Prenderà il via lunedì prossimo il torneo europeo di tennis per vescovi, sacerdoti e diaconi in programma dal 9 al 13 aprile 2018 tra Recanati e Loreto, dal titolo “Vince chi serve". L’evento è patrocinato dal Comune di Loreto, dal Comune di Recanati, dal Centro Giovanni Paolo II di Loreto, dal Pontificio Dicastero per i laici la famiglia e la vita e dall’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana.
“Vince chi serve mette insieme le caratteristiche del tennis ma anche quelle del cristiano e quindi del prete. Dobbiamo però constatare che nel tennis come nella vita non è sempre cosí - dice uno degli organizzatori, Don Francesco Pierpaoli. Ma qui, noi preti, ci sentiamo di dire che il “servizio” sempre e comunque “vince” al di lá del risultato immediato legato a fragilitá e debolezze. Ne è segno la fraternitá e l’amicizia che saranno il cuore dell’esperienza di questi giorni che passeremo tra Loreto, custode della Casa di Maria, e Recanati, custode del Colle dell’Infinito".
Lunedì 9 aprile è in calendario l'inaugurazione con la presentazione del programma e sorteggi alla Presenza dell’Arcivescovo di Loreto Mons. Fabio dal Cin e del Sindaco di Loreto Paolo Nicoletti. Gli incontri del torneo si giocheranno presso il circolo tennis Francesco Guzzini di Recanati tutti i giorni dalle ore 9.30 fino alle ore 18.00. Nella serata di martedí 10 aprile, alle ore 21.15 si vivrà la Veglia di Preghiera presso la Santa Casa di Loreto. Appuntamento invece ogni mattina alle ore 8.30 con la celebrazione eucaristica: martedí 10 aprile presso la basilica della Santa Casa di Loreto celebrata dall'Arcivescovo di Loreto, S.E. Mons. Fabio Dal Cin; mercoledí 11 aprile presso la Cappella di Sant'Anna a Recanati celebrata dal Vescovo di Macerata, S.E. Mons. Nazzareno Marconi; giovedí 12 aprile presso il Centro Giovanni Paolo II, celebrata dal Vescovo di Senigallia, S.E. Mons. Franco Manenti. Giovedí 12 aprile, presso l’Auditorium del Centro mondiale della poesia di Recanati, è in programma la Cena Premiazioni e serata di festa e condivisione alla presenza del sindaco di Recanati Francesco Fiordomo e dei responsabili Circolo Tennis Guzzini.
Tutti i momenti di questo evento, dalle partite del torneo alle celebrazioni eucaristiche, la veglia in Santa Casa e la festa conclusiva sono aperte a tutti coloro che desiderano assistere e partecipare. Per qualsiasi informazione sugli avvenimenti quotidiani del torneo è possibile seguire il sito del Centro Giovanni Paolo II www.giovaniloreto.it e la pagina facebook www.facebook.com/CentroGiovanniPaoloIILoreto .
Per ogni altra informazione si possono contattare gli organizzatori del Torneo ai seguenti recapiti telefonici e di posta elettronica: Don Francesco Pierpaoli +393339771270 uomodovesei@gmail.com e Centro Giovanni Paolo II +390717501552 comunicazione@giovaniloreto.it
Sabato 7 aprile 2018 il centro diagnostico La Fenice in collaborazione con il centro Associati Fisiomed inaugurano il nuovo Centro Iperbarico M.A.U. situato all'interno del centro medico La Fenice in via Giuseppe Mazzini n.18 di Porto Sant’Elpidio (FM), in un ampio spazio completamente dedicato all’Ossigenoterapia Iperbarica.
In occasione dell’inaugurazione Associati Fisiomed e La Fenice organizzano un Convegno/Corso Ecm dal titolo: "L’ossigenoterapia iperbarica oggi".
La camera iperbarica utilizza un principio fondamentale della vita, il ruolo dell'ossigeno nelle reazioni metaboliche per la produzione di energia a supporto delle funzioni fisiologiche del corpo. Avere la possibilità di accentuare la concentrazione di ossigeno disponibile in tutti i tessuti e tutte le cellule, significa proteggere il nostro corpo e aiutarlo a superare alcune criticità quando il medico lo ritiene opportuno.
Il programma, curato da una istituzione del settore, il prof. Paolo Pelaia che insieme ad uno dei maggiori esperti di Ossigenoterapia Iperbarica il prof. Gerardo Bosco, terrà conto di tutti i possibili quesiti e curiosità di medici e pazienti, utilizzando l’esperienza consolidata grazie ad una grandissima casistica e da innumerevoli studi effettuati in tanti anni di utilizzo di questa importantissima terapia.
L’apertura del convegno è prevista per le ore 10.30. La partecipazione ai lavori scientifici è gratuita previa iscrizione e permetterà l'ottenimento di 5 crediti ecm.
In questa occasione, inoltre sarà possibile visitare gli spazi dedicati al Centro Iperbarico, conoscere l’equipe medica ed avere informazioni più approfondite sull’Ossigenoterapia Iperbarica e sulle ultime ricerche nel campo di questa importantissima terapia.
Ecco il Programma Completo Presidente del corso: Prof. Paolo Pelaia
10,30 - Introduzione e apertura lavori
11,00 / 11,30 - Che cos’è l’Ossigenoterapia Iperbarica? Indicazioni cliniche in emergenza/urgenza Relatori – Prof Paolo Pelaia
11,30 / 12,00 - I meccanismi di azione e le indicazioni ambulatoriali relatori - Prof. Gerardo Bosco
12,30/ 13,00 - L’Ossigenoterapia Iperbarica per lo sport subacqueo relatori - Dr. Alessandro Marroni
13,00 / 14,00 - Light Lunch
14,00/ 14,30 - Applicazioni Cliniche della Ossigenoterapia Iperbarica relatori - Dr. Edoardo Stagni
15,00/ 15,30 - Imaging radiologico nel follow up relatori - Dr. Giuseppe Gismondi
16,00/ 16,30 - La sicurezza in ambiente iperbarico relatori - Dr. Sergio Cataudo
16.30/16.45 - Test di verifica dell’apprendimento
16,45 - Chiusura lavori e saluti.
