L’Amministrazione Comunale di Penna San Giovanni, attenta alla sana crescita della gioventù pennese e dei comuni limitrofi, si è fatta promotrice di un importante iniziativa legata alla sensibilizzazione dei giovani contro l'abuso di sostanze stupefacenti.
Nell’ambito di un progetto finanziato dalla Prefettura di Macerata, l’intera Giunta comunale, guidata dal Sindaco Stefano Burocchi, ha conferito l’incarico al Consorzio di Polizia Locale Monti Azzurri di organizzare i primi due incontri con gli studenti degli istituti superiori IPSIA Frau di Sarnano e San Ginesio.
Nelle giornate del 26 e 28 aprile i ragazzi, presso la sala polifunzionale (ex Cinema) di Penna San Giovanni, potranno conoscere tutti i rischi legali, fisici e sociali, legati all'uso delle sostanze stupefacenti, grazie agli interventi delle psicologhe del Pars di Corridonia, le dottoresse Federica Carpineti e Veronica Berré, coadiuvate dal comandante della Polizia Locale Paolo Pettinari e dal Responsabile del Distretto di Polizia Locale di Penna San Giovanni, Monte San Martino e Smerillo, Francesco Ciarrocchi.
“Siamo felicissimi di iniziare questo progetto sull’Antidroga” spiega Ciarrocchi “ospitando le prime due classi dell’Ipsia Renzo Frau di Sarnano e San Ginesio. Parliamo di una tematica che vede ragazzi sempre più giovani avvicinarsi al mondo delle droghe, non conoscendo però poi tutti i rischi che possono correre. Il nostro obiettivo, insieme alle dottoresse Berré e Carpineti, e grazie alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Penna San Giovanni, è quello di aumentare il livello di informazione e sensibilizzazione sulle reali conseguenze dell’uso e dell’abuso di sostanze psicotrope.”
Saranno due importanti momenti di riflessione e sensibilizzazione per aiutare i giovani ad affrontare in modo serio e consapevole ogni possibile prova che potrebbero incontrare in questa fase della loro vita.
Parlare alla cittadinanza e alle nuove generazioni del territorio caldarolese, dei suoi patrimoni materiali non più visibili a causa del sisma del 2016. È questo l’obiettivo dell’incontro “Il Territorio narrato”, dove l’autrice Barbara Cerquetti presenterà il suo libro “I ricordanti e la città picena sepolta” (Giaconi editore). L’appuntamento è il 28 aprile alle 17,30 nell’auditorium dell’Istituto Comprensivo De Magistris ed è organizzato dalla Sede operativa di Caldarola, con il Patrocinio dell’Ente Comunale, promosso da Led Time, Club per l'Unesco Tolentino Terre Maceratesi odv, Proloco Caldarola.
“La cittadinanza dunque si racconta attraverso un libro, un ‘patrimonio immateriale’, così da ricostruire senso di appartenenza alla comunità locale e ‘ri-conoscere’ il territorio, grazie alla narrazione - spiegano gli organizzatori – Nell’occasione ancora una volta Barbara Cerquetti mette a disposizione il suo talento narrativo per raccontare le terre che furono dei Piceni. Di questo antico popolo, così vicino e così lontano da noi, saremo destinati, leggendo, a riascoltare l’eco che vibra ancora forte come un terremoto. Ecco allora il moto, la terra, il cambiamento, le nostre radici. Un’avventura da non anticipare nemmeno di un rigo”
È ancora forte il ricordo dell’esperienza di scrittura creativa che l’autrice Cerquetti ha condotto nel 2015 con i bambini dell’IC Simone De Magistris e che ha portato alla pubblicazione, con Giaconi editore, del libro “Il castello pazzerello dove vince solo il bello”. Un’esperienza che si vuole rinnovare con la presentazione di venerdì 28, “Il territorio narrato”, per dare continuità al valore formativo e partecipativo che ha già coinvolto alunni, docenti, famiglie, scuola, Comune e imprese private. “Il corso di scrittura narrativa fu un progetto pilota anche per la stessa casa editrice Giaconi, che lo ha poi attuato in altre scuole marchigiane – Spiega Sede Operativa l’Unesco di Caldarola - Nell’ottica di una visione culturale che trova continuità nelle iniziative pubbliche odierne, l'incontro del 28 sarà arricchito dalla presenza degli autori di quel libro, oggi giovani studenti, per ricordare con Barbara Cerquetti le meraviglie di riconoscere il proprio territorio nella scrittura e nella lettura”.
Mercoledì 26 aprile alle ore 10.30 presso la Sala Congressi di via B. Costa, l’Amministrazione Comunale di Sarnano ricorda il suo illustre concittadino Manfredo Gentili, scomparso nel gennaio dello scorso anno.
Nato a Sarnano e affermatosi come neurochirurgo in Canada, Gentili ha svolto la sua attività presso il Toronto General Hospital ed è divenuto Professore nella Divisione di Neurochirurgia del Krembil Brain Institute presso il Toronto Western Hospital e presso l’Università di Toronto.
Membro fondatore della Society of Neurovascular Surgery e della North American Skull Base Society, Gentili ha dedicato quarant’anni di lavoro a perfezionare la scienza della chirurgia della base cranica e ha dato contributi fondamentali alla letteratura medico-scientifica, ottenendo numerosi riconoscimenti per l’eccellenza nell’insegnamento e nella cura dei pazienti.
Nel 2017 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. "Luminare della scienza e uomo di statura eccezionale per profondità d’animo e umiltà di carattere, il professor Manfredo Gentili ha sempre mantenuto vivissimo il suo attaccamento verso Sarnano e i sarnanesi, considerando le sue radici come un valore aggiunto della sua brillantissima personalità". L'evento è aperto a tutta la cittadinanza.
Venerdì 21 aprile, gli studenti delle classi 2F, 2I e 2M del Liceo Linguistico “G. Leopardi” e le classi 5B, 5D, 5E e 5F dell’I.T.E. “A. Gentili”, in occasione dell’Anniversario della Liberazione, hanno partecipato all’evento “Le donne protagoniste della Resistenza”. La direttrice dell’Istituto Storico di Macerata, Annalisa Cegna, ha presentato agli studenti la storia di Vanda Pagani, partigiana prossima a compiere 100 anni, che attualmente vive a Civitanova Marche, con la proiezione di un docufilm sulla sua storia di staffetta partigiana.
