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Macerata, la nuova discarica a Botonto? Il Comitato alza la voce: "La vallata va tutelata" (FOTO)

Macerata, la nuova discarica a Botonto? Il Comitato alza la voce: "La vallata va tutelata" (FOTO)

A Botonto e Cervare cresce la mobilitazione contro l'ipotesi di una nuova discarica nel territorio della Provincia di Macerata. La consulenza redatta dall’Università Politecnica delle Marche definisce una graduatoria, tra i vari siti papabili, in cui al primo posto è l’area Botonto e al quinto l’area Cervare.

Un gruppo di cittadini ha dato vita al Comitato No Discarica Macerata, raccogliendo in poche settimane oltre 950 firme e avviando una serie di verifiche tecniche e istituzionali. “Abbiamo saputo dai giornali che Botonto sarebbe il primo sito individuato per la realizzazione di una nuova discarica – affermano dal Comitato – e da subito ci siamo attivati. Abbiamo controllato gli atti, comunicato la nostra posizione al Sindaco e siamo in procinto di terminare un’analisi tecnica dettagliata”.

Proprio l’analisi condotta dai membri del comitato evidenzia una lunga serie di criticità. La prima riguarda la viabilità; le strade per accedere all’area non sarebbero adeguate a sostenere il transito dei mezzi pesanti previsti da un impianto di quel tipo; nel progetto si ipotizza il passaggio di numerosi autotreni (40 tonnellate) giornalieri lungo un percorso che interessa l’uscita della superstrada a Piediripa, via Bramante, semaforo incrocio Cimitero, via Pancalducci, Corso Cairoli, rotatoria Sferisterio, via Pantaleoni, via Della Pace, C.da Alberotondo e C.da Botonto; si tratta di strade con altissimo livello di traffico, che riguardano parte delle arterie principali della città e inoltre anche strade con elevata pendenza e ridotta larghezza della carreggiata; ma vi immaginate grandi TIR passare per Corso Cairoli, scendere alla Pace e girare sulla piccola strada di Contrada Botonto? Per allargarla si dovrebbe fare un lavoro esagerato con l'eliminazione di piante secolari; e se si volesse passare da un’altra parte, semplicemente la strada non esiste; le soluzioni previste non sono né realistiche né tantomeno realizzabili.

 

Altri aspetti trascurati riguardano la presenza di risorse idriche sotterranee, fossi e numerosi pozzi attivi, tra cui un pozzo utilizzato ad uso domestico, che verrebbero irrimediabilmente compromessi, con il rischio di danneggiare una vallata intatta e l’eventuale inquinamento del torrente Trodica; le aree risultano estremamente vulnerabili e soggette a fenomeni franosi, alluvioni o altri eventi meteorologici estremi, infatti ci sono terreni soggetti a frana; sono presenti numerose abitazioni e relativi residenti con caratteristiche architettoniche tipiche delle campagne maceratesi, recentemente riqualificate a seguito di importanti ristrutturazioni secondo gli attuali severi criteri antisismici ed energetici; la presenza di terreni circostanti tutti regolarmente coltivati, di numerose aziende agricole attive nella filiera biologica oltre a numerose strutture ricettive; le aree sono visibili da una zona molto ampia ed anche a distanze rilevanti, come Macerata, via Due Fonti, distanza circa 7,0 km; Macerata, via Della Pace, distanza circa 4,5 km; Macerata, via Braccialarghe, distanza circa 5,3 km; Macerata, parcheggio di via Paladini-Sferisterio, distanza circa 5,4 km; da un lungo tratto della Strada Provinciale 10 (Le Vergini-Morrovalle) e da un lungo tratto della Strada Provinciale Potentina; quest’ultime strade posizionate lungo territori caratterizzati dal tipico paesaggio delle campagne maceratesi fatto di piccoli appezzamenti estremamente curati e di crinali con ampia veduta panoramica, che ne fanno un “unicum” di elevato valore paesaggistico; in zona sono stati portati alla luce dei reperti archeologici che delineano un'area di interesse archeologico che si sviluppa in direzione nord-sud, partendo da c.da Madonna del Monte (Grotta Del Diavolo), passando in c.da Botonto e c.da Cervare (Stele Romana), arrivando fino in c.da Burella; le aree sono sostanzialmente adiacenti sia il Cammino Lauretano sia la via Ciclopendonale in fase di realizzazione e nelle immediate vicinanze del Seminario Diocesano Redemptoris Mater che riceve annualmente migliaia di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo.

Riassumendo, i molteplici aspetti sopra menzionati sono presi in considerazione solo marginalmente in quanto riguardano nello specifico solamente le zone ipotizzate senza andare a considerare quanto presente anche nelle immediate vicinanze, da cui emerge un’incongruenza tra la consulenza e ciò che vediamo ogni giorno sul territorio.

Secondo il Comitato, si tratta di una decisione che ignora completamente l’evoluzione vissuta dall’area negli ultimi anni. “Ci sono attività agrituristiche, coltivazioni biologiche, giovani famiglie che hanno scelto di vivere qui. Come si può non considerare tutto questo?”

Un altro elemento su cui viene chiesto chiarimento è la delibera comunale del 2021, con cui l'amministrazione aveva espresso la propria contrarietà alla realizzazione di una discarica nel territorio. “Quella posizione non trova riscontro nelle scelte recenti, e ci chiediamo perché? – sottolineano – È anche per questo che abbiamo voluto accendere i riflettori su quanto sta accadendo. I sopralluoghi sono stati effettuati dai tecnici universitari e il Comune di Macerata non ha partecipato per controllarne la regolarità”.

 

Il Comitato non si limita però alla sola opposizione. “Sappiamo che una protesta non è mai comoda – concludono – ma il nostro non è un no cieco. Vogliamo aprire un confronto costruttivo: perché puntare ancora sulle discariche? Perché non investire in tecnologie più avanzate? Non vogliamo che qui si chiuda un futuro che è ancora tutto da costruire". 

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