Il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mastrovincenzo, ha convocato la seduta consiliare per martedì 10 aprile, alle ore 10, presso la Sala consiliare di via Tiziano, Ancona. In apertura, un’interpellanza per conoscere lo stato di attuazione dell’erogazione dei contributi finalizzati all’acquisto della prima abitazione nelle zone del cratere sismico. A seguire, un lungo elenco di interrogazioni e proposte di mozione.
Segue ordine del giorno completo della seduta assembleare di martedì 10 aprile. Si ricorda che è possibile seguire le sedute via web collegandosi all’indirizzo www.assemblea.marche.it
Una giornata che si avvia a conclusione esattamente per come era cominciata: nel segno della paura. Un'altra scossa di terremoto, ancora una volta con epicentro a Muccia, si è verificata alle 20,45 ed è stata distintamente avvertita su tutto il territorio del cratere. Secondo l'INGV la magnitudo è stata di 3,9, esattamente come la scossa che si è verificata questa notte alle 4,19.
La violenta scossa di questa notte ha fatto ripiombare il territorio nel panico. E le reazioni sono state le più disparate, dalla legittima paura alla rabbia, passando, inevitabilmente, anche per le solite teorie sulla "presunta magnitudo aggiustata". A mettere in ordine i tasselli ci ha pensato, ancora una volta, il geologo di Unicam, Emanuele Tondi, ormai vero e proprio punto di riferimento per il territorio e non solo quando si parla di terremoto. Da un lato, infatti, Tondi ha le competenze scientifiche per spiegare quanto sta accadendo e, dall'altro, ha la sensibilità di chi é anche sindaco e conosce, quindi, le preoccupazioni e le emozioni dei semplici cittadini.
"La magnitudo - spiega quindi Emanuele Tondi - viene calcolata da INGV subito dopo l’evento in maniera automatica e poi rielaborata più volte. Questo è il motivo della variazione del dato, il più preciso è sempre l’ultimo valore comunicato.Come si può vedere dalla mappa allegata (foto), l’evento si colloca all'estremità nord della sequenza sismica del 2016-2017 (Terremoto di Amatrice-Visso-Norcia in legenda). Data la sua localizzazione, può essere considerato un aftershock relativo ai forti terremoti di fine Ottobre 2016. La sequenza sismica nel suo complesso è in diminuzione anche se per brevi periodi (di alcuni giorni) può riprendere attività sia in termini di frequenza che di intensità, in particolare alle sue terminazioni settentrionali (Muccia, Pievetorina, Monte Cavallo) e meridionali (Campotosto, Montereale, Capitignano)". Magnitudo spiegata, quindi,e nessuna nuova faglia, come qualcuno ha voluto intendere nelle ultime ore. Solo un accentuarsi della frequenza di quelli che possono essere considerate scosse di assestamento, con Tondi che aggiunge: "La sequenza sismica potrà dirsi terminata quando la sismicità dell’area tornerà ai livelli precedenti del 24 Agosto 2016. Sequenze associate a terremoti simili hanno avuto una durata anche di 2-3 anni. Nell'ambito delle sequenze sismiche, gli aftershocks più forti possono arrivare fino ad una magnitudo di un grado minore dell’evento principale. Eventualità sempre più improbabile (ma non impossibile) con il passare del tempo".
La scossa delle 4,19 di questa notte, il cui epicentro é stato localizzato in territorio di Muccia ad una profondità di 9 km, è stato seguito fino ad ora da cinque repliche di magnitudo compresa tra 2.0 e 2.5 e diverse di magnitudo inferiore a 2.
"Più volte - prosegue il geologo e sindaco di Camporotondo, ripercorrendo la storia dei terremoti sul nostro territorio - è stata paragonata l’attuale sequenza sismica a quella che si verificò tra Gennaio e Febbraio del 1703 tra Norcia e L’Aquila. Negli anni e decenni successivi, forti terremoti interessarono le zone immediatamente a nord e sud. A nord ricordiamo il terremoto del 1741 a Fabriano, del 1751 a Gualdo Tadino e del 1799 a Camerino. Terremoti di magnitudo stimata tra 5.5 e 6.0, generati da faglie più piccole e profonde rispetto a quella del Monte Vettore-Monte Bove e non visibili in superficie. A sud ricordiamo il terremoto del 1706 della Maiella e del 1805 del Molise, terremoti di magnitudo stimata tra 6.5 e 7.0. In queste zone sono presenti faglie simili a quella del Monte Vettore-Monte Bove, sia per dimensione che espressione superficiale. Per ulteriori informazioni sulla sismicità storica è possibile consultare il catalogo parametrico dei terremoti italiani https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/".
"Non sappiamo quando - conclude Tondi, con una frase che ha il sapore dell'appello verso chi dovrà stabilire regole e metodi per la ricostruzione - ma i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone e con caratteristiche simili. Quindi, per stare sicuri e tranquilli occorre abitare o frequentare edifici non vulnerabili rispetto alla sismicità dell’area in cui si trovano".
