Domenica mattina, Santuario di Loreto, Messa delle 11.30.
Sono seduto in fondo alla chiesa, di fianco a me su una carrozzina, un bambino dell'età di 10/12 anni.
Non so che malattia abbia, penso sia tetraplegico, spastico o qualcosa di simile, le gambe chiaramente senza muscoli, le mani ossute con forme innaturali, una gran massa di capelli. Segue buono la messa, ogni tanto qualche smorfia innaturale.
Alle sue spalle il padre, un marcantonio di oltre un metro e ottanta, un orecchino ed una felpa di una università americana.
Al momento della Comunione, con i fedeli che vanno verso l'altare, il babbo gira la carrozzina verso di sé, si siede, appoggia la fronte alla fronte di suo figlio e comincia a parlargli con una dolcezza infinita.
Io li guardo di sottocchio, con i lucciconi.
Mi sarebbe piaciuto alzarmi, mettere una mano sulla spalla di quel genitore e dirgli: "Non è vero che gli angeli non esistono, Lei è uno di quelli", non l'ho fatto, forse per timidezza, ritrosia, pudore, non so.
Lo faccio ora con queste mie righe.
Mi leggerà? Sarò contento. Non mi leggerà? Sarò contento lo stesso, tanto di angeli come lui ce ne sono tanti in giro, più di quanti si possa pensare. Mi leggeranno loro e sono sicuro che capiranno.
Andrea Cesari de Maria
Commenti