Porto Potenza Picena e le sue botteghe: uno specchio sui cambiamenti della nostra società
Questa settimana la nostra rubrica non prende in considerazione un mestiere in particolare ma descrive la situazione commerciale di un paese come Porto Potenza Picena, un piccolo borgo che potrebbe essere il simbolo di quello che succede nel resto del mondo.
La discussione è nata da un post sul gruppo Facebook Potenza Picena e Porto Potenza Speakers' Corner di un cittadino che lamentava:
"[...]Il paese offre sempre meno. Parlo ovviamente di Porto Potenza ma sono certo che Potenza Picena non sia meglio. Ed allora sono andato a ricercare i dati della Camera di Commercio relativi al nostro Comune: un pianto. Dal 2009 ad oggi abbiamo perso il 30% delle imprese agricole, il 37% delle imprese manifatturiere, il 21% delle imprese di costruzione e il 10/11% del commercio che però ha mutato enormemente dai negozi alle case".
Cristina del negozio di fiori Mamanonmama e Anna di Grandinetti Sport hanno le loro botteghe a Porto Potenza da tanti anni e non vedono la situazione tanto tragica: "Di Porto Potenza si dice sempre che sia morta ma non è vero, è un diamante grezzo che va tirato fuori e scoperto. Non c'è stata una moria ma una selezione naturale, quel che c'è è di qualità. Resiste chi mantiene alta la qualità e dà il massimo: i negozi che sono rimasti ci mettono l'anima per essere al passo con i tempi".
"Io, a distanza di 10 anni che ho l'attività qui e 23 che vivo nel Comune, non lo cambierei per nulla al mondo" dice Cristina.
Porto Potenza è cambiata tantissimo negli anni, prima c'erano sopratutto piccole attività familiari. Oggi quelle intorno a Piazza Stazione sono tutte storiche, in quanto si trovano lì da più di 50 anni: le gelaterie Giorgetti e Paoletti, il negozio di elettronica Giampaoli.
Al contempo alcuni esercizi commerciali presenti 50 anni fa non ci sono più. L'evoluzione ha tagliato sotto certi aspetti i lavori e, sopratutto a Potenza, non ci sono più le botteghe della sarta e del falegname. E' mancato il ricambio generazionale, non ci sono più figli che hanno continuato le attività. Per esempio il fornaio: quanti ragazzi hanno voglia di alzarsi alle 2 di mattina e mettersi a fare il pane?
Più recentemente al porto hanno chiuso due librerie, un'erboristeria e Imago, celebre fotografo del posto che ha rinunciato allo studio visto che non si sviluppano più rullini fotografici ma si richiedono servizi di shooting e matrimoni. Allo stesso tempo hanno aperto altre imprese come quella di fiori di Cristina e la Bluma Viaggi.
"C'è stata un evoluzione del commercio a cui non tutti sono stati capaci di andare incontro - spiega Anna -. Non esistono più il parrucchiere e la parrucchiera ma un salone dove si cura il lato estetico a 360°; non esiste il tabaccaio ma Enrico Giorgetti dove puoi fare le fotocopie, mandare i fax, prendere le marche da bollo e prendere le sigarette, chi ha voglia di andare avanti è andato in questa direzione. Giampaoli è partito con il nonno che riparava le macchine da cucire, cambiava le lampadine e ora vendono elettronica e fanno di tutto".
"C'è stato anche un cambio delle aziende che vendono, ora sono multinazionali e devi andare negli showroom a Milano, Roma o Ancona per vedere marchi come Lacoste, Adidas, Nike; una volta avevi la società che produceva, lavorava e vendeva in Italia e veniva il 'viaggiatore', così lo chiamava mio padre, che arrivava in negozio a mostrarti la merce" aggiunge Anna, ripescando nei suoi ricordi.
"Una parte dei miei clienti è fidelizzata e si fa guidare dal mio consiglio, ma l'altra fa richieste specifiche che ha trovato facendo ricerche su Internet. Ci si aspetta che io abbia il pezzo che si trova sul sito ufficiale. E' l'evoluzione e non puoi rimanere indietro. In alcuni casi il cliente è fin troppo preparato. Noi commercianti dobbiamo stare al passo con i tempi, non tutti ci riescono. Il commercio è cambiato negli spostamenti, prima non c'era il centro commerciale e per certi articoli c'è una sofferenza. E poi c'è Internet. Il mio negozio è su tutti i social grazie al supporto dei miei nipoti, abbiamo anche l'e-commerce. Ma il passaparola è sempre la pubblicità più grande e di effetto".
"Se vieni da Grandinetti trovi un grande assortimento di prodotti, grazie a una scoperta costante e continua dei fornitori, cura delle vetrine, la cordialità e il servizio" conclude Anna.
"La clientela è esigente e su Internet vede tutto - dice Cristina -. Gli sposi ti portano ad esempio le foto di Pinterest, non si rendono conto di quanto possa costare un determinato tipo di allestimento. Sta a te fioraio far capire che cosa vuol dire fare quel lavoro. Se il cliente vuole una cosa devi avere la possibilità di dargliela. Il mercato è aperto a tutti e ognuno ha il suo modo di lavorare ma quando mi guardo alle spalle e mi rendo conto che 10 anni fa sono partita da zero, non ero nessuno e non mi conosceva nessuno. Ora invece ho un negozio più grande, una collaboratrice nell'organico, investo nei social e la gente apprezza."
Porto Potenza Picena ha tante possibilità e camminando, di vetrine buie, non se ne vedono molte. Si tratta di un piccolo centro su cui si può continuare a investire, in maniera diversa rispetto agli estremi di Civitanova Marche e Porto Recanati, puntando sull'aspetto più intimo e familiare.
A livello di proposte e iniziative, risponde sempre presente: la città è morta solo se tu vuoi vederla così.
Esattamente come per i mestieri di una volta, dobbiamo ritrovare ciò che ci appartiene.
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