Filippo Saltamartini, ex senatore della Repubblica e oggi primo cittadino di Cingoli, torna a parlare di “emergenza sicurezza” a Macerata dopo lo sfogo di Pasqua sul suo profilo Facebook (leggi qua l'articolo)
"Sul tavolo del Ministro dell'Interno, Autorità nazionale di pubblica sicurezza, ogni giorno arrivano centinaia di dispacci di fatti delittuosi. Si va dai fatti più gravi della criminalità mafiosa a quelli del terrorismo islamico. Quando dalla nostra regione - scrive il sindaco di Cingoli - giunge qualche rapporto, da sempre, questo è messo sotto ai fascicoli scottanti. Quella che fu un'isola felice rischia per questa "sottovalutazione del rischio" di diventare come una delle Regioni a maggior tasso criminale. La ragione è semplice: le poche risorse esistenti a livello nazionale in agenti e carabinieri, magistrati, personale di segreteria e risorse strumentali, sono destinati alle emergenze di altre Regioni".
"Le Questure e i Commissariati da Pesaro ad Ascoli - continua nel post - vedono l'organico ridotto alla metà e in intere Province, la sera e di notte, quando aumenta il "rischio", l'insicurezza è affidata a 1 o al massimo 2 pattuglie, quando non devono redigere atti di indagine da convalidare (sequestri, perquisizioni, arresti ecc ecc). Senza prevenzione e nessun contrasto le infiltrazioni criminali aumenteranno. Anche da noi. E se il Procuratore presso la Corte d'Appello parla di infiltrazioni mafiose c'è da credergli. A noi "marchigiani" non deve importare nulla se le statistiche della criminalità ci pongono agli ultimi posti per delittuosità posta in essere da cittadini italiani. Noi dobbiamo pretendere il livello di sicurezza della nostra regione, del nostro livello sociale, del nostra sistema valoriale e non di quelli di regioni con mafia, ndrangheda e camorra. A questo si aggiunga che la regione Marche è assente con le politiche della polizia amministrativa e locale (ha fatto un legge per rendere eguali le divise e i colori delle auto della polizia locale). Gli sforzi encomiabili dei pochi carabinieri e poliziotti resteranno lettera morta senza un'inversione di tendenza".
Saltamartini tira in ballo anche le ultime vicende di Porto Recanati e delle ossa ritrovate poco distante dall'Hotel House.
"Forse le ossa degli orrori di Porto Recanati sono solo la punta di un iceberg a lungo nascosto che è emerso con la morte di Pamela a Macerata. Negli anni 60 la Lombardia era una regione con livelli bassissimi di delittuosità. Senza prevenzione, dieci anni dopo divenne la regione delle bande Vallanzasca e delle infiltrazioni di mafia e ndrangheda. Vogliamo ripetere questa storia? Sicurezza è libertà: vale quanto il reddito di cittadinanza o la riforma Fornero se vogliamo che i nostri figli rimangano nella nostra bella Regione. Possiamo mobilitarci semplicemente condividendo questo post? Non si può consentire che a Macerata non manderranno nessun Agente tra i prossimi trasferimenti del personale. Dobbiamo studiare delle iniziative insieme".
I sindaci di Bolognola, Camerino, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Valfornace e Ussita scrivono ai neo parlamentari marchigiani. Oggetto della missiva è la legge relativa al sisma del 2016 di cui chiedono una revisione.
"A distanza di oltre 17 mesi si è oggi in grado di differenziare i territori in funzione dei danni e delle magnitudo rilevate da Ingv dall’inizio del terremoto; esistono Comuni catastroficamente danneggiati, gravemente danneggiati e lievemente danneggiati - scrivono i sindaci - L’applicazione della normativa ordinaria emanata sull’intero perimetro dei 138 Comuni del cratere non ha prodotto i risultati auspicati, originando, per alcune aree catastroficamente colpite, notevoli ritardi sulla messa in sicurezza, sul ripristino della viabilità comunale e/o interprovinciale, sul conferimento delle macerie e su quant’altro connesso alla grave situazione creatasi rallentando, nel contempo, anche la progettazione degli interventi della ricostruzione leggera e pesante". Allo stesso tempo, scrivono ancora, "è elevato il numero di improcedibilità delle domande di ricostruzione, poiché la maggior parte delle difformità non sono sanabili (quelle con violazioni strutturali e/o alla normativa antisismica, nonché gli aumenti di volume e/o superficie in zone sottoposte al vincolo paesaggistico) tanto da vedere frenata la ricostruzione leggera" che potrebbe comportare una "ricostruzione a “macchia di leopardo”, dovuta essenzialmente all’abbandono degli immobili da parte dei proprietari esclusi, ai quali i fabbricati sono spesso pervenuti in eredità, inconsapevoli della presenza di difformità edilizie minimali".
