Ancora una volta Monte San Giusto si riconferma una città viva ed inserita pienamente nelle dinamiche di incentivazione del territorio provinciale.All'interno della 26esima fiera di primavera infatti, con il patrocinio del Comune di Monte San Giusto, con la collaborazione della Pro Loco, dell'Ente Clown&Clown e dell'Ass. Culturale Bonafede si inserirà la rassegna della canzone d'autore "Primavera non bussa", il cui titolo vuole essere un omaggio a Fabrizio de Andrè. "E' scomparso da 17 anni ma le sue canzoni continuano ad emozionare, a far sognare vecchie e nuove generazioni. Un cantautore che ci ha lasciato tanto e che il comune di Monte San Giusto ha voluto omaggiare intitolando la rassegna come un verso del testo "Un chimico", contenuto nell'album "Non al Denaro non all'Amore né al Cielo", ispirato all'Antologia di Spoon River, raccolta di poesie del poeta statunitense Edgar Lee Masters." racconta Amilcare Pompei.Il 3, 9 e 10 aprile la suggestiva cornice cinquecentesca di palazzo Bonafede farà da sfondo alla rassegna dove si alterneranno artisti di ogni levatura: poeti, cantautori, musicisti. Il palazzo per l'occasione è stato allestito dal sangiustese Mirko Pisacane, laureando in architettura, che ha progettato un allestimento ad hoc: "Il cortile verrà diviso in due metà tramite un manto erboso, vorrei che il verde comunicasse una sorta di ritorno alla natura" spiega Piscane. La realizzazione sarà affidata alla Casa del Fiore di Quadrini Samuela.L'evento organizzato con un budget molto ridotto, vanta numerosi ospiti in calendario.Domenica 3 aprile la rassegna si aprirà alle 17.30 con i giovani ragazzi del gruppo Senzassenso, con un 'esibizione in cui presenteranno al pubblico brani del loro "Banalità da Circo", primo album di inediti del gruppo. A seguire Luciano Monceri, arpista e chitarrista dei gruppi di musica etnica Ogam e Mortimer Mc Grave, grande appassionato della canzone d'autore, omaggerà Faber con un personale arrangiamento per chitarra di brani del cantautore genovese, dalle prime produzioni all'ultimo lavoro "Anime Salve".Sabato 9 aprile alle ore 17 il seguitissimo poeta Gio Evan aprirà la seconda giornata della rassegna con un reading di poesie dal titolo "Teorema di un salto". Per molti è un reading, per altri un concerto bizzarro, per altri un convegno filosofico. Aneddoti, giochi di parole, una forma di realtà capace di sorprendere e sorprendersi per abbattere il solito "solito". A seguire, Luca Bassanese, cantautore vicentino fuori dagli schemi, vincitore del premio musicultura, cantautore, scrittore, ambientalista presenterà lo spettacolo "la vita è un istante, d'amore ed altre cose" con Stefano Florio, Valentina Cacco e Elodie Lebigre. Alle ore 21 si terrà la proiezione del film di Teresa Marchesi con montaggio di Danilo Galli "Effedia, sulla mia cattiva strada", documentario biografico inedito prodotto da Dori Ghezzi, uno sguardo sulla carriera di De André.Domenica 10 aprile si svolgerà la consueta fiera di primavera, giunta alla 26esima edizione. Lungo le vie si esibirà Paolo Sgallini, talentuoso "one man show" che accompagnerà, cantando canzoni d'autore, il pubblico nel pomerggio nel cortile di palazzo Bonafede, dove alle 16.30, per l'ultima giornata della rassegna ci sarà Emanuele Colandrea, autore e cantante del gruppo Cappello a Cilindro ed Eva Mon Amour che presenterà il suo nuovo lavoro "Un giorno di vento". A seguire Mirco Menna, cantautore bolognese ospite più volte al premio Tenco, autore dell'inno del Clown&Clown festival "Senza Corazza". Per finire, una sorpresa per tutti: l'Orchestra di archi del Conservatorio "G.B. Pergolesi" di Fermo accompagnerà Mirco Menna in un omaggio a De André.Durante tutti gli appuntamenti sarà possibile degustare i vini delle cantine Santori e Bastianelli.Ulteriore iniziativa degna di nota: un concorso fotografico."Scattiamo la canzone" è il titolo del concorso in cui viene chiesto ai partecipanti di scattare una foto in grado di suscitare un'emozione, un ricordo, una sensazione abbinandola con un testo o con una strofa di una canzone. Per partecipare c'è tempo fino al 28 marzo. Tutte le informazioni sulla pagina facebook dell'evento https://www.facebook.com/primaveranonbussacittadelsorriso/?fref=ts. L'assessore Paolo Luciani Anna Romagnoli di Clown&Clown Mirko Pisacane, laureando in architettura Amilcare Pompei, organizzatore
