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Sisma Centro Italia, gli ingegneri non ci stanno: "Pronti a rinunciare agli incarichi"

Sisma Centro Italia, gli ingegneri non ci stanno: "Pronti a rinunciare agli incarichi"

I delegati della Rete delle Professioni al Tavolo Tecnico Sisma esprimono forte disappunto sulla recente decisione della Commissione Bilancio della Camera di non inserire il pacchetto di misure per le zone terremotate nel dl 'Rilancio'. 

Dopo quattro anni passati a riproporre sempre le stesse istanze, a ricevere (solo a parole) apprezzamenti per le significative modifiche richieste, riscontrando puntualmente risposte negative, la Federazione Ingegneri (Feding, ndr) Marche rompe gli indugi e rivolge un duro attacco alle istituzioni nazionali. Tutti continuano a domandarsi perché la ricostruzione non decolli ma nessun governo è pronto a dare risposte.

“Abbiamo lavorato con il Commissario Straordinario Giovanni Legnini sulle misure volte a coniugare il nuovo “sisma bonus” con il contributo alla riparazione delle case lesionate, sulla revisione dei compensi per le maggiori responsabilità che ci assumiamo e su altri punti indispensabili a far decollare la ricostruzione dopo il terremoto del 2016 – precisano i rappresentanti dei tecnici marchigiani – . A fronte dell’impegno profuso dal Commissario, che comunque ringraziamo per essersi fatto portavoce presso il Governo delle tante necessità e delle tantissime criticità da rimuovere riscontriamo però, per l’ennesima volta, un esito negativo che ci conferma che del Cratere Centro Italia, evidentemente, non interessa a chi da Roma amministra le politiche del Paese”.

"Purtroppo la ricostruzione sembra essere diventata terreno di scontro politico, all'orizzonte non vi è nessun un progetto a medio e lungo termine - sottolineano gli ingegneri marchigiani -. Nell’ultima modifica al Decreto 189, apportata alla fine dello scorso anno, si è spacciata come “semplificazione” l’eliminazione delle attività istruttorie degli Uffici Speciali della Ricostruzione. Tutto ciò nonostante sia stata richiesta la “certificazione” dei progetti da parte dei tecnici, senza prevedere un maggior compenso a fronte delle maggiori responsabilità. Un problema che poteva essere finalmente risolto con uno degli emendamenti non accolti".

“Abbiamo subìto anche questa decisione pur continuando a operare - aggiungono -, però deve essere chiaro che neanche un elaborato è stato eliminato dall’elenco di quelli minimi, anzi c’è stato un ulteriore aggravio. Se si vuole che la situazione si trascini ancora, invece di procedere speditamente, si continui pure così, alimentando burocrazia, senza dare stabilità e poteri alla struttura commissariale, assegnandoci responsabilità sempre maggiori e facendoci lavorare senza un equo compenso. Non si vuole ascoltare i tecnici? Non ci rimane che rinunciare agli incarichi”.

In attesa di una forte presa di posizione della politica regionale nei confronti di un governo che poco o nulla ha fatto sul sisma, oltre agli annunci, Feding Marche rimette tutto nelle mani degli amministratori: “Ci pensi il governo a risolvere anche questo problema – è la richiesta incalzante  dei rappresentanti degli ingegneri marchigiani  non più disposti a sottostare a ulteriori temporeggiamenti e dilazioni -. Serve una svolta definitiva, non lo chiediamo per noi, lo chiediamo per le popolazioni e per i territori che stanno subendo un aumento dei danni che sono già considerevolmente superiori a quelli prodotti dal sisma”.

 

 

 

 

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