"La definizione della Zona Franca Urbana su tutti i 138 Comuni non ha prodotto nessun aiuto concreto per i Comuni Montani dell’Appennino venendo meno all’obiettivo primario che era volto alla pianificazione e rinascita dei territori distrutti e già ubicati in un contesto di marginalità - sottolineano ancora - in alcuni Comuni non esiste più nessuna attività economicamente sostenibile nonostante perduri la forza e la voglia delle popolazioni colpite di rimanere e ripartire quanto prima". A fronte di questo quadro i primi cittadini chiedono "una immediata emanazione di norme correttive volte all’individuazione di almeno tre fasce di perimetro individuando i Comuni in catastroficamente colpiti; gravemente colpiti e lievemente colpiti; di escludere l’operatività dell’art.3, c.1, lett. d), ultimo capoverso, del D.P.R. n.380/2001, consentendo, nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e nel rispetto della volumetria preesistente, di poter modificare la sagoma dei fabbricati nel caso di demolizione e ricostruzione degli edifici; di estendere, una volta ridefinito il perimetro su tre fasce, l’operatività dell’art.6, c.1, lett. e-bis) del D.P.R. n.380/2001 (consentire a tutti l’installazione di manufatti temporanei ad uso deposito), protraendo il termine – attualmente fissato in 90 giorni –fino alla data di ripristino dell’agibilità del fabbricato danneggiato e/o distrutto" E ancora "di estendere le normative regionali previste per il piano casa anche alla sanatoria delle difformità edilizie, nei limiti volumetrici e di superficie già previsti nei rispettivi ordinamenti, in deroga a strumenti urbanistici e regolamenti edilizi vigenti; di consentire l’accertamento di compatibilità paesaggistica di cui all’art.167 c.4 del D.Lgs. 42/2004, anche per aumenti di volume e/o superficie, nei limiti previsti dalle predette normative regionali sul piano casa; la modifica dell’art.8-bis del D.L. 189/2016 convertito nella Legge n.229/2016 e s.m.i. (Cd. decreto “salva Peppina”) al fine di consentire la permanenza delle strutture abitative e/o uso deposito fino all’avvenuto ripristino dell’agibilità; nel caso di violazioni strutturali e/o alla normativa antisismica, consentire di fissare l’efficacia dell’accertamento di conformità - di cui all’art.36 del D.P.R. n.380/2001 e/o permesso di costruire in sanatoria - alla data dell’attestato di deposito relativo al progetto allegato alla domanda di contributo; di garantire per un periodo non inferiore ad almeno 15-20 anni una serie di benefici in termine di esenzioni fiscali tanto alle attività già esistenti quanto ai nuovi insediamenti produttivi nei Comuni della fascia catastroficamente colpiti la cui popolazione complessiva è numericamente ridotta e per i quali i costi a carico dello Stato sono facilmente sopportabili; la semplificazione delle procedure burocratiche che hanno paralizzato e paralizzano l’operato degli Enti locali; di attribuire maggiore competenze ai Sindaci e di accelerare le procedure di ricostruzione, inviando contemporaneamente la progettazione sia all’USR, sia agli Uffici comunali".
L’individuazione di tre tipologie di fasce di Comuni dell’attuale cratere, "non solo consentirebbe una reale e concreta risposta alle popolazioni colpite, ma renderebbe anche le norme in deroga (Urbanistiche, Paesaggistica, Fiscali, ecc.) sicuramente meno impattanti sia in termini ambientali che economici. Accordare una sanatoria per le piccole difformità urbanistiche su immobili in aree così distrutte sotto l’aspetto sociale ed economico, non comporterebbe nessun “arricchimento speculativo”, che differentemente potrebbe avvenire se, invece, tale provvedimento venisse esteso indiscriminatamente all’intero “Cratere”.Richiamare il dramma epocale che ha colpito l’Italia Centrale con un terremoto distruttivo pari a quello dell’Irpinia della Basilicata del 1980 e del 1981, nonchè ampliare le azioni di deroga ad un’area fortemente compromessa - motivandole con l’eccezionalità del dramma che le popolazioni hanno vissuto - troverebbe sicuramente ragione di coerenza legislativa che deve dare risposte mirate, efficienti ed efficaci così come sempre assicurato sia dal Governo, sia dal Presidente della Repubblica.
Si aggiunge che consentire deroghe e sanatorie specifiche, non solo accelererebbe la “ricostruzione leggera” e “pesante”, ma vedrebbe una ristrutturazione del patrimonio abitativo, nei moltissimi casi di demolizione e ricostruzione, con una possibile e significativa riduzione delle superfici pre-esistenti, comportando un sicuro risparmio per le famiglie in termini di imposte locali. Il tutto a vantaggio di un minior uso del territorio specie in aree ad alto valore naturalistico quale quelle inserite nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Stesso identico ragionamento vale per una diversificazione della ZFU (Zona Franca Urbana) integrata anche ZES (Zona Economica Speciale) per aree diversamente danneggiate, se veramente si vogliono mantenere gli impegni assunti nel dare il massimo supporto e significativi incentivi per una ripresa economica, senza la quale non trova ragione nessun investimento per la ricostruzione in questi territori.
Si rimane in attesa di un riscontro in merito alla condivisione o meno di quanto illustrato, anche perché le popolazioni hanno il diritto di vedere norme che suffragano, come detto, gli impegni che da quasi due anni vengono periodicamente annunciati ma, per le ragioni anzidette, ad oggi di fatto disattesi, pur avendo riscosso – le soluzioni prospettate – l’approvazione orale di tutte le forze politiche".
Finalmente ci siamo. Dopo settimane in cui siamo stati letteralmente "bombardati" da notizie sulla Tiangong-1, la stazione orbitante cinese in caduta sulla terra, nella nottata tra oggi e domani ci sarà l'impatto con la nostra atmosfera e la vicenda avrà il suo epilogo.
Grazie ai dati forniti dall'Agenzia Spaziale Italiana, rilasciati dopo l'incontro di venerdì pomeriggio presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, il rientro della stazione sarebbe dovuta avvenire alle 11.25 italiane di oggi, con una finestra di incertezza di circa 12 ore che, a quanto pare, si è allargata ulteriormente.
In linea di principio, il rientro potrebbe avvenire in qualunque località del pianeta compresa tra i 43 gradi di latitudine nord e i 43 gradi di latitudine sud, tenendo conto che i frammenti, a causa di un'eventuale esplosione ad alta quota, potrebbero allontanarsi anche di un centinaio di km rispetto alla traiettoria originaria. Ricordiamo che il 43esimo parallelo nord è quello che passa a Grottammare, a cui era dedicato anche il nome di un locale molto in voga diversi anni fa.
