E' sparita da qualche giorno la Madonnina che campeggiava sopra il prospetto principale di Fonte Maggiore, preziosa testimonianza architettonica medievale posta sull'omonima via.
Questo è quanto denunciano gli abitanti della zona. L'icona era posta a protezione delle lavandaie e della cittadinanza che usufruivano della fonte.
L'opera fu costruita nel 1326 dai fratelli Marabeo e Domenico, mastri forse di origine maceratese ed era il più importante serbatoio d'acqua della città. Intorno ad essa ferveva un incessante vita: infatti gli spazi ben distribuiti in canali, vasche e fontane servivano da abbeveratoio per gli animali, da lavatoio e da rifornimento di acqua.
Nel corso dei secoli ha subito numerosi inteventi di restauro. Nel 1404 Francesco Sforza in un lavoro di riorganizzazione delle mura urbiche, la escluse dalla cinta muraria privando i cittadini di una risorsa indispensabile in caso di eventuali assedi. Nel 1695 la fonte fu restaurata da Domenico Antonio Giosafatti di Cingoli che utilizzò sessantacinque piedi di pietra portata dalla sua città. Nel 1735 fu costruita una nuova vasca, a uso di lava panni, “vicino a Fonte Maggiore”. Probabilmente si trattava della vasca costruita al centro dello spiazzo, poi demolita nel XX secolo poichè risulta ancora visibile in una cartolina del 1906.
La fonte ha subito altri restauri negli anni Ottanta del Novecento.
Attualmente, numerosi interventi di pulizia vengono effettuati ogni anno. La suggestiva cornice medievale fa anche da sfondo ad eventi e festival.
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