L'Anthropos Civitanova Marche si conferma un punto di riferimento marchigiano di un movimento sportivo in crescita. Quasi 200 atleti giunti da tutta Italia, un’atmosfera carica di agonismo, sana rivalità e amicizia, ma anche una vetrina di grande sport con 27 primati nazionali battuti. I Campionati Italiani di atletica leggera indoor Fisdir e Fispes e gli Invernali di lanci Fispes, organizzati nel fine settimana ad Ancona dall’associazione Sportiva e Culturale Anthropos, hanno rispettato le attese al Palaindoor e all’Italico Conti di via della Montagnola.Otto i record assoluti Fispes inanellati sabato 19 marzo nel pomeriggio, di cui solo uno in pedana all’aperto, ovvero il 7,34 nel peso F34 di Giuseppe Campoccio (Paralimpico Difesa). A caratterizzare la prima giornata, nei 60 metri T38, l’impresa di Emanuele Muratorio (H2 Dynamic Handysports Lombardia) che abbassa di 12 centesimi il suo primato italiano (8.99). Nella categoria T37 exploit di Stefano Stacchiotti (S. Stefano Sport) con la migliore performance (9.11), mentre nella T43 spicca il record di Andea Lanfri, altro esponente del S. Stefano (8.53). Record per i T35 di Andrea Terraneo con 10.74 (H2 Dynamic Handysports Lombardia) e del suo compagno di squadra Fabio Bianchi (11.36 T36). Nei 400 T37 Christian Bonaccina (GSH Sempione 82) batte di 15 centesimi il suo precedente record portandolo a 1:12.52, mentre nei 1500 T37 Spartak Doci (Polisportiva Dilettantistica Aspet) polverizza il primato superandolo di un minuto e 13 secondi (4:41.30). Da segnalare il primo Oro indoor nei 60m di Monica Contrafatto (Paralimpico Difesa), caporale maggiore scelto dell’esercito che perse la gamba nel 2012 per le schegge di una bomba durante la sua seconda missione di pace in Afghanistan. Undici i primati Fispes andati in porto nella mattina di ieri (domenica 20 marzo). Nei 200m doppiette di record per l’Atletica 2000 di Udine (Luca Campeotto, 30.43 per la T43, e Davide Melis, 34.47 per la T42), ma anche per H2 Dynamic Handysports Lombardia (Fabio Bianchi, 38.67 per T36, e Andrea Terraneo 37.42 per T35) con gli stessi atleti protagonisti dei record nei 60m il giorno precedente. In grado di ripetersi anche Spartak Doci (Polisportiva Dilettantistica Aspet), che meno di 24 ore dopo il record nei 1500, ne sigla uno sugli 800 T37 (2:20.74). Nel salto in lungo F37 il primato assoluto lo centra Francesca Cipelli (Veneto Special Sport) con 3,45. Per gli uomini T44 primo Oro tricolore di Riccardo Scendoni (Anthropos Civitanova) con un buon 5,89.Negli Invernali, Giuseppe Campoccio (Paralimpico Difesa) aggiunge al primato del peso il record italiano F34 del disco con 19,04 e del giavellotto con 18,30, mentre nella categoria F33 del disco il recordman è Nicolas Zani (GSH Sempione 82) con 9,94. In campo femminile exploit di Carmela Marino (7,02 nel disco F32) e Maria Criscione (7,72 nel giavellotto F34) tesserate con la Handy Sport Ragusa. Otto i record FISDIR, sei realizzati nel pomeriggio di sabato, due nella mattinata di domenica. Il 19 marzo a firmare il primato di 9:44.43 nella marcia 1,5 km T20 femminile è Wanda Pacelli (Ass. Orio), mentre nei 400 T20 femminili Laura Dotto (Oltre Asd Onlus) abbassa il tempo a 1:12.26. Record outdoor per Daniel Gerini (Polisportiva Disabili Fabriano) nel peso C21 con la misura di 9.41. Grande risultato anche per Stefano Lucato (Apea Padova Onlus) che porta il tempo da battere a 9:44.42. Per la C211 exploit nei 1500 di Michele Zugno (Aspea Padova Onlus) con 6:46.61. All’appello non poteva mancare Luca Mancioli, velocista della Polisportiva Disabili Fabriano che ha corso i 200m in 30.51. Risultati importantissimi anche il 20 marzo, nelle gare conclusive, con Antonio Di Mauro (Ass. Orio) recordman negli 800 T20 con 2:12.27 e Giulia Pertile (Aspea Padova Onlus), che abbassa il primato della marcia 0,8 km C21 a 6:4.17.
