Far ripartire il motore economico del Paese con una forte l’iniezione di liquidità. Un intervento da 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 già previsti con il decreto Cura Italia, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino a 800mila euro. Le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni.
In seguito alla riunione della Giunta interprovinciale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, il Presidente Renzo Leonori e i Vice Presidenti Enzo Mengoni, Natascia Troli (Ascoli) e Lorenzo Totò (Fermo), si sono espressi in merito ai provvedimenti previsti dal nuovo Decreto Liquidità.
“La garanzia dello Stato al 100% sui prestiti alle piccole imprese fino a 800mila euro è sicuramente una misura straordinaria che l’Unione Europea ha concesso ma non è concepibile che le imprese che avranno necessità di accedere a importi superiori a 25 mila euro, debbano fare in banca la trafila degli ordinari esami di verifica e di sostenibilità economico finanziaria.
Mi domando però se sia rimasto per caso qualcosa di ordinario e normale in queste settimane? Siamo sicuri che questo sia “fare tutto ciò che serve” come ha detto l’ex Presidente della BCE Draghi? Dobbiamo sempre ricordarci e far ricordare a chi forse non vuole o non riesce a vedere la realtà del nostro Paese, che a fronte della garanzia statale c’è l’impegno diretto, personale e patrimoniale, di ogni donna e uomo che fa impresa, a rischio e senza tutela, di contrarre un debito con una banca per tenere in vita, sul mercato, un’attività che dà lavoro e reddito a tantissime famiglie.
Abbiamo forti dubbi in merito al fatto che le banche italiane siano in grado di fare l’analisi del merito di credito per tutte le richieste di prestiti per liquidità per importi sopra i 25 mila euro. Sappiamo che hanno ridotto il personale, sono aperte al minimo con dipendenti a casa in smart working, sono sommerse dalle richieste di sospensione dei mutui e dovrebbero trattare gli anticipi di cassa integrazione e sospensione dal lavoro. E’ forse azzardato parlare di immediata liquidità alle imprese dato che le regole bancarie non sono cambiate con tempistiche inevitabilmente lunghe. Quando le banche saranno in grado di dare risposta forse per le piccole aziende sarà troppo tardi, perché con ogni probabilità i tempi saranno lunghi per rendere operativo il provvedimento e non si riuscirà nei fatti ad accedere al credito.
Confartigianato garantirà il massimo impegno per far sì che ogni impresa possa disporre in breve tempo della liquidità necessaria alla propria sopravvivenza, mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione compresa la preziosa collaborazione del confidi Uni.Co capace di assicurare ossigeno alle piccole e medie imprese del nostro territorio”.
“Una Pasqua solidale con chi ha fatto della solidarietà sociale a favore di minori, anziani e soggetti in situazioni di bisogno uno scopo di vita”
Così il consigliere comunale della Lega e candidato sindaco Andrea Marchiori dopo aver consegnato colombe e uova di cioccolato all’Asilo della Pietà di Macerata insieme a Simone Merlini, responsabile provinciale del Carroccio.
“La pandemia ci ha fatto riscoprire i veri valori, in primo luogo quello della famiglia, una dimensione che da 125 anni l’Asilo della Pietà, oggi con l’Associazione Piombini-Sensini onlus, si impegna a ricreare per tutti quelli a cui viene a mancare – aggiungono Marchiori e Merlini – Uova e colombe vogliono essere un piccolo "dolce tributo” di riconoscenza a chi con dolcezza, misura e capacità professionale, lavora quotidianamente per risolvere problemi strazianti come le conseguenze di maltrattamenti ed abusi sui minori regalando il bene più prezioso: la vita e la fiducia nell’umanità e nel proprio futuro.”
Assitenza scolastica via web per 60 studenti. L'Assessorato ai Servizi educativi e formativi si è attivato per mettere in atto modalità alternative che consentissero a bambini e ragazzi di usufruire del servizio di assistenza scolastica, in collaborazione con la cooperativa Il Faro
"Ringrazio la cooperativa Il Faro per la professionalità e la disponibilità con cui si sono messi subito al lavoro per consentirci di continuare l'erogazione del servizio di assistenza scolastica. Comprendiamo che la modalità della scuola a distanza porti in sé criticità da risolvere per tutte le famiglie, quanto più complesse ove ci siano necessità di apprendimento particolari. Sappiamo bene che l'assistenza scolastica da remoto è ancora in rodaggio e tutto si può certamente migliorare, ma è già un passo fondamentale per garantire quella continuità didattica e relazionale tanto importante per ogni studente" commenta l'assessore ai Servizi educativi formativi Barbara Capponi.
Non tutte le Amministrazioni comunali hanno attivato il servizio cosiddetto on line: ad oggi è stato attivato nei comuni più grandi, mentre nei medio piccoli non è ancora partito ed è incerto se in alcune verrà attivato.
Il funzionamento avviene nel rispetto del decreto: collegandosi da remoto, gli studenti sono in contatto con un operatore che, come avveniva in classe, fornisce un valido supporto alla socializzazione ed all'integrazione. Per poter individuare gli alunni destinatari, si è fatto ricorso alla collaborazione degli istituti scolastici, e l'Ente comunale ha autorizzato la cooperativa Il Faro ad attivarsi di concerto con le famiglie per effettuare il collegamento da remoto, tramite i propri devices e mediante le applicazioni più opportune.
Ad oggi sono circa 60 gli studenti che ne stanno usufruendo, suddivisi fra tutti gli ordini di scuola, dalla primaria alla superiore di secondo grado, oltre ad alcuni bambini della scuola dell'infanzia. Dopo un breve periodo di assestamento, comprensibile per la novità messa in atto, questa modalità di espletare il servizio si sta dimostrando funzionale ed efficace.
Anche all’Area Vasta 3 è arrivata, per il tramite del Comune di Macerata, la meravigliosa dimostrazione di amicizia della città cinese di Taicang nei confronti del territorio maceratese. Si tratta di 6.000 mascherine chirurgiche messe a disposizione per le esigenze dell’Area Vasta 3. La consegna è stata effettuata di persona, al Direttore dell’Area Vasta 3, da Dario Marcolini vice presidente dell’agenzia americana Via Soccer presieduta da Su Sue, società che si è fatta da tramite con l’amministrazione della città cinese.