Un incontro ricco di spunti di riflessione per i ragazzi, i quali hanno seguito con attenzione e interesse la storia di Vanda Pagani attraverso “Una piccola storia”, docufilm in cui la partigiana racconta il suo percorso di vita antifascista attraverso un viaggio nella memoria, alla riscoperta della stagione di lotta del movimento partigiano composto da forze diverse ma unite dall’antifascismo.
La narrazione, supportata da fonti storiche documentali e fotografiche, ha evidenziato il grande contributo delle donne partigiane nel gettare piccoli semi da cui sarebbe nata un’Italia migliore e democratica. Le parole di Vanda, incisive e commoventi, sono state la lezione migliore per veicolare negli studenti il valore della ricorrenza del 25 aprile, della libertà e dell’impegno che si richiede alle giovani generazioni: la tolleranza, la civiltà, il rispetto dell’altro, il coraggio di prendere l’iniziativa quando ci si sente non allineati con il potere che governa il paese.
Presenti all’incontro la dirigente scolastica del Liceo “G, Leopardi”, Angela Fiorillo, la vicesindaco Francesca D’Alessandro e l’assessore alla cultura e all’istruzione Katuscia Cassetta, che hanno contribuito con i loro messaggi ad incentivare, tra i ragazzi presenti, la riflessione sul valore della resistenza contro l’odio e l’indifferenza.
L’evento conclude un percorso di educazione civica seguito da alcune classi di entrambi gli istituti scolastici in collaborazione con l’Istituto Storico e coordinato dalle docenti Oriana Costarelli e Paola Formica, che ha portato anche alla registrazione di interviste agli studenti per i laboratori didattici Paesaggi della Memoria, di prossima pubblicazione sul canale di RAI Scuola.
Tre giornate per celebrare e onorare la magia della musica Jazz che, sin dalla sua nascita, stimola il dialogo culturale tra i popoli. Musicando Jazz, in collaborazione con la Regione Marche, il Ministero della Cultura, il Comune di Camerino, l’Istituto Musicale Nelio Biondi e l’Istituto Musicale Nicola Vaccaj aderisce all’International Jazz Day, la Giornata Internazionale dichiarata dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) nata nel 2011 "per evidenziare come la musica jazz contribuisca ad unire le persone in tutti gli angoli del globo".
"La musica jazz contribuisce al dialogo tra culture diverse, sostenendo il confronto libero e democratico – spiega il Presidente di Musicamdo Daniele Massimi – Ciò accade ad ogni concerto con i musicisti che interagiscono in un fraseggio che lascia spazio all’improvvisazione, seguendo però delle regole grazie ad un linguaggio musicale che si rinnova sempre contaminandosi di generi musicali e mescolando tradizione e innovazione. Il jazz è un linguaggio che costruisce ponti di dialogo e di unione tra i popoli e culture, che diffonde un messaggio di pace e fratellanza, dà valore alle diversità nel rispetto reciproco delle libertà. Un messaggio, celebrato in tutto il mondo con l’International Jazz Day, oggi molto attuale".
Da venerdì 28 a domenica 30, in tre comuni, Macerata, Tolentino e Camerino, oltre 20 musicisti e ben 7 appuntamenti per scoprire, ascoltare e, in alcuni casi, “gustare” il jazz in tavola grazie alla sinergia con i locali del territorio.
Si parte venerdì 28 con tre appuntamenti, uno a Camerino e due a Macerata. All’Enjoy Pub di Camerino dalle ore 22,30 appuntamento con il Grounded Trio con la voce di Giuliano Bruscantini accompagnata da Leonardo Francesconi alle tastiere e synth e Roberto Bisello alla Batteria.
A Macerata invece doppia location. Da Centrale Macerata, dalle ore 20, si potrà cenare in compagnia della voce di Alessandra Doria e del suo Dolcevita Trio composto da Giulio Spinozzi alla tromba e Marco Fermani al pianoforte, mentre da Verde Caffe, sempre a partire dalle 20, si cena a ritmo di bossanova con Bossa Experience Trio con Carlo Stella Fagiani al flauto, Fabrizio Caraceni al sax baritono e Tonino Monachesi alla chitarra.
Sabato 29 a partire dalle ore 10,30, le porte dell’Accademia della Musica Franco Corelli di Camerino si aprono per ospitare il concerto per avvicinare i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Ugo Betti alla musica jazz. L’International Jazz Day a Scuola vedrà esibirsi Alessandro Menichelli al pianoforte, David Padella al contrabbasso e Roberto Bisello alla batteria.
In serata invece, dalle 21.15, presso l’Istituto Musicale Nicola Vaccaj di Tolentino, verrà presentato il disco “Different Moods” di Stefano Conforti Quintet, uscito per l’etichetta Notami Jazz con un concerto che vedrà salire sul paco Stefano Conforti ai sassofoni, Doriano Marcucci al trombone e percussioni, Tonino Monachesi alla chitarra, David Padella al contrabbasso e Roberto Bisello alla batteria.
Domenica 30 aprile ancora un doppio appuntamento. Alle ore 18 presso l’Accademia della Musica F. Corelli di Camerino, Vincenzo Correnti al clarinetto, Chiara Ercoli al pianoforte, Francesco Cicconi al contrabbasso e Giacomo Correnti alla batteria daranno vita a “Il mio Henghel, musiche e ricordi di Vincenzo Correnti”, omaggio a Henghel Gualdi, “l’angelo del clarinetto” con il quale il M° Correnti ha avuto la fortuna di collaborare per circa un decennio.
La tre giorni si chiude poi alle 22.30 al Green Room Pub di Tolentino con il duo composto da Pietro Murri alla tromba e Marco Raccichini alla chitarra.
Il commissario regionale di Forza Italia Marche, Francesco Battistoni ha recentemente nominato Enrico Fabraccio quale nuovo commissario comunale di Forza Italia a Recanati.
