"Rivedere le norme dei Siti Natura 2000": intervengono Unione Montana e Cai
Dopo una serie di incontri con tutte le associazioni territoriali che sono portatrici di interessi, valutate le richieste attraverso una consulenza consolidata da più enti regionali ed anche dal Parco stesso, vale a dire lo Spinoff Terre.it di Unicam nella persona del Dott. Paolo Parna, si è convenuto in forma unanime di chiedere l’abrogazione di alcune parti delle norme previste per riproporle dopo aver ascoltato tutti i soggetti che invece dovevano essere ascoltati prima.
Come sostiene anche il Cai Nazionale che ha sollecitato l’intervento del Ministro sull’operato del nostro Parco, una gestione non partecipata e incentrata esclusivamente sulla tutela proibizionistica degli ecosistemi finisce per penalizzare residenti, operatori e fruitori della montagna e di conseguenza le fragili economie locali, che invece andrebbero sostenute e rafforzate, per contrastare efficacemente lo spopolamento e l'abbandono del territorio. In sintesi, tale prassi finisce per danneggiare lo stesso tessuto connettivo che dovrebbe sorreggere l'identità di un Parco, composto di un delicato e complesso equilibrio tra ecosistemi e presenza antropica, di fattori ambientali ma anche sociali, economici, culturali.
L’Unione Montana – sostiene il Presidente Giampiero Feliciotti – ha abbandonato l’idea di collaborazione con l’Ente di cui disconosce l’affidabilità verso le necessità delle popolazioni ed a cui addebita la perdita della materia prima – cibo - ed un danno ambientale e biologico circa l’abbandono per depressione degli agricoltori ultimi rimasti a favore di velleità di folcloristici personaggi appassionati di lupi istrici e cinghiali.
Ora a tempi scaduti, un ente che da anni avrebbe dovuto provvedere a tali regolamentazioni, all’improvviso e solo perché l’Europa ha aperto per le marche una infrazione, butta sul tappeto norme improvvisate di grave pregiudizio per l’economia locale.
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