Come riferito dagli esperti dall'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), al momento, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio ma non vivremo certamente scene da "Deep Impact", dato che la possibilità che minuscoli frammenti ci piovano in testa è talmente remota che è stimabile allo 0,2%.
Per quanti lo volessero, c'è anche la possibilità di seguire in diretta il percorso della stazione cinese, scaricando l'applicazione "Tiangong 1?" dallo store di Android.
Sul territorio nazionale saranno presto assegnati più poliziotti, ma Macerata non è nemmeno contemplata. E certi temi non possono aspettare. Vanno affrontati! Anche se è il giorno di Pasqua. Deve averla pensata così il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, che è tornato a parlare di “emergenza sicurezza” nelle Marche e, in particolare, nella provincia di Macerata. Annunciando che darà presto avvio ad una raccolta firme affinché sul territorio sia rafforzata la presenza delle forze dell’ordine.
“Ancora cadaveri e ossa rinvenute – scrive nel suo sfogo di Pasqua, affidando al profilo Facebook riflessioni e preoccupazioni - quale mattanza dobbiamo attendere per avere più agenti e carabinieri nelle nostre strade? La Regione dell'ipocrisia sull'insicurezza”.
Parole forti, quelle dell’ex senatore della Repubblica e oggi primo cittadino di Cingoli. Parole di chi sente addosso la responsabilità di un territorio che, a quanto pare, non è quell’oasi di pace e sicurezza che si pensava fino a qualche mese fa. Il riferimento, è chiaro, è all’ennesimo, preoccupante, fatto di cronaca che sta sconvolgendo la nostra provincia, proprio all’ombra dell’Hotel House. “Sono anni – prosegue Saltamartini - che predico nel deserto. Insieme ad alcuni valorosi concittadini di Cingoli abbiamo pure organizzato una manifestazione davanti alla Prefettura per avere più controllo del territorio e più carabinieri. Nelle prossime settimane verranno assegnati i nuovi poliziotti in tutta Italia. Macerata non è neppure contemplata. Ma esistono ancora i rappresentanti del popolo? C'è qualche parlamentare che possa esercitare il suo potere di sindacato ispettivo?”
Domande, quelle del primo cittadino di Cingoli, che sembrano più che legittime e che, probabilmente, interpretano anche il sentimento di molti, con Saltamartini che conclude: “Annuncio la partenza di un camper per la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare. Quelli che abbiamo mandato a Palazzo Madama e Montecitorio spero possano iniziare a lavorare. Dobbiamo chiedere e pretendere un rafforzamento degli organici di polizia e carabinieri: più agenti per le strade se vogliamo garantire sicurezza. E dobbiamo muoverci adesso. Questo è il momento. La democrazia dal basso richiede sostegno”.
L'associazione Territori di Incontro – la rinascita delle valli ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri, al capo dipartimento della Protezione Civile, al commissario straordinario ricostruzione sisma 2016 e ai deputati e senatori eletti nelle Marche, per chiedere un decreto che modifichi urgentemente le legge 229 su “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016”.
Prioritariamente "si chiede che il “cratere”, composto da 138 Comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, sia diversificato in base al danno riscontrabile sul territorio, in funzione dell’applicazione delle misure legate alla ricostruzione post sisma, ma soprattutto delle agevolazioni e delle misure finanziarie necessarie per la rinascita e la ripresa di tutte le attività sociali, culturali ed economiche nei Comuni distrutti e maggiormente colpiti dal sisma. Si richiedono altresì alcune modifiche riguardanti il superamento dell’emergenza, nonché la semplificazione e l’accelerazione della ricostruzione". In particolare l'associazione chiede di "modificare l’art.8-bis (salva Peppina), ad oggi difficilmente applicabile; di prorogare i termini di presentazione delle perizie giurate Aedes e dei termini di presentazione dei progetti di edifici con danni lievi e gravi; di dare la possibilità ai privati di installare temporaneamente manufatti ad uso magazzino e deposito fino al ripristino dell’agibilità del fabbricato danneggiato; di poter modificare, nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e nel rispetto della volumetria preesistente, la sagoma dei fabbricati nel caso di demolizione e ricostruzione; di estende le normative regionali sul piano casa alla sanatoria delle difformità edilizie, nei limiti volumetrici e di superficie già previsti nei rispettivi ordinamenti, ricomprendendo anche la sanatoria paesaggistica e strutturale".
Potrebbero appartenere addirittura ad un bambino i resti umani rinvenuti quest'oggi (leggi) nel terreno intorno all'ormai tristemente famoso "pozzo degli orrori", all'ombra dell'Hotel House. Si tratta, per lo più, di frammenti di ossa e solo gli esami scientifici disposti dalla Procura potranno fornire certezze ulteriori. All'ipotesi che alcune delle parti trovate potrebbero essere di un bambino si é arrivati per via delle dimensioni delle ossa. Quelle trovate nei giorni precedenti, e che apparterrebbero ad una donna di corporatura minuta, infatti, erano decisamente più grandi.
Le condizioni del materiale repertato, comunque, lasciano supporre che dal momento dell'occultamento ad oggi siano trascorsi diversi anni e lo stato di conservazione rende difficile la classificazione, tanto che in un primo momento si era pensato che i resti potessero appartenere a più di due persone. Invece, con lo scorrere delle ore, si parla con sempre maggiore insistenza di ossa di soli due corpi. Uno dei quali, forse, di un bambino.
