La crisi del mercato dei motori, così i gestori dei concessionari reagiscono alla pandemia (VIDEO)
Dopo la pesante battuta d'arresto causata dall'emergenza Covid-19, il mercato delle auto e quello delle moto tenta di ripartire tra mille difficoltà. Fra queste, l'aumento dei prezzi del nuovo e dell'usato, per un tasso di crescita - su base annua - che a ottobre ha toccato il +2,5%, rispetto al +2,4% di settembre e al +2,1% di agosto.
Un dato che colpisce, se si pensa che dopo la fine del lockdown in molti hanno optato maggiormente per l'acquisto di un veicolo usato, di norma più accessibile a livello di spesa. Ad oggi, però, è stato ravvisato anche in questo settore un incremento del 0,9%, con una tendenza in crescita rispetto a luglio (stabile rispetto al 2020), agosto (+0,3%), e settembre (+0,7%), dovuto probabilmemte anche alla mancanza di vetture nuove. Cosa è cambiato, quindi?
Ad avere sicuramente inficiato sull'aumento dei prezzi è stata la più recente crisi dei chip "semiconduttori", la cui origine però anticipa il periodo della pandemia. L'aumento di domanda dei dispositivi elettronici era, infatti, già stata evidenziata negli ultimi anni, portando le varie realtà commerciali ad investire maggiormente sulle produzioni destinate ai prodotti di consumo in generale (come smartphone e simili).
Con l'arrivo del virus, le vendite delle automobili sono crollate, mentre la domanda per i dispositivi elettronici è cresciuta ulteriormente, costringendo le aziende, situate soprattutto in Asia, ad incrementare la produzione e a dirottare sull'elettronica di consumo anche le quote destinate all'industria dei motori.
Al quadro generale che si è andato progressivamente a formare, vanno ad aggiungersi due gravi incidenti avvenuti all'inizio del 2021: l'incendio alla Renesas Electronics (azienda giapponese che produce componentistica elettronica), e il ''blocco'' del canale di Suez avvenuto a marzo, che ha paralizzato per giorni gli scambi tra Asia ed Europa.
Quale è stato l'effetto immediato? La riorganizzazione da parte dei fornitori dell'intera produzione dei dispositivi elettronici, che ha portato a sacrificare il mercato dei motori. Conseguenze: piccoli imprenditori che non ce l'hanno fatta, ordini di auto nuove che tardano mesi ad arrivare (o vengono annullati), prezzi dell'usato a livelli storici. Una realtà che, ad occhio, è senz'altro difficile da inquadrare a livello globale, ma che può darci maggiore chiarezza a livello locale.
Nel maceratese c'è chi è riuscito a fare fronte alla crisi come meglio ha potuto, spesso dando un reale esempio di caparbietà e resilienza. Fra questi, ci sono la concessionaria Menchi e il Moto Nardi, due concessionarie - rispettivamente di auto e moto - site in quel di Piediripa.
«Quest'anno dovremo fare i conti con un grande calo del fatturato» - ha commentato Alessandro Menchi, amministratore delegato e responsabile commerciale. «Alcuni dei nostri concorrenti hanno adottato delle loro strategie, altri stanno ancora studiando la situazione. Il Ministero dello Sviluppo economico ci ha sostenuto con gli ecoincentivi, ma non è bastato. Noi ora stiamo adottando un'altra formula che prevede il rilancio della vettura elettrica, ma ci sono ancora tante problematiche di mezzo.»
«I nostri fornitori di motoveicoli - ha dichiarato Paolo Nardi, titolare del concessionario di moto - avevano paura a soddisfare i nostri ordini, perché avevano stimato un mercato al ribasso. In questo senso noi abbiamo voluto compiere un azzardo negli ordini e siamo stati premiati alla fine del lockdown.»
Di seguito, il servizio completo:
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