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"Terre in Moto Marche" dà il benvenuto al premier Conte: "3 anni di nulla e macerie" (FOTO)

"Terre in Moto Marche" dà il benvenuto al premier Conte: "3 anni di nulla e macerie" (FOTO)

Il 26 ottobre è un giorno simbolico per chi ha vissuto sulla propria pelle il sisma 2016/2017 perché proprio oggi, tre anni fa, fortissime scosse colpirono l’Appennino. Oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà ad Ancona e questa notte "Terre in Moto Marche" ha voluto dargli il benvenuto affiggendo dei messaggi chiari, nel capoluogo come in altri comuni dell’Appennino, in cui si certifica - anzi si autocertifica – lo stato delle cose nel cratere: "Autocertifico: 3 anni di nulla e macerie, 4 governi: sappiamo chi è Stato" (vedi foto sotto). 

"D’altra parte nel recente (ennesimo) Decreto Sisma varato proprio in settimana è stato introdotto lo strumento dell’autocertificazione. Noi non abbiamo voluto perdere tempo e abbiamo utilizzato immediatamente questa utile semplificazione per dire alcune cose" sottolineano i rappresentanti della rete "Terre in Moto Marche".

Nata nel territorio colpito dal sisma 2016/2017, la rete "Terre in Moto Marche" è intervenuta negli ultimi tre anni - congiuntamente ad altre associazioni, comitati e singoli - in merito alle problematiche relative alla gestione paradossale del post-terremoto, alla ricostruzione assente e ai molti tentativi speculativi tutt’ora in corso di progettazione.

In merito al recente decreto legge sul sisma promulgato il 24 ottobre scorso, i rappresentanti di "Terre in Moto Marche" dichiarano che: "È inammissibile lo stato in cui versa il territorio. I quattro governi che si sono succeduti fino ad ora (e tutti i partiti politici che ne hanno fatto parte) hanno creato una serie di strumenti completamente inadatti alla gestione della situazione. Non accettiamo che a fronte della ricostruzione assente vengano avallati, progettati, realizzati, interventi speculativi che danneggiano ulteriormente il territorio già in ginocchio. I terremotati non possono essere usati solo come strumento di campagna elettorale o come termine di paragone per speculazioni politiche al fine di attaccare altre fasce più deboli della popolazione. Non accettiamo l’applicazione delle Leggi Sicurezza (votate anche da parte dell’attuale maggioranza e tutt’ora in vigore) che colpiscono proprio chi vorrebbe far valere i propri diritti protestando legittimamente contro lo stato in cui versa il territorio. L’ennesima proroga dello stato di emergenza certifica il fallimento di quanto fatto fino ad ora".

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