Intanto, sulla base delle poche certezze degli investigatori, continua a restare in piedi l'ipotesi che gran parte dei resti rinvenuti potrebbero essere quelli di Camelyi Mosammet, anche perché in quella stessa zona sono stati trovati oggetti molto simili a quelli che la ragazza aveva con se nel giorni della scomparsa
E' chiaro, a questo punto, che quel terreno sotto il palazzone multietnico potrebbe custodire segreti atroci. Già ieri gli investigatori avevano deciso di interrempere le opere di scavo all'interno del pozzo e di estenderle all'area circostante, proprio nella convinzione che potesse esserci dell'altro. Un sospetto a quanto pare più che fondato visto che i resti umani trovati questa mattina erano ad appena 20/30 cm sotto il terreno. Difficile, a questo punto, capire se le ricerche saranno interrotte o se, invece, si deciderà di esaminare più a fondo l'intera proprietà.
AGGIORNAMENTO: Porzioni di bacino, costole, dita e un avambraccio tra le circa trenta ossa trovate quest'oggi a poco più di un metro di distanza dal "pozzo degli orrori". La maggior parte dei reperti é compatibile, purtroppo, con il corpo di un essere umano di sesso femminile e di giovane età. Altri sono, invece, riconducibili a quelli del corpo di un bambino tra gli otto e i dieci anni. Gli investigatori suppongono che la nuova area di scavo possa essere "il luogo di sepoltura". Tutti i resti rinvenuti in giornata, così come quelli trovati nei giorni precedenti, dopo le misurazioni saranno inviati a Roma, presso la Polizia Scientifica, per essere esaminati con l'adeguata strumentazione.
Neonata muore dopo tre giorni in rianimazione per una una presunta asfissia. Una tragedia che si è consumata all’ospedale pediatrico Salesi di Ancona e a perdere al vita è stata una neonata fermana.
I genitori tramite il loro legale hanno chiesto che vengano effettuati esami più approfonditi per fare luce su eventuali colpe di chi ha fatto nascere la bambina.
La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo a carico dei sanitari che hanno assistito al parto, ma si tratta di un atto dovuto per poter procedere con l’autopsia, che sarà svolta questa mattina.
Da quel pozzo é venuto fuori di tutto e per ora l’imperativo categorico è “scavare”. E’ chiaro, infatti, che in un terreno sostanzialmente abbandonato si trovino ossa anche di animali e che, quindi, in questa fase i resti repertati sono solo quelli palesemente umani. Quelli, cioè, riconducibili a ossa umane già a prima vista, per caratteristiche e dimensioni. E, ad oggi, sono circa cinquanta. Ma non è escluso che, dopo più approfonditi accertamenti, il numero possa essere destinato a salire. L’altro dato certo è che le ossa repertate appartengono a più di un corpo e che, in due casi almeno, dovrebbero essere di persone molto giovani.
Si continua a scavare, quindi, e anche oggi il lavoro della scientifica e dei vigili del fuoco sul posto si è fermato solo per un’oretta, tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Ma non sono emerse ulteriori novità. Le condizioni di lavoro non sono semplici, perché l’area è molto ristretta e ormai si è arrivati a quasi quattro metri di profondità. Con l’aiuto di un argano dei Vigili del Fuoco viene calata una persona alla volta, che accumula terra e materiale in un catino e la porta in superficie. Poi riscende. Mentre, a pochi metri, il materiale estratto viene letteralmente setacciato (video).
Intorno, fuori dalle transenne che delimitano l’area sottoposta a sequestro, un via vai continuo di giornalisti e curiosi, che prosegue ormai da tre giorni.
Si scava, quindi, e si passa al setaccio ogni piccolo frammento di terra, nella convinzione che se il pozzo ha ormai "fatto trovare tutto ciò che c'era da trovare", la zona potrebbe nascondere ancora qualcosa. Più specificatamente l’area circostante, con gli inquirenti che, stando ad alcune indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, estenderanno le ricerche ad un perimetro più vasto. Già domani mattina un bobcat dovrebbe entrare in funzione per ripulire ulteriormente la zona e valutare se procedere a veri e propri scavi ulteriori.
Tutto il resto, per ora, è fatto di sole ipotesi. Alcune, però, decisamente credibili: come quella secondo cui alcuni dei resti potrebbero essere della ragazza scomparsa ad Ancona otto anni fa, Cameyi Mosammet. Ma solo la comparazione del dna, già disposta dalla Procura della Repubblica di Macerata, potrà fornire definitive conferme.
Intanto, a Porto Recanati sta per prendere il via la stagione turistica che, generalmente, comincia proprio con le festività pasquali. Ed è chiaro che quanto sta accadendo all’ombra dell’Hotel House rischia di avere un peso significativo anche per gli operatori del settore turistico. C’è preoccupazione e il timore è che l’immagine che questo fatto di cronaca e il palazzone multietnico rendono della cittadina costiera possa in qualche modo condizionare la scelta dei turisti, vanificando investimenti e sforzi economici in vista della stagione estiva.
“Da avvocato aspetto di vedere le carte, perché non posso affidarmi a sole indiscrezioni giornalistiche e la cautela è un dovere professionale. Da zio, invece, dico che noi non cerchiamo per forza un colpevole, ma vogliamo che il colpevole, o i colpevoli, siano assicurati alla giustizia. Perché chi ha fatto tutto questo a Pamela è una bestia feroce” – Sembra voler ricorrere alla “compartimentizzazione” lo zio di Pamela Mastropietro, l’avvocato Marco Valerio Verni. E commenta così, sia sotto il profilo professionale che sotto quello dei sentimenti, la notizia secondo cui nell’appartamento di via Spalato, a Macerata, è stato trovato solo il dna di Innocent Oseghale e nessuna traccia, invece, di Lucky Desmond e Awelima Lucky, gli altri due in carcere per l’omicidio di Pamela Mastropietro.
