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Pista ciclabile Civitanova-Foligno, Feliciotti: "Un progetto che connette, qualifica e salvaguarda l'ambiente"

Pista ciclabile Civitanova-Foligno, Feliciotti: "Un progetto che connette, qualifica e salvaguarda l'ambiente"

"E’ ovvio che la comunicazione ha la sua importanza ma è altrettanto ovvio che tutti si riempiono la bocca di ricostruire la società e l’economia oltre alle case".

Così Giampiero Feliciotti, Presidente Unione Montana Monti Azzurri

"Allora veniamo al dunque: da due anni 8 comuni hanno sottoscritto un protocollo di intesa eleggendo capofila l’Unione Montana dei Monti Azzurri che finalmente dopo una serie di incontri con gli 8 comuni che hanno compartecipato alla spesa si è potuto appaltare la progettazione. Va ricordato che nel febbraio 2016 si sono riuniti tantissimi sindaci da Civitanova a Macerata ad amandola fino a Foligno intorno ad un progetto piu generale chiamato “Quadriciclo” per un diverso stile di vita, rivolto alla condivisione sociale ed economica, rigenerativo e non distruttivo di risorse. Una “economia circolare” bagnata di concretezza, ecosostenibilità, forte innovazione e valore aggiunto umanistico e culturale. Tutt’altro che rinunciatario e, anzi, in grado di cogliere la capacità di liberare energie negli anni della crisi sistemica. Se dunque dobbiamo mantenere, e anzi migliorare, le condizioni di vita e di offerta culturale ed economica, la crisi dovrà praticare comportamenti ergonomici e virtuosi, anche guardando alla cultura contadina e marinara: sacrificio ma anche innovazione, essenzialità e spirito ospitale dei lieti colli. Un approccio “disruptive” dunque, di necessaria “distruzione creativa” che si riverbera anche nell’equilibrio marchigiano delle “qualità soffuse” che devono contemperare mobilità, ospitalità turistica e qualità di borghi e città, dalla costa all’interno, senza soluzione di continuità, essendo un insieme tipologicamente variegato dello stesso volto".

Tale lavoro di rilettura costruttiva e innovativa – necessario in senso generale -richiede un’idea strutturante forte, che dia risposta ai temi proposti, secondo una chiave riconoscibile unitaria. Che cosa si propone?

"In questa sede, l’approccio passa attraverso il camminare e l’uso della bicicletta. E dunque si propone una “Dorsale ciclopedonale, dal mare agli Appennini: una spina dorsale da Civitanova Marche a Macerata ad Amandola a Porto San Giorgio, che guardi il raccordo con le reti esistenti dell’Italia centrale e dunque giunga a Foligno, legando identità culturali e turistiche affini. Un elemento che connetta, qualifichi e generi opportunità di salvaguardia ambientale e valorizzazione economica, muovendo da attrattività turistica slow, identitaria e di eccellenza schematizzando una prima dorsale ciclopedonale".

Come si raccorderà tale dorsale?

"Tale dorsale si raccorderà a sua volta con la rete, frammentata e non ancora di sistema, esistente nei territori limitrofi, fino all’obiettivo finale di alcune centinaia di chilometri di rete fruibile aggiuntiva e ottimale (oltre Km. 400). Sarà dunque una estensione complessiva sufficiente per una attrattività di livello internazionale di vacanza slow bici/pedonale - grazie alla ricchezza e alla qualità di offerta naturale, culturale, artistica e certamente ricettiva e ristorativa esistente.Ma sarà anche una risorsa concreta di mobilità efficiente e di qualità urbana e sociale per le comunità locali, nei tratti urbani attraversati, sia nella città consolidata che nelle periferie in cerca di animazione sociale e identitaria".

Dove sta l'originalità della proposta?

"L’originalità della proposta, rispetto alle iniziative qualificate già intraprese nel territorio, è nella creazione di un sistema a rete esteso, ragionevole nei costi e nelle modalità di gestione, con presupposti condivisi di valorizzazione ambientale (peculiarità paesaggistiche e floro-vegetazionali, superamento dell’uso dell’automobile, anche grazie ai percorsi attrezzati e alle tecnologie delle biciclette a pedalata assistita, efficienza energetica, grazie alla gestione intelligente dell’energia nei percorsi e negli edifici pubblici coinvolti, finalità turistica “soffusa”: arte, architettura, culture materiali e socialità, innesco per attività rurali innovative e start up collegate".

Come sono state definite le aree coinvolte?

