"La situazione è disperata, barricate fai da te con mio figlio": la voce di Iole dalle sponde del Potenza
L’ondata di maltempo che da giorni sta investendo il centro Italia sta causando danni enormi. Per quanto nelle Marche non si siano registrate vittime come nella vicina Emilia–Romagna, la situazione ha toccato livelli di criticità preoccupanti in diverse zone della regione, con i vigili del fuoco, la protezione civile e le forze dell’ordine impegnate su tutto il territorio per gli interventi d’emergenza.
Nella provincia di Macerata il peggio è arrivato nella notte, quando verso l’una e mezza si è raggiunto il picco delle precipitazioni con i fiumi Chieti e Potenza vicini ai livelli di criticità. "Mancavano due dita d’acqua per l’allerta rossa", racconta l’assessore alla sicurezza di Macerata Paolo Renna. "Abbiamo controllato la situazione sul campo fino a notte fonda, fin quando la crisi non era rientrata".
"L’allerta è arrivata lunedì mattina e da allora ci siamo subito attivati con la protezione civile, monitorando ogni quattro ore le vallate del Chienti del Potenza - spiega Renna -. Un allarme è arrivato questa notte verso l’1:20 dall'idrometro ‘Chienti 10’ presso la Stazione di Pollenza: abbiamo dunque controllato le zone di Sforzacosta e Piediripa fino alle 2 di notte. Dopo il picco dell’una e mezzo, la situazione è via via rientrata”.
Potrebbero ricapitare episodi del genere nei prossimi giorni? "Dalle 14 di oggi siamo passati di nuovo in stato di allerta gialla: potrebbe esserci qualche altro movimento franoso, data la quantità di pioggia caduta. Le strade più a rischio sono tutte attenzionate, tra cui quella che da Madonna del Monte conduce a Sambucheto che abbiamo dovuto chiudere ieri proprio per una grossa frana che l’aveva resa inagibile".
Se nel comune di Macerata si è "corso dietro alle piccole emergenze", qualche tombino attappato o qualche buca sulle strade, ben più ingenti sono stati i danni riportati in comuni limitrofi come Treia (leggi qui) o Recanati. Per chi vive nelle vicinanze di un fiume come il Potenza, la paura è ormai un’abitudine quando la pioggia cade così copiosa.
"Sono anni che ci dicono che i soldi per pulire il fiume non ci sono, gli interventi si fanno solo quando ormai la situazione è disperata". Iole Francesconi, residente a Recanati in una vecchia casa poco distante dal Potenza, convive da anni con allagamenti e inondazioni: "Mi sono ritrovata anche con 70 centimetri d’acqua in casa e a nessuno frega niente. Se non si fa la manutenzione ordinaria adeguata tutti gli anni andrà sempre peggio".
"Ieri per non far entrare l’acqua abbiamo costruito delle barricate con la schiuma da elettricista di mio figlio e dei pezzi di metallo, l’unico aiuto che abbiamo ricevuto dal Comune sono stati quattro sacchi di sabbia, che ci hanno anche richiesto indietro - racconta infervorita -. Fortunatamente, a forza di esondare, il fiume ha scavato un fosso attorno casa: ora prima di raggiungerci deve riempirlo. Ci ha pensato prima madre natura che gli esseri umani".
Che la causa sia la questione climatica non è un mistero, così come appare ovvio che il problema non si risolverà da solo e senza un piano concreto ed efficace. Sul lungo termine ci sono già progetti di prevenzione: "Anche con il progetto delle ciclovie presentato oggi (leggi qui) ci stiamo muovendo in questa direzione: oltre alle finalità turistiche, faranno da canali d’emergenza per la protezione civile nei momenti di necessità. Nella realizzazione dei percorsi metteremo in sicurezza diverse sponde, ripuliremo i fossi da piante secche e cadute. Faremo un bel lavoro di pulizia e investiremo di più nella manutenzione ordinaria, solo così potremo evitare che i fiumi facciano danni", conclude Renna.
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