Un caloroso ringraziamento, anche a nome degli operatori sanitari dell’Area Vasta 3, alla società Via Soccer ma soprattutto ai cittadini e alle famiglie della città di Taicang per la loro vicinanza.
Gli agenti della Polizia Locale della Città di Tolentino hanno donato i loro compensi straordinari per i controlli per il corona virus al comitato locale della Croce Rossa
“Tra tanta sofferenza, un gesto davvero unico che certamente ci dà il buon esempio e ci riempie il cuore di gioia, oltre ad offrire un’ulteriore occasione per riflettere. Eravamo a conoscenza della professionalità e delle doti umane degli agenti del corpo di Polizia Locale della Città di Tolentino – sottolinea il Sindaco Giuseppe Pezzanesi – ma ora abbiamo l’ennesima dimostrazione del loro “buon cuore”.
Infatti da quando siamo in periodo emergenziale a causa del Covid-19, la Polizia Locale ha, sia di giorno che di notte, instancabilmente, effettuato servizi su tutto il territorio comunale di competenza, molti dei quali straordinari, per prevenire e anche sanzionare comportamenti non rispettosi delle disposizioni emanate con lo scopo di contenere il rischio di contagio.
Uomini e donne che, mettendo a repentaglio la propria salute, hanno effettuato controlli sia sulla strada che presso gli esercizi commerciali.
In poco più di un mese sono state controllate 1.357 persone di cui 62 sono state segnalate all’autorità competente (1 anche per reati che nulla avevano a che fare con il Covid-19). Inoltre sono stati controllati 76 esercizi commerciali, anche più volte, tra cui negozi e supermarket, sempre per verificare il rispetto delle norme anti coronavirus. A questi vanno aggiunti i controlli con il sistema OCR e i servizi di controllo sugli autobus urbani ed extraurbani e i controlli presso la Stazione Ferroviaria”.
Coordinati dal Comandante, Commissario David Rocchetti, gli agenti Ispettore Francesco Lancioni, Ispettore Maurizio Domizi, Sov.te Capo Fabio Sciamanna, Sov.te Capo Maria Paola Orizi, Sov.te Capo Stefania Giombetti, Sov.te Capo Simone Santecchia, Sov.te Lucia Leoni, Sov.te Alessio Altieri, Ass.te Giorgio Aringoli, Ass.te Manuela Cencioni,
Agente Claudio Gentile hanno deciso, di loro spontanea volontà di donare i compensi previsti e erogati dallo Stato proprio per effettuate i servizi di controllo, in beneficenza.
Hanno scelto di donare i soldi al comitato locale della Croce Rossa, con l’intento di essere di aiuto ai volontari che, in questo particolare periodo, stanno svolgendo un importante quanto indispensabile servizio a favore di tutta la comunità ed in particolare delle persone malate.
Il Comandante David Rocchetti ha consegnato alla Presidente della Croce Rossa, Comitato di Tolentino, Monica Scalzini, 1.120 euro che ha ringraziato commossa per il gesto.
“Tutti insieme e in maniera unanime e spontanea – precisa Rocchetti – abbiamo deciso di donare i nostri indennizzi straordinari, messi a disposizione, per i controlli sul territorio per contenere la diffusione del Covid-19. È un piccolo gesto che vuole testimoniare il nostra attaccamento alla Città di Tolentino e che vuole essere da esempio per altri che potranno fare altrettanto, aiutando organizzazioni solidali, come la Croce Rossa, che in maniera assolutamente volontaristica è al fianco – del resto come noi – di chi soffre e si trova in difficoltà. Il nostro compito – ricorda il Comandante – è quello di far rispettare le norme e i regolamenti comunali, di prevenire e di aiutare i cittadini, percependone bisogni e necessità e solo come ultima ratio di sanzionare eventuali comportamenti sbagliati. A tal proposito abbiamo scritto al Premier Conte per veder riconosciuto il nostro status di agenti di pubblica sicurezza e per veder valorizzato il nostro operato e di tutti i nostri colleghi italiani.
Noi capiamo che è sempre più difficile stare a casa ma è altrettanto vero che non possiamo vanificare tutto il lavoro fatto finora. Invitiamo ad uscire solo se necessario e a rispettare le semplici regole che non ci fanno rischiare di contagiare e/o di essere contagiati a nostra volta. Se venite fermati per un controllo – raccomanda Rocchetti – non serve innervosirsi o rispondere male. Dovete capire che è un controllo che viene fatto per il bene di tutti e per garantire la salute pubblica. Basta collaborare”.
"Quando lo si prova sulla propria pelle è una cosa che ti lascia il segno ma adesso che sono tornato a casa è come se fossi rinato una seconda volta". E' sempre difficile mettere nero su bianco delle sensazioni tanto intime quanto potenti, frutto di una esperienza logorante sia fisicamente che psicologicamente, come quella della battaglia contro un nemico invisibile chiamato Coronavirus.
Queste parole, con cui ha iniziato il suo racconto, sono di Laerte Tombesi, che di professione fa il Capo Reparto dei Vigili del Fuoco di Macerata, ma che nell'ultimo mese si è trovato ad affrontare una sfida molto personale, specie per lui che nel suo lavoro è abituato ad aiutare il prossimo e per farlo è disposto ad affrontare tanti pericoli: "In 20 giorni passati all'ospedale di Civitanova sono stato in tre reparti diversi dove soprattutto all'inizio ci si trova disorientati tanto da non rendersi conto nemmeno di che ora o di che giorno sia". Nonostante ciò però Laerte non è stato solo e questo ci tiene a ricordarlo: "Detto questo voglio rivolgere dal profondo del cuore un grande ringraziamento ai medici, infermieri e Oss dei reparti di rianimazione, medicina d'urgenza e chirurgia pneumologia perché sono stati fantastici, sempre presenti e pronti ad aiutare e sono stati fondamentali per me perché ero li da solo ma loro si sono dimostrati eccezionali sia umanamente che professionalmente"
Tutti hanno una parte in questo stato di emergenza e lo stare in casa più che un obbligo governativo deve essere un dovere morale verso chi, tutti i giorni, continua a garantire sicurezza e servizi: "E stata un'esperienza dura da affrontare a livello psicologico oltre che fisico - spiega Laerte - per questo che mi sento di invitare tutti a rispettare le regole e fare la propria parte in questa battaglia contro il Covid-19 perché ne va soprattutto della salute di chi lavora e non può fare a meno di farlo come noi Vigili del Fuoco ma mi riferisco anche agli operatori sanitari che combattono in prima linea e a chi lavoro nei negozi di alimentati e supermercati".