“In carcere –afferma l’avvocato – ci sono tre persone e tutti gli indizi sembrano confermare un collegamento tra loro e la barbara morte di Pamela. Se, poi, questi indizi si trasformeranno in prove è presto per dirlo. Non è solo questione di tracce o di dna. Ho letto anche io la notizia secondo cui nell’appartamento di via Spalato sarebbero state trovate solo tracce di Oseghale e non degli altri due, ma devo dire che in questi mesi sulla morte di Pamela è stato detto di tutto, verità e invenzioni, e, pur concedendo il beneficio dell’attendibilità, non posso certo commentare, come avvocato, qualcosa che non ho verificato o accertato attraverso lo studio delle carte. Ho fiducia massima, come più volte ribadito, nel lavoro degli inquirenti e sono certo che nulla sarà lasciato al caso o affrontato con superficialità”.
Nessun commento, quindi, solo cautela e fiducia nella giustizia, con Marco Valerio Verni che, poi, mette da parte la toga per reindossare i panni di chi quella ragazza ammazzata e fatta pezzi l’ha avuta sulle sue ginocchia da bambina. E parla da zio: “Quello di Pamela non è un semplice omicidio – dice – E’ una storia allucinante che ha avuto per protagoniste delle bestie feroci. Noi non vogliamo uno o più colpevoli contro cui sfogare il nostro dolore, noi vogliamo che sia trovato il colpevole o i colpevoli. E ci sembra più che sacrosanto, perché chi ha fatto tutto questo a Pamela è una bestia feroce che deve marcire nelle nostre galere. Abbiamo, quindi, il dovere di tenere alta l’attenzione per rendere giustizia a Pamela sul piano specifico, ma anche, più in generale, per stimolare un’analisi sociale approfondita e concreta su questioni che l’Italia non può più sottovalutare”.
Inevitabile, dunque, un collegamento con i recenti fatti di Porto Recanati dove, in un terreno a pochi metri dall’Hotel House, sono stati trovati resti umani (https://picchionews.it/cronaca/tra-i-resti-anche-il-frammento-di-un-cranio-si-continua-a-scavare-all-ombra-dell-hotel-house).
“Sto seguendo con attenzione questo nuovo fatto di cronaca che interessa la provincia di Macerata – aggiunge l’avvocato Marco Valerio Verni – non voglio assolutamente cedere a facili strumentalizzazioni su analogie o fantomatici collegamenti con l’omicidio di Pamela e sul tessuto sociale del Maceratese. Sarebbe, ad oggi, inutile e prematuro. Oltre che ingiusto nei confronti delle persone di un territorio che con noi si sono rivelate straordinarie. Mi dispiace che in questo territorio, dopo l’omicidio di Pamela, sta venendo fuori di tutto, restituendo all’esterno un’immagine che non è certamente quella del tessuto sociale della provincia. Dai maceratesi, per quanto ci riguarda, abbiamo ricevuto sempre grandissimo calore, affetto, solidarietà e del territorio possiamo dire solo cose buone. Delusioni, quando ne abbiamo provate, sono arrivate dalla politica, non certo dalla gente”.
"Una vicenda sconcertante e dai contorni ancora incerti che getta ulteriori ombre sulla situazione già molto grave in cui versa la nostra provincia e alla quale serve dare risposte immediate" - Esordisce così la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi, che commenta la vicenda dei resti umani scoperti ieri accanto all'Hotel House.
"Siamo ormai perennemente sulla cronaca nazionale e non solo: la Provincia di Macerata e il Comune di Porto Recanati stanno avendo una pubblicità che non ci saremmo mai immaginati anche se sono anni che ripetiamo di essere in emergenza criminalità.
Esprimo una forte preoccupazione per un quadro complessivo di grave criticità: droga, immigrazione clandestina, Hotel House, scippi, furti a ripetizione nelle case, prostituzione in aumento; la bomba è innescata ed occorre un intervento forte e risolutivo. Proprio quello che avevo chiesto – afferma la Leonardi – al Ministro dell'Interno Minniti, consegnandogli personalmente a settembre una richiesta di intervento sulla situazione dell'Hotel House. Richiesta però che è rimasta lettera morta mentre nella Provincia di Macerata e non solo a Porto Recanati, è successo di tutto e di più: basti pensare alla vicenda agghiacciante della povera Pamela.
Occorre fermezza – continua la rappresentante del partito della Meloni – le forze politiche debbono impegnarsi per evitare che si degeneri ancora e la nostra area diventi quello che non ci saremmo mai augurati, nessuno giri la testa dall'altra parte, sevono misure eccezionali per il rispristino di legalità e sicurezza.
Un impegno concreto dovrebbe venire anche dall'Amministrazione comunale che non può più affrontare, minimizzando, la gravità degli eventi: Porto Recanati deve tornare ad essere un'isola felice, così come tutte le Marche, un luogo di concreta legalità e sicurezza per residenti e turisti".
Simone Riccioni ha "inaugurato" ufficialmente la sua stagione estiva con un pranzo dell'amico Manuele Bacaloni, del ristorante Skipper di Porto Sant'Elpidio. L'attore e scrittore, soprattutto in estate, è tra gli habitué del ristorante sul lungomare dove ha sempre un posto riservato per gustare le prelibate proposte dello chef.
Riceviamo e pubblichiamo dal segretario provinciale del Partito Comunista, Cesare Procaccini
"La proposta di legge n.145 della giunta regionale marche approvata dalla commissione Sanità del consiglio regionale è gravissima. Di fatto avvia un vasto processo di privatizzazione della sanità pubblica oltre quanto già avvenuto di recente. Si chiudono ospedali pubblici come quelli di polo lasciando ampi territori sprovvisti di servizi sanitari per favorire strutture private pagate dal servizio sanitario regionale.
