Tolentino: "L'amministrazione comunale prenda in considerazione il Fattore Famiglia"
Da Simone Baroncia, componente provinciale del Forum delle Famiglie, riceviamo:
“La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”: così recita l’art. 31 della Costituzione Italiana. Commentando questo articolo il prof. Paolo Cavana, docente di giurisprudenza alla Lumsa di Roma, ha precisato: “Possono definirsi autentiche politiche familiari conformi agli articoli 29 e 31 della Costituzione Italiana solo quelle pensate ed organizzate sul territorio a partire dall’esperienza delle famiglie, tenendo conto dei loro tempi, ritmi di vita e bisogni specifici, nell’ambito di un progetto organico di interventi specifici a sostegno dell’istituto familiare, perché solo in questo caso esse risulterebbero conformi a quella peculiare attenzione, a tempo stesso rispettosa della sua autonomia e garante della sua tutela, riservata dalla Costituzione a questo fondamentale nucleo sociale”. Il problema centrale che la Costituzione Italiana ha posto riguarda la tassazione, che purtroppo, con il trascorrere degli anni, ha gravato sempre più le famiglie, perché nessuna istituzione pubblica ha collegato l’art. 31 all’art. 53, che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. In Italia l’art. 53 non è mai stato applicato, specialmente nelle politiche dei comuni, che hanno sempre considerato la famiglia oggetto da cui trarre il maggior profitto possibile. A conferma di ciò può essere presa la tassazione del 2015 e confrontarla con quelle precedenti. La mia famiglia può essere considerata una famiglia numerosa: nel 2013 (4 componenti), sommando Tasi e Tari, il dovuto è stato € 596; nel 2014 è stato uguale; nell’anno corrente (5 componenti) è diventato € 688; un aumento di € 92. Con il crescere dei figli è aumentata la tassazione locale. Questo significa che il comune (come penso anche altri comuni) non ha applicato affatto né l’art. 31 né l’art. 53; di conseguenza non ha rispettato la Costituzione italiana, in sostanza non rispetta le leggi che lo stesso ente è chiamato a far rispettare. Infatti circa un anno fa avevo proposto all’attuale amministrazione comunale il ‘Fattore Famiglia’, che si basa proprio sull’art. 53. Dopo due inviti per illustrare questo meccanismo alla Commissione consultiva ‘Sociale e Sanità’ se ne è persa traccia. Eppure il ‘Fattore Famiglia’ è un meccanismo che ristabilisce l’equità fiscale, perché ‘individuato il livello minimo di reddito non tassabile per una persona , questo è moltiplicato per un fattore proporzionale al carico familiare: coniuge e figli a carico più situazioni che contribuiscono ad appesantire l’economia familiare, quali la disabilità, la non autosufficienza, la monogenitorialità, la vedovanza, ecc. In questo modo si ottiene il livello minimo di reddito non tassabile della persona tenendo conto del suo carico familiare”. Tale meccanismo può essere applicato senza problemi ad ogni livello: da quello comunale a quello nazionale, perché “esso è ricavato da una scala di equivalenza che tiene realmente conto del numero di persone a carico (moglie e figli) e delle situazioni che gravano sulla famiglia (disabilità, non autosufficienza, monogenitorialità, vedovanza,...). Il prodotto che si ottiene è la ‘No Tax Area’, all’interno della quale l’aliquota da applicare per le imposte è pari a zero. Superata questa deduzione, si applicano le aliquote progressive normalmente previste”. Quindi il ‘Fattore Famiglia’ è semplice, perché facilmente attuabile dalla pubblica amministrazione, comprensibile dal cittadino e utilizzabile per la misurazione della povertà multidimensionale; giusto, perché legge i bisogni reali delle famiglie in modo più informato e consente confronti tra famiglie più accurati praticamente a parità di spesa amministrativa; equo, perché offre ai sindaci uno strumento che incentiva a rivelare le informazioni corrette e permette di identificare con un elevato grado di confidenza coloro che dichiarano informazioni non veritiere. Ed evita all’amministrazione comunale di ricorrere ad elargizioni non dovute, senza un vero sistema di controllo, facendo passare per giustizia quella che in pratica è elemosina, minando le basi costitutive della famiglia stessa. Spero che l’amministrazione comunale abbia a cuore le sorti della famiglia e nel prossimo bilancio preventivo prenda seriamente in considerazione l’adozione del ‘Fattore Famiglia’.
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