Il racconto del Vigile del Fuoco descrive in maniera molto chiara l'azione subdola del Coronavirus che si presenta all'inizio con una semplice febbre bassa: "Circa un mese fa appena tornato dal mio turno di lavoro ho avuto una febbre che, ad essere sincero, ancora non mi sono chiare le cause su come l'abbia potuta prendere - dichiara - la febbre per una settimana si è sempre tenuta bassa e sono stato costantemente monitorato dal mio medico di famiglia che mi ha consigliato comunque di rimanere a casa"
Una settimana di malattia quasi "normale" ma che poi precipita: "Passata questa fase mi sono poi sentito che oltre alla febbre avevo anche un po’ in affanno a livello respiratorio e così ho chiamato direttamente il 118 che mi hanno subito trasferito al reparto di rianimazione dell'Ospedale di Civitanova Marche - e da lì inizia il duro "viaggio" nei reparti del nosocomio civitanovese - i miei ricordi dopo questo evento iniziano a farsi un po’ sfocati perché quella stessa notte mi hanno intubato, probabilmente per una crisi respiratoria che ho avuto, e poi mi sono risvegliato con una particolare maschera addosso che ho dovuto portare per diversi giorni"
Primi giorni duri dove Laerte fa anche fatica a tenere il conto dei giorni: "Il dispositivo che avevo era molto complicato da portare tanto che facevo fatica anche ad addormentarmi e poi ero in una stanza buia dove il più delle volte mi sentivo disorientato e non avevo cognizione nemmeno del tempo che passava"
Questo è il principio di una vera e propria battaglia che però Laerte riesce a portare avanti con fermezza, riuscendo quindi a migliorare ogni giorno: "Dopo aver portato questa maschera me ne hanno messa un altra decisamente più sopportabile e mi hanno trasferito al reparto di medicina d'urgenza dove sono rimasto per alcuni giorni e lì ho condiviso la stanza insieme ad altri 2 malati di Covid sempre debitamente distanziati ovviamente - e prosegue -. Le mie condizioni stavano migliorando di giorno in giorno e così successivamente sono stato trasferito al reparto di chirurgia pneumologia dove mi hanno ridotto man mano l'ossigeno fino a togliermelo definitivamente".
Una storia, almeno clinicamente parlando, a lieto fine, ora però il Vigile del Fuoco Laerte Tombesi dovrà comunque continuare a tenere duro ma stavolta potrà farlo da casa: "Dopo tre giorni in cui ho respirato autonomamente e dopo aver sostenuto tutti gli esami del caso i medici hanno deciso di mandarmi a casa - e aggiunge -. Ora dovrò fare 14 giorni di isolamento domiciliare e poi mi sottoporrò al test del tampone per verificare se questo Coronavirus se ne è andato o no".
L'arcivescovo Francesco Massara dell'Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e Amministratore della diocesi Fabriano-Matelica ha elaborato un messaggio destinato ai fedeli, che vivranno le festività pasquali in quarantena presso le proprie abitazione a causa dell'emergenza coronavirus.
"Carissimi fratelli e sorelle,
desidero raggiungerVi con questo mio messaggio pasquale in un momento nel quale la nostra vita ordinaria è stata invasa e stravolta dalla straordinarietà della quarantena imposta a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.
Vorrei riflettere con voi sulle parole che il giorno di Pasqua, attraverso i mezzi di comunicazione e insieme ai nostri familiari, avremo modo di ascoltare con la proclamazione del Vangelo di Matteo:
«Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto» (Mt. 28, 5-6).
È come se anche le parole del Vangelo volessero associare le nostre paure alla paura di quelle donne che, di buon mattino nel giorno dopo il sabato, vanno al sepolcro e si trovano sconvolte per quel che vedono: la tomba vuota! Non basta quanto hanno vissuto durante la passione del venerdì? Sembra che le loro angosce non siano cessate: non era già sufficiente uccidere Gesù sulla croce? Era necessario ora trafugare il suo corpo? Dal cuore di queste donne nasce e si sviluppa un susseguirsi di paure che, in qualche modo, stiamo vivendo e percependo anche noi in questi giorni.
Gli scienziati dicono che una delle reazioni più tipiche registrate in questi casi di pandemia è proprio quella di sperimentare la paura, un’emozione primaria e fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza: se non la provassimo non riusciremmo a metterci in salvo dai pericoli che incontriamo nella vita.
Abbiamo paura del contagio, di ammalarci e di contagiare i nostri cari, paura di un ricovero forzato, paura di morire e di rimanere soli, paura di perdere affetti importanti e di non poterli salutare, paura di non avere da mangiare, di non poter uscire, di perdere il posto di lavoro, paura di non poter tornare alla vita di sempre, paura su paura. Tutte queste angosce si sono aggiunte a quelle che ci accompagnano ordinariamente: paura del disastro ambientale, dei terremoti, degli esperimenti genetici in laboratorio, paura del vicino, del diverso, paura dell’immigrato e del povero, paura del terrorismo e della guerra, paura su paura.
Seppur scoraggiati da queste paure, Vi chiedo di ascoltare la risposta dell’angelo alle donne spaventate: «Non abbiate paura».
L’angelo accanto al sepolcro vuoto sembra non parlare più soltanto alle mirofore, cioè alle donne che portano gli unguenti per la sepoltura, ma parla a me e a te. «Francesco, non avere paura!».
Questo invito a non temere percorre tutta la storia biblica. Nella Scrittura, infatti, questa parola è rivolta da Dio a tantissimi testimoni: da Abramo nostro padre nella fede, a Mosè chiamato a guidare il popolo nel deserto; da Giuseppe sposo di Maria, alla stessa Maria, Madre di Gesù e nostra; fino a Pietro, timoroso e incerto sulle acque.
Così, oggi, questo invito divino raggiunge, con la sua consolazione e speranza, anche me e te: «non avere paura, fratello, sorella: coraggio, non temere!».
