creare la nuova ditta, inserendola nel Registro delle Imprese;
- aprire la P. IVA con Codice ATECO “47.91.10 - Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet” e definire il regime fiscale;
- effettuare l’iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.
Infine, l’ultimo step consiste nella presentazione della SCIA agli sportelli SUAP del Comune di residenza (o presso il quale si svolge l’attività di vendita, nel caso in cui il negozio abbia anche una sede fisica o preveda l’uso di un magazzino).
"Raccomandiamo l'uso preferenziale del vaccino AstraZeneca per gli over 60". Sono le parole del professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità, in relazione al vaccino covid AstraZeneca, finito sotto i riflettori per i rari casi di trombosi riscontrati dopo la somministrazione. "La posizione decisa dal ministro" Speranza" dopo un confronto è quella di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età. Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino, pur essendoci un numero limitato di soggetti che hanno ricevuto una seconda dose. È importante che vengano fatte ulteriori riflessioni quando si saranno accumulati altri dati", evidenzia.
"In queste ultime ore i comitati di farmacovigilanza e vaccino-sorveglianza dell'Ema e dell'Aifa hanno valutato nuovi dati che sono stati resi disponibili per quel che riguarda lo sviluppo di fenomeni trombotici e tromboembolici a carico dei seni venosi cerebrali e dei grandi distretti venosi addominali. La valutazione fatta dal comitato di farmacovigilanza dell'Ema è che il nesso di causalità, per quanto non dimostrato definitivamente, è stato dichiarato plausibile", dice Locatelli. "Il meccanismo che sottende allo sviluppo di questi fenomeni oggi non è definitivamente chiarito. Ci sono ipotesi che fanno pensare a reazioni del sistema immunitario. Questi fenomeni sono molto rari, gli eventi osservati sono stati superiori all'aspettato fino all'età di 60 anni ma inferiori all'atteso nei soggetti sopra i 60 anni di età. La maggior parte di questi eventi trombotici si è avuta nei primi 14 giorni dopo la somministrazione di vaccino e si è osservata solo dopo la prima somministrazione. Il numero delle seconde dosi somministrato è troppo limitato per arrivare a conclusioni definitive", afferma.
"È in corso una teleconferenza tra i vari ministri della Salute europei per arrivare ad una posizione condivisa. Germania e Spagna hanno sposato la linea di un uso preferenziale sopra i 60 anni di età. La Francia, sopra i 55 anni di età", spiega ancora
Il Dg della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza ha aggiunto : "Un vaccino AstraZeneca è di efficacia elevata nei confronti di forme grave, tra l'80 e il 100%. Fra stasera e domattina uscirà una circolare ministero della Salute che riprenderà il parere di Aifa sentito anche il professor Locatelli che darà indicazioni alle Regioni su cosa fare e sulle modalità di uso del vaccino". "Questo di AstraZeneca è un buon vaccino, i dati inglesi lo confermano. Anche con una sola dose gli inglesi hanno abbattuto la mortalita'". "Noi oggi abbiamo avuto oltre 600 morti, una cifra enorme. E abbiamo ancora una situazione che ci deve far riflettere". "Sottolineo che AstraZeneca può essere dato a chiunque, la nostra è un'indicazione”.
(Fonte Adnkronos)
È attiva una nuova versione dell’App Immuni che consente ai cittadini che effettuano il tampone molecolare di segnalare autonomamente la propria positività al COVID-19 inserendo, direttamente sull’App Immuni, il Codice Univoco Nazionale (CUN). Così, in modo anonimo, vengono immediatamente allertate le persone che potrebbero essere state espose a rischio di contagio.
Basta inserire direttamente nell’APP Immuni il codice CUN ricevuto via SMS, le ultime 8 cifre della propria Tessera Sanitaria e la data in cui sono comparsi i primi sintomi (qualora si siano verificati).
