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L’associazione Acsim e le proteste dei rifugiati: “Abbiamo la coscienza a posto”

L’associazione Acsim e le proteste dei rifugiati: “Abbiamo la coscienza a posto”

L’Acsim (Associazione Centro Servizi Immigrati Marche) risponde ai diciassette rifugiati pachistani che questa mattina hanno protestato in Piazza della Libertà di fronte alla Questura di Macerata. Lamentavano una scarsa assistenza da parte dell’Acsim, sostenendo di ricevere cibo non fresco, un’assistenza medica quasi inesistente e pochissimi soldi.

Secondo i rifugiati i 35 euro al giorno che l’associazione, regolarmente convenzionata con la Prefettura, riceve per ognuno di loro non sarebbero distribuiti nel migliore dei modi. I rifugiati hanno detto di aver ricevuto cibo scadente, se non addirittura andato a male. Lo stesso vale per il riscaldamento che “siamo autorizzati ad accendere solo tre ore al giorno. - spiegano - Fa molto freddo nelle case in cui siamo”. Replica Norma Santori dell’associazione, per la quale i viveri distribuiti sono “freschi e siamo continuamente sottoposti al controllo della Prefettura che è libera di accedere e controllare quando vuole”.

Tra i rifugiati c’e’ anche chi si ammala e a quel punto dicono di essere lasciati, ancora una volta, soli. C’è chi ha raccontato di aver avuto problemi di respiro e che invece di essere curato con le giuste medicine è stato curato con il Brufen, un antinfiammatorio contro i dolori e la febbre. “Non siamo mai andati dal dottore e non c’è nessuno che capisca la nostra lingua”, spiega uno di loro. Invece l’associazione assicura che “hanno ricevuto ogni tipo assistenza e controllo medico e vengono accompagnati da persone che conoscono la loro lingua”.

Se i servizi fondamentali sarebbero ridotti, lo stesso varrebbe per il famoso pocket money, un bonus giornaliero con cui i rifugiati possono spendere da uno a due euro e mezzo. “Ci hanno dato un solo pocket money da quando siamo qui”, dicono loro. Santori spiega che la situazione è un po' più complicata. I soldi non possono essere dati in contanti. I rifugiati devono aprire un conto, in cui vengono versate le quote, e possono farlo solo se hanno i documenti. - e aggiunge - Non daremo mai un euro in contanti”.

“Noi siamo accogliendo oltre 200 persone e se solo 17 si lamentano - conclude Santori - si faccia la domanda e si dia la risposta”.

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