Fabraccio, 32 anni, è laureato in Scienze Politiche e Sociali e svolge la professione di assicuratore: “Enrico vanta un profilo di tutto rispetto ed è la persona giusta per rimettere in moto il partito a Recanati, città dal grande potenziale economico, sociale e culturale", ha dichiarato Battistoni.
“Sono onorato per questa nomina - ha detto Fabraccio - e sono convinto di poter dare un contributo importante per far tornare protagonista il partito in un territorio dove sussiste un’importante storia di Forza Italia. Ringrazio il presidente Berlusconi, il coordinatore Tajani e l’onorevole Battistoni per la fiducia riposta”.
L’ASD Macerata Softball, nata nel 1973, ha una storia gloriosa alle spalle: tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila divenne una delle squadre più titolate d’Italia e d’Europa, conquistando ben cinque campionati italiani (1998, 1999, 2000, 2001, 2004) e altrettante coppe dei campioni (1999, 2000, 2001, 2005, 2006).
Nel 2013, al 40esimo anniversario, la società ripartì dalla Serie B dopo una serie di anni difficili, per poi risalire in Serie A2 nel 2015. Il percorso di crescita è costante fino al 2020, quando le biancorosse tornano a giocarsi la promozione nella finale persa contro Bollate. Lo scenario si ripete l’anno successivo: Bussolengo supera Macerata nel match finale che deve accontentarsi di nuovo del secondo posto.
Per prendersi la soddisfazione dell’A1 le ragazze del Macerata Softball hanno dovuto aspettare il 2022, quando alla terza finale consecutiva arriva finalmente il successo contro Rovigo e il salto di categoria. A quattro giornate dall’inizio del campionato più prestigioso, abbiamo raggiunto una delle bandiere della squadra, Giorgia Cacciamani, che ha raccontato la sua storia e i suoi sogni all’alba della nuova stagione.
Maceratese di nascita, ha iniziato a giocare nel 2003, vent’anni fa ormai, con la sezione giovanile del Macerata Softball. “Dopo uno stop dal 2010 al 2013 per motivi di lavoro, ho ricominciato nel 2018 a giocare in A2, rimanendo sempre fedele ai miei colori”, racconta Giorgia.
Che cosa hai provato dopo la vittoria dello scorso anno? "Non era la prima volta che arrivavamo in A1 ma è stata una grande soddisfazione. Erano due anni che provavamo in ogni modo a vincere quella finale ed eravamo sempre rimaste a bocca asciutta. Dopo la sconfitta a Bussolengo avevamo subito un brutto colpo a livello di morale, ma l’arrivo del manager Benito Francia Ventura l’anno scorso ha dato una sferzata e siamo riuscite a rientrare nella massima serie. È stata un’emozione troppo grande e bella che ha coronato tanti sogni delle ragazze in squadra".
Quali sono state le carte che vi hanno permesso di tornare in A1? "Tanta tenacia e voglia di dimostrare che il Macerata, malgrado le due ultime sconfitte in finale scudetto, c’era ancora e che eravamo pronte a questo salto. Dopo i tanti anni passati a giocare insieme ci abbiamo messo il cuore tutte quante ed è stato bellissimo".
Prime sensazioni dopo il ritorno in massima categoria? "Ti dico solo che nel primo match dell’anno ho dovuto affrontare mia sorella (Ilaria Cacciamani, al Forlì da 11 anni ndr): è stato strano e ho sentito l’ansia crescere. Finora ci siamo confrontante con quattro delle favorite del campionato ed è emozionante tornare ad affrontare atlete così forti provenienti da tutto il mondo e che da anni militano in A1. Nonostante abbiamo sempre perso, ce la siamo giocata fino all’ultimo dimostrandoci all’altezza della categoria. Non posso che ritenermi soddisfatta fin qui".
Quali sono gli obiettivi della stagione? "Sarebbe molto bello riuscire a piazzarci in una buona posizione che ci garantisca la salvezza: non sarà facile ma ce la stiamo mettendo tutta. Il nostro obiettivo è quello di giocare sempre al meglio, solo così arriveranno i risultati. Siamo una squadra unita, giochiamo insieme da sempre e mettiamo testa e cuore in ogni gara: saremo le più forti".
Chiaravalle. È in coma il 23enne originario della Repubblica Ceca, le cui condizioni erano apparse già molto gravi subito dopo l' incidente di cui è rimasto vittima nella serata di domenica. Il giovane si trovava al volante di una Skoda Octavia in transito sul ponte all' incrocio tra via Coppetella e via Clementina, quando è finito nel sottostante torrente Guardendo. Un'altra auto è rimasta coinvolta finendo giù dal ponte; si tratta di una Volkswagen Golf, a bordo della quale si trovavano due coetanei del 23enne, anche loro originari della Repubblica Ceca, utti colleghi di lavoro residenti ad Agugliano.L' ipotesi è che i due mezzi stessero facendo una gara di velocità o che si siano toccate in fase di sorpasso. Le condizioni del 23enne conducente della Skoda erano apparse subito gravissime: estratto dall'auto in stato di incoscienza era stato trasferito all'ospedale di Torrette di Ancona. Illeso il passeggero, ferito ma in modo non grave il terzo giovane.
Uomo investito da un'auto: interviene l'eliambulanza. L'incidente si è verificato nella serata di oggi, intorno alle 21, in contrada Pace, a Tolentino. Ancora da ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto, al vaglio delle forze dell'ordine.
Lanciato l'allarme sono accorsi sul posto i mezzi di soccorso del 118. Gli operatori dell'emergenza, prestate le prime cure del caso e valutate le lesioni riportate dall'uomo a seguito dell'impatto con l'auto in corsa, hanno ritenuto opportuno allertare l'eliambulanza.
L'elicottero del soccorso, atterrato nei pressi del luogo del sinistro, ha provveduto al trasporto del ferito all'ospedale Torrette di Ancona in codice rosso.
Quasi mezzo chilo di hashish e circa tre etti di cocaina purissima nascosti dentro i fanali e la batteria di un'auto abbandonata nel cortile di casa, ma anche una pistola calibro 9 completa di cartucce tenuta in auto sotto il sedile lato guida della propria autovettura, forse a scopo intimidatorio per 'assicurare' il buon fine di affari di droga.