L’angelo invita i credenti a non lasciarsi traviare dai timori e dai dubbi di fronte alla tomba vuota, a superare i limiti della morte di Gesù. Un invito a pensare a Lui in un modo diverso e completamente nuovo che richiede di reimpostare il rapporto con Lui. Un po’ come le nuove modalità di rapporto che abbiamo dovuto inventarci, con fantasia e intraprendenza, in questo tempo di forzato isolamento sociale.
Il Papa, venerdì scorso 27 marzo, durante il discorso che precedeva la Benedizione Urbi et Orbi così ha pregato: «Signore tu ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi […]. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita».
L’invito dell’angelo a vedere non indica soltanto un guardare che si interroga, che cerca una risposta ma è ancora immerso nel dubbio e nella titubanza; è un vedere trasfigurato, contemplativo, capace di trascendere i limiti della paura e dell’apparenza, in grado di cogliere ciò che sta al di là, oltre la paura, oltre la tomba vuota. Vedere è il verbo proprio della fede, infatti vedere oltre significa avere fede.
Finalmente, l’angelo rivela il segreto, l’arcano mistero che dona gioia e stupore a questa Domenica di Risurrezione, l’Ottavo giorno senza tramonto. Allora, non bastano più le logiche umane, un toccare e un vedere limitati dalle paure, ma deve immettersi nel nostro oggi la novità che trasfigura il nostro dolore e la nostra angoscia poiché Gesù “è stato risuscitato”. L’evangelista Matteo usa volutamente un passivo teologico perché vuole lasciar intendere che la risurrezione è un’azione esclusiva di Dio, scaturita dalla Sua potenza e grazia. Se la tomba è vuota è opera di Dio.
Per vedere e comprendere tutto questo, dobbiamo passare dal ragionamento alla fede, dal calcolo all’abbandono totale nelle mani del Creatore.
Vorrei concludere con l’invito che Papa Francesco ha rivolto a tutto il mondo: “Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza”.
Questo è il messaggio pieno di fiducia che desidero parteciparVi in questa Pasqua invitandoVi a non avere paura e ad alimentare uno sguardo di fede capace di aprirsi alla speranza di una vita nuova che rinasce dalla croce. E questo, nell’attesa di poterci nuovamente abbracciare, di condividere il dolore delle molte perdite di vite umane e di tornare a rallegrarci in Lui con nuovi stili di vita e un rinnovato rispetto verso noi stessi, la natura, i rapporti sociali ed economici.
A Voi tutti e alle Vostre famiglie, un augurio affettuoso di una santa Pasqua di speranza e di Risurrezione".
Nella prima mattinata di oggi 9 aprile il Vescovo della Diocesi di Macerata Tolentino Recanati Cingoli e Treia Mons. Nazzareno Marconi, alla presenza del Direttore dell’Area Vasta 3, dottor Alessandro Maccioni, e di una piccola rappresentanza di operatori sanitari, ha impartito la benedizione al nuovo reparto di medicina Covid presso la palazzina ex malattie infettive della struttura ospedaliera di Macerata.
L’edificio, separato dal corpo centrale dell’Ospedale, ha la capacità di ricovero di 45 posti letto ed è pronto ad accogliere, già da oggi, malati Covid che non necessitano di terapia intensiva.
"Si ringraziano il Vescovo Monsignor Marconi per la benedizione impartita in questa particolare giornata di Giovedì Santo e tutti i dipendenti dell’AV3 e delle ditte private che hanno lavorato incessantemente in questi giorni affinchè i tempi di consegna del Reparto venissero rispettati" - ha affermato il direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni..
Un minuto di silenzio e raccoglimento per ricordare le vittime del Covid-19. Si è aperta così l’ultima seduta del Consiglio comunale di San Severino Marche che, a causa dell’emergenza in corso, si è tenuta in via telematica con assessori e consiglieri collegati da casa.
La registrazione della seduta è stata poi resa disponibile sulla piattaforma https://transcripts.gotomeeting.com/?utm_source=recordingReadyNotification&utm_medium=email#/s/f73acb5aac0f6449da9f92c63e6d800426b2a0e9ce699ffffd3f47f030204b69
Il sindaco, Rosa Piermattei, ha introdotto il suo intervento con un nuovo appello: “Vorrei approfittare di questa occasione, anche in questa sede istituzionale, per ricordare quanto sia necessario, oggi più che mai, stare a casa, evitando uscite inutili e, soprattutto, ogni forma di assembramento. Usciremo da questa situazione, sono certa che ce la faremo, ma tutti insieme dobbiamo continuare a seguire le raccomandazioni degli esperti per evitare il più possibile ogni possibile forma di contagio. L’emergenza che stiamo vivendo è un’emergenza mondiale che ha fatto migliaia e migliaia di vittime e che, solo nella nostra città, ha visto già piangere due persone in una stessa famiglia”.
Poi, subito dopo il minuto di raccoglimento, sempre dalle parole del primo cittadino è arrivato un “simbolico abbraccio anche ai familiari dei malati, a chi sta lottando in ospedale e a chi, sempre in ospedale, sta lavorando in trincea e in prima linea cercando di salvare vite umane e mettendosi a disposizione, ogni giorno, della nostra collettività. Con loro - ha proseguito il sindaco Piermattei - vorrei ringraziare i medici di famiglia, i tanti volontari, le forze dell’ordine”.
Poi la conta dei numeri: a San Severino Marche sono 17 i casi positivi al Covid-19, tra questi diversi pazienti che restano ricoverati in ospedale, e altre 15 le persone seguite in assistenza sanitaria domiciliare dall’Asur.
Già iniziata la distribuzione dei buoni spesa. Ne hanno fatto domanda un centinaio di persone mentre sono 14 le imprese che hanno accolto l’invito del Comune al ricevimento degli stessi. Il Comune di San Severino Marche ha anche attivato un fondo di solidarietà dove tutti potranno fare donazioni a sostegno delle famiglie settempedane. Le donazioni potranno essere versate del conto corrente bancario intestato a Comune di San Severino Marche IBAN: IT 28 C 03111 69150 000000007432 UBI BANCA SPA – Filiale di San Severino Marche – indicando come causale del versamento “Fondo di Solidarietà Comune San Severino M. – Emergenza Covid-19”.
Una macchina asciugatrice in dono agli anziani ospiti della Casa di riposo “Lazzarelli” di San Severino Marche da parte del gruppo comunale di Protezione Civile.