Per eventuale supporto è possibile contattare il Call center nazionale dedicato all’App Immuni che risponde al numero verde gratuito 800.91.24.91 - attivo dalle ore 08:00 alle ore 20:00. Questo servizio affianca, e non sostituisce, le attività di sblocco dell’App Immuni attualmente in carico agli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati 20 decessi correlati al Covid-19.
Quattro vittime sono state registrate presso le strutture ospedaliere del Maceratese: una 91enne di Macerata e un 83enne di Tolentino all’Ospedale civile del Capoluogo di Provincia; una 85enne civitanovese e una 86enne di Montecosaro al nosocomio di Civitanova Marche.
Sono stati, invece nove i decessi che si sono verificati nei presidi sanitari della provincia di Ancona: due all'INRCA dove sono spirati una 93enne dorica e un 76enne di Castelfidardo così come a ‘Torrette’ dove hanno trovato la morte una 75enne di Falconara Marittima e un 65enne di Cerrete d'Esi.
Due persone sono decedute all'ospedale di Senigallia: un 61enne di Mondragone e un 94enne di Cupramontana mentre presso il nosocomio di Jesi hanno trovato la morte una 86enne del posto e un 69enne di Apro, infine una 88enne di Fabriano si è spenta presso la struttura ospedaliera del proprio paese d'origine.
Al nosocomio di Pesaro sono spirati una 98enne di Gabicce Mare e un 87enne pesarese mentre in provincia di Ascoli Piceno sono stati registrati tre decessi: due all'ospedale di San Benedetto del Tronto dove si sono spenti una 85enne di Fermo e una 73enne del posto e una alla casa di cura sita nella città di rivierasca dove ha trovato la morte una 82enne di Monteprandone.
Un decesso è stato segnalato anche nella provincia di Fermo: si tratta di un 92enne di Camerano che ha chiuso gli occhi all'INRCA del capoluogo di Provincia.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2737 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (915), mentre sono 455 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 97,1% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
In fiamme un furgone in A14: intervengono i Vigili del Fuoco. L'episopdio si è verificato nel primo pomeriggio odierno
I pompieri sono intervenuti lungo l’autostrada, poco dopo il casello di Loreto in corsia nord, per estinguere l'incendio di un furgone. L'autista, mentre era in marcia, è riuscito ad accostare il mezzo in una piazzola di sosta prima che fosse avvolto dalle fiamme.
La squadra del Vigili del Fuoco sul posto con due autobotti, ha spento le fiamme e messo in sicurezza l'automezzo.
Non si segnalano feriti o intossicati.
“L’auspicio è che la visita nelle Marche del commissario straordinario Figliuolo possa dare quella spinta alla campagna vaccinale che tutte le marchigiane e i marchigiani si attendono. Purtroppo i dati regionali continuano a essere poco incoraggianti e i rallentamenti nella somministrazione dei vaccini allontanano sempre più quel ritorno alla normalità da tutti auspicato, contribuendo anche ad alimentare tensioni che minano la coesione sociale nei nostri territori. Tale risultato è frutto anche del netto diniego che la giunta Acquaroli ha contrapposto a ogni forma di collaborazione avanzata dalla minoranza, che con mozioni e interrogazioni ha tentato in questi mesi di invertire la rotta ponendo temi concreti, divenuti poi anche di rilevanza nazionale come nel caso dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario”.
A dirlo sono i consiglieri del gruppo assembleare del Partito Democratico all’Assemblea legislativa delle Marche, che contestualmente rivolgono un appello al commissario Paolo Francesco Figliuolo: “Abbiamo l’esigenza che il governo nazionale vigili attentamente su quanto sta accadendo nella nostra regione e sul pieno rispetto dei criteri contenuti nel Piano del Commissario straordinario per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale; campagna che nelle Marche fin dall’inizio ha scontato e continua a scontare gravi inefficienze. Basti pensare all’opaca vicenda dei cosiddetti ‘riservisti’, ovvero coloro che a fine giornata si mettono in fila davanti ai centri vaccinali sperando di poter fruire di dosi avanzate.