E' sparita da qualche giorno la Madonnina che campeggiava sopra il prospetto principale di Fonte Maggiore, preziosa testimonianza architettonica medievale posta sull'omonima via.Questo è quanto denunciano gli abitanti della zona. L'icona era posta a protezione delle lavandaie e della cittadinanza che usufruivano della fonte.L'opera fu costruita nel 1326 dai fratelli Marabeo e Domenico, mastri forse di origine maceratese ed era il più importante serbatoio d'acqua della città. Intorno ad essa ferveva un incessante vita: infatti gli spazi ben distribuiti in canali, vasche e fontane servivano da abbeveratoio per gli animali, da lavatoio e da rifornimento di acqua.Nel corso dei secoli ha subito numerosi inteventi di restauro. Nel 1404 Francesco Sforza in un lavoro di riorganizzazione delle mura urbiche, la escluse dalla cinta muraria privando i cittadini di una risorsa indispensabile in caso di eventuali assedi. Nel 1695 la fonte fu restaurata da Domenico Antonio Giosafatti di Cingoli che utilizzò sessantacinque piedi di pietra portata dalla sua città. Nel 1735 fu costruita una nuova vasca, a uso di lava panni, “vicino a Fonte Maggiore”. Probabilmente si trattava della vasca costruita al centro dello spiazzo, poi demolita nel XX secolo poichè risulta ancora visibile in una cartolina del 1906.La fonte ha subito altri restauri negli anni Ottanta del Novecento.Attualmente, numerosi interventi di pulizia vengono effettuati ogni anno. La suggestiva cornice medievale fa anche da sfondo ad eventi e festival.
E' successo poco fa, intorno alle 20, in contrada Boschetto, zona Consalvi.La giovane al volante dalle prime attestazioni, non prestava la dovuta attenzione alla strada. Infatti pare fosse distratta dall'utilizzo del cellulare. Complice il buio, la strada scivolosa e la disattenzione, la ragazza, è finita addosso ad un albero.Tanto spavento ma nessuna lesione per la giovane che è stata soccorsa tempestivamente dalla Croce Verde di Macerata insieme ai sanitari del 118.
La comunità settempedana si stringe intorno al dolore che, improvvisamente, ha colpito la famiglia Allegretto per la perdita di Claudio. Molto conosciuto in città, il 56enne Claudio Allegretto è prematuramente scomparso per un malore mentre si trovava a Rimini. Nella città romagnola l'uomo, da tempo separato, aveva intrapreso una nuova relazione con una donna.Forte sgomento per familiari ed amici. La famiglia Allegretto infatti, a San Severino Marche è molto conosciuta per la attività artigianali da sempre portate avanti dai suoi componenti. I genitori di Claudio, Ivano ed Aurora, erano proprietari di una famosissima pasticceria, ed anche il cugino Sandro è un noto fornaio attivo in pieno centro, alle porte di Piazza del Popolo.Claudio lavorava nel settore delle telecomunicazioni. Lascia il figlio Valerio, i genitori e la sorella Marnie.I funerali sono stati celebrati ieri, sabato 13 marzo nella chiesa romanica di San Lorenzo in Doliolo di San Severino Marche.