I sequestri sono stati operati dalla Squadra Mobile di Ancona, Sezione Antidroga sabato scorso dopo numerosi servizi di appostamenti e pedinamenti fatti anche di notte. Arrestato per detenzione di arma clandestina priva di matricola e detenzione di varie sostanze stupefacenti a fini di spaccio un cittadino albanese, venditore di auto usate, ritenuto dagli investigatori il capo di una fitta rete di spacciatori di cocaina e hashish nell'Anconetano.
Durante le fasi della perquisizione, anche con l'ausilio delle unità cinofile della Questura, gli investigatori hanno rinvenuto la droga e una pistola clandestina, con caricatore rifornito con 7 cartucce calibro 9, potenziate con ogiva a testa cava, e altre 14 cartucce di scorta. Rinvenuti e sequestrati anche 450 euro. L'arrestato, venditore di auto usate, secondo gli investigatori, in realtà era solito rifornire direttamente i pusher locali, non occupandosi dello spaccio al dettaglio.
Come spesso accade nei paesi, una persona si conosce solo attraverso il suo soprannome o grazie a un nome convenzionale, che è un modo popolare per "iniziarla" all’esclusivo mondo della piccola comunità. Nel nostro caso, a Colmurano con il nome di Clorinda erano in molti a conoscerla. Mentre, il cognome Cestarelli suscitava in pochissimi un collegamento con lei. Quando però si nominava la sua professione, tutto il paese, come per magia, sapeva di chi si stesse parlando: lei era e rimarrà per sempre…"l’Ostetrica".
Una "denominazione" che un tempo aveva un valore assai maggiore di quello che adesso le si attribuisce, anche perché l’Ostetrica aiutava le gestanti a mettere al mondo i loro figli principalmente nell'intimità dei luoghi dove vivevano, e questo perché la tradizione voleva che il figlio aprisse gli occhi per la prima volta...nel "suo mondo".
Era una professione che un tempo solo le donne avrebbero potuto e dovuto svolgere e nella maggior parte dei casi da sole o, con il provvidenziale aiuto di una o due donne che spesso non appartenevano alla "casa", ma amiche o semplici vicine che conoscendo molto bene la situazione cercavano di dare una mano. Il "Dottore" sarebbe stato chiamato esclusivamente nei casi in cui ci fosse stato qualche particolare problema che avesse potuto mettere a rischio la felice conclusione del comunemente chiamato “lieto evento”.
Ecco perché per quasi tutti i colmuranesi era "l’Ostetrica" a rappresentare, in più d’un senso, la nascita, la vita, il futuro, la speranza; anche se purtroppo per alcuni sfortunati quel nome non faceva pensare ad altro che alla “morte”, cioè al dolore causato durante il parto dall’irreparabile perdita di chi si amava da molto tempo ma anche dalla perdita del tanto atteso frutto di una unione che sarebbe vissuta nella buona e nella cattiva sorte.
Così come, e in casi non così remoti, dalla perdita di tutto, e cioè di una moglie e di un figlio tanto cercati, finalmente trovati, ma dolorosamente perduti per sempre in un atto d’amore. In tempi non troppo lontani un discreto numero di famiglie versava in condizioni economiche non particolarmente agiate e, tra queste, erano molte a risiedere in campagna; a volte in case assai lontane dai seppur piccoli centri abitati; quindi, non era così infrequente che le Ostetriche si dovessero recare in luoghi isolati e desolati che offrivano ambienti decisamente poco adatti a un parto, che per sua natura avrebbe potuto rivelarsi particolarmente “difficile”.
Non di rado, provenendo da quei luoghi, Clorinda sarebbe stata costretta a tornare a casa a notte inoltrata, percorrendo strade senza luci…magari sotto un violento temporale e con solo un “canestrino” di uova ancora tiepide stretto in grembo: il prezioso e sotto certi aspetti simbolico compenso di gente che non avrebbe potuto darle niente altro se non l’eterna riconoscenza.
Davanti a tutto questo Clorinda aveva reagito forgiando un carattere tutto suo, e non avrebbe potuto fare altrimenti per sopravvivere a tutto quel carico di responsabilità, a tutto quello che i suoi occhi e soprattutto il suo cuore avevano visto e provato. Era una donna decisa, forte, a volte necessariamente dura, ma al contempo dolce, amorevole, comprensiva e disponibile.
Per isperata fortuna siamo riusciti a metterci in contatto con una persona che non vuole rivelare il suo nome esclusivamente per non adombrare in alcun modo l’importanza e il valore di Clorinda e della professione che svolgeva. Considerando quello di cui stiamo parlando, non è possibile non condividere la sua scelta. Questa persona ha dato un importante contributo, sicuramente uno degli innumerevoli, che però ci permette di comprendere il grande valore umano dell’Ostetrica di un paese che fu.
"Non ricordo quando, né chi sia stato a rendermi partecipe di un ricordo che avrei dovuto conoscere in altro modo, considerando lo stretto legame che intrattenevo con chi lo aveva vissuto in prima persona, ma che purtroppo, come spesso capitava in quei tempi, sarebbe stato altrimenti nascosto nella storia dei singoli individui semplicemente per la ferrea morale che un tempo tutti rispettavano e che non mancava di produrre una sorta di giustificabile pudore", racconta.
"Si trattava di mia madre, che a un certo punto della sua vita cominciò ad avere delle perdite nelle sue "parti intime". A quei tempi non era facile, specialmente per una donna, rivelare quel tipo di disagio, persino a un medico, che raramente era una donna - continua -. Ma per fortuna, a Colmurano, c’era chi poteva ricevere quel genere di confidenza e non solo perché si trattava di una donna, ma principalmente perché si trattava di colei che, come si diceva in paese: 'ne ha viste talmente tante da capire tutto quel che c’è da capire'. Quella preziosa e per certi versi insostituibile persona era l’Ostetrica de Cammurà, alla quale mia madre si rivolse gettando alle ortiche e con estrema leggerezza, qualsiasi tipo di titubanza".