È possibile che la Regione Marche, in tema di vaccini, assecondi un meccanismo che prevarica le priorità individuate dal Piano nazionale, anziché procedere con una razionale programmazione? È possibile che a nessun esponente della giunta, e tanto meno all’assessore alla Sanità Saltamartini, venga in mente di preparare una lista di soggetti fragili come persone affette da patologie croniche, disabili, caregivers a cui destinare i vaccini non somministrati durante la giornata?”
Altro tema dolente, su cui i consiglieri regionali del Pd intendono richiamare l’attenzione del commissario Figliuolo è quello dei pochi punti vaccinazioni nella regione: “Chiediamo al commissario di farsi carico di questa incresciosa situazione, individuando nuovi centri di vaccinazione che coprano in particolare il fabbisogno delle aree interne, a oggi le più penalizzate dalla poca lungimiranza della giunta regionale. Insomma, sappiamo che gli impegni del commissario sono tanti, ma, dati alla mano, crediamo che non sfuggirà al suo occhio esperto l’urgenza di unaridefinizione organizzativa della campagna vaccinale marchigiana”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5459 tamponi: 3190 nel percorso nuove diagnosi (di cui 1691 nello screening con percorso Antigenico) e 2269 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 9%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 286: 33 in provincia di Macerata, 53 in provincia di Ancona, 128 in provincia di Pesaro-Urbino, 21 in provincia di Fermo, 34 in provincia di Ascoli Piceno e 17 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (38 casi rilevati), contatti in ambito domestico (84 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (55 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (6 casi rilevati), contatti in ambiente di vita/socialità (2 casi rilevati), contatti rilevati in ambito assistenziale (1 caso rilevato), screening percorso sanitario (2 casi rilevati) e 1 caso proveniente da fuori regione.
Per altri 97 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 1691 test e sono stati riscontrati 79 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 5%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un decremento rispetto alla giornata precedente, contrassegnata dall'incidenza delle festività pasquali: incidenza al 9% oggi, rispetto al 20,8% di ieri.
Diminuiscono di 27 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 897, di cui 139 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri). Sono, invece, 67 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 175 pazienti (-5 rispetto alle ultime 24 ore): 52 all'ospedale di Macerata, 69 al Covid Hospital, 21 al nosocomio di Civitanova e 33 a Camerino. Altre 19 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Saranno dieci partite che dovranno essere vissute come dieci finali, quelle del Cagliari. La lotta salvezza è sempre più serrata e sebbene non sia tutto perduto, c’è la necessità di far punti in maniera continua. Attualmente, la classifica vede il Crotone ultimo in classifica a quota 15 punti, il Parma penultimo a quota 19 punti, il Cagliari terzultimo a quota 22 e il Torino quartultimo a quota 23. Insomma, appare evidente che il Torino debba essere la squadra da raggiungere e superare, eventualmente. Va detto che non è così distante neanche il quintultimo posto, che è occupato da Benevento, Spezia e Fiorentina, ed è a quota 29 punti.
Duello diretto col Torino
Un vero e proprio duello che, a meno di grosse sorprese, dovrebbe continuare fino a fine stagione. I sardi vengono da due sconfitte, una con la Juventus e una pesantissima contro lo Spezia. Gli uomini di Semplici hanno l’obbligo, anche apparentemente scontato, di racimolare quanti più punti possibile. Visti i sette punti di distanza dalle altre, sembra che la sfida, come detto, sia in concreto contro i Granata.
Dopo la sosta Nazionali ci sarà una sfida importantissima e molto dura, quella contro l’Hellas Verona. Successivamente, ci saranno da affrontare Parma, Roma e Fiorentina; poi, ancora, Inter, Udinese, Napoli, Benevento, Milan e Genoa. Dieci gare che non sono affatto scontate, anzi. C’è bisogno di una piccola grande impresa per i sardi, affinché riescano a rimanere nella massima serie.
