Pamela Mastropietro e i 23 anni che non ha potuto compiere. Nasce il “Comitato nazionale sulla criminalità etnica in Italia”
Pamela non ha potuto festeggiare il suo 23esimo compleanno. Era la mattina del 30 gennaio 2018 quando i suoi resti furono ritrovati in due trolley a Pollenza. Pamela è stata uccisa a coltellate, il suo corpo smembrato, i suoi organi asportati, lavata con la candeggina messa in due trolley lasciati sul ciglio della strada.
La Cassazione ha condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio e lo scempio crudele e terrificante del corpo della giovane, Innocent Oseghale, killer che, secondo le motivazioni depositate dalla Cassazione a giugno, ha agito con “freddezza e con capacità di previsione". La Suprema Corte ha d’altro canto annullato con rinvio l’aggravante per violenza sessuale, sostenuta invece dall’accusa, impostazione che era stata accolta dai giudici di primo e di secondo grado che lo avevano condannato all'ergastolo. La pena effettiva che dovrà scontare Oseghale dipenderà quindi di fatto, da quanto si stabilirà nel giudizio di rinvio in Appello relativamente a questo capo d’imputazione.
Lo strazio per la mamma di Pamela, Alessandra Verni, prosegue, laddove la giustizia non è ancora giunta a mettere un punto su un processo che rinnova la lacerazione di una ferita insanabile. Accanto a lei, l’Avvocato Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela, zio di Pamela, che da sempre combatte al suo fianco per ottenere quella piena giustizia cui ogni vittima dovrebbe avere diritto.
E’ stato proprio l’avvocato Verni che , nello stesso giorno del compleanno di Pamela, il 23 agosto 2022, ha annunciato la nascita del “Comitato nazionale sulla criminalità etnica in Italia”. Il Comitato “si occuperà di raccogliere e analizzare i dati, le cause, le conseguenze e tutto ciò che possa riguardare tale fenomeno nel nostro Paese, collegato, naturalmente, a quello delle organizzazioni criminali autoctone e transnazionali. Nelle prossime settimane, il comitato si trasformerà in un osservatorio o in un centro studi dedicato a Pamela, la giovane studentessa romana trucidata per mano di un nigeriano condannato, per questo, in via definitiva. Questo lavoro sarà in ricordo di tutte le vittime di tale criminalità e dei loro familiari. Troppe volte abbiamo assistito a fatti di cronaca sottaciuti o non trattati nel giusto modo, salvo poi subire, inermi, la strumentalizzazione di altri che, certamente gravi, non possono però assurgere a criterio unico per etichettare una comunità o un Popolo intero come razzista o altro".
L’Avvocato, portavoce del Comitato, nell’occasione è tornato a richiedere l’attenzione sul fenomeno della mafia nigeriana, da tempo per lui oggetto di studio, “per molto tempo negata, nel nostro Paese, o non riconosciuta, o, ancora, sottaciuta, essa e' un grave fenomeno le cui prime vittime sono le nigeriane stesse”. Eppure, già in un rapporto della DIA del 2016, la criminalità organizzata nigeriana viene descritta come “la più pervasiva, formata da diverse cellule criminali indipendenti e con strutture operative differenziate ma interconnesse, dislocate in Italia e in altri Paesi europei ed extraeuropei”.
Ed ancora, nella realazione semestrale del 2021 della DIA si legge (pag.325) : “I sodalizi nigeriani risulterebbero in ogni caso inseriti a pieno titolo nel narcotraffico, utilizzando una complessa rete di corrieri “ovulatori” che introducono nel territorio nazionale eroina e cocaina avvalendosi dei normali vettori aerei e terrestri oppure sfruttando le rotte dei flussi migratori irregolari.” (..) La criminalità nigeriana sarebbe dedita anche alla tratta di esseri umani connessa con lo sfruttamento della prostituzione e all’accattonaggio forzoso. I sodalizi risultano inoltre attivi nelle estorsioni in danno di cittadini africani, nella falsificazione di documenti, nella contraffazione monetaria, nelle truffe e frodi informatiche, nonché nei reati contro la persona e il patrimonio. (..) Ad assumere particolare rilievo sono i c.d. secret cults le cui caratteristiche essenziali sono l’organizzazione gerarchica, la struttura paramilitare, i riti di affiliazione, i codici di comportamento e in generale un modus agendi al quale la Corte di Cassazione ha più volte riconosciuto la tipica connotazione di “mafiosità”.
Un’iniziativa quella del Comitato che , come si legge in un post su facebook nella pagina “La voce di Pamela Mastropietro” “Non basterà, nè per riportarti in vita, nè per cambiare le cose. Ma servirà, quantomeno, a far sì che, anche per noi che stiamo qui, il 30 gennaio 2018, possa considerarsi davvero la Tua nascita a nuova vita".
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