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"Nostro figlio adescato da una squillo transessuale, abbiamo paura che si prostituisca": la disperazione di due genitori

"Nostro figlio adescato da una squillo transessuale, abbiamo paura che si prostituisca": la disperazione di due genitori

Nostro figlio adescato da una persona transessuale che, “per lavoro”, si prostituisce. Ora dice di essere innamorato di lui e noi abbiamo paura che possa entrare nel giro della prostituzione”. È lo sfogo dei genitori di un giovane dell’entroterra marchigiano, maggiorenne, che da circa tre mesi ha una relazione con una prostituta.

In Italia, come in altri paesi, vendere il proprio corpo non è un reato. Lo diventa però ogni tipo di azione legata al favoreggiamento, allo sfruttamento e all’organizzazione del fenomeno in luoghi chiusi, come stabilito nel 1958 dalla legge Merlin. Con qualche semplice click infatti, chiunque (anche un minorenne) si può imbattere in un vero e proprio “mondo parallelo” in cui c’è chi vende il proprio corpo su piattaforme digitali che raccolgono migliaia di annunci di persone che “esercitano la professione”, principalmente in casa.

“Si sono incontrati in un locale del lungomare questa estate, durante una festa, e hanno preso una cosa da bere insieme. La prostituta ha invitato poi nostro figlio a casa. Lui ha accettato e da lì è iniziato tutto: un adescamento, a nostro parere, in piena regola – raccontano la donna e il marito -. La nostra paura però è che lui possa contrarre delle malattie ma soprattutto che possa iniziare a prostituirsi. Una squillo che conosce un ragazzo, cosa può volere? Compagnia? Amore? Noi non crediamo a tutto ciò.

Una preoccupazione reale quella della donna che trova riscontro nell’ultimo report (del 2018) che riguarda la situazione nazionale sulle malattie sessualmente trasmissibili, nello specifico l’Hiv. Nelle Marche le persone affette da Aids sono 1.243. In provincia di Ancona sono 379 (1,1 ogni 100mila abitanti), a Pesaro/Urbino 310 (0,8), a Macerata 209 (1,3), a Fermo 163 (0,6) e infine Ascoli Piceno dove i casi sono 187 (2,4). In totale nelle Marche i casi sono 1,2 ogni 100mila abitanti. Nel rapporto nazionale, viene evidenziato come il virus sia trasmesso per il 50,8% tramite l’uso di droghe iniettabili, per il 17,9% tramite rapporti omossessuali, per il 5,8% tramite rapporti eterosessuali e per l’1,1% con il sangue ed emoderivati. 53.361 sono i casi che riguardano il genere maschile mentre 15.564 quello femminile. Oltre all’Hiv ci sono poi la sifilide, l’epatite C e la gonorrea.

Tra i dati ufficiali però, molto spesso si nascondono quelli “ufficiosi” o “sommersi” che per vari motivi non trovano riscontro nelle statistiche. Secondo gli esperti c’è un 30/40% che non si sottopone agli esami medici e non sa di essere sieropositivo. Molte persone infatti, irregolari sul territorio nazionale, non eseguono determinati esami perché impossibilitate a recarsi in ospedale o in qualsiasi clinica privata per la mancanza di un documento ufficiale.

“Nostro figlio vive ormai da tre mesi con questa persona di cui non conosciamo nemmeno il nome – continuano i due genitori -. Lo vogliamo tirare fuori al più presto da questa storia perché il nostro timore, oltre al contagio di malattie, è che lui possa entrare nel giro della prostituzione. Ci siamo rivolti alle forze dell'ordine, perché pensiamo anche che la persona vicina a nostro figlio non risieda legalmente sul territorio nazionale, ma purtroppo, come stabilito dalla legge italiana, non è possibile fare nulla.”

“Come genitori siamo consapevoli che nostro figlio è maggiorenne e che per lavoro vive lontano da noi quindi possiamo fare ben poco per cercare di tirarlo fuori da questo brutto giro e soprattutto controllare ogni suo minimo spostamento – concludono i due genitori -. Speriamo però che rifletta su ciò che sta facendo della propria vita e si renda conto che si sta mettendo in una situazione che potrebbe diventare più grande di lui; ci rendiamo conto che sta diventando una persona diversa e la nostra più grande preoccupazione è che sia stato adescato da una squillo per poi prostituirsi a sua volta. Abbiamo anche contattato le autorità nazionali e mi auguro di ricevere una risposta nel più beve tempo possibile.”

Se nel caso specifico della vendita del proprio corpo non si incorre in un reato, diversamente accade se avviene il favoreggiamento alla prostituzione, il concretizzarsi cioè di  qualunque attività idonea a provocare favorevoli condizioni per l’esercizio della prostituzione.

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