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Nuova sede delle scuole superiori di Tolentino, intervento dell'architetto Sensini

Nuova sede delle scuole superiori di Tolentino, intervento dell'architetto Sensini

Dall'architetto Mario Sensini riceviamo

Lo scorso 20 marzo in Ancona, tra il Vice Commissario presidente della regione Marche Ceriscioli, il presidente della provincia di Macerata Pettinari e il sindaco di Tolentino Pezzanesi, è stato sottoscritto un accordo finalizzato alla realizzazione in località “zona Pace” di Tolentino di un campus dedicato alle scuole secondarie di II grado le cui sedi in centro storico sono state dichiarate inagibili. Sembrerebbe il coronamento dell’iniziativa sostenuta da uno specifico comitato di professori e studenti dei Licei di Tolentino come emerso nell’assemblea autogestita del 10 febbraio scorso.

C’ero andato anche io a quell’assemblea, sollecitato da alcuni genitori, con l’intento di sottoporre all’attenzione dei ragazzi quell’idea che aveva guidato le scelte dell’amministrazione comunale di qualche anno indietro, quando si decise di mantenere la sede dei licei all’interno dell’area storica. Quell’idea un po’ visionaria, che anticipava in qualche modo il documento del MIUR sulle linee guida per le scuole innovative, aveva individuato nel centro storico tutte quelle condizioni necessarie per un modello di scuola innovativo basato su di uno stretto rapporto con l’urbano, una scuola intesa come nodo all’interno di una matrice di relazioni funzionali e spaziali che avrebbe permesso di valorizzare il centro storico come civic-center. La sede dei licei all’ex orfanotrofio faceva parte di quel programma, un programma solo in parte attuato, dove il rapporto scuola-città poteva contare sulla biblioteca di Palazzo Fidi, sul teatro Vaccai (allora pienamente funizionante) sui musei di Palazzo Parisani-Bezzi e San Gallo, sul Palazzetto dello sport, sulla Piscina.

Soprattutto poteva contare su quel pesante bagaglio di cui si faceva riferimento nel video proiettato nel corso dell’assemblea, video prodotto da un gruppo di ragazzi con “lo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di un campus scolastico atto ad ospitare le scuole superiori di Tolentino che attualmente sono inagibili. Le scuole sono la base della cultura e della formazione critica di ogni giovane cittadino”.

Una forte emozione nell’ ascoltare la voce narrante “Volevo volare come le rondini leggere che viaggiano senza bagaglio, ma il bagaglio ce lo avevo ed era anche pesante, dentro c’erano le colline pezzate da colture antiche, lo scricchiolio dei sanpietrini sotto i miei passi, il fruttivendolo e la carne dolce dell’uva, la profumeria che odora di rossetto della mamma, il porticato della piazza che vuole abbracciare i propri figli, il viso candido della basilica accarezzato dal primo sole, i vicoli storti che profumano di bucato e sugo al pomodoro, c’era il cielo con incollate poche nuvole di zucchero filato, e poi una mattina le montagne corsero verso il mare ……….”

Una eccezionale interpretazione della città storica, quella città storica da tutelare, anche dalle azioni devastanti del sisma, quella città storica da valorizzare e non da abbandonare “Sono un albero, siamo tutti alberi per questo non possiamo sradicarci “ con questa frase terminava il video dei giovani autori. Quella città storica che, forse con una visione troppo innovativa per allora, aveva accolto le sedi delle scuole superiori ma che nel corso degli anni si è caricata di uno sterile rapporto tra scuola e città gravato dal falso problema di gestione degli spostamenti, dall’assenza di percorsi protetti, dal rigoroso rispetto degli orari, riducendo così quell’idea innovativa in un semplice rapporto edificio-funzione all’interno dei suoi limiti fisici, per cui quella visione: “nel pomeriggio si studia in biblioteca” oppure “oggi tutti in piscina” oppure “assemblea d’istituto al Teatro” è rimasta solo nelle intenzioni; poi ci ha pensato il terremoto e quel vecchio edificio ha mostrato tutta la sua debolezza ed anche qualche cenno di cedimento, la paura ha fatto il resto.

In quell’assemblea, avrei sottoposto all’attenzione dei ragazzi quel modello, quel modello che nel video da loro prodotto, traspariva in ogni parola e in ogni nota, quel modello rimasto sospeso, ma, che presenta ancora tutte le condizioni per essere attuato, compresa la messa in sicurezza dell’ex orfanotrofio. Raccolsi l’invito dei ragazzi dell’autogestione rinunciando al mio intervento che sarebbe risultato fuori dal coro del comitato dei promotori che avevano organizzato l’incontro proprio per sostenere la realizzazione del “nuovo campus” abbandonando quel modello che avrebbe offerto al comune di Tolentino una nuova occasione scaturita dall’ipotesi di costruire una palestra sopra al parcheggio “Matteotti”.

Una nuova occasione per Tolentino: città laboratorio della modernità che l’Amministrazione comunale, di sicuro inconsapevolmente, nell’ambito di un Accordo di programma con la Provincia di Macerata, aveva individuato, nel tentativo di risolvere un problema (dotare la scuola collocata in un antico edificio del centro storico di una palestra), un percorso e una soluzione spaziale che presentava tutte quelle caratteristiche che gli addetti ai lavori collocano all’interno della definizione “spazi innogenetici”, cioè spazi che producono innovazione, spazi che sono all’origine di un continuo rinnovamento di conoscenze - specialmente di carattere tecnologico - spazi altri, spazi aggiuntivi, spazi sovrapposti. Un percorso pedonale in quota di appena 200 metri, tra gli alberi di piazza dell’Unità e dei giardini “John Lennon” per collegare la scuola con la nuova palestra - Una palestra sopra un parcheggio, una forma innovativa di rispondere alle esigenze di rispetto degli standard urbanistici del vecchio decreto interministeriale due aprile 1968 n. 1444.

Si poteva riscontrare, in quell’accordo di programma, la possibilità di individuare nella copertura del parcheggio “Matteotti”, il primo di quei possibili luoghi dell’innovazione dove intervenire con strategie progettuali capaci di innescare nuove esperienze e nuovi immaginari dell’ urbano caratterizzati da spazi pubblici sospesi tesi a reinventare le forme della città insieme al cambiamento dei modi di usare lo spazio. Nel mondo accademico è in corso, da diversi anni, un dibattito su questo tema e cioè sul tentativo reale di superamento dei principi e del linguaggio moderno verso il contemporaneo della quarta rivoluzione industriale. La materia è scabrosa ma intrigante: purtroppo il percorso scelto dall’Amministrazione comunale di Tolentino in accordo con la Provincia di Macerata e la Regione Marche non va nella direzione di coniugare i valori tramandati dalla tradizione della modernità (standard urbanistici – zoning – ecc.) con nuove forme dello spazio pubblico, si è preferito andare sul “facile”: un’area libera in pianura, pure collegabile alla ferrovia ….. In ogni caso, al di la dei comitati del SI o del NO, per il passaggio dalla città moderna alla città contemporanea, sarebbe auspicabile non perdere questa occasione per far misurare il mondo delle professioni su questo tema attraverso l’autopromozione di un concorso d’idee come forma di partecipazione a quel laboratorio della modernità che farebbe di Tolentino una piccola Singapore.

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