Un giudice a Cagliari ha accolto il ricorso presentato dalla madre di due ragazze, 12 e 14 anni, che avevano chiesto ai genitori di farsi il vaccino per “tutelare la propria salute e quella dei soggetti deboli” e per “ tornare a una vita normale”. Ne è sorta una lite tra i due genitori: da un lato la madre delle ragazze favorevole alla vaccinazione delle figlie, dall’altro il padre, contrario perchè ritiene il vaccino non sicuro.
La vicenda è finita in tribunale.
Queste decisioni che attengono alla salute dei figli devono essere prese congiuntamente da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale.
Attualmente il vaccino anti covid-19 con il decreto-legge n. 44/2021 è obbligatorio in Italia unicamente per i professionisti e per il personale sanitario; d’altro canto il Consiglio europeo con la Risoluzione del 27 gennaio 2021 n. 2361, nega agli Stati di rendere obbligatorio il vaccino anti-covid.
La decisione su caso di Cagliari è giunta il 13 agosto. La giudice dopo aver soppesato entrambe le posizioni ha accolto il ricorso della madre ritenendo per le giovani “i benefici della vaccinazione” superiore ai rischi.
È avvenuto così che le ragazze hanno ricevuto la prima dose del vaccino.
In sostanza ill giudice ha ritenuto più corretta la scelta “conforme alla legge e all’opinione scientifica largamente dominante".
Un precedente si è verificato presso il Tribunale di Trento che, con decreto, in analoga situazione, ha stabilito che “il conflitto generatosi è fonte di plurimi fattori di pregiudizio per il minore. In primo luogo, in assenza della copertura vaccinale, vi è una maggiore esposizione al rischio di contrarre una malattia; in secondo luogo l’omessa vaccinazione si ripercuote negativamente sul percorso sociale-educativo del minore limitando la possibilità di accesso alle strutture formative; in terzo luogo l’esposizione quotidiana del minore al conflitto genitoriale ne pregiudica la crescita”.
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