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La mamma di Emanuele, morto nella tragedia di Rigopiano: "La Diciotti, la nostra tragedia e quei politici che mi hanno delusa"

La mamma di Emanuele, morto nella tragedia di Rigopiano: "La Diciotti, la nostra tragedia e quei politici che mi hanno delusa"

C'é tanto amore, quello compassionevole di una mamma capace di slancio verso ogni figlio che soffre, di qualsiasi provenienza e di qualsiasi dolore. E c'é tanta rabbia, quella di una mamma straziata che ha dovuto sopravvivere alla morte, assurda e evitabile, di suo figlio. E poi c'é una riflessione, affidata a Facebook da quella stessa mamma solitamente silenziosa e chiusa nel suo dolore, che dovrebbe stimolare un esame di coscienza in tanti, da una parte e dall'altra. Lei, la mamma di cui stiamo parlando, é la signora Paola Ferretti, di Pioraco. E suo figlio era Emanuele Bonifazi, morto a soli 31 anni nella tragedia di Rigopiano. Una donna che in tanti mesi, oltre al dolore, ha dovuto sopportare di tutto: dalle vergognose giustificazioni di chi quella tragedia poteva evitarla, fino, addirittura, all'Inail che ha riconosciuto alla famiglia la miseria di 2000 Euro per un figlio morto. Perché Emanuele Bonifazi, a Rigopiano, non ci stava per rilassarsi, ma per lavorare. Lontano da casa e dagli affetti, come dvono fare tanti giovani che, dopo gli studi, sono costretti a lasciare un territorio che offre poco in termini di prospettive e sicurezze.

Mamma Paola, come tutti noi, sta assistendo in questi giorni ai continui servizi sulla nave Diciotti, ai teatrini della politica, alle strumentalizzazioni sulla pelle delle persone che soffrono e di quelle che vivono la paura. E, il 24 agosto, ha scelto di affidare a Facebook la sua riflessione. Noi ve la riportiamo così, senza aggiungere altro, nella convizione che tutti, ma proprio tutti e non solo i chiamati in causa o quelli a cui si rivolge direttamente, dovremmo fermarci un attimo a pensare.

"Ho seguito al tg il servizio sulla nave Diciotti - scrive la signora Paola Ferretti - vicenda che sta scatenando forti scontri politici.  A quelle povere persone, vittime anche di tanta speculazione, non viene concesso  il permesso di sbarcare, però hanno ricevuto i beni di prima necessità, viene monitorato il loro stato di salute  ed è  stato permesso lo sbarco dei minori. Non intendo entrare nel dibattito politico  di questa vicenda, chi mi conosce sa che non sono razzista e non lo sono mai stata.  Semplicemente sono sconvolta dalle affermazioni dei rappresentanti dell'opposizione che parlano di fallimento del governo, di decisioni prese sulla pelle delle persone e del Paese intero e qualcuno addirittura lo definisce sequestro di persona! Capisco che con queste parole si mira al cuore della gente, ma c'è un limite a tutto! Alcune domande sorgono spontanee: 

1) Dove stavano questi saggi politici quando, durante il loro mandato di governo, 40 persone  rimasero  abbandonate e sequestrate  a Rigopiano, prigioniere nell' hotel perché la strada era bloccata da 3 metri di neve?

2) Come mai nessuno  di loro ha gridato al fallimento del governo, quando tutte le amministrazioni abruzzesi  (indagate dalla procura) rimasero indifferenti alle imploranti richieste di soccorso di quelle povere persone, impaurite anche dalle ripetute scosse di terremoto? 

3) Cosa hanno pensato sapendo che 29 persone tra dipendenti e ospiti  sono morti nell' hotel travolto dalla valanga  e  che per questo sono indagati funzionari e presidenti di tutti gli enti  abruzzesi?

4)Questi signori sanno che anche a Rigopiano c'erano dei minori e che solo grazie a Dio sono scampati alla tragedia?

A questi politici vorrei soltanto dire:

magari  mio figlio e le altre 28 vittime fossero stati rispettati  come stanno facendo con le persone sulla nave Diciotti, invece per le 29 vittime di Rigopiano abbiamo soltanto ricevuto le corone ai funerali e poche parole di cortesia.

Una persona che credeva nel centro sinistra".

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