La speciale consegna è stata effettuata dal coordinatore dei volontari, Dino Marinelli, alla presenza del sindaco, Rosa Piermattei, che è a capo della Protezione Civile cittadina. A ricevere i prezioso materiale la presidente della Casa di riposo, Teresa Traversa, la direttrice, Laura Taccari, e il coordinaotre, Mauro Marcantonelli.
"Ho sempre un dispiacere forte nel mio cuore da quel maledetto ottobre 2016, ma oggi compio 86 anni e li dedico alla mia amata e bellissima terra, alla mia Vallestretta di Ussita e oggi ancora di più con l'emergenza nell'emergenza per quei paesi cancellati dal terremoto. Ma noi ussitani siamo forti, sapremo far rinascere quei territori. Forza Ussita, forza Visso da Roma un forte abbraccio".
È il messaggio di Santino Nori fatto stamane festeggiando il suo ottantaseiesimo compleanno. Santino, a causa del sisma che glia ha reso inagibile l’abitazione, si è dovuto trasferire dai suoi familiari a Roma, ma il pensiero torna sempre alla sua terra.
Ad un’infinita emergenza, quella del terremoto, purtroppo se n’è aggiunta un’altra quella della pandemia del Covid-19. E per le terre martoriate dal terremoto del 2016 l’auspicata luce in fondo al tunnel sembra sempre più lontana.
Il Sabato Santo, 11 aprile, su Rai1 alle ore 15, verrà proiettato il film documentario su san Giovanni Battista intitolato "Il Precursore", realizzato dalla Fondazione vaticana S. Giovanni XXIII, Officina della Comunicazione e Vatican Media nel quadro della collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.
Il film, ambientato interamente nel territorio della Regione Marche – molte scene nel territorio di Cingoli – grazie anche al supporto della Fondazione Marche Cultura-Film Commission.
L’approfondimento degli aspetti biblici e storici sono affidati ad autorevoli esperti tra i quali il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e il vescovo Nazzareno Marconi, biblista.
Si chiama “Tutti in cucina” - e sono lezioni di cucina on line sulla pagina Facebook dell’Istituto.
In video ci sono gli studenti che, ciascuno dalla cucina di casa propria, hanno deciso di alleviare il disagio dello stare obbligatoriamente a casa, mostrando la preparazione di decine di piatti. Non parliamo esclusivamente di ricette ricercate o preziose, ma anche di piatti semplici, basati su ingredienti che tutti abbiamo a casa. È il modo che l’Istituto Alberghiero Varnelli di Cingoli ha scelto per testimoniare la propria vicinanza al territorio e per dare un piccolo contributo per vivere tutti meglio la situazione d’emergenza causata dal coronavirus. “Il nostro istituto non rinuncia né al suo compito educativo, anche in un periodo così difficile per tutti,– ha constatato la dirigente Maria Rosella Bitti - garantendo lo svolgimento delle attività con un’efficiente didattica a distanza, né al suo rapporto con il territorio, con la gente, con le migliaia di persone da sempre interessate e coinvolte nelle iniziative dell’Istituto.”
E lo fa continuando con la sua missione di testimone e protagonista della cultura gastronomica regionale. Per rendere un po’ più dolce la permanenza forzata nelle abitazioni, infatti, gli studenti della scuola hanno pensato di entrare nelle case di tutti , producendo brevi filmati sulla preparazione di ricette e pietanze, elaborate esclusivamente dagli studenti. Nei video, che hanno come protagonisti alimenti sia poveri che ricercati, vengono proposte ricette della tradizione regionale e nazionale, ma anche piatti delle più moderne tendenze gastronomiche. I filmati si rivolgono alle famiglie, alle mamme, alle zie, a chi ha più tempo a disposizione da dedicare ai fornelli perché impossibilitato a uscire per lavoro. Tutto il progetto si svolge in modo spontaneo, immediato, sincero, utilizzando tecnologie quotidiane alla portata di tutti, tenendo, così, salda la compattezza della comunità educante e allo stesso tempo abbracciando quanti vorranno distrarsi piacevolmente, per esorcizzare la drammaticità di questi giorni.
I video sono disponibili all’indirizzo https://www.facebook.com/watch/alberghierocingoli/545263916375121
“L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che il cibo – ha ribadito la Dirigente - ha un forte valore simbolico, relazionale per la sua capacità di costruire legami sociali e rinsaldare i legami affettivi, favorendo dialogo e il piacere di stare insieme. In questo momento di isolamento sociale esprime e risponde ancora di più al bisogno di socialità e di amicizia di ciascuno di noi. Vogliamo sottolineare la profonda valenza positiva del cibo, che è gioia, condivisione, amicizia, e quindi il contributo che di fronte a questa emergenza senza precedenti possono dare i nostri studenti nel creare un clima di fiducia e positività.”
“ E’ sempre bello ed entusiasmante vedere i nostri studenti mettersi in gioco per farci sentire tutti più vicini “– ha detto il professor Bruno Spaccia che ha curato principalmente l’iniziativa, docente di Enogastronomia con una straordinaria carica di umanità. Non dobbiamo lasciarci travolgere dalla situazione drammatica, ma dobbiamo cercare il positivo in ogni cosa: siamo costretti a casa, ebbene approfittiamo di questo isolamento fisico per dedicarci alla buona cucina e quindi “TUTTI IN CUCINA”.
Riscontrati 19 casi di positività al Covid-19 presso la struttura per anziani Ircer Assunta di Recanati.
Presso la stessa Fondazione nelle giornate di sabato e lunedì sono stati eseguiti gli esami del tampone sia al personale che opera nella struttura sia agli ospiti presenti. Nel primo pomeriggio dello scorso 7 aprile è giunta una telefonata da un medico di base che informava la Fondazione Ircer della positività di un suo paziente.
La Direzione della Fondazione già dalla mattinata dello stesso 7 aprile aveva richiesto l’esito dei tamponi al fine di poter attuare tempestivamente le ulteriori attività e misure di contenimento dell’infezione, così come prevedono i protocolli sanitari.
Soltanto nel tardo pomeriggio inoltrato, la Fondazione ha avuto l’esito dei tamponi per tutti gli operatori in Ircer e una parte degli ospiti. I risultati dei restanti tamponi sono stati ricevuti nella mattina dell’8 aprile. Ci sono 17 ospiti positivi Covid 19 nella struttura Ircer e 2 operatori, il cui esito del tampone ha dato positività al coronavirus.