La visita di Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, prevista per lunedì 14 marzo a Tolentino ha scatenato feroci polemiche tra il popolo arcobaleno.Infatti, com'è noto, Amato è diventato il portavoce di una campagna di informazione sull'ideologia Gender appoggiato da organizzazioni come le Sentinelle in piedi e dai simpatizzanti del Family day.A scatenare le ire delle associazioni Lgbt e delle femministe marchigiane è stato il patrocinio che l'amministrazione comunale, nella figura del sindaco Giuseppe Pezzanesi, ha concesso all'avvocato per questo incontro.Si legge nelle dichiarazioni di Arcigay Marche, della rete Chegender, dell’Osservatorio di genere di Macerata e di Se Non Ora Quando Riviera del Conero: "ci chiediamo come sia possibile che una amministrazione comunale avalli questa campagna che diffonde disinformazione e paura in insegnanti e genitori, e lo fa senza alcun fondamento scientifico, al solo scopo di fomentare sessismo e omofobia». Ancora nel comunicato "è un fatto gravissimo, un vero e proprio avallo della disinformazione".Da parte del popolo arcobaleno inoltre gravi perplessità sulle modalità dell'incontro che, come da prassi, non prevederà una discussione ma sarà incentrato sul pericolo del gender nelle scuole che starebbe per essere introdotto dalla recente riforma. Le nuove norme, fanno sapere, in realtà mirano ad avviare percorsi di educazione alle differenze nel rispetto delle identità di ognuno, oltre ad un progressivo smantellamento degli stereotipi a sfondo sessista.
Il 17 aprile tutti gli italiani saranno chiamati alle urne per votare il referendum per l’abrogazione del comma 17 dell’art. 6, relativo al DdL n. 152 del 3 aprile 2006 sulle normative ambientali. Nello specifico, il comma da abrogare riguarderà le trivellazioni destinate all'estrazione di idrocarburi fossili nei nostri mari promosse da nuove concessioni che la Croazia ha destinato a una serie di multinazionali del petrolio, ENI compresa. Al referendum del 17 aprile, la domanda che verrà posta, è la seguente:"Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.Apponendo la croce su SI (ed in caso di vittoria) verrà fermata l'attività delle trivelle a 12 miglia dalla costa italiana e verrà quindi abrogato l'articolo 6 comma 17 del codice ambientale dove si prevede che le trivellazioni continuino fino ad esaurimento del giacimento. Con il NO verrà mantenuta la normativa attuale. Il quesito riguarderà solo le trivellazioni già in atto entro i 22 km dalla costa italiana. Non riguarderà invece le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore ai 22 km dalla costa.Il referendum è stato sostenuto e voluto fortemente da Basilicata, Campania, Calabria, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto, le regioni più colpite dall'azione delle trivelle. Il quorum da raggiungere affinchè la votazione risulti valida come previsto dall'articolo 75 della costituzione è del 50% più uno degli aventi diritto al voto.Le urne resteranno aperte dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 17/04. Si vota presso il seggio elettorale di appartenenza.Per gli studenti fuori sede che si trovano a Macerata e non possono recarsi nel proprio seggio le indicazioni da seguire per votare sono riportate al sito:https://docs.google.com/forms/d/1ibOKMQ6dcJ1T_hkIuSbTMcGmF8E3h0t2WO3I9LumLnY/viewform?fbzx=-8807653380334449000
Domani, sabato 12 Marzo in molte città italiane si scenderà in piazza contro le scelte interventiste dell'Italia in Libia manifestando davanti alle basi militari italiane o della NATO da cui partono le azioni belliche.Ciò che le manifestazioni vorrebbero ottenere sono la riduzione delle spese militari e la chiusura della basi NATO nel nostro paese. "Gli esportatori di guerra" contro gli altri popoli infatti non ricevono mai conseguenze positive dalle loro azioni, ma anzi ne pagano di negative attraverso la riduzione degli spazi democratici e, sopratutto con forti e pesanti tagli alle spese sociali.Anche a Treia si svolgerà una manifestazione di protesta organizzata dal circolo vegetariano: si tratterà di una “standing meditation” prevista