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Paolo Crepet sulle 'donne vegane': "Ma che ci si fa con una così?". Una polemica che apre a un'ulteriore questione

Paolo Crepet sulle 'donne vegane': "Ma che ci si fa con una così?". Una polemica che apre a un'ulteriore questione

Le dichiarazioni dello psichiatra Paolo Crepet sui vegani, in particolare sulle 'donne vegane', durante un evento pubblico hanno instillato un moto frenetico delle dita sulle tastiere. Le sue parole sono state riprese da un video pubblicato sul canale YouTube 'Love for Life' e hanno scatenato una bufera di polemiche sui social media, dove molti utenti lo hanno accusato di essere disinformato, sessista e specista.

Nella fattispecie queste sono state le parole dello psichiatra e sociologo torinese: “Meno male che sono fuori dai giochi da anni", afferma Crepet nel video. "Inviti una ragazza a cena e questa mangia miglio... Neanche condito con il balsamico, ma con l’aceto di mele... Ma che ci si fa con una così? L’amore? Ma a quella le viene in mente che dopo le vengono le occhiaie. Chissà che si inventa...Moriremo eleganti".

Tra i principali critici di Crepet spicca Selvaggia Lucarelli, che ha condiviso il video su Twitter accompagnandolo con un commento sarcastico: "Donne vegane= donne inscopabili che inventano cose e mangiano miglio. 'Che ci fai con una così'. Parola di Crepet”. La giornalista ha poi aggiunto: "Se servisse a non avere niente a che spartire con Crepet diventerei pure fruttariana".

Si potrebbero addurre numerose critiche e decostruzioni all’’ideologia’ pseudo provocatoria crepetiana, la quale sembrerebbe non aver prestato troppa attenzione alla bibliografia che ha cambiato la visione degli studi antropologici e sociologici degli ultimi decenni. Si potrebbe argomentare che le affermazioni di Crepet ignorino l’ottica del relativismo e siano affezionate alle categorie dell'assoluto.

In altre parole, molti giornali in questi giorni hanno definito le sue uscite il frutto di una visione stereotipata e per nulla rispettosa verso chi adotta una dieta vegana, in questo caso connotata anche al femminile. Affermazioni che trascurano dunque la diversità e la complessità del reale nelle sue declinazioni sociali, di genere, di orientamento e non ultimo alimentari.

Premettendo che l’ironia è un filtro di vita essenziale, queste dichiarazioni sembrano esserne carenti e assumere più dei tratti di una comicità spicciola che pone un interrogativo su una raffinatezza d’animo, non solo estetica, perduta o mai pervenuta.

Tuttavia, questa diatriba mediatica e giornalistica apre a un’altra questione che forse è sottostante alle tematiche sopra menzionate: il modo attraverso cui un fatto viene trattato nel panorama della comunicazione nazionale. C’è una trasformazione degli accadimenti in ‘trend’ e in mode del momento che dominano completamente le reazioni e la coscienza collettiva delle persone le quali, inevitabilmente, si infiammano e dimenticano di notizia in notizia. 

È in quest’ottica che anche un commento pungente, sostanzialmente fondato, della Lucarelli sortisce poco effetto, fa un giro quasi a vuoto, cadendo nella facile dinamica, di "reazione azione". Un meccanismo critico che sembra mimare il terzo principio della fisica per cui:

"se un corpo A agisce con una forza su un corpo B il corpo B reagisce sul corpo A con una forza che ha la stessa intensità e direzione, ma il verso opposto".

Dunque, una risposta che sembrerebbe solamente il corrispettivo opposto della battuta di Crepet. In questo modo non solo la giornalista è rimasta nello stesso identico ambito discorsivo impostato dal sociologo ma, paradossalmente, ha confermato anche la sua visione comune e stereotipata su questioni che invece chiamano a gran voce l’uscita da quest’ultima.

Allora occorrerebbe chiedersi: come fare se una parte non trascurabile delle battaglie femministe adotta proprio questa dialettica, tutt'altro che eversiva e in parte anche autosabotatrice? D'altronde un famoso filosofo e sociologo francese, Michel Foucault, negli anni '70 ha parlato dei pericoli che si accampano dietro al concetto e alla pratica del "discorso".

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