“Appresa la completa mappatura sanitaria, la Fondazione ha prontamente messo in atto nuove misure di contenimento dell’infezione e di gestione dei casi risultati positivi Covid 19, nel rispetto dei protocolli sanitari previsti”, fa saper il presidente della Fondazione Ircer il dottor Giacomo Camilletti.
Assicuro che , nonostante le criticità, la fondazione sta gestendo con i massimi sforzi e continua a mettere in campo risorse al fine di gestire nel miglior modo possibile tale emergenza sanitaria.
Ci siamo già attivata per potenziare l’attuale forza lavoro in ambito sanitario ed abbiamo fatto pertanto richiesta all’Asur Marche di poter attingere nella lista del personale infermieristico.
L’Asur Marche, ha prontamente recepito la richiesta attivandosi anche attraverso l’interessamento del direttore del Distretto Sanitario di Civitanova Marche “.
“La Direzione della Fondazione per la ricerca di nuovo personale infermieristico – continua Camilletti - ha contattato anche gli Ordini Professionali e la Protezione Civile, a tal proposito si rende noto che nel sito istituzionale Ircer si potrà prendere visione del bando di manifestazione di interesse per l’assunzione di personale infermieristico.
Ad oggi nessun riscontro, in ogni caso si continua la ricerca per il potenziamento della parte infermieristica visto anche la presenza di questi casi Covid19 positivi.
L’Ircer coglie ancora una volta l’occasione per ringraziare tutti gli operatori che ogni giorno prestano con dedizione e professionalità la loro attività lavorativa nella struttura e ringrazia anche il Sindaco per la vicinanza dimostrata nonché per la sua fattiva collaborazione”.
Il Gores ha trasmesso le schede relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 96 sui 662 analizzati. I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 4955 su un totale di 18.194 campioni testati.
Si registra una sostanziale stabilità nel rapporto tra tamponi effettuati e casi di positività riscontrati, rispetto alla giornata di ieri quando su 913 tamponi i nuovi casi di positività al Coronavirus erano stati 149. Il computo totale dei positivi rispetto ai tamponi analizzati è del 27,23, trend anch'esso stabile.
Ecco nel dettaglio le tabelle pubblicate dal Gores:
Queste alcune delle proposte del Gruppo “Per Matelica” all’Amministrazione comunale.
I consiglieri: “Ci aspettiamo risposte concrete ed immediate, senza ingerenze politiche e polemiche sterili”
In questo momento particolarmente delicato abbiamo provato con profondo senso istituzionale a deporre “le armi di guerra” politica e amministrativa e abbiamo dato la nostra massima disponibilità a collaborare per il bene della città. Abbiamo richiesto la convocazione urgente della commissione Sanità e Servizi Sociali per discutere di una nostra proposta rivolta in particolar modo alle famiglie in difficoltà, alle piccole imprese, micro impresa, attività commerciali, ricettive e di ristorazione, artigiani e liberi professionisti che in questi mesi sono messi a dura prova. Abbiamo presentato in veste ufficiale una proposta dettagliata su possibili risparmi da parte dell’amministrazione comunale, risparmi per attività che purtroppo al momento sono sospese liberando risorse che possano essere reinvestite per l’immediata necessità e per la ripartenza. La proposta che il gruppo di “Per Matelica” ha posto all’attenzione del Sindaco, dell’assessore Procaccini e della Commissione Sanità e Servizi Sociali sarà valutata nel dettaglio anche da una prossima commissione consiliare dedicata al Bilancio, ci auguriamo che venga analizzata nello specifico senza ingerenze politiche ma solo tecnicamente, la città e i cittadini si aspettano azioni concrete, decisioni immediate, speranza per il futuro e sostegno delle istituzioni.
Non possiamo permetterci un’apatia istituzionale come quella attuale, non possiamo perdere oltre 40 giorni per comprare mascherine da donare alla cittadinanza, lo abbiamo chiesto ma non verrà fatto, ogni cittadino si deve comprare la propria mascherina. Non possiamo abbandonare gli operatori e i degenti e tutti i fruitori del nostro Ospedale senza fornire loro solidarietà, assistenza e vicinanza lasciando tutto questo solo ai volontari. Abbiamo richiesto in commissione una particolare attenzione alla struttura e la fornitura di tutti i presidi necessari per una maggiore tranquillità del personale medico, paramedico e dei degenti. L’Amministrazione comunale giustamente si fa promotrice di tutte le raccomandazioni ministeriali, invitando i cittadini matelicesi ad uscire il meno possibile e convoca la commissione consiliare in presenza, e non in modalità telematica, pur avendolo esplicitamente richiesto ci hanno risposto che non si è pronti, dopo oltre un mese il comune di Matelica non si è ancora dotato di un sistema di comunicazione video per le riunioni e ce ne sono moltissimi anche gratuiti. La nostra idea è quella di creare un fondo straordinario nel bilancio comunale dove far confluire, al netto di possibili perdite economiche come minor incasso di multe o rette, i fondi delle economie di questi mesi, minor spesa di riscaldamento di scuole e di strutture sportive, rimodulare i finanziamenti per le attività sportive sospese, e i finanziamenti annuali per la gestione di strutture comunali che hanno purtroppo interrotto il servizio attuando una solidarietà verso chi è in sofferenza. Nel fondo potrebbero trovare spazio anche una parte dei finanziamenti inizialmente previsti per manifestazioni culturali e sportive e di spettacolo dal vivo che purtroppo non si potranno effettuare a causa dell’emergenza sanitaria e riconvertirli in aiuti per settore sport e cultura in termini di sostegno a coloro i quali erano impegnati in suddette attività ma anche ai lavoratori dei settori dell'indotto che essi generavano. Purtroppo ora abbiamo visto solo pressapochismo, gravi mancanze, opportunismo politico e atteggiamenti alquanto imbarazzanti da parte dell’amministrazione comunale, questa emergenza ha portato a galla le grandi lacune dei rappresentanti di “Matelica Futura” evidenziando ancora una volta l’incapacità amministrativa di un gruppo politico. Non possiamo permetterci di perdere tempo, la comunità ha bisogno di risposte concrete, immediate, tutti dobbiamo fare la nostra parte, tutti stiamo rinunciando a qualcosa, tutti stiamo facendo sacrifici, tutti dobbiamo dare una mano, amministratori, cittadini, associazioni, imprenditori, per ripartire più forti di prima.