per le ore 19, nei pressi del monumento ai Caduti, in piazza della Repubblica. Con l'occasione si discuterà e si parlerà e con i cittadini ed i vari partecipanti dell'intervento dell'Italia nel conflitto in Libia.Il nostro paese infatti è da poco diventato capofila di una coalizione militare che si appresta ad intervenire, nuovamente, nei territori libici, già devastati nel 2011. L’obiettivo dichiarato dal governo è quello di stabilizzare la Libia, ma è la spartizione delle risorse energetiche tra le multinazionali dei paesi la spinta motrice dell'intervento. "Le guerre sono le vostre ma i morti sono i nostri" dichiara Paolo d'Arpini del Circolo Vegetariano di Treia "chiediamo a gran voce il non interventismo, dobbiamo difendere la democrazia, la pace e la solidarietà tra i popoli". E ancora: "Non dobbiamo scivolare nella palude di una guerra, le armi non sono mai la risposta giusta" sono le parole di Don Ciotti e Don Zanotelli che, assieme ai numerosi movimenti laici pacifisti e non violenti, mettono in guardia e responsabilizzano il governo in merito alle conseguenze di un intervento bellico.A Roma la manifestazione si svolgerà in piazza alle ore 16.00 davanti alla base militare del Comando Operativo Interforze (COI) che ha la responsabilità di coordinare l’intervento militare in Libia (in via Scribonio Curione, zona Cinecittà, metro A Numidio Quadrato). Per infohttps://12marzocontrolaguerra.wordpress.com/circolovegetariano@gmail.comTel. 0733/216293
Esattamente 70 anni fa, le donne italiane si recavano alle urne per le prime elezioni amministrative dopo la caduta del fascismo e le prime a suffragio universale. Era il 10 marzo 1946. Poco più di mezzo secolo fa le nostre nonne svestirono i panni di sole madri e sole mogli imposti dal regime fascista e si recarono a votare. La risposta fu massiva: l'89 per cento di esse si recò a votare e circa 2 mila candidate vennero elette nei consigli comunali, la maggioranza nelle liste di sinistra. Stessa enorme affluenza per il referendum del 2 giugno. Le elette alla Costituente, su 226 candidate, furono 21, pari al 3,7 per cento. Cinque invece le deputate che furono inserite nella “Commissione dei 75”, incaricata di redigere la nuova Costituzione. La lotta per la conquista dei diritti delle donne in Italia si è differenziata molto dai movimenti a carattere femminista e base spiccatamente individualista degli altri paesi.Inutile dilungarsi su quanto questa parità sognata, voluta e difesa sia ancora lontana. Ma le parole di Teresa Mattei, partigiana, la più giovane donna eletta, durante il suo primo intervento all'Assemblea costituente durante la seduta pomeridiana del 18 marzo 1947 sono eloquenti e possono valere tuttora come monito: "Hanno compreso come la nostra esigenza di entrare nella vita nazionale, di entrare in ogni campo di attività che sia fattivo di bene per il nostro Paese, non è l’esigenza di affermare la nostra personalità contrapponendola alla personalità maschile, facendo il solito femminismo che alcuni decenni fa aveva incominciato a muoversi nei vari Paesi d’Europa e del mondo. Noi non vogliamo che le nostre donne si mascolinizzino, non non vogliamo che le donne italiane aspirino ad un’assurda identità con l’uomo. Vogliamo semplicemente che esse abbiano la possibilità di espandere tutte le loro forze, tutte le loro energie, tutta la loro volontà di bene nella ricostruzione democratica del nostro Paese. Per ciò riteniamo che il concetto informatore della lotta che abbiamo condotta per raggiungere la parità dei diritti, debba stare a base della nostra nuova Costituzione, rafforzarla, darle un orientamento sempre più sicuro." Tuttavia, non è sufficiente il diritto di voto alle donne per sbloccare le libertà sociali. Il suffragio universale resterà una pura formalità fin quando le donne dovranno nascondere la loro bravura ed il loro talento, fin quando verrà loro chiesto dalla società di essere "meno". Meno ambiziose o meno competitive di un uomo, per esempio. Ancora oggi, dopo 70 anni le donne devono ancora battersi per elemosinare diritti fondamentali. Si può davvero festeggiare?