Anzichè efficentare la sanità pubblica la giunta Pd delle marche preferisce indebolirla con scelte che non trovano nessuna giustificazione e aggravano la disparità di sevizi erogati. Anzichè investire nella riqualificazione e assunzione del personale medico,infermieristico e tecnico per abbattere le liste di attesa per le diagnosi di prevenzione, la giunta Ceriscioli consegna e paga a società e cliniche private strutture e macchinari pubblici.
Tutto cio' è inaccettabile e succede dalla deriva ultraliberista del Pd a tutti i livelli e dalla mancanza della sinistra e dei Comunisti da quasi tutte le istituzioni. Tuttavia il Pci si battera' unitariamente alle forze che vogliono la Sanita' contro questa proposta antipopolare. Bisogna rafforzare la Sanita' Pubblica,eliminare sovrastrutture come l'Asur "Azienda Unica" l'Ars "Agenzia Sanitaria", accorpare i Distretti Sociali alle Aree vaste uno per provincia. La contrarieta' del Pci alla privatizzazione della Sanita' è irriducibile e al tempo stesso seria e propositiva".
Il termine del 31 marzo per le schede Aedes riguarda solo gli incarichi già affidati. E’ l’estrema sintesi della nota a firma del commissario straordinario per la ricostruzione, on. Paola De Micheli. Un chiarimento che arriva a pochissime ore dalla scadenza del termine stesso e che, se da un lato non soddisfa in pieno le richieste del territorio, dall’altro lascia tirare un piccolo sospiro di sollievo. La scadenza "riguarda unicamente i casi in cui sia stato già formalmente conferito a un tecnico l'incarico di provvedere alla redazione delle schede" – si legge nella nota - Per tutti gli altri casi non v'è dubbio che alla redazione delle schede Aedes possa provvedersi anche in epoca successiva al 31 marzo 2018". La commissaria ricorda che "riguardo alle possibili situazioni di difficoltà in cui potrebbero trovarsi i professionisti incaricati in relazione ai tempi lunghi incontrati per giurare le perizie in tribunale, si rammenta la possibilità di avvalersi al tal fine anche dei notai, essendo la relativa spesa rimborsabile in sede di liquidazione del compenso al professionista".
(fonte Ansa)
C’è anche il frammento di un cranio tra i resti umani rinvenuti dalla scientifica a Porto Recanati. Le operazioni di scavo sono andate avanti per tutta la giornata di oggi e hanno portato alla luce una ventina di ossa, tutte di piccola dimensione. I macabri rinvenimenti lasciano supporre che quel pozzo, dismesso ormai da decenni, ha custodito i resti di diverse persone. Una di queste potrebbe essere la quindicenne Cameyi Mossamet, scomparsa ad Ancona nel maggio 2010, ma non ci sono ancora conferme in tal senso. L’unico dato certo, per ora, è che la procura della Repubblica di Ancona ha riaperto l’inchiesta sulla scomparsa della ragazza, archiviata ormai qualche anno fa, e che la Procura della Repubblica di Macerata ha invece aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e occultamento di cadavere. Dell’indagine si occupa il sostituto procuratore Rosanna Buccini, che ha affidato ai medici legali Roberto Scendoni e Mariano Cingolani il compito di effettuare gli esami necessari sui resti rinvenuti.
Con il passare delle ore, tuttavia, parallelamente ai tremendi ritrovamenti, crescono anche i dubbi e le domande. In primo luogo ci si chiede dove, se davvero le ossa ritrovate sono di più corpi, possano essere stati occultati gli altri resti. E poi, ad alimentare macabre ipotesi, ci sono le dimensioni di questi resti, in alcuni casi non compatibili nemmeno con la corpuratura, per quanto esile, di una quindicenne. Si continuerà a scavare, quindi, almeno fino a quando il terreno continuerà a fornire elementi utili. Non solo all’interno del pozzo dismesso, dove si sono concentrati fino ad ora gli sforzi degli investigatori, ma anche, con tutta probabilità, nel terreno circostante.
“La legge regionale 145/17 è l’ennesima dissennata proposta che il Pd e le altre forze che sostengono Luca Ceriscioli mettono sul piatto in tema di sanità, a dimostrazione di come il bene dei cittadini sia completamente secondario nelle scelte strategiche della giunta marchigiana. Come M5S riteniamo il provvedimento pessimo e inaccettabile, in particolar modo perché le conseguenze dello stesso sembrano chiaramente voler essere tenute nascoste ai cittadini. In pratica si spalancano le porte alla sanità privata perché possa correre in soccorso di quella pubblica al fine di sanare le sue carenze: tutto il contrario di ciò che la gente chiede. La vicenda non meraviglia più di tanto, visto che da quasi tre anni le Marche hanno un governatore che si tiene ben stretta la delega alla sanità strizzando ripetutamente l’occhio ai privati a scapito del pubblico. A certe scelte siamo tristemente abituati, considerata la drastica riduzione di fondi perpetrata ai danni degli ospedali pubblici del nostro territorio di cui il presidente Ceriscioli è il diretto corresponsabile. I risultati sono: blocchi del turnover del personale sanitario e colpi di scure ai posti letto. Quegli stessi posti letto che ora, con l’affidamento per convenzione ai privati, potrebbero pure ricomparire in alcuni nosocomi, facendo la fortuna dei soliti noti. Un altro sfregio nei confronti dei marchigiani da parte di una giunta secondo la quale il concetto di diritto alla salute pare sempre più labile, ma che non perde un attimo quando c’è da favorire gli interessi dei gruppi “amici” privati. Questa legge merita solo una dura e ferrea opposizione, senza se e senza ma”.
E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i senatori e i deputati marchigiani del MoVimento 5 Stelle.