"Clorinda, come sempre e come faceva con tutti, prese talmente a cuore la cosa da occuparsene anche personalmente, e fino a che tutto, purtroppo, si concluse drammaticamente - prosegue -. Questo ricordo potrebbe essere considerato assai banale, ma non è così; infatti, prima di trarre conclusioni affrettate ed errate vorrei che retoricamente ci domandassimo: quanti, tra coloro che conosciamo (e a questi aggiungerei noi stessi) prenderebbero talmente a cuore il problema di un'altra persona da giungere al punto di farlo diventare un loro problema e di considerarlo tale fino alla sua soluzione? A questa provocatoria domanda ne aggiungerei un’altra: quanti, tra noi, conoscendo fatti personali e assai delicati, manterrebbero questi segreti fin dentro la propria tomba?".
"Chiedo questo perché ho appena saputo da Romano, il figlio della compianta Clorinda Cestarelli, che sua madre gli aveva a suo tempo rivelato una cosa che sul momento lo aveva particolarmente turbato: 'Quando chiuderai la mia bara, chiuderai con me anche migliaia di segreti'. Ed io, nel massimo rispetto di quelle profonde e toccanti parole mi domando: quante e quali storie sono rimaste celate in quel grande cuore talmente forte da riuscire a sostenerle tutte?".
Ciò che avete letto è solamente un piccolo tributo fatto a un mondo che il tempo ha celato a diverse persone. Un mondo fatto di piccoli paesi dove le Ostetriche rappresentavano molto più di quello che facevano.
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“Se nella nostra società si è affermato con sempre maggiore insistenza il concetto di competizione, spesso declinato nella sua accezione deteriore di gara senza esclusione di colpi per primeggiare, nel mondo classico era fondamentale quello di emulazione, che non significa semplicemente gareggiare contro qualcuno, quanto misurarsi con i migliori per migliorare se stessi”.
È con questo spirito che le studentesse del liceo Classico “G. Leopardi” di Macerata sabato 22 aprile hanno affrontato la XVIII edizione del Certamen Latinum di Ortezzano, città natale del latinista Giuseppe Carboni, dove gli studenti del quarto e quinto anno dei licei classici della nostra regione si sono confrontati sulla traduzione di un testo di San Girolamo, introdotto dal professor Giuseppe Flammini dell’Università degli Studi di Macerata.
Grandissima la soddisfazione di vedere qualificate rispettivamente al primo e al secondo posto per la categoria delle classi quarte Giulia Properzi e Ilaria Pavoni, entrambe della IID (sezione Cambridge), e al secondo posto, per la categoria delle classi quinte, Sara Catinari della IIIC.
“La partecipazione al certamen - affermano le professoresse Patrizia Zega e Maria Rita Pistelli, che hanno preparato le studentesse - aveva anzitutto lo scopo di permettere agli studenti di incontrarsi, confrontarsi, conoscersi e riconoscersi in una passione comune, soprattutto dopo il difficile momento della pandemia. Un’occasione di alto valore formativo, che le nostre alunne hanno saputo cogliere impegnandosi al meglio, come loro solito”.
Eppure qualcuno potrebbe obiettare che il liceo classico sta vivendo una crisi negli anni della globalizzazione e che queste manifestazioni rappresentino solo un prodotto di nicchia, un interesse settoriale poco spendibile in un mondo del lavoro sempre più agguerrito e concorrenziale.
Ma, a ben guardare, l’impressione è errata. Intanto, a partire dai numeri, il liceo Classico di Macerata registra un numero consistente di iscrizioni, che provano come il territorio continui a riporre fiducia in un percorso formativo di alto livello, con richieste sicuramente elevate e proprio per questo capaci di aprire agli studenti ogni strada per il futuro.
In particolare la costanza, la concentrazione, la precisione, l’attitudine alla riflessione che la quotidiana traduzione dei testi classici richiedono abituano i ragazzi a misurarsi con le difficoltà, a superarle, a lavorare sodo, ad approfondire, ad usare la logica, a cogliere le sfumature, a potenziare le conoscenze linguistiche e metalinguistiche, ad aprirsi a un percorso di bellezza e a un patrimonio intellettuale inestimabile. Tutte qualità che il mondo del lavoro, a qualsiasi livello, dimostra di richiedere e apprezzare.
In aggiunta, negli anni il liceo Leopardi ha elaborato percorsi innovativi come il Cambridge Igcse: il respiro internazionale, il rigoroso metodo di lavoro che esso richiede, l’attenzione ai linguaggi contemporanei, uniti all’amore per un passato più che mai presente nella nostra cultura, costituiscono senza dubbio un valore aggiunto alla preparazione degli alunni.
"E poi non va dimenticato lo spessore umano dell’incontro con i classici - si legge in una nota de liceo "Leopardi": quello che sta a cuore non è solo la formazione dei futuri lavoratori, in qualsiasi ambito, ma quella dei futuri cittadini, donne e uomini capaci di interpretare il presente e intercettare il futuro, mettendosi in relazione con gli altri".
Alla cerimonia di premiazione di domenica 23 aprile i vincitori hanno ricevuto un premio in denaro e una copia del rinomato dizionario “Campanini-Carboni”, il cui pregio filologico e letterario è stato puntualizzato da un apprezzato articolo della professoressa Patrizia Morelli, già docente del liceo Classico di Macerata.
Ennesima topica per la campagna "Open to meraviglia", la campagna di promozione dell’Italia nel mondo lanciata nei giorni scorsi dal Ministero del Turismo ed Enit con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio.
Dopo le polemiche suscitate per la scelta di 'ingaggiare' la Venere di Botticelli come testimonial e la registrazione di alcune immagini dello spot in Slovenia, arriva il turno delle traduzioni "esilaranti".
A segnalare un ulteriore svarione è la giornalista Selvaggia Lucarelli, all'interno di un articolo uscito quest'oggi per "Il Fatto Quotidiano". Non è sfuggito alla giornalista che alcune traduzioni sul sito ufficiale della campagna del Ministero (http://italia.it), soprattutto quelle verso il tedesco (ora non più disponibile all'interno del sito), abbiamo riguardato anche il nome delle città turistiche italiane.