Esiste anche in provincia di Macerata un fenomeno sommerso del quale si sa poco o nulla. Sfugge all'attenzione dei più perché vive e ricerca spazi poco frequentati e insospettabili.Ci siamo fatti largo fra annunci sui giornali e siti online per capire un mondo di cui tutti conoscono l'esistenza, ma del quale pochi effettivamente sanno qualcosa più del "sentito dire". Stiamo parlando della prostituzione e del mercato del sesso che sta prendendo nuove vie e sta subendo nuovi sviluppi. È un mondo parallelo, ai limiti della legalità e di dimensioni non quantificabili. Basta poco per accedervi: un giornale di annunci o digitare su Google "prostitute Macerata".Dietro quei numeri, quelle foto e quelle frasi esplicite ci sono delle persone e le loro storie. Lo sfruttamento e la tratta delle donne che da sempre ha caratterizzato il mercato sessuale tradizionale pare stia lasciando spazio a questa nuova forma di prostituzione in casa anche a causa dell'aumento dei controlli nelle strade. Il fenomeno dalla strada si è spostato negli appartamenti privati, quasi sempre presi in affitto, all'interno dei quali il ricambio di ragazze esercitanti è pressoché continuo, solitamente di un paio di mesi ma a volte addirittura di 15-20 giorni.Donne di varie nazionalità, per la maggior parte provenienti dall'Europa dell'Est, dall'America Latina e dall'Asia, offrono a pagamento prestazioni nei loro domicili privati. L'età media è compresa tra i 20 ed i 45 anni.Difficile dire con certezza il perché di questa scelta di vita. Secondo le loro dichiarazioni, di cui non abbiamo certezza di veridicità, è stata la necessità, nient'altro, a spingerle verso quest'opzione professionale. La mancanza di lavoro in primis, che la maggior parte delle persone purtroppo ha sperimentato in prima persona in questi ultimi anni, i debiti da saldare, l'aver perso tutto nel proprio paese in guerra, un familiare malato, le spese quotidiane da sostenere. Questi sono solo alcuni esempi delle motivazioni che spingono alcune di queste donne a vendere il proprio corpo, esempi che tuttavia vanno ricondotti ad un fattore univoco: la crisi economica. Tuttavia non sappiamo se le ragazze ascoltate siano in realtà manipolate o controllate.Il target del cliente medio si aggira intorno ai 40-50 anni, ma non mancano ragazzi anche più giovani (sulla ventina) o anziani, che spesso, incontrano le donne semplicemente per non sentirsi soli e magari per fare due chiacchiere. I prezzi variano a seconda della prestazione offerta ma con una base di partenza che oscilla fra 50 e 100 euro.Il fenomeno, che fino a poco tempo fa com'è noto, era concentrato prevalentemente sulle città costiere (Civitanova Marche e Porto Recanati) si sta spostando anche nell'entroterra: Macerata, San Severino Marche e Passo di Treia, con particolare riguardo alle zone periferiche, Sforzacosta, Villa Potenza, Taccoli e Berta, molto probabilmente per questioni di privacy, essendo queste zone molto meno trafficate rispetto ai centri urbani.Questo dato viene confermato anche dal vice questore Albini, capo della squadra mobile di Macerata. Lo stesso ci ha riferito che il fenomeno, oggi difficilmente controllabile, non costituisce reato in sè, poiché svolto all'interno di abitazioni private. L'illegalità persiste quando questi appartamenti sono gestiti da organizzazioni o singoli che sfruttano il lavoro delle inquiline per trarne lucro personale: in questo caso si configura il reato di sfruttamento della prostituzione. La squadra mobile da anni si impegna in attività di monitoraggio e controllo, ma in assenza di precise e puntuali segnalazioni o operazioni sotto copertura risulta molto difficile intervenire concretamente.