"Le aree allo studio inizialmente coinvolte in tale “scenario marchigiano” muovono da alcuni punti sufficientemente definiti: la costa con Civitanova Marche naturale crocevia tra le piste ciclabili costiere esistenti (e in progetto) e la dorsale interna, la ciclabile “Via delle Abbazie” che, con le necessarie integrazioni, conduce da Santa Maria a Piè di Chienti fino alle pendici di Macerata, Macerata con il suo Progetto di “Città dei parchi e Ville storiche a due ruote”, la connessione con l’Abbazia di Fiastra, l’area archeologica di Urbisaglia, fino a “Le Macchie” secondo un progetto già avanzato, quindi lambire San Ginesio fino a Sarnano, raggiungendo Amandola, l’uso ciclopedonale della linea ferroviaria dismessa che arriva a Porto San Giorgio, chiudere dunque questa innovativa “Quadrilatero ecosostenibile e del loisir” grazie ai collegamenti ciclabili di Porto Sant’Elpidio e quindi di Civitanova Marche e infine ipotizzare lo sviluppo fino a Foligno, secondo reti sentieristiche ad oggi meno utilizzate ma, proprio per questo, di più facile riconversione. Da qui il primo nome di “Quadriciclo, cammino ciclabile ecosostenibile e del loisir”, ad evocare una” infrastruttura hard”, riletta però in chiave soft. Analogamente al fortunato esito del G.R.A.B. di Roma: Grande Raccordo Anulare della Bicicletta. Come detto, a tale asse portante si connetterebbero quindi i diverticoli, spesso usati e in funzione, esistenti nei territori. Con un solo esempio più volte finanziato dalla UE e che ha ricevuto riconoscimenti internazionali, abbiamo i “Paesaggi d’acqua”, nei comuni di Gualdo, Penna San Giovanni e Sant’Angelo in Pontano, per oltre 60 chilometri di strade bianche che interconnettono cammini, fonti, mulini e aree attrezzate".

Sulla messa in sicurezza di queste strade che cosa ci dice?

Si tratta di un “cammino ciclabile”, ragionevolmente messo in sicurezza ma non legato agli obblighi del codice della strada per le ciclabili urbane. Dunque una scelta promiscua e valida per almeno due ordini di motivi. Il costo eccessivo di adeguamento ai vincoli del codice della strada per lunghe tratte. Ciò può riguardare tratti urbani o di elevata pericolosità ma non la rete estesa rurale e l’estrema monotonia delle piste ciclabili urbane, che “addomesticano” eccessivamente i percorsi perdendo le qualità paesaggistiche presenti, impedendo l’avanzamento affiancato, la sosta non prevista.

 

Quindi secondo lei l'indirizzamento della Regione di un finanziamento verso questo progetto è corretto?

In questo panorama di impegno previsionale avanzato, io credo che la Regione abbia per una volta indirizzato un primo finanziamento a sostegno di un avanzato studio di fattibilità che proviene da una attenta analisi di tanti Comuni che hanno condiviso il motore di ricerca per lo sviluppo possibile e già peraltro in atto per i piu’ attenti osservatori degli indici di gradimento del turista. Visto il numero dei Comuni interessati e l’uniformità del progetto di sviluppo appare l’unico modo di investire per una ripartenza che abbia una ricaduta certa e immediata. Basta fare cattedrali nel deserto senza satisfacion reale in economia.Non a caso questo gruppo di comuni (da Civitanova a Foligno passando per altri 5 comuni dell’ascolano avevano già partecipato ad una call della UE non arrivata in porto solo perché era Urban mentre la maggior parte dei comuni era Rural). Avendo la Regione anticipato propri finanziamenti per le scuole ed altro non vedo lo scandalo di un investimento su una progettualità in stato avanzato né mi risulta altri tipi di progettazione condivisa da altre parti con cui poter competere. Cavalcare questa tigre a scopi politico-denigratori appare fuorviante e soprattutto mette in luce la carenza di programmazione unitaria dei vari territori in un momento che ci vede tutti impegnati nella formulazione dei PIL con i Gal in modo coeso e sinergico per la completezza del progetto di sviluppo e l’unitarietà territoriale. D’altronde la Regione avrebbe potuto reintroitare i fondi anticipati per scuole ed altro , destinarli alla ripresa del turismo eppoi finanziare questo progetto: per una volta che ha fatto la scorciatoia premiando una seri di enti che si sono messi insieme, c’è la ricolta degli spendaccioni casuali: occorre osare per qualificare una politica di risultato e non di opportunismo. Per una volta mi trovo ad elogiare una scelta avanzata di un ente cui addebito molti problemi.

 

 

 



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