La selva oscura di Dante era sui Monti Sibillini: lo rivela un documento del 1300 trovato a San Ginesio
Dove si trovava realmente Dante nei giorni in cui, secondo i suoi celebri versi, si ritrovò "in una selva oscura"? Pare che fosse in missione segreta nelle Marche, sui Monti Sibillini.
La rivelazione proviene da un documento che sarà pubblicato in esclusiva sul prossimo numero di Sette del Corriere della Sera. L'annuncio è stato fatto dalla coppia di autori Rita Monaldi e Francesco Sorti, che al "Sommo Poeta" hanno dedicato una trilogia di duemila pagine.
"Finora - spiegano Monaldi e Sorti all'ANSA - avevamo vari documenti che menzionavano esplicitamente Dante. Tuttavia, molti di essi sono copie realizzate successivamente, anche dopo secoli. Solo 15 erano gli originali medievali che menzionavano Dante prima dell'esilio. Ora diventano 16".
Nel terzo volume della loro trilogia, basata su approfondite ricerche tra fonti storiche originali, gli autori hanno già riportato alla luce documenti che mostrano la presenza di Jacopo Alighieri, figlio del poeta, nelle Marche meridionali, tra Fermo (dove risiedeva un ramo degli Elisei, discendenti di Cacciaguida degli Elisei, avo di Dante) e l'abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra (fondata da san Bernardo di Chiaravalle, che nella Divina Commedia guida Dante sulla cima del Paradiso).
Ora, da un antico registro di lettere risalente al biennio 1299-1300, individuato nell'archivio del comune di San Ginesio, emerge il nome di Dante. "Questo documento era stato notato oltre mezzo secolo fa da un francescano, che lo ritenne così incredibile da accantonarlo come un caso di omonimia. Grazie alla digitalizzazione degli archivi, è stato possibile effettuare i necessari riscontri e confermare che il Dante menzionato è davvero il poeta", spiegano gli studiosi.
"Il documento - aggiungono - è un registro di lettere in cui il poeta fiorentino figura come latore di corrispondenza giudiziaria nell'aprile 1300, proprio nei giorni in cui l'Alighieri nella Commedia ambienta il suo viaggio nell'aldilà".
Il documento, come spiegano i due studiosi, “è rarissimo anche a prescindere da Dante, poiché nelle Marche le guerre tra Guelfi e Ghibellini e successivamente le incursioni dei Capitani di ventura hanno causato tali distruzioni che molti archivi (o perfino interi archivi) possiedono atti solo dal Quattrocento in poi. Sarnano, confinante con San Ginesio e altrettanto antica, possiede solo poche decine di pergamene".
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