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Macerata, il Prefetto: "Le aziende stanno ben rispondendo ai controlli, attenzione alle infiltrazioni mafiose"

Macerata, il Prefetto: "Le aziende stanno ben rispondendo ai controlli, attenzione alle infiltrazioni mafiose"

Prefettura di Macerata, Camera di Commercio Marche, Associazioni di categoria e sindacati in call conference per fare un punto della situazione sull'attuazione del DPCM 22 marzo 2020 e per verificare la conformità a quanto previsto nell’art. 1 del del decreto e delle comunicazioni pervenute fino ad oggi.

L'approccio metodologico, illustrato dal Prefetto Iolanda Rolli in apertura di riunione, è stato preceduto da una analisi volta da un lato alla ricognizione delle attività produttive, operata grazie al contributo della Camera di commercio, che ha fornito un panorama completo e chiaro del tessuto produttivo del territorio, dall’altra all’accertamento dei codici  Ateco contenuti nell’all.1 al DPCM 22 marzo 2020, successivamente modificati con DM MISE 25 marzo 2020.

Dai dati della Camera di commercio delle Marche sono più di 24.000 le imprese della provincia di Macerata che, rientrando in una delle fattispecie previste,  possono proseguire regolarmente la propria attività lavorativa. La prefettura di Macerata sulla questione ha, inoltre, già ricevuto poco più di 300 comunicazioni da parte di imprese che dichiarano di svolgere attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1 del DPCM 22 marzo, come modificato dal DM MISE 25 marzo u.s., nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali e di queste 130 sono state già definite senza elementi ostativi. Numerosissimi, poi, sono stati i quesiti concernenti l’esatta applicazione della nuova normativa.

Con l'obiettivo di favorire una trattazione veloce delle domande, è stato istituto un gruppo di lavoro interno, che si avvale del più ampio bagaglio di competenze e informazioni possedute dalla Camera di Commercio e della attività di controllo svolta dal Corpo della Guardia di Finanza che è direttamente coinvolto nel puntuale esame delle comunicazioni.

Nella maggior parte dei casi, le comunicazioni sono state ritenute documentate e motivate. Nei casi dubbi sono stati chiesti chiarimenti e integrazioni o disposti mirati controlli.

"Devo dare atto - ha sottolineato il Prefetto - della grande serietà e del senso di responsabilità delle aziende della provincia che emergono dalle istruttorie finora svolte: nessuna richiesta è risultata essere in contrasto con le disposizioni governative. La maggioranza delle dichiarazioni è congrua con le attività ammissibili, svolte e soprattutto legate alle filiere dell'agroalimentare, del commercio e dei trasporti.

La Prefettura sta producendo un grande sforzo per vagliare in tempi eccezionalmente compressi tutte le comunicazioni e per fornire rapidamente un riscontro. In ragione del significativo numero delle “comunicazioni” già pervenute, non poche delle quali inevitabilmente da integrare secondo le indicazioni contenute negli appositi moduli, si è ritenuto di fornire ulteriori chiarimenti predisponendo un vademecum utile alle imprese. Tutto ciò, oltre ad essere stato diffuso agli organi stampa, è stato da subito pubblicato sul sito web dalla Prefettura e nell’odierna occasione è stato raccomandato a tutti i rappresentanti delle categorie presenti di richiamare l’attenzione sulle corrette modalità di presentazione delle comunicazioni.

Il Gruppo di lavoro valuta con la massima attenzione le dichiarazioni, al fine di garantire l’imprescindibile esigenza di salvaguardia della salute pubblica e della continuità dei processi produttivi, ma anche della garanzia dei livelli occupazionali e delle condizioni di lavoro dei dipendenti".

Il Prefetto ha assicurato che verificherà, con mirati accertamenti svolti dalle Forze di Polizia e dalle amministrazioni competenti, il rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela dei lavoratori dal pericolo del contagio Covid-19, anche alla luce del protocollo sottoscritto lo scorso 14 marzo.

Per questo continuano sempre più serrati i controlli di polizia sul territorio, arrivando a superare i 43.000 interventi (ad oggi sono 22.281 le persone e 19.688 le attività economiche controllate).

Il direttore di Confindustria ha assicurato l'impegno dell’associazione a supportare le aziende nell’attivazione degli ammortizzatori sociali messi in campo per affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19 chiedendo, poi, una corsia privilegiata per gli investimenti nell’area del cratere.

Durante la videoconferenza il rappresentante della Coldiretti ha chiesto chiarimenti in merito all’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di prodotti agricoli e alimentari.

In tale situazione, come in molti altri casi, si può far riferimento alle F.A.Q. pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”, consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice ATECO “0.1.”, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore.

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di monitorare in modo stringente le attività nei settori essenziali, al fine di tutelare al massimo la salute dei lavoratori coinvolti, e hanno garantito la disponibilità a collaborare indicando le situazioni di mancata applicazione del protocollo di salute e sicurezza sottoscritto lo scorso 14 marzo.

“Un altro tema particolarmente importante, sul quale è già in atto, per le attività collegate alla ricostruzione, un confronto costante con le parti sociali e con gli Istituti di credito - ha aggiunto il prefetto - è quello delle possibili infiltrazioni. Nelle pieghe delle difficoltà economiche delle aziende del territorio, causate dalla situazione emergenziale per il contagio Covid-19 potrebbe tentare di infiltrarsi la criminalità organizzata di stampo mafioso per incrementare illegalmente i propri profitti”.

“In questa direzione è stata già chiesta la massima attenzione ai vertici della Questura, del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Comando Provinciale della Guardia di finanza. Ma possono rivelarsi estremamente preziosi anche i contributi informativi delle associazioni delle categorie produttive e delle organizzazioni sindacali. Un contributo che può essere determinante al fine di intercettare precocemente le tendenze evolutive dei fenomeni criminali di tipo mafioso nella fase emergenziale e post-emergenziale, proprio in considerazione della capillarità e della capacità diffusiva che loro posseggono”.

A seguito del positivo esito dell'incontro da remoto, il prefetto ha proposto un nuovo incontro per un approfondimento sul tema degli ammortizzatori sociali e per verificare l’andamento dei pagamenti e più in generale della situazione. 

 

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