'Io apro' non cattura la provincia di Macerata. Parla l'unica luce accesa:"Vogliamo solo lavorare"
"Avvisiamo tutti i nostri clienti che aderiamo alla manifestazione Ioapro, dalle 18 in poi noi ci opporremo pacificamente alle ulteriori restrizioni del governo tenendo aperta la nostra attività". Lo aveva annunciato proprio ieri tramite la propria facebook il 'Il Caffè del Corso' di Porto Recanati; dichiarandosi appunto pronto a tenere alzate le serrande oltre l'orario consentito dall'ultimo Dpcm emanato dal Premier Giuseppe Conte.
Una 'protesta gentile' volta a dare una risposta forte a delle limitazioni sempre più pesanti che ancora una volta andranno a colpire tutti quei bar ristoranti già duramente provati dalle passate misure di contenimento del contagio da Coronavirus e che tutt'ora stanno nuovamente tentando di rimettersi in carreggiata. L'iniziativa in questione, nelle Marche, era partita dal ristoratore pesarese Umberto Carriera (leggi l'articolo) che nella serata di ieri ha tenuto aperto la sua "Grande Bellezza" di Mombaroccio servendo la cena ad oltre 40 clienti salvo poi trovarsi Polizia e Carabinieri all'interno del locale che hanno disposto, come da norma, la chiusura della sua attività per 5 giorni.
Nonostante le serene intenzioni, il ‘Decalogo Pratico Commercianti Motivati’ non sembra aver fatto molta breccia nei commercianti della provincia di Macerata, che hanno preferito tenere le saracinesche abbassata. Uno dei pochi fari accessi durante la prima serata del nuovo Dpcm è stato quello del bar situato nel cuore della città del litorale maceratese dove all'interno era presente la proprietaria Emanuela Addario che ha raccontato così la sua esperienza: “Abbiamo tenuto le luci accese del locale fino alle 20:30 ma già poco dopo le 18 sono arrivati i Carabinieri ci hanno invitato, molto educatamente, a chiudere perché comunque il loro ordine era quello - dichiara la titolare del bar di corso Matteotti - Devo dire però che durante la prima mezz'ora sono passati molti clienti per esprimerci la loro vicinanza ma ci tengo a dire che questa protesta, del tutto pacifica, non è stata fatta per mancare di rispetto nei riguardi degli uomini delle Forze dell'Ordine, a cui va il mio grande ringraziamento in quanto durante questo duro periodo si sono sempre dimostrati molto comprensivi”.
“La nostra aperura oltre l’orario previsto è una un dire no a queste ulteriori restrizioni che servono solo ed esclusivamente ad ammazzare un tipo di segmento economico che già sta soffrendo pesantemente - precisa Addario - abbiamo subito delle grosse perdite che non sono state rimborsate con i famosi ristori, che tra l'altro noi ancora non abbiamo ricevuto, se non la tranche di luglio che non ci consente nemmeno di far fronte a quelle che sono le spese base. Non possiamo andare più avanti così - tuona - ci siamo adeguati tutte quelle che erano le prescrizioni e adesso addirittura vietano l'asporto dopo le 18 che poi sinceramente non è di certo una situazione che generi un grosso movimento".
La perdurante fase di lockdown a singhiozzo non sta logorando soltanto i gestori di bar e ristoranti ma anche ai loro dipendenti costretti a subire l'intermittenza delle limitazioni governative: "A lavorare siamo rimasti solo noi titolari perché non si riesce più a mantenere lo stipendio di un dipendente e mi dispiace quando sentiamo dei commenti che ci dipingono come se avessimo incassi di chissà quale entità - spiega Addario - Abbiamo tutti delle famiglie da mantenere e dei figli ai quali dover dare risposte e non esistono alternative a questo posto di lavoro perchè in ogni caso quando si abbassa le serrande di una attività ci sono sempre degli strascichi non indifferenti; inutile che ce lo stiamo a nascondere".
Ristori insufficienti così come le entrate derivanti dalle attività commerciali, dovute soprattutto al lockdown natalizio che ha tolto un bella fetta di guadagno ma di concerto ordini fatti ai fornitori sono rimasti in atto: "Quello che chiediamo al Governo è veramente il rispetto della Costituzione e del diritto al lavoro, lungi da tutti noi, caffè del Corso in primis, sottrarsi a quelle che sono le regole anti covid vigenti - e aggiunge - Tra l'altro oggi nemmeno sapevamo se eravamo in zona gialla o arancione tant'è che ieri sera abbiamo dovuto chiederlo più volte; ecco perchè è problematico avere delle direttive emanate all'ultimo momento”.
“Questa continua incertezza non ci ha permesso di programmare niente – incalza la titolare del bar del litorale maceratese - a questo punto penso che chi di dovere doveva prendersi la responsabilità di chiudere veramente tutto e quando dico questo intendo bloccare anche le spese a carico dei proprietari dei locali che a loro volta magari vivono di un affitto che non può essere pagato così come le spese relative alle società che forniscono luce acqua e gas che per mesi non prenderanno i soldi delle bollette – e illustra - non mi dimenticherò mai quando durante il lockdown di marzo mi arrivò una bolletta dell'acqua da 1.200 euro della quale ho chiesto la rateizzazione e alla fine sono riuscita a pagare due soluzioni da 600 euro ma con il locale chiuso".
#ioapro1501 ovvero l'hashtag rimbalzando sui social nell'ultima settimana non sembra però aver trovato un terreno fertili nel maceratese in termini di adesioni: "Ora vedremo quelle che sono le intenzioni del gruppo considerando che a Porto Recanati. ma penso in tutta provincia di Macerata, ero la sola ad essere rimasta aperta ieri – osserva Addario - mi auguro solo che queste manifestazioni simboliche possano aprire uno spiraglio per un dialogo sul da farsi. Non è una questione politica e mi rendo conto che in questo momento è difficile gestire questa situazione - prosegue - E’ vero che sono stata candidata per la Lega alle ultime regionali ma ci tengo a dire che non ho chiesto niente al partito in quanto la mia attività viaggia da sola e personalmente non vorrei essere nei panni del Premier Conte in questo momento - chiosa la titolare del Bar del Corso - è necessario però che chi ci governa sia più lineare nel prendere decisione e ritengo che sia anche necessaria una maggiore sinergia da parte di tutti”.
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