Accade così che la città di Brindisi diventa "Toast" (che in tedesco significa brindisi, ma quello che si fa con il vino), Prato diventa il letterale "Rasen" (prato in erba) così come Cento diventa "Hundert" (centinaio).
Tra le traduzioni più tragicomiche si segnalano anche quelle di due comuni marchigiani: Fermo che diventa "Stillstand" (fermo in quanto arrestato) e Camerino che è tradotto letteralmente "Garderobe" (guardaroba).
In stato di alterazione ha prima insultato i sanitari del Pronto Soccorso di Fermo, pretendendo di saltare la fila per essere preso in cura, poi è tornato più tardi, con una mano insanguinata, arrivando a strattonare un'infermiera in servizio. L'aggressione è avvenuta nel pomeriggio di domenica.
Il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria territoriale di Fermo, Roberto Grinta, ha espresso "solidarietà agli operatori sanitari aggrediti". "I casi di aggressioni verbali e talvolta anche fisiche nei confronti degli operatori sanitari non sono purtroppo isolati ed hanno come principale bersaglio il nostro pronto soccorso, naturale punto di accesso per le situazioni di emergenza ed urgenza - ha commentato Grinta - Ringrazio le guardie giurate e gli agenti della Questura intervenuti con tempestività ieri pomeriggio per riportare la situazione alla normalità e garantire la sicurezza dei sanitari".
"Rivolgo ancora una volta un abbraccio e la piena solidarietà a tutti i medici ed operatori del nostro ospedale, conclude - che lavorano con la massima professionalità, con scrupolo ed umanità, malgrado siano sottoposti ad una costante pressione e talvolta si trovino vittima di comportamenti ingiuriosi o addirittura violenti".
L’uomo è stato bloccato dalla guardia giurata della Cosmopol. Successivamente sul posto è intervenuta la polizia.
Il 13 febbraio 2013 veniva inaugurata l’Unità di raccolta Monti Azzurri e in occasione del decimo anniversario, l’Avis Provinciale di Macerata ha voluto commemorare la ricorrenza con un duplice appuntamento.
Sabato 15 aprile, presso l’auditorium Sant’Agostino a San Ginesio si è tenuta l’annuale assemblea regionale dell’Avis Marche; i delegati delle cinque Avis Provinciali si sono ritrovati per fare il punto sull’andamento dell’Avis Marche, sugli aspetti positivi ma anche sulle criticità registrate nel 2022.
La presidente dell’Avis Provinciale di Macerata, Morena Soverchia, nel suo intervento ha affermato "che la scelta di San Ginesio non è stata casuale ma un segno tangibile di vicinanza verso quelle piccole realtà che, di fronte a sconfitte e frustrazioni, dopo gli eventi sismici del 2016 e la pandemia, sono state capaci di non perdere la speranza e di riorganizzare positivamente la propria vita".
Sabato 22 aprile si è tenuta a Ripe San Ginesio la celebrazione per il 10° anniversario dalla costituzione dell’unità di Raccolta dei Monti Azzurri. Nata grazie all’instancabile impegno dell’allora presidente Avis Provinciale, Silvano Donati, per far fronte alle nuove normative richieste per l’accreditamento delle sedi di raccolta Avis, l’UdR dei Monti Azzurri accoglie i donatori di 8 Avis del comprensorio: Colmurano, Loro Piceno, Penna San Giovanni, Ripe San Ginesio, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Urbisaglia.
Fondamentali per la realizzazione dell’UdR, sono stati il coinvolgimento della Comunità Montana dei Monti Azzurri, il cui presidente Giampiero Feliciotti si è dimostrato subito disponibile a mettere a disposizione i locali e l’intervento del sindaco del Comune di Ripe San Ginesio, Paolo Teodori che ha dato avvio al lungo e faticoso iter burocratico. La prima donazione si è tenuta il 3 marzo 2013 coinvolgendo 28 donatori.
“La convivenza di otto realtà diverse, ognuna con il proprio bagaglio culturale – ha affermato Palmarosa Paparoni, referente provinciale dell’Udr - non è stata sempre facile, a volte ci siamo confrontati o meglio dire scontrati anche animatamente come è giusto che sia, ma poi il buon senso e il rispetto verso i donatori e soprattutto per la finalità che l’Avis si prefigge ci ha fatto superare sempre ogni ostacolo".
"Organizzare i festeggiamenti per questo l’anniversario è stato un traguardo molto importante, reso possibile grazie alla disponibilità di tutte le Avis componenti l’unità di raccolta Monti Azzurri e i numerosi volontari; mi sento di dire che incontrarci fuori dal contesto abituale è stata una bella esperienza ed un passo in avanti".
"È stata fondamentale la disponibilità della presidente dell’Avis Provinciale Morena Soverchia, dei sindaci degli otto Comuni, in particolare del sindaco di Ripe San Ginesio. Ringraziamo il presidente dell’Unione dei Comuni Giampiero Feliciotti, il nostro carissimo presidente Silvano Donati e le forze dell’odine; grazie all’architetto Andrea Seri della ”Cosmo Seri” di Colmurano che ha realizzato per noi l’Immagine riportata nella locandina e nei gadget segnalibro e righello che generosamente ci ha donato; grazie all’artista Francesca Farroni autrice del “disegno ricordo” di questa giornata".
“Sempre più spesso in Avis sentiamo parlare di “Fare Rete” – ha dichiarato Morena Soverchia, presidente Avis Provinciale – Ebbene, quello che abbiamo vissuto in queste due giornate ne è un esempio fattivo: Avis, Amministrazioni Comunali, Associazioni di volontariato che lavorano insieme e mettono a disposizione le proprie risorse per un fine comune. Voglio ringraziare i sindaci e le Amministrazioni Comunali presenti qui, oggi, come lo sono stati in questi 10 anni, uniti per un bene che va al di là di ogni campanilismo e ideologia personale: quello della vita” .
Alla cerimonia ha partecipato anche il presidente di Avis Marche, Daniele Domenico Ragnetti che ha sottolineato l’importanza di questa realtà nell’associazionismo avisino, un esempio da estendere anche nel resto della nostra Regione.