Si tratta di vere e proprie dieci finali. Tra l’altro, come ben visibile, molte di queste squadre hanno degli obiettivi in corso: per esempio, Parma e Benevento per la lotta salvezza; Inter per lo scudetto, Napoli e Milan per un posto in Champions League. Se nel girone d’andata, contro le stesse squadre, il Cagliari racimolò soltanto tre punti, ora è evidente che le cose dovranno cambiare, altrimenti il rischio retrocessione non potrà essere scongiurato.
D’altronde, anche i principali siti di scommesse sportive considerano le possibilità di salvarsi del Cagliari al 50%: basti pensare al fatto che la quota retrocessione e salvezza è la stessa (circa 1,85 volte la posta).
Info sulla sfida col Verona
I sardi stanno continuando la loro preparazione, in vista della delicata sfida con l’Hellas Verona di Juric, in programma il 3 aprile. Per ora non ci sono i nazionali, ma il tecnico Semplici ha già cominciato una serie di partitelle e allenamenti specifici.
Tre giocatori, Matteo Tramoni, Luca Ceppitelli e Riccardo Sottil, si sono allenati a parte. Probabile il recupero almeno di Ceppitelli. Preoccupa e non poco il ritorno tra le fila del Verona dell’attaccante croato Nikola Kalinic. Quest’ultimo ha recuperato dal suo infortunio muscolare e quasi certamente ci sarà alla Sardegna Arena: Kalinic, per chi non lo sapesse, è una vera e propria bestia nera del Cagliari. In solo quattro gare giocate contro i sardi, è riuscito a segnare ben sei gol. Le ultime due, a marzo 2020, portarono all’esonero dell’allora tecnico Maran.
La Regione Marche ha aggiornato le indicazioni operative per la gestione domiciliare del paziente acuto confermato o sospetto Covid 19 e ha dato mandato all’Asur di procedere al monitoraggio della loro applicazione.
“L’obiettivo – spiega l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – è quello di ridurre la pressione e il carico sulle strutture ospedaliere e residenziali territoriali gestendo efficacemente a casa i pazienti con forme di malattia da lievi a moderate. Pertanto si è anche imposta la necessità di condividere un documento, sulla base della letteratura scientifica e dell’esperienza clinica maturate nel corso dell’epidemia, con le indicazioni operative più aggiornate sulla gestione del paziente a domicilio, fermo restando la centralità del medico di famiglia o pediatra di libera scelta che conoscendo le patologie pregresse, i fattori di rischio e il contesto socioambientale del paziente, può intervenire prescrivendo i farmaci più appropriati con un timing corretto".
"Ricordo inoltre che nella stessa direzione di riduzione dei ricoveri vanno anche le terapie con anticorpi monoclonali che la Regione Marche ha adottato per prima in Italia e che stanno riscuotendo ottimi risultati” ha aggiunto Saltamartini.
Nel documento elaborato dalla Regione Marche riveste importanza cruciale la stretta collaborazione tra i medici delle cure primarie e il personale delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale), sia rispetto al monitoraggio e alla gestione domiciliare dei pazienti che non richiedono l’ospedalizzazione, sia rispetto all’identificazione precoce dei parametri e delle condizioni cliniche a rischio di evoluzione della malattia.
Viene inoltre tenuto opportunamente in considerazione il contesto mutevole e in continua evoluzione della situazione attuale, sia per quanto riguarda la diffusione di diverse varianti virali sia per quanto riguarda la comparsa di nuove evidenze inerenti la gestione domiciliare farmacologica dei pazienti COVID-19, oggetto di costante studio.
Le indicazioni operative aggiornate e approvate oggi in giunta, sono state redatte dai componenti dell’Organismo regionale dell’appropriatezza, previsto dall’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale, presieduto dal direttore dell’Ars e composto dai rappresentanti dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, direttori di distretti e dai dirigenti delle PF Territorio e Integrazione Ospedale Territorio.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati 16 decessi correlati al Covid-19.