Ci auguriamo che il nostro contributo sia preso in seria considerazione e che vengano inserite nel prossimo bilancio le misure economiche e sociali necessarie per la città.
Ricorrono oggi, 9 aprile, i 699 anni dalla morte a Thane, in India, del frate minore francescano Tommaso da Tolentino. Per celebrare la ricorrenza proponiamo l'articolo scritto dal prof. Paolo Cicconofri, autore insieme a Carlo Vurachi e con la partecipazione fattiva di Franco Casadidio, del libro "Tommaso da Tolentino, storia di un francescano".
Si tratta della presentazione sintetica di quanto sarà contenuto nel libro che sarà pubblicato tra il prossimo autunno e l'inizio dell'inverno, dedicato alla figura del "Beato Tommaso".
In preparazione delle manifestazioni per celebrare i 700 anni nel 2021, nascerà a Tolentino un comitato che si occuperà di farsi promotore delle iniziative che porteranno alla celebrazione di questa particolare ricorrenza.
Di seguito l'articolo integrale a firma del prof. Paolo Cicconofri:
"È l'alba del 9 aprile del 1321. A Thane, in India, si conclude con il martirio l'avventura terrena del Frate Minore Tommaso da Tolentino.
Ed è davvero un'avventura la sua vita, perché il martirio pone fine a un'esistenza intensa e attiva come poche, da Francescano rigoroso e coerente in anni complessi e terribili; gli anni di Filippo IV il bello, di Celestino V, di Bonifacio VIII, dello scioglimento dell’Ordine dei Templari, della fine dei regni crociati in Terra Santa, di Giovanni XXII (quello de Il nome della rosa) per citare solo alcuni dei protagonisti e degli eventi.
Tommaso compare nella storia nel 1273, mentre si sta preparando il secondo Concilio di Lione, indetto dal Papa Gregorio X per il maggio 1274, quando giovane frate diciottenne si schiera in difesa della povertà assoluta nell'aspro confronto teologico e dottrinale che attraversa la Chiesa di Roma e l'ordine dei Frati Minori.
Confronto che poi nelle Marche diventa scontro anche per la presenza tra i rigoristi di frati prestigiosi come, Corrado da Offida, Pietro da Treia e Pietro da Fossombrone, il futuro Angelo Clareno.
Terminato il Concilio egli, insieme ad alcuni confratelli, resta fermo nelle sue opinioni e, mostrando grande “zelo per l’altissima povertà” e per la Regola che proviene da Cristo, a differenza degli altri frati, applica con rigore anche ciò che San Francesco aveva prescritto nel suo Testamento. Tommaso paga questa sua coerenza: i suoi confratelli lo condannano e lo imprigionano una prima volta per alcuni mesi nel 1275, poi, nel 1280, a vita, quasi sicuramente nei sotterranei del Convento di Forano di Appignano.
Dieci anni il nuovo Ministro Generale dei Frati Minori, Raimondo Gauffridi, dopo una diligente inchiesta, esprime il suo biasimo per i superiori della Provincia Marchigiana e lo fa liberare insieme a tutti i condannati, dicendo: «Volesse il cielo che noi tutti e tutto l’ordine fossimo considerati colpevoli di questo delitto!».
Tommaso parte missionario - siamo nel 1290 - con altri Francescani per il Regno di Cilicia, munito di lettere per il Re Aitone II.
Questi, che ammira i Francescani fino a vestirne l'abito, ne verifica il valore e la fedeltà alla Regola e nel 1292 gli affida importanti missioni diplomatiche presso il Papa e presso i Re di Francia e di Inghilterra.
Nel 1303 dalla Cilicia Tommaso si sposta a Tabriz, capitale della Tartaria persiana. Di lì torna in Europa nel 1307 e porta a Poitiers, sede papale di Clemente V, le lettere inviate in Europa dal Vescovo Francescano di Pechino Giovanni da Montecorvino.
Svolge la sua attività di Missionario in Persia fino al dicembre del 1320, quando parte alla volta della Cina, per raggiungere il suo Vescovo.
La morte, cui va incontro insieme ai suoi tre compagni - Jacopo da Padova, Demetrio da Tbilisi e Pietro da Siena - interrompe tragicamente quest'ultimo viaggio.
Qualche anno dopo Odorico da Pordenone ne trasla in Cina i resti e, inserendo nella sua Relatio il lungo racconto dei "Martiri di Tana" e dei miracoli da loro compiuti di cui è testimone, ne assicura una fama che durerà nei secoli.
Probabilmente nel 1350, il mercante pisano Giovannino di Ugolino da Pisa entra in possesso di una reliquia di Tommaso e la porta con sè in Italia. Tra la fine degli anni’50 e gli anni ’60 del trecento, la reliquia viene poi fatta arrivare a Tolentino dove verrà conservata nella Chiesa del convento di San Francesco quello in cui il giovane Tommaso si era formato ed era diventato Frate.
Nella chiesa gli viene dedicata una cappella dove verrà conservato, prima in un Reliquiario dorato in legno, poi dal 1725 in un reliquiario d’argento, il capo del Beato Tommaso.
Dal 1816 la reliquia verrà conservata nella Basilica Cattedrale di San Catervo.
La gloria del martirio e la reliquia favoriscono la nascita di una precoce tradizione iconografica, di una memoria ininterrotta e di un culto spontaneo, che viene sancito nel 1894 dalla beatificazione di Tommaso con decreto di Papa Leone XIII.
Vent'anni dopo, nel 1914, il culto del Beato Tommaso viene inserito alla data del 9 di aprile nel calendario liturgico della Diocesi di Tolentino e nei calendari liturgici dell'Arcidiocesi di Goa e della Diocesi di Damão in India, dove la memoria dei quattro Frati Minori era sopravvissuta per secoli e dove una chiesa era stata fondata nel luogo dove i martiri erano stati processati e dove l'11 aprile era stato ucciso il giovane frate Pietro da Siena.
Tra Tolentino e la lontana città di Thane si stabilisce così un legame, che, reso più forte dalla comune presenza di reliquie del Beato, si manifesta con la visita, nel 1964, del Vescovo di Macerata e Tolentino a Thane nei luoghi del martirio, e, nel novembre del 1965, con il pellegrinaggio dei Vescovi Indiani guidati dall’Arcivescovo di Bombay Cardinale Gracias, a Tolentino.