Commovente è stato il ricordo della dottoressa Borri, che ha raccontato aneddoti vissuti in quasi venti anni di frequentazione dei Monti Azzurri, prima nelle singole sedi e poi nell’UdR e ha rivolto un pensiero affettuoso ai tre Presidenti che purtroppo non hanno potuto vedere questa giornata: Benito Grilli, Giuliano Biondi e Stefano Taccari.
"I veri protagonista della giornata sono stati i donatori, di ieri e di oggi, con la speranza che il loro esempio che esprime i più alti valori di civiltà, gratuità e solidarietà, possa essere seguito da tanti altri donatori di domani".
È il momento dei saluti tra la Cbf Balducci Hr e Polina Malik. Si separano infatti le strade dell’opposta classe 1998 e del club arancionero, dopo due stagioni ricche di grandi soddisfazioni e di momenti intensi, come la promozione in Serie A1 ottenuta nel 2022 con l’israeliana assoluta protagonista in campo e l’esordio nel massimo campionato italiano.
La società, in una nota, ringrazia Polina "per l'impegno, la costanza, la professionalità e la grinta dimostrati in ogni occasione e per aver contribuito in maniera decisiva a scrivere una pagina importantissima della storia del club arancionero. A lei va un grande in bocca al lupo per le future avventure della sua carriera".
Quando si parla di lavori all’aperto, che siano questi nel settore edile ma anche nella manutenzione del verde o di impianti, vanno considerate le numerose attività che devono essere svolte in quota. Al fine di effettuarle in massima sicurezza vengono impiegate le piattaforme aeree, i macchinari più diffusi per il sollevamento delle persone.
Questa categoria di macchine include le piattaforme autocarrate, in grado di circolare su strada e le piattaforme semoventi.
Queste ultime si distinguono poi in piattaforme articolate, cingolate e verticali.
La caratteristica che accomuna le semoventi è la capacità di muoversi autonomamente, con l’operatore all’interno del cestello. Non potendo circolare su strada è necessario trasportare in cantiere o sul luogo di lavoro queste piattaforme su mezzi idonei.
Ogni tipologia di piattaforma semovente presenta caratteristiche diverse ed è per questo importante disporre del modello più adeguato al lavoro che deve essere effettuato. Generalmente la formula più diffusa quando si parla di sollevamento è il noleggio. Infatti, le piattaforme aeree sono le macchine più noleggiate nel nostro paese tanto che rappresentano oltre il 70% dei mezzi che fanno parte delle flotte noleggio.
Tra gli elementi più importanti da valutare nella scelta della piattaforma spiccano la massima altezza raggiungibile e l’alimentazione. Con il crescente aumento della sensibilità in termini di sostenibilità si sta facendo più frequente il ricorso al noleggio di una piattaforma semovente elettrica per lavori in altezza.
Le piattaforme articolate sono macchine semoventi che presentano un carro mobile gommato sul quale è installato un braccio articolato. Le dimensioni del carro sono molto compatte e consentono all’operatore di manovrare la macchina con agilità evitando ostacoli a terra. Il braccio articolato consente di raggiungere anche i 30 metri di altezza e le numerose combinazioni permettono di operare in punti che le altre macchine non raggiungerebbero, evitando rami o cavi sospesi.
Un’ampia libertà di movimento è garantita anche dalla piattaforma cingolata. Anch’essa è caratterizzata da un braccio articolato e dalla possibilità di raggiungere i 30 metri di altezza ma, a differenza della precedente, è dotata di un carro cingolato.
Questo tipo di trazione consente alla piattaforma di muoversi anche su terreni non lineari e lievi pendenze, mentre le dimensioni compatte del carro permettono di attraversare spazi ristretti come porte e cancelli. Una volta messa in posizione gli stabilizzatori, elemento da cui deriva il nome ragno come la chiamano gli addetti ai lavori, garantiscono equilibrio e stabilità alla piattaforma durante il sollevamento.
La piattaforma verticale è la terza tipologia di semovente, caratterizzata da una struttura totalmente diversa da quelle articolate e cingolate.
Questa macchina è anche detta piattaforma a pantografo, o scissor, poiché il sistema di sollevamento è composto da una serie di segmenti metallici incrociati.
Sul carro gommato è installata una cesta molto grande che garantisce all’operatore un ampio spazio di movimento durante il lavoro in quota. La scissor può sollevarsi solo verticalmente fino a 20 metri e non può quindi sbracciare come le altre tipologie di piattaforma semovente.
I lavori all’aperto sono numerosi e molto diversi tra loro; per questo è importante scegliere la piattaforma più adatta al lavoro da svolgere e al contesto in cui si opera.
Le piattaforme articolate sono molto noleggiate in ambito edile, per gli interventi di manutenzione agli edifici e alle facciate ma anche per l’installazione di impianti e infissi. Lo stesso si può dire delle piattaforme cingolate, che trovano nel giardinaggio e nella cura del verde un settore di impiego. La trazione cingolata consente infatti di operare anche su sterrati, vialetti o prati.
Infine la piattaforma verticale è molto utilizzata per lavorazioni continuative da svolgere in quota come ad esempio la tinteggiatura o il rifacimento delle facciate, l’installazione di cappotti termici oppure la pulizia e manutenzione di vetrate o grondaie. Per ogni tipologia di piattaforma, esistono diversi modelli che variano per dimensioni, portata e massima altezza raggiungibile. Ciò che è importante ricordare quando si utilizzano le piattaforme aeree è che per manovrare questi macchinari è necessario essere abilitati. Gli operatori devono aver conseguito una specifica abilitazione, frequentando un corso teorico/pratico, alla conduzione in sicurezza.
Quando si devono effettuare lavori in quota è sempre importante utilizzare la piattaforma semovente più adeguata. Ricorrere al noleggio assicura una vasta scelta di tipologie e di modelli di diverse dimensioni, oltre a poter contare sulla consulenza qualificata di un esperto. Il noleggiatore può infatti supportare il cliente nella scelta e nella gestione della macchina, affiancandolo durante tutto il periodo di noleggio.