Tre vittime sono state registrate presso le strutture ospedaliere del Maceratese: un 79enne di Muccia all’Ospedale di Camerino, un 89enne di Montefano al nosocomio di Macerata e un 51enne di Cerreto d’Esi al Covid Center di Civitanova Marche
Sono stati, invece quattro i decessi a ‘Torrette’ di Ancona, dove hanno perso la vita un 84enne di Chiaravalle, un 76enne di Castelfidardo, un 68enne di Falconara Marittima e una 74enne di Mondragone.
Due persone sono decedute all'ospedale di Senigallia: un 61enne senigalliese e una 80enne di Fabriano. Nell'Anconetano si contano altre tre vittime: un 91enne di Falconara Marittima all’INRCA del Capoluogo di Regione, una 74enne di Maiolati Spontini all’Ospedale di Jesi e un 80enne di Cupramontana alla Residenza Sanitaria Villa Serena.
Al nosocomio di Pesaro sono spirati un 71enne di Cagli e un 93enne pesarese mentre in provincia di Fermo si sono spenti una 57enne di Petritoli al ‘Murri’ e una 74enne di Montelparo presso il proprio domicilio.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2717 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (913), mentre sono 450 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 97,1% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
“La prima regola per evitare assembramenti è che ciascuno adotti comportamenti appropriati. Allo Stato chiediamo più risorse per intensificare i controlli sui mezzi di trasporto pubblici, ma ciascuno deve fare la propria parte con responsabilità”.
È l’appello che l’assessore regionale ai Trasporti Guido Castelli rivolge ai ragazzi, alle famiglie, al sistema scolastico, alla viglia della ripresa delle lezioni al 50% nelle scuole superiori. Un invito a collaborare, “in un momento in cui cominciamo finalmente a intravedere la luce”. Castelli ha oggi incontrato le prefetture marchigiane. “Il quadro che è emerso – riferisce – è quello della validità dei protocolli prefettizi adottati e perfezionati, nel corso dell’anno, d’intesa con il sistema scolastico e trasportistico di ciascuna provincia, che prevedevano anche servizi di trasporto aggiuntivi. Un’organizzazione collaudata che rimettiamo in campo anche in questa nuova ripartenza, con una generale condivisione di tutte le parti coinvolte. Resta il tema dei controlli a terra che coinvolge sia gli atteggiamenti personali, che la disponibilità di risorse adeguate, da parte dello Stato, per farvi forte”.
L’assessore evidenzia come le aziende di trasporto e i Comuni si trovino in difficoltà per garantire questo servizio. “I ristori riconosciuti alle aziende si basano prevalentemente sui mancati ricavi e solo in minima parte sui costi aggiuntivi che devono sostenere per verificare il rispetto dei protocolli anti Covid. Ugualmente i Comuni versano in difficoltà sia per ragioni economiche, sia perché il volontariato di protezione civile è massicciamente impegnato nella riuscita della campagna di vaccinazione. La Regione Marche torna a chiedere con forza allo Stato di destinare risorse appropriate a favore delle aziende di trasporto e delle amministrazioni comunali per garantire e intensificare i controlli a terra. Che saranno più efficaci se ciascuno assumerà comportamenti responsabili, al di là di ogni controllo possibile”.
Sicurezza sulle piste da sci e tutela della salute è l’obiettivo della delibera che definisce le linee per il rilascio della qualificazione di “Operatore di primo soccorso piste da sci” approvata questa mattina dalla Giunta regionale su proposta dall’assessore al Lavoro, Stefano Aguzzi.
“Questa delibera – spiega l’assessore - crea le condizioni per fornire una certificazione agli Operatori al primo soccorso sulle piste da sci che finora non potevano ottenerla.
Queste figure sono di fatto presenti sul nostro territorio da tempo, con caratteristiche ed esperienze specifiche, ma senza un vero riconoscimento professionale: la Regione contatterà le associazioni di pattugliatori di cui fanno parte i candidati, esse ci forniranno le richieste di riconoscimento, i nostri uffici valuteranno, con apposita commissione, la documentazione fornita e, infine, riconosceremo con attestato di qualificazione la loro professionalità. Queste figure potranno così inserirsi nel mondo del lavoro in attività che si svolgono nella nostra regione e anche in altre regioni, con un riconoscimento professionale che fino ad ora non potevano conseguire”.