Oggi, a un anno dal compimento del settimo centenario del 9 aprile 1321, è pronto per le stampe un libro - Tommaso da Tolentino, storia di un francescano - in cui gli autori, Paolo Cicconofri e Carlo Vurachi, con la partecipazione fattiva di Franco Casadidio, ripercorrono la vicenda terrena di Tommaso e ricostruiscono la storia della memoria e del culto tra Italia e India, con l’augurio che il ricordo della tenace determinazione di questo santo concittadino sia di aiuto ai Tolentinati per superare le difficoltà del presente".
Sappiamo che questa non sarà una Pasqua come quelle a cui siamo abituati, con i ritrovi tra famiglie e amici, con i pic nic sui prati o a bordo lago. Anche questa settimana, di norma scandita da tanti momenti di condivisione, con le ritualità consolidate, con le celebrazioni storicamente molto sentite e partecipate, sarà molto diversa, perché lo richiede la responsabilità comune, verso sé e verso gli altri e la salvaguardia della nostra salute.
Nondimeno intendiamo invitare bambine e bambini, con il supporto di genitori o familiari, a volere colorare la nostra città, partecipando a un’iniziativa comune con la realizzazione di “pacifici e pacifiche”, così come illustrato nella locandina che alleghiamo, ritagliando la sagoma di cartonato dopo averla scaricata dal seguente link: https://urly.it/34aqv
La parola Pace, sempre poco presente rispetto al suo opposto “Guerra”, soprattutto in questi giorni, è una parola spesso nascosta e invisibile. La Pace lavora in silenzio, giorno dopo giorno, passo dopo passo, si insedia poco per volta nelle piccole azioni quotidiane.
Per far sì che la riflessione sulla Pace cresca e si diffonda, in vista della prossima Pasqua, con semplicità e mitezza, proponiamo di giocare a costruire queste figure.
I pacifici e le pacifiche sono sagome di cartone da colorare come si vuole, a pennarello, tempera o acquerello, da corredare di capelli, vestiti, accessori, anche usando con materiali di riciclo. Si potranno sistemare sui propri balconi o nei giardini della propria casa o alle finestre, per ri-costruire una “carovana di Pacifici e Pacifiche”, appena possibile, con una bella iniziativa gioiosa e colorata quando la situazione lo permetterà, nella piazza centrale della nostra Città. Per aderire all’iniziativa, dopo aver realizzato e posizionato il pacifico o la pacifica - anche più di un - su un davanzale, un balcone, il giardino o l'ingresso di casa, scattare una foto e inviarla, con l'aiuto di un familiare, all'indirizzo paola.nicolini@comune.recanati.mc.it inserendo anche un pensiero. I pacifici e le pacifiche che saranno così ricevuti andranno a formare un gruppo, con la missione di salvaguardare il nostro benessere, e saranno pubblicati per la giornata di Pasqua.
“L’idea dei Pacifici è del giocattolaio ravennate Roberto Papetti” – commenta la Prof.ssa Paola Nicolini, Assessora alla Città delle bambine e dei bambini nel Comune di Recanati - che li ha pensati come stimolo all’educazione alla pace, come spunto per parlare con i più piccoli. Abbiamo ritenuto che il tempo di Pasqua sia il tempo giusto per questa condivisione in famiglia”.
La carovana dei pacifici ha visitato finora molti luoghi, come è possibile vedere al link https://www.lacarovanadeipacifici.it/alcune-tappe-del-viaggio/
La Federazione Italiana Pallavolo, dopo un’attenta e approfondita riflessione sulla perdurante situazione emergenziale legata alla pandemia di COVID-19 (coronavirus), che sta interessando il territorio italiano e gli stati di tutto il mondo, ha decretato la conclusione definitiva di tutti i campionati pallavolistici di ogni serie e categoria.
La FIPAV ritiene pertanto conclusi senza assegnazione degli scudetti, delle promozioni e delle retrocessioni tutti i campionati nazionali, regionali e territoriali. È stata inoltre dichiarata conclusa tutta l’attività sportiva legata alla disciplina del Sitting Volley.
La FIPAV è arrivata a queste decisioni, tenendo anche conto dei recenti DPCM e delle Ordinanze emesse dal Governo e dalle Regioni, all’interno delle quali non emergono date certe circa la possibilità di riprendere l’attività sportiva in condizioni di completa sicurezza. Le istituzioni nazionali, regionali e medico-scientifiche, inoltre stanno continuando a ritenere necessarie misure di distanziamento sociale per il superamento di questa drammatica emergenza.
Per quanto riguarda poi i campionati giovanili la Fipav ha stabilito che, per permettere agli atleti potenzialmente coinvolti quest’anno di proseguire l’attività giovanile, la prossima stagione si svolgeranno con categorie di annate dispari: Under 13, Under 15, Under 17, Under 19 Maschili e Femminili.
La Federazione Italiana Pallavolo, che fin dalle fasi iniziali di questa tragica pandemia, non ha mai fatto mistero della sua politica di gestione della situazione emergenziale, volta prioritariamente alla tutela della salute di ogni tesserato, con questi provvedimenti intende proseguire sulla strada intrapresa negli scorsi mesi. Allo stesso modo la federazione ribadisce, ancora una volta, che il senso di responsabilità deve necessariamente essere alla base di ogni azione intrapresa in questi giorni e già da domani lavorerà per programmare al meglio la prossima stagione sportiva.
Mastri Pellettieri di Tolentino consorzio fra imprese, in collaborazione con Federmoda CNA, ha attivato la produzione di mascherine chirurgiche, ad uso pubblico, svolgendo attività di approvvigionamento materiali e taglio degli stessi e ha invitato a collaborare le aziende del territorio per effettuare la cucitura e alcune hanno risposto in maniera positiva. Le mascherine dopo essere state preparate, vengono cucite dalle maestranze delle aziende pellettiere che hanno aderito, per poi tornare al Consorzio per le ultime fasi di confezionamento.
I dispositivi vengono igienizzati prima di essere consegnate per la vendita che avviene direttamente presso la sede del Consorzio in via G.Rossini num.5 a Tolentino sia in quantitativi importanti che per i singoli cittadini.