Il legume dimenticato: pisello di Montesanto certificato biodiversità regionale
Per oltre cinquant’anni non è stato più coltivato cadendo nel dimenticatoio e in molti pensavano che ormai di quel particolare legume, frutto del microclima delle vallate potentine, non ve ne fosse più traccia. Poi, qualche anno fa, riprendendo il filo della storia e delle tradizioni locali l’associazione Centro Culturale Aps unitamente all’amministrazione comunale di Potenza Picena, tramite gli assessori Paolo Scocco e Tommaso Ruffini, hanno voluto avviare un lavoro di ricerca che ha portato a scovare nelle campagne di Montecanepino l’unica persona che aveva ben pensato di conservare negli anni il prezioso seme del “pisello di Montesanto”: la signora Viola Meschini.
Da qui è partito un complesso iter che ha portato alla recente certificazione di biodiversità regionale e la nomina dell’azienda agricola “Mamma Viola” di unico custode riconosciuto di questo seme. In questi giorni si sta svolgendo la raccolta e la sgranatura del pisello di Montesanto coltivato esclusivamente da Fabrizio Meschini e dalla sua famiglia nella loro piccola azienda che si affaccia sulla vallata del Caronte, a pochi passi da Villa Buonaccorsi:
“Si tratta di una particolare varietà che in passato veniva coltivata in tutte le campagne del paese – ha riferito Fabrizio Meschini, figlio della signora Viola – negli anni ’50 del secolo scorso era molto famosa la festa dei piselli di Potenza Picena e alcuni documenti testimoniano la loro diffusione fin dal 1.600. Era ed è particolarmente apprezzato per un piatto che racchiude l’essenza del nostro territorio, unendo i prodotti del mare con quelli delle campagne, ovvero seppie e piselli. Ma abbiamo anche avviato una produzione di confetture di crema di piselli e sugo di piselli e pancetta, per ora, per il mercato locale”.
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