L’operatore di primo soccorso di piste da sci (disciplinato con DGR 1095/2020) ha mansioni di recupero e di primo intervento e soccorso agli infortunati sulle piste da sci. Può avere molteplici mansioni in relazione all’organizzazione aziendale di ogni singola località, con particolare riferimento alle operazioni di manutenzione e messa in sicurezza delle piste, al servizio di apertura e chiusura delle stesse, alla verifica delle condizioni di sicurezza e all’informazione agli utenti.
Il percorso IVC (Individuazione, validazione e certificazione) per il rilascio della qualificazione di “Operatore primo soccorso piste da sci” si inserisce nel quadro degli standard di servizio del Sistema Nazionale di Certificazione.
La Regione Marche è titolare della procedura di certificazione e si occupa di istituire la Commissione di esame, presidiare le prove di esame ed effettuare la Certificazione delle competenze che compongono il profilo, nonché rilasciare l’attestato di Qualificazione
Cari lettori bentrovati in questa versione pasquale della rubrica. Ad oggi i contagi si registrano ancora in discesa ma qualcosa non sta tornando nella nostra regione.
Notiamo che l'andamento dei contagi rilevati e quello dei positivi sta divergendo troppo; ovvero i sintomatici stanno scendendo molto più lentamente rispetto ai positivi rilevati. Dubitiamo sinceramente che in così poco tempo sia cambiata la gravità dei sintomi del virus ma potrebbe anche essere un indice che stanno sfuggendo molti più positivi asintomatici di prima.
Fino a 3 settimane fa eravamo a circa 11 sintomatici per 100 positivi ora siamo oltre 14. Questo dato potrebbe significare che il numero di asintomatici persi è aumentato di quasi il 30%. Questo segnale da un lato spinge più facilmente la regione in zona arancione perché vi sono meno positivi rilevati, ma può evidenziare che il tracciamento è in peggioramento. Oppure viene mostrata un'efficacia delle misure restrittive maggiore di quella che è in realtà.
A livello nazionale abbiamo raggiunto il picco di ricoveri e decessi, presumibilmente questa settimana, oltre i contagi, inizieranno a scendere anche i ricoveri e decessi a livello nazionale.
La maglia nera delle terapie intensive questa settimana passa dalla nostra regione alla Valle d'Aosta che ha avuto un rapido peggioramento della situazione risultando la regione peggiore anche a livello di contagi.Per concludere voglio fare un focus sulla regione Piemonte. Il 6 marzo la regione cambia il protocollo di cura casalingo introducendo l'uso della idrossiclorochina con tanto di sfuriata di Burioni dicendo che erano da radiare tutti i medici che la prescrivevano.
Questo farmaco era stato molto discusso poiché sul campo vi erano molte testimonianze che una assunzione precoce ai primi sintomi prevenisse l'aggravarsi dei casi ma studi non provavano questa tesi, anche se da come sono riuscito a documentarmi gli studi erano su pazienti con sintomi conclamati ed in fase avanzata quindi diciamo non troppo pertinenti.
Premettiamo che è obiettivamente difficile dai dati da noi accessibili riuscire a valutare gli effetti, la cosa che possiamo fare più sensata è rapportare gli ingressi in terapia intensiva ai contagi di 7 giorni prima (prima di andare in terapie intensive da come si riesce a capire dal sito dell'Iss sembrano passare un 6-7 giorni di media). Poi confrontiamo il valore della regione Piemonte con la media nazionale , ovviamente i dati di una singola regione sono più volatili di quelli di tutta la nazione ma possiamo vedere che da 2 settimane dopo l'introduzione del nuovo protocollo si è creata una differenza non trascurabile dalla media nazionale.Nel Piemonte lo 0.95% dei positivi finisce in terapie intensive mentre in Italia l'1.2% una differenza di circa il 20% continuerò ad esaminare questa grandezza anche nelle prossime settimane. Sicuramente deve esserci un trend di discesa per via dei vaccini che prevengono i casi gravi , quindi cercheremo di vedere quanto divergerà questa discesa.
