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I giovani per bene e la loro vita Covid-travolta che non fa notizia

I giovani per bene e la loro vita Covid-travolta che non fa notizia

Per una volta no, non parliamo del numero dei contagiati dal virus, di tamponi positivi. Ma di giovani in salute forti e sani in tempo di covid. Una realtà sommersa che sfugge ai numeri con cui abbiamo a che fare quotidianamente.

L'impatto dell' isolamento sociale travolge tutti con effetti tutt'altro che trascurabili. Senza  scordare i gravi problemi che, causa covid,  investono il mondo di noi adulti, di cui spesso si parla e di cui parleremo, oggi voglio pensare, per una volta, solo ai giovanissimi.

A quei giovani che non fanno notizia perché sono giovani per bene, che non si drogano, non sono violenti, sono sportivi, studiosi o lavoratori.

Penso a quei ragazzi che si dovrebbero affacciare in questi anni alle prime esperienze indimenticabili della loro vita.

Penso alla loro vitalità, al bisogno di crescere condividendo ogni esperienza con gli amici che diventano famiglia, "fratelli e sorelle"...alle prime cotte...proprio quelle a cui noi, adulti di oggi, ancora riusciamo a dare il nome, quelle di cui ricordiamo perfettamente ogni dettaglio, quelle che ci fanno dire "il primo amore non si scorda mai”.

I nostri ragazzi causa covid stanno perdendo queste emozioni, emozioni semplici; forse banali e trascurabili per quegli adulti che hanno dimenticato cosa significa vivere quell'età, ma che in realtà anche per loro, se ci pensano un po', sono quelle emozioni indelebili che fanno ancora diventare gli occhi lucidi.

Penso ai momenti condivisi e attesi: il sabato pomeriggio in piazza, lungo il corso, la domenica la partita. Trovarsi a studiare insieme a casa di questo o di quell'amico, per studiare poco e parlare di quella che ci piace in classe...momenti di coesione e di aggregazione.

La pizza con gli amici e le prime birre al posto della Coca Cola o della Sprite che sono già un lasciapassare per sentirsi adulti, il dopo cena al cinema o in disco o nel locale dove "tanto ci troviamo tutti lì stasera”.

La spalla della migliore amica su cui versare fiumi di lacrime o il consiglio, spesso disastroso, del miglior amico per farci notare da quella che "sembra guardi tutti tranne che me"...Momenti in cui l'io si plasma anche con il confronto con l'altro, assumendo una propria identità e imparando piano piano a convivere con gli altri, tra somiglianze e differenze. 

Tutto questo non potrà mai essere sostituito dalla vita “online”.

Perché tutto questo è fisico, è contatto, è sguardo su un mondo che si muove e che rimanda l’immagine personale proprio nel confronto e nello scambio "con” e "nel" sociale.

E che risvolto ha tutto ciò sul presente di questi giovani, che da un anno sopportano limitazioni che anche per molti adulti sono oramai al limite della sopportabilità? 

Oggi, in un momento in cui ci viene richiesto uno sforzo in più dalle ulteriori limitazioni imposte con la zona rossa, un "forza ragazzi" vorrei andasse proprio a quei giovani che silenziosamente, fanno semplicemente ciò che ci si aspetta da loro: il loro dovere. E per questo se ne parla forse troppo poco.

 

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