Voce alla città : "7 validi motivi per votare no al referendum"
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dal movimento politico Voce alla Città.
"Alla vigilia di un importante appuntamento elettorale desideriamo rendere pubbliche alcune nostre valutazioni :
1) la riforma espropria le regioni di importanti competenze quali grandi opere, energia ed ambiente, ciò significa, per esempio, che se il governo decide di aprire inceneritori, rigassificatori o piattaforme per le trivellazioni nel nostro mare, i cittadini e le istituzioni del territorio avranno ancora meno voce in capitolo, il nuovo articolo 117 ratifica ciò che era stato anticipato con lo Sblocca Italia; 2) la riforma vuole velocizzare le leggi al servizio degli affari e per favorire la crescita economica senza tenere conto però delle ricadute sui cittadini che da queste modifiche non ci guadagneranno nè in servizi nè in diritti; 3) la riforma rende più difficile la partecipazione dei cittadini, espropriandoci del diritto di eleggere i senatori e aumentando il numero di firme occorrenti per leggi di proposta popolare o referendum; 4) il risparmio prodotto da questa riforma è irrisorio rispetto agli sprechi ed alle inefficienze che non vengono ridotti, come testimoniato dalle dimissioni dei commissari alla “revisione della spesa” Cottarelli e Perotti che pure avevano studiato e proposto soluzioni per il contenimento della spesa e la riduzione del debito pubblico; 5) la riforma allontana dai territori le decisioni che li riguardano più da vicino rendendo meno significative ed efficaci la protesta e la pressione dei cittadini su questioni come la salute, l'ambiente ed i diritti; non per niente nel 2013 il colosso della finanza globale J P Morgan lamentava che le carte costituenti dei paesi del sud Europa, essendo nate dopo periodi di dittatura, risultavano influenzate da idee socialiste e pertanto in esse sono “persino” previste tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori e del diritto (pensate che sciagura) di protestare di fronte alla proposta di cambiamenti sgraditi; 6) la riforma rafforza il potere della maggioranza di governo e la concentra nelle mani del primo ministro, riduce drasticamente il ruole delle minoranze, nega ai cittadini la facoltà di eleggere i membri del Senato introducendo, nei fatti, una sorta di presidenzialismo forte; 7) la riforma viene spacciata come necessaria per attuare la semplificazione e la velocizzazione del processo legislativo oltre che strumento per ridurre il contenzioso tra stato e regioni, nulla di più falso visto che sono previsti almeno 7 diversi tipi di votazione delle leggi con svariate clausole e una lunga serie di interpretazioni e varianti".
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