Nascono dalla collaborazione tra Guzzini e Med Store le nuove cover per iPhone SE, iPhone 12 Mi-ni, iPhone 12 e iPhone 12 Pro.
“È una partnership che mi rende molto orgoglioso, un po’ perché Med Store, come Guzzini, è un’azienda marchigiana, ma soprattutto perché con questo piccolo prodotto abbiamo dimostrato che oggetti che solitamente sono Made in China possono essere prodotti in Italia con maggior tas-so di innovazione e con la nostra tipica attenzione al bello e ben fatto, e che possono essere ugualmente competitivi sul mercato” dichiara Domenico Guzzini, Presidente dell’omonima azienda.
Med Store nasce nel 1982 ed oggi il gruppo è leader in Italia nella distribuzione di soluzioni tecno-logiche avanzate per privati, professionisti, aziende, scuole, università e pubbliche amministrazioni ed è distributore di device performanti, sicuri e all’avanguardia, tra cui Apple con 21 store in Italia.
Tunit è il brand di proprietà di Med Store che realizza accessori hi-tech per il mondo della telefonia e dell’informatica ed è con questo marchio che sono state immesse sul mercato, in tutti i negozi della catena e sugli e-shop tunit.store e medstore.it, le nuove cover Tunit by Guzzini.
“Sono cover speciali perché uniche sul mercato: ecosostenibili in quanto realizzate in materiale plastico riciclato post-consumo e 100% riciclabile, protettive e sicure grazie ad uno speciale mate-riale antibatterico, Made in Italy e con un bell’effetto bicolore, frutto del nostro know-how e della tecnologia innovativa che ci caratterizza.” continua Domenico Guzzini “Questi nuovi items fanno parte della collezione On The Go Protection, come le mascherine e il pocket case: oggetti pensati per persone dinamiche, sempre in movimento ma attente alla propria e all’altrui sicurezza in que-sto delicato momento”.
“Per Med Store il lancio di questa cover ribadisce l’interesse dell’azienda nell’investire in prodotti innovativi e rispondenti alle esigenze della clientela” sottolinea il CEO di Med Store, Stefano Parcaroli. “Una risposta che diamo tramite il marchio Tunit, appositamente creato per alzare il livello di qualità nell’accessoristica per l’elettronica di consumo, ma anche con la creazione di partnership con aziende punto di riferimento in Italia e nel mondo per design, qualità e innovazione. La partnership con Guzzini sancisce la nascita di una nuova forma di cooperazione tra aziende del territorio, ciascuna leader nei propri settori, che creando sinergie e collaborazioni attive mirano a rafforzare le proprie capacità per proporsi in maniera più incisiva sul mercato nazionale e internazionale”.
Il materiale con cui sono realizzate le nuove cover è per il 60% derivante da plastica riciclata post consumo ed è 100% riciclabile con un plus importante: un innovativo materiale plastico antibatte-rico in grado di ridurre la proliferazione di batteri sulla superficie della custodia, rendendo minimo il pericolo di contaminazione. Inoltre, la cover può essere igienizzata con un lavaggio in lavastoviglie. Anche il pack è ecosostenibile: 100% proveniente da materiali riciclati e 100% riciclabile.
Prodotta negli stabilimenti di Recanati, la cover, presenta un impattante effetto bicolore tono su tono: il bordo, in gomma per attutire i colpi, è in una nuance più intensa rispetto alla cromia della stessa in materiale acrilico rigido e satinato. I colori previsti sono blu, rosa e nero per l’iPhone SE e terra e nero per l’iPhone 12 Mini, 12 e 12 Pro.