In un gremito teatro delle Logge Anita Cerquetti di Montecosaro, si è tenuto domenica 23 aprile il concerto finale del 13° Concorso Lirico Internazionale Anita Cerquetti, che ha visto vincitrice la soprano italiana Maria Stella Maurizi, che si è aggiudicata anche il premio di gradimento del pubblico. Seconda, la soprano italiana Jessica Ricci mentre il terzo terzo posto è stato un ex aequo per tre soprano: Ángeles Rojas, Venezuela; Yiming Sun, Cina; Shiki Inoue, Giappone. A Miriana Colagiovanni (Italia) è andato il premio giovane promessa.
Le altre finaliste sono state: Maria Francesca Rossi, Italia; Francesca Borgarelli, Italia; Tosca Rousseau, Francia; Viola Sofia Nisio, Italia; Rosa D’Alise, Italia. Come di consueto, il Concorso mette in palio la possibilità di premi-concerto in prestigiosi palcoscenici: nella Stagione di Civitanova all’Opera a Maria Stella Maurizi, nelle stagione dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo a Maria Stella Maurizi e Jessica Ricci, con quest’ultima che si esibirà anche in un concerto del Teatro dell’Opera di Varna, in Bulgaria.
Ad accompagnare i cantanti, i pianisti Andrea Bosso e Cesarina Compagnoni, con il concerto che è stato magistralmente condotto da Francesca Iacopini. Ad introdurre la finale, il maestro Alfredo Sorichetti, direttore artistico della rassegna, che ha ricordato la figura di Anita Cerquetti e le sue qualità.
"Il più grande soprano verdiamo di tutti i tempi - ha spiegato il maestro Sorichetti -, che ci emoziona anche oggi non solo per la sua qualità vocale, ma anche per la grande umanità: dopo una carriera incredibile, decise infatti di lasciare le luci della ribalta per dedicarsi alla famiglia e alla crescita dei giovani cantanti. Per questo il nostro Concorso cerca da sempre, tramite i premi-concerto, di offrire occasione di debutto. E anche quest’anno il livello dei concorrenti è stato notevole”. In platea erano presenti il sindaco di Montecosaro Reano Malaisi e l'assessore Filippo D’Alterio.
“Il nostro Comune - le parole di Malaisi - abbraccia questo evento che ha dato e sta dando tanto alla nostra comunità. Ci ha permesso di onorare la nostra concittadina Anita Cerquetti e ha portato in tredici edizioni a Montecosaro artisti provenienti da tutto il mondo, con i loro ospiti. Il concorso è per il nostro paese una vetrina internazionale e un appuntamento culturalmente di rilievo”.
La giuria, sempre di altissimo spessore, è presieduta da Ines Salazar, cittadina onoraria di Montecosaro. Con lei e con il maestro Sorichetti, ne hanno fatto parte Giancarlo De Lorenzo, direttore artistico dell’Orchestra di Sanremo, Vito Clemente, direttore artistico dell’Orchestra Metropolitana di Bari e l’agente lirico Davide La Bòllita. "Quest’anno abbiamo incontrato tanti ragazzi giovanissimi, con potenzialità straordinarie - ha detto Ines Salazar -. Auguro a tutti loro il meglio".
Prende il via il 25 aprile il Trofeo dei Territori, quest’anno denominato AeQuilibrium Cup. A Camerino, negli impianti del Cus in località Le Calvie, si sfideranno martedì dalla mattina al pomeriggio le migliori selezioni del volley giovanile dei quattro comitati territoriali marchigiani: Macerata, Ascoli Piceno-Fermo, Ancona e Pesaro.
Una giornata di sano sport, agonismo e passione, organizzata dal comitato regionale Fipav Marche, dedicata alle selezioni under 15 maschili e Under 14 femminili, in campo dalle 9.30 di mattina.
Le prime a gareggiare saranno Ancona-Macerata per il settore maschile e Macerata-Ancona per quello femminile. Seguiranno Pesaro– Ascoli Piceno/Fermo per i boys e Ascoli Piceno/Fermo – Pesaro per le girls. Via via le altre sfide, secondo la formula del trofeo, previste le premiazioni dopo le 18.30 circa.
Le squadre saranno composte massimo da 14 atleti/e compresi due liberi e le gare si disputano a tre set obbligatori a 21 punti con killer point. Per la classifica viene assegnato un punto ogni set vinto.
Macerata Softball perde, ma senza soccombere, le due partite casalinghe (1-2, 0-2) contro le campionesse in carica dell’Inox Team Saronno, nella 4a giornata della serie A1. Gara 1 rimane equilibrata a lungo, fino al 5° inning, sullo 0-0 con le rispettive lanciatrici Alice Nicolini (Saronno) e Luana Luconi (Macerata) che controllano gli attacchi avversari.
Nel 6° inning Saronno fa valere le sue qualità con la valida di Fabrizia Marrone (triplo) a cui seguono le battute di Alessandra Rotondo (singolo) e Giulia Longhi (triplo) per portarsi sul doppio vantaggio. Macerata non demorde e nell’ultimo parziale segna un punto su valida di MaricaGuglielmi, trovandosi poi addirittura nella possibilità di ribaltare il risultato con le tre basi piene vanificate dall’ultima eliminazione.
In Gara 2 sale in cattedra la lanciatrice delle lombarde, l’australiana di Saronno Stephanie Trzcinski, che perde a un solo out a causa di Gioia Tittarelli che colpisce un singolo. La grande prestazione dell’australiana (arricchita da 12 K) è determinante per la vittoria di Saronno, ma va sottolineata anche la buona prova dell’australiana di Macerata di Chantelle Maree Ladner (solo 3 valide concesse).
Saronno trova il vantaggio già al 1° inning con il punto segnato da Alessandra Rotondo su palla non trattenuta dal catcher. Il raddoppio arriva al 5° inning provocato dal tentativo di Fabrizia Marrone di rubare la seconda base, ne approfitta Valeria Bettinsoli che corre dalla terza a casa.
Macerata Softball in questi primi 4 incontri di inizio campionato ha già affrontato 3 delle più forti compagini (Forlì, Bollate e Saronno) reggendo bene sul campo, tenendo sempre aperti i match e dimostrandosi all’altezza della A1.